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COSTITUZIONE DELL'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE (U.R.S.S.)

Capitolo I: L'U.R.S.S.

 

ARTICOLO 1

L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e' uno Stato socialista degli operai e dei contadini.

 

ARTICOLO 2

La base politica dell'U.R.S.S. e' costituita dai Soviet dei deputati dei lavoratori, sviluppati e consolidati  in seguito all'abbattimento del potere dei proprietari fondiari e dei capitalisti e alla conquista della dittatura del proletariato.

 

ARTICOLO 3
Tutto il potere nell'U.R.S.S. appartiene ai lavoratori della citt� e della campagna, rappresentati dai Soviet dei deputati dei lavoratori. Il Partito Comunista dell'U.R.S.S. e' il partito guida della societa' sovietica.

ARTICOLO 4
La base economica dell'U.R.S.S. � costituita dal primo stadio del comunismo ovvero dal sistema socialista dell'economia e dalla propriet� di stato degli strumenti e mezzi di produzione, affermatisi in seguito alla liquidazione del sistema capitalista dell'economia, all'abolizione della propriet� privata degli strumenti e mezzi di produzione e all'eliminazione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo con l'introduzione della proprieta' sociale.

ARTICOLO 5
La propriet� sociale ha la forma di propriet� di stato (patrimonio di tutto il popolo), oppure la forma di propriet� cooperativa-colcosiana (propriet� dei singoli colcos, propriet� delle associazioni cooperative).

ARTICOLO 6
La terra, il sottosuolo, le acque, i boschi, le officine, le fabbriche, le miniere, le cave, i trasporti ferroviari, acquei ed aerei, le banche, i mezzi di comunicazione, le grandi aziende agricole organizzate  (sovcos, stazioni di macchine e trattrici, ecc.)   e la parte fondamentale del patrimonio edilizio nelle citt� e nei centri industriali, sono propriet� dello Stato, cio� patrimonio di tutto il popolo sovietico.

ARTICOLO 7
Le aziende sociali dei colcos e delle organizzazioni cooperative, con le loro scorte vive e morte, la produzione fornita dai colcos e dalle organizzazioni cooperative, come pure i loro immobili sociali, sono propriet� sociale, socialista, dei colcos e delle organizzazioni cooperative.
In conformit� con lo statuto dell'artel agricolo, ogni famiglia appartenente a un colcos, oltre al provento fondamentale dell'economia collettiva del colcos, ha in godimento personale un piccolo appezzamento di terreno attinente alla casa, e ha in propriet� personale l'impresa ausiliaria impiantata su tale appezzamento, la casa d'abitazione, bestiame produttivo, animali da cortile e l'attrezzamento agricolo minuto.

ARTICOLO 8
La terra occupata dai colcos viene loro attribuita in godimento gratuito e per una durata illimitata, cio� in perpetuo.

ARTICOLO 9
Accanto al primo stadio del comunismo ovvero al sistema socialista dell'economia che � la forma economica dominante nell'U.R.S.S., � ammessa dalla legge la piccola azienda privata dei contadini non associati e degli artigiani, fondata sul lavoro personale, escludente lo sfruttamento del lavoro altrui.

ARTICOLO 10
Il diritto di propriet� personale dei cittadini sui proventi del loro lavoro e sui loro risparmi, sulla casa di abitazione e sull'impresa domestica ausiliaria, sugli oggetti dell'economia domestica e di uso quotidiano, sugli oggetti di consumo e di comodo personale, come pure il diritto di eredit� della propriet� personale dei cittadini - sono tutelati dalla legge.

ARTICOLO 11
La vita economica dell'U.R.S.S. viene determinata e diretta da un piano di stato dell'economia nazionale, allo scopo di aumentare la ricchezza sociale, di elevare costantemente il livello di vita materiale e culturale dei lavoratori, di consolidare l'indipendenza dell'U.R.S.S. e di rafforzare la sua capacit� di difesa.

ARTICOLO 12
Il lavoro � nell'U.R.S.S. dovere e oggetto d'onore per ogni cittadino atto al lavoro, secondo il principio:
�Chi non lavora, non mangia�.
Nell'U.R.S.S. si attua il principio del comunismo:
�Da ciascuno secondo le sue capacit�, a ognuno secondo il suo lavoro�.

Capitolo II
STRUTTURA DELLO STATO SOVIETICO

ARTICOLO 13
L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche � uno Stato federale costituito sulla base dell'unione volontaria, a parit� di diritti, delle seguenti Repubbliche Socialiste Sovietiche:
Repubblica Socialista Federativa Sovie tica della Russia,
Repubblica Socialista Sovietica del l'Ucraina,
Repubblica Socialista Sovietica della Bielorussia,
Repubblica Socialista Sovietica dell'Usbekistan,
Repubblica Socialista Sovietica del Kasakhstan,
Repubblica Socialista Sovietica della Georgia,
Repubblica Socialista Sovietica del. l'Aserbaigian,
Repubblica Socialista Sovietica della Lituania,
Repubblica Socialista Sovietica della Moldavia,
Repubblica Socialista Sovietica della Lettonia,
Repubblica Socialista Sovietica della Kirghisia,
Repubblica Socialista Sovietica del Tagikistan,
Repubblica Socialista Sovietica dell'Armenia,
Repubblica Socialista Sovietica del Turkmenistan,
Repubblica Socialista Sovietica dell'Estonia,
Repubblica Socialista Sovietica CareloFinnica.

ARTICOLO 14

Sono di competenza dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, rappresentata dai suoi organi supremi del potere statale e dagli organi di governo dello Stato:
a) la rappresentanza dell'Unione nelle relazioni internazionali, la conclusione, la ratifica e la denunzia dei trattati dell'U.R.S.S. con altri Stati, la fissazione di regole generali per le relazioni delle Repubbliche federate con Stati esteri;
b) le questioni della guerra e della pace;
c) l'ammissione nell'U.R.S.S. di nuove repubbliche;
d) il controllo dell'osservanza della Costituzione dell'U.R.S.S. e della conformit� delle Costituzioni delle Repubbliche federate con la Costituzione dell'U.R.S.S.;
e) la ratifica delle modificazioni di confine tra le Repubbliche federate;
f) la ratifica della formazione di nuovi territori e regioni, come pure di nuove Repubbliche autonome e regioni autonome nel seno delle Repubbliche federate;
g) l'organizzazione della difesa dell'U.R.S.S., la direzione di tutte le Forze Armate dell'U.R.S.S., la fissazione dei principi dirigenti d'organizzazione delle formazioni militari delle Repubbliche federate;
h) il commercio estero sulla base del monopolio di Stato;
i) la salvaguardia della sicurezza dello Stato;
k) la determinazione dei piani dell'economia nazionale dell'U.R.S.S.;
l) l'approvazione del bilancio statale unico dell'U.R.S.S. e del resoconto sulla sua realizzazione, l'istituzione delle imposte e delle entrate che concorrono alla formazione dei bilanci dell'Unione, delle repubbliche e locali:
m) la gestione delle banche, delle istituzioni e delle aziende industriali e agricole, come pure delle aziende commerciali che interessano tutta l'Unione;
n) la gestione dei trasporti e delle comunicazioni;
o) la direzione del sistema monetario e creditizio;
p) l'organizzazione dell'assicurazione di Stato;
q) l'emissione e la concessione di prestiti;
r) la determinazione dei principi fondamentali del godimento della terra, come pure del godimento del sottosuolo, dei boschi e delle acque;
s) la determinazione dei principi fondamentali dell'istruzione e della sanit� pubblica;
t) l'organizzazione di un sistema unico di statistica dell'economia nazionale;
u) la determinazione dei principi della legislazione del lavoro;
v) la legislazione relativa all'ordinamento giudiziario e alla procedura della giustizia; i codici penale e civile;
x) la legislazione sulla cittadinanza dell'Unione; la legislazione sui diritti degli stranieri;
y) l'istituzione dei principi della legislazione sul matrimonio e la famiglia;
z) la promulgazione degli atti di amnistia per tutta l'Unione.

ARTICOLO 15
La sovranit� delle Repubbliche federate non ha altri limiti salvo quelli indicati dall'articolo 14 della Costituzione dell'U.R.S.S. Oltre questi limiti, ogni Repubblica federata esercita il potere statale in modo indipendente. L'U.R.S.S. tutela i diritti sovrani delle Repubbliche federate.

ARTICOLO 16
Ogni Repubblica federata ha la propria Costituzione, che tiene conto delle particolarit� della Repubblica e che si trova in piena conformit� con la Costituzione dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 17
Ogni Repubblica federata conserva il diritto di uscire liberamente dall'U.R.S.S.

ARTICOLO 18
Il territorio delle Repubbliche federate non pu� essere modificato senza il loro consenso.

ARTICOLO 18-a
Ogni Repubblica federata ha il diritto di stabilire relazioni dirette con Stati esteri, di concludere con essi degli accordi e di scambiarsi rappresentanti diplomatici e consolare.

ARTICOLO 18.b
Ogni Repubblica federata ha le proprie formazioni militari repubblicane.

ARTICOLO 19
Le leggi dell'U.R.S.S. hanno eguale vigore nei territori di tutte le Repubbliche federate.

ARTICOLO 20
In caso di divergenza tra la legge di una Repubblica federata e la legge federale, ha vigore la legge federale.

ARTICOLO 21
Per i cittadini dell'U.R.S.S. � istituita una cittadinanza unica per tutta l'Unione.
Ogni cittadino di una Repubblica federata � cittadino dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 22
La Repubblica Socialista Federativa Sovietica della Russia � costituita dai territori seguenti: Altai, Krasnodar, Krasnoiarsk, Primorie, Stavropol, Khabarovsk; dalle seguenti
regioni: Arcangelo, Astrakhan, Briansk, Vielikie Luki, Vladimir, Vologda, Voronez, Gorki, Grozni, Ivanovo, Irkutsk, Kaliningrado, Kalinin, Kaluga, Kemerovo, Kirov, Kostroma, Crimea, Kuibiscev, Kurgan, Kursk, Leningrado, Molotov, Mosca, Murmansk, Novgorod, Novossibirsk, Omsk, Oriol, Pensa, Pskov, Rostov, Riasan, Saratov, Sakhalin, Sverdlovsk, Smolensk, Stalingrado, Tambov, Tomsk, Tula, Tiumen, Ulianovsk, Celiabinsk, Cita, Ckalov, Iaroslavl; dalle seguenti Repubbliche Socialiste Sovietiche Autonome: Tartaria, Basckiria, Daghestan, Buriato-Mongolia, Kabardina, dei Komi, dei Marii, Mordovia, Ossetia settentrionale, degli Udmurti, dei Ciuvasci, Iakutia; dalle seguenti regioni autonome: degli Adighei, degli Ebrei, degli Oiroti, Tuva, dei Khacassi, dei Circassi.

ARTICOLO 23
La Repubblica Socialista Sovietica dell'Ucraina � costituita dalle regioni seguenti:
Vinniza, Volinia, Voroscilovgrado, Dniepro- Petrovsk, Drogobic, Gitomir, Transcarpatica, Zaporoge, Ismail, Kamenez-Podolsk, Kiev, Kirovogrado, Lvov, Nikolaev, Odessa, Poltava, Rovno, Stalino, Stanislav, Sumi, Ternopol, Kharkov, Kherson, Cernigov e Cernovzi.

ARTICOLO 24
Della Repubblica Socialista Sovietica dell'Aserbaigian fanno parte la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma del Nakhicevan e la regione autonoma del Nagorni Karabakh.

ARTICOLO 25
Della Repubblica Socialista Sovietica della Georgia fanno parte la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma dell'Abkhasia, la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma dell'Aggiaria e la regione autonoma dell'Ossetia Meridionale.

ARTICOLO 26
La Repubblica Socialista Sovietica dell'Usbekistan � costituita dalle regioni seguenti Andigian, Bukhara, Kascka-Daria, Namangan, Samarcanda, Surkhan-Daria, Taskent, Fergana, Khorezm, e dalla Repubblica Socialista Sovietica Autonoma dei Kara-Kalpacchi.

ARTICOLO 27
La Repubblica Socialista Sovietica del Tangikistan � costituita dalle regioni seguenti
Garni, Kuliab, Leninabad, Stalinabad, e dalla regione autonoma Gorni Badakhscian.

ARTICOLO 28
La Repubblica Socialista Sovietica del Kasakhstan � costituita dalle regioni seguenti: Akmolinsk, Aktiubinsk, Alma-Ata, Kasakhstan Orientale, Guriev, Giambul, Kasakhstan Occidentale, Karaganda, Kzyl-Orda, Kokcetav, Kustanai, Pavlodar, Kasakhstan Settentrio-
nale, Semipalatinsk, Taldi-Kurgan, Kasakhstan Meridionale.

ARTICOLO 29
La Repubblica Socialista Sovietica della Bielorussia � costituita dalle regioni seguenti Baranovici, Bobruisk, Brest, Vitiebsk, Gomel, Grodno, Minsk, Moghilev, Molodecno, Pinsk, Polessie, Polozk.

ARTICOLO 29-a
La Repubblica Socialista Sovietica del Turkmenistan � costituita dalle regioni seguenti: Askabad, Maryi, Tasciaus, Ciargiou.

ARTICOLO 29-b
La Repubblica Socialista Sovietica della Kirghisia � costituita dalle regioni seguenti: Gialal-Abad, Issyk-Kul, Osc, Talas, TianScian, Frunze.


Capitolo III
ORGANI SUPREMI DEL POTERE DI STATO
DELL'UNIONE DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE

ARTICOLO 30
Organo supremo del potere di Stato dell'U.R.S.S. � il Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 31
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. esercita tutti i diritti spettanti all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, in conformit� con l'articolo 14 della Costituzione, nella misura in cui essi, in forza della Costituzione, non sono di competenza degli organi dell'U.R.S.S. che devono rispondere al Soviet Supremo dell'U.R.S.S.: il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., il Consiglio dei Ministri delI'U.R.S.S. e i Ministeri dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 32
Il potere legislativo dell'U.R.S.S. � esercitato esclusivamente dal Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 33
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. si compone di due Camere: il Soviet dell'Unione e il Soviet delle Nazionalit�.

ARTICOLO 34
Il Soviet dell'Unione � eletto dai cittadini dell'U.R.S.S. per circoscrizioni elettorali in ragione di un deputato per ogni 300.000 abitanti.

ARTICOLO 35
Il Soviet delle Nazionalit� � eletto dai cittadini dell'U.R.S.S. nelle Repubbliche federate e autonome, nelle regioni autonome e nelle circoscrizioni nazionali in ragione di 25 deputati per ogni Repubblica federata, di 11 deputati per ogni Repubblica autonoma, di 5 deputati per ogni regione autonoma, e di un deputato per ogni circoscrizione nazionale.

ARTICOLO 36
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. viene eletto per la durata di quattro anni.

ARTICOLO 37
Le due Camere del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.: il Soviet dell'Unione e il Soviet delle Nazionalit�, hanno eguali diritti.

ARTICOLO 38
L'iniziativa legislativa appartiene in eguale misura al Soviet dell'Unione e al Soviet delle Nazionalit�.

ARTICOLO 39
Una legge � considerata valida se � approvata dalle due Camere del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. a semplice maggioranza di voti di ciascuna delle Camere.

ARTICOLO 40
Le leggi approvate dal Soviet Supremo dell'U.R.S.S. vengono promulgate nelle lingue delle Repubbliche federate con la firma del Presidente e del Segretario del Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 41
Le sessioni del Soviet dell'Unione e del Soviet delle Nazionalit� cominciano e finiscono nello stesso tempo.

ARTICOLO 42
Il Soviet dell'Unione elegge il Presidente del Soviet dell'Unione e due Vice-presidenti.

ARTICOLO 43
Il Soviet delle Nazionalit� elegge il Presi. dente del Soviet delle Nazionalit� e due Vicepresidenti.

ARTICOLO 44
1 Presidenti del Soviet dell'Unione e del Soviet delle Nazionalit� dirigono le sedute delle Camere rispettive e provvedono al loro regolamento interno.

ARTICOLO 4S
Le sedute comuni delle due Camere dei Soviet Supremo dell'U.R.S.S. sono dirette a turno dal Presidente del Soviet dell'Unione e dal Presidente del Soviet delle Nazionalit�.

ARTICOLO 46
Le sessioni del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. sono convocate dal Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. due volte all'anno. Le sessioni straordinarie sono convocate dal Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. quando esso lo ritiene opportuno o a richiesta di una delle Repubbliche federate.

