COMUNISTI
DEL
PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
PROGRAMMA POLITICO
I
CARATTERISTICHE, FUNZIONI E SCOPI DEL NUOVO PROGRAMMA D'AZIONE DEL PMLI
L'importante e impegnativo obiettivo politico di
redigere, a distanza di 22 anni dal primo testo, una nuova edizione del Programma d'azione
del Partito marxista-leninista italiano � stato posto con forza e chiarezza dal
Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, nel suo Rapporto (nel capitolo
dedicato a "La costruzione del PMLI") tenuto al 4� Congresso nazionale il 26
dicembre '98. A questo proposito ha detto: "Il Programma d'azione non risponde pi�
alla nuova situazione ed � gi� stato superato, in gran parte, dalla successiva
elaborazione rivendicativa, politica, sindacale e sociale del Partito...
Il nostro Programma d'azione - che
per sua stessa natura e funzione ha un carattere politico, tattico, rivendicativo
immediato e rispondente alla situazione politica, sociale e sindacale di un determinato
momento - ha bisogno di essere rifatto giacch� la situazione di oggi non � pi� quella
della sua prima stesura. Occorre quindi farne una nuova edizione appena possibile".
Dopo un lungo e meticoloso lavoro di studio, ricerca ed elaborazione, cui hanno
partecipato tutte le istanze del Partito, i simpatizzanti del Partito e i lettori de
"Il Bolscevico" e finanche le masse che sono state coinvolte attraverso
un'inchiesta, siamo finalmente in grado di presentare la nuova edizione del Programma
d'azione del PMLI, che espone in maniera organica la piattaforma rivendicativa del PMLI
nel campo politico, economico, sociale e sindacale a favore delle masse operaie,
lavoratrici, dei pensionati, popolari e giovanili di ambo i sessi.
La piattaforma rivendicativa supera, aggiorna e sviluppa quella del precedente Programma
d'azione e sistematizza le conoscenze e le esperienze accumulate dal Partito fino ad oggi.
La sua sperimentazione, le maggiori conoscenze ed esperienze del Partito, il contributo
diretto delle masse che via via si legheranno al Partito, potranno rendere necessaria nel
futuro un'ulteriore edizione del Programma d'azione pi� completa ed esauriente rispetto a
quella attuale, specialmente in quei campi in cui l'elaborazione del Partito � ancora
indietro o manca del tutto.
Il Programma d'azione ha una natura e una funzione specifici ma non va visto a s� stante,
essendo parte integrante della linea e della strategia generali del PMLI. Esso si ispira
direttamente al Programma generale del Partito e si lega strettamente alla linea politica
e ai compiti stabiliti dal 4� Congresso nazionale per costruire un grande, forte e
radicato Partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista,
neofascista, presidenzialista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e
socialista. Ha il compito di applicare e trasformare le direttive teoriche, politiche e
programmatiche in indicazioni di lotta, di sostanziare e dare le gambe alla linea politica
del Congresso con rivendicazioni immediate e di breve-medio periodo, di legare il
particolare al generale della lotta di classe e coniugare gli interessi particolari e
immediati della classe operaia e delle masse con quelli generali e a lungo termine.
Il Programma d'azione del PMLI si propone anzitutto lo scopo di soddisfare le esigenze
immediate di carattere politico, economico, sociale e sindacale delle masse e al contempo
acuire le contraddizioni tra le masse e le istituzioni borghesi e i partiti parlamentari,
elevare la coscienza politica delle masse e il loro grado di combattivit�, attirare delle
simpatie e dei nuovi militanti verso il nostro Partito; finalit� che rientrano nei
quattro obiettivi strategici del lavoro di massa del Partito.
Il Programma d'azione del PMLI poggia su una solida base anticapitalista, antimperialista,
antifascista, antisecessionista, antifederalista, antiliberista, antirazzista e
antixenofoba. La piattaforma rivendicativa che propone ha caratteri di classe. Respinge la
conciliazione tra classe operaia e borghesia, rifiuta il "patto sociale" tra
sfruttati e sfruttatori e la subordinazione degli interessi dei lavoratori a quelli dei
padroni, si oppone al collaborazionismo e all'interclassismo, rigetta le compatibilit�
economiche capitalistiche dell'Italia imperialista e dell'Unione europea imperialista. Non
pone certo in primo piano le leggi del "mercato" e del profitto capitalistici,
le esigenze di competizione economica del capitalismo italiano in Europa e nel mondo, le
mire di conquista dei monopoli e delle multinazionali ma i sacrosanti diritti delle masse
al lavoro, alla difesa e alla crescita del potere d'acquisto dei salari, alla casa, allo
studio, alla formazione e alla cultura, all'assistenza sanitaria, sociale e previdenziale,
allo sviluppo del Mezzogiorno, al trasporto pubblico, all'aborto, alla fecondazione
assistita, allo sciopero e a ogni altro bisogno popolare e progressista.
Pertanto il Programma d'azione del PMLI contrasta le controriforme varate in questi anni
in campo istituzionale ed elettorale, sulla forma di Stato e di governo nazionale,
regionale, provinciale e comunale; in campo militare, amministrativo, economico, fiscale e
sociale. Contrasta la politica estera del governo di stampo imperialista e interventista.
Si contrappone al neoliberismo e alla politica familista imperanti, sostenuti in buona
sostanza da tutti i partiti parlamentari. Rivendica non meno ma pi� intervento dello
Stato negli affari economici e sociali del Paese, non meno ma pi� regole, rigidit� e
controllo sociale sul "mercato del lavoro" e sulle modalit� di assunzione, non
meno ma pi� diritti sindacali e contrattuali per i lavoratori, non meno ma pi�
finanziamenti pubblici a fini sociali, pi� protezione previdenziale e sanitaria, pi�
"Stato sociale" per assicurare i vecchi bisogni delle masse rimasti insoluti e
per affrontare quelli nuovi emersi dai cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del
lavoro, con la crescente presenza dell'immigrazione, nelle relazioni familiari e di
coppia, per contenere e ridurre le accresciute diseguaglianze sociali, emarginazione e
povert�.
Lo Stato, e non la famiglia, i privati, il "non profit" e il volontariato, deve
occuparsi del soddisfacimento dei bisogni economici, sociali, sanitari e assistenziali
delle masse attraverso servizi sociali pubblici, adeguati, accessibili a tutti ed estesi
in ogni regione, in modo da creare le condizioni affinch� le donne e gli uomini possano
avere uguale diritto al lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente
tutelato, e liberarsi dalla schiavit� domestica e familiare.
II IL SINDACATO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
Per dare le gambe alla piattaforma rivendicativa del
Programma d'azione occorre un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori poich�
tale piattaforma si pone agli antipodi della linea politica e contrattuale delle
Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil le quali hanno partecipato al cambio di regime,
da quello democratico borghese a quello neofascista, e all'instaurazione della seconda
repubblica, soprattutto per la parte economica e sociale. Con gli accordi del luglio '92,
del luglio '93 e del dicembre '98 sottoscritti col governo e le associazioni padronali, le
tre Confederazioni sono divenute totalmente dei sindacati liberali, governativi e
filopadronali e hanno concorso attivamente a cambiare le "relazioni sindacali" e
il sistema contrattuale in senso cogestionario e neocorporativo di stampo mussoliniano.
Esse hanno sposato interamente la "nuova cultura aziendale" e conformemente a
essa si muovono, agiscono, si organizzano e contrattano nel rigoroso rispetto della
"competitivit�" economica e commerciale internazionale del capitalismo
italiano. Come dimostra l'accettazione della concertazione, della flessibilit�, della
mobilit�, del merito, delle differenze salariali tra il Nord e il Sud, del "salario
d'ingresso", dei differenti rapporti di lavoro (a tempo indeterminato, a termine,
stagionale, part-time, apprendistato, con contratto di formazione lavoro, interinale, lsu,
telelavoro, gli stage) dei "contratti d'area", dei "patti
territoriali", della cancellazione del posto fisso. Come dimostra la loro convinta
partecipazione alle controriforme sanitaria, previdenziale, scolastica e universitaria,
alla limitazione legislativa del diritto di sciopero, per non parlare della democrazia
sindacale e del diritto dei lavoratori di contare e di decidere sulle questioni sindacali
e contrattuali che li riguardano calpestate sistematicamente.
Stante questa situazione, la nostra proposta sindacale, lanciata dall'Ufficio politico del
PMLI il 6 febbraio 1993, � quella di costruire dal basso un grande sindacato delle
lavoratrici e dei lavoratori (SLL) fondato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale
e contrattuale delle Assemblee generali dei lavoratori.
Questa proposta si � resa necessaria dal momento che non � pi� possibile battersi nella
Cgil per conquistarne la direzione e cambiarne la linea politica e sindacale in quanto
essa � divenuta un sindacato del regime neofascista, completamente integrato nel
capitalismo e subalterno al governo e al padronato. � una proposta sindacale di carattere
strategico che potr� realizzarsi solo se la maggioranza degli operai e dei lavoratori la
faranno propria. Non baster� quindi una minoranza perch� l'SLL richiede l'adesione e la
partecipazione in massa dei lavoratori di ogni azienda. Occorreranno tempi lunghi
affinch� maturino le condizioni oggettive e soggettive per la realizzazione di questo
nostro grande obiettivo strategico. Anche perch� si sono moltiplicate le organizzazioni
sindacali a "sinistra" della Cgil, che anzich� tendere a riunire sindacalmente
i lavoratori li stanno dividendo formando dei sindacati anarcoidi legati a frazioni
operaiste, neorevisioniste e trotzkiste.
Pertanto finch� non nascer� l'SLL e sar� possibile e utile continueremo a privilegiare
il lavoro sindacale all'interno della Cgil rispetto ai sindacati che si collocano alla sua
"sinistra". Ci� tuttavia non esclude che si possa valutare, situazione per
situazione, in quale sindacato � pi� opportuno e proficuo operare in base ai nostri
obiettivi sindacali immediati e strategici. Bisogna comunque stare attenti a non
infognarsi in piccoli sindacati di partito settari e velleitari che ci tagliano fuori dal
rapporto con le masse lavoratrici.
Che si lavori dentro la Cgil o in altri sindacati alla sua "sinistra" rimane
comunque valida e operante l'indicazione di promuovere la Corrente sindacale di classe
(CSC), composta dai lavoratori marxisti-leninisti e da quelli simpatizzanti del PMLI
dovunque organizzati sindacalmente, che ha lo scopo di far conoscere alle masse
lavoratrici la nostra proposta sindacale dell'SLL e di realizzarla nelle aziende e nelle
fabbriche dove esistono le condizioni e di battersi per le rivendicazioni del Programma
d'azione del PMLI.
III I COMITATI POPOLARI
I principi della democrazia diretta, dell'autogestione
e dell'autogoverno ispirano e caratterizzano la linea di massa, la concezione delle
organizzazioni di massa e il Programma d'azione del PMLI, non solo in campo economico e
sindacale ma anche nei campi sociale e politico, e vanno applicati nei luoghi di lavoro e
di studio e nell'attivit� di massa sul territorio. Anche se questi principi si possono
realizzare compiutamente e in modo stabile solo nel socialismo, noi comunisti
marxisti-leninisti li propagandiamo, li rivendichiamo e cerchiamo di attuarli sin da ora
per organizzare, educare e mobilitare le masse fuori e contro le istituzioni
rappresentative borghesi. D'importanza capitale, in questo contesto, la realizzazione
delle istituzioni rappresentative delle masse anticapitaliste e astensioniste; ossia le
Assemblee popolari e i Comitati popolari. Queste istituzioni sono anche degli utili
strumenti per la realizzazione del nostro Programma d'azione.
Noi vorremmo che tutti gli anticapitalisti e gli astensionisti dello stesso quartiere di
ogni citt� o frazione, indipendentemente dai partiti di appartenenza, si riunissero
periodicamente in Assemblea popolare per stabilire la propria piattaforma politica e
rivendicativa e per programmare le proprie lotte, attivit� e iniziative sociali aperte a
tutte le masse del proprio territorio.
Noi vorremmo che le Assemblee popolari fossero costituite in ogni quartiere cittadino e
zona rurale da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14
anni - che si astengono alle elezioni, che dichiarano di essere anticapitalisti,
antifascisti e fautori del socialismo e siano disposti a combattere politicamente ed
elettoralmente le istituzioni, il potere centrale, regionale e locale e il sistema
capitalistico.
Noi vorremmo che le Assemblee popolari eleggessero, con voto palese e con mandato
revocabile in qualsiasi momento, il proprio governo, denominato Comitato popolare, e si
dotassero di un regolamento interno in grado di assicurare la propria vita democratica e
la propria operativit�.
Noi vorremmo che i Comitati popolari fossero costituiti dagli elementi pi� combattivi,
coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste e astensioniste, e che le
donne e gli uomini - eleggibili fin dall'et� di 16 anni indipendentemente dalla razza,
dalla confessione religiosa o dal loro ateismo e dall'orientamento sessuale - fossero
rappresentati in essi in maniera paritaria.
Noi vorremmo che l'Assemblea dei Comitati popolari di quartiere eleggesse, sempre
attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E con la stessa
procedura si arrivasse all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del
Comitato popolare nazionale.
Noi vorremmo che i Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale, regionale e il
Comitato popolare nazionale rappresentassero il contraltare, la centrale alternativa e
antagonista rispettivamente dei governi di quartiere, comunale, provinciale, regionale e
nazionale, nonch� il circuito politico democratico di massa alternativo allo Stato e alle
istituzioni rappresentative borghesi.
Noi vorremmo che lo scopo fondamentale dei Comitati popolari fosse quello di guidare le
masse, anche se non fanno parte delle Assemblee popolari, nella lotta politica per
strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti che migliorino le
condizioni di vita e che diano alle masse l'autogestione dei servizi sanitari e sociali e
dei centri sociali, ricreativi e sportivi a carattere pubblico.
Naturalmente queste istituzioni rappresentative delle masse anticapitaliste e
astensioniste non possono nascere a freddo, con atti burocratici, volontaristici e senza
che esse abbiano un'effettiva base di massa. Occorre un lungo lavoro propagandistico e uno
stadio pi� avanzato della coscienza politica delle masse per far maturare le condizioni
politiche e organizzative per crearle. Tuttavia, man mano che matureranno queste
condizioni, in qualsiasi parte d'Italia, regione, provincia, comune o quartiere, occorre
costituire immediatamente dei Comitati promotori delle Assemblee popolari e dei Comitati
popolari cercando di creare delle esperienze pilota e da qui partire per dare le ali alla
nostra strategia politica, elettorale e istituzionale alternativa a quella della classe
dominante borghese in camicia nera e dei partiti che le reggono il sacco.
IV I METODI DI LOTTA
Le rivendicazioni del Programma d'azione del PMLI sono
in netto contrasto con i programmi governativi, con gli interessi del grande capitale, con
le mire dell'imperialismo italiano, sono antitetiche al metodo della concertazione
neocorporativa e del "patto sociale" con la classe dominante borghese. Per
essere realizzate, per ci� che � possibile nel capitalismo, c'� bisogno dell'utilizzo
da parte del proletariato e delle masse di tutti i metodi di lotta conosciuti quali lo
sciopero, il picchettaggio, il boicottaggio della produzione, la manifestazione di piazza,
l'occupazione delle fabbriche, delle scuole, delle universit�, degli edifici pubblici,
delle case, il blocco stradale e ferroviario, le barricate, l'autoriduzione delle tariffe
e di altri metodi di lotta che le masse possono inventare, senza tenere conto dei limiti
posti dalla legalit� borghese e della legislazione sempre pi� fascista contro lo
sciopero e i metodi di lotta delle masse.
Lo sciopero politico o economico - generale e nazionale, regionale, provinciale,
cittadino, di zona, aziendale, di categoria - rappresenta uno dei pi� potenti ed efficaci
metodi di lotta della classe operaia e delle masse popolari. � attraverso il ricorso allo
sciopero che il proletariato e le masse acquistano coraggio e coscienza della loro
potenza, rinforzano l'unit� e la solidariet� di classe; � attraverso il ricorso
intelligente ora allo sciopero politico, ora allo sciopero economico che le masse possono
combattere efficacemente la politica e i singoli atti del governo, del padronato e delle
istituzioni, contrastare quella legge liberticida, o quella controriforma sociale,
impedire quei licenziamenti o quella ristrutturazione aziendale, possono lottare contro
l'intensificazione dello sfruttamento e per pi� alti salari e migliori condizioni di vita
e di lavoro. Lo sciopero, in ultima analisi, � il motore dello sviluppo della lotta di
classe, � - come insegna Lenin - una "scuola di guerra" contro il capitale, un
potente sostegno alla rivoluzione socialista, come dimostra la storia, allorch� questa �
matura ed esplode. Per tutte queste ragioni non � accettabile ed � da respingere
risolutamente ogni limitazione del diritto di sciopero nella forma sia
dell'autoregolamentazione sindacale, sia della regolamentazione per legge.
V IL FRONTE UNITO
Il carattere rivendicativo del Programma d'azione e il
suo scopo primario di soddisfare le esigenze immediate delle masse richiede l'uso della
politica di fronte unito. Anche se bisogna distinguere tra i vari tipi di fronte unito,
tra quello di tipo strategico, legato alla lotta per la conquista del potere politico da
parte del proletariato e del socialismo e quello di tipo tattico, parziale e temporaneo,
legato a singole battaglie politiche e sindacali, alla realizzazione di obiettivi
immediati. Fatta salva la discriminante antifascista, dobbiamo unire e unirci a tutti
coloro con i quali abbiamo in comune la piattaforma rivendicativa e gli obiettivi da essa
indicati.
Che si debba intervenire in un'assemblea sindacale, studentesca, femminile, territoriale,
che si debba partecipare a un congresso sindacale, a uno sciopero, a una manifestazione di
piazza, che si debba promuovere un movimento o un comitato di lotta o aderirvi, occorre
ricercare l'alleanza con coloro che si collocano a sinistra per battere le posizioni
arretrate e di destra, seguendo il principio "unit�-lotta-unit�" nell'ambito
della normale battaglia che apertamente o meno si svolge dentro ogni movimento e organismo
di massa per l'egemonia ideologica, politica ed organizzativa.
Ogni situazione presenta caratteristiche e opportunit� diverse che dobbiamo essere in
grado di cogliere. Talvolta si tratta di esercitare una politica di fronte unito
direttamente come Partito in battaglie a cui aderiscono anche partiti e organizzazioni
politiche. In altre occasioni il fronte unito va realizzato a titolo individuale, quando
non sono ufficialmente coinvolti i partiti, nel caso di comitati di lotta che abbiamo
promosso o contribuito a costituire o a cui abbiamo aderito in un secondo tempo.
A livello sindacale, nel sindacato e nel luogo di lavoro, il fronte unito si pu�
realizzare a titolo individuale o come Corrente sindacale di classe con i lavoratori, i
delegati dei lavoratori, le correnti e i raggruppamenti sindacali che hanno le posizioni
sindacali uguali, simili o vicine alle nostre. Si tratta di volta in volta e caso per caso
di stabilire qual � la migliore e pi� favorevole scelta tattica. Sempre per� dobbiamo
mantenere la nostra indipendenza e autonomia e mai assumere un atteggiamento di copertura
a sinistra di chicchessia.
Questi criteri di fronte unito valgono anche nel lavoro studentesco e femminile e in
qualsiasi altro campo.
VI IL LAVORO DI MASSA
Il Programma d'azione rappresenta un potente strumento
di lotta del Partito per perseguire con successo gli obiettivi posti dal 4� Congresso in
generale e in particolare per quanto riguarda il lavoro di massa e di radicamento.
Studiare, concentrarsi sulle priorit�, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle
priorit�, studiare. � questa la parola d'ordine che dobbiamo tenere a mente nel nostro
lavoro politico quotidiano.
Tutto il Partito, dal Comitato centrale all'Ufficio politico, dai Comitati provinciali
alle Cellule, deve impugnare saldamente il Programma d'azione e farlo vivere in ogni
azione politica, sindacale, giovanile, femminile, giornalistica, propagandistica,
agitatoria.
I militanti e i simpatizzanti comunisti del Partito marxista-leninista italiano che
operano negli organismi di massa - sindacali, giovanili, studenteschi, delle donne, degli
anziani, dei disabili, culturali e sportivi - devono propagandare il Programma d'azione e
applicarlo con dialettica e intelligenza tattica secondo le esigenze e il livello di
coscienza delle masse cui si riferiscono e in base agli organismi di massa di cui fanno
parte.
Nei luoghi di lavoro, di studio e di vita dove siamo presenti, dobbiamo tenere in pugno
l'iniziativa politica. Sempre, ogni giorno e con continuit�, non in maniera saltuaria e
frammentaria. Per le questioni ordinarie e per le questioni straordinarie. Non solo sul
piano della propaganda (diffusioni e affissioni, ecc.) ma anche sul piano dell'agitazione
e delle denunce politiche e sindacali. Non solo nelle grandi occasioni e durante le
mobilitazioni delle masse su base locale, provinciale, regionale e nazionale. Solo un
lavoro costante e quotidiano pu� dare i suoi frutti. Un lavoro legato alla realt� e alla
problematica sociale in cui viviamo e operiamo.
