la
tattica del partito comunista russo
Lenin
1921
Compagni, a dire il vero non ho avuto la
possibilit� di prepararmi come si deve per il presente rapporto. La traduzione del mio
opuscolo sull'imposta in natura e le tesi sulla tattica del Partito comunista russo: ecco
quanto ho potuto preparare in modo sistematico. A questo materiale voglio soltanto
aggiungere alcuni chiarim�nti e alcune osservazioni.
Mi sembra che per motivare la tattica del
nostro partito sia necessario in primo luogo illustrare la situazione internazionale.
Abbiamo gi� discusso particolareggiatamente la situazione economica del capitalismo su
scala internazionale, e il congresso ha gi� approvato a questo proposito risoluzioni ben
precise. Nelle mie tesi tratto di questa questione molto brevemente ed esclusivamente dal
punto di vista politico. Non tratto della base economica, ma penso che nella situazione
internazionale della nostra repubblica occorra tener conto politicamente del fatto che
senza dubbio si � ora stabilito un certo equilibrio tra le forze che hanno condotto l'una
contro l'altra, armi alla mano, una lotta aperta per il predominio di questa o quella
classe dirigente: un equilibrio tra la societ� borghese, la borghesia internazionale nel
suo insieme, da un lato, e la Russia sovietica, dall'altro. Naturalmente, � un equilibrio
in senso limitato. Soltanto per quel che concerne la lotta armata affermo che si �
stabilito un certo equilibrio nella situazione internazionale. E, naturalmente, �
necessario sottolineare che si tratta solo di un equilibrio relativo, di un equilibrio
assai instabile. Negli Stati capitalistici si � accumulato molto materiale infiammabile,
esattamente come � avvenuto anche nei paesi che sono stati finora considerati soltanto
oggetto e non soggetto della storia, cio� nei paesi coloniali e semi-coloniali; � quindi
assai possibile che in questi paesi scoppino prima o poi, del tutto inaspettatamente,
insurrezioni, grandi scontri e rivoluzioni. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla lotta
aperta della borghesia internazionale contro la prima repubblica proletaria. Questa lotta
� stata al centro di tutta la situazione politica internazionale, e proprio qui �
avvenuto ora un mutamento. Poich� il tentativo della borghesia internazionale di
schiacciare la nostra repubblica � fallito, si � stabilito un equilibrio, beninteso
molto instabile.
Certo, noi comprendiamo perfettamente che
la borghesia internazionale � oggi molto pi� forte della nostra repubblica e che solo un
particolare concorso di circostanze le impedisce di continuare la guerra contro di noi.
Gi� nel corso delle ultime settimane abbiamo potuto di nuovo osservare in estremo oriente
il tentativo di rinnovate l'invasione, e non c'� dubbio che simili tentativi si
ripeteranno anche in futuro. Nel nostro partito non si nutre a questo riguardo dubbio
alcuno. Per noi � importante stabilire che esiste un equilibrio instabile e che dobbiamo
approfittare di questa tregua, tenendo conto dei tratti caratteristici della situazione
presente e adattando alle sue particolarit� la nostra tattica, senza dimenticare, neanche
per un momento, che pu� di nuovo sorgere all'improvviso la necessit� di una lotta
armata. L'organizzazione e il rafforzamento dell'Esercito rosso rimangono, come prima, un
nostro compito. Anche per quanto riguarda la questione alimentare, dobbiamo, come prima e
in primo luogo, pensare al nostro Esercito rosso. In una situazione internazionale in cui
dobbiamo aspettarci ancora nuove aggressioni e nuovi tentativi di invasione da parte della
borghesia internazionale, non possiamo imboccare un'altra strada. In rapporto alla nostra
politica pratica, il fatto che nella situazione internazionale si sia stabilito un certo
qual equilibrio ha una certa importanza, ma solo nel senso che dobbiamo ammettere che il
movimento rivoluzionario � andato avanti, � vero, ma che lo sviluppo della rivoluzione
internazionale non � stato quest'anno cos� lineare come ci attendevamo.
Quando abbiamo iniziato la rivoluzione
internazionale, lo abbiamo fatto non perch� fossimo convinti di poterne anticipare lo
sviluppo, ma perch� tutta una serie di circostanze ci spingeva a iniziarla. Pensavamo: o
la rivoluzione internazionale ci verr� in aiuto, e allora la nostra vittoria sar�
pienamente garantita, o faremo il nostro modesto lavoro rivoluzionario, consapevoli che,
in caso di sconfitta, avremo tuttavia giovato alla causa della rivoluzione e la nostra
esperienza andr� a vantaggio di altre rivoluzioni. Era chiaro per noi che senza
l'appoggio della rivoluzione mondiale la vittoria della rivoluzione proletaria era
impossibile. Gi� prima della rivoluzione e anche dopo di essa, pensavamo: o la
rivoluzione scoppier� subito, o almeno molto presto, negli altri paesi capitalisticamente
pi� sviluppati, oppure, nel caso contrario, dovremo perire. Nonostante questa
consapevolezza, facemmo di tutto per salvaguardare, in tutte le circostanze e ad ogni
costo, il sistema sovietico, poich� sapevamo di lavorare non soltanto per noi, ma anche
per la rivoluzione internazionale. Lo sapevamo e abbiamo espresso pi� volte questa
convinzione e prima della rivoluzione d'Ottobre e subito dopo, e nel periodo della
conclusione della pace di Brest-Litovsk. E generalmente parlando, ci� era giusto.
Ma in realt� il movimento non � stato
cos� lineare come ci attendevamo. Negli altri grandi paesi, capitalisticamente pi�
sviluppati, la rivoluzione finora non � ancora scoppiata. � vero, per�, e possiamo
costatarlo con soddisfazione, che la rivoluzione si sviluppa in tutto il mondo, e solo
grazie a questa circostanza la borghesia internazionale, bench� economicamente e
militarmente cento volte pi� forte di noi, non � in grado di soffocarci.
Nel paragrafo 2 delle tesi esamino in qual
modo si � creata questa situazione e quali conclusioni dobbiamo trarne. Aggiungo che la
conclusione definitiva che ne traggo � la seguente: lo sviluppo della rivoluzione
internazionale che noi prevedevamo va avanti, ma questo movimento progressivo non � cos�
lineare come ci attendevamo. Sin dal primo sguardo � chiaro che negli altri paesi
capitalistici, dopo la conclusione della pace, per cattiva che fosse, non si riusc� a far
scoppiare la rivoluzione, bench� i sintomi rivoluzionari fossero, come sappiamo, assai
evidenti e numerosi, persino pi� evidenti e numerosi di quanto avessimo creduto. Ora
cominciano a uscire opuscoli dove si dice che questi sintomi rivoluzionari negli ultimi
anni e negli ultimi mesi erano in Europa molto pi� evidenti di quanto non sospettassimo.
Che cosa dobbiamo fare adesso? Adesso � necessario preparare a fondo la rivoluzione e
fare uno studio approfondito del suo sviluppo concreto nei paesi capitalistici avanzati.
Questo � il primo insegnamento che dobbiamo trarre dalla situazione internazionale. Per
la nostra repubblica russa dobbiamo approfittare di questa breve tregua per adattare la
nostra tattica a questa linea a zigzag della storia. Questo equilibrio � politicamente
molto importante, perch� vediamo chiaramente che in molti paesi dell'Europa occidentale,
dove larghe masse della classe operaia, e molto probabilmente anche la stragrande
maggioranza della popolazione, sono organizzate, il principale sostegno della borghesia �
costituito appunto da organizzazioni della classe operaia a noi ostili ed aderenti alla
Seconda Internazionale dei lavoratori e all'Internazionale "due e mezzo".
Tratto questo argomento nel paragrafo 2 della tesi, e penso di dover toccare qui soltanto
due punti che sono gi� stati discussi nei nostri dibattiti sulla tattica. In primo luogo:
la conquista della maggioranza del proletariato. Quanto pi� organizzato � il
proletariato d� un paese capitalisticamente sviluppato, tanto maggiore seriet� la storia
esige da noi nella preparazione della rivoluzione, tanto pi� a fondo dobbiamo conquistare
la maggioranza della classe operaia. In secondo luogo: il sostegno principale del
capitalismo nei paesi capitalistici industrialmente sviluppati � appunto la parte della
classe operaia organizzata nella II Internazionale e nell'Internazionale due e mezzo. Se
non si appoggiasse a questa parte degli operai, a questi elementi controrivoluzionari
all'interno della classe operaia, la borghesia internazionale non sarebbe assolutamente in
grado di mantenere la sua posizione.
Vorrei qui sottolineare anche l'importanza
del movimento nelle colonie. A questo riguardo scorgiamo in tutti i vecchi partiti, in
tutti i partiti operai borghesi e piccolo-borghesi aderenti alla II Internazionale e
all'Internazionale due e mezzo, residui di vecchie concezioni sentimentali: essi dicono di
essere pieni di simpatia per i popoli coloniali e semicoloniali oppressi. Il movimento nei
paesi coloniali viene ancora considerato come un movimento nazionale senza importanza e
assolutamente pacifico. Ma cos� non �. Dal principio del XX secolo sono avvenuti grandi
mutamenti, e precisamente: milioni e centinaia di milioni di uomini di fatto la
stragrande maggioranza della popolazione del globo si fanno avanti come fattori
rivoluzionati autonomi e attivi. � assolutamente chiaro che nelle future battaglie
decisive della rivoluzione mondiale il movimento di questa maggioranza della popolazione
del globo, che in un primo tempo tende alla liberazione nazionale, si svolger� poi contro
il capitalismo e l'imperialismo e avr� forse una funzione rivoluzionaria molto pi�
grande di quanto ci attendiamo. � importante sottolineare che noi, per la prima volta
nella nostra Internazionale, abbiamo affrontato il problema della preparazione di questa
lotta. Certo, in. questo immenso settore le difficolt� sono molto maggiori che negli
altri, ma comunque il movimento va avanti, e le masse dei lavoratori, dei contadini dei
paesi coloniali, per quanto oggi ancora arretrate, avranno una grandissima funzione
rivoluzionaria nelle fasi successive della rivoluzione mondiale per il comunismo.