ARTICOLO 47
In caso di disaccordo tra il Soviet dell'Unione e il Soviet delle Nazionalit� la questione viene sottoposta a una commissione di conciliazione formata dalle Camere su basi paritetiche. Se la commissione di conciliazione non arriva a una decisione concorde o se la sua decisione non soddisfa una delle due Camere, la questione viene esaminata dalle Camere una seconda volta. A difetto di una decisione concorde di ambedue le Camere, il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. discioglie il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. e indice nuove elezioni.

ARTICOLO 48
II Soviet Supremo dell'U.R.S.S. elegge in una seduta comune delle due Camere il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., costituito: dal Presidente del Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., da sedici Vicepresidenti, dal Segretario del Presidium e da 15 membri del Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.
Il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. risponde davanti al Soviet Supremo dell'U.R.S.S. di tutta la sua attivit�.

ARTICOLO 49
Il Presidium del Soviet Supremo delI'U.R.S.S.:
a) convoca le sessioni del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.;
b) emana dei decreti;
c) d� l'interpretazione delle leggi in vigore nell'U.R.S.S.;
d) discioglie il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. in virt� dell'articolo 47 della Costituzione dell'U.R.S.S. e indice nuove elezioni;
e) indice le consultazioni popolari generali (referendum) di propria iniziativa o a richiesta di una delle Repubbliche federate;
f) abroga i decreti e le ordinanze del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. e dei Consigli dei Ministri delle Repubbliche federate nel caso che non siano conformi alla legge;
g) nell'intervallo tra le sessioni del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S., esonera dalle loro funzioni e nomina i singoli ministri dell'U.R.S.S., sottoponendo in seguito le sue decisioni alla ratifica del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.;
h) istituisce le insegne degli ordini e le medaglie dell'U.R.S.S. e stabilisce i titoli onorifici dell'U.R.S.S.;
i) conferisce le insegne degli ordini e le medaglie dell'U.R.S.S. e attribuisce i titoli onorifici dell'U.R.S.S.;
k) esercita il diritto di grazia;
l) istituisce i gradi militari, i ranghi diplomatici e altri titoli speciali;
m) nomina e revoca il comando supremo delle Forze Armate dell'U.R.S.S.;
n) nell'intervallo tra le sessioni del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. proclama lo stato di guerra in caso di aggressione militare contro l'U.R.S.S. o nel caso in cui ci� sia necessario per adempiere gli impegni internazionali risultanti dai patti di reciproca difesa da un'aggressione;
o) ordina la mobilitazione generale o parziale;
p) ratifica e denunzia i trattati internazionali dell'U.R..S.S.;
q) nomina e richiama i rappresentanti plenipotenziari dell'U.R.S.S. presso gli Stati esteri;
r) riceve le credenziali e le lettere di richiamo dei rappresentanti diplomatici degli Stati esteri accreditati presso di lui;
s) proclama lo stato di guerra in singole localit� o in tutta l'U.R.S.S. nell'interesse della difesa dell'U.R.S.S. o per assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza dello Stato.

ARTICOLO 50
Il Soviet dell'Unione e il Soviet delle Nazionalit� eleggono le Commissioni dei mandati che verificano i poteri dei deputati di ognuna delle Camere. Su proposta delle Commissioni dei mandati le Camere decidono o di riconoscere i poteri o di annullare le elezioni di singoli deputati.

ARTICOLO 51
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. nomina, quando lo ritiene necessario, delle commissioni d'inchiesta e di revisione per qualsiasi questione. Tutte le istituzioni e persone aventi pubbliche funzioni sono tenute ad accedere alle richieste di queste commissioni e a presentare loro i materiali e documenti necessari.

ARTICOLO 52
Nessun deputato al Soviet Supremo dell'U.R.S.S. pu� essere tradotto in giudizio n� arrestato senza il consenso dei Soviet Supremo dell'U.R.S.S., e negli intervalli tra le sessioni dei Soviet Supremo dell'U.R.S.S., senza il consenso del Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 53
Alla scadenza dei poteri o dopo lo scioglimento anticipato del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. conserva i suoi poteri sino alla costituzione di un nuovo Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. da parte del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. nuovamente eletto.

ARTICOLO 54
Alla scadenza dei poteri o in caso di scioglimento anticipato del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. il Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. indice nuove elezioni entro il termine di non pi� di due mesi dal giorno della scadenza dei poteri o dello scioglimento del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 55
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. nuovamente eletto � convocato dal Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S. di precedente elezione non pi� tardi di tre mesi dopo le elezioni.

ARTICOLO 56
Il Soviet Supremo dell'U.R.S.S. procede, in una seduta comune delle due Camere, alla costituzione del governo dell'U.R.S.S. - il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S.

Capitolo IV
ORGANI SUPREMI DEL POTERE DI STATO
DELLE REPUBBLICHE FEDERATE

ARTICOLO 57
Organo supremo del potere di Stato della Repubblica federata � il Soviet Supremo della 'Repubblica federata.

ARTICOLO 58
Il Soviet Supremo della Repubblica federata � eletto dai cittadini della Repubblica per la durata di quattro anni. La quota di rappresentanza � fissata dalle Costituzioni delle Repubbliche federate.

ARTICOLO 59
Il Soviet Supremo della Repubblica federata � l'unico organo legislativo della Repubblica.

ARTICOLO 60
Il Soviet Supremo della Repubblica federata:
a) approva la Costituzione della Repubblica e vi apporta delle modificazioni in conformit� con l'articolo 16 della Costituzione dell'U.R.S.S.;
b) ratifica le Costituzioni delle Repubbliche autonome che ne fanno parte e determina i confini del loro territorio;
c) ratifica il piano dell'economia nazionale e il bilancio della Repubblica;
d) esercita il diritto di amnistia e di grazia verso i cittadini condannati dagli organi giudiziari della Repubblica federata;
e) stabilisce la rappresentanza della Repubblica federata nelle relazioni internazionali;
f) stabilisce il sistema di creazione delle formazioni militari repubblicane.

ARTICOLO 61
Il Soviet Supremo della Repubblica federata elegge il Presidium del Soviet Supremo della Repubblica federata, composto: dal Presidente del Presidium del Soviet Supremo della Repubblica federata, dai Vice-presidenti, dal Segretario del Presidium e dai membri del Presidium del Soviet Supremo della Repubblica federata. I poteri del Presidium del Soviet Supremo della Repubblica federata sono determinati
dalla Costituzione della Repubblica federata.

ARTICOLO 62
Per dirigere le sedute, il Soviet Supremo della Repubblica federata elegge il Presidente del Soviet Supremo della Repubblica federata e i Vice-presidenti.

ARTICOLO 6

Il Soviet Supremo della Repubblica federata forma il governo della Repubblica federata - il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata.

Capitolo V
ORGANI DI GOVERNO DELLO STATO DELL'UNIONE
DELLE, REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE

ARTICOLO 64
Organo supremo esecutivo e amministrativo del potere di Stato dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche � il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 65
Il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. � responsabile davanti al Soviet Supremo delI'U.R.S.S., cui risponde della sua attivit�, e, nell'intervallo tra due sessioni del Soviet Supremo, davanti al Presidium del Soviet Supremo dell' U.R.S.S., a cui risponde.

ARTICOLO 66
Il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. emette decisioni e ordinanze sulla base e in esecuzione delle leggi vigenti, e ne controlla l'esecuzione.

ARTICOLO 67
Le decisioni e ordinanze del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. devono essere obbligatoriamente eseguite su tutto il territorio dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 68
Il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S.:
a) unifica e dirige il lavoro dei Ministeri federali e federali-repubblicani dell'U.R.S.S. e delle altre istituzioni che gli sono subordinate;
b) prende delle misure per la realizzazione dei piano dell'economia nazionale, del bilancio dello Stato e per il consolidamento del sistema monetario e creditizio;
e) prende delle misure per assicurare l'ordine pubblico, per difendere gli interessi dello Stato e salvaguardare i diritti dei cittadini;
d) ha la direzione generale delle relazioni con gli Stati esteri;
e) determina i contingenti annuali dei cittadini chiamati alla leva per il servizio militare attivo, dirige la organizzazione generale delle Forze Armate del paese;
f) forma, in caso di necessit�, dei comitati speciali e delle Direzioni generali presso il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. per questioni relative all'edificazione economica e culturale e alla difesa.

ARTICOLO 69
Il Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. ha il diritto, nelle branche dell'amministrazione e dell'economia che sono di competenza dell'U.R.S.S. di sospendere le decisioni e ordinanze dei Consigli dei Ministri delle Repubbliche federate e di annullare gli ordini e le istruzioni dei Ministri dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 70
11 Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. viene formato dal Soviet Supremo dell'U.R.S.S. e ha la composizione seguente:
il Presidente del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S.;
i Vice-presidenti del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S-S.;
il Presidente della Commissione del piano di Stato dell'U.R.S.S.;
i Ministri dell'U.R.S.S.;
il Presidente del Comitato per le Belle Arti.

ARTICOLO 71
Il Governo dell'U.R.S.S. o un Ministro dell'U.R.S.S., interpellati da un deputato del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., sono tenuti a dare risposta orale o scritta alla Camera corrispondente entro il termine di non pi� di tre giorni.

ARTICOLO 72
I Ministri dell'U.R.S.S. dirigono le branche dell'amministrazione statale che sono di competenza dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 73
I Ministri dell'U.R.S.S. emettono, entro i limiti della competenza dei rispettivi Ministeri, ordini e istruzioni sulla base e in esecuzione delle leggi vigenti nonch� delle decisioni e ordinanze del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S., e ne controllano l'esecuzione.

ARTICOLO 74
I Ministeri dell'U.R.S.S. sono federali o federali-repubblicani.

ARTICOLO 75
I Ministeri federali dirigono la branca dell'amministrazione statale che � loro affidata su tutto il territorio dell'U.R.S.S. sia direttamente, sia attraverso gli organi da essi nominati.

ARTICOLO 76
I Ministeri federali-repubblicani dirigono la branca dell'amministrazione statale che � loro affidata, di regola attraverso i corrispettivi Ministeri delle Repubbliche federate, e hanno sotto la loro direzione immediata soltanto un numero limitato di aziende comprese in un elenco approvato dal Presidium del Soviet Supremo dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 77
I Ministeri federali sono i seguenti:
dell'Industria aeronautica;
dell'Industria automobilistica;
del Commercio estero;
dell'Armamento;
della Geologia ;
degli Ammassi;
delle Riserve materiali;
delle Costruzioni meccaniche e degli strumenti ;
dell'Industria medica;
della Flotta marittima;
dell'Industria della nafta delle regioni orientali;
dell'Industria della nafta delle regioni meridionali e occidentali;
delle Riserve alimentari;
dell'Industria dei mezzi per le comunicazioni;
delle Ferrovie; dell'Industria della gomma;
della Flotta fluviale;
delle Poste, Telegrafi e Telefoni;
delle Costruzioni meccaniche agricole;
delle Costruzioni di macchine utensili;
delle Costruzioni meccaniche edili e stradali;
delle Costruzioni di aziende militari e marittime militari;
della Costruzione di aziende dell'industria pesante;
della Costruzione di aziende per combustibile;
dell'Industria delle costruzioni navali;
delle Costruzioni meccaniche per i trasporti;
della Preparazione di mano d'opera;
delle Costruzioni meccaniche pesanti;
dell'Industria del carbone delle regioni orientali;
dell'Industria del carbone delle regioni occidentali;
dell'Industria chimica;
della Metallurgia non ferrosa;
dell'Industria della cellulosa e della carta ;
della Siderurgia;
dell'Industria elettromeccanica;
delle Centrali elettriche.

ARTICOLO 7
I Ministeri federali repubblicani sono i seguenti

dell'Industria gustativa;
degli Affari interni;
delle Forze Armate;
dell'Istruzione superiore;
del Controllo di Stato;
della Sicurezza dello Stato;
della Sanit� pubblica;
degli Affari esteri;
della Cinematografia;
dell'Industria leggera;
dell'Industria forestale;
dell'Industria della carne e del latte;
dell'Industria alimentare;
dell'Industria dei materiali da costruzione;
dell'Industria della pesca delle regioni orientali;
dell'Industria della pesca delle regioni occidentali;
dell'Agricoltura;
dei Sovcos;
dell'Industria tessile;
del Commercio;
delle Finanze;
della Giustizia.

Capitolo VI
ORGANI DI GOVERNO
DELLO STATO DELLE REPUBBLICHE FEDERATE

ARTICOLO 79
Il supremo organo esecutivo e amministrativo del potere di Stato di una Repubblica federata � il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata.

ARTICOLO 80
Il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata � responsabile davanti al Soviet Supremo della Repubblica federata, cui risponde della sua attivit� e, nell'intervallo tra due sessioni del Soviet Supremo della Repubblica federata, davanti al Presidium del Soviet Supremo della Repubblica federata, a cui risponde.

ARTICOLO 81
Il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata emette decisioni e ordinanze sulla base e in esecuzione delle leggi vigenti nell'U.R.S.S. e nella Repubblica federata, delle decisioni e ordinanze del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. e ne controlla l'esecuzione.

ARTICOLO 82
Il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata ha diritto di sospendere le decisioni e ordinanze dei Consigli dei Ministri delle Repubbliche autonome e di annullare le decisioni e ordinanze dei Comitati Esecutivi dei Soviet dei deputati dei lavoratori dei territori, delle regioni e delle regioni autonome.

ARTICOLO 83
Il Consiglio dei Ministri della Repubblica federata viene formato dal Soviet Supremo della Repubblica federata e ha la composizione seguente:
il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica federata;
i Vice-presidenti del Consiglio dei Ministri;
il Presidente della Commissione del piano di Stato;
i Ministri;
il capo della Direzione delle Belle Arti;
il Presidente del Comitato per le istituzioni culturali ed educative.

ARTICOLO 84
I Ministri della Repubblica federata dirigono le branche dell'amministrazione statale che sono di competenza della Repubblica federata.

ARTICOLO 85
I Ministri della Repubblica federata emettono, entro i limiti della competenza dei rispettivi Ministeri, ordini e istruzioni sulla base e in esecuzione delle leggi dell'U.R.S.S. e della Repubblica federata, delle decisioni e ordinanze del Consiglio dei Ministri dell'U.R.S.S. e della Repubblica federata, degli ordini e delle istruzioni dei Ministeri federali repubblicani dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 86
I Ministeri della Repubblica federata sono federali-repubblicani o repubblicani.

ARTICOLO 87
I Ministeri federali-repubblicani dirigono la branca dell'amministrazione statale che � loro affidata, subordinandosi tanto al Consiglio dei Ministri della Repubblica federata quanto al corrispondente Ministero federale-repubblicano dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 88
I Ministeri repubblicani dirigono la branca dell'amministrazione statale che � loro affidata, subordinandosi direttamente al Consiglio dei Ministri della Repubblica federata.

Capitolo VII
ORGANI SUPREMI DEL POTERE DI STATO
DELLE REPUBBLICHE SOCIALISTE SOVIETICHE AUTONOMIE

ARTICOLO 89
Organo supremo del potere di Stato della Repubblica autonoma � il Soviet Supremo della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma.

ARTICOLO 90
Il Soviet Supremo della Repubblica autonoma � eletto dai cittadini della Repubblica per la durata di quattro anni, secondo la quota di rappresentanza fissata dalla Costituzione della Repubblica autonoma.

ARTICOLO 91
Il Soviet Supremo della Repubblica -autonoma � l'unico organo legislativo della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma.

ARTICOLO 92
Ogni Repubblica autonoma ha la propria Costituzione, che tiene conto delle particolarit� della Repubblica autonoma e che si trova in piena conformit� con la Costituzione della Repubblica federata.

ARTICOLO 91
Il Soviet Supremo della Repubblica autonoma elegge il Presidium del Soviet Supremo della Repubblica autonoma e procede alla formazione del Consiglio dei Ministri della Repubblica autonoma in conformit� con la sua Costituzione.

Capitolo VIII
ORGANI LOCALI DEL POTERE DI STATO

ARTICOLO 94
Organi del potere di Stato nei territori, nelle regioni, nelle regioni autonome, nei circondari, nei mandamenti, nelle citt�, nei villaggi (stanitsa, borgata, khutor, kislak, aul) sono i Soviet dei deputati dei lavoratori.

ARTICOLO 95
I Soviet dei deputati dei lavoratori di territorio, di regione, di regione autonoma, di circondario, di mandamento, di citt� e di villaggio (stanitsa, borgata, khutor, kislak, aul) sono eletti rispettivamente dai lavoratori del territorio, della regione, della regione autonoma, del circondario, del mandamento, della citt� e del villaggio, per la durata di due anni.

