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SOUL PEOPLE

" The People that love Un Raggio di Soul, they realy fucking love it. And the people that hate it, they really fucking hate it ! " ( Kevin Smith )

 

Anzitutto un ricordo.

Era una calda serata di diversi anni fà quando - in tutt'altre faccende affancendato  -  sento passare alla radio un branno di Stevie Wonder. 

Niente di particolarmente eclatante fino a questo punto, se non fosse che appena finito il brano, il conduttore inizia a parlare di Stevie e, in un crescendo di notizie sempre più dettagliate, arriva a citare un brano di Herbie Hancock ed a fare una disamina di qualche minuto sui legami artistici di quest'ultimo con l'ex "12 Year Genius". 

Quello speaker era Alberto Castelli, e quell'episodio mi è rimasto impresso fino ad oggi, tanta era stata allora la sorpresa nel sentire parlare con competenza di black music, ed il tutto condito con quella passione che le comuni radio private utilizzano solo per raccontare le vicende private dei più acclamati divi del pop italiano. Per una sera, al contrario di sempre, la radio sembrava non interessarsi più alle sregolatezze di Loredana Bertè, nè all'ultima "predica" di Celentano : quella sera sembravano esserci solo Stevie ed Herbie Hancock, anche se sinceramente non riuscivo proprio ad immaginare chi mai fosse interessato ad ascoltare le vicende di questo personaggio del tutto secondario della scena musicale americana. 

Questa premessa serve giusto per far capire che l'autore di questo libro è non solo una persona che "can feel the soul", ma è soprattutto uno che - attraverso anni di interviste, concertti e buoni ascolti - ha davvero molto da raccontare in materia di musica nera. E lo ha fatto in questo libro che - frutto di una visione a 360 gradi della black music - scorre via piacevole ma mai superficiale ( è ricco di gustosi aneddoti, ma chi non è ben "ferrato" sulla materia non riuscirebbe a gustarselo appieno ), essenziale ma mai scontato. 

La struttura sulla quale si impernia "Soul People" è quella delle brevi monografie ( 6-8 pagine per artista ), le quali si susseguono lungo un percorso cronologico che ha inizio dai profeti del "classic soul" per arrivare fino alle vicende dei più noti artisti contemporanei, sempre svariando dal soul al funk, dal reggae e nel rap. E' grazie a queste incursioni che quest'opera ( che, scorrendo l'indice, potrebbe sembrare nient'altro che un'altra delle tante enciclopediche elencazioni delle vicende dei maggiori artisti neri ) diventa una avvincente lettura, dal momento che proprio nelle storie di quei cantanti minori e semisconosciuti ai più ( penso a Chaka Khan, Terry Callier, Minnie Riperton ) risalta evidente il concetto di quanto sia ricca e ancor oggi vitale la musica nera.

 Perché acquistarlo ? Soprattutto perchè il libro serve, quanto meno, a ridare "umanità" ad un argomento che sempre più spesso viene degradato ad una mera - quasi isterica - questione di collezionismo. Chi ancora "ha un'anima"  non potrà far a meno di ricordare quanto, invece, la parola soul ( ma lo stesso vale per il reggae o l'hip hop ) sia naturalmente associata a concetti quali "rispetto" e "fratellanza" e come la  stragrande maggioranza dei pezzi che hanno fatto la storia della musica degli afro-americani siano ispirati da un sentimento di profonda umanità -  a volte quasi religioso, retaggio della tradizione gospel - spesso sottovalutato a favore degli aspetti più danzerecci e disimpegnati ( in molti casi basta fare attenzione al testo per rendersene conto, senza bisogno di particolari approfondimenti o disquisizioni . ..) 

Chi non ha smarrito tale attitudine saprà perciò apprezzare queste pagine nelle quali si racconta come Marvin Gaye, Bob Marley, James Brown hanno prima di tutto diffuso il verbo di una musica che "ha amplificato il dolore, la gioia, l'orgoglio e la consapevolezza di una comunità |…| ha risposto al razzismo e alla violenza. Queste canzoni hanno invocato il Signore e celebrato l'amore più passionale |…| Hanno scandito il suono di tante città e di tante generazioni. Sono passate da padre a figlio e da fratello a sorella.." E che, come ha detto Quincy Jones " non è solo musica, ma è anche un modo di parlare, di camminare. E' la nostra storia e il nostro dolore. E' la nostra vita "