Quanto alla situazione politica interna
della nostra repubblica, devo cominciare con un esame attento dei rapporti di classe. Nei
mesi scorsi � avvenuto qui un mutamento, in quanto vediamo formarsi nuove organizzazioni
della classe sfruttatrice con lo scopo di lottare contro di noi. Il compito del socialismo
� di distruggere le classi. Nelle prime file della classe degli sfruttatori stanno i
grandi proprietari fondiari e gli industriali capitalisti; liquidarli � un lavoro
abbastanza facile che pu� essere condotto a termine in pochi mesi e talvolta anche in
poche settimane o giorni. Noi in Russia abbiamo espropriato i nostri sfruttatori, sia i
grandi proprietari fondiari che i capitalisti. Durante la guerra essi non avevano una
propria organizzazione e agivano solo come tirapiedi delle forze militari della borghesia
internazionale. Dopo che noi abbiamo respinto l'offensiva della controrivoluzione
internazionale, si � formata oggi all'estero un'organizzazione della borghesia russa e di
tutti i partiti controrivoluzionari russi. Gli emigrati russi, disseminati in tutti i
paesi stranieri, sono su per gi� un milione e mezzo o due milioni. Quasi in ogni paese
essi pubblicano quotidiani, e tutti i partiti, quelli dei grandi proprietari fondiari e
quelli della piccola borghesia, non esclusi i socialisti rivoluzionari e i
menscevichi, hanno numerosi legami con elementi della borghesia straniera, ricevono cio�
abbastanza denaro per avere una loro stampa. Possiamo osservare come all'estero tutti i
nostri vecchi partiti politici, senza eccezione, lavorino assieme, e vediamo come la
�libera� stampa russa all'estero, cominciando da quella dei socialisti-rivoluzionari e
dei menscevichi per finire con quella dei monarchici pi� reazionari, difenda la grande
propriet� fondiaria. Ci� facilita, fino a un certo punto, il nostro compito, perch�
possiamo pi� facilmente passare in rassegna le forze del nemico, la sua organizzazione,
le correnti politiche nel suo seno. D'altra parte ci� rende naturalmente pi� difficile
il nostro lavoro, perch� questi emigrati controrivoluzionari russi usano tutti i mezzi
per lottare contro di noi. Questa lotta dimostra una volta di pi� che, in generale,
l'istinto di classe e la coscienza di classe delle classi dominanti sono ancora pi� forti
della coscienza delle classi oppresse, nonostante che la rivoluzione russa abbia fatto a
questo riguardo pi� di tutte le rivoluzioni precedenti. Non c'� in Russia un solo
villaggio dove il popolo, gli oppressi, non siano stati scossi; ci� nonostante, se
valutiamo a mente fredda l'organizzazione e la chiarezza politica delle idee dei
controrivoluzionari russi emigrati all'estero, ci convinceremo che la coscienza di classe
della borghesia � ancora pi� forte della coscienza di classe degli sfruttati e degli
oppressi. Quella gente fa tutti i tentativi possibili, sfrutta abilmente ogni occasione
per attaccare, in questa o quella forma, la Russia sovietica e per tentare di disgregarla.
Sarebbe molto istruttivo, e penso che i compagni stranieri lo faranno, seguire
sistematicamente le principali tendenze, i principali metodi tattici, le principali
correnti di questi controrivoluzionari russi. Essi lavorano soprattutto all'estero e non
sar� difficile per i compagni stranieri seguire questo movimento. Sotto certi aspetti,
noi dobbiamo imparare da questo nemico. Questi emigrati controrivoluzionari russi sono
molto bene informati e magnificamente organizzati, sono dei buoni strateghi, e credo che
un raffronto sistematico, uno studio sistematico del modo come essi si organizzano e
sfruttano questa o quella occasione possano essere di grande efficacia per la classe
operaia dal punto di vista della propaganda. Questa non � teoria in generale, ma politica
pratica: qui si vede che cosa ha imparato il nemico. La borghesia russa ha subito negli
ultimi anni una terribile sconfitta. Dice un vecchio proverbio che un esercito sconfitto
impara molte cose. L'esercito sconfitto della reazione ha imparato molto e molto bene.
Esso sta studiando avidamente e ha effettivamente conseguito grandi successi. Quando noi,
con un solo assalto, prendemmo il potere, la borghesia russa era disorganizzata e non
sviluppata politicamente. Ora credo che sia all'altezza dello sviluppo moderno dell'Europa
occidentale. Noi dobbiamo tenerne conto, dobbiamo migliorare le nostre organizzazioni e i
nostri metodi, e con tutte le nostre forze cercheremo di farlo. Fu per noi relativamente
facile, e penso che lo sar� altrettanto per le altre rivoluzioni, aver ragione di queste
due classi sfruttatrici.
Ma oltre a questa classe di sfruttatori
esiste in quasi tutti i paesi capitalistici ad eccezione forse dell'Inghilterra
la classe dei piccoli produttori e quella dei piccoli agricoltori. Il problema
principale che la rivoluzione deve ora affrontare � la lotta contro queste due ultime
classi. Per abolirle occorre usare metodi diversi da quelli impiegati nella lotta contro i
grandi proprietari fondiari e i capitalisti. Queste due ultime classi abbiamo potuto
semplicemente espropriarle e cacciarle, e l'abbiamo fatto. Non possiamo per� agire nello
stesso modo con le ultime classi capitalistiche, i piccoli produttori e i piccoli
borghesi, che esistono in tutti i paesi. Nella maggior parte dei paesi capitalistici esse
costituiscono una minoranza molto forte, che va dal 30 al 45 per cento della popolazione.
Se vi aggiungiamo l'elemento piccolo-borghese della classe operaia, avremo anche pi� del
50 per cento. Costoro non si possono espropriare o cacciare via; si devono impiegare altri
metodi di lotta. L'importanza del periodo che si inizia ora in Russia, dal punto di vista
internazionale se consideriamo la rivoluzione internazionale come un processo unico
sta in sostanza nel fatto che dobbiamo risolvere praticamente il problema dei
rapporti del proletariato con l'ultima classe capitalistica della Russia. Teoricamente
tutti i marxisti l'hanno risolto bene e facilmente, ma la teoria e la pratica sono due
cose diverse, e risolvere questo problema teoricamente non � affatto la stessa cosa che
risolverlo praticamente. Noi sappiamo con certezza di aver commesso gravi errori. Dal
punto di vista internazionale, costituisce un grande progresso la nostra volont� di
determinare l'atteggiamento del proletariato che ha nelle sue mani il potere statale verso
l'ultima classe capitalistica, verso la base pi� profonda del capitalismo, il piccolo
proprietario, il piccolo produttore. Questo � praticamente il problema che dobbiamo
affrontare in questo momento. E penso che potremo risolverlo. Comunque, l'esperienza che
noi stiamo facendo sar� utile alle prossime rivoluzioni proletarie, che sapranno
prepararsi tecnicamente meglio per risolverlo.
Ho cercato di analizzare nelle mie tesi il
problema dei rapporti tra il proletariato e i contadini. Per la prima volta nella storia
esiste uno Stato nel quale ci sono soltanto due classi, il proletariato e i contadini.
Questi ultimi costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione. Essi sono
certamente molto arretrati. Come si esprimono praticamente, nello sviluppo della
rivoluzione, i rapporti tra il proletariato che ha nelle sue mani il potere e i contadini?
La prima forma � l'alleanza, una stretta alleanza. � cosa molto difficile, ma comunque
economicamente e politicamente possibile.
Come abbiamo affrontato in pratica questo
problema? Abbiamo concluso un'alleanza con i contadini, alleanza che intendiamo in questo
modo: il proletariato libera i contadini dallo sfruttamento della borghesia, dalla sua
direzione e influenza, e li conquista alla sua causa per vincere insieme gli sfruttatori.
I menscevichi ragionano cos�: i contadini
costituiscono la maggioranza, noi siamo dei democratici puri, quindi � la maggioranza che
deve decidere. Ma poich� i contadini non possono essere indipendenti, ci� praticamente
non significa altro che la restaurazione del capitalismo. La parola d'ordine � la stessa:
alleanza con i contadini. Quando noi parliamo d'alleanza, intendiamo il rafforzamento e il
consolidamento del proletariato. Ci siamo sforzati di attuare quest'alleanza tra il
proletariato e i contadini, e la prima tappa � stata l'alleanza militare. I tre anni di
guerra civile crearono enormi difficolt�, ma, sotto certi aspetti, facilitarono il nostro
compito. Ci� pu� sembrare strano, ma � cos�. La guerra non era per i contadini
qualcosa di nuovo; la guerra contro gli sfruttatori, contro i grandi proprietari fondiari
essi la comprendevano perfettamente. Immense masse contadine furono con noi. Nonostante le
enormi distanze, nonostante che la maggior parte dei nostri contadini non sappia n�
leggere n� scrivere, la nostra propaganda fu da essi facilmente assimilata. E ci� prova
che le grandi masse, cos� come accade anche nei paesi pi� avanzati, imparano molto pi�
facilmente dalla propria esperienza pratica che non dai libri. Da noi per i contadini
l'esperienza pratica fu pi� facile anche perch� la Russia � straordinariamente vasta e
le sue diverse parti hanno potuto attraversare contemporaneamente fasi di sviluppo
diverse.
In Siberia e in Ucraina la
controrivoluzione pot� vincere temporaneamente perch� la borghesia in quelle regioni
aveva i contadini dalla sua parte, perch� i contadini erano contro di noi. Non di rado i
contadini dichiaravano: �Noi siamo bolscevichi, ma non comunisti. Noi siamo per i
bolscevichi perch� essi hanno cacciato i grandi proprietari fondiari, ma non siamo per i
comunisti perch� sono contrari all'azienda individuale�. E per qualche tempo la
controrivoluzione pot� vincere in Siberia e in Ucraina, perch� la borghesia ebbe la
meglio nella lotta per assicurarsi l'influenza tra i contadini; ma fu sufficiente un
periodo di assai breve durata per aprire gli occhi ai contadini. In poco tempo essi
accumularono una tale esperienza pratica da poter dire: �Si, i bolscevichi sono gente
abbastanza antipatica; non ci piacciono, ma sono tuttavia sempre meglio delle guardie
bianche e dell'Assemblea costituente�. La parola Costituente � quindi diventata da noi
una parolaccia, non solo per i comunisti evoluti, ma anche per i contadini. Essi sanno per
esperienza che Assemblea costituente e guardie bianche significano la stessa cosa, che
dopo la prima immancabilmente vengono le seconde. Anche i menscevichi ricorrono
all'alleanza militare con i contadini, ma non pensano che da sola essa non basta.
