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call it ... NEO soul

I know one thing's for sure : i'm gonna put on my dancing shoes . Then I'm hit the door and I go out and step the whole night through  ( R.Kelly - Step In The Name Of Love )

 

Questo è un articolo sul tema Neo  Soul scritto da Alessia Piermarini, ragazza romana appassionata di musica nera ( "Il mio gruppo si chiama "Unico Neo" e siamo tutti musicisti di Roma, il repertorio è composto da brani di artisti Neo Soul (quelli che citerò nell'articolo) arrangiati in chiave Neo Soul e da brani scritti da me. Visitate il sito www.alessiapiermarini.too.it e conoscerete meglio me, gli Unico Neo e le nostre esperienze professionali " ) . 

Gli "Unico Neo" hanno un cd-promo di tutto rispetto. Così quando Frank chiese al volo, sotto la pioggia, il nome di un gruppo che facesse Soul moderno, da chiamare al prossimo festival blues di Poggio Murella .... 

 

Comincerei con il dire cosa è per me il Neo Soul ( le definizioni non mi piacciono, ma in qualche modo vorrei farmi capire da voi che leggete ! ) : è un'idea, una sensazione, un sentimento che vanno a spasso con un loop ritmico ossessivo, una linea di basso presente e "cicciona", armonie rubate al jazz, sonorità che ricordano gli anni '70.

Secondo me il Neo Soul è la prosecuzione oggi di una ricerca cominciata intorno agli anni '70 da parte di molti artisti di colore : gli artisti che erano ancora appena dei ragazzini al tempo di Sly and The Family Stone o di Barry White, di Marvin Gaye o di Aretha Franklin, oggi reinterpretano, a loro modo, una musica che quasi sempre continua a parlare di un argomento vecchio come il mondo : l'amore. Sto, infatti, parlando di uno stile che del soul ha soprattutto le tematiche ( l'amore ), l'intenzione e il modo di cantare, ma che oggi è chiaramente influenzato da sonorità e da idee intervenute in questi ultimi trent'anni. 

Quando parlo del Neo Soul faccio, inoltre, riferimento quasi esclusivamente ad artisti di colore : l'unica eccezione di cui sono a conoscenza riguarda il canadese Remi Shand, l'unico artista bianco che è riuscito a farsi produrre dalla Motown, la storica etichetta americana che vanta nella lista dei suoi artisti esclusivamente gente di colore.

I cantanti di Soul di oggi amano cantare con la stessa enfasi dei loro "referenti" del passato citati prima ma, al tempo stesso, non rimangono certamente indifferenti ai nuovi suoni del 2000, senz'altro più asciutti e meno "pieni" rispetto a quelli del Soul tradizionale.

Gli artisti che io preferisco -  perchè secondo me hanno qualcosa di nuovo da dire rispetto al passato, e che sanno interpretare il soul mantenendone il calore ma anche sdrammatizzandone un po' l'enfasi che caratterizzava il soul degli anni '70  -  sono Jill Scott, Erikah Badu, Musiq, Angie Stone, e, da prendere con le pinze, Rachelle Ferrel e Remi Shand.

Sulle riviste musicali o su qualsiasi sito che parli di "black music", sotto la voce Neo Soul troverete menzionati moltissimi altri cantanti che però a mio avviso, più precisamente appartengono al quello che oserei definire l'Urban Soul, o comunque qualcosa di molto più vicino all'Hip Hop e al Pop, piuttosto che a ciò che io intendo per Neo Soul : sto parlando ad esempio, di Joe, di Macy Gray , Lauryn Hill , Mary J. Blige , Alicia Keys...e mille altri cantanti molto validi ma che vanno oltre le atmosfere e le sonorità che io considero appartenenti al Soul moderno.

Vorrei cercare di analizzare in maniera un po' più precisa le caratteristiche per me più rilevanti della musica così definita Neo Soul (o Nu Soul), cercando di mettere a fuoco anche le differenze e le somiglianze con il Soul originario.

Lo strumento più in rilievo ( non a caso quasi tutti gli artisti Neo Soul sono cantanti ) di questo genere musicale è sempre stato ed è tutt'oggi la voce. 

La voce è spesso in questi dischi l'unico elemento "vero", per via del diffusissimo utilizzo ( che non sempre la sottoscritta ama ) di loop e campionamenti non "suonati": d'altro canto, a mio avviso, è proprio la voce l'elemento che più di ogni altro ( parlando dei vari generi musicali che girano intorno al soul e alla black )  è stato enfatizzato e che continua a caratterizzare e a far emergere i cantanti di colore rispetto a gli altri.  

