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"Northern Soul" - Blues & Soul * September 1971-

"A noi del Nord ce piace il Soul "  Uno di Gubbio a uno di Perugia

Era il Settembre del 1971 quando David Godin , dalle colonne del leggendario magazine "Blues & Soul" , adoperava per la seconda volta un termine che da allora in poi avrebbe definitivamente indicato non solo un particolare genere musicale , ma addirittura una sottocultura giovanile.

Dopo il primo breve e fuggevole riferimento a quel tipo di soul, ora il termine diviene vero e proprio patrimonio della scena. Dopo queste righe nessuno chiamerà quelle rarità con altro nome se non con quello di " Northern Soul ".

( La traduzione è piuttosto libera e si basa sulla innata vocazione poetica dell'autore del sito )

 

" E' difficile parlare dei bei momenti passati ad ascoltare soul, così come descrivere dei bei brani senza rischiare di annoiare il lettore con roboanti superlativi, e così ora che mi trovo a raccontare della entusiasmante visita che ho fatto di recente a Blackpool, mi sono imposto la regola di provare a raccontare le impressioni che ho vissuto in modo quanto più oggettivo. Spero che possa riuscirci.

Dal momento che già da quattro settimane avevo programmato di andare alla "Highland Room" di Blackpool per realizzare un servizio, quando il fatidico giorno è arrivato ero pieno di speranza nel vedere realizzate le mie attese . Il tempo a Londra era pessimo e stava piovendo ininterrottamente da una settimana, ma io mi sono rifiutato di interpretare questo fatto come un cattivo presagio !

|...| Già il Giovedì precedente, al "The Fountain", avevo notato come tra i presenti ci fosse molto interesse al fatto di verificare se al Nord fosse tutto così bello ( o brutto, a seconda dei punti di vista ) come si racconta, tanto che per questa "trasferta" si erano uniti a me anche AIf Billingham, Terry Davis ( il DJ del "The Fountain" insieme a Paul ) , suo fratello Pete e i loro amici David and Arnold. Poichè quel giorno sono arrivato in ritardo di venti minuti, siamo stati costretti a camminare a lungo nel treno alla ricerca di posti a sedere che non si trovavano, con la prospettiva di dover restare in piedi per tutto il viaggio fino a Blackpool ! Per fortuna il controllore ha avuto pietà di noi e dopo un pò ci ha fatto accomodare in uno scompartimento di prima classe, dicendoci che potevamo restare lì, dopo aver attaccato al nostro biglietto un foglio con la scritta "ad uso dei passeggeri di seconda classe".

Durante il viaggio, poichè in occasione della mia ultima visita al "Twisted Wheel" la macchina fotografica mi aveva dato problemi ( la rotella non girava bene e il flash non funzionava ), ho pensato di fare sul treno alcune foto di prova , giusto per assicurarmi che funzionasse. NON FUNZIONAVA ! Non ci ho pensato sù e l'ho fatta volare fuori dal finestrino mentre il treno correva a 90 miglia all'ora ! Bisognerebbe sempre stare ala larga dalle "negatività" e quella macchinetta era, in un certo senso "negativa". Perciò vi do questa "dritta" : se pensate che una cosa vi porti cattiva sorte, gettatela via !

Abbiamo parlato molto di soul durante il viaggio di andata ( ma niente in confronto a quanto ne avremmo parlato al ritorno ! ) nel corso del quale per quanto più stavamo avanzando in quel paesaggio a noi non familiare, il tempo iniziava progressivamente a cambiare ... in meglio ! L'allontanamento della macchina fotografica da me stava già iniziando a dare i suoi frutti !

Sapevo che alcuni soul brothers sarebbero stati ad aspettarci in stazione ed infatti, poco dopo essere scesi dal treno, nella gigantesca stazione di Blackpool ( costruita in un grandioso stile gotico-vittoriano ) abbiamo rintracciato Ian, AIf and Harold Grounds che ci erano venuti a prendere; con loro c'era anche il nostro vecchio amico Les Cockell ( che avevo conosciuto al Twisted Wheel, dove lui metteva i dischi ).

Sebbene fossimo in sei, tuttavia Harold ha insistito perchè andassimo a casa sua a prendere un the e, mentre ci ristoravamo con sandwiches e the, lui ci ha fatto sentire alcune perle della sua collezione.

Erano quasi le sette e di lì a poco avrebbe aperto il "Mecca"; così alle sette e mezza abbiamo deciso di avviarci verso del locale, al fine di non perdere neanche un minuto della serata. Subito Les e gli altri ragazzi che ci avevano aspettato in stazione sono tornati in macchina a casa di Harold per accompagnarci là.

Non avrei mai immaginato che il "Mecca" fosse un posto così grande ! L'enorme costruzione è posta lungo una strada molto larga e - dal numero di gente che si dirige là - sembra proprio che chiunque vogllia passare un grande Sabato sera non possa che venire qui. Se pensate alla folla in fila ai botteghini dello stadio, ecco allora potreste cominciare ad avere un' idea della gente che c'è davanti al Mecca il Sabato sera !

