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tratto dal sito web del PCI-ML

1917-7 novembre-2000: 83� anniversario del glorioso evento che segn� l’inizio di una nuova Epoca.
Viva la Rivoluzione d’Ottobre!

di Domenico Savio


In Natura nulla � stabile, ma tutto si muove e si trasforma dall’inferiore al superiore e dal semplice al complesso, � un processo eterno ed � la legge stessa dell’origine e della fine di ogni cosa vivente. Allo stesso modo di quanto avviene in Natura, la storia degli uomini cambia col cambiare dei rapporti di produzione passando da un ordine sociale inferiore a uno superiore ovvero, nell’epoca attuale, dal capitalismo al comunismo attraverso il socialismo. Ogni vecchia societ� gi� porta in grembo una nuova societ� la cui nascita, per�, dipende pure dalla volont� soggettiva degli uomini. Cambiare l’ordine sociale esistente � possibile, anzi � necessario ed inevitabile per il bene e la sopravvivenza stessa dell’umanit�. Marx ed Engels, a partire dalla conoscenza e dalla divulgazione del materialismo dialettico e storico, cio� dalla dimostrazione scientifica dei processi di cambiamento continui che avvengono in Natura e nella societ� e affermando il socialismo scientifico su quello utopistico della cultura idealistica e borghese, hanno dimostrato, inconfutabilmente, la possibilit�, anzi la necessit� storica, per la classe lavoratrice di costruire un nuovo ordine sociale sulle macerie dell’odierno e barbaro sistema capitalistico mettendo fine a millenni di schiavit�, di sfruttamento, di repressione e di miseria della classe produttrice dei beni sociali da parte della classe padronale detentrice dei mezzi di produzione.
Il proletariato, preso coscienza del suo compito e dovere storico di dover mettere fine al disumano sfruttamento dell’uomo sull’uomo, si costituisce in classe per s�, costituisce il suo partito di classe e rivoluzionario e, quando le condizioni sociali lo consentono e garantiscono la vittoria, conquista il potere politico e avvia il passaggio dal capitalismo al socialismo per poi edificare la nuova societ� comunista, gi� portata in grembo da quella precedente, senza pi� classi n� privilegi. La futura societ� comunista sta gi� maturando nella presente conflittualit� di classe e nel progressivo processo di deterioramento strutturale dell’attuale ordine padronale. Lenin svilupp� ulteriormente l’analisi marxista alla luce della nuova situazione sociale nazionale e mondiale, cre� il Partito della Rivoluzione proletaria e diede l’ordine di abbattere il vecchio sistema e di instaurare il nuovo potere politico del proletariato. Era il 7 novembre 1917 quando, per la prima volta nella storia del genere umano, la classe sociale sino ad allora schiava alz� la schiena e la testa, si ribell�, dichiar� decaduta la dittatura padronale e afferm� il proprio potere liberatore e costruttore di una nuova Epoca sociale, cio� l’Ordine Superiore e perpetuo del Comunismo, perch� � lo stadio pi� alto dell’uguaglianza, della giustizia, della fratellanza tra gli uomini e dell’autogoverno sociale.
Fu l’inizio di un processo storico inarrestabile che condurr� l’Umanit� nell’Era Superiore del Socialismo prima e del Comunismo poi, dove, dopo millenni di schiavit�, di sfruttamento, di repressione, di discriminazione e di miseria per la classe lavoratrice del braccio e della mente, tutti gli uomini saranno, finalmente, economicamente e socialmente uguali.
Come tutte le epoche passate anche quella capitalistica di oggigiorno � destinata a perire, a cadere sotto l’assalto rivoluzionario delle masse lavoratrici, � solo questione di tempo per disarmare e neutralizzare i nemici irragionevoli e selvaggi di tale processo di autentica civilizzazione e umanizzazione dell’esistenza del genere umano.
E fu la grandiosa e gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, un evento epocale destinato a cambiare la vita futura dell’intera umanit�, questo � certo come la luce del Sole, come il susseguirsi del giorno e della notte e come la nascita e la morte di ogni essere vivente. La Rivoluzione d’Ottobre ha segnato l’inizio di un processo rivoluzionario irreversibile che, seppure a fasi alterne tra avanzamenti e indietreggiamenti e tra vittorie e sconfitte, si fermer� solamente sulla soglia della costruita societ� comunista e gli artefici di questo cammino saranno sempre e soli i marxisti-leninisti e il proletariato emancipato. La certezza scientifica del marxismo-leninismo nella possibilit� di costruire la nuova societ� comunista � dimostrata pure, oltre che dalla legge naturale del materialismo dialettico e storico, dalla costruzione del socialismo realizzato nell’ex Urss e su tanta parte della superficie terrestre a partire proprio dalla deflagrazione storica della Rivoluzione d’Ottobre. Da Essa non solo gli ex paesi socialisti, ma l’umanit� intera ha potuto beneficiare di un miglioramento sociale complessivo delle condizioni di vita delle masse popolari, miglioramento che si � arrestato ed � stato annullato dal capitalismo e dall’imperialismo dopo la dolorosa sconfitta subita dalla costruzione del socialismo nell’ex Urss e negli altri paesi socialisti da parte dei nemici interni al movimento comunista nazionale ed internazionale (cio� i revisionisti, i riformisti, gli opportunisti, gli economicisti e i trotschisti delle varie estrazioni), dei nemici di classe e del potere temporale delle diverse chiese. Fino all’edificazione della societ� comunista le controrivoluzioni sono sempre all’ordine del giorno della storia e, di conseguenza, la lotta di classe, se occorre anche spietata, del proletariato non deve mai cessare all’interno del partito e nella societ� dove mascherati, sotto le pi� svariate e ingannevoli sembianze, possono annidarsi i nemici della rivoluzione socialista e del comunismo, sicch� la vigilanza e la lotta rivoluzionaria di classe non deve mai e per nessuna ragione venir meno.