In ogni luogo di lavoro, di studio e di vita ci sono dei problemi, delle rivendicazioni e
delle contraddizioni ai quali va data la nostra risposta. In questi luoghi dobbiamo essere
degli agitatori, dei combattenti di prima linea, degli organizzatori delle masse e delle
lotte. Mai dobbiamo starcene con le mani in mano e vivere al rimorchio degli avvenimenti.
� un errore fare sia meno sia pi� delle nostre possibilit�. Bisogna comunque andare
sempre avanti, anche se con passi piccoli o piccolissimi. Costi quel che costi e qualunque
siano le circostanze e le avversit�.
Il nostro lavoro politico non deve essere un fuoco di paglia, ma un continuo accendere
scintille per dar fuoco a tutta la prateria.
I marxisti-leninisti hanno sempre contrastato e smascherato il riformismo di tipo borghese
e socialdemocratico sostenuto dai rinnegati, dagli opportunisti di ogni genere e dai falsi
comunisti come Bertinotti e Cossutta e tendente a impedire al proletariato la sua
coscienza di essere una classe per s�, a depotenziare la sua carica rivoluzionaria,
integrarlo e mantenerlo schiavo nel capitalismo.
Battersi per� nella lotta quotidiana per ottenere miglioramenti immediati e concreti
economici e sociali nelle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia e delle
masse non � riformismo. Purch� questa lotta non sia fine a se stessa ma parte integrante
della strategia rivoluzionaria per la conquista del potere politico da parte del
proletariato che � la madre di tutte le questioni. Infatti senza il potere politico il
proletariato non ha niente, col potere politico ha tutto.
VII PIATTAFORMA RIVENDICATIVA
A POLITICA ESTERA
1) Sciogliere l'Onu, l'attuale Organizzazione delle nazioni unite, e istituire una nuova
Organizzazione mondiale, senza membri permanenti e privilegiati, senza diritti di veto,
con uguali diritti e doveri, fondata sui principi del rispetto reciproco, della sovranit�
nazionale e dell'integrit� territoriale e statale, di non aggressione, di non ingerenza
nei rispettivi affari interni dei vari paesi, di eguaglianza e di reciproco vantaggio per
tutti i suoi membri.
2) Sciogliere il Fondo monetario internazionale (Fmi), la Banca mondiale (Bm), la Banca
centrale europea (Bce), la Banca europea di investimento (Bei), la Banca europea per la
ricostruzione dei paesi dell'Est (Bers) e l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
3) Contrastare l'interventismo mascherato da "ingerenza umanitaria" utilizzato
dall'imperialismo in flagrante violazione del diritto internazionale e del principio della
inviolabilit� della sovranit� territoriale degli Stati.
4) Cancellare interamente il debito contratto dai paesi poveri nei confronti dei paesi
ricchi e del Fmi, della Bm e della Bce.
5) Rispettare l'impegno dei paesi ricchi di destinare lo 0,7% del loro prodotto interno
lordo, con tendenza a elevare questa percentuale, per aiutare lo sviluppo economico,
tecnologico, sociale, sanitario, culturale dei paesi poveri.
6) Abrogare le alleanze dell'Italia con la Nato, l'Ocse, la Ue, l'Ueo e l'Osce e uscire da
tutti gli organismi da essi dipendenti.
7) Smantellare le basi Usa e Nato esistenti in Italia.
8) Abolire la "Forza di reazione rapida" europea e opporsi alla creazione
dell'esercito europeo.
9) Appoggiare la lotta dei popoli per la libert� e l'indipendenza nazionale, a cominciare
da quella per la libert� della Palestina, e tutte le lotte contro l'imperialismo, ogni
forma di colonialismo e neocolonialismo, il razzismo.
10) Mettere fine all'embargo economico decretato dalle potenze imperialiste contro Cuba e
l'Irak.
11) Ritirare tutti i militari italiani inviati all'estero con il pretesto delle
"missioni umanitarie", a partire dal Kosovo, dalla Bosnia, dall'Albania, da
Timor est, dall'Eritrea e dalla Somalia.
12) Vietare l'impiego di militari italiani in conflitti fuori dai confini nazionali nel
rigoroso rispetto dell'art.11 della Costituzione.
13) Abrogare le norme poliziesche antimmigrati contenute nell'accordo di Shenghen tra i
paesi della Ue.
14) Stroncare l'infame traffico di vite umane dai Balcani e da altri paesi mediterranei
verso l'Italia, gestito dalla criminalit� organizzata.
B POLITICA INTERNA
Le discriminanti antifascista e antimonarchica
15) Difendere le "Disposizioni transitorie e finali" n.XII e n.XIII della
Costituzione relative alle discriminanti antifascista e antimonarchica che vietano la
riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, di partiti apertamente fascisti e ai membri e ai
discendenti di Casa Savoia di essere elettori, di ricoprire uffici pubblici e cariche
elettive, nonch�, ai discendenti maschi dei Savoia, l'ingresso e il soggiorno nel
territorio nazionale.
16) Vietare la concessione di aule scolastiche e universitarie, sale pubbliche e piazze
per iniziative di apologia del nazismo, del fascismo, del razzismo e dell'antisemitismo.
Politica
istituzionale
17) Abrogare il Concordato tra Stato italiano e
Vaticano.
18) Abrogare tutte le leggi che hanno trasformato il sistema elettorale italiano da
proporzionale a maggioritario uninominale sia per le consultazioni politiche nazionali sia
per quelle regionali, provinciali e comunali.
19) Abrogare le leggi che permettono l'elezione diretta dei presidenti delle giunte
regionali, di quelle provinciali e dei sindaci.
20) Abrogare tutte le leggi sul federalismo (a partire dalla Bassanini) che conferiscono
alle regioni l'autonomia statutaria e ampi poteri legislativi, fiscali, finanziari,
amministrativi e gestionali.
21) Abrogare tutte le norme sul finanziamento pubblico dei partiti, e in particolare la
legge 157 del 3 giugno 1999 sui rimborsi per le spese elettorali.
22) Obbligo per lo Stato, le regioni, le province e gli enti locali di fornire servizi e
strumenti gratuiti ai partiti, anche se non presentano liste alle elezioni politiche,
regionali, provinciali e comunali, per svolgere la loro attivit� politica.
23) Gli stipendi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio, dei
ministri, dei parlamentari, dei presidenti, dei sindaci e degli assessori regionali,
provinciali e comunali, cos� come quelli degli alti funzionari dello Stato, non devono
superare il triplo del salario medio operaio dell'industria.
Politica militare
24) Abrogare la legge 331 del 14 novembre 2000 che
elimina la leva militare obbligatoria e istituisce l'esercito volontario professionale e
interventista.
25) Abrogare la legge delega 380 del 20 ottobre 1999 che istituisce l'arruolamento
femminile nelle Forze armate.
26) Migliorare le condizioni di vita dei militari di leva attraverso l'espletamento del
servizio entro i confini della regione di residenza, la riduzione della ferma a 6 mesi,
vettovagliamento, vestiario e servizi adeguati e sufficienti; godimento di tutti i diritti
politici e civili, diritto di partecipare alla vita associativa e a regolari permessi nel
fine settimana, lotta intransigente a tutte le forme di "nonnismo".
27) Diritto dei soldati a disobbedire agli ordini e a disertare in caso di partecipazione
dell'Italia a una guerra di aggressione imperialista contro altri paesi sovrani.
28) Diritto all'obiezione di coscienza e sostituzione del servizio militare, con attivit�
civili e sociali di pubblica utilit� per un periodo pari a quello previsto dalla ferma
obbligatoria.
29) Abrogare la legge delega 78 del 31 marzo 2000 sul riordino delle forze di polizia che
assegna all'arma dei carabinieri una collocazione autonoma come quarta forza armata e
pericolosi poteri di pubblica sicurezza e di polizia militare.
30) Divieto di aumentare la spesa militare.
31) Distruggere, vietare e mettere al bando tutte le armi nucleari, batteriologiche,
chimiche e a uranio impoverito.
32) Divieto di militarizzare le citt�, con il pretesto della lotta alla mafia, alla
'ndrangheta, alla camorra e alla criminalit� diffusa, attraverso l'uso dell'esercito,
l'istituzione del sindaco-sceriffo, del poliziotto di quartiere e delle ronde di
vigilantes pubblici e privati.
33) Sciogliere i servizi segreti, strumenti della reazione, dei fascisti, del terrorismo
di Stato e dei golpisti.
34) Contrastare l'approvazione della controriforma dei servizi segreti, di stampo
neofascista, alle dirette dipendenze del capo del governo e con licenza di violazione
delle leggi.
Politica giudiziaria
35) Patrocinio gratuito in tutti i tipi di cause per
coloro che hanno un reddito individuale non superiore ai 30 milioni di lire annui netti
indicizzati.
36) Obbligo per la magistratura di svolgere e concludere i processi sulle controversie di
lavoro entro un massimo di 12 mesi.
37) Difendere l'indipendenza e l'autonomia della magistratura nei confronti del governo.
38) Opporsi alla divisione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) in due sezioni
distinte (giudici e pubblici ministeri) e alla separazione delle carriere e delle funzioni
tra magistrati giudicanti e magistrati inquirenti.
39) Contrastare l'aumento dei membri "laici" all'interno del Csm tendente ad
aumentare il controllo dell'organo di autogoverno dei giudici da parte dei partiti
parlamentari.
40) Abolire tutte quelle norme del codice penale che limitano e, di fatto, negano le
libert� di pensiero, di parola, di stampa, di propaganda, di associazione, di
manifestazione e di movimento delle masse.
41) Contrastare il varo di leggi liberticide in materia di "sicurezza" dette
"anticrimine" tendenti a restringere le regole che dettano le scarcerazioni, i
benefici di legge quali la sospensione condizionale della pena, a incrementare le
possibilit� del processo per direttissima, a limitare il ricorso in Cassazione dopo i
primi due giudizi e ad aumentare enormemente i poteri di polizia. Vietare il braccialetto
elettronico per i detenuti agli arresti domiciliari.
42) Combattere la mafia, la 'ndrangheta, la camorra, la "sacra corona unita" e i
loro padrini e complici politici e istituzionali.
43) Contrastare la corruzione politica, amministrativa e le tangentopoli, e mantenere il
reato di abuso di ufficio.
44) Abrogare gli artt. 68, 90 e 96 della Costituzione, poich� i parlamentari, i ministri,
il capo dello Stato e del governo devono essere giudicati dalla magistratura ordinaria
senza alcuna autorizzazione del parlamento.
45) Destituire da tutti gli incarichi gli amministratori e funzionari pubblici condannati
per corruzione, concussione, interesse privato, tangenti, ricettazione, oppure che abbiano
avuto rapporti di appartenenza e/o di collusione con le organizzazioni mafiose, con la
massoneria e il terrorismo.
46) Obbligo per gli amministratori e i politici corrotti di restituire tutto il denaro
sottratto alle casse pubbliche per destinarlo a uso sociale.
47) Obbligare il governo centrale e le istituzioni a dire tutta la verit� sui mandanti e
gli esecutori delle stragi di Stato che, a partire da quella del '69 a Milano, hanno
insanguinato l'Italia. Tutta la verit� sulla loggia P2 di Gelli e sui tentativi di colpi
di Stato che si sono susseguiti dal 1964 (golpe De Lorenzo) in poi. Abolire il segreto di
Stato.
48) Abolizione dell'ergastolo.
49) Effettiva depenalizzazione dei reati minori da scontare con pene alternative.
50) Scarcerare i tossicodipendenti e i detenuti per reati minori con pene fino a 4 anni,
attraverso un provvedimento di amnistia e/o di indulto.
51) Applicazione reale dei benefici previsti dalle leggi Gozzini, Simeone, Saraceni.
52) Provvedimenti urgenti e adeguati per migliorare l'agibilit� degli immobili e delle
strutture carcerarie, le condizioni di vita, di alloggio, di vitto e di salute delle
detenute e dei detenuti e favorire tutte quelle attivit� volte al loro recupero sociale.
53) Agevolazioni contributive e sgravi fiscali per aziende pubbliche e private disponibili
a organizzare attivit� produttive e di servizi all'interno delle carceri impiegando
persone detenute, svolgendo un'opera di formazione professionale, specie per i pi�
giovani, garantendo retribuzioni a termine di legge.
54) Aumentare l'organico di "educatori", psicologi e magistrati di sorveglianza
negli istituti di pena.
55) Controllo politico e sociale sulla gestione delle carceri affinch� siano evitati e
puniti severamente pestaggi, sevizie e altri comportamenti persecutori delle guardie
carcerarie e dei loro superiori ai danni dei detenuti.
56) Abrogare la legislazione penale per i malati di mente e chiusura dei manicomi
giudiziari realizzando, all'interno delle carceri, strutture sanitarie idonee alla cura
dei disturbi psichici dei detenuti con il concorso e la collaborazione dei servizi
psichiatrici territoriali e le terapie riabilitative medico-psichiatriche.
57) Vietare l'introduzione della pena di morte e abrogazione della pena di morte in caso
di guerra.
Diritti politici
58) Eliminare radicalmente ogni discriminazione giuridica, culturale e di fatto, basata
sulla razza, la religione, il sesso, l'et�, il territorio.
59) No alle impronte digitali sulle carte d'identit� e all'uso di altri dati biometrici
come l'identificazione attraverso l'iride dell'occhio.
60) Abrogare le leggi 146/90 e 83/2000 che limitano il diritto di sciopero nei cosiddetti
"servizi pubblici essenziali" e cancellare i codici di autoregolamentazione
dello sciopero di natura contrattuale.
61) Diritto pieno e senza limitazioni per tutti i lavoratori di svolgere scioperi,
picchettaggi, cortei, manifestazioni di piazza, blocchi stradali e ferroviari.
62) Diritto di poter svolgere manifestazioni di protesta nei centri cittadini senza alcuna
limitazione.
63) Divieto di presenza e di intervento dell'esercito e delle "forze
dell'ordine" nei conflitti di lavoro, nei picchetti e nelle manifestazioni dei
lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti e delle masse in genere.
64) Diritto per le masse popolari e per le loro organizzazioni di poter utilizzare
gratuitamente gli edifici pubblici per manifestazioni, conferenze e dibattiti di ordine
politico, sindacale, sociale e culturale.
65) Diritto per le masse popolari di assistere e manifestare il proprio pensiero con
cartelli e striscioni alle sedute del parlamento e dei consigli regionali, provinciali,
comunali e circoscrizionali.
66) Spazi pubblici, in numero sufficiente, per l'affissione libera e gratuita, senza
censure amministrative se non verso l'apologia di fascismo, di manifesti da parte di
associazioni politiche, sindacali, sociali, culturali, di comitati di base senza fini di
lucro.
67) Eliminare la tassa comunale per l'occupazione di suolo pubblico (Tosap) per lo
svolgimento di iniziative di carattere politico, culturale, sociale, ricreativo e sportivo
senza fini di lucro.
68) Istituire referendum propositivi e abrogativi a livello regionale, provinciale,
comunale e circoscrizionale e il referendum propositivo a livello nazionale, da affiancare
a quello abrogativo gi� esistente, secondo le norme e le modalit� vigenti.
69) Diritto per i lavoratori e le masse popolari di controllare, tramite i propri
organismi, tutte le attivit� dell'amministrazione pubblica e di eleggere i funzionari
pubblici.
Diritti sociali
70) Abrogare tutte le disposizioni di legge che in
materia di sanit�, previdenza, assistenza, diritto allo studio e alla casa sono
finalizzate a privatizzare i servizi, la scuola e l'universit�, a ridisegnare uno
"Stato sociale" minimo solo per i poveri, fondato sulla sussidiariet� e sul
familismo per scaricare il disimpegno dello Stato dal sociale sulle donne.
71) Lo Stato deve garantire con regole universalistiche, attraverso la fiscalit� generale
e le strutture pubbliche, il soddisfacimento dei diritti essenziali delle masse popolari e
dei lavoratori immigrati quali il lavoro, la casa, l'istruzione e la cultura, l'assistenza
sanitaria e previdenziale, la pensione, il riposo, la tutela della maternit�, dei minori,
dei portatori di handicap e degli invalidi.
72) Abrogare le leggi che hanno istituito sussidi quali il reddito minimo di inserimento,
il minimo vitale, ecc.
73) Potenziare gli istituti per il sostegno al reddito quali l'indennit� di
disoccupazione e di inoccupazione, anche per le casalinghe senza alcun reddito e che non
trovano lavoro, pensioni sociali, integrazione alla pensione minima, gratuit� e tariffe
agevolate per i servizi sociali e pubblici, l'abitazione e altro per chi percepisce un
reddito basso.
Immigrati e nomadi
74) Abrogare la legge 40 del 19 febbraio 1998 e il
decreto legislativo Turco-Napolitano 286 del 25 luglio 1998, che limita l'afflusso degli
immigrati e ne favorisce l'espulsione.
75) Stroncare il criminale traffico di immigrati dai Balcani e da altri paesi mediterranei
verso l'Italia.
76) Sanatoria generalizzata per tutti gli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.
77) Perseguire con sanzioni economiche o con la reclusione chi sfrutta al nero gli
immigrati.
78) Chiusura dei "Centri di permanenza temporanea" degli immigrati, veri e
propri lager per gli immigrati in attesa di espulsione.
79) Libero accesso su tutto il territorio nazionale agli immigrati, senza le limitazioni
previste nelle "quote".
80) Diritto di asilo ai perseguitati politici e ai rifugiati senza limitazioni e
parificando la normativa legislativa alla migliore condizione.
81) Riconoscimento di pari diritti sociali, civili e politici per tutti gli immigrati.
82) Diritto alla cittadinanza italiana per i figli nati e che nasceranno nel nostro Paese
da coppie di immigrati.
83) Diritto al lavoro, alla casa, all'assistenza sanitaria e sociale, all'istruzione per i
bambini e i ragazzi in et� scolare, per tutti gli immigrati extracomunitari.
84) Rispettare e favorire l'esercizio delle tradizioni culturali, religiose, alimentari e
comportamentali degli immigrati nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nella societ�
(escluse alcune pratiche tribali come l'infibulazione che invece vanno combattute).
85) Prevedere presso le scuole pubbliche, in orari extra scolastici ed extra lavorativi,
corsi di lingua italiana gratuiti per immigrati adulti.
86) Obbligo da parte delle regioni, delle province e dei comuni di costruire per i nomadi
in sosta temporanea, strutture di soggiorno in muratura attrezzate di servizi (luce,
acqua, gas, gabinetti, docce), e per l'assistenza sanitaria, per la raccolta di rifiuti, e
collegate con i mezzi di trasporto pubblici. Per gli stanziali obbligo da parte degli enti
locali di fare piani di inserimento nella vita sociale, lavorativa e scolastica nel
territorio di competenza.
87) Le regioni, le province e i comuni devono riservare dei posti nei mercati per
permettere ai Rom di vendere i loro prodotti artigianali e svolgere i loro mestieri
ambulanti.
C POLITICA ECONOMICA, FINANZIARIA E SOCIALE
Rivendicazioni generali
88) Una politica finanziaria, economica e sociale svincolata dai parametri economici
dettati dalla Ue, con al centro il soddisfacimento dei bisogni economici, sociali,
previdenziali, assistenziali e formativi della classe operaia e delle masse popolari, in
particolare quelle del Mezzogiorno.
89) Piani straordinari di sviluppo e per l'occupazione, fondati sulla modernizzazione
infrastrutturale e industriale del Sud e il rilancio, su tutto il territorio nazionale, di
un moderno e tecnologicamente avanzato sistema pubblico scolastico, sanitario,
previdenziale, nel campo dei servizi, della tutela ambientale e della protezione civile,
della formazione professionale e dell'inserimento al lavoro.
90) Piani di sviluppo e di ammodernamento delle reti ferroviarie, nazionali,
interregionali e regionali con un'attenzione particolare verso le regioni meridionali e le
Isole e per il servizio di trasporto dei pendolari e delle merci.
91) Piani di sviluppo e di ammodernamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano
nelle citt� che privilegino l'abbattimento dell'inquinamento e dell'impatto ambientale.
92) Aumentare la spesa sociale con l'obiettivo di raggiungere e superare i livelli medi
europei.
93) Assoluto divieto di stornare fondi dello Stato destinati a spese sociali per
finanziare imprese militari, come � avvenuto nelle guerre del Golfo Persico, Somalia,
Bosnia, Serbia e Kosovo.
94) Nelle citt� dare la priorit�, destinandovi finanziamenti sufficienti, al risanamento
delle periferie urbane e dei quartieri popolari.
95) Prezzi calmierati per i generi alimentari di prima necessit�.
96) Prezzi popolari, gratuiti per gli indigenti, per luce, gas, acqua, trasporti e
smaltimento dei rifiuti. Le aziende dei settori relativi non devono avere scopo di lucro.
97) Nazionalizzare gli enti e le grandi aziende di interesse generale operanti in settori
strategici dell'industria e dei servizi: elettricit�, energia, erogazione dell'acqua, del
gas metano, trasporti, telecomunicazioni, istituti finanziari, bancari e assicurativi, e
conseguente cancellazione delle privatizzazioni avvenute in questi settori.
98) Cancellare gli ingenti finanziamenti pubblici regalati ogni anno alle imprese sotto
forma di incentivi, sostegno all'innovazione, "rottamazioni", ecc.