ARTICOLO 96
Le quote di rappresentanza nei Soviet dei deputati dei lavoratori sono fissate dalla Colstituzione delle Repubbliche federate.

ARTICOLO 97
I Soviet dei deputati dei lavoratori dirigono l'attivit� degli organi amministrativi che sono loro subordinati, assicurano la difesa dell'ordine statale, l'osservanza delle leggi e la tutela dei diritti dei cittadini, dirigono l'edificazione economica e culturale locale, stabiliscono il bilancio locale.

ARTICOLO 98
I Soviet dei deputati dei lavoratori prendono delle decisioni e danno delle disposizioni entro i limiti dei diritti loro attribuiti dalle leggi dell'U.R.S.S. e della Repubblica federata.

ARTICOLO 99
Organi esecutivi e amministrativi dei Soviet dei deputati dei lavoratori di territorio, di regione, di regione autonoma, di circondario, di mandamento, di citt�, e di villaggio sono i Comitati Esecutivi eletti dai Soviet e composti del Presidente, dei Vice-presidenti, di un segretario e dei membri.

ARTICOLO 100
Organi esecutivi e amministrativi dei Soviet dei deputati dei lavoratori nei piccoli centri sono, in conformit� con le Costituzioni delle Repubbliche federate, il Presidente, il Vice-presidente e il segretario eletti dai Soviet dei deputati dei lavoratori.

ARTICOLO 101
Gli organi esecutivi dei Soviet dei deputati dei lavoratori rispondono direttamente tanto al Soviet dei deputati dei lavoratori che li ha eletti, quanto all'organo esecutivo del soprastante Soviet dei deputati dei lavoratori.

Capitolo IX
TRIBUNALI E PROCURA

ARTICOLO 102
La giustizia � amministrata nell'U.R.S.S. dalla Corte Suprema dell'U.R.S.S., dalle Corti Supreme delle Repubbliche federate, dai tribunali di territorio e di regione, dai tribunali delle Repubbliche autonome e delle regioni autonome, dai tribunali di circondario, dai tribunali speciali dell'U.R.S.S. istituiti per decisione del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., dai tribunali popolari.

ARTICOLO 103
L'esame delle cause in tutte le Corti e in tutti i tribunali si svolge con la partecipazione
dei giurati popolari, salvo i casi specialmente previsti dalla legge.

ARTICOLO 104
La Corte Suprema dell'U.R.S.S. � il supremo organo giudiziario. Alla Corte Suprema dell'U.R.S.S. � affidata la sorveglianza sull'attivit� giudiziaria di tutti gli organi giudiziari dell'U.R.S.S. e delle Repubbliche federate.

ARTICOLO 105
La Corte Suprema dell'U.R.S.S. e i tribunali speciali dell'U.R.S.S. sono eletti dal Soviet Supremo dell'U.R.S.S. per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 106
Le Corti Supreme delle Repubbliche federate sono elette dai Soviet Supremi delle Repubbliche federate per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 107
Le Corti Supreme delle Repubbliche autonome sono elette dai Soviet Supremi delle Repubbliche autonome per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 108
I tribunali di territorio e di regione, i tribunali delle regioni autonome, i tribunali di circondario sono eletti dai Soviet dei deputati dei lavoratori del territorio, della regione, o del circondario o dai Soviet dei deputati dei lavoratori delle regioni autonome per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 109
I tribunali popolari sono eletti dai cittadini del mandamento a suffragio universale, diretto, eguale, a scrutinio segreto, per la durata di tre anni.

ARTICOLO 110
La procedura giudiziaria si svolge nella lingua della Repubblica federata o autonoma, o della regione autonoma ed � assicurata alle persone che non conoscono questa lingua la possibilit� di prendere conoscenza completa dei documenti della causa per mezzo di un interprete, e cos� pure il diritto di parlare all'udienza nella lingua materna.

ARTICOLO 111
L'esame delle cause in tutti i tribunali dell'U.R.S.S. � pubblico, salvo le eccezioni previste dalla legge; all'imputato � assicurato il diritto di difesa.

ARTICOLO 112
I giudici sono indipendenti e soggetti soltanto alla legge.

ARTICOLO 113
L'alta sorveglianza sulla esatta esecuzione delle leggi da parte di tutti i Ministeri e delle istituzioni loro sottoposte, come da parte dei singoli funzionari pubblici nonch� da parte dei cittadini dell'U.R.S.S. � affidata al Procuratore generale dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 114
Il Procuratore generale dell'U.R.S.S. � nominato dal Soviet Supremo dell'U.R.S.S. per la durata di sette anni.

ARTICOLO 115
I procuratori delle Repubbliche, dei territori, delle regioni, come pure i procuratori delle Repubbliche autonome e delle regioni autonome sono nominati dal Procuratore generale dell'U.R.S.S. per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 116
I procuratori di circondario, di mandamento e di citt� sono nominati dai procuratori delle Repubbliche federate e confermati dal Procuratore generale dell'U.R.S.S. per la durata di cinque anni.

ARTICOLO 117
Gli organi della procura esercitano le loro funzioni indipendentemente da qualsiasi organo locale e sono subordinati soltanto al Procuratore generale dell'U.R.S.S.

Capitolo X
DIRITTI E DOVERI FONDAMENTALI DEI CITTADINI

ARTICOLO 118
I cittadini dell'U.R.S.S. hanno diritto al lavoro, cio� hanno diritto a ottenere un lavoro garantito, con remunerazione del loro lavoro secondo la quantita e la qualit�.
Il diritto al lavoro � assicurato dall'organizzazione socialista dell'economia nazionale, dallo sviluppo ininterrotto delle forze produttive della societ� sovietica, dall'eliminazione della possibilit� di crisi economiche e dalla liquidazione della disoccupazione.

ARTICOLO 119
I cittadini dcll'U.R.S.S. hanno il diritto al riposo.
Il diritto al riposo � assicurato dall'istituzione per gli operai e gli impiegati della giornata lavorativa di otto ore e dalla riduzione della giornata lavorativa a sette e sei ore per una serie di professioni con condizioni di lavoro difficili e fino a quattro ore nei reparti con condizioni di lavoro particolarmente difficili, dalla istituzione di congedi annuali agli operai e agli impiegati con il mantenimento del salario, dalla vasta rete di sanatori, case di riposo e club che � messa a disposizione dei lavoratori.

ARTICOLO 120
I cittadini dell'U.R.S.S. hanno diritto di avere assicurati i mezzi materiali di esistenza per la vecchiaia nonch� in caso di malattia e di perdita della capacit� lavorativa.
Questo diritto � assicurato dall'ampio sviluppo delle Assicurazioni Sociali degli operai e degli impiegati a spese dello Stato, dall'assistenza medica gratuita ai lavoratori e dalla vasta rete di stazioni di cura che � messa a disposizione dei lavoratori.

ARTICOLO 121
I cittadini dell'U.R.S.S. hanno diritto all'istruzione.
Questo diritto � assicurato dall'istruzione elementare generale obbligatoria, dall'istruzione gratuita settennale, dal sistema delle borse di studio per i pi� meritevoli studenti delle scuole superiori, dall'insegnamento scolastico nella lingua materna, dall'organizzazione dell'insegnamento professionale, tecnico ed agronomico gratuito per i lavoratori nelle officine, nei sovcos, nelle stazioni di macchine e trattrici e nei colcos.

ARTICOLO 122
Alle donne sono accordati nell'U.R.S.S. diritti uguali a quelli degli uomini, in tutti i campi della vita economica, statale, culturale, politica e sociale.
La possibilit� di esercitare questi diritti � assicurata alle donne accordando loro lo stesso diritto degli uomini al lavoro, al pagamento del lavoro, al riposo, all'assicurazione sociale e all'istruzione, provvedendo alla tutela, da parte dello Stato, degli interessi della madre e del bambino, all'aiuto da parte dello Stato alle madri con numerosa prole o alle madri non maritate accordando alle donne un congedo di maternit� con mantenimento del salario e grazie a una vasta rete di case di maternit�, di nidi e giardini d'infanzia.

ARTICOLO 123
L'uguaglianza dei diritti dei cittadini dell'U.R.S.S., indipendentemente dalla loro nazionalit� e razza, in tutti i campi della vita economica, statale, culturale, politica e sociale, � legge irrevocabile.
Qualsiasi limitazione diretta o indiretta dei diritti o, al contrario, qualsiasi attribuzione di privilegi diretti o indiretti ai cittadini in dipendenza della razza o nazionalit� alla quale appartengono, cos� come qualsiasi propaganda di esclusivismo o di odio e disprezzo di razza o di nazione, � punita dalla legge.

ARTICOLO 124
Allo scopo di assicurare ai cittadini la libert� di coscienza, la Chiesa nell'U.R.S.S. � separata dallo Stato e la scuola dalla Chiesa. La libert� di praticare i culti religiosi e la libert� di propaganda antireligiosa sono riconosciute a tutti i cittadini.

ARTICOLO 125
In conformit� con gli interessi dei lavoratori e allo scopo di consolidare il regime socialista, ai cittadini dell'U.R.S.S. � garantita per legge:
a) libert� di parola,
b) libert� di stampa,
e) libert� di riunione e di comizi,
d) libert� di cortei e dimostrazioni di strada.
Questi diritti dei cittadini vengono assicurati mettendo a disposizione dei lavoratori e delle loro organizzazioni le tipografie, i depositi di carta, gli edifici pubblici, le strade, le poste, i telegrafi, i telefoni e le altre condizioni materiali necessarie per il loro esercizio.

ARTICOLO 126
In conformit� con gli interessi dei lavoratori e allo scopo di sviluppare l'iniziativa delle masse popolari nel campo dell'organizzazione e la loro attivit� politica, � assicurato ai cittadini dell'U.R.S.S. il diritto di unirsi in organizzazioni sociali: sindacati, cooperative, organizzazioni della giovent�, organizzazioni sportive e di difesa, societ� culturali, tecniche e scientifiche, - mentre i cittadini pi� attivi e pi� coscienti appartenenti alla classe operaia e agli altri strati di lavoratori si uniscono nel Partito Comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S., che � l'avanguardia dei lavoratori nella loro lotta per il consolidamento e lo sviluppo del regime socialista e rappresenta il nucleo dirigente di tutte le organizzazioni dei lavoratori, tanto sociali che di Stato.

ARTICOLO 127
Ai cittadini dell'U.R.S.S. � assicurata l'inviolabilit� della persona. Nessuno pu� essere arrestato se non per decisione di un tribunale con la sanzione del procuratore.

ARTICOLO 128
L'inviolabilit� del domicilio dei cittadini e il segreto epistolare sono tutelati dalla legge.

ARTICOLO 129
L'U.R.S.S. accorda il diritto di asilo ai cittadini stranieri perseguitati per aver difeso gli interessi dei lavoratori, o per la loro attivit� scientifica, o per avere partecipato a lotte di liberazione nazionale.

ARTICOLO 130
Ogni cittadino dell'U.R.S.S. � tenuto a osservare la Costituzione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, a rispettare le leggi, a osservare la disciplina del lavoro, ad adempiere onestamente i doveri sociali, a rispettare le norme della convivenza socialista.

ARTICOLO 131
Ogni cittadino dell'U.R.S.S. � tenuto a salvaguardare e a consolidare la propriet� sociale, socialista; base sacra e inviolabile del regime sovietico, fonte della ricchezza e della potenza della patria, fonte dell'agiatezza e della vita civile di tutti i lavoratori.
Coloro che attentano alla propriet� sociale, socialista, sono nemici del popolo.

ARTICOLO 132
Il servizio militare generale � obbligatorio per legge.
Il servizio militare nelle file delle Forze Armate dell'U.R.S.S. � dovere d'onore dei cittadini dell'U.R.S.S.

ARTICOLO 133
La difesa della patria � sacro dovere di ogni cittadino dell'U.R.S.S. Il tradimento della patria: la violazione del giuramento, il passaggio al nemico, il pregiudizio portato alla potenza militare dello Stato, lo spionaggio - sono puniti con tutti i rigori della legge come il pi� grave dei misfatti.

CAPITOLO IX
SISTEMA ELETTORALE

ARTICOLO 134
Le elezioni dei deputati a tutti i Soviet dei deputati dei lavoratori: al Soviet Supremo dell'U.R.S.S., ai Soviet Supremi delle Repubbliche federate, ai Soviet dei deputati dei lavoratori di territorio e di regione, ai Soviet Supremi delle Repubbliche autonome, ai Soviet dei deputati dei lavoratori delle regioni autonome, ai Soviet dei deputati dei lavoratori di circondario, di mandamento, di citt� e di villaggio (stanitsa, borgata, khutor, kislak, aul) si fanno dagli elettori a suffragio universale, uguale, diretto e a scrutinio segreto.

ARTICOLO 135
Le elezioni dei deputati si fanno a suffragio universale: tutti i cittadini dell'U.R.S.S. che hanno compiuto i 18 anni, indipendentemente dalla razza e dalla nazionalit� a cui appartengono, dal sesso, dalla confessione, dal grado di istruzione, dalla residenza, dall'origine sociale, dalla condizione economica, dalla loro passata attivit�, hanno diritto di partecipare alle elezioni dei deputati ad eccezione dei minorati e delle persone condannate dal tribunale con privazione dei diritti elettorali.
Ogni cittadino dell'U.R.S.S., che abbia compiuto i 23 anni, pu� essere eletto deputato al Soviet Supremo dell'U.R.S.S., indipendentemente dalla razza e dalla nazionalit� a cui appartiene, dal sesso, dalla confessione, dal grado d'istruzione, dalla residenza, dall'origine sociale, dalla condizione economica e dalla sua passata attivit�.

ARTICOLO 136
Le elezioni dei deputati si fanno a suffragio eguale: ogni cittadino dispone di un voto; tutti i cittadini partecipano alle elezioni a eguali condizioni.

ARTICOLO 137
Le donne godono del diritto di eleggere e (li essere elette a parit� degli uomini.

ARTICOLO 138
I cittadini che si trovano nelle file delle Forze Armate dell'U.R.S.S. godono del diritto di eleggere e di essere eletti a parit� di tutti i cittadini.

ARTICOLO 139
Le elezioni dei deputati si fanno a suffragio diretto: le elezioni a tutti i Soviet dei deputati dei lavoratori, a partire dal Soviet dei lavoratori di villaggio e di citt� sino al Soviet Supremo dell'U.R.S.S., si fanno dai cittadini direttamente, per via di elezione diretta.

ARTICOLO 140
L'elezione dei deputati si fa a scrutinio segreto.

ARTICULO 141
I candidati alle elezioni vengono presentati per circoscrizioni elettorali.
Il diritto di presentare dei candidati � assicurato alle organizzazioni sociali e alle associazioni dei lavoratori: alle organizzazioni del Partito Comunista, ai sindacati, alle cooperative, alle organizzazioni della giovent�, alle societ� culturali.

ARTICOLO 142
Ogni deputato � tenuto a render conto davanti agli elettori del proprio lavoro e del lavoro del Soviet dei deputati dei lavoratori e pu� essere richiamato in qualunque momento, per decisione della maggioranza degli elettori, secondo la procedura stabilita dalla legge.

CAPITOLO XII
STEMMA, BANDIERA, CAPITALE

ARTICOLO 143
Lo stemma di Stato dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche si compone della falce e del martello sul globo terrestre disegnato nel sole raggiante e circondato da spighe di grano, con la scritta nelle lingue delle Repubbliche federate: �Proletari di tutti i paesi, unitevi!� La parte superiore dello stemma reca la stella a cinque punte.

ARTICOLO 144
La bandiera di Stato dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche � un drappo
rosso, nell'angolo superiore del quale, presso l'asta, sono disegnati una falce e un martello d'oro sormontati da una stella rossa a cinque punte, orlata d'oro. Il rapporto tra la larghezza e la lunghezza � di uno a due.

ARTICOLO 145
La capitale dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche � la citt� di Mosca.

Capitolo XIII
PROCEDURA PER LA MODIFICA
DELLA COSTITUZIONE


ARTICOLO 146
La Costituzione dell'U.R.S.S. pu� essere modificata soltanto per decisione del Soviet Supremo dell'U.R.S.S., approvata dalla maggioranza di almeno due terzi dei voti in ognuna delle due Camere.