Morto Lenin il 21 gennaio 1924, l’arduo compito di difendere la rivoluzione e di costruire il socialismo, nelle difficili condizioni di accerchiamento dell’imperialismo e di sabotaggio delle forze controrivoluzionarie interne, tocc� a Stalin, che da grande dirigente del proletariato internazionale, da vero eroe del Comunismo e coerente interprete e continuatore del pensiero e l’opera di Lenin, guid� la costruzione del socialismo realizzato a una fase avanzatissima, dove fu possibile porre il problema del passaggio all’edificazione della societ� comunista, e sconfisse, col Partito e l’intero popolo sovietico, l’aggressione nazi-fascista e contribu� in modo determinante alla vittoria della seconda guerra mondiale sul nazismo e il fascismo in Europa e in Asia. Purtroppo, morto Stalin le forze della controrivoluzione interna al Partito e allo Stato sovietico, con l’appoggio dell’imperialismo e della chiesa, presero il sopravvento e, col ventesimo congresso, avviarono l’Urss verso il ritorno al capitalismo decretando la fine della costruzione del socialismo e il tradimento delle conquiste storiche della Rivoluzione d’ Ottobre per il popolo sovietico e tutti i popoli della Terra. Uno degli interrogativi essenziali a cui i marxisti-leninisti oggi sono chiamati a dare una risposta scientifica ed inconfutabile sul piano storico � sulle cause che hanno consentito ai controrivoluzionari interni al Partito e allo Stato sovietico di sconfiggere la natura marxista-leninista e rivoluzionaria del Partito, di mettere in minoranza i marxisti-leninisti e persino calunniarli, processarli e condannarli, di voltare le spalle alla Rivoluzione d’Ottobre e di ripristinare il capitalismo in Urss e di conseguenza in tutto il rimanente mondo socialista, con le tragiche e drammatiche condizioni di vita attuali delle masse popolari e, ancora, l’arresto subito dal processo di costruzione del socialismo sulla Terra. Le cause della sconfitta del socialismo realizzato nel secolo che sta per concludersi non sono per niente attribuibili alla nuova struttura economica collettivizzata che era stata realizzata n� all’arco di tempo in cui ci� era avvenuto, giacch� essa sino ai cambiamenti decretati dal ventesimo congresso aveva conseguito un tale sviluppo delle forze produttive come mai si era verificato in passato ed anche rispetto al sistema capitalistico. Dalla risposta scientificamente, dialetticamente e storicamente valida a questa domanda dipende la vittoria futura delle nuove Rivoluzioni proletarie, della costruzione del socialismo e dell’edificazione del comunismo sulla Terra, una risposta che si pone con estrema urgenza e che non pu� essere elusa.
La vittoria della Rivoluzione d’Ottobre sullo zarismo fu possibile solo perch� Lenin e Stalin costruirono il Partito Comunista bolscevico, fondato sul centralismo democratico e guidato da rivoluzionari d’acciaio di provata fede marxista-leninista, senza un simile Partito la Rivoluzione d’Ottobre non ci sarebbe stata e comunque non sarebbe stata vittoriosa e non si sarebbe avuta l’esperienza del socialismo realizzato in questo secolo. Oggi noi comunisti marxisti-leninisti non celebriamo quel grandioso evento come qualcosa che appartiene al passato o come un oggetto da sistemare nel museo della storia, cos� come vorrebbero i nostri nemici di classe pi� immediati e distanti, ma come un avvenimento di grandissima attualit�, anzi pi� attuale di allora, come un accadimento della storia umana che conserva tutta la sua validit� e freschezza sociale e come un assillo costante e pressante a ripetere e ancora ripetere all’infinito, se necessario, nei secoli a venire quell’esplosione liberatrice e a mantenere vivo quel fuoco rivoluzionario che scorre impaziente e impetuoso nelle vene del proletariato, perch� solo questo pu� alimentare la certezza degli uomini di liberarsi dalle catene millenarie che la dannata razza padrona gli ha attaccato addosso agli albori della storia umana. Ogni Rivoluzione che voglia essere vittoriosa e vincente e non sconfitta nel tempo non pu� essere improvvisata e non pu� essere affidata a gesta di violenza gruppettaria terroristica, ma dev’essere supportata dalla volont� e dal peso di tutto il proletariato e solo un Partito leninista-stalinista pu� porsi e raggiungere un tale obiettivo, pu� unire le masse sfruttate nel comune traguardo della liberazione dalle catene capitalistiche, della conquista del potere politico e della costruzione della societ� socialista. Senza il proprio Partito di classe e rivoluzionario il proletariato non farebbe mai la propria Rivoluzione. Spetta ai marxisti-leninisti e all’avanguardia della classe operaia prendere coscienza di questa necessit� e mettersi a lavoro per appagarla e presto.
Ecco perch� attualmente noi non celebriamo n� festeggiamo il grandioso evento della Rivoluzione d’Ottobre, ma lo ricordiamo, lo assimiliamo, lo attualizziamo e ci prepariamo per poterlo ripetere al pi� presto possibile ed � solo questo il modo migliore per ricordare ed esaltare quel Sommo Avvenimento e per ricordare i tanti Eroi comunisti, operai e contadini che sacrificando altruisticamente, fraternamente e ideologicamente la propria vita lo resero possibile, vittorioso ed incrollabile nel futuro. Adesso, nel tempo presente del cammino dell’umanit�, guardando all’esperienza storica passata della lotta emancipatrice e di classe delle masse lavoratrici e recependo l’insegnamento del marxismo-leninismo, i sinceri e coerenti marxisti-leninisti superando limiti, presunzioni settarie e strategiche devono avvertire l’esigenza prima e prioritaria dell’unit� per ricostruire lo strumento propugnatore e organizzatore di ogni Rivoluzione socialista, ovvero il Partito di classe e rivoluzionario di stampo bolscevico, perch� � l’unica strada percorribile che conduce alla Rivoluzione e al Socialismo. Chi si ostina a non capire questo messaggio strategico primario che ci proviene dal marxismo-leninismo in effetti non lavora per la nostra comune causa del Socialismo, anzi ne � un ostacolo, e per tanto non � degno di ricordare ed esaltare l’avvenimento pi� importante della storia dell’uomo, cio� la grandiosit� e l’infallibilit� storica della Rivoluzione d’Ottobre che ha aperto il cammino verso una nuova e superiore convivenza tra gli uomini. In nome della Rivoluzione d‘Ottobre e ripercorrendo le sue orme eroiche e trionfanti riprendiamo fiduciosi, compagni e lavoratori del braccio e della mente, il cammino rivoluzionario verso il Socialismo e il Comunismo nel Terzo Millennio.