L'alleanza militare non pu� esistere senza l'alleanza economica. Noi non viviamo di sola
aria; la nostra alleanza con i contadini non avrebbe in nessun modo potuto mantenersi a
lungo senza il movente economico che � stato la base della nostra vittoria nella guerra
contro la nostra borghesia: la nostra borghesia si era infatti unita a tutta la borghesia
internazionale.
La base della nostra alleanza economica
con i contadini fu naturalmente molto semplice, persino rudimentale. Il contadino ebbe da
noi tutta la terra e tutto l'appoggio contro la grande propriet� fondiaria; in cambio noi
dovevamo ricevere viveri. Quest'alleanza era qualcosa di completamente nuovo e non si
basava sui consueti rapporti tra produttore di merci e consumatore. E i contadini lo
compresero molto meglio degli eroi della II Internazionale e dell'Internazionale due e
mezzo. Essi si dissero: �Questi bolscevichi sono capi severi, ma sono tuttavia gente
nostra�. Comunque noi ponemmo cos� le basi di una nuova alleanza economica. I contadini
fornivano i loro prodotti all'Esercito rosso che in cambio li aiutava a difendere i loro
beni. � quel che sempre dimenticano gli eroi della II Internazionale, che, come Otto
Bauer , non comprendono affatto la situazione attuale. Noi riconosciamo che la forma
iniziale dell'alleanza fu molto primitiva e che commettemmo moltissimi errori. Ma dovevamo
agire con la massima rapidit�, dovevamo organizzare ad ogni costo l'approvvigionamento
dell'Esercito rosso. Durante la guerra civile fummo tagliati fuori da tutte le regioni
granarie della Russia. La nostra situazione era terribile, e sembra quasi un miracolo che
il popolo russo e la classe operaia russa abbiano potuto sopportare tante sofferenze,
tanta miseria e tante privazioni, pur non avendo null'altro che un'incrollabile volont�
di vincere.
Alla fine della guerra civile, il nostro
compito divenne comunque un altro. Se il paese non fosse stato rovinato al punto in cui lo
era dopo sette anni di guerra ininterrotta, sarebbe forse stato possibile passare pi�
facilmente a una nuova forma di alleanza tra il proletario e i contadini. Ma le condizioni
del paese, gi� gravi, lo divennero ancor pi� per il cattivo raccolto, la mancanza di
foraggio, ecc. Le privazioni dei contadini divennero quindi intollerabili. Dovevamo
mostrare immediatamente alle grandi masse contadine di essere pronti, senza allontanarci
affatto dal cammino rivoluzionario, a mutare la nostra politica in modo che i contadini
potessero dire: i bolscevichi vogliono migliorare subito e ad ogni costo la nostra
intollerabile situazione.
� avvenuto cos� il mutamento della
nostra politica economica: alla requisizione � subentrata l'imposta in natura. Ci� non
� stato escogitato tutto d'un tratto. Nella stampa bolscevica avete trovato, per mesi,
una serie di proposte; non si � per� potuto formulare un piano che promettesse una
riuscita sicura. Ma ci� non ha importanza. Importante � il fatto che abbiamo cambiato la
nostra politica economica obbedendo esclusivamente alle circostanze pratiche e alle
necessit� che sgorgavano dalla situazione. Il cattivo raccolto, la mancanza di foraggio,
la scarsit� di combustibile, tutto ci� ha naturalmente una influenza decisiva
sull'economia in generale, l'economia contadina compresa. Se i contadini incrociano le
braccia non avremo legna, e se non avremo legna le fabbriche saranno costrette a fermarsi.
La crisi economica aveva cos� assunto nella primavera del 1921, in seguito al raccolto
straordinariamente cattivo e alla mancanza di foraggio, proporzioni gigantesche. Tutto
ci� era la conseguenza di tre anni di guerra civile. Occorreva far vedere ai contadini
che possiamo e vogliamo mutare rapidamente la nostra politica per alleviare subito la loro
miseria. Noi diciamo continuamente ed � stato detto anche al II Congresso
che la rivoluzione richiede sacrifici. Ci sono compagni che nella loro propaganda
argomentano nel modo seguente: siamo pronti a fare la rivoluzione, ma non dev'essere
troppo dura. Se non erro, questa � stata l'opinione espressa dal compagno Smeral nel suo
discorso al congresso del Partito comunista cecoslovacco. L'ho letto nel resoconto del Vorw�rts
di Reichenberg. A quanto pare, nel giornale esiste un'ala appena appena a sinistra;
la fonte non pu� quindi essere ritenuta del tutto imparziale. Comunque devo dichiarare
che se Smeral ha detto questo, ha torto. Alcuni oratori che a quel congresso presero la
parola dopo Smeral dissero: �S�, andremo con Smeral, perch� cos� eviteremo la guerra
civile�. Se tutto questo � vero, devo dichiarare che una simile propaganda non �
comunista e non � rivoluzionaria. Naturalmente ogni rivoluzione comporta immensi
sacrifici per la classe che la fa. La rivoluzione si distingue dalla lotta normale per il
fatto che al movimento prende parte un numero di uomini dieci, cento volte maggiore, e
sotto questo aspetto la rivoluzione significa sacrifici non solo per le singole persone,
ma per un'intera classe. In Russia la dittatura del proletariato ha richiesto tali
sacrifici, tale miseria e tali privazioni alla classe dominante, il proletariato, quali la
storia non ha mai conosciuto, ed � molto probabile che lo stesso accadr� in tutti gli
altri paesi.
Qui sorge una domanda: come distribuiremo
queste privazioni? Noi siamo il potere statatele siamo quindi in grado, fino a un certo
punto, di distribuire le privazioni, di farle pesare su alcune classi e di alleviare cos�
relativamente le condizioni di determinati strati della popolazione. Secondo quale
principio dobbiamo agire? Secondo il principio della giustizia o della maggioranza? No,
dobbiamo agire in modo pratico. Dobbiamo distribuire gli oneri in modo da salvaguardare il
potere del proletariato: questo � l'unico principio che ci guida. All'inizio della
rivoluzione la classe operaia ha dovuto sopportare una miseria incredibile. Oggi posso
dichiarare che la nostra politica annonaria riporta ogni anno maggiori successi, e che in
genere la situazione � indubbiamente migliorata. Ma i contadini russi senza dubbio hanno
guadagnato dalla rivoluzione pi� di quanto non abbia guadagnato la classe operaia. Su
questo non ci possono essere dubbi. Dal punto di vista teorico ci� dimostra, s'intende,
che la nostra rivoluzione � stata, in una certa misura, borghese. Quando Kautsky ci
butt� in faccia questo argomento, ridemmo. � naturale che se non si espropria la grande
propriet� terriera, se non si cacciano via i grandi proprietari terrieri e non si
distribuisce la terra, la rivoluzione � solo borghese e non socialista. Eppure noi siamo
stati l'unico partito capace di condurre fino in fondo la rivoluzione borghese e di
facilitare la lotta per la rivoluzione socialista. Il potere sovietico e il sistema
sovietico sono organi dello Stato socialista. Abbiamo gi� creato questi organi, ma non
abbiamo ancora risolto il problema dei rapporti economici tra i contadini e il
proletariato. Rimane ancora molto da fare, e il risultato di questa lotta dipender� dalla
nostra capacit� di risolvere questo problema. La distribuzione dell'onere delle
privazioni � in pratica uno dei problemi pi� difficili. In generale si � avuto un
miglioramento nella situazione dei contadini, mentre alla classe operaia sono toccate
grandi sofferenze, proprio perch� � la classe che attua la propria dittatura.
Ho gi� detto che nella primavera di
quest'anno la mancanza di foraggio e il cattivo raccolto sono stati la causa di una
terribile miseria fra i contadini, che costituiscono da noi la maggioranza della
popolazione. Se i nostri rapporti con le masse contadine non sono buoni, non possiamo
vivere. Ci siamo quindi preoccupati di venir loro immediatamente in aiuto. La situazione
della classe operaia � straordinariamente difficile. Essa soffre terribilmente. Eppure
gli elementi politicamente pi� evoluti comprendono che, nell'interesse della dittatura
della classe operaia, noi dobbiamo fare il massimo sforzo per aiutare a qualsiasi costo i
contadini. L'avanguardia della classe operaia lo ha compreso, ma vi sono ancora in essa,
in questa avanguardia, uomini che non riescono a capirlo, uomini troppo stanchi per
capirlo. Essi hanno visto in questo un errore, hanno cominciato ad usare la parola
opportunismo. I bolscevichi, dicevano, aiutano i contadini; il contadino che ci sfrutta ha
tutto quel che vuole, e l'operaio soffre la fame. Ma � forse questo opportunismo? Noi
aiutiamo i contadini perch� senza l'alleanza con essi non � possibile il potere politico
del proletariato, � impensabile mantenere questo potere. Proprio questo motivo di
opportunit�, e non quello della giusta distribuzione, � stato decisivo per noi. Aiutiamo
i contadini perch� � assolutamente necessario farlo per conservare nelle nostre mani il
potere politico. Il principio supremo della dittatura � di appoggiare l'alleanza del
proletariato con i contadini, affinch� il proletariato possa conservare la funzione
dirigente e il potere statale.
L'unico mezzo che abbiamo trovato � il
passaggio all'imposta in natura, che � stato l'inevitabile conseguenza della lotta.
Applicheremo questa tassa per la prima volta l'anno prossimo. � un principio che non �
ancora stato provato nella pratica. Dall'alleanza militare dobbiamo passare a quella
economica, e teoricamente l'unica base di quest'ultima pu� essere l'introduzione
dell'imposta in natura. Questa � l'unica possibilit� teorica per gettare le fondamenta
economiche di una societ� socialista realmente solida. La fabbrica socializzata d� al
contadino i suoi prodotti e il contadino in cambio d� il suo grano. Questa � l'unica
forma possibile di esistenza della societ� socialista, l'unica forma di edificazione
socialista in un paese in cui il piccolo contadino costituisce la maggioranza o, per lo
meno, una minoranza molto notevole della popolazione. Il contadino dar� una parte dei
suoi prodotti sotto forma d'imposta e un'altra parte in cambio dei prodotti della fabbrica
socialista o mediante lo scambio delle merci.
