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THE BEST OF THE YEAR - 2003 -

 

" Un Raggio di Soul ? That bloke ought to be put in a big brown sack and slung off the Millennium Bridge ! " ( anonymous  from London )

 

Un altro anno è passato, con il proprio carico di nuove uscite, ed è ora di fare un riepilogo sui  dischi che hanno stimolato i maggiori dibattiti tra gli appassionati  Grazie per l'aiuto a Steve Handbury ( celebre columnist di "Manifesto" )

 

INCOGNITO - " WHO NEEDS LOVE " ( Dome/Riice )

Non male. Un disco piacevolissimo da ascoltare e pieno di contaminazioni : a parte i tipici influssi " funk / jazz" che hanno reso celebre ed inconfondibile lo stile della band, si nota qua e là qualche stimolo "afro" e "latin", grazie al contributo del brasiliano Ed Motta ( omaggiato dalla striscia verde-oro in copertina ). Qualche brano di gran fattura ( "Who Needs Love" e "People At The Top" ) e molti altri brani sopra la media.

Forse non passerà alla storia, ed era altresì prevedibile che questi brani - svanito l'iniziale entusiasmo in concomitanza con l'uscita del disco - non sarebbero stati poi granchè suonati nelle modern rooms ( cosa che in effetti si è puntualmente verificata ); ma questo non è certamente un difetto e non intacca i loro meriti. Sprigionano classe ( tra parentesi : Bluey veste solo italiano ) ed energia; una band che dopo tanti anni offre ancora lavori notevoli . I più esigenti dicono che il precedente lavoro era meglio, ma, onestamente, sembra proprio andare a cercare il pelo nell'uovo. Merita 7,5

Superb soul at it's very best. After hitting the big time by getting into the charts back in the late Eighties and early Nineties, Bluey and the boys have matured into one of the UK's best soul talents. 8/10

 

FULL FLAVA - " COLOUR OF MY SOUL " ( Dome )

Un disco molto carino; adoperando un gergo calcistico, si potrebbe dire che i "Full Flava" riescono spesso a tirare fuori la giocata sopra la media, la prodezza che vale il prezzo del biglietto. Il disco è espressione di un moderno R&B, in equilibrio tra brani fruibili anche da una platea non troppo specializzata e alcune gemme assolute, il che porta a pensare che il team di Birmingham, se lasciato libero da pressanti responsabilità di mercato, potrebbe fare miracoli.

Geniali : danno l'idea di essere decisamente "avanti" e riescono ad accompagnare l'ascoltatore in un ricercato percorso tra le più sofisticate e moderne frontiere della musica "nera" senza bisogno di sconvolgerlo. Di primissima qualità la scelta delle vocalists ( Romina Johnson, Carleen Anderson, Alison Limerick , Hazel Fernandes, Donna Gardier, Beverlei Brown... ); è stato molto esaltato il pezzo della Anderson ( "Stories" ), ma per me le palma di miglior traccia dell'album se la giocano " Make It Right ", "Perfect Love " e " Love Holds No Limits ".

La conferma di quanto di buono su di loro è già stato detto in passato. Richard Searling ha definito l'album "sublime", io non esagererei così tanto. Diciamo 7,5

Slightly erratic for my liking, but a fine example of the new genre of soul music getting played at venues. 6/10

 

VV. AA. - " VILLAGE SOUL " ( Expansion )

Come dice il soddisfatto Gigi Proietti nella pubblicità del caffè ... " me piace !". Fin troppo facile parlare bene della compilation di Terry Jones, che - se ce ne fosse bisogno - conferma di essere una vera e propria "guida" tra le varie anime del modern : dalle classiche sonorità 70's soul, alla soulful house, passando per qualche brano venato di funk, si assiste ad una vera e propria lezione di modern soul in una raccolta senza pecche.