La nostra storia

La nostra storia � la storia della dottrina comunista, � la storia del marxismo-leninismo ed � la storia della lotta di classe e rivoluzionaria per liberare la classe lavoratrice dell’Italia e del mondo dall’abbrutimento e dalla schiavit� dello sfruttamento del lavoro. La nostra storia � ispirata e guidata dal pensiero e dall’opera dei quattro grandi Maestri del proletariato internazionale: Marx-Engels-Lenin-Stalin. Il pensiero comunista e la strategia rivoluzionaria per costruire l’umanit� comunista e i coerenti marxisti-leninisti non conoscono altri, veri maestri. La nostra storia � quella dei marxisti-leninisti, che attingono all’esperienza organizzativa e all’integrit� rivoluzionaria del Partito Comunista bolscevico, all’impeto rivoluzionario sprigionato dalla gloriosa Rivoluzione d’Ottobre e all’impegno combattente profuso dall’eroico popolo sovietico nella costruzione del comunismo al suo stadio socialista e nella sconfitta dei nazi-fascisti da parte dell’Armata Rossa, guidata da Stalin.

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COMUNISTI

Lenin e Stalin sono la nostra guida nella preparazione delle prossime fasi rivoluzionarie per abbattere il capitalismo e riprendere la costruzione del comunismo allo stadio socialista nei singoli paesi e nel mondo intero. Per noi del Partito comunista italiano marxista-leninista, Stalin costituisce lo spartiacque tra comunisti e revisionisti, nel senso che i coerenti comunisti non possono non riconoscersi nel pensiero e l’opera di Stalin, mentre chi non vi si riconosce � sicuramente un revisionista  da combattere alla medesima stregua di un borghese.
Preso atto della dolorosa esperienza storica circa la sconfitta subita dal socialismo realizzato nel ventesimo secolo e assimilando l’insegnamento di Marx-Engels-Lenin-Stalin secondo cui il nemico principale da abbattere per poter costruire il comunismo allo stadio primario e poi finale sulla Terra sono il revisionismo, l’opportunismo, l’economicismo e il democraticismo purtroppo ancora esistenti e ben radicati all’interno del movimento operaio e comunista nazionale e internazionale, il nostro doveroso compito primario � proprio la lotta teorica e politica contro queste posizioni che ostacolano ferocemente la costruzione della prospettiva storica del socialismo e del comunismo: senza sconfiggere, proprio sul piano teorico e politico, i revisionisti non c’� possibilit� di liberare definitivamente il Pianeta dal capitalismo.
Oggi in Italia l’erede del Partito Comunista d’Italia, fondato a Livorno il 21 gennaio 1921 nell’ambito della Terza Internazionale, voluta e fondata da Lenin e Stalin, � il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (PCIML), fondato a Forio (Isola d’Ischia – Napoli) il 3 dicembre 1999. L’impegno fondamentale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista � quello di favorire l’unit� dei comunisti marxisti-leninisti italiani in un unico Partito Comunista Rivoluzionario a cui spetta il compito storico di organizzare e guidare la classe lavoratrice del nostro Paese alla Rivoluzione e al comunismo.
Il nostro percorso di militanti comunisti e di rivoluzionari � iniziato nella Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel Partito Comunista Italiano degli anni ’40 e ’50 del ventesimo secolo, esperienza a cui mettemmo presto termine per la deriva revisionista, riformista e opportunista delle due organizzazioni.
L’impegno sindacale � stato sempre improntato alla lotta di classe per il comunismo e contro l’economicismo e l’opportunismo, contro le deviazioni padronali dei gruppi dirigenti e contro la politica sindacale della concertazione col nemico di classe. Abbiamo lottato e lottiamo per un sindacato di classe e rivoluzionario, che alle battaglie quotidiane per migliorare le condizioni di vita delle masse lavoratrici unisca la battaglia sindacale principale per il socialismo e il comunismo.
Ci richiamiamo alla linea editoriale e politica de “l’Uguaglianza economica e sociale”, giornale della sinistra di classe per il comunismo, pubblicato dal 1984 al 1997, e di “Comunismo”, giornale teorico, politico e rivoluzionario del marxismo-leninismo e organo ufficiale del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista.
Questo sito Internet rappresenta una nuova testata ufficiale del PCIML e sar�, come l’Uguaglianza prima e Comunismo attualmente, uno strumento teorico, politico e divulgativo per costruire il socialismo nel nostro paese sulla strada dell’edificazione della societ� comunista.Compagne e compagni, lavoratrici e lavoratori, cittadini tutti benvenuti nel sito del PCIML, dialogate con noi, inviateci i vostri messaggi, esprimeteci le vostre opinioni sulla composizione del sito, aderite e partecipate alla battaglia politica, di informazione e di controinformazione del PCIML per contribuire ad avvicinare nel nostro paese e nel mondo intero la ripresa dell’avanzata dell’umanit� verso il comunismo al suo primo e secondo stadio di sviluppo.

L’Ufficio Politico del P.C.I.M-L.

 

STATUTO

DEL

PARTITO COMUNISTA ITALIANO

MARXISTA-LENINISTA


PREAMBOLO

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista � l'organizzazione politica d'avanguardia della classe operaia e di tutti i lavoratori i quali, nello spirito della gloriosa Rivoluzione d'Ottobre, della Resistenza e dell'internazionalismo proletario e nella realt� della lotta di classe, lottano per l'indipendenza e la libert� del paese, per l'eliminazione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e per la costruzione del socialismo in Italia e nel mondo intero.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista si costitu� nel 1921, al Congresso di Livorno, sulla base delle esperienze del movimento operaio italiano e internazionale, degli insegnamenti di Marx e di Lenin e con l'impulso dato al movimento operaio mondiale dalla gloriosa Rivoluzione d'Ottobre. Esso raggrupp� nelle proprie file la parte pi� avanzata del Partito socialista italiano, di cui raccolse le migliori tradizioni. Con la sua costituzione il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista diede ai lavoratori, agli uomini di pensiero e alle masse degli sfruttati una guida ideale, politica ed organizzativa nella lotta per il socialismo. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista ha resistito coraggiosamente alla criminale tirannia fascista, l'ha combattuta in tutti i modi all'interno del paese, nella guerra civile di Spagna, nella Resistenza europea e sui campi di battaglia dove il fascismo portava il suo attacco alla libert� e alla indipendenza dei popoli; ha promosso contro il fascismo e l'invasore hitleriano la unit� popolare antifascista e nazionale, ha partecipato in modo decisivo alla direzione e alla vittoria della guerra di liberazione.
Liberato il paese e liquidato il regime fascista e monarchico, il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista si � battuto fermamente contro le deviazioni opportuniste, revisioniste e trotskiste sviluppatesi all'interno della sinistra italiana e affermando coerentemente i principi e la strategia di classe e rivoluzionaria del marxismo-leninismo, quale unica strada storicamente percorribile per la vittoria della Rivoluzione proletaria, della costruzione del Socialismo e dell'edificazione del Comunismo.

 

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Art. 1

IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO MARXISTA-LENINISTA

Gli operai, i lavoratori e gli intellettuali d' avanguardia italiani che operano per la costruzione del socialismo nella societ� italiana formano una organizzazione di lotta di classe, volontaria e rivoluzionaria: il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista.
E' costituito il Partito comunista italiano marxista-leninista.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista si ispira, nel suo lavoro, alla teoria del marxismo-leninismo ovvero al pensiero e l'opera immortali di Marx, Engels, Lenin e Stalin.
Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista � costituito sulla base dei seguenti principi:
1. Nell'attuale regime sociale capitalistico e nella sua globalizzazione imperialistica si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all'antitesi di interesse ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.
2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia borghese, costituisce l'organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.
3. Il proletariato non pu� infrangere n� modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l' abbattimento del potere borghese.
4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria del proletariato � il partito politico di classe, formato da quadri rivoluzionari. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, riunendo in s� la parte pi� avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza di classe e rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali di azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
5. La vittoria della rivoluzione proletaria, la costruzione del socialismo e l'edificazione del comunismo sono possibili solo con la lotta dura e continua al revisionismo, al trotskismo e ad ogni forma di opportunismo e di economicismo.
6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non pu� organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell' apparato statale borghese e con la instaurazione della propria dittatura, ossia basando le rappresentanze elettive dello stato sulla sola classe produttiva ed escludendo la classe borghese.
7. La forma di rappresentanza politica dello Stato proletario � il sistema dei consigli dei lavoratori (lavoratori dell'industria, dell'agricoltura, dell' artigianato, del turismo, degli enti pubblici, del commercio, dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell' informazione e del terziario in genere) gi� in atto nella Rivoluzione d'Ottobre e in quelle successive e nei paesi del socialismo realizzato, particolarmente dell'URSS, e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
8. La necessaria difesa dello stato proletario contro tutti i tentativi controrivoluzionari.
9. Solo lo Stato proletario potr� sistematicamente attuare tutte quelle successive misure di intervento nei rapporti dell’economia sociale con le quali si effettuer� la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione .
10. Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attivit� della vita sociale, eliminandosi la divisione della societ� in classi andr� anche eliminandosi la necessit� dello stato politico, il cui ingranaggio si ridurr� progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attivit� umane.

Art. 2

I MEMBRI DEL PARTITO

Possono iscriversi al Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista tutti i lavoratori onesti di ambo i sessi che abbiano raggiunto il 18� anno di et�. Ogni membro del partito � tenuto ad accettare il programma politico e lo statuto del partito, a lavorare in una delle sue organizzazioni e a pagare regolarmente la tessera e le quote stabilite.