Sto soltanto sottolineando per l'ennesima volta quanto importante e di impatto sia ancora oggi il timbro, l'estensione vocale, l'interpretazione di una voce nera nel Soul moderno, come nel Soul degli anni '70; la cosa che oggi purtroppo mi sento di criticare rispetto al mondo della black music in generale (e con ciò mi rivolgo soprattutto ai grandi produttori tipo Quincie Jones o Babyface, che hanno a disposizione moltissime risorse sia dal punto di vista dei soldi da spendere sia dal punto di vista di musicisti di talento..) è la carenza di attenzione nei confronti di quello che sta "intorno" ad una bella voce nera. Non posso né voglio generalizzare, ma purtroppo in molti casi si sceglie di dar rilievo ad una voce splendida ( e tra cantanti di colore la voce è sicuramente una garanzia..) trascurando il piano strumentale e/o compositivo: questo è secondo me un grande errore e diventa un limite di molta roba "black" che oggi viene prodotta e "spinta" sul mercato. 

Gli artisti che io amo e di cui vorrei approfondire piu' avanti sono - al contrario -  proprio quelli che osano, e i cui produttori hanno saputo curare anche l'aspetto musicale, le armonie e, soprattutto, i suoni.

 

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Rispetto al Soul vecchio stampo, mi sembra sia chiaro a tutti che il Neo Soul sia meno "urlato" del Soul tradizionale: cioè nel modo di cantare del cantante di Neo Soul di oggi c'è un'influenza forte ( come è inevitabile che sia ) del modo di esprimersi di molti cantanti Jazz. 

Infatti se si prende la "regina del Soul" degli anni '70, Aretha Franklin, e la si paragona ad una grande cantante di Neo Soul moderna, magari Jill Scott o Erykah Badu, non si faticherà a scoprire le differenze che emergono dalle loro più "sentite" interpretazioni. 

Ad esempio Aretha Franklin nel brano " Dr. Feelgood " canta a squarciagola tutta la sua passione per questo Dr. Feelgood, arrivando a scuoterti fino alle budella per quanta enfasi e pathos riesce a mettere nella voce: con la Franklin tutto è "dichiarato", tutti i sentimenti sono lì, si possono quasi toccare per quanto sono intensi e "detti" dal modo di cantare.

Passano alcuni decenni e Erykah Badu, sottile e androgina "reginetta" del Neo Soul, non nasconde la sua passione per dive della musica meno "eclatanti" ma nello stesso tempo molto molto intense, nel modo di interpretare la musica: certamente la Sig.ra Badu ha ascoltato e amato l'indimenticabile Lady Day, signora indiscussa del jazz, Billie Holiday.  Nella voce della Badu, come possiamo sentire in un brano come " Other side of the game " (in cui la stessa difende il suo amatissimo uomo nonostante lui di lavoro faccia il ladro o lo spacciatore, non si capisce bene.. comunque un lavoro disonesto..), c'è molto di rubato al vicino a volte contrapposto mondo del Jazz. Per esempio spesso la Badu ama condurre la sua già esile voce ad un volume bassissimo (ascoltate i suoi live), sussurrando alcune frasi e creando in questo modo un effetto molto efficace dato che, nonostante le frasi siano dette "piano", sono comunque ritmicamente molto decise e enfatizzate dinamiche strumentali perfettamente collegate con le dinamiche della voce. 

Tutto questo "quasi dire" le cose nelle canzoni, invece che cantare più forte possibile, caratterizza il Soul moderno e si contrappone al modo di cantare degli "urlatori" dell'epoca: infatti non c'è forse bisogno di ricordare che molti dei cantanti Soul dell'epoca provenivano da una lunga gavetta fatta cantando in chiesa, in cui spesso con le loro voci dovevano sovrastare le voci di altrettanti potentissimi cantanti che cantavano nel coro ( e proprio lì stava la bravura del cantante ), per farsi sentire dalla platea e soprattutto per comunicare meglio con il Signore. In alcuni brani della Sig.ra Badu addirittura il canto diventa quasi un "parlato", da quanto è dimesso e volutamente timido il suo modo di cantare.

Del mondo jazzistico c'è molto anche nel modo di improvvisare di alcuni degli artisti Neo Soul più raffinati: parlo delle note utilizzate proprio per il fraseggio, come si capisce ascoltando il bellissimo cd live di Jill Scott, mitica ex corista proprio della Sig.ra Badu. 

A proposito della Scott si deve dire che il suo timbro di voce e l'intensità ( soprattutto quando interpreta alcuni momenti del suo "live" ) più facilmente fanno venire in mente il paragone con Aretha Franklin, anche se, come dicevo, per scelta stilistica anche la Scott ama cantare sottovoce. Rispetto alle improvvisazioni che si sentono nel Soul tradizionale, i cantanti di Neo Soul non nascondono, a ragione, la loro cultura musicale, forse in molti casi più estesa rispetto ai cantanti del Soul di trent'anni fa, i quali erano spesso figli di Pastori e molto più addentrati nella cultura del Gospel che del Jazz. Oggi, al contrario, i cantanti di Soul sono influenzati da diversi modi di vivere la "loro" musica, ed in modo particolare dal Jazz. 

