stai visitando un "raggio di soul", il sito ...  pane e  mortadella !

THE GOLDEN TORCH - TUNSTALL,  STOKE ON TRENT - 

"Bella la nuova grafica del sito !" "Anche la tua, molto spartana, non è male. Se posso fare questo paragone ... a volte alla cucina francese preferisco un bel panino con la mortadella !" (S.Oggiano)

 

Parlando del "Torch", il primo aspetto che incuriosisce è la frequente doppia denominazione che lo accompagna.  E' facile, infatti, sentir chiamare questo storico locale "Il Torch di Stoke-on-Trent", così come è assai usuale leggere o sentir parlare del "Torch di Tunstall".  

Ebbene, entrambe le denominazioni sono esatte, dal momento che l'apparente equivoco si basa sul particolare status di cui usufruisce Stoke-on-Trent, la quale -  più che una città vera e propria - è un grande agglomerato urbano creato "a tavolino" molti decenni fà e comprendente  6 cittadine confinanti (Hanley, Stoke, Burslem, Fenton, Longton e Tunstall) che - riunite insieme per motivi burocratici - hanno potuto godere delle facilitazioni legate al ruolo di provincia.  Soltanto stando insieme, infatti,  le sei città già ricordate hanno potuto raggiungere la ragguardevole cifra di 250.000 abitanti ed assumere una forza politica adatta, tale, cioè. da permettere loro di potenziare le proprie strutture e di renderle adeguate ad una comunità numerosa come quella dello Staffordshire, regione rinomata per le industrie di ceramica ( tutte le tazze da thè, nonchè le "mug" usate come souvenir  -  quelle, cioè, con la scritta "London" o con la faccia della Regina  - vengono da Stoke-on Trent ) 

Ritornando a monte, ebbene, il "Torch" apre i battenti nel 1965, ad opera di Chris Burton - appassionato di musica nera -  che  ha l'intuizione di acquistare (per 25.000 sterline) i locali di quello che fino ad allora era stato il "Regent Cinema" ed aprire al suo posto un night club. 

Questo club nasce a Tunstall  - precisamente in Hose Street - in una zona residenziale e piuttosto benestante, e la filosofia di Burton, nei primi anni, è proprio quella di adeguarsi alla zona : fare, cioè, del "Torch" ( cosa che effettivamente accade nei primi anni ) un locale notturno "alla moda", per una clientela di buon livello economico, desiderosa di vedere, ogni tanto, qualche concerto dal vivo.  Un locale confortevole e disegnato in pieno stile classico, con la vaga forma di un'arena romana.

Per passare dalla vecchia struttura del "Regent"  -  risalente agli inizi dell'Ottocento, una costruzione che aveva ospitato, in passato, anche una chiesa -  a quella di un moderno night club, Chris Burton deve, però,  abbattere una parte dell'edificio e affrontare, per la restante parte, una massiccia e costosa ristrutturazione.  Il risultato finale, comunque, è grandioso e ripaga le attese : al posto della platea nasce un gigantesco dancefloor di legno pregiato (capacità : 680 ballerini),  con un palco posto ad una estremità e circondato per tre quarti da una balconata rialzata dove vengono sistemati uno snack bar ed un coffee bar.   E per conferire ancora di più al locale un tocco di classicità viene posizionato - all'esterno,  proprio sopra l'ingresso principale -  un bassorilievo raffigurante una biga trainata da cavalli.  Come nome viene scelto "The Golden Torch" ("La fiaccola era un simbolo classico, che richiamava la gloriosa storia della Grecia dei giochi olimpici, poi "golden" - raccontava Burton - venne aggiunto sia perchè avevamo posto alle pareti dei drappi dorati a mò di tenda che davano un ottimo effetto luminoso quando riflettevano le luci della pista,  sia perchè "The Golden Torch" suonava anche meglio del semplice "The Torch" (ed infatti suonava tanto bene che il locale è passato alla storia come "The Torch" n.d.a.)").

Gli inizi non hanno niente di mitico : a causa del grande sforzo economico sopportato per venire in possesso dei grandi locali di Hose Street, i soci non possono fare nè sperimentazioni, nè passi falsi, sicchè per anni salgono sul palco solo artisti pop di sicuro successo. Questo fino al 1967, quando arrivano a Tunstall, per esibirsi dal vivo, Inez e Charly Foxx. "Questo fu il nostro primo vero evento soul - ricorda Burton - è riuscì alla grande.  Per averli dal vivo pagai la sproporzionata cifra di 150 sterline, con la paura, fino ad un minuto prima dello show che avessi fatto una scelta sbagliata.  Fortunatamente non mi dovetti pentire di quell'azzardo; ed anzi quel successo che mi convinse del fatto che si sarebbe potuto riempire il locale facendolo diventare un vero e proprio punto di riferimento per amanti del Soul;  un club, cioè, che proponesse con regolarità artisti dal vivo e serate con dj". 