Art. 3

LA DOMANDA DI ISCRIZIONE

La domanda di iscrizione individuale al partito deve essere presentata per iscritto e contenere tutte le informazioni biografiche che vengono richieste. Essa deve portare la sottoscrizione di almeno due membri del partito, i quali, garantendo l'onest� morale e politica del richiedente, sono tenuti a fornire sul suo conto le necessarie informazioni. La garanzia deve essere motivata per iscritto e i garanti devono avere almeno un anno di anzianit� di partito.
La domanda di iscrizione al partito di un giovane appartenente alla FGCIM-L, invece che da due membri del partito, dovr� essere presentata dal comitato della cellula o della sezione della FGCIM-L alla quale il giovane appartiene. Il passaggio non � automatico; perch� esso avvenga occorre sempre l'approvazione della cellula o della sezione di partito alla quale la domanda � stata rivolta.
La domanda di iscrizione al partito diventa operativa dopo un periodo di candidatura di un anno dalla presentazione, indispensabile per la conoscenza del programma, dello statuto, della strategia e tattica del partito e per il controllo, da parte delle organizzazioni del partito, delle qualit� personali del richiedente. Durante tale periodo di candidatura il candidato partecipa alle riunioni dell'organizzazione di cui fa parte con diritto a voto consultivo. Il candidato a membro del partito paga regolarmente le quote di iscrizione.

Art. 4

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA DI ISCRIZIONE

La domanda di iscrizione al partito deve essere presentata al comitato direttivo della cellula del luogo di lavoro del richiedente ove questa esista, o della cellula di strada o di villaggio pi� vicina, oppure, dove manchi la cellula, al corrispondente comitato di sezione.

Art. 5

ESAME E ACCETTAZIONE DELLA DOMANDA DI ISCRIZIONE

La domanda di iscrizione al partito viene esaminata dal comitato di partito a cui � stata presentata e questo la sottopone, esprimendo il parere favorevole o contrario all'accettazione, all'assemblea della cellula o della sezione interessata. Ogni compagno ha diritto di chiedere chiarimenti e di fare osservazioni. Messa in votazione per alzata di mano, la domanda di iscrizione � accettata se votano per la sua accettazione almeno i due terzi dei presenti.
Se il voto espresso dall'assemblea non d� una maggioranza di due terzi o � contrario al parere espresso dal comitato direttivo, questo ha facolt� di porre la questione al comitato direttivo della istanza superiore di partito. Ad iniziativa di questo ha luogo, in questo caso, una seconda assemblea della cellula o della sezione interessata e il voto di questa seconda assemblea, per cui valgono le norme della prima, � definitivo.

Art. 6

RILASCIO DELLA TESSERA – ANZIANITA’

La tessera del partito viene rilasciata dal comitato direttivo della sezione. L'anzianit� decorre in ogni caso dal giorno dell'accettazione della domanda di iscrizione da parte dell'assemblea di cellula o di sezione cui essa � stata presentata.

Art. 7

CONDIZIONI SPECIALI PER L'AMMISSIONE NEL PARTITO

Per l'ammissione di coloro che hanno ricoperto cariche direttive politiche in altri partiti � obbligatorio, prima del voto dell'assemblea di cellula o di sezione, il parere del comitato federale.
Lo stesso vale per coloro che, essendo stati gi� iscritti al partito, se ne siano staccati o ne siano stati radiati. Se il voto dell'assemblea � contrario al parere del comitato federale, questo pu� ricorrere alla Direzione del partito, la cui decisione � obbligatoria e definitiva.
Per l'ammissione di personalit� politiche provenienti da altri partiti che abbiano un rilievo nazionale, o per la riammissione di coloro che siano stati espulsi dal partito per motivi di indegnit� o per gravi ragioni politiche, � obbligatorio il parere della Direzione del partito e della Commissione centrale di controllo. Qualora questo parere sia in contrasto col voto espresso dall'assemblea che ha deliberato sulla domanda di iscrizione la Direzione sottopone il caso al Comitato centrale, la cui decisione � obbligatoria e definitiva.
In casi di particolare importanza politica la domanda di iscrizione pu� essere presentata direttamente alla Direzione del partito che statuir� su di essa riferendone al Comitato centrale.

Art. 8

CAMBIAMENTO DI RESIDENZA

Il membro del partito che per qualsiasi ragione cambia residenza � tenuto a darne comunicazione al comitato direttivo della sua organizzazione che informa, per iscritto, il comitato direttivo dell'organizzazione del luogo dove egli si trasferisce e rilascia al richiedente un documento di presentazione.
Nessun trasferimento pu� essere accettato se il richiedente non � munito di questo documento dell' organizzazione di origine.

Art. 9

DOVERI DEGLI ISCRITTI AL PARTITO

Salve le disposizioni dell'art.2, ogni iscritto al partito comunista � tenuto:
a) a partecipare regolarmente alle riunioni e a tutta l'attivit� del partito secondo le direttive dell'organizzazione cui � iscritto; a realizzare nel suo campo di attivit� la linea politica del partito;
b) a migliorare di continuo la propria conoscenza della linea politica del partito e la propria capacit� di lavorare per la sua applicazione; a lavorare senza sosta per l'elevazione della propria coscienza di classe e rivoluzionaria con l’assimilazione dei principi del marxismo-leninismo;
c) ad osservare scrupolosamente la disciplina del partito;
d) ad avere rapporti di fraterna solidariet� con gli altri membri del partito;
e) ad avere una vita privata onesta, esemplare;
f) ad esercitare la critica e l'autocritica per il miglioramento della sua attivit� e di quella del partito;
g) a vigilare e difendere il partito contro ogni attacco;
h) a fare con la parola e con l'esempio opera continua di proselitismo.

Art. 10

DIRITTI DEGLI ISCRITTI AL PARTITO

Ogni iscritto al partito comunista ha diritto:
a) di contribuire all'elaborazione della linea del partito prendendo parte alle discussioni e deliberazioni dell'organizzazione cui � iscritto;
b) di intervenire nella discussione di tutte le questioni all'ordine del giorno dell'organizzazione cui � iscritto e di prendere parte alle decisioni con voto deliberativo;
c) di partecipare con voto deliberativo alla elezione dei dirigenti della propria organizzazione e dei delegati ai congressi di sezione, di federazione provinciale e regionale e al Congresso nazionale;
d) di essere eleggibile a qualsiasi carica di partito e di essere eleggibile come delegato ai congressi di sezione e di federazione provinciale e regionale e al Congresso nazionale, secondo le modalit� fissate nel presente statuto;
e) di essere, in caso di mancanza disciplinare, giudicato da un organismo regolare di partito e potere in ogni caso fare appello alla assemblea della sua organizzazione o agli organi centrali del partito;
f) di avere da tutti i compagni un trattamento di fraterna solidariet�.

Art. 11

STRUTTURA DEL PARTITO

Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista � organizzato in cellule, sezioni, federazioni provinciali e regionali.

Art. 12

LA CELLULA

La cellula � l'organizzazione di base del partito. Essa pu� venire costituita:
a) sul luogo di lavoro (cellula di fabbrica, di cantiere, di laboratorio, di azienda, di scuola, di ufficio, di azienda agricola, ecc.);
b) territorialmente, secondo il luogo di abitazione degli iscritti (cellula di strada, di rione, di caseggiato, di frazione, di villaggio, ecc.).

Art. 13

LA CELLULA SUL LUOGO DI LAVORO

La cellula costituita sul luogo di lavoro � la forma normale dell' organizzazione del partito. Essa comprende tutti i compagni che sono occupati nello stesso luogo di lavoro.
I compagni che fanno parte delle cellule di luogo di lavoro sono tenuti a partecipare anche all'attivit� delle cellule territoriali del loro luogo di abitazione in qualit� di membri aggregati.