Ci troviamo qui di fronte al problema pi�
difficile. L'imposta in natura significa, s'intende, libert� di commercio. Il contadino,
dopo aver pagato l'imposta in natura, ha il diritto di scambiare liberamente quel che gli
rimane del suo grano. Questa libert� di scambio significa libert� per il capitalismo.
Noi lo diciamo francamente e lo sottolineiamo. Non lo nascondiamo affatto. Le nostre cose
andrebbero male se pensassimo di nasconderlo. Libert� di commercio significa libert� per
il capitalismo, ma significa al tempo stesso una nuova forma di capitalismo. Vale a dire
che noi con il comunismo al suo primo stadio o se preferite con il socialismo, in una
certa misura, ricreiamo il capitalismo. E lo facciamo del tutto apertamente. Si tratta del
capitalismo di Stato. Ma capitalismo di Stato in una societ� in cui il potere appartiene
al capitale, e capitalismo di Stato in uno Stato proletario diretto da un governo
comunista e socialista rivoluzionario sono due concetti diversi. In uno Stato
capitalistico, capitalismo di Stato significa capitalismo riconosciuto e controllato dallo
Stato a vantaggio della borghesia e contro il proletariato. Nello Stato proletario con il
sistema del comunismo primario, vien fatta la stessa cosa a vantaggio della classe operaia
e allo scopo di resistere alla borghesia ancora forte e di lottare contro di essa. �
ovvio che dovremo cedere molte cose alla borghesia e al capitale straniero. Pur non
snazionalizzando nulla, cederemo ai capitalisti stranieri miniere, boschi, pozzi
petroliferi, per ottenere in cambio prodotti industriali, macchine, ecc, per ricostruire
in tal modo la nostra industria.
Sulla questione del capitalismo di Stato
non tutti noi naturalmente siamo stati subito d'accordo. Ma a questo proposito abbiamo
potuto costatare con grande soddisfazione che i nostri contadini si evolvono e che hanno
compreso perfettamente l'importanza storica della lotta che conduciamo oggi. Contadini
assolutamente primitivi son venuti a noi dalle localit� pi� remote e ci hanno detto:
�Come? I capitalisti nostrani, che parlano russo, li abbiamo cacciati via e ora arrivano
i capitalisti stranieri?�. Non dimostra forse questo che i nostri contadini si stanno
sviluppando? A un operaio versato in economia non c'� bisogno di spiegare perch� ci� �
necessario. Siamo stati talmente rovinati da sette anni di guerra che la ricostruzione
della nostra industria richieder� molti anni. Dobbiamo pagare per la nostra arretratezza,
per la nostra debolezza, per quello che impariamo, per quello che dobbiamo imparare. Chi
vuole imparare, deve pagare. Questo lo dobbiamo spiegare a tutti, e se lo dimostreremo
praticamente le immense masse contadine e operaie saranno d'accordo con noi, poich� in
tal modo migliora subito la loro situazione e ci sar� assicurata la possibilit� di
ricostruire la nostra industria. Che cosa ci costringe a far questo? Nel mondo non ci
siamo noi soli. Viviamo in un sistema di Stati capitalistici... Da un lato ci sono i paesi
coloniali, che non ci possono ancora aiutare, dall'altro i paesi capitalistici che sono
nostri nemici. Ne risulta un certo equilibrio, a dire il vero molto precario. Tuttavia
dobbiamo tener conto di questo fatto, non dobbiamo chiudere gli occhi dinanzi a questo
fatto se vogliamo esistere. O la vittoria immediata su tutta la borghesia o il pagamento
di un tributo.
Non nascondiamo, ammettiamo anzi con tutta
franchezza, che le concessioni nel sistema del capitalismo di Stato significano pagare un
tributo al capitalismo. Ma noi guadagniamo tempo, e guadagnare tempo significa guadagnare
tutto, specie in un'epoca di equilibrio, in cui i nostri compagni stranieri si preparano
seriamente alla rivoluzione; e quanto pi� seriamente sar� preparata, tanto pi� sicura
sar� la vittoria. Ebbene, fino a quel momento saremo costretti a pagare un tributo.
Poche parole sulla nostra politica
annonaria. Indubbiamente � stata una politica primitiva e cattiva, ma possiamo segnalare
anche dei successi. A questo proposito devo ancora una volta sottolineare che l'unica
possibile base economica del socialismo � la grande industria meccanica. Chi lo dimentica
non � comunista. Dobbiamo studiare il problema concretamente. Non possiamo impostare i
problemi come i teorici del vecchio socialismo. Dobbiamo impostarli praticamente. Che cosa
significa grande industria moderna? Significa elettrificazione di tutta la Russia. La
Svezia, la Germania e l'America sono prossime ad attuarla, bench� siano nazioni ancora
borghesi. Un compagno svedese mi diceva che nel suo paese una parte notevole
dell'industria e anche il 30 per cento dell'agricoltura sono elettrificate. Vediamo la
stessa cosa in Germania e, su scala ancora maggiore, in America, paesi capitalisticamente
ancor pi� evoluti. Grande industria meccanica non significa altro che elettrificazione di
tutto il paese. Abbiamo gi� nominato una commissione speciale di cui fanno parte i nostri
migliori economisti e tecnici. � vero, quasi tutti sono ostili al potere sovietico. Tutti
questi specialisti verranno al comunismo, ma non come ci siamo arrivati noi, attraverso
vent'anni di lavoro clandestino durante i quali abbiamo studiato, ripetuto e assimilato
ininterrottamente l'abbicc� del comunismo.
Quasi tutti gli organi del potere
sovietico erano favorevoli a che ci rivolgessimo agli specialisti. Gli ingegneri
specializzati verranno a noi quando avremo dimostrato loro praticamente che in tal modo si
accrescono le forze produttive del paese. Non basta dimostrarlo loro teoricamente,
dobbiamo dimostrarlo praticamente. E attireremo questi uomini dalla nostra parte se
porremo la questione non sul terreno della propaganda teorica del comunismo, ma in altro
modo. Noi diciamo: la grande industria � l'unico mezzo per salvare i contadini dalla
miseria e dalla fame. Su questo tutti sono d'accordo. Ma come farlo? La ricostruzione
dell'industria sulle vecchie basi richiederebbe troppo tempo e troppo lavoro. Dobbiamo
dare all'industria una forma pi� moderna e precisamente: passare all'elettrificazione,
che richiede un tempo considerevolmente minore. I piani di elettrificazione sono gi�
stati elaborati. Pi� di 200 specialisti quasi tutti, senza eccezione, avversari
del potere sovietico hanno lavorato con interesse a questi piani, pur non essendo
comunisti. Ma hanno dovuto riconoscere che, dal punto di vista della scienza e della
tecnica, questa � l'unica via giusta. Certo fra il piano e la sua attuazione la via �
lunga. Gli specialisti prudenti affermano che la prima parte dei lavori richieder� non
meno di dieci anni. Il professor Ballod ha calcolato che per l'elettrificazione della
Germania sono sufficienti tre o quattro anni, ma la Russia non pu� essere elettrificata
neanche in dieci anni. Nelle mie tesi riporto dati e cifre, affinch� vediate quanto poco
abbiamo potuto fare sinora in questo settore. Le cifre da me citate sono talmente modeste
che risulta subito evidente come il loro valore sia pi� propagandistico che scientifico.
Tuttavia dobbiamo cominciare con la propaganda. Il contadino russo che ha partecipato alla
guerra mondiale e ha vissuto alcuni anni in Germania ha visto come si deve gestire
un'azienda contadina in maniera moderna per combattere la carestia. Dobbiamo svolgere una
larga propaganda in questo senso. Questi piani in s� e per s� hanno scarsa importanza
pratica, ma il loro valore educativo � assai grande. Il contadino vede che si deve creare
qualcosa di nuovo. Il contadino comprende che per far questo occorre lavorare, ma non
ciascuno per s�, bens� tutto lo Stato nel suo insieme. Durante la sua prigionia in
Germania il contadino ha visto e compreso qual � la base reale della vita, di una vita
civile. Dodicimila chilowatt sono un inizio molto modesto. Forse uno straniero che sa che
cosa � l'elettrificazione americana, tedesca o svedese, ne rider�. Ma ride bene chi ride
l'ultimo. Per modesto che sia questo inizio, i contadini cominciano a comprendere che i
nuovi lavori si devono condurre su vastissima scala, che gi� si � cominciato a farlo.
Dovremo superare immense difficolt�. Cercheremo di entrare in rapporto con i paesi
capitalistici. Non dovremo rammaricarci di dover concedere ai capitalisti alcune centinaia
di milioni di chilogrammi di petrolio, a condizione che essi ci aiutino ad elettrificare
il nostro paese.
E, infine, poche parole sulla �democrazia
pura�. Citer� quanto scriveva Engels l'11 dicembre 1884 in una lettera a Babel:
La democrazia pura... al momento della
rivoluzione acquista un'importanza temporanea, come partito borghese pi� radicale (cos�
gi� si � presentata a Francoforte) e come ultima ancora di salvezza di tutta l'economia
borghese e persino di quella feudale... E cos� nel 1848, dal marzo al settembre, tutta la
massa feudale-burocratica sostenne i liberali per tenere a freno le masse
rivoluzionarie... Comunque, nel giorno della crisi e all'indomani della crisi, il nostro
unico avversario sar� tutta la massa reazionaria che si raccoglier� intorno alla
democrazia pura, e questo, io penso, non bisogna perderlo di vista in nessun caso.
Noi non possiamo impostare i nostri
problemi come i teorici. Tutta la reazione in blocco, non solo quella borghese ma anche
quella feudale, si raccoglie intorno alla �democrazia pura�. I compagni tedeschi sanno
meglio degli altri che cosa significhi �democrazia pura�, dato che Kautsky e gli altri
capi della II Internazionale e dell'Internazionale due e mezzo difendono questa
�democrazia pura� contro i cattivi bolscevichi. Se giudichiamo i
socialisti-rivoluzionari e i menscevichi russi non da ci� che dicono, ma da ci� che
fanno, troveremo che essi sono, n� pi� n� meno, i rappresentanti della �democrazia
pura� piccolo-borghese. Nella nostra rivoluzione essi hanno mostrato con classica
purezza, anche durante l'ultima crisi, durante la rivolta di Kronstadt, che cosa
significhi democrazia pura. Il fermento tra i contadini era molto forte; anche tra gli
stessi operai regnava il malcontento. Erano stanchi e spossati. Dopo tutto, c'� un limite
alla sopportazione umana. Hanno sofferto la fame per tre anni, ma non si pu� soffrire la
fame per quattro o cinque anni. Naturalmente, la fame esercita una straordinaria influenza
sull'attivit� politica. Come agirono i socialisti-rivoluzionari e i menscevichi?