 


comunisti italiani

 

Segreteria

ARMANDO COSSUTTA - Presidente
OLIVIERO DILIBERTO - Segretario
PINO SGOBIO - Tesoriere
ALESSIO D'AMATO - Manifestazioni nazionali
KATIA BELLILLO - Diritti civili
ROSALBA CESINI - Coordinamento lavori segreteria
MAURA COSSUTTA - Politiche sociali
SEVERINO GALANTE - Organizzazione
PAOLO GUERRINI - Problemi dello Stato
LUIGI MARINO - Capogruppo Senato
GIANFRANCO PAGLIARULO - Direttore La Rinascita
MARCO RIZZO - Capogruppo Camera
ROBERTO SOFFRITTI - Enti Locali
DINO TIBALDI - Lavoro
IACOPO VENIER - Politiche internazionali

Direzione

ARMANDO COSSUTTA (PRESIDENTE)
OLIVIERO DILIBERTO (SEGRETARIO)
PINO SGOBIO (TESORIERE)
LILLI ALBANESE
RENATO ALBERTINI - Presidente CNG
NICOLA ATALMI - Movimenti e pace
KATIA BELLILLO
PIERGIORGIO BERGONZI - Scuola
ROBERTO BORRI
CARLO CARLINI
CLAUDIO CARON - Costruzione del partito nei luoghi di lavoro
ROBERTO CARPINELLI
GEMMA CAVALLO
ROSALBA CESINI
VINCENZO CHIEPPA
GIOVANNA COCCIA
FRANCESCA CORSO
MAURA COSSUTTA
ROSARIO CROCETTA
SALVATORE CROCETTA - Mezzogiorno
ANTONINO CUFFARO - Universit� e ricerca scientifica
ALESSIO D'AMATO
GIACOMO DE ANGELIS
ANGELO DI ROSA
LOREDANA DOLCI
MARISA FABBRI
NINO FROSINI
SEVERINO GALANTE
ROBERTO GALTIERI
ROCCO GIACOMINO
GENNARO GIANSANTI
PAOLO GUERRINI
ORAZIO LICANDRO
RICCARDO LUCCIO - Vicepresidente vicario CNG
MONICA MACCHIONI
NICOLA MACORETTA
GLORIA MALASPINA
LUIGI MARINO
LORENZO MARZULLO
MARIO MICHELANGELI
ROSANNA MORONI
ANGELO MUZIO
FRANCO NAPOLETANO
VITTORIO NOLLI
GIANFRANCO PAGLIARULO
MANUELA PALERMI - Comunicazione e propaganda
VALENTINA FILIPPA PATERNO'
MARIA PELLEGATTA
PAOLA PELLEGRINI - Cultura e formazione quadri
LUIGI PERNA
MONICA PERUGINI
ALESSANDRO PIGNATIELLO - Coordinatore dip. Organizzazione
GABRIELLA PISTONE - Politiche abitative
DANIELA POLENGHI
CESARE PROCACCINI
SARA RANOCCHIARO
MARCO RIZZO
LUCA ROBOTTI
ROBERTO SOFFRITTI
DINO TIBALDI
MICHELANGELO TRIPODI
GIROLAMO TRIPODI - Legalit� e antimafia
GIOVANNI VALENTE
JACOPO VENIER
ENRICO VESCO
BRUNA ZORZINI

Invitati permanenti
MARIO BOYER
PIERO LEONESIO
GIOVANNI PAGLIARINI

Incarichi di lavoro nel Comitato Centrale
NEDO BARZANTI - Agricoltura
ALDO BRUNO - Trasporti
ROSALBA CARENA - Coordinamento Pasolini
PRIMO GALDELLI - Politiche ambientali
CLAUDIO GIORGI - Tesseramento
GIANNI MONTESANO - Informazione
SERGIO PASTORE - Giustizia e istituzioni
MARIO TORELLI - Comitato Scientifico

GLI ORGANISMI DIRIGENTI del PARTITO dei COMUNISTI ITALIANI



 

 

 

 

 

 

 

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Il Manifesto del Partito Comunista

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Prefazione

 

Uno spettro s'aggira per l'Europa - lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa battuta di caccia contro questo spettro: papa e zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.

Quale partito d'opposizione non � stato tacciato di comunismo dai suoi avversari di governo; qual partito d'opposizione non ha rilanciato l'infamante accusa di comunismo tanto sugli uomini pi� progrediti dell'opposizione stessa, quanto sui propri avversari reazionari?

Da questo fatto scaturiscono due specie di conclusioni.

Il comunismo � di gi� riconosciuto come potenza da tutte le potenze europee.

E` ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso.

A questo scopo si sono riuniti a Londra comunisti delle nazionalit� pi� diverse e hanno redatto il seguente manifesto che viene pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, fiammingo e danese.

 

Borghesi e Proletari

 

La storia di ogni societ� esistita fino a questo momento, � storia di lotte di classi.

Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta � finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la societ� o con la comune rovina delle classi in lotta.

Nelle epoche passate della storia troviamo quasi dappertutto una completa articolazione della societ� in differenti ordini, una molteplice graduazione delle posizioni sociali. In Roma antica abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel medioevo signori feudali, vassalli, membri delle corporazioni, garzoni, servi della gleba, e, per di pi�, anche particolari graduazioni in quasi ognuna di queste classi.

La societ� civile moderna, sorta dal tramonto della societ� feudale, non ha eliminato gli antagonismi fra le classi. Essa ha soltanto sostituito alle antiche, nuove classi, nuove condizioni di oppressione, nuove forme di lotta.

La nostra epoca, l'epoca della borghesia, si distingue per� dalle altre per aver semplificato gli antagonismi di classe. L'intera societ� si va scindendo sempre pi� in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente contrapposte l'una all'altra: borghesia e proletariato.

Dai servi della gleba del medioevo sorse il popolo minuto delle prime citt�; da questo popolo minuto si svilupparono i primi elementi della borghesia.

La scoperta dell'America, la circumnavigazione dell'Africa crearono alla sorgente borghesia un nuovo terreno. Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell'America, gli scambi con le colonie, l'aumento dei mezzi di scambio e delle merci in genere diedero al commercio, alla navigazione, all'industria uno slancio fino allora mai conosciuto, e con ci� impressero un rapido sviluppo all'elemento rivoluzionario entro la societ� feudale in disgregazione.

L'esercizio dell'industria, feudale o corporativo, in uso fino allora non bastava pi� al fabbisogno che aumentava con i nuovi mercati. Al suo posto subentr� la manifattura. Il medio ceto industriale soppiant� i maestri artigiani; la divisione del lavoro fra le diverse corporazioni scomparve davanti alla divisione del lavoro nella singola officina stessa.

Ma i mercati crescevano sempre, il fabbisogno saliva sempre. Neppure la manifattura era pi� sufficiente. Allora il vapore e le macchine rivoluzionarono la produzione industriale. All'industria manifatturiera subentr� la grande industria moderna; al ceto medio industriale subentrarono i milionari dell'industria, i capi di interi eserciti industriali, i borghesi moderni.

La grande industria ha creato quel mercato mondiale, ch'era stato preparato dalla scoperta dell'America. Il mercato mondiale ha dato uno sviluppo immenso al commercio, alla navigazione, alle comunicazioni per via di terra. Questo sviluppo ha reagito a sua volta sull'espansione dell'industria, e nella stessa misura in cui si estendevano industria, commercio, navigazione, ferrovie, si � sviluppata la borghesia, ha accresciuto i suoi capitali e ha respinto nel retroscena tutte le classi tramandate dal medioevo.

Vediamo dunque come la borghesia moderna � essa stessa il prodotto d'un lungo processo di sviluppo, d'una serie di rivolgimenti nei modi di produzione e di traffico.

Ognuno di questi stadi di sviluppo della borghesia era accompagnato da un corrispondente progresso politico. Ceto oppresso sotto il dominio dei signori feudali, insieme di associazioni armate ed autonome nel Comune, talvolta sotto la forma di repubblica municipale indipendente, talvolta di terzo stato tributario della monarchia, poi all'epoca dell'industria manifatturiera, nella monarchia controllata dagli stati come in quella assoluta, contrappeso alla nobilt�, e fondamento principale delle grandi monarchie in genere, la borghesia, infine, dopo la creazione della grande industria e del mercato mondiale, si � conquistata il dominio politico esclusivo dello Stato rappresentativo moderno. Il potere statale moderno non � che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.

La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.

Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignit� personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libert� patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libert� di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche.

La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attivit� che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l'uomo della scienza, in salariati ai suoi stipendi.

La borghesia ha strappato il commovente velo sentimentale al rapporto familiare e lo ha ricondotto a un puro rapporto di denaro.

La borghesia ha svelato come la brutale manifestazione di forza che la reazione ammira tanto nel medioevo, avesse la sua appropriata integrazione nella pi� pigra infingardaggine. Solo la borghesia ha dimostrato che cosa possa compiere l'attivit� dell'uomo. Essa ha compiuto ben altre meraviglie che le piramidi egiziane, acquedotti romani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e le crociate.

La borghesia non pu� esistere senza rivoluzionare continuamente gli strumenti di produzione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rapporti sociali. Prima condizione di esistenza di tutte le classi industriali precedenti era invece l'immutato mantenimento del vecchio sistema di produzione. Il continuo rivoluzionamento della produzione, l'ininterrotto scuotimento di tutte le situazioni sociali, l'incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l'epoca dei borghesi fra tutte le epoche precedenti. Si dissolvono tutti i rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito di idee e di concetti antichi e venerandi, e tutte le idee e i concetti nuovi invecchiano prima di potersi fissare. Si volatilizza tutto ci� che vi era di corporativo e di stabile, � profanata ogni cosa sacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guardare con occhio disincantato la propria posizione e i propri reciproci rapporti.

Il bisogno di uno smercio sempre pi� esteso per i suoi prodotti sospinge la borghesia a percorrere tutto il globo terrestre. Dappertutto deve annidarsi, dappertutto deve costruire le sue basi, dappertutto deve creare relazioni.

Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un'impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Ha tolto di sotto i piedi dell'industria il suo terreno nazionale, con gran rammarico dei reazionari. Le antichissime industrie nazionali sono state distrutte, e ancora adesso vengono distrutte ogni giorno. Vengono soppiantate da industrie nuove, la cui introduzione diventa questione di vita o di morte per tutte le nazioni civili, da industrie che non lavorano pi� soltanto le materie prime del luogo, ma delle zone pi� remote, e i cui prodotti non vengono consumati solo dal paese stesso, ma anche in tutte le parti del mondo. Ai vecchi bisogni, soddisfatti con i prodotti del paese, subentrano bisogni nuovi, che per essere soddisfatti esigono i prodotti dei paesi e dei climi pi� lontani. All'antica autosufficienza e all'antico isolamento locali e nazionali subentra uno scambio universale, una interdipendenza universale fra le nazioni. E come per la produzione materiale, cos� per quella intellettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. L'unilateralit� e la ristrettezza nazionali divengono sempre pi� impossibili, e dalle molte letterature nazionali e locali si forma una letteratura mondiale.

Con il rapido miglioramento di tutti gli strumenti di produzione, con le comunicazioni infinitamente agevolate, la borghesia trascina nella civilt� tutte le nazioni, anche le pi� barbare. I bassi prezzi delle sue merci sono l'artiglieria pesante con la quale spiana tutte le muraglie cinesi, con la quale costringe alla capitolazione la pi� tenace xenofobia dei barbari. Costringe tutte le nazioni ad adottare il sistema di produzione della borghesia, se non vogliono andare in rovina, le costringe ad introdurre in casa loro la cosiddetta civilt�, cio� a diventare borghesi. In una parola: essa si crea un mondo a propria immagine e somiglianza.

La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della citt�. Ha creato citt� enormi, ha accresciuto su grande scala la cifra della popolazione urbana in confronto di quella rurale, strappando in tal modo una parte notevole della popolazione all'idiotismo della vita rurale. Come ha reso la campagna dipendente dalla citt�, la borghesia ha reso i paesi barbari e semibarbari dipendenti da quelli inciviliti, i popoli di contadini da quelli di borghesi, l'Oriente dall'Occidente.

La borghesia elimina sempre pi� la dispersione dei mezzi di produzione, della propriet� e della popolazione. Ha agglomerato la popolazione, ha centralizzato i mezzi di produzione, e ha concentrato in poche mani la propriet�. Ne � stata conseguenza necessaria la centralizzazione politica. Province indipendenti, legate quasi solo da vincoli federali, con interessi, leggi, governi e dazi differenti, vennero strette in una sola nazione, sotto un solo governo, una sola legge, un solo interesse nazionale di classe, entro una sola barriera doganale.

Durante il suo dominio di classe appena secolare la borghesia ha creato forze produttive in massa molto maggiore e pi� colossali che non avessero mai fatto tutte insieme le altre generazioni del passato. Il soggiogamento delle forze naturali, le macchine, l'applicazione della chimica all'industria e all'agricoltura, la navigazione a vapore, le ferrovie, i telegrafi elettrici, il dissodamento d'interi continenti, la navigabilit� dei fiumi, popolazioni intere sorte quasi per incanto dal suolo -quale dei secoli antecedenti immaginava che nel grembo del lavoro sociale stessero sopite tali forze produttive?

Ma abbiamo visto che i mezzi di produzione e di scambio sulla cui base si era venuta costituendo la borghesia erano stati prodotti entro la societ� feudale. A un certo grado dello sviluppo di quei mezzi di produzione e di scambio, le condizioni nelle quali la societ� feudale produceva e scambiava, l'organizzazione feudale dell'agricoltura e della manifattura, in una parola i rapporti feudali della propriet�, non corrisposero pi� alle forze produttive ormai sviluppate. Essi inceppavano la produzione invece di promuoverla. Si trasformarono in altrettante catene. Dovevano essere spezzate e furono spezzate.

Ad esse subentr� la libera concorrenza con la confacente costituzione sociale e politica, con il dominio economico e politico della classe dei borghesi.

Sotto i nostri occhi si svolge un moto analogo. I rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di propriet�, la societ� borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio cos� potenti, rassomiglia al mago che non riesce pi� a dominare le potenze degli inferi da lui evocate. Sono decenni ormai che la storia dell'industria e del commercio � soltanto storia della rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cio� contro i rapporti di propriet� che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro periodico ritorno mettono in forse sempre pi� minacciosamente l'esistenza di tutta la societ� borghese.

Nelle crisi commerciali viene regolarmente distrutta non solo una parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte delle forze produttive gi� create. Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in tutte le epoche precedenti sarebbe apparsa un assurdo: l'epidemia della sovraproduzione. La societ� si trova all'improvviso ricondotta a uno stato di momentanea barbarie; sembra che una carestia, una guerra generale di sterminio le abbiano tagliato tutti i mezzi di sussistenza; l'industria, il commercio sembrano distrutti. E perch�? Perch� la societ� possiede troppa civilt�, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive che sono a sua disposizione non servono pi� a promuovere la civilt� borghese e i rapporti borghesi di propriet�; anzi, sono divenute troppo potenti per quei rapporti e ne vengono ostacolate, e appena superano questo ostacolo mettono in disordine tutta la societ� borghese, mettono in pericolo l'esistenza della propriet� borghese. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter contenere la ricchezza da essi stessi prodotta. -Con quale mezzo la borghesia supera le crisi? Da un lato, con la distruzione coatta di una massa di forze produttive; dall'altro, con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento pi� intenso dei vecchi. Dunque, con quali mezzi? Mediante la preparazione di crisi pi� generali e pi� violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le crisi stesse.

A questo momento le armi che son servite alla borghesia per atterrare il feudalesimo si rivolgono contro la borghesia stessa.

Ma la borghesia non ha soltanto fabbricato le armi che la porteranno alla morte; ha anche generato gli uomini che impugneranno quelle armi: gli operai moderni, i proletari.

Nella stessa proporzione in cui si sviluppa la borghesia, cio� il capitale, si sviluppa il proletariato, la classe degli operai moderni, che vivono solo fintantoch� trovano lavoro, e che trovano lavoro solo fintantoch� il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo commerciale, e sono quindi esposti, come le altre merci, a tutte le alterne vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato.

Con l'estendersi dell'uso delle macchine e con la divisione del lavoro, il lavoro dei proletari ha perduto ogni carattere indipendente e con ci� ogni attrattiva per l'operaio. Egli diviene un semplice accessorio della macchina, al quale si richiede soltanto un'operazione manuale semplicissima, estremamente monotona e facilissima da imparare. Quindi le spese che causa l'operaio si limitano quasi esclusivamente ai mezzi di sussistenza dei quali egli ha bisogno per il proprio mantenimento e per la riproduzione della specie. Ma il prezzo di una merce, quindi anche quello del lavoro, � uguale ai suoi costi di produzione. Quindi il salario decresce nella stessa proporzione in cui aumenta il tedio del lavoro. Anzi, nella stessa proporzione dell'aumento dell'uso delle macchine e della divisione del lavoro, aumenta anche la massa del lavoro, sia attraverso l'aumento delle ore di lavoro, sia attraverso l'aumento del lavoro che si esige in una data unit� di tempo, attraverso l'accresciuta celerit� delle macchine, e cos� via.

