stai visitando "un raggio di soul", il sito ... onesto !

OKeh Records

"Visto quella bionda col vestito bianco ?"  "Onesta. "

 

Quello che leggete è un articolo scritto da Paolo Tondo,ed  estratto dal n.10 della fanzine  "The Other Face". Quella fatta a Teramo non è una pubblicazione che tratta specificamente di Northern Soul ;  certo, però, che nessuno si può dire "Mod" se non ha mai dato un'occhiata a questa elegante fanzine.   [ Per richiederla : [email protected] ] 

 

La Okeh Records fu fondata nel 1910 in Germania da Carl Linstrom, un tedesco che aveva etichette in vari paesi.   Ben presto, però (Maggio 1918) la casa discografica fu trasferita negli Stati Uniti - precisamente a New York - e a Linstrom si affiancò Otto Heineman, un altro tedesco, il quale era fuggito dalla propria patria poco prima della fine della Prima Guerra Mondiale.

Il motivo dell'assunzione del nome  "OKeh"  è assai particolare.  Il direttore, infatti, venne convinto a battezzare in quel modo la neonata label  su suggerimento nientemeno che del Presidente degli Stati Uniti,  Woodrow Wilson,  il quale, per purismo linguistico, era solito scrivere  - come formula di approvazione dei documenti presidenziali -  la parola "okeh", essendosi sempre rifiutato di usare l'altra forma "OK", che egli considerava slang da quartieri bassi.  

Questa forma, infatti, (appunto "okeh", derivante direttamente dalla lingua di una tribù indiana, i Choctaw ) fino ai primi anni Trenta era quella  ufficiale per indicare l'assenso  - quella cioè  sancita dai vocabolari -  prima di venire soppiantata, nel 1929, dalla versione odierna, cioè "okay".

Altre fonti dicono che, invece, che il nome originale fosse "OkeH" (con la "H" grande") e che fossero, più semplicemente, le iniziali di Otto Heineman. Che significato avessero la "k" e la "e", però, resta un mistero...

Nel mercato Americano, la "OKeh" si ritagliò presto un ruolo importante, e salì  alla  ribalta come la prima label che permise ad un artista di colore - precisamente a Mamie Smith - di registrare un disco. 

E Mamie Smith fu una importante artefice del successo della "Okeh", dal momento che proprio da questa cantante di Cincinnati venne l'intuizione di produrre canzoni che avessero come target la comunità dei neri d'america; un mercato ancora del tutto inesplorato per motivi razziali.   Fu, infatti,  grazie alla sue insistenza che uno dei managers della "Okeh", Fred Hugar, si convinse a registrare un disco di questo tipo (precisamente "That Thing Called Love" e "You can't Keep a Good Man Down ); e le aspettative di scarso successo vennero smentite dalle vendite, che sfiorarono le 100.000 copie.  Questo inaspettato successo convinse la casa discografica a far registrare a Mamie Smith un secondo disco ("Crazy Blues" e "It's Right Here For You") che vendette 75.000 copie il primo mese e più di un milione nel primo anno.

Questo exploit fece sì che la casa discografica abbandonasse la sua ampia e varia produzione e si dedicasse completamente alla musica nera; e in questo campo la sua fama si rafforzò specialmente dopo la pubblicazione di alcuni brani di  Louis Armstrong. 

Nel 1926 la "Okeh" fu acquisita dalla "Columbia Records".   La quale, ben sapendo che che la propria rete di distribuzione principale non sarebbe stata in grado di trattare accuratamente il Rithm and Blues, assegnò una parte della distribuzione ad agenti ( in costante contatto con negozi di dischi, djs, club e radio ) che che trattavano quel genere.  Questo fatto, però ( cioè l'incorporazione nella "Columbia" ed i conseguenti disguidi nella distribuzione) provocò una notevole diminuzione delle vendite, anche se la "OKeh" - per tutto il corso degli anni Trenta -  continuò la regolare produzione di dischi blues e jazz.