Esitarono tutto il tempo, rafforzando la borghesia. L'organizzazione all'estero di tutti i
partiti russi ha rivelato come stanno oggi le cose. I capi pi� intelligenti della grande
borghesia russa si son detti: �Non possiamo vincere subito in Russia: perci� la nostra
parola d'ordine deve diventare: Soviet senza bolscevichi�. Il capo dei cadetti, Miliukov,
ha difeso il potere sovietico contro gli attacchi dei socialisti-rivoluzionari. Pu�
sembrare molto strano, ma questa � la dialettica pratica, che noi, nella nostra
rivoluzione, studiamo in maniera originale sull'esperienza pratica della nostra lotta e
della lotta dei nostri avversari. I cadetti difendono i �Soviet senza bolscevichi�
perch� comprendono bene la situazione e sperano di far abboccare all'amo una parte della
popolazione. Cosi parlano i cadetti intelligenti. Non tutti i cadetti, naturalmente, sono
intelligenti, ma una parte di essi lo � e ha tratto qualche
esperienza dalla Rivoluzione francese. Oggi la loro parola d'ordine �: lotta contro i
bolscevichi a qualsiasi prezzo e a qualsiasi costo. Tutta la borghesia aiuta ora i
menscevichi e i socialisti-rivoluzionari. I socialisti rivoluzionari e i menscevichi sono
ora all'avanguardia di tutta la reazione. Questa primavera abbiamo avuto occasione di fare
la conoscenza con i frutti di questa intesa controrivoluzionaria.
Questa � la ragione per cui dobbiamo
continuare a lottare implacabilmente contro questi elementi. La dittatura � uno stato di
guerra esasperata. Ci troviamo appunto in questo stato. In questo momento non c'�
un'aggressione militare. Tuttavia siamo isolati. Non per� completamente isolati, in
quanto tutta la borghesia internazionale oggi non � in grado di condurre apertamente la
guerra contro di noi, poich� tutta la classe operaia bench� la sua maggioranza
non sia ancora comunista ha sufficiente coscienza di classe da non permettere un
intervento. La borghesia deve tener conto di questo stato d'animo delle masse, anche se
queste non sono ancora mature per il comunismo. La borghesia non pu� quindi in questo
momento passare all'offensiva contro di noi, bench� ci� non sia escluso. Finch� non ci
sar� l'esito generale definitivo, continuer� questo stato di guerra terribile. E noi
diciamo: �Siamo in guerra e agiamo in conseguenza: non promettiamo nessuna libert� e
nessuna democrazia�. Noi dichiariamo ai contadini con tutta franchezza che devono
scegliere: o il potere dei bolscevichi e faremo allora tutte le concessioni
possibili, fino al limite compatibile con la conservazione del potere, e in un secondo
tempo li guideremo verso il socialismo o il potere borghese. Tutto il resto �
inganno, � pura demagogia. A questo inganno, a questa demagogia dobbiamo dichiarare la
guerra pi� accanita. Il nostro punto di vista � questo: per il momento grandi
concessioni e massima cautela, proprio perch� esiste un certo equilibrio, proprio perch�
siamo pi� deboli dei nostri nemici uniti insieme, perch� la nostra base economica �
troppo debole e abbiamo bisogno di fondamenta economiche pi� solide.
Ecco quanto volevo dire ai compagni sulla
nostra tattica, sulla tattica del Partito comunista russo.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
il programma comunista
dal "manifesto comunista" di
Marx
1.- Espropriazione della propriet�
fondiaria ed impiego della rendita fondiaria per le spese dello Stato.
2.- Imposta fortemente progressiva.
3.- Abolizione del diritto di successione.
4.- Confisca della propriet� di tutti gli
emigrati e ribelli.
5.- Accentramento del credito in mano dello
Stato mediante una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo.
6.- Accentramento di tutti i mezzi di
produzione, di scambio e di trasporto in mano allo Stato.
7.- Moltiplicazione delle fabbriche di
Stato, degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un
piano collettivo.
8.- Eguale obbligo di lavoro per tutti,
costituzione di eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura.
9.- Unificazione dell'esercizio
dell'agricoltura e della industria, misure atte ad eliminare gradualmente l'antagonismo
fra citt� e campagna.
10.- Istruzione di Stato e
gratuita di tutti i fanciulli. Eliminazione del lavoro dei fanciulli nelle fabbriche nella
sua forma attuale. Combinazione dell'istruzione con la produzione materiale e cos� via.
Karl Marx
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INTRODUZIONE
DI TROTSKY E TESI DI LENIN-BUCHARIN SUI PARTITI COMUNISTI E IL PARLAMENTARISMO APPROVATE
AL II CONGRESSO DELL'INTERNAZIONALE COMUNISTA
1. La nuova epoca e il
nuovo parlamentarismo.
L'atteggiamento dei partiti
socialisti verso il parlamentarismo consisteva in origine, all'epoca della I
Internazionale, nell'utilizzare i parlamenti borghesi a scopi di agitazione. La
partecipazione al parlamento era considerata dal punto di vista dello sviluppo della
coscienza di classe del proletariato nella sua lotta contro la classe dominante.
Questo atteggiamento si
modific� sotto l'influenza non della teoria, ma dell'evoluzione politica. Grazie
all'aumento incessante delle forze produttive, e all'ampliarsi del campo di sfruttamento
capitalistico, il capitalismo e con esso gli Stati parlamentari raggiunsero una prolungata
stabilit�. Ne derivarono l'adattamento della tattica parlamentare dei partiti socialisti
all'attivit� legislativa "organica" dei parlamenti borghesi e l'importanza
sempre maggiore della lotta per le riforme nel quadro del capitalismo, il predominio del
cosiddetto programma minimo della socialdemocrazia e la trasformazione del programma
massimo in una piattaforma di discussione su un molto remoto "fine ultimo". Su
questa base si svilupparono i fenomeni del carrierismo parlamentare, della corruzione, del
tradimento palese o nascosto dei pi� elementari interessi della classe operaia.
La posizione della Terza
Internazionale verso il parlamentarismo non � determinata da una nuova dottrina, ma dal
mutamento nel ruolo dello stesso parlamentarismo. Nell'epoca passata, il parlamento, come
strumento del capitalismo in ascesa, svolgeva, in un certo senso, un'opera storicamente
progressiva. Ma, nelle condizioni attuali di imperialismo sfrenato, il parlamento �
divenuto uno strumento di menzogna, di inganno, di violenza, e di snervante logorrea. Di
fronte alle devastazioni, alle rapine, alle violenze, agli atti di brigantaggio e
distruzione dell'imperialismo, le riforme parlamentari, prive di qualunque pianificazione
e consistenza, perdono ogni importanza pratica per le masse lavoratrici. Come la societ�
borghese nel suo complesso, cos� anche il parlamentarismo perde la sua stabilit�. Il
passaggio dall'epoca organica all'epoca critica crea le basi per una nuova tattica del
proletariato nel campo del parlamentarismo. Per esempio, il partito operaio russo (il
Partito bolscevico) pot� elaborare il nocciolo del parlamentarismo rivoluzionario fin
dall'epoca precedente perch� gi� dal 1905 la Russia aveva perduto il suo equilibrio
sociale e politico ed era entrata nel periodo delle tempeste e dei sommovimenti.
Quando certi socialisti che
inclinano verso il comunismo si richiamano al fatto che nei loro paesi l'ora della
rivoluzione non � ancora giunta e si rifiutano di rompere con gli opportunisti
parlamentari, essi partono in fondo, coscientemente o semicoscientemente, da una
valutazione dell'epoca attuale come di un'epoca di relativa stabilit� dell'imperialismo,
e pensano che su questa base, nella lotta per le riforme, una coalizione con i Turati e i
Longuet possa dare risultati pratici.
Il comunismo deve invece
partire da una chiara visione teorica del carattere dell'epoca presente (apogeo del
capitalismo, sua autonegazione e autodistruzione imperialistica, ininterrotto aumento
delle guerre civili, ecc.). Le forme dei rapporti e raggruppamenti politici possono essere
diverse nei diversi paesi. Ma il nocciolo rimane dovunque lo stesso. Si tratta per noi
della preparazione politica e tecnica diretta dell'insurrezione del proletariato, della
distruzione del potere statale borghese, e della instaurazione di un nuovo potere statale
proletario.
Oggi il parlamento non pu�,
in nessun caso, essere per i comunisti il teatro della lotta per le riforme, per il
miglioramento delle condizioni della classe lavoratrice, come lo fu in certi momenti
dell'epoca passata. Il centro di gravit� della vita politica si � completamente spostato
fuori dal parlamento, e in modo definitivo. D'altra parte, la borghesia, a causa non solo
dei suoi rapporti con le masse lavoratrici, ma anche dei complicati rapporti reciproci
all'interno della classe borghese, � costretta a realizzare, in un modo o nell'altro, una
parte delle sue misure attraverso il parlamento, dove le varie cricche si contendono il
potere, serbano la loro forza, tradiscono i loro punti deboli, si compromettono, ecc.
Il compito storico immediato
della classe operaia consiste quindi nello strappare questi apparati dalle mani delle
classi dirigenti, nell'infrangerli, nel distruggerli, e nel sostituirli con nuovi organi
di potere proletari. Nello stesso tempo, lo stato maggiore rivoluzionario della classe
operaia � straordinariamente interessato ad avere i suoi portavoce nelle istituzioni
parlamentari della borghesia per facilitare questo compito di distruzione. Ne risulta con
estrema chiarezza la differenza radicale fra la tattica del comunista che entra nel
parlamento con obiettivi rivoluzionari e la tattica del parlamentare socialista. Questi
parte dal presupposto di una relativa stabilit�, di una durata indefinita del regime
attuale, si pone il compito di ottenere con ogni mezzo delle riforme ed � interessato a
che ogni conquista delle masse sia da queste considerata un merito del parlamentarismo
socialista (Turati, Longuet, ecc.).