Cristian dice che i brani "di punta" della raccolta (ad es. Simply Grateful ) sono un pò troppo sopravvalutati dalla critica : forse è vero, ma al giorno d'oggi - detto molto chiaramente - non si vede in giro niente di meglio. Voto 9

From Expansion Records in the UK comes a fine CD compiled by pioneering DJ Terry Jones. Across the board, the variety of tracks spans no less than three decades. Probably the best CD you could buy at the moment. 10/10 ( plus another one for good measure ! )

 

ARETHA FRANKLIN - " SO DAMN' HAPPY " ( Arista )

Dopo aver letto varie recensioni positive ma non troppo "coinvolgenti" , tanto che non prendo in considerazione l'ipotesi di acquistarlo , mi accorgo di una sviolinata di Terry Jones nei riguardi di quest'album e mi incuriosisco : il disco è in distribuzione anche in Italia da una vita ( addirittura lo trovo anche sugli scaffali della COOP ) eppure non avevo sentito mai nessuno parlarne così.

Riferisco la cosa a Lele, che qualche sera dopo mi richiama, dicendomi di avere il cd, anche se mi avverte che "non è un granché ...". Alla faccia : il primo ascolto è folgorante : it's so damn' good !

Non contiene pezzi tipicamente "da dancefloor", ma chiunque ama il soul non può fare a meno di apprezzare questo disco in cui c'è tutto quello che serve : una base 100% soul, arrangiamenti curati, ricchezza di armonie e soprattutto, una voce che ha pochi eguali e un fascino impareggiabile. Da rimarcare il gioco di perfetta integrazione, in ogni brano, tra voce principale e coriste : ogni vocalizzo, ogni gridolino, ogni shu-bi-daa della Franklin appare sapientemente esaltato dalle voci delle ragazze chiamate al back-up. Come resistere di fronte a brani quali 'The Only Thing Missin' ( superbo, tra l'altro, anche il remix firmato 'Blaze' ) , 'Wonderful' e 'So Damn' Happy" ? Potrebbe essere definito il perfetto esempio del disco da consigliare a chi, digiuno di questi concetti, voglia avere una idea di come sta evolvendo la scena soul contemporanea, dal momento che quest'album svaria dalle atmosfere tipicamente 70's, a quelle gospel-R&B per approdare ad un paio di brani in stile tipicamente NU-Soul

Detto quindi che "tecnicamente" il risultato finale è ineccepibile, la disputa ( tutta italiana ) è quella sulla validità di un disco che non è stato concepito esclusivamente per scatenarsi in pista. A tal proposito è chiaro che chi comprerà in Aretha aspettandosi le atmosfere da party di " Dance, Dance, Dance" o "Be Young, Be Foolish, Be Happy" resterà piuttosto deluso. Ma d'altra parte, come disse Bernie O'Brien, "Mentre un tempo si pretendeva solo Northern, anche se non si trattava necessariamente di bei pezzi soul, oggi tutti vogliono ascoltare solo del buon soul, anche se non è Northern " L'altra polemica ( inglese ) riguarda il presunto appiattimento di qualche brano su una troppo scontata falsariga "moderno R&B". Mi sembra, però, che in tal modo si siano capovolti i termini della questione, dal momento che è indubbiamente il "moderno R&B" ad essere in crisi di idee e a non potersi aspettare che arrivi Aretha, a sessant'anni suonati, a invertire la rotta e a salvarlo…

In conclusione : considerato che se questo disco lo avesse fatto una sconosciuta e sfigatissima cantante nera si sarebbe gridato al "disco del secolo" o "del millennio", lo promuovo a pieni voti ripetendo una frase di Michele Boeri : "Tutti in piedi quando canta la Regina". voto 7,5

 

VV. AA. - " MASTERPIECES of MODERN SOUL " ( Kent )

Premesso che forse si tratterà anche di "masterpieces", ma certo non di "modern soul" ( almeno per la gran parte dei brani presenti ) si può discutere a lungo su questa compilation della Kent. Se fossimo ancora nell'anno di grazia 1974 si potrebbero formulare giudizi lusinghieri, ma l'essere entrati ormai da un pezzo nel secondo millennio, fa apparire il titolo e alcune recensioni su questo disco al limite della condanna per "pubblicità ingannevole" : va bene che i modern soul fans sono una minoranza, ma trattarli così ...