Mezzogiorno
99) Creare in tutto il Mezzogiorno una struttura
economica simile a quella che possiede il Centro-Nord attraverso piani straordinari e la
destinazione di ingenti finanziamenti pubblici e l'utilizzazione delle aziende pubbliche
per lo sviluppo industriale, tecnologico e infrastrutturale, per il rilancio
dell'agricoltura e il turismo, per il risanamento del degrado ambientale, rurale e urbano.
100) Piani straordinari per risolvere il problema dell'approvvigionamento e distribuzione
dell'acqua potabile (specie in Sicilia, Calabria e Campania), completare la metanizzazione
delle citt�, potenziare la rete ferroviaria e i trasporti pubblici urbani.
101) Nazionalizzare le grandi aziende, a cominciare dalla Fiat, e le banche private e
rinazionalizzare ci� che era gi� dello Stato e che � stato in questi anni privatizzato.
102) Cancellazione del megaprogetto speculativo per la costruzione del Ponte di Messina e
destinazione degli investimenti previsti (8 mila miliardi) per potenziare e modernizzare i
trasporti ferroviari e marittimi della Sicilia e della Calabria.
103) Pieno utilizzo, nei tempi stabiliti, dei 100-120 mila miliardi stanziati (tra fondi
Ue e fondi nazionali) per lo sviluppo, l'ammodernamento e l'occupazione nelle regioni
meridionali.
104) Diritto per le masse meridionali a controllare e a dire l'ultima parola sui
finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo e all'occupazione nel Mezzogiorno,
affinch� non siano rapinati dalla mafia, dalla 'ndrangheta, dalla camorra, dalla
"sacra corona unita" e dai ladroni di Stato.
105) Creare nuovi posti di lavoro stabili, a salario intero e a tempo pieno, secondo le
condizioni sancite nel Ccnl, senza deroghe sui metodi di assunzione, l'orario di lavoro,
le normative, i trattamenti salariali.
106) Impedire la reintroduzione, sotto qualsiasi forma, delle "gabbie
salariali".
107) Sciogliere la fallimentare "Agenzia per il Sud" creata per distribuire
incentivi e agevolazioni fiscali ai capitalisti italiani ed esteri e per imporre al
Mezzogiorno condizioni di supersfruttamento.
108) Concedere agevolazioni fiscali per investimenti produttivi vincolati alla creazione
di posti di lavoro a tempo indeterminato e a salario intero.
Agricoltura
109) Favorire lo sviluppo, la modernizzazione e
la specializzazione, soprattutto nel Sud e nelle Isole, dell'agricoltura e del settore
agro-alimentare, con l'obiettivo almeno di coprire il fabbisogno alimentare nazionale,
valorizzando qualit� e tipicit� delle produzioni in rapporto al territorio,
salvaguardando l'ambiente, la biodiversit� e la sicurezza igienico-sanitaria dei
prodotti.
110) Incoraggiare il carattere multifunzionale del sistema agricolo, legandolo alla
produzione e alla trasformazione dei prodotti agro-alimentari e zootecnici, al recupero e
al rilancio del territorio e delle zone rurali, all'attivit� turistica (attraverso le
strutture di agriturismo), all'educazione ecologica e agricola per gli studenti,
all'attivit� faunistica.
111) Aumentare i finanziamenti e le agevolazioni fiscali dello Stato ai vari settori
dell'agricoltura, privilegiando le piccole aziende contadine e le piccole cooperative.
112) Prevedere investimenti legati alla conservazione del paesaggio tradizionale, al
trasferimento di aziende nell'interesse della collettivit�, al miglioramento
dell'ambiente e al benessere degli animali; aiuti per compensare le zone svantaggiate, per
sostenere l'avvio di attivit� dei giovani agricoltori; aiuti per incoraggiare la
produzione di prodotti di qualit� e promuovere l'assistenza tecnica ai produttori e il
miglioramento della qualit� genetica del bestiame; aiuti per compensare i danni alla
produzione e ai mezzi di produzione agricoli causati da catastrofi naturali, cattive
condizioni climatiche o epidemie a piante e animali.
113) Rivendicare una politica che assicuri un sostegno economico all'agricoltura italiana
non inferiore a quello garantito ad altri paesi della comunit�, il superamento delle
quote di produzione imposte da Bruxelles, la parit� di trattamento tra produzioni
continentali e produzioni mediterranee.
114) Sostenere lo sviluppo delle zone rurali e montane con interventi volti a migliorare
in generale le condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni residenti; ridurre
l'"effetto periferia" delle suddette zone (con diffusione di sistemi
informatici, di telecomunicazione e telematici); favorire le attivit� rurali e produttive
presenti sul territorio con sovvenzioni, defiscalizzazioni, semplificazioni
amministrative; facilitare l'accesso ai servizi sanitari, assistenziali, scolastici e
culturali; promuovere gli insediamenti delle popolazioni mediante un'adeguata politica
della casa, dei trasporti e dei servizi; valorizzare le tradizioni progressiste locali e
le produzioni tipiche.
115) Ridurre progressivamente, fino a eliminare gli allevamenti intensivi "senza
terra" e favorire, col sostegno dello Stato, i piccoli allevatori a spostare le loro
aziende dove ci sono terre incolte, e incentivarli ad una produzione rispettosa
dell'ambiente, della salute dei consumatori e degli stessi animali.
116) Mettere al bando, negli allevamenti di bovini, suini, animali da cortile e nella
piscicoltura, l'uso delle farine di origine animale e degli estrogeni e l'uso
indiscriminato di antibiotici e rivendicare un controllo capillare e costante delle
autorit� veterinarie pubbliche sulle industrie che producono mangimi e sulle aziende
zootecniche per garantire la sicurezza alimentare e la difesa della salute dei
consumatori.
117) Opporsi alle normative Ue che permettono l'alterazione dei prodotti alimentari
consentendo l'introduzione di ingredienti estranei e surrogati scadenti, come � avvenuto
per la pasta, la cioccolata e il pane, in difesa della loro genuinit� e qualit�.
118) Favorire la ricerca e la sperimentazione scientifica nel campo della biotecnologia e
degli organismi geneticamente modificati (Ogm) per la produzione di cibi
"transgenici" finalizzate a migliorare l'ecosistema naturale e agricolo, a
salvaguardare la variabilit� genetica e la biodiversit�, ad aiutare lo sviluppo tecnico,
agricolo ed economico dei paesi in via di sviluppo.
119) Vincolare, per legge e con sanzioni severe, ogni prospettiva di sfruttamento
economico degli Ogm alla tutela dell'ambiente e degli ecosistemi, alla salvaguardia della
salute umana e al pieno rispetto del diritto all'informazione dei consumatori, alla difesa
della biodiversit� e delle produzioni tipiche e locali, alla garanzia che la diffusione
delle biotecnologie non penalizzi le possibilit� di sviluppo dei paesi del Terzo mondo.
120) Vietare la brevettabilit� delle scoperte genetiche, di qualsiasi tipo, e il loro uso
a scopo di lucro. Esse devono essere considerate patrimonio comune, pubblicate in modo
dettagliato nelle riviste scientifiche e messe a disposizione di tutti.
121) Abrogare le normative vigenti in materia (le direttive Cee 90/220 e 98/440) e
rivendicare una legislazione che recepisca i suddetti principi.
122) Moratoria delle coltivazioni, dell'esportazione, dell'importazione e della
commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati, finch� non sar� definito un
nuovo quadro legislativo e chiariti i rischi per la salute e l'ambiente nel medio e lungo
periodo.
123) Garantire agli agricoltori l'informazione esatta sulla provenienza dei semi e dei
mangimi, con certificato che specifichi il loro trattamento; i prodotti importati dagli
Usa e dal Canada, specie mais e soia, vengano distinti tra quelli Ogm e quelli naturali;
prevedere sanzioni per chi esporta prodotti "transgenici" segretamente e
illegalmente; rendere obbligatoria l'etichettatura dei prodotti geneticamente modificati
che segnali tutta la quantit� di Ogm immessa, anche infinitesimale, sotto l'1%.
Occupazione e lavoro
124) Lavoro stabile, a salario intero, a tempo
pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori.
125) Piani straordinari urgenti, anche con appositi programmi di formazione professionale,
per dare lavoro ai "soggetti pi� deboli" sul "mercato del lavoro", e
cio� a giovani, donne, disoccupati di lunga durata, immigrati, disabili.
126) Assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato nel pubblico impiego e nella
pubblica amministrazione per reintegrare il turn-over e adeguare gli organici alle
necessit� di servizio.
127) Assunzione stabile e a salario intero di tutti i lavoratori socialmente utili (Lsu) e
i lavoratori di pubblica utilit� (Lpu) nella pubblica amministrazione dove sono in
servizio.
128) Trasformazione dei contratti di formazione-lavoro in assunzioni a tempo indeterminato
dei contrattisti nelle aziende in cui sono impiegati.
129) Blocco delle privatizzazioni nei servizi portuali e a bordo delle navi di linea e
piano di assunzioni per chi cerca lavoro nel settore marittimo, senza discriminazioni
verso i lavoratori immigrati.
130) Riduzione dell'orario a 35 ore settimanali (7x5) a parit� di salario per legge, fin
da subito in tutte le aziende, comprese quelle con meno di 15 dipendenti.
131) Divieto di organizzare turni di lavoro oltre le 20 ore per le lavorazioni che non
pretendono il ciclo continuo.
132) Per determinate lavorazioni disagiate e organizzate per turni, prevedere la settimana
lavorativa di 32 ore e mezza (6,5x5) o di 32 (8x4) a parit� di salario.
133) Abrogare tutti i provvedimenti di legge, ivi compreso il pacchetto Treu, che hanno
liberalizzato il "mercato del lavoro" e moltiplicato le forme di lavoro precario
nel privato e anche nel pubblico impiego: part-time, contratti a termine, contratto
formazione-lavoro, lavoro interinale, lavoro "atipico" parasubordinato, Lsu; e
che hanno inserito trattamenti economici e normativi differenti, in deroga ai contratti
nazionali, quali i "patti territoriali" e i "contratti d'area".
134) Abrogare il decreto legislativo 61/2000 che introduce il part-time flessibile,
giornaliero, settimanale e stagionale.
135) Provvedimenti legislativi e di adeguamento delle forze ispettive per scovare
(utilizzando anche i dati incrociati di Iva, Inps, Enel), e punire, anche con la
carcerazione e la confisca dei beni per i casi pi� gravi, le aziende che ricorrono al
lavoro nero e minorile.
136) Controlli rigorosi da parte di governo, regioni, province e enti locali sulle
societ� e le aziende alle quali vengono assegnati gli appalti pubblici per impedire
l'utilizzo di lavoro nero.
137) Divieto di introdurre norme di legge, o anche contrattuali, come l'"arbitrato di
equit�", che in qualche maniera cancellino le tutele previste nel
"licenziamento per giusta causa".
138) Estendere ai lavoratori delle aziende sotto i 15 dipendenti le norme di tutela dello
Statuto dei lavoratori.
139) Abrogare le norme di legge finalizzate a privatizzare il collocamento, iniziando con
lo smantellamento delle agenzie interinali.
140) Perseguire con sanzioni economiche e il carcere il "caporalato"
nell'ingaggio di mano d'opera sottopagata e a nero, specie in agricoltura e in edilizia.
141) Superamento definitivo del vecchio collocamento con un sistema pubblico di avviamento
al lavoro, presente in tutto il territorio nazionale, attrezzato con moderne tecnologie
per recepire in tempo reale la domanda di mano d'opera, che promuova anche assieme agli
enti locali corsi di formazione e di riqualificazione professionale, gestito con la
partecipazione diretta dei giovani alla ricerca della prima occupazione, dei disoccupati e
delle organizzazioni che li rappresentano.
142) Rapporto di collaborazione e di scambio delle informazioni tra i centri di avviamento
al lavoro e il sistema scolastico per favorire l'occupazione degli studenti una volta
terminati gli studi.
143) Indennit� di disoccupazione pari al salario medio degli operai dell'industria per un
periodo non inferiore a tre anni. Tale indennit� deve essere estesa anche ai giovani in
cerca di prima occupazione ed elargita in accordo con i centri di avviamento al lavoro. In
caso di rifiuto di una adeguata offerta di lavoro la suddetta indennit� decade.
144) Diritto di ricevere un reddito da parte dello Stato pari alla pensione sociale per
gli indigenti privi di risorse proprie che, pur essendo in et� lavorativa, sono fuori dal
"mercato del lavoro".
145) Mantenimento ed estensione nei settori che ne sono privi dei cosiddetti
"ammortizzatori sociali" (cassa integrazione ordinaria e straordinaria, liste di
mobilit� e prepensionamenti) per difendere i posti di lavoro e contenere i licenziamenti
in casi di crisi aziendali.
Pensioni
146) Abrogare le controriforme pensionistiche
Amato, Dini e Prodi.
147) Rilanciare un sistema pensionistico pubblico, universale, unificato, a ripartizione,
fondato sulla contribuzione obbligatoria e con una tassa sui profitti dei capitalisti.
148) Diritto alla pensione minima dopo 5 anni di contribuzione.
149) Ripristinare l'et� pensionabile a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne.
150) Ripristinare la pensione di anzianit� con 35 anni di lavoro.
151) Rivalutare l'aliquota di rendimento pensionistico del 2,5% per ogni anno lavorato per
tutte le categorie.
152) Istituire una norma legislativa pensionistica specifica che favorisca gli
"atipici", i lavoratori parasubordinati riguardo l'aliquota contributiva e il
rendimento dei versamenti pensionistici.
153) Rivalutare automaticamente le pensioni in base all'aumento del costo della vita e
alla media della dinamica salariale nel lavoro dipendente.
154) Elevare le pensioni minime da lavoro, che comunque non siano inferiori a un milione
di lire netto mensile indicizzato.
155) Aumentare la pensione sociale (assegno sociale) fino alla met� del salario mensile
medio degli operai dell'industria, con rivalutazione annuale sui dati Istat. In ogni caso
la pi� bassa pensione non deve essere al di sotto del milione di lire netto mensile
indicizzato.
156) L'ottenimento della integrazione della pensione al minimo non deve essere subordinato
al cumulo dei redditi dei coniugi.
157) Difendere il diritto alla reversibilit� delle pensioni per vedove e orfani.
158) Separare effettivamente e in tempi certi i conti e i fondi della previdenza, di
competenza dell'Inps e degli altri istituti pensionistici, da quelli per l'assistenza e
per il sostegno all'occupazione che sono di competenza dello Stato (ministeri del Tesoro,
del Lavoro, ecc.).
159) Provvedimenti legislativi, organizzativi e investigativi efficaci per scovare e
punire la grande evasione contributiva.
160) Armonizzare le normative previdenziali riguardanti la contribuzione e i rendimenti
pensionistici.
161) Parificare i versamenti contributivi del lavoro autonomo e del settore
dell'agricoltura a quelli vigenti nel lavoro dipendente dell'industria.
162) Eliminare tutti i privilegi pensionistici a favore dei parlamentari, ministri,
presidenti delle regioni e delle province, sindaci, assessori, alti burocrati dello Stato
e della pubblica amministrazione, grandi manager delle aziende pubbliche e private.
163) Riordinare e riunificare i vari fondi di pensione di categoria e di settore privati e
pubblici nell'Inps.
164) Divieto di utilizzare il Tfr (le liquidazioni) per finanziare i fondi di pensione
integrativa.
165) Eliminare i fondi di pensione integrativa esistenti.
Casa
166) Diritto alla casa per tutti.
167) Sostanzioso aumento dei finanziamenti pubblici
destinati dal governo alla politica abitativa, almeno ai livelli esistenti nei principali
paesi europei e comunque adeguato a rilanciare l'edilizia popolare e sostenere i senza
tetto e le famiglie pi� bisognose.
168) Piani dei comuni mirati a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso e il
risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case
popolari con fitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi.
169) Smantellare i mostruosi casermoni nei quartieri-ghetto costruiti nelle periferie
delle grandi metropoli (come a Napoli, Roma e altre citt�) e ricostruzione di un ambiente
abitativo vivibile, attrezzato di servizi e dotato di verde pubblico.
170) Costringere, ricorrendo anche alla leva fiscale e alla requisizione, le banche, le
societ� di assicurazioni e i grandi proprietari immobiliari ad affittare, come prima
abitazione, le case di loro propriet� a fitti popolari.
171) Contributi pubblici e agevolazioni fiscali per ristrutturare e ammodernare le vecchie
abitazioni nei quartieri popolari per le famiglie a basso reddito e che possiedono una
sola casa.
172) Finanziamenti pubblici e agevolazioni fiscali per dotare di garanzie antisismiche le
vecchie case situate nelle zone soggette a terremoti.
173) Forti agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa per le famiglie con un
reddito medio-basso, le giovani coppie e i singoli, senza discriminazioni verso gli
immigrati, le famiglie di fatto e le convivenze etero e omosessuali.
174) Diritto, anche per le famiglie di fatto, comprese le coppie omosessuali, lesbiche,
transessuali, di accedere ai bandi di concorso per l'assegnazione delle case popolari.
175) Abrogare la legge Zagatti 431 del 9 dicembre 1998 sulla liberalizzazione degli
affitti.
176) Contributi economici da parte delle amministrazioni comunali per pagare l'affitto
agli indigenti.
177) Divieto degli sfratti fino a che non sia offerta una adeguata abitazione alternativa,
specie per le coppie di anziani soli e le famiglie a basso reddito.
178) I comuni devono requisire le case sfitte da oltre un anno, i locali pubblici dismessi
o inutilizzati e i palazzi nelle medesime condizioni da destinare, dopo i necessari
lavori, alle famiglie sfrattate e senza casa.
179) Abolire l'Ici sulla prima casa non di lusso.
180) Istituire un'anagrafe nazionale, con sede centrale a Roma, dove si possano iscrivere
coloro che non hanno pi� la residenza in alcun Comune; ogni comune ha l'obbligo di
rilasciare loro il certificato di residenza.
Fisco
181) Sistema fiscale basato sulle imposte dirette
che attui una vera ed effettiva progressivit� nella tassazione dei redditi, attraverso
una lotta rigorosa all'evasione, erosione ed elusione fiscale e l'unicit� di imposta per
tutte le fonti di reddito.
182) Abolizione graduale delle imposte indirette a cominciare dall'Iva sui beni e sui
servizi di prima necessit�.
183) Esenzione dall'Irpef per i redditi sotto i 30 milioni di lire annui indicizzati.
184) Riformulare gli scaglioni di reddito, le aliquote fiscali e le detrazioni Irpef (con
rimborso di quelle non recuperate per incapienza) per alleggerire l'imposizione sul lavoro
dipendente, sui pensionati, sui contadini poveri e piccoli artigiani e commercianti, in
base anche ai familiari a carico, e per rafforzare la progressivit� dell'imposta sui
redditi che superano i 60 milioni di lire di reddito annui indicizzati.
185) Restituire, anche tramite compensazione, entro l'anno di presentazione della
dichiarazione dei redditi le imposte lievitate a causa dell'inflazione e del conseguente
drenaggio fiscale. Per i redditi da lavoro dipendente e da pensione provvedere in sede di
conguaglio fiscale a fine anno.
186) Divieto di fiscalizzazione degli oneri sociali alle imprese; esenzione dai contributi
sanitari per i lavoratori dipendenti.
187) Colpire la grande evasione, erosione ed elusione fiscale attraverso l'abolizione dei
regimi fiscali sostitutivi che applicano le imposte proporzionali invece che progressive,
la tassazione progressiva di tutti i redditi includendoli nella base imponibile Irpef,
l'abolizione del segreto bancario, efficaci ed efficienti sistemi di accertamento che
impediscano la falsificazione dei fatturati, dei profitti, della dichiarazione dei redditi
e facciano venire alla luce l'economia sommersa e il "lavoro nero".
188) Tassazione Irpef di tutti i redditi da lavoro autonomo e d'impresa minore attraverso
l'abolizione dei sistemi forfettari, l'esatta dichiarazione dei redditi e della base
imponibile risultante dai costi e dai ricavi, la corretta imputazione delle spese
deducibili, un sistema di contabilit� semplificata per i piccoli lavoratori autonomi,
artigiani, commercianti.
189) Tassazione progressiva Irpef sulle rendite finanziarie, abolizione delle imposte
sostitutive, prelievo alla fonte a titolo di acconto e conguaglio con la dichiarazione dei
redditi.
190) Imposta patrimoniale progressiva su tutti i beni immobiliari e mobiliari (titoli
azionari e simili, depositi bancari, ecc.), con l'esenzione della prima casa di abitazione
e il piccolo risparmio entro il tetto dei 200 milioni di lire indicizzati.
191) Introdurre un'imposta per colpire le transazioni speculative sul mercato delle
valute.
192) Abrogare i provvedimenti legislativi fiscali del ministro Visco relativi a: la
revisione delle aliquote Irpef; l'introduzione della Dit e della superDit (Dual income
tax) per la riduzione delle imposte sui profitti "reinvestiti" e dell'Irap
(Imposta regionale sulle attivit� produttive) a favore della grande impresa.
193) Abrogare le leggi in materia di federalismo fiscale a favore delle regioni, compresa
l'Irap, e dei comuni.
194) Abolire tutte le addizionali Irpef comunali, provinciali e regionali.
195) Abrogare l'8x1000 a favore della chiesa cattolica e di altre istituzioni religiose.
196) Realizzare forme permanenti di controllo sociale delle masse sul fisco e sulla
macchina tributaria.
Servizi sanitari e socio-sanitari
197) Diritto alla salute gratuito e universale
per tutti.