Certo, la storia della musica nera non può essere racchiusa in 150 pagine, certamente le storie raccontate rappresentano solo un millesimo di quelle che avrebbero potuto essere scritte ( scorrendo le pagine, per ogni vicenda che leggevo me ne venivano in mente altre meritevoli di essere raccontate : l'attentato a Jackie Wilson, la "brutta fine" di Sam & Dave, i "problemi personali" di Dionne Warwick e di Esther Phillips e così via…), certamente ogni tanto affiora lungo le pagine una sorta di eccessiva mitizzazione degli artisti e della musica del passato, certamente ogni tanto c'è qualche impercettibile imprecisione ( Anita Baker ha fatto parte dei cotonatissimi "Chapter 8", non dei "Charter 8" ! Manie da fan... ), certamente il prefattore "ha giocato sporco" ( Piotta ha ringraziato idealmente una ventina di artisti per avergli fornito l'ispirazione - chiamandoli "suoi eroi" - ma non ha citato il vecchio Tyrone Davis di "Can I Change My Mind" al quale deve l'intro di "Supercafone" ) ma non si può davvero dire che Alberto Castelli non abbia scritto un gran bel libro !

Marco

 

 

ALTRE RECENSIONI

MUSICA ! di Repubblica, 6/5/2004 - "I'm black and I'm proud" sono orgoglioso di essere nero, urlava negli anni '60 James Brown. la black music è stata ( e continua ad essere ) una rivoluzione, ma non tutti se ne sono accorti. Alberto Castelli giornalista e conduttore radio, ripercorre quarant'anni di musica e cultura nera attraverso ritratti, ricordi e interviste a personaggi come Solomon Burke, Anita Baker, Lauren Hill. 

O come Quincy Jones, che dice " la black music è la nostra musica, la nostra storia, la nostra lotta e la nostra speranza. Dobbiamo difenderla e rispettarla. E' la nostra vita ". Prefazione di Tommaso Zanello, in arte Piotta.

 

IL MANIFESTO Edizione di Roma, 14/5/2004 - E' la musica dell'anima - o del diavollo a seconda dei gusti, ed è passata attraverso mille trasformazioni fino a giungere, sempre accompagnata da milioni di proseliti, anche nel nuovo millennio. ora si chiama hip-hop, r&b, nu soul, ma è solo l'ennesima reincarnazione della buona e vecchia soul music che non passa mai di moda, grazie all'abilità di mutar pelle di generazione in generazione.

 Al genere Alberto Castelli, conduttore in passato di trasmissioni radiofoniche e redattore di numerose testate, ha dedicato un bel volume di 164 pagine intitolandolo Soul People, che ripercorre in venti capitoli dedicati ad altrettanti protagonisti della musica nera la storia del soul, attraverso riferimenti storici e cronologici. Dal soul classico degli anni sessanta all'hip-hop delle ultime generazioni, nel racconto delle carriere, i trionfi e le sconfitte di artisti del calibro di Sam Cooke, James Brown, Marvin Gaye, Aretha Franklin ...

 

BLOW UP, Giugno 2004 - |...| La musica dell'anima, quella che a partire dagli anni '60 ha espresso con le parole che la new thing del jazz non aveva, la rabbia, l'orgoglio, le sofferenze, in una parola la cultura della comunità afroamericana. 

Da decenni Alberto Castelli è uno dei giornalisti più noti e amati in ambito di musica nera : conduttore di Rai Stereonotte, firma autorevole di molte riviste ( anche la nostra ) direttore di radio a livello nazionale. In questo libro, che immaginiamo partorito e cresciuto come un figlio, Alberto segue un suo percorso, né didattico e certo non didascalico, attraverso la musica nera, senza porsi limiti e restrizioni di genere, tant'è che accanto a ritratti e ricordi di artisti soul in senso stretto troviamo anche musicisti hip-hop, reggae, pop. La sua scrittura agile e accattivante - simpatica nel senso etimologico del genere - scorre sotto i nostri occhi lasciandoci letteralmente divorare un libro che non avremmo certo immaginato immaginato di consumare così velocemente. Se l'omaggio più grande che possiamo fare alla musica che amiamo è riuscire a trasmettere agli altri tutto l'amore che nutriamo per lei, Alberto è riuscito magicamente nell'intento - e ve lo dice uno che il soul l'ha sempre frequentato poco.

Libro d'autore prima che musicale, romanzo in forma di racconto non interrotto e, sotto sotto, in qualche modo, anche romanzo di formazione, "Soul People" è una lettura che raccomando a quanti dalla musica vogliono anche altro (anima, anima) che non siano solo note statistiche. L'unica nota se non stonata quanto meno interrogativa, la prefazione affidata a Tommaso Zanello aka Er piotta - o Piotta, come si è ribattezzato dopo la partecipazione a Sanremo. COn tutto il rispetto e la simpatia per l'uomo e la sua musica, mi pare un nome piuttosto improbabile in una veste come quella di prefattore. 