In definitiva 7+ come compilation di brani crossover, ma, per quel che mi riguarda, il modern è davvero un'altra cosa. Si può credere o meno nelle ultimissime evoluzioni della soul music ( NU, houseggiante ), ma in ogni caso chi ha l'intenzione di mettere sul mercato una raccolta in tema "modern" dovrebbe almeno sentire il dovere morale di compilarla attingendo in pieno alla grandissima varietà di stimoli musicali che hanno saputo proporre gli anni Settanta e Ottanta, fornendo un'immagine realistica del c.d. "modern". Data questa premessa, ecco il dilemma : sono stati ( tanto per fare un esempio di "casa nostra" che tutti conoscono ) eccezionalmente bravi i ragazzi de "La Pelle Nera" nel loro " Modern Soul - Livin' for the Weekend " o alla Kent hanno fatto un mezzo passo falso ? La verità, che di solito sta nel mezzo, forse stavolta pende più verso la seconda ipotesi ...

Comunque, come disse una volta un mio "maestro"... " probably best not to put in a lukewarm review : i don't think that's really in the spirit of soul music ! " e mi piace anche sottolineare quanto c'è di buono in questa Kent, menzionando : "Ain't No Telling", la raffinata " I'm a Believer " (molto molto bella, ma come si fa a includerla in una raccolta che dovrebbe essere di modern soul ?), il pezzo di Gil Billingsley ( anche per questa canzone vale quanto appena detto per "I'm a Believer" ), incastonati in un contesto generale di buonissima qualità e di brani spesso inediti. In conclusione : rispetto per le "istituzioni", ma anche spirito critico di fronti a certi "messaggi", quale - ad esempio - quello per cui non sono ipotizzabili &"forme di vita" fuori dall' universo Northern.

Certainly the main force in re-issue CD's is Kent Records out of the UK. Once again they excell with a fantastic compilation and, although a little more diverse than you may expect, it is well worth a listen. The sleeve notes too are outstanding : full of information for non-devotees and devotees ! 9/10

 

VV. AA. - " PHILLY SOUL : music from the city of Brotherly Love " ( Unisex )

Se sentite Leonardo vi dirà che è una gran bella raccolta, mentre per il sottoscritto non è proprio così entusiasmante. Non si può certo dire che manchi la qualità, ma forse mancano i 2 o 3 brani che "catturano" l'attenzione e che costringono ad un terzo, quarto, quinto riascolto di fila e che valorizzano l'intera raccolta.

In linea generale la compilation è piuttosto orientata ad un pubblico ben introdotto nei souni "90's / Neo ", ed è molto lontana dalle ben note atmosfere "classic soul". Basandosi per lo più su quel suono che qualcuno ( e tra quel qualcuno vi è anche Angie Stone intervistata su "Echoes" ) definisce "hip soul" - evidenziando con tale ennesima definizione il filone che scaturisce dall'hip-hop ed il moderno R&B piuttosto che rifarsi alla scuola funk / disco - è quindi logico che il risultato finale sia un disco "morbido" e sensuale; certamente piacevole ma non folgorante. Dubito, insomma, che qualcuno abbia mai urlato di gioia ascoltando "Something In The Way" o "Golden Boys" ( il brano della brava Res più e più volte passato in radio e tv )

Si potrebbe dire "senza infamia e senza lode" : averla o meno non cambierà la vostra vita. 6+ ( naturalmente ignorate quanto scritto sopra e date retta a Leo : compratela... )

Anything remotely connected to the Philly sound scores highly with me and would therefore be biassed...but trust me on this. Love songs, disco classics and pure soul simply ooze from the inner depths of this fine CD. 10/10

 

i n d i e t r o

 

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