Art. 14

SUDDIVISIONE DELLA CELLULA IN GRUPPI

Quando la cellula costituita sul luogo di lavoro � troppo numerosa perch� la sua attivit� possa essere efficacemente diretta dal comitato direttivo essa viene suddivisa in gruppi corrispondenti ai singoli reparti, ai singoli uffici o ai singoli turni di lavoro. Ognuno di questi gruppi avr� il suo comitato direttivo, eletto per via democratica, che rimarr� per� subordinato al comitato direttivo della cellula. Questo funziona come organo dirigente di tutta la cellula, la quale rimane, come tale, la formazione unitaria di base del partito.

Art. 15

LA CELLULA TERRITORIALE

La cellula costituita su base territoriale comprende i compagni che abitano nello stesso caseggiato, o strada, o rione, o villaggio.

Art. 16

IL GRUPPO GIOVANILE

Gli iscritti al partito che hanno meno di venticinque anni di et� possono costituire in seno alla loro cellula o sezione un gruppo di lavoro giovanile, che ha il compito di organizzare e svolgere il necessario lavoro tra i giovani, sotto la direzione dei corrispondenti organi di lavoro del comitato direttivo della cellula, della sezione e del comitato federale.

Art. 17

IL COMITATO DI FABBRICA O DI AZIENDA

Nei luoghi di lavoro dove ci sono pi� cellule, si costituisce un comitato di partito di fabbrica o di azienda che coordina e dirige l'attivit� e l'azione del partito nell’azienda stressa.
Tale comitato di fabbrica o di azienda � composto di regola dai segretari delle cellule dell'azienda.
Qualora le cellule siano numerose, i segretari delle cellule designano, d'accordo col comitato di sezione, i componenti del comitato di fabbrica o di azienda.
Il comitato di azienda designer� il proprio segretario in accordo col comitato di sezione.

Art. 18

LA SEZIONE

La sezione � l' organismo di partito immediatamente superiore alla cellula. Essa � costituita dalle cellule di luogo di lavoro e territoriali esistenti nel suo territorio. La sezione ha una sede permanente, la quale � il luogo di riunione e di ritrovo dei compagni che ad essa fanno capo. La sede della sezione comunista deve diventare centro di attivit� politica, culturale e assistenziale per tutti i lavoratori della localit�.
In caso di necessit�, possono essere istituite sottosezioni.

Art. 19

IL COMITATO COMUNALE

Nei comuni che non siano sedi di comitato federale, e qualora esistano pi� sezioni, si costituisce il comitato comunale.
Il comitato comunale � designato dal comitato federale. Di regola � composto dai segretari di sezione e possono farne parte compagni aventi incarichi nelle assemblee elettive istituzionali e nelle organizzazioni di massa.

Art. 20

I COMITATI DI ZONA

Le sezioni del partito possono essere raggruppate in zone composte da pi� comuni e dirette da un comitato di zona.
Il comitato di zona � designato dal comitato federale, sentiti i comitati di sezione.

Art . 21

LA FEDERAZIONE

La federazione � composta da tutte le sezioni e cellule esistenti nel territorio di sua competenza e le dirige.
La federazione di regola � provinciale.
In una provincia possono essere costituite due o pi� federazioni per decisione della Direzione del partito.

Art. 22

IL COMITATO DELLA FEDERAZIONE REGIONALE

Il comitato della federazione regionale, ovvero il comitato regionale, ha il compito di attuare, nella regione, la linea generale del partito e in questo quadro di elaborare la politica del partito a livello regionale, esercitando a tutti gli effetti la direzione e il controllo sulla sua attuazione. Esso costituisce il tramite principale attraverso cui gli organi dirigenti nazionali si collegano con le organizzazioni periferiche e le dirigono, ferma restando la necessit� di collegamenti diretti del centro nazionale con le federazioni.
Il comitato regionale congiunge in s� la duplice funzione e caratteristica di organo decentrato della direzione nazionale e di organo democraticamente espresso dalle organizzazioni della regione.
Il comitato regionale elegge il segretario, la segreteria e pu� eleggere un organo direttivo; organizza il suo lavoro in modo da assicurare la direzione e il coordinamento dell'iniziativa del partito in tutti i campi dell'attivit� politica regionale.

Art . 23

IL CENTRALISMO DEMOCRATICO

La vita interna del partito comunista � retta secondo i principi del centralismo democratico. Questo significa:
a) che tutti gli organi dirigenti sono eletti democraticamente dagli iscritti alla relativa organizzazione;
b) che tutti gli organi dirigenti hanno l'obbligo di riferire periodicamente agli iscritti nelle organizzazioni che dirigono, circa la loro attivit�;
c) che tutti gli organi dirigenti e i singoli membri di essi sono sempre revocabili per decisione di coloro che li hanno investiti del loro mandato;
d) che terminata la discussione e presa una decisione, questa � obbligatoria per tutti gli iscritti e per tutti gli organismi dipendenti. La minoranza deve accettare e applicare le decisioni democraticamente prese dalla maggioranza con deliberazione regolare;
e) che non � tollerata nel partito la costituzione di frazioni le quali rompano l'unit� del partito stesso o ne mettano in forse la disciplina;
f) che le decisioni degli organismi superiori hanno carattere obbligatorio per gli organismi inferiori.

Art. 24

ATTIVITA' DELLE ORGANIZZAZIONI DEL PARTITO

Ogni organizzazione del partito ha il diritto e il dovere di trattare e risolvere, nell'ambito della linea politica del partito, e di propria iniziativa, tutte le questioni politiche e di organizzazione che le si presentano o la interessano e di prendere posizione su tutte le questioni della politica nazionale e del movimento operaio internazionale.
Essa ha il dovere di applicare le direttive e le istruzioni degli organismi superiori e di procedere attivamente al reclutamento e all'inquadramento di nuovi membri e alla formazione politica di quadri dirigenti.

Art. 25

LE ASSEMBLEE DEGLI ISCRITTI

Per ogni cellula, sia di lavoro che territoriale, l'organo massimo di deliberazione e decisione � l'assemblea generale degli iscritti, la quale deve venire convocata regolarmente dal comitato direttivo di cellula. Per la sezione, l'assemblea generale degli iscritti ha luogo, con funzioni deliberative, solo in quei casi in cui la sezione non � suddivisa in cellule.
Tutte le sezioni, anche se suddivise in cellule, possono per� convocare assemblee generali degli iscritti a scopo di informazione e consultazione. I voti espressi da queste assemblee hanno solo valore consultivo. I comitati direttivi delle cellule pi� numerose, delle sezioni e delle federazioni, possono inoltre convocare, a scopo di informazione e consultazione, riunioni di compagni, cio� che hanno nel partito o nelle organizzazioni di massa cariche o incarichi di lavoro; gli ordini del giorno approvati in queste riunioni hanno valore consultivo .

Art. 26

I CONGRESSI

Per le sezioni, per le federazioni provinciali e regionali e per il partito nel suo complesso il massimo organo deliberativo, le cui decisioni sono obbligatorie per tutti gli iscritti e per tutte le organizzazioni subordinate, � il congresso, rispettivamente di sezione, provinciale, regionale e nazionale.

