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Italia, Turchia e il rito di passaggio

Strano film questo dell'esordiente Ferzan Ozpetek che a Cannes, dove � stato presentato nella sezione " Quinzaine des realisateurs", ha ricevuto un'accoglienza favorevole e rispettosa. Rispecchia probabilmente la personalit� del suo regista che si dichiara "uno straniero in patria": straniero in Turchia, abbandonata negli anni Settanta, straniero in Italia, dove ha lavorato per altri quindici come assistente regista prima di debuttare dietro la cinepresa e che rimane pur sempre una patria adottiva.

Il bagno turco � davvero figlio di un'anima divisa in due alla Soldini (molto curioso che entrambi i registi abbiano girato la stessa scena: qualcuno fruga nella camera da letto di una persona scomparsa e ne assorbe la vita), stesso spaesamento causato da una vita insensata, stessa riscoperta di s� in un mondo estraneo, diverso. Niente di pi� lontano che gestire una ditta d'arredamento chic a Roma e restaurare un fatiscente bagno turco nel cuore di Istanbul, eppure il protagonista del film, passando da una routine inappagante a un'esperienza imprevista finisce per cambiare pelle e mutare prospettive. L'architetto di Ozpetek sceglie di vivere un'altra vita, la stessa sognata dai personaggi impotenti di Carlo Mazzacurati qualche anno fa. Stavolta per� l'annichilimento � vinto, i vecchi orizzonti buttati dietro le spalle, lettera morta.

Alla scoperta del paese straniero fa eco quella del s� pi� segreto. Alessandro Gassman si abbandona al ritmo levantino che lo rende arrendevole alle carezze del vento caldo del Bosforo, ma anche a quelle pi� concrete del ragazzo turco Mehmet. La voce fuori campo della zia, rievocata attraverso la sua corrispondenza con l'Italia, ricorda che quei "piaceri inconfessabili" sono gli stessi che da tempo immemorabile si concedono gli autoritari pater familias turchi mentre i corpi si rigenerano avvolti dai vapori caldi. Nella scena del vecchietto disidratato che si fa portare all'hamam per trovare conforto e rifugio, forse la pi� bella del film, � racchiuso il sentimento di strisciante nostalgia per una tradizione millenaria che sta scomparendo con gli inevitabili strascichi di malinconia, senso di perdita, paura per la dissoluzione delle proprie origini.

Strano film Il bagno turco, affascinante esperimento di "coproduzione vissuta" - e perci� sensata - che inscena, attraverso lievi dettagli sapienti, un delicato rito di passaggio: dall'Occidente all'Oriente, dal business asettico alla vita di strada formicolante, dal pasto frugale alla tavolata pantagruelica, dal doppiopetto al petto nudo, dall'eterosessualit� all'omosessualit�.

Ozpetek, forte di un mestiere registico assorbito nel corso del lungo apprendistato, rende precise sensazioni impalpabili e muove la cinepresa con amore pudico per la sua Istanbul che va scomparendo abbattuta a colpi di speculazione edilizia. Notevole per compatta naturalezza il cast turco - alcuni attori si sono visti in Yol di Guney - e per Alessandro Gassman, affiancato da una inquieta Francesca D'Aloja che � poi la vera artefice del progetto produttivo messo a punto dal compagno Marco Risi, una prova davvero impegnativa superata anche grazie alla direzione attenta e partecipe di Ozpetek, un regista di cui si sentir� ancora parlare
CINEMA.IT
La trama:
Marta e Francesco sono in crisi, tanto che lei si concede ad un altro. Forse per questo Francesco parte per la Turchia, dove una zia che non ricordava di avere gli ha lasciato un'immobile in propriet�. � un hamam, un vecchio bagno turco. Ammaliato dal suo fascino, Francesco decide di restare per ristrutturarlo. E lascia passare cos� diversi mesi. Marta lo raggiunge, decisa a separarsi definitivamente da lui, ma incontra un Francesco diverso. E scopre di non conoscere pi� suo marito...
Distribuito da: FilmAuro
Edito in videocassetta da: Minerva Video/CVC
VIDEOTECA ITALIA
Quando nel 1997 present� il suo film d�esordio Hamam � Il bagno turco al Festival di Cannes, nella sezione "Quinzaine des realisateurs", Ferzan Ozpetek si guadagn� nell�immediato la fama di straniero in patria � lasciata la natia Turchia giovanissimo, � approdato in Italia, dove vive da oltre venticinque anni � per il senso di disorientamento che pervade il protagonista della sua opera prima, spaesamento che, in circostanze diverse, deve aver provato lo stesso regista. Nulla di pi� distante, infatti, per un architetto romano, dalla propria ordinaria esistenza (in cui � apparentemente solido nella sua eterosessualit� e nel suo desiderio di crescita professionale) dell�esotica dimensione umana che scopre ad Istambul, dove ha ricevuto in eredit� un bagno turco in disuso.
Non sar� solo grazie al vento caldo del Bosforo, al fascino del paese orientale, ma soprattutto in virt� della scoperta dell�amore per il giovane Mehmet, che il protagonista sceglier� di bruciare i ponti dietro di s�, inserendosi in una nuova famiglia e recuperando l�hamam, antico luogo di piaceri inconfessabili, lontani dalla cultura occidentale. In seguito, Ozpetek ha diretto un�altra produzione italo � turca, Harem Suare, nato dalla sua curiosit� di indagare sulla condizione in cui vennero a trovarsi le donne alla chiusura, nell�Ottocento, degli harem ed ora, per l�ex assistente alla regia di Massimo Troisi, Francesco Nuti e Maurizio Ponzi, con Le fate ignoranti, l�attenzione si � spostata su un terreno ancora pi� familiare.
Il film in uscita, che arricchisce il plotone di pellicole italiane presentate al Festival di Berlino, � ambientato nel quartiere della Capitale in cui Ozpetek vive (Ostiense) e prende come spunto la conoscenza di Antonia e Michele (moglie ed amante di un uomo appena scomparso) per rappresentare l�avvicinamento di due emisferi paralleli, ma complementari. I protagonisti Margherita Buy e Stefano Accorsi costituiscono, infatti, due elementi "diversi" solo in apparenza inconciliabili: oltrepassata la diffidenza e l�amarezza iniziale, ritrovato in s� un sentimento di comprensione, forti di una inattesa ma determinante lezione umana, Ozpetek fornisce a due semplici "fate ignoranti" (il titolo � tratto dalla denominazione di un disegno del surrealista Ren� Magritte), l�occasione di rimodellare la propria vita.
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"HAMAM IL BAGNO TURCO"
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