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REGIO NILENSIS  - Vico degli Alessandrini                                  

Tratto da : " Napoli Greco-Romana Esposta nella topografia e nella vita opera postuma di B. Capasso edita a cura   della Società Napoletana di Storia Patria" - Napoli 1905 

 

 

La strada (Mezzocannone),che abbiamo percorsa tra la porta ventosa e il
decumano inferiore, fu detta il vico degli Alessandrini . Questi ,pe` loro commerci frequentavano gia`la citta`di Napoli ,
crebbero assai di numero ai tempi di Nerone;poiche`quell`Imperatore,godendo assai dalle loro ben modulate adulazioni,
ne fece venir molti altri :cosi`formarono in questa citta` quasi una piccola colonia,e la regione che essi abitarono fu detta Nilense
dal nome del fiume benefico della madre patria. E qui si trova il monumento eretto al gran fiume,che e`rappresentato 
nella figura di un vecchio sdraiato ed appoggiato col sinistro lato ad un rozzo sasso ,donde sgorga acqua. (1) Simbolo della prodigiosa natura del Nilo, le cui acque non solo fecondano le terre,
ma anche, secondo la comune credenza di allora, le donne e le bestie che ne bevevano (2).
Dirimpetto a questo monumento io suppongo che vi sia stato un tempio ,che gli Alessandrini dedicarono ad Iside(3).
E con ragione si puo`presumere che nel pronao si vedessero molte tabelle votive, che attestavano le grazie ricevute dal Nume,
e numerose erano quelle dei marinai scampati da naufragi.
Stavano sedute avanti la porta del tempio e vestite di bianco le donne cantavano le lodi della Dea salutare,e si trascinavano carponi 
con la faccia sul pavimento del tempio quelle che pregavano per la salute dei loro cari (4) .
Vi erano anche dinanzi al tempio molte are pe` sagrifizi(5) .
Una immagine di Oro Apollo,che e`lo stesso Appocrate,fu messa nella cella da Marco Opsio Navio Ammiano pretore,curatore 
della divisione del frumento per decreto del Senato romano,edile,questore del Ponto,della Bitinia,tribuno della legione V Macedonica,
decemviro in Roma (6). 
In fondo alla cella v`era l`immagine della Dea, che i filosofi credevano fosse il tutto,
cio`che fu,e`,sara` (7):essa dai soli sacerdoti e dagli iniziati poteva essere veduta.
Ai lati e dietro al tempio erano le stanze per l`abitazione dei sacerdoti,il bagno per l`oblazione
preventiva di coloro che s`iniziavano e la sala delle iniziazioni . 

--------------------------------- NOTE --------------------------------------------
(1) La statua del Nilo mancante della testa,perche`fu giudicata di donna ,resto`all`aperto e per lungo tempo visibile durante il medioevo,
trovandose chiara memoria nella cronaca di Parthenope (cp.XIII): " Al quale locho" (Seggio del Nilo ) "se dice essere una Immagine de una donna bellissima che nutriva 
cinque fantolini soi figlioli : li quali teneva partiti tre dala parte dritta e li doi altri figlioli tenea dala sua parte mancha
charamente".
Ma se il se dice e i verbi del passato nutriva,teneva, mostrano che quando venne redatta questa parte della
Cronaca ,lastatua non si vedeva piu`, ed era stata inclusa nella parte piu`antica
del monastero di Donnaromita. Difatti gli scrittori napoletani del 1500 riferiscono il trovamento di essa 
come cosa avvenuta in quel secolo.
Se Giovanni Tarchagnota (Del sito e lodi di Napoli,1566,fol.19tg.) non indica il tempo ,dicendo: " Quel simulacro marmoreo del fiume Nilo,che 
fu in quel luogo ritrovato sottotterra, et che hoggi ivi presso sulla "strada si vede",Luigi Contarino (La nobilta`di Napoli,1569,p.14-15) 
ha: " Una statua di donna di marmo distesa che dava il latte a cinque bambini ritrovata non ha un gran tempo 
nel detto seggio,mentre si cavava la terra per amattonar la strada".
E specialmente Benedetto di Falco (Descrizione dei luoghi antichi di Napoli,1549,fo.Fv): "  Con le parole nuovamente ritrovata  pare indichi la 
precedente e non dimenticata cognizione della statua.
La sua riapparizione avvenne in questo modo.
L`antico seggio di Nilo,dice il Terminio (Apologia di tre Seggi,1581,p.38),
"era quel poco di scoverto,che e`in quel angolo riscontro santa "Maria de li Pignatelli",cioe`appunto
dove sta oggi la statua. I nobili di quel Seggio,nella seconda meta`del secolo XV,risolsero di edificarsi
una nuova sede sul lato opposto della piazzetta Nilo,cioe`il capo alla via dell`Universita`; e comprarono,come dice il 
Summonte (Historia,1602,p.206),nel 1476 dalle monache di Santa Maria Donna Romita una parte del vecchio lor Monastero.
E forse nella demolizione occorsa per creare accosto al Sedile la piccola area scoverta tuttora esistente,
riapparve la statua del fiume,che fu collocata dove sta oggi,sopra una base che porta in fronte la seguente iscrizione :
                                 