198) Abrogare la controriforma sanitaria Bindi, legge n. 229 del 19 giugno 1999.
199) Sanit� pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei
lavoratori e delle masse popolari, che disponga di strutture capillari di prevenzione,
diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite
la fiscalit� generale.
200) I finanziamenti destinati alla sanit� pubblica devono costituire una cospicua
percentuale del Prodotto interno lordo (Pil) e confluire in un apposito fondo nazionale
gestito dalle masse popolari attraverso gli strumenti della democrazia diretta.
201) Abolire il "sanitometro", tutti i ticket sanitari e i contributi di
malattia che gravano sul lavoro dipendente.
202) Nuovi parametri di distribuzione dei finanziamenti sanitari che tengano presente
dell'ammontare dei residenti, lo stato e la capillarit� delle strutture pubbliche
presenti nelle varie zone del Paese, le necessit� di prevenzione e le condizioni
ambientali, le esigenze socio-sanitarie degli anziani, degli immigrati, dei disabili, dei
portatori di handicap, dei tossicodipendenti, dei "malati di mente",
privilegiando in ogni caso le regioni pi� povere e depresse e le periferie delle citt�.
203) Trasformare tutte le strutture private, accreditate e non, comprese le farmacie, in
strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
204) Nazionalizzare le industrie farmaceutiche.
205) Trasformare i farmacisti in operatori della sanit� pubblica.
206) Revisione del prontuario farmaceutico del Ssn per abolire i farmaci doppioni,
equivalenti ma di costo pi� elevato.
207) Abolire la libera professione dei medici ospedalieri esercitata dentro e fuori le
strutture sanitarie pubbliche.
208) Assunzione a tempo indeterminato di un numero sufficiente di infermieri, medici,
fisioterapisti ed operatori sociosanitari per coprire e potenziare gli organici di tutte
le strutture sanitarie del Paese. Prevedere corsi di aggiornamento periodici e obbligatori
per tutti, in orario di lavoro.
209) Realizzare un numero sufficiente di distretti sanitari, consultori e centri
socio-sanitari, di ambulatori pubblici polispecialisti, di servizi di guardia e di
continuit� assistenziale, di servizi capillari di assistenza domiciliare per gli anziani
e i disabili non autosufficienti, di presidi medico-preventivi sul territorio e nei luoghi
di lavoro e studio.
210) Chiudere tutti gli ospedali psichiatrici e tutte le "istituzioni chiuse"
per anziani, disabili, "minori a rischio", tossicodipendenti, handicappati
fisici e mentali e loro trasformazione in consultori, centri sociali e strutture sanitarie
autogestite.
211) Potenziare un servizio di emergenza territoriale che, tramite centrali operative e
collegamenti informatici, coordini le disponibilit� di posti letto delle strutture
pubbliche e lo smistamento dei pazienti "urgenti". In tutte le isole minori e
nelle zone scarsamente collegate alla rete di trasporto va istituito un servizio di Pronto
Soccorso di alto livello e un servizio pubblico efficiente di eliambulanze.
212) Sviluppare la ricerca medica e biomedica, sganciata dal controllo della industria
farmaceutica, adeguatamente sostenuta da finanziamenti statali e finalizzata a debellare
malattie gravi come il cancro e malattie infettive come l'Aids e malattie rare, a
sviluppare le tecniche del trapianto e a salvaguardare in generale la salute del popolo.
213) Depenalizzare la pratica dell'eutanasia. Lo stato deve garantire il diritto alla
"morte assistita" nelle strutture sanitarie pubbliche quando questa sia chiesta
spontaneamente e per iscritto, in modo lucido e ponderato, dai pazienti affetti da
accertate malattie incurabili e in fase terminale, allo scopo di mettere fine a inutili e
prolungate sofferenze causate dal cosiddetto "accanimento terapeutico".
214) Realizzare una capillare rete di strutture pubbliche di medicina preventiva che
indaghi, individui e denunci pubblicamente le sostanze nocive o cancerogene presenti negli
alimenti, nelle bevande, nei prodotti destinati a rientrare nella catena alimentare umana
e animale (coloranti, polifosfati, estrogeni, anabolizzanti, ecc..).
215) Sottrarre al mercato privato la ricerca e le scoperte scientifiche in campo
biomedico, vietandone la commercializzazione e la brevettabilit� e impegnandovi adeguate
risorse e strutture pubbliche e assicurando l'accesso gratuito per tutti alle cure che ne
derivano.
216) Favorire la ricerca, le scoperte e la sperimentazione scientifiche concernenti l'uso
delle cellule staminali e la clonazione di embrioni umani per scopi terapeutici contro le
malattie degenerative.
217) Obbligo per le autorit� competenti sanitarie e giudiziarie di intervenire per
eliminare totalmente la presenza di sostanze nocive e/o cancerogene in tutte le fasi del
ciclo di produzione e del consumo e per punire le sofisticazioni.
Servizi sociali pubblici
218) Abrogare la legge Turco, n. 328 dell'8
novembre 2000 in materia di assistenza sociale, fondata sulla negazione dei diritti
sociali intesi come universalistici, la politica familista, miseri sussidi ai poveri, la
privatizzazione dei servizi, la strumentalizzazione del volontariato e del "non
profit".
219) Obbligare il governo, le regioni, le province e gli enti locali a stanziare
finanziamenti adeguati per lo sviluppo di un'efficace e capillare rete di servizi sociali
e assistenziali pubblici gestiti dalle masse stesse sulla base della democrazia diretta,
su tutto il territorio nazionale, specie nel Mezzogiorno.
220) Socializzare la vita nei quartieri delle citt� attraverso la costruzione e il
finanziamento pubblico di centri sociali e di servizi, luoghi di ritrovo e di attivit�
associativa, culturale, ricreativa e sportiva autogestiti dalla popolazione interessata.
221) Recuperare e ristrutturare le aree dismesse (vecchie fabbriche, alberghi chiusi,
caserme e immobili militari inutilizzati, ecc.) per le esigenze sociali, abitative e di
verde attrezzato delle masse popolari.
222) Istituire mense scolastiche e scuola-bus pubblici e gratuiti dall'asilo nido a tutta
la scuola dell'obbligo.
223) Costruire nuovi asili nido e nuove scuole dell'infanzia pubblici e gratuiti
sufficienti a coprire interamente le richieste in aree salubri e non rumorose, attrezzati
per soddisfare tutte le esigenze dei bambini iscritti, con servizi di scuola-bus e mensa
gratuiti assumendo il personale necessario e prevedendo un orario di apertura e chiusura
in relazione alle necessit� delle famiglie dei lavoratori. Gli asili nido, come le scuole
dell'infanzia, devono essere considerati un servizio sociale e non un servizio a domanda
individuale a pagamento.
224) Divieto di finanziamento pubblico, sotto qualsiasi forma, agli asili e alle scuole
dell'infanzia privati.
225) Pretendere periodici corsi di formazione e aggiornamento degli operatori dei servizi
sociali, assistenziali e educativi, pubblici e gratuiti, da tenersi nell'orario di lavoro.
Scuola
226) Scuola pubblica, gratuita e governata dalle
studentesse e dagli studenti.
227) Istituire nuovi organi scolastici collegiali in cui le studentesse e gli studenti
siano la maggioranza e che dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i
rappresentanti del personale docente e Ata, come minoranza. Tutti i membri devono essere
eletti dalle rispettive Assemblee generali che potranno revocarli in qualsiasi momento. Le
Assemblee generali devono ispirarsi ai principi della democrazia diretta.
228) Diritto per gli studenti di sciopero e manifestazione in difesa dei propri diritti e
a sostegno delle lotte della classe operaia e delle masse popolari senza alcuna
repressione da parte delle autorit� scolastiche e ritorsioni da parte del corpo docente.
229) Diritto degli studenti di indire Assemblee generali e/o Conferenze pubbliche sia sui
temi scolastici e universitari che su questioni politiche e sociali di interesse locale,
nazionale e internazionale, con la piena libert� di gestione delle iniziative e senza
alcun vincolo o restrizione da parte delle autorit� scolastiche.
230) Abrogare lo "Statuto degli studenti" che non intacca la subalternit�
studentesca alle gerarchie scolastiche.
231) Scuola dell'obbligo fino a 18 anni, unitaria per tutti gli studenti.
232) Garantire scuole pubbliche serali per i lavoratori, favorendoli con permessi e aiuti
adeguati.
233) Abrogare tutta la legislazione controriformatrice e di tipo privatistico riguardante:
il riordino dei cicli scolastici, l'autonomia e l'aziendalizzazione delle scuole con i
presidi-manager, la parit� che eleva le scuole private a "servizio pubblico",
il finanziamento pubblico, sotto qualsiasi forma, alle scuole private e a chi le
frequenta.
234) Introdurre nella didattica una scientifica informazione sessuale, secondo programmi e
modalit� decisi dagli studenti.
235) Introdurre lezioni di educazione sanitaria e di educazione stradale.
236) Abolire l'esame di Stato, salvo per chi ha frequentato scuole private.
237) Mantenere il valore legale del titolo di studio.
238) Diritto per gli studenti di utilizzare nel pomeriggio i locali delle scuole per
attivit� sociali, ricreative, culturali e sportive a loro scelta.
239) Libero accesso a tutte le facolt� per tutti gli studenti.
240) Dopo il diploma deve essere garantito il diritto ad un lavoro stabile.
241) Tetto massimo di 20 alunni per classe, e di 15 in presenza di alcuni portatori di
handicap, a cui siano assegnati insegnanti di sostegno.
242) Abolire i doppi e tripli turni di lezione nelle scuole di ogni ordine e grado.
243) Stop al taglio degli organici (insegnanti e tecnico-amministrativi) e
all'accorpamento delle scuole.
244) Massicci investimenti pubblici per risanare gli immobili e ammodernare le scuole
statali (mezzi informatici, laboratori, palestre, auditorium, ecc.) e per costruirne di
nuove dove necessario.
245) Dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura attrezzate e strutture attrezzate
gratuite al servizio degli studenti per attivit� informatiche, anche con collegamento a
Internet, artistiche, musicali, teatrali, cinematografiche, fotografiche e giornalistiche.
246) Installare, dove mancano, mense scolastiche gratuite con cibo di qualit�.
247) Abolire la tassa d'iscrizione.
248) Gratuit� per gli studenti del materiale didattico e di laboratorio e dei mezzi di
trasporto pubblici.
249) Ingresso gratuito ai musei per gli studenti. Sconti del 50% per l'ingresso ai cinema,
stadi, piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
250) Divieto di passare a ruolo gli "insegnanti" di religione, designati e
dipendenti dalle Curie.
251) Abolire l'ora di religione nella scuola pubblica di ogni ordine e grado.
252) Ruolo unico per tutti i docenti.
253) Aggiornamento di tutti i docenti mediante l'anno sabbatico.
254) Obbligo per lo Stato di istituire corsi universitari di formazione per insegnanti di
sostegno. Abolire le scuole e i corsi di formazione privati e a pagamento.
255) Adeguare gli stipendi degli insegnanti e del personale Ata alla media europea.
Distribuzione degli aumenti retributivi uguali per tutti e non in modo differenziato e
"meritocratico".
256) Immissione in ruolo di tutti i docenti e del personale Ata.
257) Assunzione in pianta stabile e a salario intero di tutti i Lsu-Lpu impiegati nella
scuola.
Universit�
258) Universit� pubblica, gratuita e governata
dalle studentesse e dagli studenti.
259) Istituire nuovi organi di governo degli atenei in cui le studentesse e gli studenti
siano la maggioranza e che dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i
rappresentanti del personale docente e non docente, come minoranza. Tutti i membri devono
essere eletti nelle rispettive Assemblee generali che potranno revocarli in qualsiasi
momento. Le Assemblee generali devono ispirarsi ai principi della democrazia diretta.
260) Abolire gli attuali "organi collegiali" di facolt� e di ateneo; in questa
prospettiva abolizione del "Cnsu".
261) Abrogare tutta la legislazione sull'autonomia universitaria (finanziaria,
organizzativa, didattica).
262) Respingere l'introduzione delle scuole di specializzazione per l'insegnamento, per
architettura e per le discipline giuridiche.
263) Abolire i finanziamenti statali e altre agevolazioni alle universit� private sotto
qualsiasi forma.
264) Vietare finanziamenti privati alle universit� pubbliche.
265) Abolire il numero chiuso e ogni altra limitazione per gli accessi e il proseguimento
degli studi.
266) Abrogare la "riforma Zecchino" che ridisegna la laurea secondo il criterio
meritocratico e antipopolare del "3+2".
267) Abolire la differenziazione delle lauree in pi� livelli e la frammentazione dei
percorsi all'interno dello stesso indirizzo e livello di laurea.
268) Abolire i "crediti formativi" che aggravano i criteri meritocratici.
269) Mantenere il valore legale del titolo di studio.
270) Dopo la laurea deve essere garantito un lavoro stabile.
271) Massicci investimenti pubblici per potenziare, migliorare e ammodernare gli atenei
statali.
272) Abolire le tasse universitarie e i contributi per laboratorio.
273) Gratuit� di vitto e alloggio per tutti i fuori sede; l'universit� deve provvedere
ad allestire studentati in numero sufficiente e adeguato alle effettive necessit�.
274) Potenziare le mense universitarie, gratuite per gli studenti, con cibo di buona
qualit�.
275) Gratuit� per gli studenti del materiale didattico, informatico e di laboratorio e
dei mezzi di trasporto pubblici.
276) Ingresso gratuito ai musei per gli studenti. Sconti del 50% nell'ingresso ai cinema,
stadi, piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
277) Diritto per gli studenti di organizzarsi politicamente attraverso riunioni che
possono essere indette in tutto l'arco della giornata; le facolt� devono garantire lo
svolgimento delle Assemblee generali almeno una volta al mese senza vincoli o restrizioni.
278) Libert� da parte degli studenti di manifestare in difesa dei propri diritti e di
indire conferenze o dibattiti pubblici su qualsiasi tema a loro scelta.
279) Aumentare gli spazi e le aule a disposizione degli studenti per organizzarsi, fare
politica, svolgere assemblee e altre attivit�.
280) Installare computer nelle universit� e utilizzo diretto e con accesso rapido per gli
studenti; il numero di computer deve essere proporzionato al numero degli studenti
iscritti alla facolt� e prevedere il collegamento a Internet.
281) Aumentare gli appelli degli esami universitari in base alle esigenze degli studenti;
definizione e programmazione annuale del calendario degli appelli; possibilit� di
ripetere l'esame nella stessa sessione; semestralizzazione degli esami e possibilit� per
gli studenti di sostenere l'esame fin da febbraio senza essere obbligati ad aspettare
maggio.
282) Abolire la prassi baronale del controllo preventivo del libretto universitario.
283) Varare Commissioni didattiche o di lavoro, a maggioranza studentesca con la
partecipazione del personale docente e Ata, che abbiano poteri vincolanti per le
universit� o le singole facolt�.
284) Varare Commissioni di controllo sugli esami composte interamente da studenti per le
cattedre "calde", e cio� quelle in cui i docenti-baroni esercitano in modo
selettivo, discriminatorio e vessatorio il loro potere nei confronti degli studenti.
285) Abrogare l'art. 16 della legge 390/91 sul diritto allo studio che instaura i
"prestiti d'onore".
286) Docenti e assistenti devono rispettare gli orari di ricevimento.
287) Divieto per i docenti di esercitare attivit� professionali continuative private
esterne all'universit�.
288) Verifica negli Atenei sull'impiego di tutti i rapporti di lavoro
"autonomo", "atipico", a tempo determinato, a part-time per procedere
alla loro trasformazione in assunzioni stabili a salario intero e di conseguenza aumentare
gli organici anche a copertura del turn-over.
289) Forti aumenti degli stipendi per i ricercatori e il personale Ata.
Droga e tossicodipendenza
290) Governo, regioni, province e enti locali
devono sviluppare un'efficace politica complessiva finalizzata al contrasto della
diffusione della tossicodipendenza attraverso una corretta e capillare informazione sulle
caratteristiche e le conseguenze delle sostanze stupefacenti, la repressione del grande
spaccio, la prevenzione, la cura e il recupero psico-fisico-sociale dei tossicodipendenti.
291) Istituire una politica di "riduzione del danno" per i consumatori di droghe
"pesanti" attraverso la somministrazione controllata di eroina e metadone da
parte di strutture pubbliche adeguate e nel rispetto della riservatezza del
tossicodipendente.
292) Legalizzare la produzione, la distribuzione e il consumo dei derivati di canapa
indiana (droghe "leggere"), anche per contrastare il monopolio delle
organizzazioni criminali che lo utilizzano per indurre il consumatore a passare alle
droghe "pesanti".
293) Istituire nelle scuole un'efficace informazione scientifica sull'uso delle droghe e i
loro effetti, chiarendo bene le differenze tra quelle "pesanti" e quelle
"leggere".
294) Costruire presso ogni Asl attrezzati centri di assistenza e riabilitazione dei
tossicodipendenti, con adeguati finanziamenti e personale specializzato e provvisti di
pronto soccorso per i casi di overdose.
295) Programmi terapeutici, da svolgersi in questi centri, oppure presso le farmacie
comunali, per il graduale recupero dei tossicodipendenti che comprendano anche la
somministrazione controllata di eroina e di metadone nel rispetto pieno della
riservatezza.
296) Sostenere le iniziative finalizzate al recupero sociale dei tossicodipendenti, in
particolare attraverso l'offerta di un posto di lavoro, mezzi di sostegno economico, un
clima di socializzazione.
297) Depenalizzare il reato di consumo e di piccola detenzione di droghe come eroina,
cocaina, ecc.
298) Scarcerare tutti i tossicodipendenti che non debbano scontare altre pene per reati
non collegati al consumo di droghe. Favorire il loro recupero in strutture sanitarie
pubbliche.
299) Distribuzione gratuita delle siringhe e dei profilattici nelle farmacie comunali e in
tutte le strutture sanitarie pubbliche ai tossicodipendenti onde limitare al massimo la
diffusione di malattie infettive quali l'Aids, l'epatite e altre.
300) Incarcerazione, forti pene detentive e confisca dei beni ai produttori e ai grandi
trafficanti di sostanze stupefacenti.
Prostituzione
301) Impedire l'approvazione di provvedimenti di legge
finalizzati a cancellare la legge Merlin, a ripristinare, in vario modo, le "case
chiuse" e a istituzionalizzare la prostituzione.
302) Abrogare il reato di adescamento e di favoreggiamento.
303) Eliminare ogni discriminazione verso chi si prostituisce (di ambo i sessi e i
transessuali) e garantire loro tutti i diritti economici, sociali e politici.
304) Infliggere il sequestro dei beni e il carcere ai trafficanti e agli sfruttatori della
prostituzione.
305) Favorire l'abbandono della prostituzione offrendo a chi la pratica una sistemazione
abitativa e lavorativa dignitosa.
306) Fornire di documenti e di permesso di soggiorno le immigrate e gli immigrati che si
prostituiscono ricattati e schiavizzati dalle organizzazioni criminali e dagli
sfruttatori.
307) Strappare dal giro della prostituzione le minorenni e i minorenni per ricongiungerli
alle famiglie di origine o, in assenza, mettere in atto un progetto di recupero sociale
attraverso l'affidamento, la ripresa degli studi, corsi di formazione professionale,
offerte di lavoro, inserimento in ambienti di socializzazione giovanili.
Terzo settore ("non profit")
308) Abrogare la legislazione approvata e
contrastare quella in approvazione, anche fiscale, finalizzata alla istituzionalizzazione
del volontariato e allo sviluppo del cosiddetto terzo settore "non profit" e del
"mercato sociale", nell'ambito della privatizzazione dei servizi sociali,
sanitari e dell'istruzione.
309) Divieto al "non profit" di svolgere attivit� nel campo dei servizi, specie
in quello sanitario, dell'assistenza e dell'insegnamento, che spettano allo Stato, alle
regioni e alle amministrazioni comunali.
310) Obbligo per le "cooperative sociali" e le imprese "non profit" di
rispettare i termini di legge e le regole contrattuali nell'assunzione e nel trattamento
economico e normativo dei propri dipendenti.
Sport
311) Radicale modifica, legislativa e
organizzativa, del sistema sportivo pubblico finalizzata in particolare a favorire e
sviluppare la pratica dello sport dilettantistico e non agonistico per tutti; lo sport
come diritto inalienabile e occasione formativa per i giovani, per migliorare la qualit�
della vita di tutti, compresi gli anziani, i disabili, ecc.
312) Obbligo da parte dello Stato, delle regioni, delle province e degli enti locali, di
promuovere e finanziare lo sport dilettantistico e quello olimpionico.
313) Abolizione del Coni e delle relative Federazioni nazionali delle varie discipline
sportive e loro sostituzione con nuove organizzazioni democraticamente elette e
autogestite dagli atleti e da tutti gli iscritti.
314) Recupero da parte dello Stato, dalle mani private, della gestione dei concorsi
pronostici e delle lotterie (Totocalcio, Totogol, Totosei, Enalotto, ecc.) i cui proventi
devono essere raccolti in un fondo nazionale per finanziare la costruzione di strutture
sportive pubbliche sul territorio, specie nelle periferie urbane e la gestione dello sport
olimpico e le iniziative di sport dilettantistico e non agonistico.