L'industria moderna ha trasformato la piccola officina del maestro artigiano patriarcale nella grande fabbrica del capitalista industriale. Masse di operai addensate nelle fabbriche vengono organizzate militarmente. E vengono poste, come soldati semplici dell'industria, sotto la sorveglianza di una completa gerarchia di sottufficiali e ufficiali. Gli operai non sono soltanto servi della classe dei borghesi, ma vengono asserviti giorno per giorno, ora per ora dalla macchina, dal sorvegliante, e soprattutto dal singolo borghese fabbricante in persona. Questo dispotismo � tanto pi� meschino, odioso ed esasperante, quanto pi� apertamente esso proclama come fine ultimo il guadagno.

Quanto meno il lavoro manuale esige abilit� ed esplicazione di forza, cio� quanto pi� si sviluppa l'industria moderna, tanto pi� il lavoro degli uomini viene soppiantato da quello delle donne [e dei fanciulli]. Per la classe operaia non han pi� valore sociale le differenze di sesso e di et�. Ormai ci sono soltanto strumenti di lavoro che costano pi� o meno a seconda dell'et� e del sesso.

Quando lo sfruttamento dell'operaio da parte del padrone di fabbrica � terminato in quanto all'operaio viene pagato il suo salario in contanti, si gettano su di lui le altre parti della borghesia, il padron di casa, il bottegaio, il prestatore su pegno e cos� via.

Quelli che fino a questo momento erano i piccoli ordini medi, cio� i piccoli industriali, i piccoli commercianti e coloro che vivevano di piccole rendite, gli artigiani e i contadini, tutte queste classi precipitano nel proletariato, in parte per il fatto che il loro piccolo capitale non � sufficiente per l'esercizio della grande industria e soccombe nella concorrenza con i capitalisti pi� forti, in parte per il fatto che la loro abilit� viene svalutata da nuovi sistemi di produzione. Cos� il proletariato si recluta in tutte le classi della popolazione.

Il proletariato passa attraverso vari gradi di sviluppo. La sua lotta contro la borghesia comincia con la sua esistenza.

Da principio singoli operai, poi gli operai di una fabbrica, poi gli operai di una branca di lavoro in un dato luogo lottano contro il singolo borghese che li sfrutta direttamente.

Essi non dirigono i loro attacchi soltanto contro i rapporti borghesi di produzione, ma contro gli stessi strumenti di produzione; distruggono le merci straniere che fan loro concorrenza, fracassano le macchine, danno fuoco alle fabbriche, cercano di riconquistarsi la tramontata posizione del lavoratore medievale.

In questo stadio gli operai costituiscono una massa disseminata per tutto il paese e dispersa a causa della concorrenza. La solidariet� di maggiori masse operaie non � ancora il risultato della loro propria unione, ma della unione della borghesia, la quale, per il raggiungimento dei propri fini politici, deve mettere in movimento tutto il proletariato, e per il momento pu� ancora farlo. Dunque, in questo stadio i proletari combattono non i propri nemici, ma i nemici dei propri nemici, gli avanzi della monarchia assoluta, i proprietari fondiari, i borghesi non industriali, i piccoli borghesi. Cos� tutto il movimento della storia � concentrato nelle mani della borghesia; ogni vittoria raggiunta in questo modo � una vittoria della borghesia.

Ma il proletariato, con lo sviluppo dell'industria, non solo si moltiplica; viene addensato in masse pi� grandi, la sua forza cresce, ed esso la sente di pi�. Gli interessi, le condizioni di esistenza all'interno del proletariato si vanno sempre pi� agguagliando man mano che le macchine cancellano le differenze del lavoro e fanno discendere quasi dappertutto il salario a un livello ugualmente basso. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre pi� oscillante il salario degli operai; l'incessante e sempre pi� rapido sviluppo del perfezionamento delle macchine rende sempre pi� incerto il complesso della loro esistenza; le collisioni fra il singolo operaio e il singolo borghese assumono sempre pi� il carattere di collisioni di due classi. Gli operai cominciano col formare coalizioni contro i borghesi, e si riuniscono per difendere il loro salario. Fondano perfino associazioni permanenti per approvvigionarsi in vista di quegli eventuali sollevamenti. Qua e l� la lotta prorompe in sommosse.

Ogni tanto vincono gli operai; ma solo transitoriamente. Il vero e proprio risultato delle lotte non � il successo immediato, ma il fatto che l'unione degli operai si estende sempre pi�. Essa � favorita dall'aumento dei mezzi di comunicazione, prodotti dalla grande industria, che mettono in collegamento gli operai delle diverse localit�. E basta questo collegamento per centralizzare in una lotta nazionale, in una lotta di classe, le molte lotte locali che hanno dappertutto uguale carattere. Ma ogni lotta di classi � lotta politica. E quella unione per la quale i cittadini del medioevo con le loro strade vicinali ebbero bisogno di secoli, i proletari moderni con le ferrovie la attuano in pochi anni.

Questa organizzazione dei proletari in classe e quindi in partito politico torna ad essere spezzata ogni momento dalla concorrenza fra gli operai stessi. Ma risorge sempre di nuovo, pi� forte, pi� salda, pi� potente. Essa impone il riconoscimento in forma di legge di singoli interessi degli operai, approfittando delle scissioni all'interno della borghesia. Cos� fu per la legge delle dieci ore di lavoro in Inghilterra.

In genere, i conflitti insiti nella vecchia societ� promuovono in molte maniere il processo evolutivo del proletariato. La borghesia � sempre in lotta; da principio contro l'aristocrazia, pi� tardi contro le parti della stessa borghesia i cui interessi vengono a contrasto con il progresso dell'industria, e sempre contro la borghesia di tutti i paesi stranieri. In tutte queste lotte essa si vede costretta a fare appello al proletariato, a valersi del suo aiuto, e a trascinarlo cos� entro il movimento politico. Essa stessa dunque reca al proletariato i propri elementi di educazione, cio� armi contro se stessa.

Inoltre, come abbiamo veduto, il progresso dell'industria precipita nel proletariato intere sezioni della classe dominante, o per lo meno ne minaccia le condizioni di esistenza. Anch'esse arrecano al proletariato una massa di elementi di educazione.

Infine, in tempi nei quali la lotta delle classi si avvicina al momento decisivo, il processo di disgregazione all'interno della classe dominante, di tutta la vecchia societ�, assume un carattere cos� violento, cos� aspro, che una piccola parte della classe dominante si distacca da essa e si unisce alla classe rivoluzionaria, alla classe che tiene in mano l'avvenire. Quindi, come prima una parte della nobilt� era passata alla borghesia, cos� ora una parte della borghesia passa al proletariato; e specialmente una parte degli ideologi borghesi, che sono riusciti a giungere alla intelligenza teorica del movimento storico nel suo insieme.

Fra tutte le classi che oggi stanno di contro alla borghesia, il proletariato soltanto � una classe realmente rivoluzionaria. Le altre classi decadono e tramontano con la grande industria; il proletariato � il suo prodotto pi� specifico.

Gli ordini medi, il piccolo industriale, il piccolo commerciante, l'artigiano, il contadino, combattono tutti la borghesia, per premunire dalla scomparsa la propria esistenza come ordini medi. Quindi non sono rivoluzionari, ma conservatori. Anzi, sono reazionari, poich� cercano di far girare all'indietro la ruota della storia. Quando sono rivoluzionari, sono tali in vista del loro imminente passaggio al proletariato, non difendono i loro interessi presenti, ma i loro interessi futuri, e abbandonano il proprio punto di vista, per mettersi da quello del proletariato.

Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli infimi strati della societ�, che in seguito a una rivoluzione proletaria viene scagliato qua e l� nel movimento, sar� pi� disposto, date tutte le sue condizioni di vita, a lasciarsi comprare per mene reazionarie.

Le condizioni di esistenza della vecchia societ� sono gi� annullate nelle condizioni di esistenza del proletariato. Il proletario � senza propriet�; il suo rapporto con moglie e figli non ha pi� nulla in comune con il rapporto familiare borghese; il lavoro industriale moderno, il soggiogamento moderno del capitale, identico in Inghilterra e in Francia, in America e in Germania, lo ha spogliato di ogni carattere nazionale. Leggi, morale, religione sono per lui altrettanti pregiudizi borghesi, dietro i quali si nascondono altrettanti interessi borghesi.

Tutte le classi che si sono finora conquistato il potere hanno cercato di garantire la posizione di vita gi� acquisita, assoggettando l'intera societ� alle condizioni della loro acquisizione. I proletari possono conquistarsi le forze produttive della societ� soltanto abolendo il loro proprio sistema di appropriazione avuto sino a questo momento, e per ci� stesso l'intero sistema di appropriazione che c'� stato finora. I proletari non hanno da salvaguardare nulla di proprio, hanno da distruggere tutta la sicurezza privata e tutte le assicurazioni private che ci sono state fin qui.

Tutti i movimenti precedenti sono stati movimenti di minoranze, o avvenuti nell'interesse di minoranze. Il movimento proletario � il movimento indipendente della immensa maggioranza. Il proletariato, lo strato pi� basso della societ� odierna, non pu� sollevarsi, non pu� drizzarsi, senza che salti per aria l'intera soprastruttura degli strati che formano la societ� ufficiale.

La lotta del proletariato contro la borghesia � in un primo tempo lotta nazionale, anche se non sostanzialmente, certo formalmente. E` naturale che il proletariato di ciascun paese debba anzitutto sbrigarsela con la propria borghesia.

Delineando le fasi pi� generali dello sviluppo del proletariato, abbiamo seguito la guerra civile pi� o meno latente all'interno della societ� attuale, fino al momento nel quale quella guerra erompe in aperta rivoluzione e nel quale il proletariato fonda il suo dominio attraverso il violento abbattimento della borghesia.

Ogni societ� si � basata finora, come abbiam visto, sul contrasto fra classi di oppressori e classi di oppressi. Ma, per poter opprimere una classe, le debbono essere assicurate condizioni entro le quali essa possa per lo meno stentare la sua vita di schiava. Il servo della gleba, lavorando nel suo stato di servo della gleba, ha potuto elevarsi a membro del comune, come il cittadino minuto, lavorando sotto il giogo dell'assolutismo feudale, ha potuto elevarsi a borghese. Ma l'operaio moderno, invece di elevarsi man mano che l'industria progredisce, scende sempre pi� al disotto delle condizioni della sua propria classe. L'operaio diventa un povero, e il pauperismo si sviluppa anche pi� rapidamente che la popolazione e la ricchezza. Da tutto ci� appare manifesto che la borghesia non � in grado di rimanere ancora pi� a lungo la classe dominante della societ� e di imporre alla societ� le condizioni di vita della propria classe come legge regolatrice. Non � capace di dominare, perch� non � capace di garantire l'esistenza al proprio schiavo neppure entro la sua schiavit�, perch� � costretta a lasciarlo sprofondare in una situazione nella quale, invece di esser da lui nutrita, essa � costretta a nutrirlo. La societ� non pu� pi� vivere sotto la classe borghese, vale a dire la esistenza della classe borghese non � pi� compatibile con la societ�.

La condizione pi� importante per l'esistenza e per il dominio della classe borghese � l'accumularsi della ricchezza nelle mani di privati, la formazione e la moltiplicazione del capitale; condizione del capitale � il lavoro salariato. Il lavoro salariato poggia esclusivamente sulla concorrenza degli operai tra di loro. Il progresso dell'industria, del quale la borghesia � veicolo involontario e passivo, fa subentrare all'isolamento degli operai risultante dalla concorrenza, la loro unione rivoluzionaria, risultante dall'associazione. Con lo sviluppo della grande industria, dunque, vien tolto di sotto ai piedi della borghesia il terreno stesso sul quale essa produce e si appropria i prodotti. Essa produce anzitutto i suoi seppellitori. Il suo tramonto e la vittoria del proletariato sono del pari inevitabili.

 

Proletari e Comunisti

 

In che rapporto sono i comunisti con i proletari in genere?

I comunisti non sono un partito particolare di fronte agli altri partiti operai.

I comunisti non hanno interessi distinti dagli interessi di tutto il proletariato.

I comunisti non pongono princ�pi speciali sui quali vogliano modellare il movimento proletario.

I comunisti si distinguono dagli altri partiti proletari solo per il fatto che da una parte essi mettono in rilievo e fanno valere gli interessi comuni, indipendenti dalla nazionalit�, dell'intero proletariato, nelle varie lotte nazionali dei proletari; e dall'altra per il fatto che sostengono costantemente l'interesse del movimento complessivo, attraverso i vari stadi di sviluppo percorsi dalla lotta fra proletariato e borghesia.

Quindi in pratica i comunisti sono la parte progressiva pi� risoluta dei partiti operai di tutti i paesi, e quanto alla teoria essi hanno il vantaggio sulla restante massa del proletariato, di comprendere le condizioni, l'andamento e i risultati generali del movimento proletario.

Lo scopo immediato dei comunisti � lo stesso di tutti gli altri proletari: formazione del proletariato in classe, abbattimento del dominio della borghesia, conquista del potere politico da parte del proletariato.

Le proposizioni teoriche dei comunisti non poggiano affatto su idee, su princ�pi inventati o scoperti da questo o quel riformatore del mondo.

Esse sono semplicemente espressioni generali di rapporti di fatto di una esistente lotta di classi, cio� di un movimento storico che si svolge sotto i nostri occhi. L'abolizione di rapporti di propriet� esistiti fino a un dato momento non � qualcosa di distintivo peculiare del comunismo.

Tutti i rapporti di propriet� sono stati soggetti a continui cambiamenti storici, a una continua alterazione storica.

Per esempio, la rivoluzione francese abol� la propriet� feudale in favore di quella borghese.

Quel che contraddistingue il comunismo non � l'abolizione della propriet� in generale, bens� l'abolizione della propriet� borghese. La propriet� privata borghese moderna � l'ultima e la pi� perfetta espressione della produzione e dell'appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.

Ci si � rinfacciato, a noi comunisti che vogliamo abolire la propriet� acquistata personalmente, frutto del lavoro diretto e personale; la propriet� che costituirebbe il fondamento di ogni libert�, attivit� e autonomia personale.

Propriet� frutto del proprio lavoro, acquistata, guadagnata con le proprie forze! Parlate della propriet� del minuto cittadino, del piccolo contadino che ha preceduto la propriet� borghese? Non c'� bisogno che l'aboliamo noi, l'ha abolita e la va abolendo di giorno in giorno lo sviluppo dell'industria.

O parlate della moderna propriet� privata borghese?

Ma il lavoro salariato, il lavoro del proletario, crea propriet� a questo proletario? Affatto. Il lavoro del proletario crea il capitale, cio� quella propriet� che sfrutta il lavoro salariato, che pu� moltiplicarsi solo a condizione di generare nuovo lavoro salariato, per sfruttarlo di nuovo. La propriet� nella sua forma attuale si muove entro l'antagonismo fra capitale e lavoro salariato. Esaminiamo i due termini di questo antagonismo. Essere capitalista significa occupare nella produzione non soltanto una pura posizione personale, ma una posizione sociale.

Il capitale � un prodotto collettivo e pu� essere messo in moto solo mediante una attivit� comune di molti membri, anzi in ultima istanza solo mediante l'attivit� comune di tutti i membri della societ�.

Dunque, il capitale non � una potenza personale; � una potenza sociale.

Dunque, se il capitale viene trasformato in propriet� collettiva, appartenente a tutti i membri della societ�, non c'� trasformazione di propriet� personale in propriet� sociale. Si trasforma soltanto il carattere sociale della propriet�. La propriet� perde il suo carattere di classe.

Veniamo al lavoro salariato.

Il prezzo medio del lavoro salariato � il minimo del salario del lavoro, cio� � la somma dei mezzi di sussistenza che sono necessari per mantenere in vita l'operaio in quanto operaio. Dunque, quello che l'operaio salariato s'appropria mediante la sua attivit� � sufficiente soltanto per riprodurre la sua nuda esistenza. Noi non vogliamo affatto abolire questa appropriazione personale dei prodotti del lavoro per la riproduzione della esistenza immediata, appropriazione che non lascia alcun residuo di profitto netto tale da poter conferire potere sul lavoro altrui. Vogliamo eliminare soltanto il carattere miserabile di questa appropriazione, nella quale l'operaio vive solo allo scopo di accrescere il capitale, e vive solo quel tanto che esige l'interesse della classe dominante.