Al vecchio parlamentarismo
capitolardo subentra il nuovo parlamentarismo, inteso come uno degli strumenti per la
distruzione del parlamentarismo in generale. Le ignobili tradizioni della vecchia tattica
parlamentare spingono alcuni elementi rivoluzionari nel campo degli antiparlamentaristi
per principio (IWW, sindacalisti rivoluzionari, partito operaio comunista di Germania).
Tenuto conto di questo fenomeno, il Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista
formula le seguenti tesi:
2. Il comunismo, la lotta per
la dittatura del proletariato e l'utilizzazione dei parlamenti borghesi.
2.1. Il parlamentarismo come
sistema statale � divenuto la forma "democratica" di dominio della borghesia,
la quale, a un certo grado del suo sviluppo, ha bisogno della finzione di una
rappresentanza popolare che, mentre esteriormente appare come l'organizzazione di una
"volont� del popolo" al di sopra delle classi, in realt� � uno strumento di
oppressione e soggiogamento nelle mani del capitale imperante.
2.2. Il parlamentarismo �
una determinata forma di ordinamento dello Stato. Perci�, esso non pu� in nessun caso
essere una forma della societ� comunista, che non conosce n� classi, n� lotta di
classe, n� potere statale di sorta.
2.3. Il parlamentarismo non
pu� neppure essere la forma dell'amministrazione proletaria dello Stato nel
periodo di transizione dalla dittatura della borghesia alla dittatura del proletariato.
Nel momento di lotta di classe inasprita, che trapassa in guerra civile, il proletariato
deve inevitabilmente costruire la sua organizzazione statale come organizzazione di
combattimento in cui non siano ammessi i rappresentanti delle vecchie classi
dominanti. In questo stadio, ogni finzione di una "volont� generale del popolo"
� direttamente nociva al proletariato. Il proletariato non ha bisogno di alcuna divisione
parlamentare del potere; essa gli � nefasta. La forma della dittatura proletaria � la
Repubblica dei Consigli.
2.4. I parlamenti borghesi,
che costituiscono i pi� importanti ingranaggi della macchina statale della borghesia, non
possono essere conquistati cos� come il proletariato non pu� conquistare lo Stato
borghese in generale. Il compito del proletariato consiste nel far saltare la macchina
statale della borghesia, nel distruggerla e, insieme con essa, distruggere gli istituti
parlamentari, poco importa se repubblicani o monarchico-costituzionali.
2.5. Lo stesso vale per le
istituzioni municipali della borghesia, che � teoricamente erroneo contrapporre agli
organi dello Stato. In realt�, essi sono appunto quegli ingranaggi del meccanismo statale
della borghesia, che il proletariato rivoluzionario deve distruggere e sostituire con
Consigli locali di operai.
2.6. Il comunismo nega dunque
il parlamentarismo come forma del futuro ordine sociale. Lo nega come forma della
dittatura di classe del proletariato. Nega la possibilit� di una duratura conquista del
parlamento; si pone il compito di distruggere il parlamentarismo. Perci� si pu� parlare
soltanto di utilizzazione degli istituti statali borghesi ai fini della loro distruzione.
In questo e soltanto in questo senso � lecito porre la questione.
2.7. Ogni lotta di classe �
una lotta politica, perch� � in definitiva una lotta per il potere. Ogni sciopero che si
estenda a tutto un paese diventa un pericolo per lo Stato borghese, e quindi assume
carattere politico. Voler abbattere la borghesia e distruggerne lo Stato significa dover
condurre una lotta politica. Creare un apparato proletario di classe - qualunque
esso sia - per l'amministrazione e per la repressione della resistenza della borghesia,
significa conquistare il potere politico.
2.8. La questione della lotta
politica non si identifica dunque con la questione dell'atteggiamento verso il
parlamentarismo. Essa � la questione generale della lotta di classe proletaria che, da
piccole lotte parziali, si trasforma in lotta per l'abbattimento dell'ordine capitalista
in generale.
2.9. Il metodo pi�
importante di lotta del proletariato contro la borghesia, cio� contro il suo potere
statale, � prima di tutto il metodo delle azioni di massa. Queste sono organizzate e
dirette dalle organizzazioni rivoluzionarie di massa del proletariato (sindacati, partiti,
soviet) sotto la direzione generale di un partito comunista compatto, disciplinato e
centralizzato. La guerra civile � una vera e propria guerra. In essa il proletariato deve
possedere un buon corpo politico di ufficiali, un buon stato maggiore politico, che diriga
tutte le operazioni su tutti i campi di battaglia.
2.10. La lotta delle masse �
tutto un sistema di azioni in sviluppo continuo, che assumono forme sempre pi� aspre e
portano logicamente alla insurrezione contro lo Stato capitalistico. In questa lotta che
si trasforma in guerra civile, il partito dirigente del proletariato deve assicurarsi di
norma tutte le posizioni legali possibili, farne dei punti di appoggio sussidiari della
sua attivit� rivoluzionaria e subordinarle al piano della campagna principale, la
campagna della lotta delle masse.
2.11. Uno di questi punti
d'appoggio sussidiari � la tribuna del parlamento borghese. Contro la partecipazione alla
lotta parlamentare non si pu� in nessun caso addurre l'argomento che il parlamento � un
istituto statale borghese. Il Partito comunista entra in questo istituto non per svolgervi
un lavoro organico, ma per aiutare le masse, dall'interno del parlamento, a distruggere
con la propria azione la macchina statale della borghesia e il parlamento stesso. (Esempi:
l'attivit� di Liebknecht in Germania, dei bolscevichi nella Duma zarista, nella
"Conferenza democratica" e nel "Preparlamento" di Kerenski, nella
"Costituente" e nelle dume cittadine, e, infine, l'azione dei comunisti
bulgari).
2.12. Questo lavoro in seno
al parlamento, che serve essenzialmente all'agitazione rivoluzionaria dalla tribuna
parlamentare, allo smascheramento del nemico, e all'unificazione ideologica delle masse -
le quali sono prigioniere, soprattutto nei paesi arretrati, di illusioni democratiche, e i
cui occhi sono ancora rivolti alla tribuna parlamentare, - deve essere completamente
subordinato ai fini e ai compiti della lotta extraparlamentare delle masse.
La partecipazione alle
campagne elettorali e la propaganda rivoluzionaria dall'alto della tribuna parlamentare,
rivestono una particolare importanza per la conquista politica di quegli strati della
classe operaia (come per esempio le masse lavoratrici delle campagne) che sono rimasti
finora estranei alla vita politica.
2.13. I comunisti, se
ottengono la maggioranza nelle istituzioni municipali, devono: a) condurre
un'opposizione rivoluzionaria contro il potere centrale borghese; b) fare di tutto
per aiutare la popolazione pi� povera (misure economiche, organizzazione o tentativi di
organizzazione di milizie operaie armate ecc.); c) mostrare in ogni occasione i
limiti che il potere statale centrale borghese oppone ad ogni riforma veramente radicale; d)
svolgere su questa base una propaganda rivoluzionaria decisa, senza temere i conflitti col
potere statale; e) in date circostanze, sostituire le amministrazioni comunali ecc.
con soviet operai locali. L'intero lavoro dei comunisti nelle istituzioni municipali deve
quindi far parte integrante della loro attivit� generale per l'abbattimento dello Stato
capitalistico.
2.14. La campagna elettorale
non deve mai essere una caccia al pi� gran numero possibile di seggi, ma una
mobilitazione rivoluzionaria delle masse per le parole d'ordine della rivoluzione
proletaria. La lotta elettorale deve essere condotta dall'intera massa degli iscritti al
partito, non dal solo strato dirigente. Tutte le azioni di massa (scioperi, dimostrazioni,
fermento tra i soldati e i marinai, ecc.), che si verifichino in quel particolare momento
devono essere sfruttate lavorando in strettissimo contatto con esse. Tutte le
organizzazioni proletarie di massa devono essere mobilitate per un lavoro attivo.
2.15. Quando tutte queste
condizioni, come pure quelle contenute in istruzioni particolari, siano osservate,
l'attivit� parlamentare � l'esatto opposto del sudicio politicantismo praticato dai
partiti socialdemocratici di tutti i paesi, che vanno in parlamento per sostenere questa
istituzione "democratica" o, nel migliore dei casi, per
"conquistarla". Il Partito comunista pu� essere soltanto per l'utilizzazione rivoluzionaria
del parlamentarismo nello spirito di Karl Liebknecht, di Hoeglund e dei bolscevichi.
2.16.
L'"antiparlamentarismo" di principio, nel senso di un rifiuto assoluto e
categorico della partecipazione alle elezioni e dell'azione parlamentare rivoluzionaria,
� dunque una dottrina ingenua, infantile, che non regge alla critica; una dottrina che
trae a volte origine da un sano disgusto per i politicanti parlamentari, ma, nello stesso
tempo, non vede le possibilit� di un parlamentarismo rivoluzionario. Inoltre questa
dottrina � spesso legata ad una concezione del tutto erronea della funzione del partito,
che vede nel Partito comunista non l'avanguardia centralizzata dei lavoratori, ma un
sistema decentrato di gruppi legati solo da vincoli deboli ed elastici.
2.17. D'altra parte, dal
riconoscimento in linea di principio dell'attivit� parlamentare non segue in alcun modo
che si debba partecipare in tutte le circostanze a date elezioni e sedute del parlamento.
Ci� dipende da tutta una serie di condizioni specifiche. In certi casi, pu� essere
necessaria l'uscita dal parlamento. Cos� agirono i bolscevichi quando abbandonarono il
Preparlamento, per farlo saltare, togliergli subito ogni forza, e contrapporgli
brutalmente il Soviet di Pietrogrado, che era alla vigilia dell'insurrezione; cos�
agirono quando sciolsero la Costituente e spostarono il centro di gravit� degli
avvenimenti politici verso il III Congresso dei Soviet. In altri casi, possono essere
necessari il boicottaggio delle elezioni e l'immediata, violenta eliminazione dell'intero
apparato statale e della cricca parlamentare borghese, o anche una partecipazione alle
elezioni combinata col boicottaggio del parlamento.
2.18. Perci�, pur
riconoscendo in regola generale la necessit� di partecipare alle elezioni, ai parlamenti
centrali e agli organi dell'autogoverno locale, e di lavorare in queste istituzioni, il
Partito comunista deve decidere la questione in concreto, partendo dalle peculiarit�
specifiche del momento. Il boicottaggio delle elezioni o del parlamento, come pure
l'uscita dal parlamento stesso, sono ammissibili in particolare quando esistono i
presupposti immediati del passaggio alla lotta armata.