I successi principali dell'etichetta newyorkese negli anni Cinquanta furono : "Cry" (1951) del bianco Jimmy Raye, "Hambone" (1953) degli Hambone Kids e con "I Put A Spell On You" (1956) di Screamin' Jay Hawkins.  La Okeh stampò, inoltre, dischi per alcuni degli artisti blues, jazz e gospel e r&b più importanti di quel periodo, come Chuck Willis, Big Maybelle, Count Basie e Duke Ellington.

 

        

Il vecchio marchio " OKeh "

    

La forma più moderna. 

                               

 

Gli anni Sessanta iniziarono in sordina, ma vi fu la svolta nel 1962, quando Dave Kapralik - della Columbia - ingaggiò Carl Davis (fresco di successo con "The Duke Of Earl" di Gene Chandler)  come direttore della "OKeh".  Quest'ultimo, in un solo anno, trasformò la OKeh in una etichetta soul di successo e ne fece una alternativa al suono "Motown".

Egli, per rilanciare la casa discografica, si circondò di grandi collaboratori : come compositore scelse Curtis Mayfield, come arrangiatori Johnny Pate e Riley Hampton ed infine reclutò una band "stabile" per le prove e le registrazioni.  C'erano Billy Butler alla chitarra, Bernard Reed al basso, Floyd Morris alle tastiere e Maurice White alle percussioni.

Davis e Curtis Mayfield (all'epoca anche cantante e autore con gli "Impressions") si dimostrarono una coppia vincente già dall'anno successivo, quando riscossero un notevole successo con il pezzo "Monkey Time" di Major Lance.  

Si deve a loro  - grazie anche alle notevoli risorse finanziarie che la label, ormai affermata, metteva loro a disposizione -   il merito di quasi tutti i successi che venivano scritti a Chicago, tanto che il loro sound raffinato fu battezzato "Chicago Soul". Quello che venne fuori dall'unione di questo gruppo fu Il classico sound della OKeh : rappresentato da brani molto sentimentali resi vincenti grazie a melodie orecchiabili nelle quali - grazie all'introduzione di sax baritono e tromboni - erano accentuati al massimo i bassi.  

In questo periodo, gli artisti di maggior successo furono Major Lance, Walter Jackson, "Billy Butler and The Enchanters", gli "Artistics" e le "Opals", gruppo femminile che aveva iniziato con compiti di backing.   Altri successi vennero dal cantante soul Ted Taylor e dalla leggenda del R&B, Dr. Feelgood.

La caduta della OKeh avvenne nel 1965, quando ci fu una riorganizzazione della Columbia e  la OKeh  si ritrovò sotto la direzione della EPIC, capeggiata da Len Levy.  Nel 1966, poi, Davis si trasferì alla Brunswick, di conseguenza anche Mayfield e Pate abbandonarono .

Lo scioglimento di quello che era stato il team storico della OKeh, provocò un inevitabile scossone, ma nonstante l'epoca del "Chicago Soul" fosse finita Davis, l'arrivo di William da Los Angeles aprì un nuovo orizzonte : egli, infatti, portò Johnny "guitar" Watson e Little Richard alla OKeh. 

Nel 1969 fu chiamato Richard Parker per risollevare le sorti della casa discografica, ma riuscì a fare ben poco; visto che la OKeh chiuse definitivamente nel '70, dopo aver stampato, in quell'anno, solo tre pezzi. 

 

* * *  OKeh Top Ten  * * *  

La personalissima classifica stilata da Paolo "Talcum powder" di Teramo

1)    I STILL LOVE YOU - The Seven Souls 

2)    LET MY HEART AND SOUL BE FREE - The Tangeers

3)   THIS HEART OF MINE - The Artistics

4)   RIGHT TRACK - Billy Butler

5)   YOU'RE GONNA MAKE LOVE YOU - Sandy Sheldon

6)   GONNA GET ALONG WITHOUT YOU NOW - The Vibrations

7)   TOO LATE - William & Watson

8)   I CAN'T DO IT - The Autographs

9)   I'M TAKING ON PAIN - Tommy Tate

10) EVERYBODY LOVES A GOOD TIMES - Major Lance

 

                                                                                              i n d i e t r o

Hosted by www.Geocities.ws

1