                                  VETVSTISSIMAM . NILI . STATVAM.
                           AB . ALEXANDRIS . OLIM . VT . FAMA . EST . 
     IN . PROXIMO . HABITANTIBUS . VELVTI . PATRIO . NVMINI . POSITAM .
                       DEINDE . TEMPORVM . INIVRIA . CORTVPTAM .
        CAPITEQVE . TRVNCATAM . AEDILES . QVIDEM . ANNO . MDCLVII .
             NE . QVAE . HVIC . REGIONI . CELEBRE . NOMEN . FECIT . 
         SINE . HONORE . IACERET . RESTITVENDAM . COLLOCANDAMQVE .
                              AEDILES . VERO . ANNI . MDCCXXXIV . 
      FVLCIENDAM . NOVOQVE . EPIGRAMMATE . ORNANDAM . CVRAVERE . 
         PLACIDO . PRINC . DENTICE . PRAEF . FERDINANDUS . SANFELICIVS .
       MARCELLVS CARACCIOLVS . PETRVS PRINCEPS DE CARDENAS .
             PRINC . CASSAN . DVX . CARINAR . AVGVSTUS VIVENTIVS .
                                             ANTONIVS GRATIOSVS .

Ma prima di questa epigrafe,che e`del dottissimo Matteo Egizio (Martorelli,Theca calam. 1756,p.650),
e fu posta nel 1734,un`altra il comune di Napoli,vi aveva messa nel 1657 restaurando la statua ed aggiungendovi il capo : 
quella prima iscrizione e` scorrettamente riferita da Tommaso de Rosa (Della origine di Napoli,1702,p.32).
(V. Napoli nobiliss.III,1894,p.24).
(2) Plinio , Hist. Nat.VII,cp.5 ;Teofrasto in Ateneo II,cp.4 ; Martorelli. <P>
(3) Colloco il tempio al principio della via dell`Universita`per le seguenti ragioni : 1) - Iside, divinita`egizia,doveva certamente 
essere adorata nella regione Nilense,o quartiere degli Alessandrini. 2) - L`epigrafe dedicata ad Iside e ad Oro-Apollo
(Kaibel,Inscr. graec.Ital. et Sicil. n. 719), che fa supporre un tempio,fu trovata poco lontano,nella casa dei Signori Carbonelli
in via Pignatelli. 3) - Nel 1891,in questo sito,detto Corpo di Napoli,dovendosi
rifare le fondamenta al palazzo Pennese,si trovarono,alla profondita`di circa mt. 10 dal moderno piano stradale,muri fatti di grossi 
quadroni di tufo,che andavano parallelamente alla via attuale.
Si dubito`allora che qugli avanzi potessero appartenere alla cinta muraria della citta`; ma tutte le considerazioni escludono 
che il recinto di Napoli dalla piazza di San Domenico Maggiore possa venir retroceduto alla via dell`Universita.
D`altra parte,essondosi riconosciuto,che grandi regolari massi di tufo siano stati adoperati nelle fondazioni del tempio 
di Castore e Polluce (Gher. Rega,Le vestigia del tempio di Castore e Polluce e del teatro,1890,p.14),
si puo` ritenere che materiali simili gli antichi Napoletani abbiano adoperati anche in edifici pubblici.
Quindi credo che il grosso muro in questione possa riferirsi alle fondamenta del tempio di Iside (F. Colonna, Scoperte,n.XCVII,p.396).<P>
(4) Tibull. I,3,vs.27-30;Antich. d`Ercolano,1760,vol.II,tv.59-60 <P>
(5) A somiglianza del tempio di Iside di Pompei,che nei ambulacri intorno alla cella aveva molte are.Fiorelli,Descrizione di Pompei,1875.p.359. <P>
(6) La iscrizione di Kaibel.<P>
(7) Te tibi . una quae . es omnia . Dea Isis . - Veggasi C. I. L. vol.X,n.3800.


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