C'è chi arriva a piedi, chi in autobus ( sfortunatamente la stazione è molto lontana, altrimenti mi sarebbe piaciuto arrivare al locale in quel modo, che dà molto l'idea di una folla proveniente da ogni parte del Paese ), chi con il servizio-navetta gratuito approntato direttamente dai gestori del locale per attirare i ragazzi della periferia ( offrono anche corse di ritorno. Questa del servizio navetta è una grande idea ! Mi ha colpito molto ), e chi in macchina. Il largo marciapiede davanti al locale era pieno di giovani, e con alcuni di loro abbiamo fatto subito conoscenza. C'erano anche vecchi amici di Manchester e alcun lettori che già avevano scritto al giornale, anche se la maggior parte erano lettori che incontravo per la prima volta.

La locandina all'entrata annunciava l'attrazione della serata : "Rare Soul '71" e noi abbiamo anche fatto una foto vicino al grande cartello. In breve mi sono reso conto che quello che c'era scritto era vero : non solo quella era una veritiera descrizione reale della politica musicale, ma la frase era quasi un eufemismo ! Il soul che mettono lì non è raro ... in certi casi è addirittura introvabile !

 

 

David Godin

La foto con Godin ed i suoi soul mates di fronte all'entrata del Mecca. In basso la scritta "rare Soul '71"

 

 

Il Signor Pye (il gestore) mi aveva chiesto di avvisarlo quando saremmo arrivati, così una volta incontratici alla porta, non solo è stato molto accogliente, facendomi entrare gratis, ma è stato talmente gentile che non ha fatto pagare l'ingresso neanche alla dozzina (o più) di ragazzi che mi accompagnavano. Pertanto mi sento in dovere di ringraziarlo pubblicamente per la sua generosità.

Il "Mecca" è strutturato su due piani. Al primo c'è di solito un gruppo che fa musica dal vivo, sopra - nella Highland Room - si ascolta il Soul. Questa sala è piuttosto larga, confortevole e arredata in modo moderno, con un lungo balcone ad una estremità ( che serve ogni tipo di bevanda fino a Mezzanotte; dopo devi ordinare al cameriere se vuoi bere ), all'altra estremità c'è la consolle dove operano i DJ.

Il Sabato mettono i dischi Tony Jebb e Stuart Freemen, mentre durante la settimana sale in consolle anche Billy "The Kid". Al nostro ingresso nel locale c'era ai piatti proprio Tony Jebb, che aveva messo la splendida "Love Reputation" di Denise LaSalle. Questo pezzo rappresenta in pieno la crescita del "Mecca", che negli ultimi tempi sta vedendo diffondersi in modo notevole la propria fama; e ciò soprattutto per il grande lavoro di ricerca di Tony e Stuart. Questi due ragazzi hanno energia ed entusiasmo da vendere ed è stata una grande esperienza incontrarli e parlare con loro dello sviluppo della scena soul inglese.

La capienza complessiva del "Mecca" è impressionante : la sera in cui eravamo presenti noi penso che c'erano tranquillamente 5000 persone e che almeno 2000 erano nella "Highland Room" ; alle 11 e trenta potevo dire di aver parlato o anche solo stretto la mano al 90% dei presenti ! Infatti, se c'è una cosa che gli appassionati di soul music amano fare, subito dopo ascoltare i dischi, è quella di commentare quei dischi ! In ogni caso, anche se c'era così tanta gente non ho avuto mai l'impressione di soffocare o che il locale fosse troppo pieno.

Nella "Highland Room" c'è un dancefloor larghissimo, le luci sono suffuse e il buio della sala è spesso interrotto da fasci di raggi ultravioletti (quelli che mostrano la forfora sulle spalle e che evidenziano le otturazioni dei denti ); la musica è forte con i bassi in evidenza per stimolare chi balla. Tutto intorno alla pista c'è un gran numero di sgabelli e tavolini per sedersi ed ascoltare la musica.

Visto che i confronti sono inevitabili, un sacco di gente mi ha chiesto se ritenessi il "Mecca" meglio del "Twisted Wheel", ma penso che sarebbe un errore fare questi confronti. Il Twisted Wheel era il Twisted Wheel e chiunque sia stato lì, sa cosa voglio dire. Il locale aveva una fama che era pian piano cresciuta sempre più nel corso degli anni e c'era un'atmosfera unica che derivava dalla particolarità della posizione; ma ora che il Wheel ha chiuso, una scena altrettanto interessante si sta sviluppando al "Mecca".

Entrambi i locali, ognuno con le proprie caratteristiche, sono "unici", anche se in verità mai nella mia mente avrei immaginato di vedere così tanta gente ballare tutta insieme dei brani di rare soul ! Ed il bello è che quei brani ormai li riconoscono e li amano ! "

( segue ... )

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