2.19. In tutto ci�, si deve
sempre tener presente il carattere relativamente secondario di questa questione. Poich�
il centro di gravit� risiede per i Partiti Comunisti nella lotta extraparlamentare per
il potere politico, va da s� che la questione della dittatura proletaria e della lotta
delle masse per questa dittatura non pu� essere messa sullo stesso piano con la
particolare questione dello sfruttamento del parlamentarismo.
2.20. Perci�
l'Internazionale Comunista afferma con la massima energia che ritiene un grave errore ogni
scissione o tentativo di scissione in seno ai partiti comunisti su questa questione
e per questo solo motivo. Il Congresso invita tutti coloro che stanno sul terreno della
lotta delle masse per la dittatura proletaria sotto la guida di un partito centralizzato
del proletariato rivoluzionario, di un partito che eserciti la sua influenza in tutte le
organizzazioni di massa della classe lavoratrice, a realizzare la pi� completa unit� dei
gruppi comunisti, malgrado possibili divergenze di idee sul problema della utilizzazione
dei parlamenti borghesi.
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Piattaforma
dell'Internazionale Comunista approvata al suo primo congresso
Bucharin (1919)
Le contraddizioni del sistema
capitalistico mondiale, che gli stanno nascoste in seno, scoppiarono con forza enorme in
una gigantesca esplosione, nella grande guerra mondiale imperialista.
Il capitalismo cerc� di sopraffare
l'anarchia che aveva in s� organizzando la produzione. Al posto dei numerosi uomini
d'affari in concorrenza fra loro, furono formate delle potenti organizzazioni
capitalistiche (gruppi monopolistici, cartelli, trust), il capitale finanziario si un� al
capitale industriale; tutta la vita economica fu dominata dall'oligarchia
finanziario-capitalistica, che ottenne l'assoluto predominio organizzandosi in base a
questo potere. Il monopolio prese il posto della libera concorrenza. Il capitalista
individuale divent� monopolista. La folle anarchia fu sostituita dall'organizzazione.
Ma mentre nell'ambito di ciascun paese
l'anarchia del modo di produzione capitalistico fu soppiantata dall'organizzazione
capitalistica, nell'economia mondiale le contraddizioni, la lotta concorrenziale e
l'anarchia diventarono pi� acute che mai. La lotta tra i massimi stati, predoni
organizzati, port� con ferrea necessit� alla mostruosa guerra mondiale imperialista.
L'avidit� di profitti indusse il capitale mondiale a battersi per nuovi mercati, nuove
prospettive d'investimento, nuove fonti di sostanze grezze, per la forza-lavoro a basso
prezzo degli schiavi coloniali. Gli stati imperialisti che si dividevano tra di loro il
mondo intero, che avevano trasformato molti milioni di proletari e contadini africani,
asiatici, australiani e americani in bestie da soma, in quel terribile conflitto dovettero
presto o tardi smascherare la vera natura anarchica deI capitale. Questa fu l'origine del
maggiore fra tutti i crimini -la guerra mondiale di rapina.
Il capitalismo cerc� anche di eliminare le
contraddizioni nella propria struttura sociale. La societ� borghese � una societ� di
classe. Nei maggiori stati "civili" il capitale volle mascherare le
contraddizioni sociali. Il capitale corruppe i propri schiavi salariati a spese dei
depredati popoli coloniali, cre� una comunanza d'interessi tra gli sfruttati e gli
sfruttatori nei confronti delle colonie oppresse -i popoli coloniali gialli, neri e rossi
e incaten� la classe operaia europea e americana alla "patria" imperialista.
Ma lo stesso sistema di, solida corruzione
che. cre� il patriottismo della classe operaia,e la sua sottomissione morale, dalla
guerra fu trasformato, nell'opposto. L'annientamento fisico, il completo asservimento del
proletariato, la tremenda oppressione, l'impoverimento e il deterioramento, l'indigenza
mondiale -questi furono i frutti finali della pace civile. Essa fall�. La guerra
imperialista si trasform� in guerra civile.
E' nata una nuova epoca! L'epoca della
dissoluzione (lei capitalismo, della sua disgregazione interna. L'epoca della rivoluzione
comunista del proletariato.
Il sistema imperialista sta andando in
sfacelo. Fermento nelle colonie, fermento tra le piccole nazioni che in passato erano
dipendenti, insurrezioni del proletariato, rivoluzioni proletarie vittoriose in certi
paesi, dissoluzione degli eserciti imperialisti, completa incapacit� delle classi
dirigenti di continuare a guidare i destini dei popoli - questo � oggi lo stato di cose
in tutto il mondo.
L'umanit�, la cui intera civilt� va ora
in rovina, � minacciata dal completo annientamento. C'� una sola forza che pu�
salvarla, ed � il proletariato. Il vecchio "ordine" capitalista non esiste
pi�, non pu� pi� esistere. Il risultato finale del sistema di produzione '
capitalistico � il caos. E tale caos pu� essere sopraffatto soltanto dalla classe pi�
vasta, dalla classe che produce, dalla classe operaia. Essa deve creare l'ordine
autentico, l'ordine comunista. Deve distruggere il dominio del capitale, rendere
impossibile la guerra, abolire le frontiere degli stati, mutare il mondo intero in
un'unica comunit� cooperativa, rendere realt� la fratellanza e la libert� dei popoli.
D'altra parte, il capitale mondiale si sta
armando per la sua ultima battaglia. Sotto il manto della `'Societ� delle Nazioni",
vomitando torrenti di parole pacifiste, sta compiendo sforzi estremi per rabberciare il
sistema capitalistico, che spontaneamente sta andando a pezzi, e per volgere le proprie
forze contro la rivoluzione proletaria che cresce continuamente. Il proletariato deve dare
una risposta a questa nuova e mostruosa cospirazione della classe capitalista con la
conquista del potere, volgendo questo potere contro i propri nemici di classe e usandolo
come leva per dare avvio alla rivoluzione economica. La vittoria finale del proletariato
mondiale significa l'inizio della vera storia dell'umanit� liberata.
1. La conquista del potere politico
La conquista del potere politico da parte
del proletariato significa l'annientamento del potere politico della borghesia. I pi�
potenti strumenti dell'esercizio del potere da parte della borghesia sono costituiti dalla
macchina statale borghese con il suo esercito borghese guidato da ufficiali
junker-borghesi, la sua polizia e -gendarmeria, i suoi giudici e direttori di carcere, i
suoi preti, funzionari ecc. La conquista del potere politico non significa soltanto un
cambiamento della compagine ministeriale, ma l'annientamento dell'apparato statale del
nemico, la conquista di una forza effettiva, il disarmo della borghesia, degli ufficiali
controrivoluzionari, delle guardie bianche e l'armamento del proletariato, dei soldati
rivoluzionari, della guardia rossa operaia; la destituzione di tutti i giudici borghesi e
l'insediamento di tribunali proletari; l'abolizione del dominio dei funzionari statali
reazionari e la creazione di nuovi organi d'amministrazione proletari. La vittoria del
proletariato sta nel distruggere l'organizzazione del potere avversario e
nell'organizzazione del potere proletario; sta nella distruzione del meccanismo statale
borghese e nella costruzione della macchina statale proletaria. Soltanto dopo che il
proletariato si sia conquistato la vittoria e abbia infranto la resistenza della borghesia
esso pu� utilizzare i propri antichi avversari nel nuovo ordine tenendoli sotto controllo
e recuperandoli gradualmente all'opera di edificazione comunista.
2. Democrazia e dittatura
Come tutti gli stati,
lo stato proletario � uno strumento di repressione, ma � rivolto contro i nemici della
classe operaia. Il suo scopo � di infrangere la resistenza degli sfruttatori, che
utilizzano qualsiasi mezzo a propria disposizione nella disperata battaglia per soffocare
nel sangue la rivoluzione, di rendere impossibile la loro resistenza. La dittatura del
proletariato, che d� palesemente una posizione privilegiata al proletariato nella
societ�, � comunque una istituzione provvisoria. Appena la resistenza dei borghesi sia
infranta, appena essi siano stati espropriati, e trasformati gradualmente in un ceto
lavoratore, la dittatura proletaria scompare, lo stato svanisce, e con esso le classi
stesse.
La cosiddetta democrazia, cio� la
democrazia borghese, non � niente altro che la dittatura mascherata della borghesia. La
tanto esaltata "volont� collettiva del popolo" non esiste pi� di quanto esista
il popolo come un tutto unico. Quello che esiste realmente sono le classi con volont�
opposte e incompatibili. Ma dato che la borghesia � una piccola minoranza, ha bisogno di
questa finzione, di questa impostura della volont� del popolo nazionale,
cosicch� dietro a queste parole altisonanti pu� consolidare il proprio dominio sulle
classi lavoratrici e imporre loro la propria volont� di classe. Di contro il
proletariato, in quanto larga maggioranza della popolazione, utilizza apertamente il
potere delle proprie organizzazioni di massa, dei propri soviet, per abolire i privilegi
della borghesia e garantire il passaggio alla societ� comunista senza classi.
Nella democrazia borghese viene data
importanza alle dichiarazioni meramente formali di diritti e libert�, bench� per i
lavoratori, per i proletari e semiproletari privi di beni materiali, questi siano
irraggiungibili, mentre la borghesia utilizza le proprie risorse materiali, la propria
stampa e le proprie organizzazioni per ingannare e frodare. Di contro il sistema
sovietico, questo nuovo tipo di potere statale, attribuisce la massima importanza al fatto
di dare al proletariato la possibilit� di rendere reali i propri diritti e le proprie
libert�. Il regime sovietico d� i palazzi, le case, gli stabilimenti tipografici, le
scorte migliori di carta al popolo per la sua stampa, le sue riunioni, le sue
associazioni. Soltanto in questo modo � possibile avere una effettiva democrazia
proletaria.
E' solo sulla carta che la democrazia
borghese con il proprio sistema parlamentare d� alle masse una partecipazione
nell'amministrazione dello stato. Di fatto le masse e le loro organizzazioni sono
totalmente estromesse dall'effettivo potere e dall'effettiva amministrazione statale. Nel
sistema sovietico l'amministrazione passa per le organizzazioni di massa, e tramite loro
per le masse stesse, poich� i soviet accostano un numero sempre crescente di lavoratori
all'amministrazione statale; questo � il solo modo in cui saranno gradualmente introdotti
al governo dello stato tutti quanti i lavoratori. Il sistema sovietico � quindi basato
sulle organizzazioni di massa del proletariato, sugli stessi soviet, sui sindacati
rivoluzionari, sulle cooperative ecc.