Questo è forse evidente per Jill Scott più che per ogni altro artista. Come dicevo nel suo modo di improvvisare c'è l'ombra di un'evidente interesse per il fraseggio virtuosistico e sofisticato, ma che la Scott riesce a rendere "non freddo" attraverso la sua comunicatività straordinaria; anche dal punto di vista armonico le canzoni della Scott sono più "raffinate" di canzoni di altre sue (anche stimatissime) colleghe. Prendendo un brano come " Slowly Surely " e ascoltando la versione del disco in studio (non il "live") di Jill Scott, si ascolta piacevolmente la facilità con cui l'artista canta melodie per niente facili o scontate e incastrate su armonie rubate al jazz: dal vivo la storia cambia, e tutto diventa più funkeggiante e meno jazzistico, anche se veramente notevole in entrambe le versioni.

Un'altra artista che fa un uso della voce molto particolare e che forse ha uno stile ancora più riconoscibile proprio per il suo modo di scrivere e di curare i cori è Angie Stone, cantante non più giovanissima che con l'album " Mahogany soul " detta legge nel mondo del Neo Soul: molti brani azzeccati e molte influenze Funky e a volte anche Dance degli anni '70, come si ascolta in brani come " Snoflakes " o " Wish I Didn't Miss You ". 

A mio avviso, la particolarità di questa artista ( non ho capito bene se è anche una grande cantante…) è nell'avere uno stile inconfondibile: nel disco che ho citato quasi mai "canta" nel vero senso della parola; più spesso parla e sussurra molto sensualmente, ma crea moltissimi canti e controcanti da lei stessa incisi, riconoscibili soprattutto per le idee ritmiche che vengono fuori, nuovissime e stravaganti. C'è una raccolta ( che un appassionato di black e Neo Soul non dovrebbe farsi sfuggire ) di brani di Stevie Wonder reinterpretati nel 2003 da alcuni artisti Neo Soul dal titolo " Conception ", in cui la nostra Angie Stone si cimenta con la storica canzone " You Will Know " e, insieme a Musiq, è, tra le varie dediche a Wonder, una delle più personali e riuscite dell'album.

La voce è uno strumento morbido e malleabile e spesso leggermente "in ritardo" (un ritardo ovviamente voluto e apprezzatissimo...) rispetto alla ritmica, nelle mani di Musiq : un artista già molto affermato in America, quasi sconosciuto in Italia, ma che ha affiancato la Badu e Jill Scott in alcune tournè, che ha poi duettato con Angie Stone in due brani dell'album " Mahogany Soul ",e che, infine, ha inciso una versione "da brivido" della già spettacolare " Visions ", di Stevie Wonder, nella raccolta di canzoni di Wonder di cui sopra. 

Anche se per quanto riguarda i testi è difficile trovare qualcosa di veramente innovativo tra le parole di questo artista, dal momento che l'argomento è quasi sempre l'amore, ascoltate " Don't Change " di Musiq e verrete rapiti dall'impasto della sua voce e portati a pensare che stia cantando solo per voi: attenzione perché la canzone non è affatto un consueto polpettone, gli accordi non sono banali e al tempo stesso la canzone "gira" molto molto bene, sul sito dell'artista ce ne è un assaggio. Il fatto che Musiq sia un artista raffinato si capisce anche molto ascoltando " Visions " appunto, brano molto difficile da cantare e ancora di più da interpretare: tra gli artisti della raccolta " Conception " di cui parlavo, che hanno fatto onore ai brani dell'irraggiungibile Stevie Wonder, forse Musiq è quello che, meglio di ogni altro in quel disco, riesce ad interpretare il brano rimanendo sé stesso, senza stravolgerne l'atmosfera e senza cercare di copiare uno stile che mai potrà essere imitato ( quello di Wonder ).

Comunque sia, Neo Soul o Urban o Nu Jazz, probabilmente questi artisti che citavo non amerebbero queste nostre chiacchiere sul loro stile, perché non amano definizioni o "etichettature" sul loro modo di scrivere e di cantare canzoni: forse si tratta semplicemente di un atteggiamento ( comprensibile ) un po' presuntuoso di artisti di tal calibro, nel pensare che la loro musica è talmente "loro" da sfuggire ad ogni tentativo di definizione stilistica. Qualche anno fa, all'epoca dell'album " Individuality (Can I Be Me? )" di Rachelle Ferrell ho scritto una email al forum del sito di Rachelle Ferrell dal momento che l' album mi era sembrato abbastanza innovativo per l'epoca e le sonorità sono un buon compromesso tra jazz e nuove sonorità black. Nella mia timida email chiedevo all'artista in che tipo di stile si identificasse di più e se la definizione "Neo Soul" poteva secondo lei essere appropriata : beh, sono rimasta attonita perché la risposta ad una fan italiana (io!) da parte di questa star e talentuosissima artista è stata molto fredda e risentita, perché secondo lei la musica non ha bisogno di definizioni che diventano poi delle "gabbie" e che lei canta semplicemente con la sua anima ( come se io invece le avessi detto che cantava con i piedi..) e che non ama essere "etichettata" sotto un certo stile…

Mah..! Il Neo Soul a volte può dare alla testa.

Alessya

i n d i e t r o

 

 

 

 

 

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