Inizia, così, quasi per scommessa, la celebrità del "Torch" come locale dedito al soul, anche se,  fino alla fine degli anni '60,  la politica musicale è  ancora incentrata alla massima prudenza : il soul è quello tradizionale ( quello, cioè, della Motown e delle altre case discografiche maggiori ) ,  gli artisti invitati ad esibirsi solo celebrità affermate. ed anche i DJ (Peter Stringfellow, "The Red baron", "Barmy" Barry) suonano, per lo più, solo i classici più affermati.

Tutto ciò fino all'arrivo di Keith Minshull nel 1969.

 

Il centro di Tunstall in una vecchia foto

This is ... The Torch !  

 

 

L'intuizione del DJ (supportato nell'idea anche da Colin Curtis)  è quella di intraprendere con decisione la strada del Northern Soul.  I due fanno capire al manager che, la richiesta di brani di soul  è in crescita  -  la chiusura del Twisted Wheel (1971) aveva lasciato molti appassionati senza locali dove poter ascoltare northern soul  -  e che una località strategica come Stoke-on-Trent sarebbe in grado di raccogliere sia gli appassionati delle vicine Midlands che quelli delle zone di Manchester e Liverpool.   Chris Burton tentenna qualche mese finchè decide di provare, concedendo ai due DJ il locale per una allnighter (dalle 20:30 di Sabato fino alle 8 di mattina di Domenica) di rare soul.  Dopo quella serata, annuncia Burton ai due,  "si deciderà il da farsi". 

La serata "di prova" è fissata per Sabato 11 Marzo 1972 e Chris Burton non crede ai suoi occhi "Non avevamo fatto alcun tipo di promozione pubblicitaria, avevamo piazzato solo qualche volantino nei dintorni ... e che mi ritrovai di fronte quella sera ?  Una massa incredibile di ragazzi che avevano riempito la pista e che ballavano una musica che io - onestamente - non avevo mai sentito; quello che loro chiamavano Northern Soul".

Inutile dire che i soci del club offrono subito tutta la disponibilità possibile ai DJ ( cioè Minshull, Curtis, Alan Day e Johnny Beggs, che vengono remunerati con la principesca somma di 10 sterline), anche se - in questi primi tempi - la frequenza degli allnighter resta quella di una serata al mese.  In breve, però, la fama della sala da ballo di Stoke cresce così tanto che le serata diventano due al mese e, poco più tardi, si decide di tenere allnighters ogni Sabato : è ormai decollato il fenomeno "Torch" !  Anche l'aspetto del locale si adegua presto al suo nuovo ruolo : le pareti vengono pitturate di nero e ad esse vengono affisse gigantografie dei maggiori artisti soul.   

Ogni Sabato gruppi di giovani scendono alla stazione di Tunstall e  -  holdall in mano, baggies, Ben Sherman e occhiali da sole - compiono tutti insieme il tragitto fino ad Hose Street.  Vengono dalle Midlands, da Newcastle e perfino dalla Scozia ("Mi ricordo - dice uno di loro - che eravamo tutti coperti di toppe; e - potrà sembrare ridicolo - c'era una toppa per ogni soul club; ... anche se quando c'era il derby Manchester - Stoke, dovevi stare attento ad andare al "Pendulum" (a Manchester n.d.a) con la toppa del "Torch", oppure venire al "Torch" con la toppa del "Pendulum" ) e, come un esercito in marcia, camminano dal centro-città fino al locale, rendendo invivibile quello che fino a pochi anni prima era uno dei quartieri più "in" di Tunstall. ("la musica era molto forte, e si sentiva distintamente anche dall'esterno dal locale, crescendo di intensità tanto più uno si avvicinava" )

Uno dei segreti del club è la politica di "tolleranza" verso i giovani. All'ingresso del "Torch", infatti,  la flotta di soulies viene fatta attendere - per l'acquisto del biglietto ed il controllo delle membership cards - nell'ampio ingresso del locale, completamente decorato con grandi facce sorridenti (che erano rimaste nell'entrata dai tempi del Cinema "Regent") e sono del tutto assenti di buttafuori; una strategia tendente alla auto-responsabilizzazione ben studiata dai responsabili del locale ( che decidono di accogliere le lamentele dei ragazzi, stanchi di continui controlli da parte della polizia e del personale dei clubs ) e che dà i suoi frutti, se è vero che durante le serate quasi mai accadono risse o litigi.

