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Partito comunista italiano

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Palmiro Togliatti segretario del Partito comunista italiano

dal 1937 al 1964

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L'Unita' : organo dei comunisti italiani

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il comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone

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manifesto di propaganda dei Comunisti Italiani 2004

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STALIN capo del Partito comunista dell'URSS

leader del regime sovietico e del movimento comunista mondiale

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le tessere del PARTITO COMUNISTA ITALIANO

 

 

DA LIVORNO A OGGI

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Oliviero Diliberto

 

Il 1921 � un data ben nota a tutte le comuniste ed a tutti i comunisti. Ragionare oggi su quella data, fondativa del Partito Comunista Italiano, significa fare i conti con la storia dei comunisti nel nostro Paese e, con altrettanta seriet�, fare i conti con il ruolo odierno che i comunisti hanno nella storia politica, istituzionale e sociale in questo tornante della storia italiana. � un compito immane, che ci stiamo accingendo ad affrontare anche in vista del congresso nazionale del partito. Tuttavia dobbiamo provare sin d'ora a mettere a tema alcune questioni.

Mai come in questa fase la storia dei comunisti viene demonizzata, travisata, vilipesa. Penso all’anticomunismo un po' farsesco, ma non per questo meno pericoloso, di Silvio Berlusconi. Penso alla demolizione, sin dagli anni Ottanta, delle figure dei pi� prestigiosi dirigenti comunisti: un nome per tutti, Palmiro Togliatti. Ma la demonizzazione e il travisamento non vengono solo dai nostri nemici. La storia del PCI, le sue scelte, il suo ruolo nella societ� italiana vengono spesso criticati, attraverso una pubblicistica non sempre onesta nelle ricostruzioni storiche, qualche volta del tutto ingenerosa, anche da coloro che di quella storia hanno fatto parte. Penso a dichiarazioni, prese di posizioni e convegni che tendono a demolire il ruolo svolto dal Partito Comunista Italiano per rivalutare quelle figure che interpretavano la vicenda politica italiana su posizioni assai pi� moderate, da Saragat a Nenni sino a Craxi.

Tutto questo non � soltanto miserabile, ma anche profondamente sbagliato. Perch� la storia dei comunisti italiani � la storia della parte migliore della societ� italiana. Gli unici che resisterono negli anni del cosiddetto consenso al fascio dell'orrendo ventennio, gli unici che organizzarono l’opposizione pagando prezzi altissimi, furono appunto i comunisti. Dal 1943 in avanti, senza i comunisti non vi sarebbe stata l’esperienza della Resistenza ed � da quella esperienza che poi � nata la costituente e la nostra Carta Costituzionale. A quella Carta i comunisti diedero un contributo decisivo, vollero farne una Carta costituzionale unica nel panorama delle societ� liberali e capitalistiche proprio perch� nasceva da un compromesso di altissimo profilo tra le diverse culture democratiche italiane: quella cattolica, quella liberale, quella laica, quella socialista e quella comunista. Presidente della Costituente fu Umberto Terracini,, un comunista. E dopo la Costituente furono ancora una volta i comunisti a pagare prezzi altissimi. Voglio ricordare le migliaia di morti nelle piazze, la repressione della polizia di Scelba, le stragi maf�ose, da Portella della Ginestra, il 1� maggio del '47, in avanti.

Il Partito Comunista Italiano si � sempre caratterizzato per la sua lealt� alla Costituzione ed alla democrazia e per aver dato sempre un contributo di merito, mai ideologico, proprio a quelle riforme che cercavano di attuare i diritti e i principi contenuti nella Costituzione, sino ad essere protagonista, a cavallo degli anni 60 e 70, del rinnovamento profondo della societ� italiana, della straordinaria stagione delle conquiste dei lavoratori, del movimento degli studenti e del movimento di emancipazione prima e di liberazione poi delle donne. Il Partito Comunista Italiano fu un baluardo essenziale, come venne riconosciuto anche dai suoi avversari, nel contrastare e nello sconfiggere il terrorismo, sino al punto da pagare il prezzo dell'assassinio di un operaio comunista di Genova, Guido Rossa, trucidato dalle Brigate rosse.

Negli anni Ottanta, gi� in una fase di declino del partito e comunque difensiva, il Partito Comunista Italiano di Enrico Berlinguer fu protagonista di una grande ed asperrima battaglia, quella sui punti di contingenza della scala mobile, che rappresent� l’ultimo tentativo di difendere, coerentemente e strenuamente, gli interessi della classe lavoratrice. Insomma non abbiamo nulla di cui vergognarci, niente su cui recriminare. E fa rabbrividire la sola idea di rileggere oggi la polemica tra Craxi e Berlinguer come un episodio nel quale la vittoria di Craxi era auspicabile, perch� l’ideologia del craxismo, indipendentemente dall’uomo Bettino Craxi, era portatrice di una modernizzazione che dovevano pagare le classi lavoratrici, era portatrice dell’idea del rampantismo, del successo, del denaro come metro per giudicare le persone: era l’idea della "Milano da bere", per capirci, ed � in fondo una delle basi ideologiche del berlusconismo odierno.

L’insegnamento di Enrico Berlinguer sulla questione morale, sulla necessit� della riforma della politica, della restituzione di dignit� alla politica, � oggi addirittura pi� attuale di quando, controcorrente e profeticamente, lo stesso Berlinguer l’enunci�.

