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SEPOLCRO DELLA SIRENA PARTENOPE

da B. Capasso - Napoli Greco-Romana - Napoli 1905

Partenope posò dove era la torre di Fàlere, e dove il Clanio irrigava la terra con le sue acque. Le fanciulle del luogo la raccolsero, le costruirono una tomba, e la onorarono ogni anno con libazioni e sacrifizi di buoi (Licofrone, Cassandra, vs. 717-21.). [Il poeta napoletano chiari quello che si debba intendere per la torre di Fàlere quando disse, che Partenope andò a finire là dove Napoli ebbe il suo porto (1). E ciò si accorda col vanto, che davansi i Napoletani, di aver nella loro città il monumento della Sirena Partenope (2)]. Degli scrittori moderni, che vollero determinare il luogo; in cui si credeva dagli antichi fosse situata la tomba di Partenope, io seguo Fabio Giordano, che la colloca nel punto più elevato della città, presso il tempio della Fortuna (3). Dopo la venuta in Napoli di Dietimo capitano delle navi ateniesi, la Sirena fu onorata con la corsa lampadica. 

NOTE

(1) Ausonio se condidit hospita portu Parthenope. Stat. Silv. IV, 4, vs. 52-53.] 

(2) Strab. I, 2, 13, 18;V, 4,  7.] 

(3) « In B. Anelli monasterio stetisse ( sepulcrum « Parthenopes ) arbitramur. Hoc nos qui in huiusmodi rebus « investigandis, licet publicis privatisque negotiis occupati, quicquid « otii nanciscimur libenter sumimus, nuper invenisse profitemur inter « B. Anelli aedem murumque urbis vetustissimum, dum ab eo « coenobio ad Beatae Mariae Constantinopolitanae nova via « duceretur, in ipso muro, serratim pectinatimque disposito aggere, « alte defossum, ut hinc piane liqueret longe ante eos conditos « muros ibi stetisse. Ingens sane substructio partirn lateritia, partim « e patrio topho tesserellata, quae et absolutissimam vetustatem et « magnificentiam non parvam declararet». FABIO GIORDANO (Bib. Naz. fo, 31 tg.). 

[Egli, dunque, credeva di aver trovato sul colle di S. Aniello il sepolcro della Sirena, perché aveva là osservata una costruzione, che, stando a notevole profondità ed attaccata al muro, pare vagli fosse più antica di questo. Influì certamente su questo modo di vedere ciò che leggesi nell'Ameto del Boccaccio, (Opere, Firenze, 1723, voi. IV, pg. 104) : 

« Essi (gli Euboici) nel primo fondare, « di candido marmo una nobile sepoltura della terra nel ventre « trovarono ; il titolo della quale, di lettera appena nota, tra loro « leggendolo, trovarono che dicea : Qui PARTENOPE VERGINE SICULA « MORTA GIACE». — Ma la scoverta del muro a S. Aniello fu assai diversamente e più rettamente giudicata da altro testimone oculare, il Bolvito (Voi. II, fo. 72 tg.), il quale in una nota marginale alla Relazione del Lettieri scrisse : « Essendose in questo anno 1585 « aperta quella via che dal largo che sta avante la porta de S. Aniello « cala a la strada di S.Maria de Constantinopoli , vi son state « ritrovate dietro della intrascritta muraglia con li quadroni de pietra « dolce senza calcio certe altre muraglie indietro poste nell' infra depinto modo : queste erano di mattoni et anco de quatrotti di «pietra dolce reticolati, ma non molto grosse ; et li vacui di esse « tramezzatamente stavano per tutto preindicato terreno , et cossi « senza dubbio doveano circuire per tutto detta muraglia principale « dela città, perché ingagliardevano la detta muraglia mirabilmente ». 

Pertanto la sognata tomba della Sirena essendo niente più che un tardo restauro al muro greco (poiché è una tecnica propria dei tempi romani 1' opera mista di mattoni e di tufo) , 1' opinione di Fabio Giordano si riduce a questo : gli antichi supponevano la tomba di Parthenope in un colle che soprastava al mare , ma in un punto, che non era il più vicino alla spiaggia e neanche il più elevato del colle , perché questo è già in declivio ad ovest della chiesa di S. Aniello. [Invece al Fontano pareva, che gli antichi avessero creduto sepolta la Sirena sull' estremo ciglio dell' altura che coronava il porto (Opera, 1519, De bello neapol.) « Unius ex eis (Sirenibus) conditum « sepulcrum editiore in colle ad ultimum maris sinum ». (fo. 315) — « (Collis) qui subiectae imminebat stationi». (fo. 315 tg.).

 Il Summonte (Historia, I, p. 34, 35), presumendo d'interpretare il pensiero del Pontano , indicò per quella tomba la prominenza dell' Università. Giacché egli si era persuaso, che dalla strada di S. Arcangelo a Baiano al Sedile di Porto il mare aveva anticamente bagnate le radici del colle , formando un ampio seno , dentro il quale era il porto ; e poiché l` altura più elevata ieditiore in colleche lì domina la spiaggia è quella dell' Università , su essa egli credeva che il Pontano avesse posto il sepolcro di Parthenope. Ma non considerò che il grande Umanista , per rintracciare il luogo dell' antico porto, aveva data la massima importanza al perdurare del nome Porto in una certa regione, la quale, benché divenuta mediterranea per interrimento, serba anche oggi quel nome . E poiché il colle che domina quella regione è l'altura di S. Giovanni maggiore, è consentaneo che su questa il Pontano abbia indicata la tomba della Sirena.]

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