315) Divieto di elargire finanziamenti pubblici alle associazioni sportive private di
professionisti, come ad esempio quelle multimiliardarie del calcio.
316) Costruire, o ampliare, in modo adeguato le strutture sportive presso le scuole di
ogni ordine e grado e le universit�. Ampliare il tempo scolastico ed extrascolastico
dedicato all'esercizio fisico e alle diverse discipline sportive.
317) Obbligo per gli enti locali di attrezzare adeguati impianti sportivi nei quartieri
che, insieme a quelli esistenti nei plessi scolastici, devono essere messi a disposizione
gratuitamente dei giovani e della popolazione anche anziana di ambo i sessi, che in orari
extra-lavoro ed extra scolastico vogliano praticare sport ed esercizio fisico.
318) Sostegno finanziario e logistico alle piccole associazioni sportive senza scopo di
lucro per giovani e per anziani a livello dilettantistico e amatoriale.
319) Contrastare in modo capillare e rigoroso la deleteria e devastante pratica del doping
nello sport vietando la somministrazione di tutte le sostanze farmacologiche stupefacenti
e prevedendo improvvisi e regolari controlli sugli atleti, nonch� severe punizioni per i
medici, i dirigenti responsabili e per gli stessi atleti.
D POLITICA SINDACALE
Diritti sindacali, democrazia sindacale, contrattazione
320) Difesa della legge 300/70 (Statuto dei lavoratori) e sua estensione alle aziende con
meno di 15 dipendenti, ai soci-lavoratori delle cooperative e ai lavoratori
"atipici".
321) Eliminare le discriminazioni di sesso, di razza, di religione e politiche, sotto
qualsiasi forma si manifestino all'interno delle aziende, impedire le persecuzioni sul
posto di lavoro (mobbing) messe in atto dai capi ai danni dei loro subordinati.
322) Diritto di eleggere e costituire le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) in tutte
le unit� lavorative dei settori privati e pubblici, nelle aziende grandi e in quelle
piccole secondo il principio che tutti sono elettori e tutti sono eleggibili e attraverso
liste non necessariamente abbinate ai grandi sindacati nazionali.
323) Diritto per le Rsu a rappresentare l'unico soggetto contrattuale nei luoghi di
lavoro. Alle Rsu siano attribuiti i diritti sindacali e il potere di realizzare i
contratti a livello aziendale con efficacia per tutti i lavoratori interessati.
324) Diritto per i lavoratori di revocare in ogni momento i delegati eletti qualora non
rispondano pi� al mandato ricevuto; revoca che pu� essere decisa anche dall'Assemblea
generale dei lavoratori.
325) Assegnare alle Assemblee generali dei lavoratori tutto il potere sindacale e
contrattuale.
326) Divieto per i dirigenti sindacali di approvare le piattaforme rivendicative e di
firmare accordi senza la preventiva discussione e approvazione, con voto palese, dei
lavoratori interessati.
327) Le trattative sindacali si devono svolgere in fabbrica dove la base pu� controllare
e intervenire per la definizione dell'accordo. Per le trattative di gruppo industriale e
quelle di categoria nazionali, le delegazioni sindacali devono essere composte da un
congruo numero di delegati di fabbrica e agire entro il mandato ricevuto.
328) Diritto per i lavoratori di invitare alle loro assemblee oratori esterni al luogo di
lavoro sindacali, politici, dell'associazionismo, ecc.
329) Piena libert� per i lavoratori di organizzarsi politicamente e di far propaganda
politica nei luoghi di lavoro.
330) Diritto per le Rsu di avere all'interno del luogo di lavoro locali attrezzati,
corredati di telefono, fax, computer con stampante e connessione a Internet a spese delle
aziende e di poter disporre di un locale adeguato per svolgere le assemblee generali dei
lavoratori.
331) Difesa del contratto collettivo nazionale di lavoro con cadenza triennale, come
strumento di unificazione e di miglioramento dei trattamenti economici e normativi in
tutte le categorie dei lavoratori privati e pubblici.
332) Difesa e ampliamento del secondo livello di contrattazione (aziendale e di gruppo)
anche per le piccole imprese.
333) Divieto di accorpare in un unico contratto dell'industria i contratti delle diverse
categorie produttive.
334) Abrogare la legislazione di privatizzazione del rapporto di lavoro del pubblico
impiego.
335) Diritto dei lavoratori ad usare tutte le forme di lotta che ritengono necessarie, a
cominciare dallo sciopero al picchettaggio, al corteo interno, al blocco delle merci e
fino all'occupazione della fabbrica, per sostenere le loro vertenze.
336) Disdettare i "patti sociali" neocorporativi e neofascisti
governo-Confindustria-sindacati del luglio '92, luglio '93 e dicembre '98.
337) Abrogare la legge 80/1998 in materia di arbitrato e conciliazione che limita ai
lavoratori la possibilit� di ricorrere al giudice del lavoro per difendere i propri
diritti.
Salario
338) Abolire la "politica dei redditi"
e la politica salariale subordinata ai tetti d'inflazione programmata e ai risultati
(produttivit�, fatturato, profitti, ecc.) aziendali.
339) Riaffermare il principio del salario come "variabile indipendente" dalle
compatibilit� capitalistiche.
340) Sostanziosa redistribuzione della ricchezza prodotta dai profitti capitalistici a
favore dei salari dei lavoratori dipendenti (almeno 100 mila miliardi).
341) Forti aumenti salariali contrattuali in paga base uguali per tutti in ogni settore
del lavoro dipendente.
342) Rivalutazione degli assegni familiari pari a 150 mila lire mensili indicizzate per
ogni persona a carico.
343) Difendere la struttura salariale basata sulla paga base professionale e sugli aumenti
"collettivi" derivanti dalla contrattazione, contingenza, premi di produzione,
anzianit�, oltre che dagli assegni familiari.
344) Ripristino degli aumenti retributivi legati all'anzianit�.
345) Contrastare la formazione dei salari individuali e la divisione salariale tra
lavoratore e lavoratore dello stesso reparto e della stessa qualifica attraverso gli
incentivi, i premi personali, lo straordinario selvaggio, il cottimo, il salario di
presenza, o legato alla produttivit�, alla redditivit�, alla flessibilit� aziendali,
ecc..
346) Ripristino dell'istituto della contingenza (scala mobile) per la totale salvaguardia
del potere d'acquisto dei salari dall'erosione dell'inflazione.
347) Divieto di introdurre, in qualsiasi forma, le "gabbie salariali"
riaffermando il principio che a uguale lavoro deve corrispondere uguale salario in tutto
il territorio nazionale.
348) Abolire il salario a cottimo.
349) Abolire il "salario convenzionale" per le cooperative sociali. Diritto per
i soci-lavoratori di usufruire delle tutele vigenti nel lavoro dipendente.
350) Effettiva rivalutazione, in base ai dati Istat, del salario accantonato per la
liquidazione.
350) Diritto dei lavoratori di ottenere anticipi sulla liquidazione per l'acquisto della
prima casa e dell'auto e per sostenere spese straordinarie personali e di famiglia.
Orario di lavoro
352) Giornata lavorativa di 7 ore per cinque
giorni settimanali per tutte le categorie.
353) Giornata di lavoro di sei ore e trenta per cinque giorni (oppure di otto ore per
quattro giorni settimanali) per i lavori a turnazione e per i lavori particolarmente
nocivi e disagiati.
354) Le riduzioni di orario di lavoro, ottenute per via legislativa, devono essere
recepite tempestivamente nei Ccnl e non vanno vincolate a forme di recupero di efficienza
e produttivit� e a particolari regimi flessibili, n� a riduzioni del salario.
355) La durata massima della giornata lavorativa normale � stabilita in 8 ore (7 pi� una
di eventuale straordinario). Il lavoro straordinario deve avere carattere di
eccezionalit�, inizia dopo le 7 ore giornaliere e le 35 ore settimanali, non pu�
superare le 60 ore all'anno per dipendente, deve essere contrattato con la Rsu e
obbligatoriamente comunicato all'Ispettorato del lavoro. Le ore di straordinario possono
essere recuperate come riposo compensativo.
356) Abolire i regimi di orario flessibili plurisettimanali, per mese e nell'arco
dell'anno.
357) Abolire il lavoro nei giorni di sabato, domenica e il lavoro notturno quando non sia
assolutamente indispensabile, salvaguardando anzitutto le condizioni di miglior favore per
le donne.
Sicurezza sul lavoro
358) Riorganizzazione e potenziamento di una
capillare ed efficace medicina preventiva, con adeguati strumenti di indagine e di
controllo degli impianti e della produzione per individuare ed eliminare alle radici le
cause degli infortuni e delle malattie professionali.
359) Obbligo per le aziende e le amministrazioni pubbliche di assicurare le condizioni
ambientali di lavoro idonee a garantire l'integrit� psico-fisica delle lavoratrici e dei
lavoratori con l'adozione di misure e mezzi antinfortunistici efficaci.
360) Obbligo per le aziende di contrattare e attuare con le Rsu, o in loro assenza con le
rappresentanze sindacali aziendali tutte le misure necessarie nell'ambiente di lavoro e
nelle lavorazioni per salvaguardare l'integrit� psico-fisica delle lavoratrici e dei
lavoratori. Ci� vale anche in caso di introduzione di innovazioni tecnologiche.
361) Alle Rsu devono essere attribuiti i poteri conferiti dalla legge in tema di sicurezza
per poter pretendere dai "datori di lavoro" il rispetto di tutte le norme
antinfortunistiche.
362) Obbligo per le aziende di istituire corsi obbligatori in orario di lavoro per tutto
il personale sui rischi specifici esistenti nelle lavorazioni e sul funzionamento e
l'efficacia dei mezzi antinfortunistici, ivi compresi quelli antincendio.
363) Provvedimenti legislativi finalizzati a rendere concretamente applicabili i decreti
legislativi 277/91 e 626/94, 94/96, 334/99, 528/99, a migliorarli e integrarli nelle parti
carenti e insufficienti.
364) Piani di sicurezza antinfortunistica e di igiene del lavoro dettagliati nei settori
ad alto rischio quali le costruzioni, la cantieristica navale, il lavoro agricolo e quello
nelle cave.
365) Regolamenti antinfortunistici e di igiene del lavoro particolareggiati da rispettare
obbligatoriamente in tutte le aziende, con una particolare attenzione per i macchinari ad
alto rischio come quelli a pressione.
366) Obbligo per le aziende di garantire la normale manutenzione degli impianti produttivi
e ambientali e la loro idoneit�.
367) Divieto per gli autisti di camion e per i macchinisti ferrovieri di prolungare il
servizio oltre la normale giornata lavorativa; periodiche visite mediche di controllo
gratuite per verificare la loro integrit� psico-fisica.
368) Obbligo per le aziende appaltatrici e subappaltatrici impegnate in lavori pubblici di
presentare in via preliminare il piano per la sicurezza e di rispettare le norme
antinfortunistiche in corso d'opera e le normative previste dal Ccnl.
369) Lo Stato e le amministrazioni regionali, provinciali e comunali hanno l'obbligo di
controllare e di revocare l'appalto alle aziende che non rispettano gli impegni presi per
la sicurezza sul lavoro e che non applicano le normative previste dal Ccnl.
370) Possibilit� per le piccole aziende di ottenere un contributo da parte dello Stato
senza interessi e obbligo di restituzione pari al 50% delle spese sostenute per la
sicurezza sul lavoro.
371) Adeguate sanzioni pecuniarie e penali per le aziende che violano le disposizioni di
legge e contrattuali in materia di sicurezza sul lavoro.
372) Congrua indennit� economica e agevolazioni sociali per i familiari e i figli delle
lavoratrici e dei lavoratori deceduti, o gravemente infortunati, o colpiti da patologie
professionali invalidanti per cause di lavoro.
Organizzazione del lavoro, inquadramento professionale e
ferie
373) Organizzazione del lavoro basata su
aree omogenee e sul lavoro di gruppo, con mansioni intercambiabili.
374) Inquadramento professionale fondato su pochi livelli, un intreccio tra le categorie
operaie, dei tecnici e impiegatizie, possibilit� di progredire nei livelli superiori
attraverso l'acquisizione dei requisiti richiesti.
375) Obbligo per le aziende di promuovere corsi di formazione professionale che dovranno
coinvolgere tutto il personale per favorire i processi produttivi e agevolare
l'introduzione delle nuove tecnologie, migliorare le condizioni lavorative e l'avanzamento
collettivo delle qualifiche ai livelli superiori.
376) Sei settimane di ferie, oltre alle festivit� abolite, per tutti i lavoratori da
godersi effettivamente, evitando la monetizzazione di esse parziale o totale; la met� del
periodo di ferie deve essere a scelta del lavoratore.
E POLITICA ENERGETICA, ECOLOGICA, DIFESA DEL
TERRITORIO, TRASPORTI
377) Adeguare la legislazione, gli investimenti e le strutture operative per la difesa e
il risanamento dell'ambiente, per combattere il dissesto idrogeologico, la
cementificazione selvaggia e il disboscamento, l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del
territorio.
Fonti energetiche
378) Divieto di costruire centrali nucleari.
379) Potenziare la ricerca e l'utilizzazione dell'energia solare, geotermica, delle acque,
dei venti e di tutte le fonti energetiche pulite.
380) Piani di finanziamento pubblici per incentivare e agevolare l'installazione di
impianti a energia solare e fonti energetiche pulite nelle abitazioni nonch� per dotare
di tali impianti anche gli edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.) su tutto il
territorio nazionale.
381) Piano di investimenti pubblici per la produzione della benzina verde e per la ricerca
e lo sfruttamento delle risorse energetiche (petrolio, metano, gpl) esistenti sotto terra
e nei fondi marini e per la ricerca e la sperimentazione di combustibili alternativi alle
benzine.
382) Cancellare le privatizzazioni e rinazionalizzare l'Eni (Ente nazionale idrocarburi) e
l'Enel (Ente nazionale elettricit�).
383) Rivendicare provvedimenti concreti per contrastare l'inquinamento elettromagnetico
prodotto dai campi magnetici a bassa frequenza (impianti di produzione e distribuzione
dell'energia elettrica) e soprattutto dai campi ad alta frequenza (stazioni radiobase per
la telefonia mobile, impianti radiotelevisivi, ecc.) causa in particolare di patologie
infantili.
384) Elevare i termini di legge che stabiliscono i limiti consentiti di intensit� di
campo elettrico e di induzione magnetica e di distanze dei centri abitati dalle linee
elettriche.
385) Divieto da parte dei comuni di rilasciare concessioni edilizie per insediamenti
abitativi in vicinanza degli elettrodotti esistenti o in via di realizzazione.
386) Interrare le linee elettriche dove � possibile.
387) Completare, o costruirla dove manca, la rete di metanizzazione in tutti i centri
abitati.
Inquinamento
388) Realizzare nelle citt� un sistema di
fognature separato per gli scarichi industriali e civili da un lato e la raccolta di acqua
piovana dall'altro. Obbligo per le amministrazioni comunali di sostenere le spese
dell'allacciamento al sistema fognario pubblico delle vecchie abitazioni nei centri
cittadini.
389) Le imprese devono essere obbligate a installare depuratori e filtri per tutti gli
scarichi delle lavorazioni, con finanziamenti agevolati per le piccole imprese.
390) Installare depuratori per le acque delle fogne civili.
391) Vietare lo scarico di fanghi residui della depurazione civile e industriale che vanno
trasportati invece in appositi digestori con discarica controllata dei residui trattati.
392) Municipalizzare i servizi di autospurgo dei liquami domestici e di fanghi residui
della depurazione.
393) Allontanare dai centri abitati gli impianti ad alto rischio di inquinamento e di
esplosione.
394) Divieto per le aziende chimiche di utilizzare e produrre sostanze e materiali di cui
sia accertata la nocivit� per l'uomo e il danno per l'ambiente.
395) Applicare un'apposita tassa a carico di chi produce e acquista prodotti energetici
altamente inquinanti (come quelli di origine fossile); anche come forma incentivante a
usare quelli pi� ecologici.
Risorse idriche
396) Piani straordinari con relativa copertura
finanziaria per garantire in quantit� sufficiente l'afflusso e i rifornimenti dell'acqua
potabile in tutti i centri abitati, specie al Sud e nelle Isole.
397) Adeguare e potenziare gli impianti municipali di depurazione dell'acqua che
garantiscano condizioni di massima sicurezza igienica di potabilizzazione e pressione
sufficiente nelle tubature dell'acquedotto.
398) Analisi periodiche e batteriologiche, da parte delle amministrazioni comunali,
dell'acqua potabile e pubblicizzazione dei dati risultanti.
399) Ammodernare e garantire la manutenzione delle reti idriche per garantire l'igiene e
evitare sprechi.
400) Individuare nuove falde acquifere, creare invasi appositi per la raccolta di riserve
d'acqua e il rifornimento adeguato dei centri urbani.
Ambiente e prevenzione
401) Piani straordinari per risanare e disinquinare i
grandi fiumi, a partire dal Po, l'Arno e il Tevere, risistemare i loro alvei per favorire
il normale scorrimento delle acque e la navigabilit�, ripulire e ricoltivare la
vegetazione sulle rive; ripopolare la fauna ittica.
402) Piani straordinari per contenere il formarsi delle piene e evitare le conseguenti
alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi d'acqua
"regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte naturalmente o in
casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione del terreno,
incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi.
403) Interventi adeguati per piantare alberi nelle zone a rischio di valanghe e di frane.
404) Provvedimenti adeguati da parte del governo, delle regioni, delle province, dei
comuni, del demanio marino per contrastare il fenomeno delle erosioni delle coste, specie
nel Centro-Sud d'Italia.
405) Controlli rigorosi sul rimboschimento nelle zone adibite al taglio della legna.
406) Abbattere gli immobili costruiti abusivamente (soprattutto dove vi sono vincoli
ambientali, archeologici, paesaggistici). Favorire l'accesso a una abitazione sostitutiva
per coloro che sono privi di prima casa.
407) Difendere e ampliare il sistema delle oasi e dei parchi naturali terrestri e
marittimi come quelli situati nelle Alpi, nella Pianura Padana, nell'Appennino, nelle
Isole minori, nelle coste in Sicilia e in Sardegna, ecc., per salvaguardare gli habitat
naturali e la flora e la fauna selvatiche.
408) Piano straordinario per combattere il fenomeno della mucillagine nel mare Adriatico.
409) Obbligo per il governo e la marina militare di completare le operazioni di bonifica
nell'Adriatico per recuperare tutte le bombe Nato sganciate durante la guerra alla Serbia.
410) Istituire, o potenziare, in tutte le regioni, in particolare in quelle a maggiore
rischio sismico, moderni impianti di studio e prevenzione dei terremoti.
411) Potenziare e distribuire sul territorio in modo capillare, con particolare attenzione
alle foreste e ai boschi presso le coste, un efficiente servizio antincendio dotato anche
di un numero sufficiente di aerei ed elicotteri per un rapido intervento sui focolai.
412) Aumentare gli organici del corpo forestale a tempo pieno, equamente distribuiti sul
territorio secondo le necessit�, attribuire loro anche compiti di vigilanza ambientale e
attrezzarli per un primo intervento nello spegnimento e contenimento degli incendi.
413) Realizzare rapidamente un sistema di avvistamento di ogni minaccia di incendio su
tutto il territorio nazionale, tecnologicamente avanzato, dotato di strumenti telematici e
satellitari.
414) Vietare per un periodo non inferiore a 10 anni le concessioni edilizie nelle zone
colpite da incendi dolosi.
415) Forti pene pecuniarie e detentive per gli esecutori e i mandanti degli incendi
dolosi.
416) Potenziare e ammodernare il servizio di protezione civile, esteso su tutto il
territorio nazionale per la prevenzione, l'intervento e la tempestiva assistenza alle
popolazioni in caso di terremoti, calamit� naturali, disastri di ogni genere.
417) Ricostruire immediatamente, nelle zone terremotate e colpite da gravi calamit�, le
abitazioni e tutte le strutture necessarie alla vita civile, sociale e produttiva delle
popolazioni.
418) Tempestivi indennizzi economici e agevolazioni fiscali per coprire i danni alle
abitazioni derivanti dalle alluvioni.
Rifiuti
419) Favorire tutte le misure finalizzate a
ridurre la quantit� e il peso dei rifiuti urbani e industriali prodotti.
420) Sollecitare una riduzione drastica degli imballaggi delle merci che attualmente
rappresentano il 60% del volume dei rifiuti.
421) Ridurre in modo generalizzato la pratica di "usa e getta" e incentivare
ogni forma di riciclaggio.
422) Riduzione dell'uso di materiali vergini per attivit� edilizia e conseguente
riduzione dell'attivit� estrattiva (cave di terra e fluviali) attraverso il recupero e
riutilizzo dei materiali inerti.
423) Impedire e punire lo "smaltimento" dei rifiuti illegale e selvaggio.
424) Obbligo per le amministrazioni comunali di organizzare (o migliorare dove esiste) un
efficiente sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso la raccolta
differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.
425) La raccolta differenziata di carta, vetro, plastica, pile, batterie, legno, metalli,
oli, farmaci scaduti, rifiuti organici, residui di verde, indumenti, ecc., deve essere
effettuata attraverso appositi contenitori posti presso i luoghi di lavoro e di studio, e
le abitazioni, gratuitamente.
426) Potenziare in mezzi e personale il servizio municipalizzato di nettezza urbana per la
pulizia delle strade e per le altre esigenze ecologiche cittadine.