Ma al di l� del giudizio sulla storia del Partito Comunista Italiano, resta oggi in Italia un grande tema che ci riporta all'attualit� ed � la domanda che ci viene posta e che noi per primi ci poniamo con senso di responsabilit�. La domanda � semplice: che senso ha oggi, a distanza di ottantatre anni dalla fondazione, tenere in vita, nel tentativo di rinnovarlo profondamente, un partito che si chiama ancora comunista e che ha il vecchio simbolo del PCI nel proprio emblema?

La risposta, anche in questo caso, non pu� essere di tipo ideologico, un mero senso di appartenenza ad un passato glorioso, perch� l’appartenenza ad un passato glorioso non giustifica di per s� l'esistenza di un partito. Viceversa, noi riteniamo che questo nostro partito sia utile alla societ� italiana, ai suoi interessi generali e in particolare agli interessi della classe lavoratrice nelle diverse articolazioni, nella frammentazioni del mondo del lavoro quali si sono determinate nella societ� contemporanea. Ma il punto che ci fa dire che questo partito � utile, per certi versi indispensabile, � proprio quello di tradurre quella tradizione gloriosa in politica per l’oggi e dunque, fuor di metafora, di riportare al centro della politica e nelle istituzioni i bisogni, le istanze, le necessit� proprie della classe lavoratrice, temi espunti dall'agenda politica. Il grande problema della fase odierna � quello di riportare il conflitto capitale-lavoro al centro della discussione politica e dell’azione, affinch� esso non resti n� una semplice proclamazione ideologica n� una spinta di tipo solidaristico, in qualche modo importante ma segnata da una esperienza pi� vicina al cattolicesimo democratico che al tema del conflitto sociale.

Un partito comunista oggi come ieri serve a questo. Una forza comunista di sinistra che sappia impegnarsi su questi temi nell’ambito di una politica di alleanze proprio sulla base, ancora una volta, della migliore tradizione del Partito Comunista Italiano, affinch� non ci si limiti a dire cos’� che non va bene, ma si sia in grado di dare soluzioni concrete ai problemi e su queste soluzioni si possa costruire una maggioranza tale da rendere quella proposta un obiettivo politico raggiungibile. In questo senso noi siamo dentro al centrosinistra, dentro all'Ulivo, con la nostra specificit� e con la nostra autonomia, e cio� con l’idea che i comunisti, all'interno del proprio sistema di alleanze, sono impegnati in primo luogo a sconfiggere il governo delle destre che sta distruggendo il Paese e umiliando l'intero sistema di diritti e di protezioni sociali. E questo ci potr� consentire di raggiungere un altro obiettivo di interesse generale: condurre una battaglia politica per spostare pi� a sinistra possibile i connotati di quella che speriamo possa presto essere la nuova esperienza di governo dell’Ulivo, perch� senza la presenza dei comunisti esso rischia di avere posizioni drasticamente moderate sulle questioni sociali. Il nostro compito, in una fase di restringimento progressivo di agibilit� politica per gli interessi dei lavoratori, � dunque quello di riportare al centro dell’agenda politica il tema della materialit� delle condizioni di vita di milioni di persone: salari, pensioni, affitti, trasporti, sanit�, scuola, tutto quello che riguarda la vita delle persone. � questo il modo migliore anche per restituire dignit� alla politica.

La politica - che ci hanno insegnato essere l’attivit� pi� alta per il genere umano - � stata, nei decenni passati, svilita nel mercimonio del potere, nel governo visto come un fine e non come uno strumento per cambiare la societ�. Noi dobbiamo, nella misura del possibile, con le nostre forze, cercare di essere all'altezza di questa sfida. � il tema di fondo del nostro congresso, che svolgeremo consci di venire da una grande storia, anche se consapevoli di essere ancora un piccolo partito. Ed � questo piccolo partito che pone oggi in Italia il tema della sinistra, di una sua presenza autonoma - politicamente, organizzativamente e idealmente - nel momento in cui i Democratici di sinistra vanno verso la costituzione di un partito democratico riformista insieme agli ex democristiani, e dunque con una connotazione sempre meno di sinistra. E la sinistra cos’�? � appunto, per tornare al ragionamento di prima, una parte politica che difende, interpreta ed organizza politicamente gli interessi dei lavoratori. In questo senso ci soccorre proprio la tradizione: � la tradizione di un partito, il Partito Comunista Italiano, che mai ha fatto politica in modo velleitario o propagandistico. Un partito che non si � mai limitato all'organizzazione, pur importante, di cortei o di manifestazioni, ma che in ogni istituzione, dal pi� piccolo consiglio comunale sino al parlamento, in ogni luogo di lavoro, in ogni luogo organizzato della societ� civile, ha saputo, attraverso gli interessi della classe lavoratrice, interpretare gli interessi generali del Paese. Possiamo quindi, anche in occasione della celebrazione di un anniversario cos� importante per noi e per la societ� italiana, concludere con la frase antica di un filosofo: �Se oggi riusciamo a vedere pi� lontano dei nostri predecessori � soltanto perch� siamo nani issati sulle spalle di giganti�.

Oliviero Diliberto, segretario del Partito dei Comunisti Italiani

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PARTITO dei COMUNISTI ITALIANI

la sinistra sociale

 

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