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Tempio di Ebone

 

 

Da Bartolomeo Capasso "Napoli Greco-Romana" Società Napoletana di Storia Patria 1905


 

In quel declivio tra via S.Severino e i vicoli di Miroballo e S.Rosa,scomparsi in gran parte nella trasformazione edilizia del quartiere a sud-est dell`Archivio di Stato,vi era un sacro edifizio dedicato ad Ebone,nume particolare dei napoletani,che alcuni ritengono sia lo stesso Dionyso o Bacco (1).

Taluni hanno riconosciuto Ebone anche nel toro a volto umano barbato e coronato dalla Vittoria,che si vede sulle monete di Napoli.Questo nume era venerato,come Cerere,con riti segreti e misteriosi,a cui partecipavano quelli soltanto che vi erano iniziati.Aveva pure,come rilevasi da una iscrizione,un collegio di sacerdoti addetti al suo culto(2).

Ci sono pervenute due iscrizioni,che ricordano entrambe una dedica,od offerta votiva fatta a questo dio.L`una dice:

"Ad Ebone dio splenditissimo.Gaio Giunio Aquila iuniore",che comandò le milizie,fu procuratore,demarco,laucelarco(3)

L`altra,di cui s`ignora il luogo ove fu trovata,dice:

Al  dio splenditissimo  Ebone P.Plozio Glicero eletto a far parte dell`illustrissimo consiglio dei laucelarchi,e dopo di essere stato secondo il costume interamente e perfettamente iniziato al mistero di questo sacerdozio,divenuto professo (4) consacrò con Licinio Prudenziano iuniore,Marco Faustino iuniore,Licinio Felice seniore,Flavio Faustiniano,Marco Faustino seniore,Novio Rufiniano,Lucilio Ianuario ed i soliti(5).

Forse nell`interno del tempio si notava un`ara rotonda,sul cui giro si vedevano scolpite insieme col nume le Sirene ed il Sebeto(6).Oltre alle opere lateriche e reticolate,ed ai muri costruiti con grossi blocchi di tufo,si sono scoperti nel sito anzidetto altri avanzi di muri,che forse stavano alle spalle del tempio,ed erano ornati di stucchi e dipinture:queste sale,i cui pavimenti erano di musaico,probabilmente erano destinate alle prime ed alle seconde iniziazioni,ossia ai piccoli ed ai grandi misteri.Dovevano esserci la vasca per l`abluzione,la quale prima di ogni altra cosa,e dopo le astinenze preparatorie,doveva essere praticata da chi si voleva iniziare sotto la guida del mistagogo.Presedeva alla cerimonia un sacerdote,e il daduco per compiere la purificazione faceva collocare i piedi del novizio sulle vittime,che erano state poco prima immolate;infine il mistagogo,dopo alcune interrogazioni e le relative risposte,esigeva con le formule sacramentali il giuramento prescritto.Altre stanze pure vicino al tempio e collocate forse sul suo lato settentrionale servivano di abitazione al collegio dei sacerdoti.

------------------ NOTE ---------------------

1) Liberi patris simulacra partim puerili aetate,partim invenil fingunt.Praeterea barbata specie,senili quoque,uti Graeci eius quem ,item quem appellant,et ut in campania Neapolitani"cognominates. Macrob. Saturn. I,18,9. - 

Che Ebone abbia avuto un tempio nella città di Napoli,appare da due iscrizioni.Io ho supposto che sorgesse nel sito,ove si vedevano le case poste  fra i gradoni di S. Severino,la via S. Biagio ai Taffettani,il Conservatorio di S. Rosa dell`arte della lana e la piazzetta Selleria,perchè la iscrizione dedicata ad Ebone da Giunio Aquila si trovava al principio del secolo XVI nella casa di Jacopo Sannazaro,e questa aveva l`ingresso nella via S. Biagio ai Tafferani,quasi di fronte al vicolo della Giudecca,e affacciava sulla piazzetta Selleria,come altrove ho dimostrato con documenti. Vengono a rafforzare questa supposizione non tanto le reliquie di muraglie lateriche e reticolate,che il Martorelli dice trovate nel monastero dei Benedettini a S. Severino,quanto le altre messe recentemente a luce co`lavori fatti a mezzodì dell`Archivio di Stato.

La colonna e i marmi del largo Molinello  li ho riferiti al Ginnasio.Della iscrizione ad Ebone il Di Falco che dice che fu ritrovata nel palazzo dell`arco,che fu del Pontano.

2) Veggasi anche la contraria sentenza di Kaibel : Sacerdotiis adnumeranndam esse laucelarchiam non possum cum Mommseno credere.

3)Kaibel n.716.Di questa iscrizione diede la prima notizia Pietro Summonte in alcune note manoscritte,poste a un esemplare dei poemi del Pontano dell`edizione del 1518,e poi stampate nell`edizione del 1518,e poi stampate nell`edizione di Basilea del 1531.Egli dice : tabella vetustissima Neapoli inventa....quae est penes Actium Syncerum. Per Giov. Ant. Summonte (Historia,I,1602,p.73),che la dà come esistente nella casa del sig. Scipione Santini,nella strada sotto il collegio di Gesù,e per gli altri scrittori posteriori,v. Kaibel.

4) Pare che si voglia così indicare nel marmo l`ultimo grado di iniziazione ai grandi misteri(Creuzer-Guignaut,Religions de l`antiquitè,Paris 1838,III,p.772 e 1176.

5) Kaibel,Op. cit. n.717.

6) Memini me Neapoli ante plures annos vidisse Sirenas cum Hebone et Sebetho tutelaribus Neapolitanorum diis exsculpas in ara rotunda marmorea,quae quidem nunc est accommodata in cratere fontis excitati in extrema mole portus Neapolitani. Steph. Vinand.Pighius, Hercules prodicius,1587,p.453. Francesco Schott(Itinerarium Italie,Antverpiae 1600, p.365) parlando del cratere marmoreo,che in capo al molo riceveva l`aqua dolce per mezzo di una condottura sotteranea,non ricorda questo bassorilievo; ma nella traduzione italiana (Itinerario d`Italia,Padoa 1669,p.426) si trovano per quella scultura quasi le stesse parole del Pighio. E da questo dipende anche Gio. Ant. Summonte (Historia,I,1602,p.93) : Quel pezzo di marmo tondo,forato che hora serve per cannone dell`acqua che sparge sopra la fonte circolare della fontana del molo di questa Città,ove si vedeno scolpiti di basso rilievo Apollo in mezo con la Sirena da parte e Sebeto: il qual marmo referisce il suddetto Vinando ch`era un alaretto da`sacrificij.

   

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