427) Sistemare nelle citt� in numero sufficiente ampi cestini di raccolta rifiuti con
frequente vuotatura.
428) Chiusura di tutti gli inceneritori e trasporto dei rifiuti residui dal riciclaggio
nelle discariche controllate che devono essere collocate lontane dai centri abitati e nel
rispetto dell'ambiente e del paesaggio.
429) Divieto di incenerire i rifiuti ospedalieri, adottare il sistema della
sterilizzazione.
Trasporti
430) Cancellare lo speculativo, inutile e dannoso
per l'ambiente progetto ferroviario dell'Alta velocit�.
431) Opporsi alla Variante di valico appenninica e ai progetti speculativi simili.
432) Piani di sviluppo e ammodernamento delle reti ferroviarie nazionali, interregionali e
regionali con un'attenzione particolare per il Sud, il servizio di trasporto dei pendolari
e delle merci.
433) Potenziare il trasporto delle merci su rotaia, via mare e via aerea per limitare
quello su gomma, dannoso per l'ambiente e pericoloso per il traffico.
434) Potenziare il trasporto pubblico di traghetti per le Isole, migliorando la qualit�
del servizio di imbarco, alloggio e vettovagliamento.
435) Divieto di privatizzare, sotto qualsiasi forma, le Ferrovie dello Stato. Abrogare le
privatizzazioni gi� attuate o in atto.
436) Piani di sviluppo e di ammodernamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano
nelle citt� principalmente basato su metropolitane.
437) Privilegiare per il trasporto pubblico, in particolare nei centri cittadini, i bus
elettrici e a metano a basso tasso d'inquinamento.
438) Potenziare gli orari, le frequenze, le linee e le vetture dei bus e delle
metropolitane per fronteggiare adeguatamente le esigenze di mobilit� e collegare le zone
periferiche tra di loro e con il centro citt�.
439) Trasporti pubblici urbani ed extraurbani su gomma e su rotaia gratuiti per i
disabili, i pensionati poveri, i disoccupati e per spostamenti di lavoro e di studio.
440) Favorire con incentivi economici doppi rispetto a quelli attuali, la diffusione di
bici, motorini e motociclette elettriche, aumentando considerevolmente le postazioni di
ricarica nei centri urbani.
441) Potenziare, o costruire ex-novo, parcheggi pubblici gratuiti, o a prezzi popolari,
privilegiando quelli in sottosuolo e in elevazione, presso le vie di penetrazione delle
citt� e nei centri cittadini solo per i residenti, con adiacente il servizio di trasporto
pubblico.
442) Chiudere i centri cittadini al traffico privato, salvo che per i residenti, per le
attivit� di carico e scarico merci, per i mezzi elettrici e non inquinanti.
443) Istituire piste ciclabili effettivamente praticabili e prevedere un servizio comunale
per l'affitto di biciclette a prezzi popolari.
444) Installare in tutte le citt�, da parte dei comuni, un capillare sistema di
rilevamento e di monitoraggio dell'inquinamento dell'aria (polveri, piombo, benzene,
ecc.).
F POLITICA DELL'INFORMAZIONE E DELLE TELECOMUNICAZIONI
445) Contrastare e respingere la privatizzazione,
concentrazione e centralizzazione dei mezzi di informazione e delle telecomunicazioni.
446) Vietare a qualsiasi privato o societ� il controllo di aziende e gruppi che superino
complessivamente il 10% del mercato del settore delle telecomunicazioni e
dell'informazione. Lo Stato provveder� a punire chi contravviene a questo limite con la
requisizione delle imprese interessate.
447) Riservare allo Stato il monopolio televisivo e la propriet� di almeno un grande
gruppo editoriale, una societ� di telecomunicazioni, una rete di centri stampa senza
scopo di lucro, distribuiti sul territorio almeno uno per provincia, e una diffusa rete di
centri multimediali ad accesso gratuito che garantiscano concretamente alle masse popolari
l'accesso all'informazione e il diritto di propaganda, il servizio telefonico e di
telecomunicazione a basso costo, l'accesso individuale gratuito a Internet.
448) Divieto per qualsiasi esponente di partito di possedere il controllo o partecipazioni
azionarie di grandi aziende nel settore dell'informazione e delle telecomunicazioni.
449) Divieto di privatizzare la Rai e sua trasformazione da carrozzone lottizzato dai
partiti del regime neofascista in ente pubblico controllato dalle masse popolari
attraverso l'elezione popolare dei membri del Consiglio di amministrazione e finanziato
mediante la fiscalit� generale.
450) Abrogazione del canone Rai.
451) Diritto di accesso gratuito all'informazione radiotelevisiva ed editoriale pubblica
da parte delle masse popolari organizzate e dei movimenti di lotta di carattere politico,
sindacale, studentesco, femminile, giovanile, sociale, nonch� dell'SLL, da realizzarsi
attraverso forme autogestite e servizi giornalistici che siano veritieri e rispondenti
alle aspettative delle masse.
452) Abrogazione della vendita da parte dello Stato delle licenze relative all'uso, nel
campo radiotelevisivo e delle telecomunicazioni, delle radiofrequenze, reti analogiche e
digitali e di trasmissione attraverso altre tecnologie; introduzione di licenze di affitto
di tipo annuale i cui proventi siano destinati al finanziamento del sistema pubblico
radiotelevisivo, editoriale e di stampa.
453) Uso gratuito del software nel campo della multimedialit� e diritto di accesso e di
modifica del "codice sorgente" dei programmi relativi.
G RIVENDICAZIONI SPECIFICHE
Braccianti e operai agricoli
454) Lavoro stabile e garantito tutto l'anno per tutti i lavoratori agricoli nelle grandi
e medie aziende.
455) Abolizione del bracciantato e assunzione dei braccianti come operai agricoli a tempo
indeterminato.
456) Abolizione dei contratti stagionali e avventizi. Comunque prevedere per i lavoratori
stagionali e avventizi una copertura annuale salariale, assistenziale e previdenziale.
457) Divieto per gli imprenditori agricoli di assumere personale (anche solo in relazione
al "lavoro occasionale") al di fuori delle norme sul collocamento e senza
obblighi contributivi e previdenziali.
458) Individuare, facendo ricorso ai vari metodi di indagine incrociata, e reprimere, come
reato penale, il ricorso al lavoro nero e al "caporalato" per l'ingaggio della
mano d'opera.
459) Rivedere e correggere la legge sui "contratti di riallineamento" per
impedire gli abusi e le frodi fiscali delle aziende e per favorire un'effettiva emersione
del "lavoro nero" e la tempestiva applicazione dei trattamenti previsti nei Ccnl
per i dipendenti.
460) Imporre alle aziende agricole il versamento dovuto dei contributi previdenziali per i
lavoratori.
461) Garantire ai lavoratori agricoli un salario sufficiente e la copertura previdenziale
nei mesi di inattivit�, attraverso la cassa integrazione e i contributi figurativi.
462) Abrogare il tetto delle 50 giornate lavorative annuali sotto le quali i lavoratori
non hanno diritto alla copertura previdenziale e al trattamento di disoccupazione.
463) Eliminare il cottimo.
464) Parificare i salari e le normative (compresi i diritti sindacali) dei lavoratori
agricoli a quelli mediamente esistenti nell'industria alimentare.
465) Parificare i salari esistenti nelle diverse province ai livelli pi� alti delle
rispettive qualifiche.
466) Aumenti salariali ai lavoratori agricoli per portarli almeno alla media europea.
467) Diritto per i lavoratori agricoli a tempo indeterminato di riscuotere in busta paga
in tempo reale gli assegni familiari e l'indennit� di malattia, eliminando cos� i
ritardi e le incongruenze fiscali causati dalla gestione diretta dell'Inps.
468) Imporre alle aziende il rigoroso rispetto dei trattamenti economici e normativi
stabiliti nel Ccnl e nei contratti provinciali.
469) Provvedimenti per il rispetto della parit� di trattamento economico e normativo per
le lavoratrici della terra e il riconoscimento dei diritti legislativi e contrattuali di
maternit�.
470) Adozione di misure efficaci, legislative, amministrative, sanitarie per imporre alle
aziende il rigoroso rispetto delle norme antinfortunistiche nell'uso di macchine di
lavorazione e di sostanze chimiche. Obbligo per le aziende di finanziare corsi di
formazione obbligatori per tutto il personale.
471) Diritto per gli operai agricoli, i braccianti e i disoccupati di beneficiare di
finanziamenti pubblici senza interessi, di credito bancario a tasso ridotto e di
agevolazioni fiscali per coltivare appezzamenti di terra espropriati ai grandi proprietari
che non li coltivano.
Contadini poveri e medi e
piccole cooperative
472) Esproprio delle terre dei
grandi proprietari, enti morali, religiosi e pubblici, in stato di abbandono e loro
distribuzione ai lavoratori agricoli, ai giovani e ai disoccupati perch� siano avviate
alla coltivazione.
473) Lo Stato, le regioni e gli enti locali devono adeguare, o costruire ex novo dove non
esistono, nelle campagne e nelle zone montane tutte le infrastrutture e i servizi
necessari quali la distribuzione di corrente elettrica e acqua, la rete telefonica,
strade, scuole, strutture sanitarie.
474) Diritto di beneficiare di finanziamenti pubblici senza interessi, di credito bancario
a tasso ridotto e agevolazioni fiscali, per i contadini poveri e per i nuovi coltivatori
che intendono riattivare terre incolte, per comperare gli attrezzi e i mezzi meccanici
necessari, le semente, i concimi e quanto altro occorra.
475) Agevolazioni da parte dello Stato per un affitto a prezzo popolare di attrezzi,
trattori, macchine speciali da lavoro, ecc., a chi non ne ha disponibilit� e ne necessita
per lavorare la terra.
476) Manutenzione a prezzo popolare con contributi dello Stato delle macchine per il
lavoro agricolo.
477) Contributi statali per ristrutturare le case coloniche.
478) Incentivare la cooperazione con sovvenzioni pubbliche.
479) Esenzione dall'applicazione dell'Irap, anche per le piccole cooperative.
480) Riduzione degli attuali canoni di affitto per i contadini poveri e le piccole
cooperative.
481) Incentivare le coltivazioni con concimi biologici e prodotti naturali e non
inquinanti sostitutivi dei pesticidi e dei diserbanti.
482) Potenziare i servizi del ministero per le politiche agricole e delle Asl di
assistenza, formazione e informazione per i contadini poveri e le piccole cooperative
sulle sostanze chimiche e biologiche, nonch� su quelle transgeniche per migliorare il
raccolto, salvaguardare l'ecosistema, difendere la sicurezza e la salubrit� del lavoro.
483) Lo Stato e le regioni devono garantire consulenze tecniche per l'uso delle nuove
metodologie e tecnologie nella lavorazione della terra.
484) Diritto dei contadini poveri e delle piccole cooperative a essere indennizzati
adeguatamente dallo Stato e dalle regioni in caso di annate sfavorevoli o di distruzione
del raccolto per cause meteorologiche e calamit� naturali.
485) Obbligo per lo Stato e le istituzioni preposte di ritirare i prodotti agricoli in
"eccedenza" per porli in vendita a prezzi calmierati.
486) Obbligare, con l'intervento dello Stato, le cooperative che sono fallite per
malversazione nella gestione a rimborsare ai soci le quote versate.
Piccoli artigiani e piccoli commercianti
487) Contributi pubblici e
agevolazioni fiscali per l'acquisizione e la ristrutturazione dei locali di esercizio
dell'attivit�.
488) Messa a disposizione, da parte di comuni, province, regioni e Stato, di immobili di
propriet� pubblica da affittare a prezzo politico per iniziative e attivit� artigianali,
turistiche e di piccolo commercio, fiscalmente incentivate, al fine di evitare l'abbandono
e il degrado dei quartieri popolari.
489) Tassi bancari di finanziamento e di locazione finanziaria ridotti per l'acquisizione
di macchinari e attrezzature.
490) Tassi bancari ordinari parificati a quelli praticati alla grande industria e
distribuzione, senza necessit� di garanzie oltre a quelle personali, anche per
contrastare l'usura.
491) Tariffe agevolate per lo smaltimento dei rifiuti compresi quelli speciali, tossici e
nocivi, e per i consumi energetici e telefonici.
492) Esenzione dall'applicazione dell'Irap, anche per le piccole cooperative.
493) Riduzione della Tosap (tassa occupazione spazi e aree pubbliche) per piccoli
commercianti e ambulanti.
494) Abolizione del pagamento del diritto annuale a favore delle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura.
495) Possibilit� di rateizzare il pagamento di imposte e contributi, in caso di
difficolt� economiche documentabili, con l'applicazione di interessi al tasso legale
vigente.
496) Semplificazione delle pratiche e incombenze amministrative, contabili, fiscali e
burocratiche.
497) Indennit� a carico dello Stato in caso di malattie, infortuni e maternit� uguali a
quelle previste nel lavoro dipendente dell'industria.
498) Riduzione dei versamenti contributivi al livello di quelli a carico dei lavoratori
dipendenti dell'industria con integrazione a carico dello Stato per la parte restante e
parificazione dei rendimenti pensionistici e della relativa normativa a quelli vigenti nel
lavoro dipendente dell'industria.
Donne
499) Piena uguaglianza economica,
giuridica e di fatto tra uomo e donna nel lavoro, nella societ� e nella famiglia.
500) Garantire alle donne il 50 per cento delle assunzioni.
501) Obbligo per le aziende di assumere regolarmente e a tempo indeterminato le
lavoratrici a nero, stagionali e a giornata.
502) Obbligo per le aziende pubbliche e private di assumere a tempo pieno e indeterminato
le lavoratrici gi� impiegate a part-time, con contratto "autonomo",
"atipico", a termine, interinale, a domicilio, che ne facciano richiesta.
503) Condannare penalmente le aziende che discriminano le donne nell'assunzione attraverso
l'uso arbitrario delle prove di idoneit� e delle visite mediche, o misure vessatorie come
le lettere di dimissioni in bianco.
504) Ripristinare il divieto di lavoro notturno per le donne.
505) Rimuovere ogni discriminazione legislativa, normativa e contrattuale che comporta a
parit� di qualifica e anzianit� un salario ridotto per le donne.
506) Estendere a 4 mesi prima e 6 mesi dopo il parto il congedo obbligatorio di maternit�
a salario intero.
507) Diritto illimitato dei genitori ad assentarsi alternativamente dal lavoro in caso di
malattia dei figli fino al compimento dei dieci anni. Tali assenze devono essere
retribuite al 100% e devono essere riconosciuti alle lavoratrici e ai lavoratori per
intero i contributi figurativi.
508) Ripristinare l'et� pensionabile a 55 anni per le donne e tendere gradualmente ad
abbassare tale limite a 50 anni.
509) Approntare un piano straordinario per l'inserimento professionale delle lavoratrici
licenziate, disoccupate, casalinghe ultratrentacinquenni.
510) Assicurare un'indennit� di disoccupazione alle casalinghe che non hanno alcun
reddito - salvo quello da pensione di reversibilit� e di invalidit� e della prima casa -
pari a 1 milione di lire nette indicizzate da revocare in caso di rifiuto di un lavoro
extradomestico adeguato alle capacit� effettive della casalinga.
511) Assicurare alle casalinghe che non hanno altro reddito - salvo quello derivante dalla
pensione di reversibilit� e di invalidit� e della prima casa - la pensione sociale,
debitamente innalzata, a partire dai 55 anni.
512) Estendere la copertura assicurativa contro gli infortuni domestici alle casalinghe
eliminando i limiti di et� e indennizzando anche le invalidit� permanenti inferiori al
33% e il decesso.
513) Impegnare lo Stato e gli enti locali a socializzare il lavoro domestico attraverso la
costruzione di una fitta rete di servizi sociali pubblici gratuiti o a prezzi popolari su
tutto il territorio nazionale come mense territoriali, scolastiche e aziendali, lavanderie
e stiratorie, centri di rammendo e di manutenzione degli indumenti, squadre pubbliche di
pulizia degli alloggi o per altre pratiche domestiche, ecc.
514) Piani straordinari per dotare tutto il territorio nazionale, in particolare il Sud e
le periferie urbane, di una fitta rete di servizi pubblici gratuiti per la prima infanzia
(nidi, scuole dell'infanzia, trasporti, servizi di doposcuola, centri estivi, ecc.) fino a
completa copertura delle necessit� e con orari e prestazioni in grado di soddisfare le
esigenze lavorative e sociali dei genitori, in particolare delle donne.
515) Potenziare le strutture e il personale sanitario impegnati a garantire la salute
delle donne (interruzione della gravidanza, contraccezione, maternit�, fecondazione
artificiale, prevenzione oncologica, ecc.). Prestare adeguata attenzione alla prevenzione
e alla profilassi delle malattie tipicamente femminili e legate alla riproduzione.
Completa gratuit� delle analisi e delle ricerche diagnostiche di tali malattie senza
alcun limite di et�.
516) Rafforzare, sviluppare ed estendere i consultori pubblici autogestiti su tutto il
territorio nazionale e pubblicizzarli, per un'efficace prevenzione della salute delle
donne e per diffondere a livello di massa un'informazione democratica e scientifica sulla
sessualit� e i metodi di contraccezione e per offrire un supporto sanitario e legale ai
rapporti di coppia, alla maternit� e all'interruzione della gravidanza.
517) Legittimazione giuridica e piena libert� delle ricerche e delle sperimentazioni
biogenetiche sugli embrioni e sui feti al fine di combattere la sterilit�, salvaguardare
la salute delle partorienti e dei nascituri.
518) Legittimare e rendere concreto il diritto per tutti, ivi comprese le coppie di fatto,
omosessuali e singoli, ad accedere gratuitamente alla fecondazione assistita,
"omologa" e non, e alla "maternit� surrogata" nelle strutture
pubbliche.
519) Uniformare a livello nazionale i protocolli regionali di analisi prenatale
inserendovi via via tutte le pi� aggiornate metodologie diagnostiche e garantire la loro
completa gratuit�, senza limiti di et� delle donne in gravidanza.
520) Diffusione gratuita di tutti i mezzi contraccettivi, ivi compresi profilattici,
spirale, pillola e pillola del giorno dopo, nei presidi ospedalieri, nei consultori, nelle
farmacie, nelle scuole e nelle universit�.
521) Divieto di opporre "obiezione di coscienza" in riferimento all'interruzione
di gravidanza e alla somministrazione di mezzi contraccettivi, ivi compresa la pillola del
giorno dopo, per i medici specializzati in ginecologia e ostetricia, il personale
infermieristico e ausiliario e i farmacisti.
522) Elevare a 18 settimane di gravidanza il limite per richiedere liberamente
l'interruzione della gravidanza nelle strutture pubbliche.
523) Libert� di aborto per le minorenni nelle strutture pubbliche senza il consenso dei
genitori o del giudice tutelare.
524) Rendere amministrativo il procedimento di divorzio in caso di consensualit� e
assenza di figli.
525) Ridurre a sei mesi il tempo di separazione necessario per ottenere il divorzio in
caso di consensualit� e in assenza di figli. Ridurre a un anno negli altri casi. In ogni
caso i costi del divorzio devono essere a carico dello Stato.
526) Riconoscimento, da parte delle istituzioni dello Stato e amministrative, delle unioni
civili e di fatto, anche quelle tra omosessuali di ambo i sessi. Tutti i nuclei familiari,
comunque costituiti, devono essere considerati alla pari, con gli stessi diritti e gli
stessi trattamenti sociali, economici e fiscali.
527) Introdurre la procedibilit� d'ufficio per i reati di violenza sessuale fuori e
dentro la famiglia.
528) Eliminare ogni limite alla libert� sessuale dei minorenni.
Giovani
529) Riconoscere la maggiore
et�, il diritto di voto e di eleggibilit�, anche per la Camera e il Senato, a 16 anni.
530) Diritto di voto ai quattordicenni per le elezioni comunali.
531) Abolire i truffaldini e fuorvianti "Consigli comunali dei bambini",
chiamati a scimmiottare le gesta degli adulti nelle istituzioni rappresentative borghesi.
532) Lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutte le
ragazze e i ragazzi al termine degli studi.
533) Piani straordinari urgenti mirati all'assunzione dei giovani disoccupati e in cerca
di prima occupazione, a partire dal Mezzogiorno e dalle "aree depresse".
534) Cancellare ogni discriminazione economica e normativa verso i giovani lavoratori.
Pertanto: abolire l'apprendistato, i contratti di formazione e lavoro, il salario
d'ingresso, i "contratti di prima esperienza", le "borse di lavoro" e
gli "stage" per i giovani alla prima occupazione.
535) Vietare l'impiego di minori di 18 anni in lavori pericolosi e nocivi.
536) Abrogare la legge del febbraio 2001 che istituisce il servizio civile per i giovani
di ambo i sessi.
537) Prevedere nei piani di edilizia residenziale pubblica la costruzione o la
ristrutturazione di piccoli appartamenti da concedere in affitto a prezzi politici a chi
� sotto i 35 anni con un reddito non superiore ai 15 milioni di lire annui indicizzati,
in coppia o singoli, rendendo concreta la possibilit� di vivere in modo indipendente
dalla famiglia d'origine.
538) Costruzione, garantendone il finanziamento pubblico, di luoghi di ritrovo e di
attivit� culturale, ricreativa e sportiva, di spazi verdi, autogestiti dai giovani.