Con la separazione tra potere legislativo e
potere esecutivo, con la mancanza del diritto di revoca sui mandati parlamentari, la
democrazia borghese e il sistema parlamentare allargano l'abisso tra le masse e lo stato.
Il sistema sovietico, al contrario, con il proprio diritto di revoca, con la fusione di
potere legislativo ed esecutivo, col carattere dei soviet in quanto comitati collegiali
dei lavoratori, unisce le masse con gli organi dell'amministrazione; e allo stesso
obiettivo mira il sistema elettorale sovietico, che non si basa su artificiosi collegi
elettorali territoriali, ma sull'unit� di produzione.
Perci� il sistema sovietico determina
l'autentica democrazia proletaria, democrazia con e per il proletariato contro la
borghesia. In questo sistema il proletariato industriale � privilegiato in quanto classe
preminente, meglio organizzata e politicamente pi� matura, sotto la cui egemonia il
livello dei semiproletari e dei piccoli contadini viene gradualmente elevato. Questi
privilegi temporanei (lei proletariato industriale debbono venire utilizzati per liberare
le masse pi� povere della piccola borghesia di campagna dall'influenza dei contadini
ricchi e della borghesia, e per organizzarle e prepararle alla cooperazione nella
edificazione del sistema comunista.
3. Esproprio della borghesia e
socializzazione della produzione
In questo quadro dei
rapporti di classe la dissoluzione dell'ordine capitalistico e della disciplina
capitalistica della manodopera rendono impossibile ricostruire la produzione sulle antiche
basi. Le lotte salariali dei lavoratori, anche quando hanno successo, non portano nelle
loro condizioni di vita il miglioramento sperato, perch� l'aumento dei prezzi di tutti i
generi di consumo rende illusorio ogni successo. Le condizioni di vita dei lavoratori
possono venir migliorate soltanto se � il proletariato, non la borghesia, a controllare
la produzione. La pressione di possenti lotte salariali, condotte dai lavoratori in tutti
i paesi, che ne rispecchiano con chiarezza le disperate condizioni e che tendono a
generalizzarsi, rende impossibile la produzione capitalistica. Per far crescere le
forze produttive, per spezzare il pi� in fretta possibile la resistenza della borghesia,
che prolunga l'agonia mortale della vecchia societ� e che minaccia quindi la vita
economica di rovina totale, la dittatura comunista del proletariato deve espropriare
l'alta borghesia e gli junker e rendere i mezzi di produzione e di scambio
propriet� dello stato proletario.
Il comunismo sta ora sorgendo dalle
rovine del capitalismo; la storia non offre nessun'altra via per l'umanit�. Gli
opportunisti che continuano utopisticamente a richiedere la ricostruzione della societ�
capitalistica per rimandare la nazionalizzazione, non fanno che prolungare il processo di
dissoluzione, che comporta il pericolo della rovina totale. La rivoluzione comunista �
nel contempo il migliore e l'unico metodo con cui si pu� sostenere la forza produttiva
pi� importante - il proletariato - e con essa la societ� stessa.
La dittatura proletaria non
comporta assolutamente alcuna spartizione dei mezzi di produzione e di distribuzione. Al
contrario, suo scopo � centralizzare anche di pi� le forze di produzione in mano allo
Stato e subordinare la produzione globale ad un piano unificato.
I primi passi in direzione della
nazionalizzazione dell'intera economia includeranno: la nazionalizzazione delle grosse
banche, che ora controllano la produzione: la presa di possesso degli organi economici
dello stato capitalista e il loro trasferimento al potere statale proletario;
l'acquisizione del controllo di tutte le aziende municipali, la nazionalizzazione delle
industrie organizzate in gruppi monopolistici e in trust e di quei rami dell'industria in
cui la concentrazione e la centralizzazione del capitale la rendono tecnicamente
possibile; la nazionalizzazione dei latifondi agricoli e la loro trasformazione in imprese
agricole socialmente amministrate.
Quanto alle piccole aziende, il
proletariato deve fonderle gradualmente insieme in modo adatto alle loro dimensioni.
In questo caso bisogna mettere
esplicitamente in evidenza che le piccole propriet� non saranno espropriate, e che i
proprietari che non utilizzano manodopera salariata non saranno sottoposti a nessuna
misura coercitiva. Questa classe sociale deve essere gradualmente inserita
nell'organizzazione socialista, con l'esempio, con la dimostrazione pratica dei vantaggi
derivanti dal nuovo regime, un regime che liberer� i piccoli contadini e la piccola
borghesia urbana dalla pressione economica del capitale usuraio e degli junker, dal
gravame fiscale (in particolar modo con la cancellazione del debito pubblico, ecc.).
Il compito della dittatura del proletariato
in campo economico pu� essere portato a termine soltanto in condizioni che mettano in
grado il proletariato di creare degli organi centralizzati per la gestione della
produzione e di rendere effettiva l'amministrazione da parte dei lavoratori. In questo
lavoro ci si servir� necessariamente di quelle organizzazioni di massa che sono pi�
strettamente legate al processo di produzione.
Nel campo della distribuzione la dittatura
del proletariato deve sostituire al commercio l'equa distribuzione dei beni; i passi in
questa direzione comportano le misure seguenti: la nazionalizzazione del commercio
all'ingrosso, il rilevamento da parte del proletariato di tutto il meccanismo borghese di
distribuzione a livello statale e municipale, il controllo delle grandi associazioni
cooperative, la cui organizzazione continuer� a giocare un ruolo economico importante nel
periodo di transizione; la centralizzazione graduale di tutti questi organi e la loro
trasformazione in un tutto unico che comporti una razionale distribuzione dei beni. Nella
distribuzione, come nella produzione, bisogna utilizzare tutti i tecnici e gli specialisti
qualificati quando se ne sia spezzata la resistenza politica e abbiano imparato ad
adattarsi non al capitale, ma al nuovo sistema di produzione.
Il proletariato non li opprimer�, ma dar�
loro, per la prima volta, l'opportunit� di sviluppare il lavoro creativo pi� intenso. La
dittatura del proletariato sostituir� la separazione tra lavoro manuale e intellettuale,
che il capitalismo incoraggiava, con la cooperazione e in questo modo unir� la scienza
con il lavoro.
Oltre all'esproprio di fabbriche, miniere,
poderi, ecc., il proletariato deve anche abolire lo sfruttamento della popolazione da
parte dei proprietari terrieri capitalisti, consegnare gli edifici pubblici ai consigli
operai locali, trasferire i lavoratori nelle case borghesi, ecc.
In questo periodo di grandi mutamenti il
potere sovietico deve continuare fermamente a centralizzare l'intero meccanismo
amministrativo, introducendo nello stesso tempo pi� vasti settori di lavoratori
nell'amministrazione diretta.
4. La strada verso la
vittoria
L'epoca
rivoluzionaria esige che il proletariato si serva di quei metodi di lotta che ne
concentrano tutta l'energia, vale a dire i metodi dell'azione di massa che conducono
logicamente a scontri diretti in lotta aperta con l'apparato dello stato borghese. Tutti
gli altri sistemi, come ad esempio l'uso rivoluzionario dei parlamenti borghesi, devono
essere subordinati a questo scopo.
Per la riuscita di questa lotta �
necessario rompere non solo con i puri e semplici lacch� del capitale e con i carnefici
della rivoluzione comunista - ruolo giocato dalla sinistra socialdemocratica - ma anche
cori il "centro" (kautskiani) che; nei momenti pi� critici, abbandona il
proletariato per civettare con i suoi nemici dichiarati.
D'altra parte � necessario formare un
blocco con quegli elementi del movimento rivoluzionario dei lavoratori che, bench� non
appartengano ufficialmente al partito socialista, ora aderiscono nel complesso al punto di
vista della dittatura del proletariato sotto forma di potere sovietico, per esempio, certi
quadri sindacali.
La crescita del movimento comunista in
tutti i paesi, il pericolo che l'alleanza degli stati capitalisti soffochi questo
movimento, i tentativi da parte dei partiti socialtraditori di unirsi (la formazione
dell "internazionale gialla" a Berna) per rendere dei servizi alla cricca
di Wilson, infine l'assoluta necessit� di coordinare l'azione proletaria - tutto ci�
deve indurre alla fondazione di un'internazionale comunista veramente rivoluzionaria,
veramente proletaria.
L'Internazionale, che subordina i
cosiddetti interessi nazionali agli interessi della rivoluzione internazionale, dar�
forma concreta al mutuo soccorso del proletariato di diversi paesi, perch� senza mutuo
soccorso in campo economico e in altri campi il proletariato non sar� in grado di
organizzare la nuova societ�. D'altra parte, in contrasto con l'internazionale gialla
socialpatriottica, il comunismo proletario internazionale appogger� i popoli coloniali
sfruttati nelle loro lotte contro l'imperialismo al fine di favorire la rovina definitiva
del sistema imperialistico mondiale.
Allo scoppio della guerra i criminali
capitalisti affermarono di limitarsi a difendere la propria patria comune. Ma con le
proprie azioni sanguinose in Russia, in Ucraina, in Finlandia, l'imperialismo tedesco
svel� in breve tempo la propria natura predatoria. Ora gli stati dell'Intesa vengono
smascherati anche agli occhi delle classi sociali pi� arretrate della popolazione, e si
rivelano ladri e assassini del proletariato. Insieme alla borghesia, ai socialpalrioti
tedeschi, con ipocrite parole di pace sulle labbra, stanno usando le proprie
armi e le proprie truppe coloniali ,
barbare e abbrutite, per soffocare la rivoluzione del proletariato europeo. Il terrore
bianco dei cannibali borghesi � indescrivibile. Le vittime nella classe operaia sono
innumerevoli . I migliori - Liebknecht, la Luxemburg - li abbiamo perduti.
Il proletariato deve difendersi, ad ogni
costo. L'Internazionale comunista chiama il proletariato di tutto il mondo a quest'ultima
battaglia...
Abbasso la cospirazione imperialista del
capitale! Viva la repubblica internazionale dei soviet proletari!
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