Anche se non si registrano risse, tuttavia è ben noto alle autorità di polizia il fatto che la maggioranza dei ballerini faccia uso di "stimolanti"  ( già  nei primissimi anni Settanta sono molti i locali chiusi per problemi di droga ). Pertanto appena il "Torch" decolla - e poi sempre più man mano che cresce - si intensificano i controlli preventivi. "A volte - ricorda chi c'è stato - sembrava che intorno al locale si fosse radunata tutta la polizia dello Staffordshire. Perquisivano, controllavano, entravano nel locale, ma non riuscivano quasi mai a sorprendere nessuno e allora si innervosivano con noi. D'altra parte come potevano scoprire chi usava anfetamine ? Loro arrivavano con i loro pesanti impermeabili e noi eravamo tutti in canottiera o in stile casual : li avrebbe riconosciuti chiunque !" 

Ma oltre al vestiario, un altro fattore rende vane le ricerche dei reparti anti-droga : la densità della folla presente nel locale.

Nel periodo di punta, infatti, il "Torch" arriva ad avere regolarmente 1100 ingressi, per toccare - nelle serate di punta - la cifra di 1400 persone. Se si considera che la pista da ballo, per quanto grande, può contenere - come detto - 680 ragazzi, la sproporzione tra le due cifre rende l'idea dell'eccezionale intasamento ("A volte ti sentivi sollevato dalla folla e trascinato da un lato all'altro della pista. Una atmosfera unica, irripetibile !  Ma la cosa spaventosa erano i bagni : sempre strapieni e allagati; c'era dentro tanta di quella gente che chi non c'era non può neanche immaginarselo.") 

 

 

 

Alla fine del 1972 - in contemporanea con la fine dell'epopea del "Twisted Wheel" - il "Torch" si trova ad esserre per diversi mesi l'unico locale che propone Soul nights ed il fatto incoraggia i manager ad invitare gli artisti preferiti dai frequentatori del club. 

In breve arrivano a Tunstall  -  in base a contratti che prevedono, il più delle volte, una doppia esibizione : prima a Stoke, poi a Manchester - veri e propri idoli : Edwin Starr, Ben E. King,  Fontella Bass, Junior Walker, Otis Leaville, gli O'Jays, Sam & Dave, The Drifters, gli Stylistics e molti altri.  L'esibizione, però, che fa letteralmente impazzire i soulboys è quella di Sabato 9 Dicembre 1972, quando in pieno clima natalizio, Chris Burton offre come regalo alla propria clientela l'esibizione dal vivo di Major Lance. 

L'interno del locale scoppia : 1400 biglietti e gente dappertutto (addirittura al limite della balconata), mentre all'esterno diverse centinaia di ragazzi, rimasti senza biglietto, premono per entrare ( la leggenda che ancora oggi gira da quella parti, ma che pare sinceramente esagerata, dice che quelli che si organizzarono per captare - alcuni muniti di registratore - qualche suono dall'esterno (tutti dicono che si sentiva bene) fossero addirittura più di quelli all'interno. n.d.a.)   All'entrata sul palco - annunciato al microfono da Martyn Ellis -  l'artista della OKeh viene accolto come un vero e proprio eroe, tra urla di gioia ed una folla al limite del soffocamento; ed egli - per ricompensare tanto affetto - si esibisce per diverse ore in un mitico concerto, immortalato dalla "Contempo Records" nel leggendario album "Major Lance Live At The Torch"; disco che va esaurito in poche settimane e che sancisce definitivamente che il club di Tunstall è il numero uno in fatto di soul "Dopo quel concerto tutti conobbero il "Torch" - dice Burton -  e tutti ebbero il desiderio di venire, almeno una volta, a Stoke-On-Trent per vedere questo nuovo locale che in poco tempo era diventato il punto di riferimento in fatto di eventi soul".  Sicuramente una bella soddisfazione per i soci del club, soprattutto se paragonata al fatto che, solo pochi anni prima, l'esibizione di Garnet Mimms aveva radunato, in una freddissima notte invernale,  non più di ...  45 paganti.   