539) Ridurre del 70% le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e per la fornitura di
acqua, luce, gas e telefono ai giovani di et� inferiore a 29 anni.
540) Ingresso gratuito ai musei e sconti del 50% a tutti i giovani di et� inferiore a 29
anni nell'accesso ai cinema, stadi e piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e
culturali.
541) Diffusione gratuita di tutti i mezzi contraccettivi, ivi compresi profilattici e
pillola del giorno dopo, nelle scuole e nelle universit�.
542) Realizzazione di un piano di edilizia pubblica specifica per il soggiorno a prezzi
politici del turismo giovanile di massa a livello nazionale e internazionale i cui
ricavati sostengano la costituzione di un'Agenzia nazionale pubblica autogestita da
giovani e studenti per il turismo giovanile e studentesco.
Infanzia e adolescenza
543) Obbligo per il governo, le
istituzioni, le regioni, le province e gli enti locali di realizzare una politica
complessiva e programmi concreti finalizzati al soddisfacimento dei diritti e dei bisogni
economici, sociali, culturali formativi, sanitari, sportivi, ricreativi dei bambini e
degli adolescenti, compresi i figli degli immigrati.
544) Eliminare ogni discriminazione di sesso, a danno delle bambine e delle adolescenti, a
scuola, in famiglia, nei servizi sportivi e ricreativi, nella societ�.
545) Adeguare le norme legislative e le strutture operative per favorire l'accesso alle
adozioni (in Italia e all'estero) delle famiglie anche di fatto, etero e omosessuali e ai
singoli "genitori", alzando il tetto dell'et� massima, velocizzando i tempi e
abbattendo le spese burocratiche.
546) Costruire all'interno degli ospedali (o adeguare dove ci sono gi�) reparti
pediatrici attrezzati a curare le malattie infantili e adolescenziali per bambini da 0 a
14 anni, con un numero di posti letto sufficienti a coprire le necessit�, l'accesso e il
pernottamento di uno dei genitori o loro sostituto, spazi giochi adiacenti, personale
qualificato.
547) Piani urbanistici finalizzati a modificare le citt� tenendo presente anche le
esigenze dei bambini (luoghi liberi dal traffico, spazi verdi attrezzati per giocare e
svolgere attivit� fisica, servizi sportivi, ludoteche, ambienti per incontrarsi e
socializzare, teatro e cinema per ragazzi).
548) Obbligo per gli enti locali di organizzare ogni anno, in modo sufficiente rispetto
alla domanda e gratuitamente, per i ragazzi fino a 14 anni centri estivi (soggiorni marini
e montani, campi solari residenziali) nelle tradizionali colonie, ma anche nei campeggi
comunali e negli immobili di propriet� dello Stato, con personale qualificato. Vanno resi
gratuiti gli interscambi con giovani di altri Paesi al fine di conoscere usi, tradizioni e
lingua.
549) Programmi e progetti studiati appositamente e condotti da personale qualificato della
scuola e dell'assistenza sociale per prevenire l'abbandono scolastico e per recuperare i
bambini e i ragazzi al compimento della scuola dell'obbligo, con i necessari accorgimenti
e facilitazioni.
550) Adeguati provvedimenti per contrastare il lavoro minorile che vedano il concorso di
scuola, sindacati, comuni, ecc., preparando il personale ispettivo e moltiplicando le
ispezioni, sanzionando anche col carcere, nei casi pi� gravi, i datori di lavoro
colpevoli.
551) Sancire nei contratti nazionali di lavoro il divieto per le imprese di acquisire o
far produrre sia sul territorio nazionale che all'estero prodotti realizzati con lavoro
minorile.
552) Sostegno multiforme (economico, assistenziale, educativo, psicologico) alle famiglie
povere e indigenti con figli minori avviati al lavoro illegalmente, con l'obbligo di
riportarli a scuola.
553) Divieto di impiegare mano d'opera al di sotto dei 16 anni.
554) Vietare in ogni caso l'impiego di minori in et� lavorativa (14-18 anni) in lavori
pericolosi e nocivi per la salute (lavori in ambienti insalubri e a rischio
infortunistico, l'uso di attrezzature utensili complesse, trasporto di carichi pesanti,
l'esposizione ad agenti climatici insalubri, ecc.).
555) Individuare, denunciare e punire con sanzioni adeguate tutti coloro che sono
responsabili di violenza sessuale e inducono e costringono minori alla pornografia (foto,
video, immagini in Internet), che promuovono e sfruttano la prostituzione minorile;
perseguire i pedofili.
556) Punire penalmente e togliere la "patria potest�" ai genitori che usano
violenza sessuale sui figli; prevedere sanzioni analoghe anche per gravi maltrattamenti e
per negazione dei bisogni essenziali.
557) Divieto di organizzare "tour sessuali" all'estero ai danni dei minori dei
paesi del Terzo mondo.
558) Opera di recupero e di integrazione sociale dei minori che hanno "infranto la
legge" ricorrendo solo in via eccezionale al riformatorio e utilizzando misure
alternative legate al recupero scolastico, la formazione professionale, esperienze
lavorative personalizzate, favorendo la frequentazione di ambienti giovanili e la nascita
di relazioni amichevoli e affettive.
Anziani, disabili e portatori di handicap
559) Obbligo per lo Stato, le regioni e
gli enti locali di stanziare finanziamenti sufficienti, di approntare piani concreti e
realizzare una rete di servizi pubblici per soddisfare i bisogni degli anziani: abitativi,
sanitari, assistenziali, economici, culturali, sportivi, ricreativi e di socializzazione.
560) Abbattere le barriere architettoniche nelle strutture pubbliche, sui mezzi di
trasporto pubblico, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e di studio, nella viabilit�,
negli ambienti sportivi, ricreativi, culturali.
561) Piani straordinari finalizzati all'inserimento dei portatori di handicap negli asili
e nelle scuole pubbliche, universit� compresa, adeguandone gli ambienti (marciapiedi,
scale, porte, aule, laboratori, servizi igienici, mense, accesso al telefono), assumendo
il personale di sostegno necessario, dotando ogni istituto di quei supporti tecnici gi�
oggi esistenti (telefono ponte per sordi, supporti multimediali, lettori per ipovedenti,
software vocale per la navigazione Internet, la posta elettronica e in generale l'uso del
PC per non vedenti, ecc.), prevedendo delle borse di studio per chi proviene da famiglie
povere.
562) Piani straordinari per la formazione professionale dei disabili, con residue
capacit� lavorative, e loro collocamento, attraverso liste speciali, in imprese pubbliche
e private.
563) Obbligo per le aziende private e per gli uffici pubblici di assumere disabili dalle
liste speciali, quanto meno nelle percentuali stabilite per legge affidando ad essi
mansioni consone alle loro capacit� fisiche e professionali. Ai disabili va fornita la
strumentazione informatica e una formazione obbligatoria in orario di lavoro per il loro
inserimento e miglioramento lavorativo e professionale.
564) Prevedere varie forme di sostegno al reddito (indennit� di disoccupazione,
indennit� di accompagnamento, pensione di invalidit�) da erogare secondo le condizioni
contingenti e permanenti del disabile.
565) Istituire un adeguato servizio sociale pubblico e gratuito di assistenza domiciliare
socio-sanitaria-riabilitativa per gli anziani e i disabili secondo le necessit�, con
personale dipendente dalle Asl.
566) Creare, con il concorso delle regioni e dei comuni, nuove residenze e centri diurni
pubblici e gratuiti per disabili e anziani anche non autosufficienti fino a coprire tutte
le richieste, con servizio di trasporto domiciliare, operanti anche nei periodi estivi,
con spazi attrezzati per le varie patologie degli anziani e la presenza di personale di
sostegno, medici e personale infermieristico specializzato in malattie gravi come
l'Alzheimer; coinvolgimento dei familiari dei "ricoverati" nella gestione di
queste strutture.
567) Realizzare comunit� alloggio con personale di sostegno per anziani e disabili, in
particolare per i non autosufficienti, che ne facciano richiesta.
568) Garantire soggiorni estivi (mare-montagna-collina o all'estero) per anziani e
disabili in base alle richieste, gratuiti per coloro che non superano singolarmente i 18
milioni di lire di reddito netti all'anno indicizzati e a prezzi popolari per coloro che
hanno un reddito non superiore ai 30 milioni di lire annui netti indicizzati.
569) Fornire gratuitamente le protesi, gli apparecchi sanitari e ortopedici, comprese le
carrozzine.
570) Servizi di trasporto pubblico gratuito con accompagnatore per tutte le necessit�
sanitarie, sociali, ricreative e scolastiche, a favore degli anziani e dei disabili anche
non autosufficienti.
571) Finanziamenti pubblici e sgravi fiscali per l'abbattimento delle barriere
architettoniche e la relativa ristrutturazione delle abitazioni di residenza dei disabili
e portatori di handicap in carrozzina.
572) Corsi pubblici gratuiti per i familiari di invalidi e malati cronici, in orari
adeguati alle varie esigenze, svolti da personale medico e psicologo per affrontare i
problemi pratici, sanitari, igienici, di alimentazione, ecc..
573) Sconti del 50% per tutti i pensionati sociali e a basso reddito nell'ingresso ai
musei, cinema, stadi, e piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
Gay, lesbiche, transessuali
574) Eliminare tutte le norme
giuridiche e amministrative tendenti a criminalizzare i rapporti consensuali omosessuali e
a discriminare socialmente e nell'accesso ai diritti i gay, le lesbiche e i transessuali.
575) Garantire a omosessuali, lesbiche e transessuali parit� di trattamento in relazione
alla sicurezza sociale, l'assicurazione delle malattie, le prestazioni sociali, il sistema
educativo, il diritto professionale, matrimoniale e di successione, il diritto di
adozione, la legislazione sui contratti d'affitto.
576) Diritto per gay, lesbiche e transessuali di sposarsi civilmente con un partner dello
stesso sesso, o quanto meno, a essere riconosciuti e registrati come una famiglia di fatto
con gli stessi diritti e doveri previsti per la convivenza nelle coppie eterosessuali.
577) Diritto per le coppie gay, lesbiche e transessuali di avvalersi gratuitamente in
strutture sanitarie pubbliche delle tecniche per la fecondazione assistita e maternit�
surrogata; e di accedere senza discriminazioni all'istituto delle adozioni.
578) Favorire chi richiede il cambiamento di sesso, nelle strutture pubbliche e
gratuitamente, e il cambio di identit� anagrafica.
579) Estendere a gay, lesbiche e transessuali le norme antidiscriminatorie presenti nella
legge 300/70 per garantire nei luoghi di lavoro dei settori privati e pubblici parit� di
trattamento nelle assunzioni, attribuzioni di qualifiche e mansioni, progressione
economica, tutela contro il licenziamento.
580) Diritto per le coppie gay, lesbiche e transessuali di accedere ai bandi di concorso
per l'assegnazione delle case popolari, senza discriminazioni in base all'orientamento
sessuale.
581) Prevedere corsi di formazione per gli insegnanti finalizzati alla comprensione
dell'omosessualit�, al rispetto e alla protezione da abusi, molestie e discriminazioni
degli alunni gay e delle alunne lesbiche.
582) Divieto di ricovero dei giovani omosessuali in istituti psichiatrici e relativi
trattamenti per "modificarne" l'orientamento sessuale.
583) Cancellare dai codici penale e civile ogni norma repressiva basata espressamente
sull'orientamento sessuale.
584) Vietare ogni schedatura poliziesca e amministrativa che faccia riferimento agli
orientamenti sessuali, cancellare quelle esistenti.
585) Garantire la privacy di gay, lesbiche e transessuali secondo i termini di legge
vigenti per tutti.
586) Diritto di asilo per gli immigrati perseguitati nei paesi di provenienza in base al
loro orientamento sessuale.
587) Vietare nei contratti di assicurazione sanitaria privata e nelle polizze vita ogni
riferimento, anche indiretto, e ogni clausola sfavorevole relativi all'orientamento
sessuale.
588) Introdurre norme legislative finalizzate a tutelare gli interessi del partner
omosessuale rimasto in vita per quanto riguarda l'eredit�, il contratto di locazione, la
reversibilit� della pensione.
Il Comitato centrale del PMLI
Firenze, 17 febbraio 2001
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PROGRAMMA DEL PMLI
I
Il programma fondamentale del Partito
marxista-leninista italiano � di guidare il proletariato alla conquista del potere
politico, abbattere la dittatura borghese, instaurare la dittatura del proletariato ed
assicurare il completo trionfo del socialismo sul capitalismo.
Perseguendo tenacemente questi obiettivi,
il Partito lega dialetticamente il particolare al generale, aggiorna la tattica secondo
gli sviluppi della situazione nazionale e internazionale, lotta risolutamente per
migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse lavoratrici, popolari e
giovanili, combatte la fascistizzazione, l'economia di guerra e il revisionismo moderno, e
prepara la classe operaia e i suoi alleati a prevenire o a stroncare con l'insurrezione
armata per il socialismo il golpe fascista, difende l'indipendenza e la sovranit�
nazionali contro la presenza militare, finanziaria ed economica e l'ingerenza politica
degli Usa e della Nato, contro la partecipazione dell'Italia alle alleanze della Cee e del
Mec, contro la presenza nel Mediterraneo delle flotte delle due superpotenze e opera
attivamente perch� il popolo sia pronto a scatenare la guerra civile rivoluzionaria in
caso di partecipazione dell'Italia alla guerra imperialista per una nuova spartizione del
mondo.
Lo scopo finale del Partito � la
realizzazione del comunismo, la societ� pi� completa, progredita, giusta ed avanzata di
tutta la storia dell'umanit�, la societ� in cui non ci saranno pi� le classi e la lotta
di classe, anche se perdureranno le contraddizioni fra la sovrastruttura e la base
economica e quella tra i rapporti di produzione e le forze produttive e come riflesso di
questo esister� ancora la lotta fra le due linee, cio� la lotta tra ci� che � avanzato
e ci� che � arretrato, tra ci� che � nuovo e ci� che � vecchio; la societ� in cui
ciascuno dar� secondo le proprie possibilit� e ricever� secondo i propri bisogni e
ognuno potr� realizzare se stesso in tutta la sua pienezza.
II
La guida teorica che consente al Partito di
realizzare il suo programma � il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, la potente
bussola che ha guidato e guida alla vittoria milioni e milioni di persone nei cinque
continenti. Il proletariato internazionale ha ricevuto da Marx ed Engels i primi
fondamentali strumenti scientifici sul piano filosofico, ideologico, economico, politico e
organizzativo che lo hanno messo in grado di conoscere e combattere con successo il
capitalismo; da Lenin e Stalin la teoria, la tattica, la strategia e l'esperienza concreta
concernenti la rivoluzione proletaria nell'epoca dell'imperialismo; da Mao la teoria e la
linea politica e pratica della continuazione della rivoluzione nelle condizioni della
dittatura del proletariato. Il pensiero di questi grandi maestri rivoluzionari del
proletariato, ciascuno dei quali riflette l'esperienza accumulata dal proletariato
internazionale in un determinato periodo storico, forma un corpo unico di teoria,
strategia e tattica rivoluzionarie che � di capitale importanza conoscere e applicare
nella pratica concreta della rivoluzione socialista italiana; soprattutto � importante
conoscere e attenersi agli insegnamenti del presidente Mao Zedong, il pi� grande
marxista-leninista dei nostri tempi, poich� il suo pensiero, che costituisce lo sviluppo
del marxismo-leninismo in ogni campo, da quello teorico, ideologico e filosofico a quello
politico, diplomatico e militare, a quello culturale, scientifico e morale, a quello
economico e sociale, fornisce al Partito le armi necessarie per individuare, smascherare e
sbaragliare il revisionismo moderno e affrontare con successo i nuovi problemi e le nuove
lotte dell'epoca contemporanea.
III
Il socialismo � la prossima m�ta
che deve raggiungere il proletariato italiano, non esiste una tappa intermedia a questa
m�ta; quella escogitata dai revisionisti attraverso la strategia del ``compromesso
storico'' - che � lo sbocco logico delle teorizzazioni controrivoluzionarie di Gramsci e
Togliatti - con la DC, il principale partito del grande capitale, degli Usa, del Vaticano,
ha lo scopo di impedire ai lavoratori la conquista di questa storica m�ta e di tenerli
per sempre schiavi sotto il capitalismo. Con la conclusione vittoriosa della guerra di
Liberazione nazionale, con l'abbattimento del fascismo e della monarchia, con la
sostanziale eliminazione dei residui feudali nell'economia e nello Stato, con l'avvento
della Repubblica e la proclamazione della relativa Costituzione, con il pieno sviluppo del
capitalismo monopolistico di Stato e la maturazione di tutte le condizioni oggettive
economiche e sociali, l'Italia � entrata in pieno nella fase della lotta per il
socialismo che � divenuta pi� attuale che mai dal momento che la classe dominante
borghese sviluppa al massimo la fascistizzazione dello Stato.
Cosicch� dal momento che il
proletariato � schiacciato, sfruttato, oppresso e impoverito dalla classe dominante
borghese - che costituisce il suo nemico principale e diretto antagonista -, non pu� che
sollevarsi contro questa classe e rovesciarla poich� solo cos� potr� soddisfare le
proprie esigenze materiali e spirituali e costruire una nuova societ� secondo la propria
concezione della vita e del mondo. Come dimostra la pratica, nonostante le ciance dei
revisionisti, il capitalismo non si pu� adattare in alcun modo al socialismo, non si pu�
introdurre in esso degli ``elementi di socialismo'', non si pu� creare dal suo interno i
presupposti economici, politici e sociali della societ� socialista e soprattutto non si
pu� sperare che regali il potere alla classe operaia. Solo nel socialismo la classe
operaia avr� in mano tutto il potere politico e con esso i mezzi di produzione e di
scambio, le fabbriche, le macchine, le miniere, le banche, la terra e tutte le risorse del
Paese e con ci� assicurare che quanto viene prodotto e i progressi della scienza e della
tecnologia vadano a vantaggio di tutti i lavoratori e le masse popolari.
IV
Il sistema capitalistico italiano,
che costituisce l'anello pi� debole della catena dell'imperialismo europeo, per una serie
di fattori interni e internazionali, ha perduto la stabilit� politica ed economica e n�
un ``aiuto'' estero, n� una politica di ``austerit�'' e di sacrifici e n� una formula
governativa, nemmeno il ``compromesso storico'' o il ``governo delle sinistre'', potranno
ristabilire i vecchi equilibri. La classe dominante borghese vedendosi persa e mancandole
altre risorse sul piano parlamentare, riformista e pacifista potrebbe in qualsiasi momento
tentare di risollevare le sue sorti tramite un colpo di Stato fascista con l'aiuto degli
Usa per prevenire la rivoluzione e soffocare nel sangue ogni ribellione al suo sistema.
Il golpe, poich� verrebbe a cadere
nella fase della lotta per il socialismo e si scontrerebbe con il proletariato, non
dilaziona nel tempo l'obiettivo storico della classe operaia, la resa dei conti finali con
la borghesia e la conquista del socialismo, ma anzi pone in maniera pressante e
irrimandabile la questione della presa del potere politico. Il golpe � un'occasione non
ricercata dal proletariato, ma che gli offre la borghesia per passare al contrattacco, per
realizzare l'abbattimento del capitalismo e instaurare la dittatura del proletariato;
l'insurrezione perci� si deve trasformare nel corso stesso del suo sviluppo da risposta
di difesa al golpe in rivoluzione socialista per la presa del potere da parte del
proletariato. Di fronte all'insurrezione di massa contro il colpo di Stato non si pone
altra alternativa che o il trionfo della rivoluzione e la realizzazione del socialismo, o
il trionfo della reazione e l'instaurazione del fascismo aperto. Altra via non esiste, non
� possibile che si affermi tra la fase della vittoria dell'insurrezione e quella
dell'instaurazione del socialismo una societ� intermedia di transizione, che veda una
distribuzione del potere fra forze borghesi e proletarie, poich� tale potere non avrebbe
nessuna base economica a sostenerlo e ripristinerebbe il vecchio ordine dello
sfruttamento.
V
La violenza rivoluzionaria �
inevitabile per prevenire o stroncare il golpe fascista, comunque � indispensabile per la
presa del potere politico da parte della classe operaia. Il grande passaggio storico dal
capitalismo al socialismo pu� avvenire solo attraverso la rivoluzione violenta; solo con
la forza del fucile la classe operaia e le masse lavoratrici possono sconfiggere
l'esercito armato della borghesia, trasformare la vecchia societ�, abolire la propriet�
privata capitalistica, distruggere lo Stato borghese e imporre il proprio potere. Nella
sua lotta per la conquista del potere politico, il proletariato italiano non pu� non
seguire, nei principi e nei suoi tratti fondamentali e tattici, che la via universale
della Rivoluzione d'Ottobre.
Le caratteristiche economiche,
statali, storiche e geografiche dell'Italia - cio� l'esistenza di grandi centri
industriali dov'� concentrata e vive la maggioranza del proletariato, il dominio del
capitale monopolistico esteso in tutto il Paese, la presenza e il controllo diretto dello
Stato in tutto il territorio nazionale fino alle pi� lontane e interne contrade
attraverso l'esercito, la polizia, i carabinieri e la burocrazia, la lunga influenza
storica della democrazia borghese, la grande tradizione di lotta proletaria, antifascista
e popolare, l'esistenza di un tessuto sociale ben definito, in cui le classi e i vari
strati delle classi hanno un posto e un rapporto ben determinati, un territorio
relativamente esteso, coperto da una fitta rete di comunicazioni - impongono che la lotta
armata abbia la forma di insurrezione, di guerra civile che partendo dalle citt� si
estenda nelle campagne.