IL MUCCHIO, 13/7/2004 - C'è una qualità che accomuna Soul People e i personaggi che racconta, ossia alcuni tra i più grandi portabandiera della miglior musica nera di ogni tempo e di ogni dove; sia l'uno che gli altri sono pieni d'amore. Una frase che non necessita di spiegazioni né di per quel che riguarda la musica ( escludiamo a priori l'esistenza di qualcuno tra voi che, almeno una volta nella vita, non abbia mosso il culetto da viso pallido o non si sia trovato il cuore straboccante di gioia all'ascolto di un qualsiasi pezzo r'n'b, soul, funk, raggae,gospel, hip-hop ) nè per quel che riguarda l'autore del volume . La passione e la competenza ultraventennali con cui Alberto Castelli si occupa di black music sono fuori discussione, tanto più per i vecchi lettori di questo giornale. 

Il suo è l'approccio dell'innamorato puro, al quale abbina però il rigore dello studioso di lungo corso e la consapevolezza che non si possono scindere le vicende della musica nera dalla cultura, dai luoghi, dalla fede, dalle passioni (lo sport, ad esempio : le pagine dedicate al basket e alla boxe sono tra le più appassionanti del libro ) insomma dalla storia - grande e piccola - del popolo soul.  Ripercorrerne approfonditamente le tappe sarebbe stata impresa titanica, ma non era quello l'obiettivo dell'autore,. Soul People non si propone né come saggio critico nè come piccola enciclopedia portatile su soul&affini : più modestamente è una raccolta di miniature, di piccoli ma evocativi "medaglioni" dedicati a una ventina di rappresentanti della musica dell'anima ..."

KATAWEB LIBRI, 16/6/2004 - Soul People. Ritratti della musica nera non è un manuale o un'enciclopedia sul genere. E di certo non è l' "instant book" partorito di getto cavalcando il grande successo della musica nera nel mondo, uno dei fenomeni più evidenti dell'odierno movimento discografico. Soul People è un modo diverso di raccontare come si è arrivati a una simile egemonia degli artisti neri. Ma anche il modo di raccontarsi scelto dall'autore, Alberto Castelli. 

Protagonista da oltre vent'anni della radiofonia italiana, Castelli infila nelle 157 pagine del libro una galleria di personaggi, da Sam Cooke e Solomon Burke a Erykah Badu e Mikey Dread, passando per James Brown, Aretha Franklin, Marvin Gaye, Quincy Jones, Prince, Chuck D… Come in una lunga staffetta, i protagonisti del libro si passano il testimone della storia dopo aver contribuito con le rispettive vicende alla definizione del soul, del funk, del rhythm'n'blues, del rap, del nu soul. Perfetta conoscenza della materia e della sequenza, Castelli cuce abilmente il passaggio dall'uno all'altro, lavorando anche di fantasia. 

In uno dei momenti più toccanti del libro, l'autore immagina l'incrocio di sguardi tra un depresso Marvin Gaye e un giovane Bob Marley al Kensington Park di Londra, mentre un pallone rotola sull'erba. Una fantasia, ma potrebbe essere successo per davvero: Gaye e Marley hanno vissuto nella capitale inglese in un preciso momento della loro vita. Si dirà: cosa c'entra il giamaicano Bob Marley con la black music di matrice afroamericana? Alberto Castelli risponde all'interrogativo nella videointervista con dovizia di argomenti. Ma della passione per Marley, nel libro, parla anche Damiano Tommasi, calciatore della A.S. Roma. Lo fa nell'intervista con cui Castelli apre il capitolo dedicato al più famoso e influente musicista reggae. E' uno dei tanti inserti che rendono Soul People anche una sorta di diario di una passione, la musica, diventata professione attraverso incontri, interviste, amicizie. Tra quest'ultime, quella con Tommaso Zanello, il celebre Piotta, che firma una illuminante e allo stesso tempo divertente prefazione.

 

INDICE

Introduzione

A Change Is Gonna Come - Sam Cooke

Il Re del rock'n'soul - Solomon Burke

James Brown and the Funk Brothers

Fuori i secondi ! La musica del ring

Sing One Song For Me - Aretha Franklin

Funk Sister - Chaka Khan

What's Going On -  Marvin Gaye

One Love - Bob Marley

Outsiders -  Gil Scott-Heron e Terry Callier

Inside My Love - Minnie Riperton

Lovesexy - Prince

Flashblack : New York 1983

Souldiva -  Anita Baker

The Dude - Quincy Jones

Move The Crowd - Rakim

Rebel Without a Pause - Chuck D

To Zion - Lauren Hill

Nu Soul Brother - D'Angelo

Nu Soul Sister - Erykah Badu

Dread At The Controls - Mikey Dread

Cento dischi dell'anima

i n d i e t r o

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