Ma - a parte le esibizioni dal vivo - è la musica proposta dai DJ che infiamma la folla.  Soprattutto Keith Minshull - il più esperto di tutti - acquista la fama di spinner sopraffino e preparatissimo, anche se si fanno presto conoscere, per le proprie collezioni anche Colin Curtis, Alan Day, Dave Plumb, Chris Sweeting e Martyn Ellis da Manchester.

Questo team di DJ , infatti, scopre e propone al pubblico per la prima volta delle vere e proprie gemme Northern Soul; brani che oltre a mantenere la pista piena per 12 ore consecutive, ancora oggi vengono richiesti alle serate di rare soul.  Si affermano a Tunstall pezzi come "Crackin' Up Over You", "I Worship You Baby", "Love You Baby" di Eddie Parker, "Our Love Is In The Pocket", Blowin' My Mind To Pieces" "A Little Togetherness", "Sliced Tomatoes"; che insieme ad altri scatenati up-tempo (tra i quali "That's Allright" di Ed Crook e "I Love You Baby" di Cindy Scott) contribuiscono a rafforzare l'alone di mito che circonda il "Torch".  Alla fine del 1972, infatti, Chris Burton tira i conti e si ritrova sotto gli occhi cifre impressionanti : mezzo milione di biglietti staccati da quel primo allnighter tenuto quasi per scommessa e 12500 memberships. 

 

La costruzione che ospitava il mitico club

 

Il nuovo "Regent Theatre" di Tunstall : niente a che fare con "The GoldenTorch"

 

Nel 1973, però - dopo appena sedici mesi di allnighters da leggenda - la torcia viene spenta.

A seguito dei controlli settimanali, i reparti anti-droga della polizia di Stoke-On-Trent riescono ad accertare, grazie ad una serie di foto, che all'interno del locale circola una grande quantità di "pills" ( il responsabile di questi reparti, Ernest Gardiner, arriva a dire che il settanta per cento dei frequentatori del "Torch" è solito consumare stimolanti )  e le autorità cittadine  -  messe sotto pressione dagli abitanti della città e dalla stampa (Titoli come "Tunstall è diventato il maggior centro di consumo di droga del Paese. Un posto dove ogni drogato può avere quello che cerca, con la garanzia dell'impunità") - si impegnano a riportare un pò di tranquillità in quel quartiere "violentato" settimanalmente da centinaia di soulies.  

Il 16 Aprile del 1973, pertanto, le autorità di Stoke decidono di non rinnovare la licenza (dopo una serie di arresti che coinvolge 40 ragazzi, trovati in possesso di anfetamine)  ai gestori del club.  Inizia, così, da parte dello staff del "Torch" una aspra battaglia legale ( guidata da Chris Burton, il potente John Abbey, Melvin Barrowby e Trev Harley) per evitare quella che era stata la fine di molti club, anche se presto si capisce  - dalla decisione con la quale opera la polizia, che spinge senza mezzi termini per la chiusura definitiva del locale - che la fine degli allnighters sarà questione di giorni. 

Quella stessa settimana si tiene, perciò, l'ultimo " 8 - 8 Saturday / Sunday spot " , anche se non vi sono volantini o annunci in tal senso, dal momento che i responsabili sperano fino all'ultimo di riottenere la licenza.  La serata, in ogni caso, si risolve in un fiasco : le voci che dicono che il locale è nel mirino della polizia e le stesse metodiche perquisizioni all'ingresso, convincono molti ragazzi a desistere dal partecipare all'evento.  

Come previsto, il locale chiude ed i due DJ principali, Keith Minshull e Colin Curtis, vengono reclutati prima dal "Tiffany's" di Newcastle-under-Lyne e poi dal "Mecca" di Blackpool, dove - ogni Sabato sera - continueranno a tenere viva la magia del Northern Soul. 

 

Al giorno d'oggi, molta della magia di Tunstall è sparita.  La costruzione che ospitava il "Torch" è stata demolita e al suo posto c'è un modernissimo parcheggio; il "Regent Theatre" è stato ricostruito, ma in un altro quartiere e non ha niente a che fare con il luogo dove sorgeva il club, il Northern Soul pare che non vada di gran moda tra i giovani - che preferiscono farsi un giro a Birmingham, tutt'al più per assistere ad un concerto degli OceanColourScene  -  e , quel che è peggio, i turisti che arrivano in città lo fanno solo per andare in visita alla casa natale di Robbie Williams, il (presunto) belloccio ex "Take That".  

                                                                                                 

                                                                                                         i  n d i e t r o

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