Art. 27

ELEZIONI DEI COMITATI DIRETTIVI E CONDIZIONI DI ELEGGIBILITA’

I comitati direttivi sono eletti con voto diretto e nominativo. Il comitato direttivo di cellula � eletto dall'assemblea di cellula. Il comitato direttiva di sezione, il comitato federale, il comitato regionale e il Comitato centrale sono eletti dai rispettivi congressi.
Possono essere eletti a membri del comitato di sezione tutti i compagni che hanno una anzianit� di partito di almeno un anno, a membri del comitato federale tutti i compagni che hanno una anzianit� di almeno due anni, a membri del comitato regionale tutti i compagni che hanno una anzianit� di almeno tre anni, a membri del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo tutti i compagni che hanno una anzianit� di almeno quattro anni. In casi eccezionali si pu� derogare a questa norma per decisione dell'organismo superiore.
I comitati direttivi controllano e dirigono l'attivit� politica e di organizzazione della rispettiva formazione di partito tra un congresso e l'altro e le loro decisioni devono essere rispettate e applicate da tutti i compagni salvo il diritto di ricorso agli organi superiori.

Art. 28

IL COMITATO DIRETTIVO DI CELLULA

Il comitato direttivo di cellula viene eletto dall'assemblea generale degli iscritti alla cellula. Per l'elezione del comitato direttivo l'assemblea elegge preliminarmente la Presidenza, che nel periodo di svolgimento dell'assemblea stessa esercita le funzioni e ha i poteri del comitato direttivo.
Il voto � diretto e nominativo. Il comitato viene rinnovato di regola totalmente per elezione ogni anno. Rendendosi vacanti uno o pi� posti si procede alla elezione parziale.
Il comitato comprende tre o pi� membri, tra cui un segretario politico, un segretario di organizzazione e un amministratore, designati dal comitato stesso nel proprio seno tenendo presenti le indicazioni eventualmente date dall’assemblea.
Il comitato dirige tutto il lavoro della cellula ed � responsabile della applicazione da parte di essa della linea del partito. Esso deve controllare la esecuzione delle proprie decisioni e di quelle di organismi superiori che lo riguardano.
Esso nomina i compagni responsabili delle diverse branche di lavoro della cellula stessa e ne controlla l'attivit�. Esso risponde collegialmente del suo operato all'assemblea degli iscritti e al comitato direttivo della sezione e della federazione provinciale.
I membri del comitato di cellula sono considerati decaduti dopo tre assenze consecutive ingiustificate dalle sedute del comitato di cellula.

Art. 29

CONGRESSO DI SEZIONE

Il congresso di sezione � formato dai rappresentanti delle cellule, eletti da queste, secondo le norme stabilite dal comitato direttivo della federazione, in numero proporzionale agli iscritti. Esso si convoca almeno una volta all'anno per eleggere il comitato direttivo della sezione e discutere gli altri argomenti posti al suo ordine del giorno. Esso pu� venire convocato straordinariamente per decisione del comitato direttivo della federazione o per suggerimento a questo rivolto dalla Direzione del partito, o su richiesta di due terzi degli iscritti, previo consenso del comitato direttivo della federazione.
Il congresso elegge preliminarmente la Presidenza, che nel periodo di svolgimento del congresso stesso esercita le funzioni e ha i poteri del comitato direttivo.
Il congresso di sezione, con voto diretto e nominativo, elegge il comitato direttivo di cinque o pi� membri. Elegge pure i membri candidati, nella misura di un terzo dei componenti del comitato direttivo, che, secondo l'ordine cronologico della lista, in caso di recesso di alcuni membri del comitato direttivo la composizione di esso viene completata dal numero dei membri candidati eletti dal congresso.

Art. 30

IL COMITATO DIRETTIVO DI SEZIONE

Il comitato direttivo di sezione elegge nel proprio seno, tenendo conto delle eventuali indicazioni del congresso di sezione, un segretario politico, un segretario di organizzazione, un amministratore, un responsabile della propaganda ed un responsabile del lavoro di massa.
Esso controlla il lavoro delle cellule ed � responsabile di tutta l'attivit� che si svolge nel territorio della sezione.
Esso deve controllare le esecuzioni delle decisioni del congresso, delle proprie e di quelle di organismi superiori.
Esso pu� formare, per la migliore organizzazione della sua attivit�, delle commissioni di lavoro (per la propaganda, l'organizzazione, lo sviluppo dei quadri, la stampa, ecc.). A far parte delle commissioni di lavoro possono essere chiamati anche compagni che non fanno parte del comitato direttivo.
Il comitato direttivo di sezione � responsabile collegialmente del suo lavoro tanto verso il congresso di sezione quanto verso il comitato direttivo della federazione.
I membri del comitato direttivo di sezione sono considerati decaduti dopo tre assenze consecutive ingiustificate dalle sedute del comitato direttivo di sezione.

Art. 31

IL CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE

Il congresso della federazione provinciale �, nel territorio della provincia, la pi� alta istanza del partito. Esso si riunisce una volta ogni due anni e stabilisce il proprio ordine del giorno.
Il congresso elegge preliminarmente la Presidenza, che nel periodo di svolgimento del congresso esercita le funzioni e ha i poteri del comitato federale.
Su richiesta della maggioranza delle sezioni e delle cellule o della Direzione del partito o per decisione del comitato federale possono essere convocati dei congressi straordinari. La convocazione dei congressi straordinari deve essere ratificata dalla Direzione.
La Direzione del partito pu� decidere che venga posto all'ordine del giorno un determinato argomento.
Partecipano al congresso i delegati eletti dalle organizzazioni di base in misura proporzionale agli iscritti, a seconda delle norme stabilite dal comitato direttivo della federazione.
Il congresso della federazione provinciale elegge, con voto diretto e nominativo, il comitato federale di 15 o pi� membri. Elegge pure i membri candidati, nella misura di un terzo dei componenti il comitato federale, che, secondo l'ordine cronologico della lista, in caso di recesso di alcuni membri del comitato federale la composizione di esso viene completata dal numero dei membri candidati eletti dal congresso.

Art. 32

LA CONFERENZA DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE

La conferenza della federazione provinciale � la riunione dei rappresentanti delle organizzazioni comuniste esistenti nel territorio della medesima, designati dai comitati direttivi di queste organizzazioni a seconda delle norme stabilite dal comitato direttivo della federazione. Essa discute le questioni poste al suo ordine del giorno dal comitato direttivo della federazione, d'accordo con la Direzione del partito.
Di regola, la conferenza della federazione provinciale non ha facolt� di eleggere nuovi organi dirigenti della federazione. Tale facolt� pu� esserle attribuita, in caso di necessit�, dalla Direzione del partito, su richiesta del comitato direttivo della federazione stessa.

Art. 33

IL COMITATO FEDERALE DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE

Il comitato federale della federazione provinciale � l'organo di direzione dell'attivit� della federazione nel periodo compreso tra l'uno e l'altro congresso. L'elezione ha luogo per voto diretto e nominativo secondo le norme di votazione fissate dal congresso stesso .
Il comitato federale controlla l'attivit� di tutte le sezioni e cellule della provincia. Esso � tenuto a controllare scrupolosamente l'esecuzione delle proprie decisioni ed � responsabile della giusta applicazione della linea del partito in tutta la provincia. Esso dirige la stampa provinciale, della quale nomina i direttori e redattori.
Il comitato federale elegge nel proprio seno un segretario politico che rappresenta il partito, una segreteria di tre o cinque membri, tra cui deve esserci un responsabile dell'organizzazione e un amministratore, e un comitato esecutivo. Inoltre esso forma, a seconda delle necessit�, delle commissioni di lavoro (per l'organizzazione, la propaganda, la formazione dei quadri, per il lavoro giovanile, femminile, sindacale, eccetera), di cui designa i responsabili e controlla l'attivit�.
A far parte delle commissioni di lavoro possono essere chiamati anche compagni che non fanno parte del comitato direttivo.
Il comitato federale � responsabile collegialmente del suo lavoro verso il congresso provinciale e verso la Direzione del partito e il Comitato centrale.
I membri del comitato federale sono considerati decaduti dopo tre assenze consecutive ingiustificate dalle sedute del comitato federale.