Nella societ� borghese il lavoro vivo � soltanto un mezzo per moltiplicare il lavoro accumulato. Nella societ� comunista il lavoro accumulato � soltanto un mezzo per ampliare, per arricchire, per far progredire il ritmo d'esistenza degli operai.

Dunque nella societ� borghese il passato domina sul presente, nella societ� comunista il presente domina sul passato. Nella societ� borghese il capitale � indipendente e personale, mentre l'individuo operante � dipendente e impersonale.

E la borghesia chiama abolizione della personalit� e della libert� l'abolizione di questo rapporto! E a ragione: infatti, si tratta dell'abolizione della personalit�, della indipendenza e della libert� del borghese.

Entro gli attuali rapporti di produzione borghesi per libert� s'intende il libero commercio, la libera compravendita.

Ma scomparso il traffico, scompare anche il libero traffico. Le frasi sul libero traffico, come tutte le altre bravate sulla libert� della nostra borghesia, hanno senso, in genere, soltanto rispetto al traffico vincolato, rispetto al cittadino asservito del medioevo; ma non hanno senso rispetto alla abolizione comunista del traffico, dei rapporti borghesi di produzione e della stessa borghesia.

Voi inorridite perch� vogliamo abolire la propriet� privata. Ma nella vostra societ� attuale la propriet� privata � abolita per i nove decimi dei suoi membri; la propriet� privata esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste. Dunque voi ci rimproverate di voler abolire una propriet� che presuppone come condizione necessaria la privazione della propriet� dell'enorme maggioranza della societ�.

In una parola, voi ci rimproverate di volere abolire la vostra propriet�.

Certo, questo vogliamo.

Appena il lavoro non pu� pi� essere trasformato in capitale, in denaro, in rendita fondiaria, insomma in una potenza sociale monopolizzabile, cio�, appena la propriet� personale non pu� pi� convertirsi in propriet� borghese, voi dichiarate che � abolita la persona.

Dunque confessate che per persona non intendete nient'altro che il borghese, il proprietario borghese. Certo questa persona deve essere abolita.

Il comunismo non toglie a nessuno il potere di appropriarsi prodotti della societ�, toglie soltanto il potere di assoggettarsi il lavoro altrui mediante tale appropriazione.

Si � obiettato che con l'abolizione della propriet� privata cesserebbe ogni attivit� e prenderebbe piede una pigrizia generale.

Da questo punto di vista, gi� da molto tempo la societ� borghese dovrebbe essere andata in rovina per pigrizia, poich� in essa coloro che lavorano, non guadagnano, e quelli che guadagnano, non lavorano. Tutto lo scrupolo sbocca nella tautologia che appena non c'� pi� capitale non c'� pi� lavoro salariato.

Tutte le obiezioni che vengono mosse al sistema comunista di appropriazione e di produzione dei prodotti materiali, sono state anche estese alla appropriazione e alla produzione dei prodotti intellettuali, come il cessare della propriet� di classe � per il borghese il cessare della produzione stessa, cos� il cessare della cultura di classe � per lui identico alla fine della cultura in genere.

Quella cultura la cui perdita egli rimpiange, � per la enorme maggioranza la preparazione a diventar macchine.

Ma non discutete con noi misurando l'abolizione della propriet� borghese sul modello delle vostre idee borghesi di libert�, cultura, diritto e cos� via. Le vostre idee stesse sono prodotti dei rapporti borghesi di produzione e di propriet�, come il vostro diritto � soltanto la volont� della vostra classe elevata a legge, volont� il cui contenuto � dato nelle condizioni materiali di esistenza della vostra classe.

Voi condividete con tutte le classi dominanti tramontate quell'idea interessata mediante la quale trasformate in eterne leggi della natura e della ragione, da rapporti storici quali sono, transeunti nel corso della produzione, i vostri rapporti di produzione e di propriet�. Non vi � pi� permesso di comprendere per la propriet� borghese quel che comprendete per la propriet� antica e per la propriet� feudale.

Abolizione della famiglia! Anche i pi� estremisti si riscaldano parlando di questa ignominiosa intenzione dei comunisti.

Su che cosa si basa la famiglia attuale, la famiglia borghese? Sul capitale, sul guadagno privato. Una famiglia completamente sviluppata esiste soltanto per la borghesia: ma essa ha il suo complemento nella coatta mancanza di famiglia del proletario e nella prostituzione pubblica.

La famiglia del borghese cade naturalmente col cadere di questo suo complemento ed entrambi scompaiono con la scomparsa del capitale.

Ci rimproverate di voler abolire lo sfruttamento dei figli da parte dei genitori? Confessiamo questo delitto. Ma voi dite che sostituendo l'educazione sociale a quella familiare noi aboliamo i rapporti pi� cari.

E anche la vostra educazione, non � determinata dalla societ�? Non � determinata dai rapporti sociali entro i quali voi educate, dalla interferenza pi� o meno diretta o indiretta della societ� mediante la scuola e cos� via? I comunisti non inventano l'influenza della societ� sull'educazione, si limitano a cambiare il carattere di tale influenza, e strappano l'educazione all'influenza della classe dominante.

La fraseologia borghese sulla famiglia e sull'educazione, sull'affettuoso rapporto fra genitori e figli diventa tanto pi� nauseante, quanto pi�, per effetto della grande industria, si lacerano per il proletario tutti i vincoli familiari, e i figli sono trasformati in semplici articoli di commercio e strumenti di lavoro.

Tutta la borghesia ci grida contro in coro: ma voi comunisti volete introdurre la comunanza delle donne.

Il borghese vede nella moglie un semplice strumento di produzione. Sente dire che gli strumenti di produzione devono essere sfruttati in comune e non pu� naturalmente farsi venire in mente se non che la sorte della comunanza colpir� anche le donne.

Non sospetta neppure che si tratta proprio di abolire la posizione delle donne come semplici strumenti di produzione.

Del resto non c'� nulla di pi� ridicolo del moralissimo orrore che i nostri borghesi provano per la pretesa comunanza ufficiale delle donne fra i comunisti. I comunisti non hanno bisogno d'introdurre la comunanza delle donne; essa � esistita quasi sempre.

I nostri borghesi, non paghi d'avere a disposizione le mogli e le figlie dei proletari, per non parlare neppure della prostituzione ufficiale, trovano uno dei loro divertimenti principali nel sedursi reciprocamente le loro mogli.

In realt� il matrimonio borghese � la comunanza delle mogli. Tutt'al, pi� ai comunisti si potrebbe rimproverare di voler introdurre una comunanza delle donne ufficiale e franca al posto di una comunanza delle donne ipocritamente dissimulata. del resto � ovvio che, con l'abolizione dei rapporti attuali di produzione, scompare anche quella comunanza delle donne che ne deriva, cio� la prostituzione ufficiale e non ufficiale.

Inoltre, si � rimproverato ai comunisti ch'essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalit�.

Gli operai non hanno patria. Non si pu� togliere loro quello che non hanno. Poich� la prima cosa che il proletario deve fare � di conquistarsi il dominio politico, di elevarsi a classe nazionale, di costituire se stesso in nazione, � anch'esso ancora nazionale, seppure non certo nel senso della borghesia.

Le separazioni e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno scomparendo sempre pi� gi� con lo sviluppo della borghesia, con la libert� di commercio, col mercato mondiale, con l'uniformit� della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni d'esistenza.

Il dominio del proletariato li far� scomparire ancor di pi�. Una delle prime condizioni della sua emancipazione � l'azione unita, per lo meno dei paesi civili.

Lo sfruttamento di una nazione da parte di un'altra viene abolito nella stessa misura che viene abolito lo sfruttamento di un individuo da parte di un altro.

Con l'antagonismo delle classi all'interno delle nazioni scompare la posizione di reciproca ostilit� fra le nazioni.

Non meritano d'essere discusse in particolare le accuse che si fanno al comunismo da punti di vista religiosi, filosofici e ideologici in genere.

C'� bisogno di una profonda comprensione per capire che anche le idee, le opinioni e i concetti, insomma, anche la coscienza degli uomini, cambia col cambiare delle loro condizioni di vita, delle loro relazioni sociali, della loro esistenza sociale?

Cos'altro dimostra la storia delle idee, se non che la produzione intellettuale si trasforma assieme a quella materiale? Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.

Si parla di idee che rivoluzionano un'intera societ�; con queste parole si esprime semplicemente il fatto che entro la vecchia societ� si sono formati gli elementi di una nuova, e che la dissoluzione delle vecchie idee procede di pari passo con la dissoluzione dei vecchi rapporti d'esistenza.

Quando il mondo antico fu al tramonto, le antiche religioni furono vinte dalla religione cristiana. Quando nel secolo XVIII le idee cristiane soggiacquero alle idee dell'illuminismo, la societ� feudale dovette combattere la sua ultima lotta con la borghesia allora rivoluzionaria. Le idee della libert� di coscienza e della libert� di religione furono soltanto l'espressione del dominio della libera concorrenza nel campo della coscienza.

Ma, si dir�, certo che nel corso dello svolgimento storico le idee religiose, morali, filosofiche, politiche, giuridiche si sono modificate. Per� in questi cambiamenti la religione, la morale, al filosofia, la politica, il diritto si sono sempre conservati.

Inoltre vi sono verit� eterne, come la libert�, la giustizia e cos� via, che sono comuni a tutti gli stati della societ�. Ma il comunismo abolisce le verit� eterne, abolisce la religione, la morale, invece di trasformarle; quindi il comunismo si mette in contraddizione con tutti gli svolgimenti storici avuti sinora.

A cosa si riduce quest'accusa? La storia di tutta quanta la societ� che c'� stata fino ad oggi s'� mossa in contrasti di classe che hanno avuto un aspetto differente a seconda delle differenti epoche.

Lo sfruttamento d'una parte della societ� per opera dell'altra parte � dato di fatto comune a tutti i secoli passati, qualunque sia la forma ch'esso abbia assunto. Quindi, non c'� da meravigliarsi che la coscienza sociale di tutti i secoli si muova, nonostante ogni molteplicit� e differenza, in certe forme comuni: forme di coscienza, che si dissolvono completamente soltanto con la completa scomparsa dell'antagonismo delle classi.

La rivoluzione comunista � la pi� radicale rottura con i rapporti tradizionali di propriet�; nessuna meraviglia che nel corso del suo sviluppo si rompa con le idee tradizionali nella maniera pi� radicale.

Ma lasciamo stare le obiezioni della borghesia contro il comunismo.

Abbiamo gi� visto sopra che il primo passo sulla strada della rivoluzione operaia consiste nel fatto che il proletariato s'eleva a classe dominante, cio� nella conquista della democrazia.

Il proletariato adoprer� il suo dominio politico per strappare a poco a poco alla borghesia tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, cio� del proletariato organizzato come classe dominante, e per moltiplicare al pi� presto possibile la massa delle forze produttive.

Naturalmente, ci� pu� avvenire, in un primo momento, solo mediante interventi despotici nel diritto di propriet� e nei rapporti borghesi di produzione, cio� per mezzo di misure che appaiono insufficienti e poco consistenti dal punto di vista dell'economia; ma che nel corso del movimento si spingono al di l� dei propri limiti e sono inevitabili come mezzi per il rivolgimento dell'intero sistema di produzione.

Queste misure saranno naturalmente differenti a seconda dei differenti paesi.

Tuttavia, nei paesi pi� progrediti potranno essere applicati quasi generalmente i provvedimenti seguenti:

1.- Espropriazione della propriet� fondiaria ed impiego della rendita fondiaria per le spese dello Stato.

2.- Imposta fortemente progressiva.

3.- Abolizione del diritto di successione.

4.- Confisca della propriet� di tutti gli emigrati e ribelli.

5.- Accentramento del credito in mano dello Stato mediante una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo.

6.- Accentramento di tutti i mezzi di produzione, distribuzione, credito e trasporto in mano allo Stato.

7.- Moltiplicazione delle fabbriche di Stato, degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano collettivo.

8.- Eguale obbligo di lavoro per tutti, costituzione di eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura.

9.- Unificazione dell'esercizio dell'agricoltura e della industria, misure atte ad eliminare gradualmente l'antagonismo fra citt� e campagna.

10.- Istruzione pubblica e gratuita di tutti i fanciulli. Eliminazione del lavoro dei fanciulli nelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazione dell'istruzione con la produzione materiale e cos� via.

Quando le differenze di classe saranno scomparse nel corso dell'evoluzione, e tutta la produzione sar� concentrata in mano agli individui associati, il pubblico potere perder� il suo carattere politico. In senso proprio, il potere politico � il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra. Il proletariato, unendosi di necessit� in classe nella lotta contro la borghesia, facendosi classe dominante attraverso una rivoluzione, ed abolendo con la forza, come classe dominante, gli antichi rapporti di produzione, abolisce insieme a quei rapporti di produzione le condizioni di esistenza dell'antagonismo di classe, cio� abolisce le condizioni d'esistenza delle classi in genere, e cos� anche il suo proprio dominio in quanto classe.

Alla vecchia societ� borghese con le sue classi e i suoi antagonismi fra le classi subentra una associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno � condizione del libero sviluppo di tutti.

 

Posizione dei Comunisti di fronte ai diversi partiti di opposizione

 

Da quanto s'� detto nel secondo capitolo appare ovvio quale sia il rapporto dei comunisti coi partiti operai gi� costituiti, cio� il loro rapporto coi cartisti in Inghilterra e coi riformatori nell'America del Nord.

I comunisti lottano per raggiungere i fini e gli interessi immediati della classe operaia, ma nel movimento presente rappresentano in pari tempo l'avvenire del movimento. In Francia i comunisti si alleano al partito socialista-democratico contro la borghesia conservatrice e radicale, senza per questo rinunciare al diritto d'un contegno critico verso le frasi e le illusioni provenienti dalla tradizione rivoluzionaria.

In Svizzera essi appoggiano i radicali, senza disconoscere che questo partito � costituito da elementi contraddittori, in parte da socialisti democratici in senso francese, in parte da borghesi radicali.

Fra i polacchi, i comunisti appoggiano il partito che fa d'una rivoluzione agraria la condizione della liberazione nazionale. Lo stesso partito che promosse l'insurrezione di Cracovia del 1846.

In Germania il partito comunista combatte insieme alla borghesia contro la monarchia assoluta, contro la propriet� fondiaria feudale e il piccolo borghesume, appena la borghesia prende una posizione rivoluzionaria.

Per� il partito comunista non cessa nemmeno un istante di preparare e sviluppare fra gli operai una coscienza quanto pi� chiara � possibile dell'antagonismo ostile fra borghesia e proletariato, affinch� i lavoratori tedeschi possano subito rivolgere, come altrettante armi contro la borghesia, le condizioni sociali e politiche che la borghesia deve creare con il suo dominio, affinch� subito dopo la caduta delle classi reazionarie in Germania, cominci la lotta contro la borghesia stessa.

I comunisti rivolgono la loro attenzione sopratutto alla Germania, perch� la Germania � alla vigilia d'una rivoluzione borghese, e perch� essa compie questo rivolgimento in condizioni di civilt� generale europea pi� progredite, e con un proletariato molto pi� evoluto che non l'Inghilterra nel decimosettimo e la Francia nel decimottavo secolo; perch� dunque la rivoluzione borghese tedesca pu� essere soltanto l'immediato preludio d'una rivoluzione proletaria.

In una parola: i comunisti appoggiano dappertutto ogni movimento rivoluzionario diretto contro le situazioni sociali e politiche attuali.

Entro tutti questi movimenti essi mettono in rilievo, come problema fondamentale del movimento, il problema della propriet�, qualsiasi forma, pi� o meno sviluppata, esso possa avere assunto.

Infine, i comunisti lavorano dappertutto al collegamento e all'intesa dei partiti democratici di tutti i paesi.

I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Dichiarano apertamente che i loro fini possono esser raggiunti soltanto col rovesciamento violento di tutto l'ordinamento sociale finora esistente. Le classi dominanti tremino al pensiero d'una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare.