Queste caratteristiche peculiari del
nostro Paese fanno s� che la nostra rivoluzione non sia una guerra di movimento in cui le
forze armate rivoluzionarie possono manovrare liberamente su un largo territorio,
attaccando e ritirandosi secondo le necessit� strategiche e tattiche, e conquistare e
mantenere a lungo delle zone di potere proletario, ma una guerra civile di breve durata
che, minuziosamente preparata sul piano politico, strategico, tattico e militare dal
Partito, inizier� nel momento in cui le contraddizioni e i conflitti di classe avranno
raggiunto il massimo dell'acutezza e della violenza, il proletariato sar� disposto a
battersi fino all'ultimo, i suoi alleati saranno pronti ad appoggiarlo e la borghesia, in
piena disgregazione, sar� incapace di continuare a governare e di tenere in pugno la
situazione.
La preparazione insurrezionale, che
si articola in due piani distinti, quantunque abbiano in comune la stessa linea di fondo,
a seconda se deve prevenire o stroncare il golpe fascista e la guerra imperialista,
costituisce l'attivit� principale del Partito e ad essa devono essere finalizzate tutte
le altre attivit� di ordine politico, sindacale, culturale e sociale.
Prima dell'insurrezione il Partito
deve saggiare la forza, la preparazione, la compattezza, la disciplina, il coraggio e la
determinazione delle masse rivoluzionarie mediante manifestazioni e scioperi politici e il
largo uso dei vari metodi di lotta fra cui la lotta di strada, i blocchi stradali, delle
ferrovie, dei porti e degli aeroporti, l'occupazione di edifici pubblici e l'erezione di
barricate.
Una volta che il Partito avr�
lanciato la parola d'ordine dell'insurrezione non si possono avere esitazioni ed
incertezze, ma bisogna passare decisamente all'attacco, annientare le forze nemiche e
distruggere radicalmente la macchina statale borghese. L'offensiva strategica significa
mantenere sempre alto il morale e lo spirito combattivo delle masse, avanzare ondata dopo
ondata, non dare tregua al nemico, non permettergli di riorganizzarsi, di superare le
difficolt� e di riprendere il predominio, anche solo parzialmente. Ma se le condizioni e
i rapporti di forza cambiano e diventano sfavorevoli � necessario ritirarsi rapidamente
per non subire perdite irreparabili e per riorganizzarsi e rilanciare l'offensiva al
momento pi� opportuno e propizio.
La rivoluzione socialista � opera
delle masse. Finch� le forze rivoluzionarie sono deboli, finch� non hanno stabilito uno
stretto legame con le masse non possono e non devono andare allo sbaraglio, bruciando i
tempi e facendo fallire l'insurrezione. Il Partito non pu� affrontare il nemico da solo;
quando scatena l'insurrezione deve avere conquistato la maggioranza del proletariato.
L'insurrezione promossa dal Partito non � un atto improvviso e uno scoppio spontaneo, non
� l'azione di una pattuglia di ardimentosi, ma � lo sbocco di un lungo processo
minuziosamente preparato e diretto dal Partito, � un'azione cosciente e responsabile che
presuppone l'esistenza del Fronte unito rivoluzionario e dell'Esercito rosso, l'esistenza
di una massa di milioni e milioni di persone disposti a battersi con le
armi in pugno sotto la direzione della classe operaia e del suo Partito.
VI
La costruzione del Fronte unito
rivoluzionario � un importante compito strategico del Partito poich� il proletariato da
solo non pu� abbattere il capitalismo ed ha quindi bisogno di unire intorno a s� tutte
le forze che possono essere unite, di neutralizzare le forze che possono essere
neutralizzate ed isolare ed annientare il nemico principale, la borghesia monopolistica e
la media borghesia. Gli alleati del proletariato sono i contadini, il semiproletariato, lo
strato inferiore della piccola borghesia e larghi strati delle masse giovanili e del
sottoproletariato, che devono tutti quanti trovare posto ed espressione nel Fronte unito
rivoluzionario il cui asse fondamentale � costituito dalla stretta alleanza tra il
proletariato e i contadini. La regola d'oro del Partito per la costruzione del Fronte
unito rivoluzionario � questa: nel Fronte unito non contano le distinzioni religiose,
filosofiche e ideologiche, ma solo quelle politiche, perci� chiunque sia disposto ad
impugnare il fucile contro la borghesia pu� trovare posto al suo interno. Un posto di
rilievo deve essere dato ai giovani e alle donne che hanno sempre dato prove storiche
immortali di eroismo e di dedizione alla causa del proletariato. Inevitabilmente nel corso
della lotta di classe e anche dell'insurrezione si verificheranno delle contraddizioni nel
Fronte unito che dovranno tuttavia essere risolte finch� � possibile come contraddizioni
in seno al popolo ed � nella giusta soluzione di tali contraddizioni che il proletariato
manifester� la forza della sua egemonia.
Il problema centrale del Partito in
riferimento alle alleanze del proletariato e alla costruzione del Fronte unito
rivoluzionario � costituito dalla conquista delle larghe masse operaie, contadine,
giovanili e popolari che sono ancora oggi influenzate e dirette dai revisionisti e dai
socialdemocratici. Per risolvere questo problema da parte del Partito non c'� che un
modo, quello di lavorare in maniera organizzata mediante le Correnti negli organismi
di massa, soprattutto nel sindacato, dove si trovano queste masse e di difendere
strenuamente i loro interessi parziali e immediati legandoli per� sempre agli interessi
generali e a lungo termine, in modo che ogni lotta delle masse diventi parte integrante
della lotta per la conquista del potere politico. Il Partito deve coordinare e unificare
tutte le lotte del proletariato e dei suoi alleati che, quantunque scaturiscano da varie
situazioni e dalle molteplici esigenze dei gruppi sociali anticapitalistici e si muovano
su piani diversi e su obiettivi particolari, � necessario siano convogliate nel torrente
travolgente della rivoluzione socialista. Il Partito facendo propri gli interessi e le
esigenze di tutte le classi amiche del proletariato che costituiscono il popolo
rivoluzionario, e non solo del proletariato, stabilisce un legame stretto, inscindibile e
vitale con le masse popolari che lo riconoscono nella pratica come il loro strenuo, leale
e conseguente difensore e condottiero.
Il Partito per raggiungere questo
scopo lancia specifiche rivendicazioni immediate che corrispondono ad effettive, reali ed
urgenti necessit� delle masse senza preoccuparsi di sapere se sono o meno realizzabili
nell'ambito del capitalismo; questo sistema di rivendicazioni concrete si rivolge
specificatamente alle singole componenti del Fronte unito rivoluzionario e tende, oltre
che a soddisfare i loro interessi immediati, ad acutizzare le contraddizioni di classe, a
non dar tregua alla borghesia, ad organizzare il proletariato e i suoi alleati, accumulare
le forze rivoluzionarie e far avanzare passo dopo passo la lotta per il socialismo.
Il Partito, mentre guida la lotta
delle masse per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro, deve far loro
comprendere che non si pu� strappare niente di fondamentale al capitalismo e al suo
governo, se non con la forza, con la violenza e con l'azione rivoluzionarie contando sulle
proprie forze e sul proprio ardimento, e che oggi partecipare alle istituzioni
rappresentative borghesi significa frenare la loro totale disgregazione e soffocare lo
slancio rivoluzionario del movimento operaio, contadino, popolare e giovanile. Il Partito
considera decisiva la lotta contro le illusioni elettorali, parlamentari, costituzionali,
riformiste e pacifiste agli effetti dello sviluppo della lotta rivoluzionaria di classe,
della decomposizione e liquidazione dello Stato borghese, della completa separazione delle
masse da questo Stato e della costruzione del Fronte unito rivoluzionario; pertanto il
Partito conduce un'opera instancabile e puntuale di denuncia e di smascheramento delle
istituzioni rappresentative borghesi e delle loro azioni in modo da mostrarne la vera
natura e funzione, metterle alla berlina e discreditarle totalmente agli occhi del popolo.
VII
Il proletariato da solo non pu�
vincere la rivoluzione socialista, ma non ci riuscirebbe nemmeno col solo Fronte unito
rivoluzionario, gli occorre anche un potente Esercito rosso che sia capace di tenere testa
e travolgere le forze armate borghesi. E' compito del Partito costituire, educare
politicamente, addestrare militarmente, mobilitare e dirigere l'Esercito rosso. Questo
esercito rivoluzionario, che sar� composto essenzialmente da operai, braccianti e
contadini poveri e da elementi del popolo rivoluzionario, si former� gradualmente secondo
i tempi e un piano stabiliti dal Partito integrando anche le milizie operaie e contadine,
le formazioni militari popolari e i gruppi di autodifesa che saranno nati spontaneamente
sotto la spinta degli avvenimenti. Solo disponendo di un forte Esercito rosso, saldamente
diretto dal Partito, che faccia affidamento pi� che sulle armi sul coraggio, l'audacia,
l'eroismo e la creativit� dei suoi soldati e delle masse che con essi si battono nelle
piazze o che collaborano nelle retrovie, il proletariato e i suoi alleati possono
affrontare qualsiasi battaglia, per quanto difficile e complessa essa sia, sicuri della
vittoria finale.
VIII
Il Fronte unito rivoluzionario e
l'Esercito rosso sono due strumenti assolutamente essenziali per radunare attorno alla
bandiera del proletariato e della rivoluzione tutte le forze disposte a battersi contro il
capitalismo, ma il fattore determinante per il successo della rivoluzione socialista � il
Partito poich� solo il Partito assicura l'egemonia del proletariato nel Fronte e
nell'Esercito rosso e la sua direzione unica in tutto il movimento rivoluzionario in ogni
momento del suo sviluppo e della sua azione, salvaguardandolo dalle deviazioni di destra e
di ``sinistra'' che lo condurrebbero al di fuori dell'obiettivo del socialismo.
Il quartier generale politico,
strategico, tattico e militare della rivoluzione socialista italiana � il Partito e in
esso � necessario che si raccolgano tutti i combattenti d'avanguardia, tutti i nemici
giurati del capitalismo e del revisionismo, tutti i capi naturali delle masse, affinch�
ogni organismo di massa, ogni fronte di lotta abbia una guida proletaria rivoluzionaria,
un giusto orientamento politico e militare e tutte le attivit� e le azioni del popolo
rivoluzionario siano coordinate e dirette verso l'obiettivo dell'abbattimento del
capitalismo e dell'instaurazione della dittatura del proletariato.
E' di estremo interesse per il
proletariato costruire un Partito fondato sulla roccia del marxismo-leninismo- pensiero di
Mao Zedong che abbia alla sua testa una provata e salda direzione marxista-leninista
capace di mantenerlo fedele alla causa del presidente Mao e della rivoluzione socialista e
di salvaguardarlo, attraverso l'educazione dei suoi militanti con la teoria della lotta
fra le due linee, dagli attacchi che la borghesia e il revisionismo scateneranno al suo
interno nel tentativo di corromperlo e di fargli cambiare colore, che sia attrezzato e
organizzato in modo da essere in grado di operare in qualsiasi situazione, nella legalit�
come nell'illegalit�, che sia presente e attivo in tutto il territorio nazionale e
soprattutto nei centri politici ed economici nevralgici del Paese dove avverranno le
battaglie rivoluzionarie decisive e che sia capace di organizzare, educare, mobilitare e
condurre alla vittoria il proletariato e le larghe masse popolari.
IX
Lo scoppio della guerra mondiale
imperialista, specialmente se vedr� impegnata nel conflitto anche l'Italia, funger� da
detonatore della guerra civile e sar� utilizzato dal Partito per lanciare la parola
d'ordine dell'insurrezione che tirer� fuori il Paese dalla guerra, porr� fine al sistema
di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e porter� al potere la classe operaia.
La politica estera del Partito ha il
suo cardine nella lotta contro l'imperialismo e nella difesa intransigente
dell'indipendenza, della sovranit� e dell'integrit� territoriale dell'Italia, che
consiste nell'uscire da tutte le alleanze militari, politiche ed economiche, in primo
luogo dalla Nato, dalla Cee e dal Mec, che svendono gli interessi nazionali agli Usa e
agli imperialismi europei pi� forti.
Il Partito appoggia la lotta dei
paesi non-allineati e del Terzo mondo.
Il Partito mira a fare dell'Italia
un Paese socialista libero, indipendente, sovrano, pacifico, che svolga un ruolo attivo
nell'ambito del fronte unito antimperialista mondiale.
X
Le contraddizioni fra
marxisti-leninisti e revisionisti sono antagonistiche e inconciliabili; non si tratta solo
di divergenze tattiche e particolari ma di contraddizioni fondamentali e strategiche fra
chi vuole abbattere il capitalismo e chi vuole perpetuarlo, fra chi vuole il socialismo e
chi vi si oppone. Non c'� nulla che possa unire i marxisti-leninisti ai revisionisti
moderni, ma tutto li divide e con essi non ci pu� essere unit� nello stesso
partito. Il Partito e il proletariato devono tracciare una netta linea di demarcazione fra
s� e i revisionisti che vanno smascherati, isolati e sbaragliati senza piet�, senza
compromessi, cedimenti e indecisioni fino al loro totale annientamento teorico, politico
ed organizzativo al fine di accumulare le forze rivoluzionarie necessarie per abbattere il
capitalismo e realizzare il socialismo.
XI
Il capitalismo nella pratica si �
dimostrato incapace di risolvere le contraddizioni storiche fra Nord e Sud, fra industria
e agricoltura, fra citt� e campagna, fra lavoro intellettuale e lavoro manuale e in
nessun momento della sua esistenza ha mai dato a tutto il popolo lavoro, benessere,
sicurezza sociale, democrazia, libert� e pace: nel '15 ha gettato l'Italia nella prima
guerra imperialista mondiale soggiogandola all'imperialismo francese e inglese; nel '22
l'ha sottomessa a Mussolini e nel '40 l'ha di nuovo gettata nella guerra imperialista
asservendola questa volta all'imperialismo tedesco; nel '47 ne ha affidato il governo alle
guardie bianche democristiane e l'ha svenduta all'imperialismo americano, ed � pronto a
ricorrere ancora una volta alla guerra imperialista pur di continuare ad esercitare
il suo sanguinoso potere.
Solo il socialismo pu� salvare
l'Italia dallo sfacelo, dalla miseria, dal fascismo e dalla guerra. Solo il socialismo
pu� fare dell'Italia un paese prospero, avanzato, libero, indipendente e pacifico.
Il socialismo � la svolta pi�
radicale che abbia mai conosciuto la storia del nostro Paese, � il passaggio violento del
potere dalla minoranza degli sfruttatori alla maggioranza degli sfruttati, il passaggio
dalla barbarie alla civilt�, dalla vecchia societ� basata sulla propriet� privata e
sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ad una societ� basata sulla propriet� collettiva
dei mezzi di produzione e senza pi� sfruttamento. Il socialismo � il proletariato
organizzato in classe dominante; � il regno della democrazia, della libert� e del
benessere per i lavoratori, la preparazione materiale e politica al comunismo. Il
socialismo, sovvertendo tutti i vecchi valori e le vecchie concezioni del mondo, facendo
tabula rasa delle vecchie istituzioni, dei partiti borghesi, revisionisti e pseudo-operai,
e instaurando una nuova organizzazione economica, sociale e politica, rappresenta la
societ� pi� progredita, pi� giusta e pi� umana che la storia abbia mai conosciuto.
Nel socialismo non ci pu� essere
nessun tipo di ``pluralismo'', n� sul piano filosofico, ideologico, culturale e morale,
n� sul piano politico, economico e partitico; nel socialismo non pu� essere concessa
alcuna libert� alla borghesia e al revisionismo, tutto lo spazio, tutto il potere deve
essere utilizzato ed esercitato solo dalla classe operaia e dai suoi alleati attraverso la
dittatura del proletariato, sotto la direzione del Partito, che � l'unica forza dirigente
dello Stato e della societ� socialista.
Il socialismo non � lo Stato di
tutto il popolo, ma la dittatura del proletariato, della classe direttamente interessata
alla soppressione di ogni forma di propriet� privata, conseguentemente rivoluzionaria,
che ha la coscienza dei propri compiti e la capacit� di attuarli, che esprime gli
interessi effettivi dei lavoratori.
La dittatura del proletariato � il
potere assoluto della classe operaia, non vincolato e limitato da alcuna legge e che
poggia sulla violenza con la quale gli ex sfruttati reprimono, schiacciano e annientano
ogni resistenza degli sfruttatori abbattuti e trasformano la societ� secondo la propria
concezione del mondo. La dittatura del proletariato � la pi� alta forma di democrazia e
si contrappone nel carattere e nella sostanza alla democrazia borghese, che costituisce la
forma mascherata della dittatura del capitale. Mentre la democrazia borghese, che si
presenta con la maschera dell'eguaglianza formale, � fondata sull'ineguaglianza economica
e sociale e rappresenta il dominio di una minoranza di sfruttatori sulla maggioranza degli
sfruttati, la democrazia proletaria � effettiva poich� � basata sulla libert� dallo
sfruttamento materiale e rappresenta il dominio della maggioranza di lavoratori sulla
minoranza di sfruttatori.
La dittatura del proletariato ha di
fronte a s� cinque compiti da assolvere. Il primo compito consiste nel rovesciare
completamente gli sfruttatori borghesi, nel distruggere di sana pianta la loro macchina
statale, nello strappare dalle loro mani gli strumenti del potere economico, politico e
culturale, nello schiacciare la loro resistenza e ogni loro tentativo di restaurare il
capitalismo, e nell'instaurare uno Stato e un'economia socialisti. Il secondo compito
consiste nel conquistare interamente e stabilmente al socialismo tutte le masse
lavoratrici non proletarie e renderle parte attiva dell'edificazione della nuova societ�
attraverso l'educazione, l'organizzazione, la liberarazione dal loro stato di bisogno, di
schiavit�, di miseria e di ignoranza e la loro esperienza pratica. Il terzo compito
consiste nel neutralizzare e nel rendere inoffensivi i piccoli imprenditori, i
commercianti, i piccoli proprietari rurali, gli strati superiori degli intellettuali e
degli impiegati, ecc., che inevitabilmente oscillano tra il proletariato e la borghesia,
tra la democrazia borghese e la dittatura del proletariato, e che potranno essere
conquistati al socialismo solo dopo un lungo, abile e duttile lavoro politico. Il quarto
compito consiste nell'eliminare completamente tutti i residui del capitalismo e
consolidare e sviluppare a livelli sempre pi� alti e completi le forme economiche e
politiche socialiste, portando la rivoluzione fino in fondo su tutti i campi della
struttura e della sovrastruttura attraverso la rivoluzione culturale proletaria. Il quinto
compito consiste nel difendere e salvaguardare i successi e la continuit� del socialismo
dai pericoli di una restaurazione del capitalismo e dalla minaccia di sovversione e di
aggressione dell'imperialismo, poich� durante il lungo periodo storico del socialismo
esistono ancora le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe, e la lotta
tra la via socialista e la via capitalista. Questo compito pu� essere assolto dal Partito
solo facendo assegnamento sulla teoria della continuazione della rivoluzione sotto la
dittatura del proletariato e sulla pratica guidata da questa teoria.
La dittatura del proletariato �
l'unico mezzo per poter passare dal capitalismo al comunismo.
XII
Il Partito marxista-leninista
italiano � un reparto del fronte cui appartengono i Partiti e le Organizzazioni
autenticamente marxisti-leninisti dei vari Paesi e la rivoluzione socialista italiana non
� una cosa a s� e separata dalle altre rivoluzioni socialiste gi� avvenute, ma � parte
della rivoluzione mondiale.
La rivoluzione socialista italiana
avr� un ruolo molto importante nella storia poich� sar� la prima che scoppier�
nell'Occidente capitalistico, causando un terremoto rivoluzionario in tutta quest'area
geografica. Essa si avvale dell'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre, della Rivoluzione
cinese, albanese e degli altri paesi socialisti, e gode dell'appoggio di tutti i popoli
amanti della libert�, del progresso e della pace, ai quali fornisce a sua volta un grosso
aiuto dal momento che li libera dall'oppressione dell'imperialismo italiano.
Il Partito, mentre si unisce a tutti
i Partiti e Organizzazioni autenticamente marxisti-leninisti della Terra, mentre appoggia
risolutamente la lotta rivoluzionaria di tutti i popoli del mondo contro l'imperialismo,
il colonialismo, il razzismo e tutta la reazione, nello spirito del comunismo e
dell'internazionalismo proletario considera l'abbattimento dell'imperialismo italiano come
un preciso dovere del proletariato, come il contributo pi� alto che esso pu� dare allo
sviluppo della rivoluzione mondiale.
La vittoria della rivoluzione
socialista italiana sar� una vittoria non solo del proletariato italiano ma anche di
tutti i popoli del mondo, cos� come le loro vittorie sono anche le nostre vittorie.
Il Partito � nato per dare la
libert� al nostro popolo, ma esso mai la potr� avere in forma definitiva e consolidata
se l'intera umanit� non sar� emancipata dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
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