Art. 34

IL CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE REGIONALE E IL COMITATO REGIONALE

Il congresso della federazione regionale � costituito dai delegati eletti dai congressi delle federazioni provinciali in misura proporzionale al numero degli iscritti e secondo le norme stabilite dal comitato regionale di intesa con la Direzione del partito.
Il congresso della federazione regionale si riunisce ogni quattro anni, a due anni di distanza dal congresso nazionale. Viene convocato dal comitato regionale per discutere il rapporto sull'attivit� del comitato stesso e le altre questioni poste all'ordine del giorno. La Direzione del partito pu� decidere che all'ordine del giorno del congresso della federazione regionale siano posti determinati argomenti.
I componenti del comitato regionale uscente, qualora non siano delegati al congresso, vi partecipano, hanno diritto di parola, ma non di voto. Durante lo svolgimento del congresso la presidenza esercita le funzioni del comitato regionale.
Congressi della federazione regionale straordinari possono essere convocati per decisione del Comitato centrale o della Direzione del partito, o su richiesta motivata della maggioranza delle federazioni che raggruppino almeno un terzo degli iscritti, oppure per decisione del comitato regionale, previo consenso della Direzione del partito.
Il congresso della federazione regionale elegge, con voto diretto e nominativo, il comitato regionale di 15 o pi� membri. Elegge pure i membri candidati, nella misura di un terzo dei componenti il comitato regionale, che, secondo l'ordine cronologico della lista, in caso di recesso di alcuni membri del comitato regionale la composizione di esso viene completata dal numero dei candidati eletti dal congresso.
Il comitato regionale � responsabile verso il Comitato centrale, la Direzione del partito e verso il congresso regionale dell'attuazione delle decisioni del congresso e della linea politica del partito nella propria organizzazione. Esso dirige la stampa regionale, della quale nomina i direttori e redattori; controlla l'attivit� di tutti gli organismi inferiori; costituisce proprie commissioni di lavoro designandone i responsabili e i componenti e controllandone l'attivit�. Almeno una volta all'anno il comitato regionale deve sentire e discutere un rapporto sull'attivit� degli eletti comunisti nelle assemblee elettive istituzionali. Il comitato regionale deve riunirsi di norma almeno una volta al mese.
I membri del comitato regionale sono considerati decaduti dopo tre assenze consecutive ingiustificate dalle sedute del comitato regionale.

Art. 35

LA CONFERENZA DELLA FEDERAZIONE REGIONALE

La conferenza della federazione regionale � la riunione dei rappresentanti delle organizzazioni comuniste esistenti nel territorio della medesima, designati dai comitati direttivi di queste organizzazioni, a seconda delle norme stabilite dal comitato direttivo della federazione regionale.
Essa discute le questioni poste al suo ordine del giorno dal comitato direttivo della federazione, d'accordo con la Direzione del partito.
Di regola, la conferenza della federazione regionale non ha facolt� di eleggere nuovi organi dirigenti della federazione. Tale facolt� pu� esserle attribuita, in caso di necessit�, dalla Direzione del partito, su richiesta del comitato direttivo della federazione stessa.

Art. 36

IL CONGRESSO DEL PARTITO

La pi� alta istanza dirigente del partito � il Congresso nazionale, che viene convocato per decisione del Comitato centrale non meno di una volta ogni quattro anni, e comprende i delegati democraticamente eletti da tutte le federazioni provinciali, proporzionalmente agli iscritti e secondo le norme stabilite dalla Direzione del partito.
Il Congresso decide il suo ordine del giorno ed elegge i propri organi direttivi. La Presidenza del Congresso eletta preliminarmente e nel periodo di svolgimento del Congresso stesso esercita le funzioni e ha i poteri del Comitato centrale.
Il Congresso fissa la linea politica del partito, giudica l'attivit� degli organi di direzione centrali e delle formazioni di base, ed elegge, a voto diretto e nominativo, secondo le norme e nel numero di membri che esso stesso stabilisce, il Comitato centrale e la Commissione centrale di controllo .
Elegge pure i membri candidati, nella misura di un terzo dei componenti il Comitato centrale e la Commissione centrale di controllo, che, secondo l'ordine cronologico della lista, in caso di recesso di alcuni membri del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo la composizione di questi organismi viene completata dal numero dei candidati eletti dal congresso.
Le decisioni del Congresso sono obbligatorie per tutto il partito.

Art. 37

IL COMITATO CENTRALE

Il Comitato centrale dirige il partito nel periodo tra due congressi.
Esso elegge nel suo seno:
a) un segretario generale e uno o due vice-segetari generali del partito;
b) la Direzione del partito di cui fissa il numero dei membri effettivi e supplenti, e a cui � demandata la direzione corrente di tutta l'attivit� del partito.
La Direzione del partito, a sua volta, designa:
a) la Segreteria del partito come organo che assicura la continuit� del lavoro politico e organizzativo della Direzione, l'esecuzione delle sue decisioni e il disbrigo delle pratiche correnti;
b) la commissione di organizzazione ;
c) i responsabili delle commissioni di lavoro costituite presso il Comitato centrale;
d) i direttori dei quotidiani che hanno funzione di organo centrale del partito.
Il Comitato centrale pu� nominare una Commissione speciale col compito di elaborare delle proposte di modifica parziale dello statuto del partito da presentare al congresso.
La convocazione del Comitato centrale e fatta dalla Direzione del partito e deve avvenire di regola ogni tre mesi .

Art . 38

LA COMMISSIONE CENTRALE DI CONTROLLO

La Commissione centrale di controllo ha l' incarico :
a) di aiutare la Segreteria e la Direzione del partito nel controllo sulla applicazione dello statuto e sul buon funzionamento del partito stesso ;
b) di seguire l'attivit� delle scuole di partito sia centrali che regionali e locali allo scopo di meglio assicurare lo sviluppo e la formazione ideologica marxista-leninista dei quadri di partito;
c) di sindacare il bilancio del partito;
d) di giudicare le accuse portate contro l'onorabilit� personale e la condotta dei membri del Comitato centrale, dei segretari delle federazioni provinciali e regionali e dei deputati e senatori comunisti in carica .
La Commissione centrale di controllo ha diritto di decisione su tutte le questioni di cui al punto d) e su tutte le altre questioni di carattere disciplinare che le vengono sottoposte dalla Direzione e dal Comitato centrale del partito. Per tutte le altre essa ha diritto di proporre suggerimenti e misure che assumeranno valore esecutivo solo dopo l'approvazione della Direzione o del Comitato centrale del partito.
La Commissione centrale di controllo elegge nel suo seno un ufficio di Presidenza di cinque membri, di cui uno presidente .

Art . 39

COOPTAZIONI

Al di fuori delle elezioni nelle forme previste dagli articoli precedenti, dei compagni possono essere chiamati a far parte degli organismi dirigenti del partito, di tutte le istanze, per decisioni di questi organismi stessi .
A questa designazione si ricorre in casi di importanza politica eccezionale. In ogni caso questa designazione non pu� riguardare pi� di un quinto dei membri dell' organismo dirigente interessato e in tutti i casi, salvo che per il Comitato centrale, deve essere sanzionata dall' organismo dirigente immediatamente superiore per la validit� della designazione � richiesta in ogni caso la maggioranza qualificata di due terzi .