 

PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Karl Marx

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STATUTO DEL

PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI

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Il Partito dei Comunisti Italiani � un partito politico di donne e di uomini che opera per organizzare gli operai, i lavoratori, gli intellettuali, i cittadini che lottano, riconoscendosi nei valori della Resistenza, per l’estensione e il rafforzamento delle libert� sancite dalla Costituzione repubblicana, per trasformare l’Italia in una societ� socialista fondata sulla democrazia politica e per affermare gli ideali della pace e del comunismo in Europa e nel mondo.  Esso fa riferimento al marxismo e agli sviluppi della sua cultura, alla storia e all’esperienza dei comunisti italiani e persegue il superamento del capitalismo e la trasformazione socialista della societ�.

I. PRINCIPI GENERALI

ART. 1 - Adesione al Partito

Possono iscriversi al Partito dei Comunisti Italiani i cittadini anche immigrati che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di et� e che indipendentemente dall'etnia, dalle convinzioni filosofiche e dalla confessione religiosa, ne accettino il programma politico e lo statuto, e si impegnino ad agire per realizzarne il programma.

L'iscrizione avviene presso l'organizzazione di base di residenza o del luogo di lavoro.

Non � ammessa la contemporanea iscrizione al Partito e ad altra organizzazione partitica.

L'iscrizione al Partito � incompatibile con l'adesione e la partecipazione ad associazioni segrete o che comportino un particolare vincolo di riservatezza.

ART. 2 - Diritti e doveri degli iscritti

1. Ogni iscritto al partito ha diritto:

a) di contribuire liberamente alla elaborazione della linea del partito prendendo parte alle discussioni e deliberazioni delle organizzazioni cui � iscritto;

b) di partecipare con voto deliberativo alla elezione degli organismi dirigenti del partito, di essere eletto e farne parte ed essere delegato ai congressi di ogni istanza del partito a norma dello statuto.

2. Ogni iscritto al partito � tenuto a:

a) partecipare alle riunioni e svolgere attivit� di partito, in coerenza agli indirizzi fissati dagli organismi dirigenti;

b) svolgere attivit� di proselitismo e di informazione della politica del partito;

c) accrescere le proprie conoscenze culturali e politiche, approfondire lo studio della storia e del patrimonio di idee dei comunisti italiani e di tutto il movimento operaio;

d) agire per la pi� ampia unit� delle forze lavoratrici e popolari, contribuire allo sviluppo delle organizzazioni sindacali, delle associazioni democratiche di massa e delle altre associazioni e movimenti democratici, rispettandone e difendendone l'autonomia e operando per la loro democraticit�;

e) operare perch� si affermino nella societ� italiana i principi di una societ� multietnica e solidale;

f) operare perch� si affermi nella societ� italiana il principio di libert� di orientamento sessuale.

 

 

II. L'ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO

ART. 3

Il Partito dei Comunisti Italiani � organizzato in sezioni (territoriali o di luogo di lavoro), federazioni, comitati regionali.

ART. 4 - La sezione

La sezione � l'istanza fondamentale del Partito. La sezione � territoriale, di luogo di lavoro o di studio. Suo organo principale e decisionale � l'assemblea degli iscritti.

Ogni sezione territoriale deve essere costituita da almeno 10 iscritti, quelle costituite nei luoghi di lavoro o di studio da almeno 5.

ART. 5 - Coordinamenti cittadini e comunali

Nei comuni comprendenti pi� sezioni, possono essere formati organismi di coordinamento cittadini, per assicurare unitariet� di indirizzi alla attivit� del partito nel comune, in particolare per le questioni che riguardano le istituzioni. Essi sono formati dai rappresentanti delle sezioni e agiscono sotto la direzione degli organismi dirigenti federali.

ART. 6 - La federazione

La federazione � costituita, di norma, su base provinciale, salvo diversa decisione della direzione nazionale.

Su argomenti di particolare interesse la federazione pu� dar vita a consulte e commissioni aperte ad apporti esterni al partito.

Alle federazioni compete la definizione e attuazione della linea politica nella rispettiva realt� territoriale, in armonia con l’istanza regionale e nazionale del partito.

Ove si determini la compresenza di una vasta area metropolitana e di una organizzazione del partito che superi i 500 iscritti, l’istanza territoriale si denomina Federazione metropolitana.

ART. 7 - Le organizzazioni regionali

1. Nelle regioni con pi� federazioni provinciali si costituisce un comitato regionale.

2. Il comitato regionale � l’organismo dirigente cui � demandata la definizione e l’attuazione della linea politica del partito nelle rispettive realt� regionali, in armonia con la linea nazionale.

3. Nei paesi di emigrazione dei lavoratori italiani si possono costituire federazioni del Partito dei Comunisti Italiani. Vi aderiscono italiani residenti all'estero sulla base delle norme del presente statuto con i medesimi doveri e diritti. Nei paesi ove si costituiscono pi� federazioni i rappresentanti delle singole organizzazioni danno vita ad un coordinamento nazionale. Analogo organismo di coordinamento deve essere costituito tra le federazioni dei paesi dell'Unione Europea e della Confederazione svizzera.

4. In ciascuna regione si elegge una commissione regionale di garanzia, composta da cinque membri. L’elezione di tali membri risponde a criteri di qualit�, autorevolezza e senso di equilibrio, a prescindere dalla rappresentativit� territoriale.

 

Art. 8 - L’organizzazione giovanile

1. La Fgci (Federazione Giovanile Comunisti Italiani) organizza i giovani del Partito dei Comunisti Italiani. Ad essa possono aderire tutti i giovani comunisti italiani che non abbiano ancora compiuto 30 anni di et�. Essa regola la propria vita interna con una Carta costitutiva. La FGCI organizza giovani e ragazze, lavoratori, disoccupati, studenti, che intendono essere protagonisti attivi e coscienti del rinnovamento e del cambiamento della societ�. La FGCI riconosce e valorizza al proprio interno la militanza a tutti i livelli.

2. E’ istituita l’Assemblea regionale della Fgci. Essa viene convocata periodicamente, con cadenza almeno annuale. Convocata in occasione dei Congressi regionali del PdCI, essa elegge un coordinatore (che fa parte di diritto della Segreteria regionale del Partito) e un coordinamento ristretto (che fa parte di diritto del Comitato regionale del Partito).

3. Il Coordinamento regionale della Fgci elabora le politiche giovanili per la Regione, le sottopone al Comitato regionale del Partito e interviene su di esse; svolge funzioni di indirizzo e di stimolo sui nuclei di giovani attivi nelle Federazioni che, di norma, costituiscono coordinamenti provinciali.

4. E’ istituita l’assemblea nazionale della FGCI, che viene convocata periodicamente, con cadenza annuale, per discutere dei problemi politici dei giovani. Convocata in coincidenza dei congressi nazionali del partito elegge su proposta della Direzione nazionale un/una coordinatore/coordinatrice nazionale (che fa parte di diritto della Direzione nazionale del partito) ed un coordinamento ristretto (che fa parte di diritto del Comitato Centrale).

5. Il Coordinamento nazionale della Fgci elabora le politiche giovanili nazionali che sottopone al Comitato centrale, e interviene su di esse; svolge funzioni di indirizzo e di stimolo su tutte le organizzazioni della Fgci.

6. Anche per la FGCI valgono le norme del presente Statuto.

III. LA VITA INTERNA E LA DEMOCRAZIA DI PARTITO

ART. 9

1. Il libero dibattito e la pluralit� di posizioni rappresentano l'essenza stessa della vita democratica del Partito, che � impegnato nei suoi organismi alla ricerca costante della sintesi. Tale ricerca vale come criterio ispiratore della vita del Partito in ogni sua istanza ad ogni livello oltre che come strumento di crescita dei quadri nel rispetto e nella solidariet�. La libera espressione di tutte le opinioni � diritto individuale degli iscritti ma non pu� realizzarsi con la formazione di correnti o altri gruppi organizzati.

2. La vita interna del partito � retta secondo i principi del centralismo democratico. Terminata la discussione e presa una decisione, a secondo del rilievo, dal Comitato centrale, dal Comitato regionale, dal Comitato federale, questa � vincolante per tutti gli iscritti e per tutti gli organismi dirigenti. La minoranza deve accettare e applicare le decisioni democraticamente assunte a maggioranza ed � fatto espresso divieto di rappresentare all’esterno posizioni politiche difformi.

3. Tutti gli organismi e i singoli dirigenti hanno l'obbligo di riferire periodicamente circa la loro attivit� agli iscritti al partito, nelle organizzazioni da essi dirette.

 

I CONGRESSI E LE CONFERENZE DI PARTITO 1) 1. 2. 3. ART. 10 - I congressi Per ciascuna istanza e

per il partito nel suo complesso il massimo organo deliberativo, le cui decisioni sono vincolanti per tutti, � il congresso.

I congressi di sezione, di federazione e regionali definiscono la politica delle rispettive organizzazioni e si pronunciano sui documenti loro sottoposti; eleggono gli organismi dirigenti e di garanzia e i delegati ai congressi delle istanze superiori.

Il congresso nazionale stabilisce la linea generale del partito ed elegge gli organismi dirigenti e di garanzia nazionali.

Nei congressi di federazione, regionali e nazionali i membri degli organismi dirigenti e di garanzia che non siano delegati hanno diritto alla parola ma non al voto e possono essere eletti negli organismi dirigenti.

La presidenza del congresso esercita la funzione dell'organismo dirigente.

In apertura dei lavori il congresso definisce il suo ordine del giorno e adotta il regolamento per lo svolgimento dei suoi lavori, in conformit� con le norme dello statuto.

ART. 11 - Il congresso di sezione

Il congresso di sezione � costituito dall'assemblea generale degli iscritti, secondo norme stabilite dal regolamento congressuale.

Il congresso viene convocato dal comitato direttivo di sezione di norma in occasione del congresso nazionale; pu� essere convocato in via straordinaria per decisione motivata del comitato federale o su richiesta, parimenti motivata, di un terzo degli iscritti. Il congresso elegge il comitato direttivo e i propri delegati.

ART. 12 - Il congresso di federazione

Il congresso delle federazioni il cui numero di iscritti non sia superiore a 200 � costituito dall’assemblea generale degli iscritti, la quale elegge una direzione federale.

Il congresso federale delle federazioni con pi� di 200 iscritti � composto dai delegati delle sezioni, eletti proporzionalmente agli iscritti e secondo norme stabilite dal regolamento congressuale. Viene convocato dal comitato federale, di regola, in corrispondenza con la convocazione del congresso nazionale. Il congresso delle federazioni superiori ai 200 iscritti elegge il comitato federale e i propri delegati.

I Congressi straordinari di federazione sono formalmente convocati :

a) dalla Direzione nazionale nei seguenti casi: per decisione motivata del Comitato Centrale sentito il comitato regionale; per decisione del Comitato federale, con il consenso della Direzione del partito; su iniziativa motivata di almeno un terzo delle sezioni che raggruppino non meno di un terzo degli iscritti;

b) dal commissario, nei casi previsti all’art. 27.

 

ART. 13 - Il congresso regionale

Il congresso regionale definisce la linea politica del partito nelle diverse regioni.

Si tiene ogni tre anni e si svolge sulla base delle norme previste nel regolamento congressuale regionale. E’ convocato in via straordinaria, in accordo con la direzione nazionale, se richiesto da almeno un terzo degli iscritti o dalle federazioni che rappresentano un terzo degli iscritti della regione.

Elegge il comitato regionale e la commissione regionale di garanzia.

ART. 14 - Il congresso nazionale

L'istanza suprema del partito � il congresso nazionale.

Esso � convocato dal comitato centrale almeno ogni tre anni e comprende i delegati di tutte le federazioni, eletti in misura proporzionale al numero degli iscritti secondo norme stabilite nel regolamento congressuale dal comitato centrale.

Congressi nazionali straordinari possono essere convocati su richiesta motivata di federazioni che rappresentino almeno un terzo degli iscritti su scala nazionale, oppure per deliberazione del comitato centrale.

Il Congresso discute e valuta i rapporti sull'attivit� del comitato centrale, della commissione centrale di garanzia e delle altre questioni poste all'ordine del giorno; fissa la linea politica e il programma del partito; elegge il comitato centrale e la commissione centrale di garanzia; questi in seduta comune eleggono il Presidente del partito, il Segretario nazionale del partito, il tesoriere, la segreteria, la Direzione.

L'assemblea congressuale dei delegati, a conclusione dei lavori si insedia fino al successivo congresso come consiglio congressuale del partito.

Il consiglio congressuale viene convocato dal Presidente, o dal Segretario in caso di impedimento, su questioni di rilevanza strategica. Il congresso esamina le proposte di modifica dello statuto eventualmente presentate e decide su di esse.

ART. 15 - Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori

E’ istituita la conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Si riunisce per dibattere le questioni concernenti il mondo del lavoro e, comunque, almeno una volta l’anno.

ART. 16 - Assemblea nazionale delle donne

E’ istituita l’Assemblea nazionale delle donne comuniste.

ART. 17 - Il metodo di elezione

Gli organismi dirigenti e di garanzia di qualsiasi istanza di partito sono eletti nelle apposite assemblee con voto diretto e nominativo, a maggioranza degli aventi diritto, secondo le modalit� che di volta in volta decide l'assemblea.

La votazione � a scrutinio segreto, qualora non decidano diversamente i due terzi dei presenti.

In tutti gli organismi dirigenti del partito � ammessa la cooptazione successiva di compagne e compagni, decisa a maggioranza assoluta dei componenti, in misura non superiore a un decimo dei facenti parte.

I membri degli organismi dirigenti che non possono pi� esercitare le loro funzioni potranno essere sostituiti con voto a maggioranza.

 

V. GLI ORGANISMI DIRIGENTI ED ESECUTIVI

ART. 18 - Organismi dirigenti ed esecutivi

Fra un congresso e l'altro, la direzione politica del partito spetta agli organismi eletti.

Gli organismi esecutivi e dirigenti debbono funzionare collegialmente.

Il Partito dei Comunisti Italiani opera per l’effettiva parit� tra i sessi nei propri organismi dirigenti.

ART. 19 - Il comitato direttivo di sezione

Di norma, la direzione politica del lavoro di sezione � assunta dall’assemblea generale degli iscritti. La sezione pu� eleggere, in sede congressuale, un comitato direttivo di sezione. Nelle sezioni ove si elegge un comitato direttivo, esso elegge al suo seno il segretario politico, il tesoriere e pu� eleggere una segreteria. Negli altri casi, questi ultimi vengono eletti dall’assemblea degli iscritti.

ART. 20 - Il comitato federale

1. Nelle federazioni con un numero di iscritti non superiore a 200, l’organismo dirigente federale � l’assemblea generale degli iscritti.

Quest’ultima elegge una direzione federale ristretta per assicurare lo svolgimento corrente dell’attivit� di partito, il segretario e il tesoriere della federazione.

La direzione federale non pu� superare, di norma, nel numero, il dieci per cento del totale degli iscritti.

2. Nelle federazioni con pi� di 200 iscritti, il congresso federale elegge un comitato federale composto in misura non superiore al dieci per cento degli iscritti, con il limite massimo di 50 membri.

Il comitato federale rappresenta l'organismo di direzione politica di tutte le organizzazioni di partito della federazione ed esprime la politica del partito nell'ambito territoriale di sua competenza.

Il comitato federale elegge fra i suoi membri il Segretario, la Segreteria della federazione e il tesoriere. Pu� eleggere un Presidente ed un direttivo. Il tesoriere ed il Presidente (qualora eletto) fanno parte di diritto della Segreteria.

Per l’elezione del segretario, dopo due votazioni nelle quali non si sia raggiunta la maggioranza degli aventi diritto di cui all’art. 17, si procede ad una nuova votazione, che consentir� l’elezione a maggioranza semplice.

3. L’assemblea generale degli iscritti di cui al punto 1) o il comitato federale di cui al punto 2), decidono di tutte le questioni relative alla propria competenza territoriale

ART. 21 - Il comitato regionale

1. Il Partito dei Comunisti Italiani si struttura su base regionale. Pertanto, il comitato regionale � il massimo organismo di direzione politica nella regione, con competenza su tutto il territorio.

Esso dovr� essere eletto tenendo conto dell’esigenza di adeguatamente rappresentare tutte le realt� federali, ma senza superare comunque il limite massimo di 50 componenti.

2. In seduta comune con la commissione regionale di garanzia il comitato regionale elegge fra i propri componenti il segretario, il tesoriere e la segreteria. Il capogruppo in consiglio regionale � invitato permanente alla Segreteria regionale. La Segreteria regionale concorda con le Federazioni le candidature alle elezioni regionali, e agli eventuali incarichi pubblici regionali, che vengono poi sottoposte all’approvazione del Comitato regionale.

 

3. Nelle regioni ove esiste una federazione di citt� metropolitana con pi� di cinquecento iscritti, l’elezione del segretario e della segreteria regionale deve avvenire tenendo conto delle articolazioni provinciali e comunque con una maggioranza non inferiore ai due terzi dei votanti.