Art . 40

IL CONSIGLIO NAZIONALE

Nell'intervallo tra due congressi, allo scopo di consultare il partito su questioni attinenti la sua azione politica generale, il Comitato centrale pu� convocare il Consiglio nazionale del partito, del quale fanno parte, oltre ai membri effettivi e candidati dello stesso Comitato centrale, i segretari delle federazioni provinciali e regionali e i membri della Commissione centrale di controllo.
Al Consiglio nazionale possono essere invitati i compagni eletti nelle assemblee elettive istituzionali.

Art. 41

LA CONFERENZA DEL PARTITO

Nell'intervallo tra due congressi, il Comitato centrale pu� convocare delle Conferenze nazionali di cui esso stabilisce l'ordine del giorno, e alle quali i comitati delle federazioni provinciali e regionali delegano i loro rappresentanti secondo le istruzioni che verranno emanate di volta in volta.
Tanto le deliberazioni della conferenza quanto quelle del consiglio nazionale hanno valore consultivo e diventano esecutive solo dopo la ratifica del Comitato centrale.

Art . 42

CARICHE PUBBLICHE ELETTIVE

La scelta dei candidati del partito alle elezioni politiche e amministrative viene fatta in base a norme che vengono stabilite dal Comitato centrale o per esso dalla Direzione del partito.
I membri del partito designati a cariche pubbliche elettive sono responsabili del loro mandato tanto verso il partito che li ha designati quanto verso i loro elettori e la massa popolare che essi rappresentano .

Art . 43

CUMULO DI CARICHE

Pur non esistendo nessuna incompatibilit� tra le diverse cariche elettive di partito e rappresentative sar� di regola evitato il cumulo di troppi incarichi in una sola persona .

Art . 44

I COMUNISTI NELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Tutti i membri del partito debbono obbligatoriamente essere iscritti alle rispettive organizzazioni sindacali di classe .
Presso il Comitato Centrale del partito � costituito un comitato sindacale i cui membri vengono nominati dallo stesso Comitato Centrale ed il quale ha la direzione della attivit� sindacale del partito comunista.

Art . 45

LA FEDERAZIONE GIOVANILE COMUNISTA ITALIANA MARXISTA-LENINISTA

I giovani dai 12 ai 18 anni che si orientano verso gli ideali del socialismo si organizzano nella Federazione giovanile comunista italiana marxista-leninista, organizzazione politica di classe della giovent� che sotto la direzione del partito educa i giovani alla causa del socialismo .
Allo scopo di meglio conoscere i problemi della giovent� e per facilitare l'opera di direzione nella FGCIM-L ad ogni livello organizzativo il partito designa i suoi rappresentanti in tutti gli organi dirigenti della FGCIM-L ed accoglie nei propri organi dirigenti i rappresentanti della FGCIM-L nel numero che sar� stabilito.
Il Comitato centrale della FGCIM-L delega a partecipare ai lavori del Comitato centrale del partito dei suoi membri.

Art . 46

L' UNITA' DEL PARTITO

L'unit� del partito � garanzia essenziale per la realizzazione del suo programma, per la vittoria delle classi lavoratrici e del popolo nella lotta per il socialismo. Tutte le formazioni di partito e tutti i compagni sono tenuti a difendere l'unit� del partito contro ogni tentativo di disgregazione o di attivit� di frazione. La costituzione di gruppi frazionistici in seno al partito � rigorosamente proibita e viene colpita con sanzioni che possono giungere fino all'espulsione.

Art. 47

IL RAFFORZAMENTO DEL PARTITO

Il partito si rafforza non soltanto aumentando il numero dei suoi aderenti ed elevandone la capacit� politica e ideologica, ma avendo cura costante che non entrino n� rimangano nelle sue file elementi che gettino discredito sul partito stesso per la loro condotta, o abbiano dato e diano prova di vilt�, o siano in qualsiasi modo agenti di nemici politici del partito o veicolo della influenza di questi nelle sue file.
Difendere il partito da ogni forma di opportunismo, di revisionismo e di trotskismo � dovere imprescindibile di ogni iscritto .

Art . 48

SANZIONI DISCIPLINARI

Il comunista che manca ai doveri verso il partito � punito con le seguenti sanzioni:
a) il richiamo orale;
b) il biasimo scritto con o senza retrocessione dalle cariche;
c) la destituzione dalla carica;
d) la sospensione da uno a sei mesi;
e) la radiazione;
f) l'espulsione.
Il richiamo orale e il biasimo vengono inflitti dagli organismi dirigenti del partito. Le altre sanzioni sono decise dall'assemblea che � qualificata per l'accettazione dell'iscrizione e con la stessa maggioranza. La destituzione dalla carica, la sospensione, la radiazione e l'espulsione saranno valide solo dopo la ratifica del comitato direttivo di federazione, e nei casi pi� gravi dopo la ratifica del Comitato centrale.
Il compagno sottoposto a procedimento disciplinare ha diritto alla contestazione specifica degli addebiti e alla discolpa. Egli pu� appellarsi al comitato direttivo dell'organizzazione superiore a quella che ha preso la misura e in ogni caso alla Direzione del partito e al Comitato centrale.
Tutte le sanzioni possono essere rese pubbliche.

Art . 49

LE FINANZE DEL PARTITO

I mezzi finanziari del partito sono forniti dai proventi delle tessere e delle quote versate dagli iscritti, da sottoscrizioni e oblazioni volontarie, dal provento di feste, lotterie popolari, prestiti, ecc..
Le cellule, le sezioni, le federazioni provinciali e regionali sono, dal punto di vista patrimoniale ed amministrativo, entit� distinte fra loro oltre che nei confronti della Direzione del partito, la quale non � legalmente responsabile della loro attivit� amministrativa.
La tessera � annuale e il suo prezzo � stabilito ogni anno dalla Direzione del partito, la quale fissa pure l'ammontare delle quote e la misura della ripartizione del provento della tessera e delle quote tra le organizzazioni periferiche e l'organizzazione centrale.
Ogni organizzazione del partito deve tenere una regolare amministrazione dei suoi fondi.

Art . 50

SIMBOLO, BANDIERA E INNI DEL PARTITO

Il simbolo del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista, in colore oro, � formato dalla stella a cinque punte, simbolo dell'internazionalismo proletario, messa in posizione sovrastante il martello e la falce, sovrapposti tra loro, simbolo del lavoro proletario. Sotto il simbolo sono ricamate, in colore oro, le lettere “ PCIM- L”.
La bandiera del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista � un rettangolo di drappo rosso, la cui base � una volta e mezzo l'altezza. Nel suo angolo superiore sinistro essa reca in colore oro la stella a cinque punte, simbolo dell'internazionalismo proletario, e i simboli del lavoro, la falce e il martello. Sotto questi simboli, orizzontalmente, sono ricamate, in colore oro, le lettere "PCIM-L".
Nelle pubbliche manifestazioni la bandiera del partito deve essere sempre portata ed esposta dalle proprie organizzazioni .
Nelle assemblee di partito vengono eseguiti come inni dei lavoratori italiani l"'Inno dei lavoratori", "Bandiera Rossa" e l'"Internazionale".

 

 
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