4.All’insegna della pari dignit� gerarchica con l’istanza regionale, la Federazione metropolitana definisce gli indirizzi politici e programmatici per il proprio territorio e li integra in quelli fissati dal Congresso della Regione di cui tale territorio fa parte.

A questo fine, la Federazione metropolitana coopera sistematicamente con le istanze dirigenti regionali, e fornisce inoltre a quelle nazionali ogni contributo utile; essa decide in autonomia delle scelte, incluse quelle sugli incarichi pubblici, concernenti il proprio ambito territoriale.

Tali scelte vengono comunicate e motivate al Comitato regionale, il quale esprime su esse il proprio parere.

Quando siano oggetto di delibera del Comitato regionale scelte che investano direttamente la competenza della Federazione metropolitana, queste vanno approvate con una maggioranza non inferiore ai due terzi dei votanti.

5. Il segretario regionale ed il segretario di Federazione metropolitana sono membri di diritto della Direzione nazionale del partito e, ove non ne facciano gi� parte, del Comitato Centrale. Le funzioni di Segretario regionale e di Segretario di federazione metropolitana sono incompatibili con incarichi di responsabilit� di dipartimento e di settore di lavoro nazionali.

ART. 22 - Il comitato centrale

Il comitato centrale � il massimo organismo di direzione politica e di decisione del partito.

Esso determina gli indirizzi fondamentali e gli obiettivi della attivit�, ne verifica l'attuazione e ne risponde collegialmente al congresso nazionale.

Il comitato centrale si riunisce di norma ogni tre mesi. In seduta comune con la commissione di garanzia elegge fra i suoi membri la direzione del Partito e la segreteria. Elegge altres� il Presidente del Partito, il Segretario del Partito e il Tesoriere.

Il Presidente del Partito, o, in caso di impedimento, il segretario del Partito, convoca le riunioni del comitato centrale e ne presiede i lavori.

Il Segretario del Partito convoca le riunioni della Segreteria e della Direzione e ne presiede i lavori.

Il Presidente e il tesoriere sono membri di diritto della direzione e della segreteria.

Al fine di attuare la norma di cui al precedente art. 18, il comitato centrale � costituito paritariamente tra i sessi.

I componenti del coordinamento nazionale della Fgci, nel numero fissato dalla Direzione nazionale, sono membri di di diritto del comitato centrale.

ART. 23 - La direzione

La direzione nazionale del partito esamina e decide le questioni pi� importanti dell'attivit� politica corrente e, in conformit� agli orientamenti stabiliti dal comitato centrale, dirige il lavoro del partito e ne controlla la realizzazione.

La direzione nomina i responsabili nazionali dei settori di lavoro.

La direzione risponde del suo operato al comitato centrale e sottopone alla sua discussione e decisione le questioni di rilievo politico attorno alle quali permangono diversit� di posizioni.

Entro il 30 giugno discute e approva il bilancio del partito.

 

La direzione del partito � costituita, fra gli altri, dalla segreteria nazionale, dal presidente e dal vicepresidente vicario della commissione nazionale di garanzia, dal rappresentante della Federazione Giovanile, dai segretari regionali e di federazioni metropolitane, membri di diritto.

La rappresentanza territoriale dei membri delle direzione nazionale non pu� essere inferiore alla met� del numero complessivo di tale organismo.

ART. 24 - La segreteria nazionale

La segreteria nazionale, eletta dal comitato centrale in seduta comune con la commissione centrale di garanzia, provvede ad assicurare la continuit� dell'attivit� politica e organizzativa del partito e decide sulle altre questioni ad essa demandate dalla direzione. E' presieduta dal Segretario del partito.

Coordina gli organi di lavoro del comitato centrale, decide la composizione dell'apparato e ne assicura il funzionamento.

Segue l'indirizzo degli organi di stampa e di informazione del partito e attua il necessario coordinamento con i gruppi parlamentari.

Garantisce il collegamento degli organismi centrali con i comitati regionali e le federazioni.

VI. GLI ORGANISMI DI GARANZIA

ART. 25 - Ruolo e funzioni degli organismi di garanzia

1. Gli organismi di garanzia concorrono, di concerto con gli organismi dirigenti del partito, a svolgere un ruolo attivo per la crescita del partito come comunit� organizzata e, in tal senso, contribuiscono all’opera di educazione e di formazione a tutti i livelli attraverso il costante richiamo alle motivazioni ideali e ai tratti propri del costume comunista.

2. Le Commissioni di Garanzia, regionali e nazionale, sono elette in sede congressuale. L’elezione ad un organismo di garanzia � incompatibile con ogni incarico esecutivo di partito, con quelli operativi nelle istituzioni e negli enti di promanazione istituzionale. In caso di decadenza di singoli membri, i rispettivi organismi dirigenti eleggono i sostituti.

3. La Commissione regionale di garanzia � composta da cinque membri ed elegge al proprio seno un presidente. Decide in prima istanza di ogni questione disciplinare, di applicazione e di interpretazione dello statuto, degli eventuali contenziosi sorti nelle rispettive regioni, a livello di sezione o federale o regionale.

4. La Commissione Nazionale di garanzia � composta di cinque membri ed elegge al proprio seno un presidente e due vicepresidenti, di cui uno vicario. Esamina le questioni di cui al precedente punto, in seconda istanza o, in prima istanza, quando riguardano i componenti delle commissioni regionali di garanzia.

5. Il presidente della commissione regionale di garanzia, il presidente ed il vicepresidente vicario della commissione nazionale di garanzia sono membri di diritto dell’organismo dirigente corrispondente. I membri delle commissioni di garanzia partecipano alle riunioni dell’organismo dirigente con diritto di parola ma non di voto.

6. � compito della Commissione Nazionale di garanzia esprimere parere sui casi di scioglimento di organismi dirigenti e di organizzazioni territoriali del partito.

7. In caso di inerzia delle Commissioni regionali, la Commissione nazionale di garanzia interviene anche in forma di temporanea supplenza, al fine del ripristino della funzionalit� dell’organismo. In casi di particolare gravit�, la Commissione nazionale di garanzia, sentito il parere della Direzione nazionale, pu� procedere allo scioglimento motivato della Commissione regionale di garanzia. Entro

 

60 giorni dallo scioglimento, il comitato regionale interessato provvede alla elezione di una nuova Commissione regionale di garanzia.

8. Le commissioni di garanzia verificano le previsioni di bilanci e dei consuntivi economici. Esse nominano un collegio sindacale di tre membri ai fini del controllo e della verifica degli stessi.

Il collegio sindacale elegge al suo interno un presidente. Il collegio sindacale esamina semestralmente la situazione di cassa e certifica entro le previsioni di legge la corretta gestione amministrativa. Al collegio sindacale � inoltre demandato il controllo sulla corretta applicazione e gestione circa la documentazione e certificazione in ordine alla richiesta dei rimborsi elettorali previsti dalle norme vigenti.

Il collegio sindacale e le corrispondenti commissioni di garanzia si riuniscono in seduta comune con i rispettivi organi di direzione per l’approvazione dei bilanci.

9. Per le infrazioni relative a componenti degli organismi nazionali o a compagni investiti di mandato parlamentare nazionale o europeo, � competente la Commissione nazionale di garanzia.

ART. 26 - Sanzioni disciplinari

A sanzioni disciplinari si ricorre solo dopo aver esperito ogni tentativo per risolvere i casi per via non amministrativa.

Le sanzioni disciplinari sono:

a) il richiamo formale;

b) la sospensione da incarichi direttivi;

c) la decadenza da incarichi direttivi;

d) la sospensione dal partito;

e) la radiazione dal partito.

ART. 27 - Scioglimento di organismi dirigenti e di organizzazioni territoriali

1. Nel caso si determinassero gravi e insanabili situazioni di mancato rispetto delle regole democratiche, di inadempienza statutaria, con grave pregiudizio dell'immagine esterna del partito, la Direzione nazionale, sentito il parere della Commissione nazionale di garanzia, pu� sciogliere gli organismi politici delle istanze inferiori, affidandone temporaneamente la gestione a un commissario, che ha il compito di garantire la continuit� politica e l'amministrazione ordinaria.

I successivi congressi straordinari sono convocati dal commissario, di norma, entro sei mesi dallo scioglimento.

2. In situazioni di estrema gravit�, in compresenza di pi� di uno dei motivi di cui sopra, la Direzione nazionale, sentito il parere della Commissione Nazionale di garanzia, pu� sciogliere le organizzazioni delle istanze inferiori.

Nomina un commissario che procede ad un nuovo tesseramento, garantisce la ripresa dell’attivit� politica del partito e convoca il successivo congresso straordinario, di norma, entro 6 mesi dallo scioglimento dell’organizzazione.

3. Nei suddetti casi, il commissario, che risponde del proprio operato alla Direzione del partito, � l’unico titolato ad utilizzare il nome, il simbolo e le risorse del partito.

4. Il commissario non deve risiedere nella medesima regione in cui avviene il commissariamento e, comunque, non potr� assumere in quella regione incarichi pubblici o di partito per cinque anni dal termine della ricordata funzione, salvo diversa e motivata decisione della Direzione nazionale.

 

VII. LE RISORSE ECONOMICHE DEL PARTITO

ART. 28

1. I mezzi finanziari del Partito sono costituiti dai proventi del tesseramento, dalla sottoscrizione volontaria dei cittadini, dalle entrate delle iniziative politiche del Partito, da societ� di propriet� del partito, dalla sottoscrizione di una quota delle indennit� di carica conseguenti ad un mandato, dal finanziamento pubblico e dai rimborsi elettorali previsti dalle norme vigenti, dalle indennit� previste ai diversi livelli istituzionali per lo svolgimento del rapporto tra eletto ed elettore.

2. Ogni struttura ha la propria autonomia con propria responsabilit� patrimoniale e legale e finanziaria. La responsabilit� delle attivit� amministrative, finanziarie e patrimoniali sono affidate al tesoriere eletto in ogni istanza del Partito.

Il tesoriere ha la rappresentanza legale e giudiziale, sia attiva che passiva della propria rispettiva organizzazione compiendo tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione nell'interesse del funzionamento dell'organizzazione del Partito.

Al tesoriere nazionale sono affidati gli obblighi derivanti dall'applicazione delle norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ed in materia di rimborso delle spese elettorali, anche ai fini della redazione del rendiconto.

Il tesoriere, per quanto di propria competenza territoriale, dovr�, assumendo precise responsabilit� personali, curare con diligenza la raccolta della documentazione e delle dichiarazioni in materia di contribuzioni volontarie ed in materia di rimborso delle spese elettorali, anche ai fini della relazione del rendiconto.

3. Entro il 31 gennaio di ogni anno ciascuna organizzazione predispone e delibera il bilancio preventivo dell’anno in corso ed, entro il 31 marzo, approva il conto consuntivo dell'anno precedente.

Entro quest’ultimo termine le Federazioni sono tenute a trasmettere i propri bilanci ai rispettivi Comitati regionali, rendicontando quanto previsto all'art. 29, comma 5, e trasmettendo alle Commissioni regionali di garanzia le eventuali difformit�.

Entro la medesima data i Comitati regionali sono tenuti a trasmettere i propri bilanci alla Direzione nazionale del partito.

I presidenti dei gruppi parlamentari trasmettono alla Direzione nazionale del partito i bilanci della propria attivit�. I gruppi consiliari ai diversi livelli istituzionali li trasmettono alle relative strutture di partito. Il bilancio nazionale � esaminato e approvato dalla Direzione nazionale.

4. La legale rappresentanza del Partito � attribuita al Presidente Nazionale che � il rappresentante politico ufficiale del Partito mentre la responsabilit� legale ed amministrativa � attribuita al Tesoriere.

VIII. LE CARICHE PUBBLICHE ELETTIVE

ART. 29

1. La preparazione delle liste deve avvenire con congruo anticipo rispetto alla scadenza elettorale, per consentire la massima partecipazione delle sezioni e degli iscritti al processo deliberativo e una scelta oculata dei candidati pi� idonei.

Tutte le candidature a livello nazionale e territoriale vengono deliberate, nel rispetto del principio di parit� tra i sessi, a maggioranza degli aventi diritto, dai rispettivi organismi dirigenti.

L'accettazione della candidatura impegna il candidato a svolgere la campagna elettorale senza ricorso a forme di propaganda contrarie all'impostazione stabilita dagli organismi dirigenti.

 

I membri del partito eletti nell'esercizio del loro mandato si conformano agli orientamenti del partito e al regolamento del gruppo.

Spetta alle organizzazioni di partito attivare tutti gli strumenti necessari a garantire un costante rapporto con gli elettori, tale da consentire la verifica periodica dell'attivit� dei comunisti nelle assemblee elettive e dello stato di attuazione del programma elettorale. 6.

2. Gli eletti nelle assemblee elettive si costituiscono in gruppi parlamentari o consiliari, dotandosi di un proprio regolamento.

Gli eletti in liste di coalizione si coordinano secondo modalit� concordate con gli organismi dirigenti del partito.

3. I gruppi parlamentari e consiliari eleggono i rispettivi presidenti, sentiti gli organismi dirigenti competenti.

4. Il gruppo parlamentare nel prendere decisioni che riguardano territorialmente le federazioni deve svolgere in modo preventivo consultazioni con gli organismi dirigenti del partito delle realt� interessate.

5. Tutti gli amministratori pubblici comunisti, tutti gli eletti nelle istituzioni e i nominati negli enti di promanazione istituzionale, rispondono del loro mandato ai rispettivi organismi dirigenti del partito e, al momento dell’accettazione della candidatura, sottoscrivono una quota dell'indennit� di carica e di ogni emolumento percepito in forza del mandato stesso.

La Direzione Nazionale predispone un regolamento sulle modalit� attuative di tale sottoscrizione.

Il controllo dell’applicazione delle norme regolamentari compete non solo agli organismi di garanzia, ma anche a quelli di direzione politica.

Ai candidati e ai designati dal Partito a qualsiasi incarico pubblico vengono consegnati lo Statuto e il Regolamento interno.

La firma di accettazione della candidatura o della designazione ne implica la conoscenza, e l’impegno a rispettarne le prescrizioni e i vincoli.

A chi abbia disatteso la presente norma non potr� essere attribuita alcuna candidatura o incarico.

Le cariche nelle Assemblee elettive regionali, nazionali, europea non sono cumulabili.

Non pu� essere ricoperta la stessa carica elettiva per pi� di due mandati pieni consecutivi.

Le eventuali eccezioni dovranno essere deliberate a maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto dei rispettivi organismi dirigenti.

Tali norme non si applicano al presidente ed al segretario nazionale del partito.

VIII. I MEZZI DI COMUNICAZIONE E LE ATTIVIT� EDITORIALI

ART. 30 - La stampa comunista e i suoi compiti

I mezzi di comunicazione e le attivit� editoriali del partito si ispirano alle sue posizioni e ai suoi orientamenti raccogliendo l'insieme del dibattito politico e culturale che in esso si esprime.

La direzione ha il compito di indicare gli incarichi di responsabilit� editoriali.

 

X. LA TESSERA, I SIMBOLI E GLI INNI DEL PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI

ART. 31

La tessera attesta la regolare iscrizione al partito e impegna il militante alla solidariet� politica e morale verso il partito e i suoi membri.

Al compagno nuovo iscritto deve essere consegnata con la tessera, una copia dello statuto.

La bandiera del Partito dei Comunisti Italiani � rossa, e reca in colore giallo la falce, il martello e la stella d'Italia. Quando viene esposta in pubblico, all'asta vengono legati due nastri, uno coi colori nazionali, l'altro coi colori dell'Unione Europea.

Il simbolo � il seguente: "Stella, falce e martello di colore giallo su bandiera rossa sovrapposta alla bandiera tricolore nazionale sporgente in basso e sul lato destro, con la dicitura COMUNISTI ITALIANI in bianco, inscritta lungo la parte inferiore del cerchio, sul fondo azzurro".

Nelle realt� territoriali in cui vivono minoranze etniche, linguistiche e nazionali, il simbolo, le scritte e gli atti ufficiali del partito sono bilingue.

Gli inni ufficiali del partito sono l'Internazionale e Bandiera rossa.

DISPOSIZIONI FINALI

Questo statuto regola la vita del partito dal 3� al 4� Congresso nazionale e in questo periodo pu� essere modificato solo con votazione superiore ai due terzi dei votanti del Comitato Centrale.

 


 

 

 

 

 

 
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