copertina dell'edizione BUR 1980

A scuola si muore

(la prima pagina)


Vorrei provare a raccontarla io, questa storia. Per molti motivi.
Primo, sono un esperto di gialli. Ne ho letti un finimondo, anche se non avrei mai creduto, fino a quel momento dei miei diciotto anni, di doverne vivere io uno in prima persona, di vederlo nascere e mostruosamente crescere sotto i miei occhi, tra i miei compagni, nel mio liceo. Si pensa sempre che queste cose succedono solo nei libri, finche`non cominciano a succedere a te.
Secondo motivo, conosco a menadito tutti i protagonisti della storia: dalla vittima a ogni potenziale assassino (me compreso). Nessuno, oso dire, li conosce meglio di me. Sono un buon osservatore e mi considero un discreto psicologo.
Terzo motivo: sono stato io a scoprire il cadavere. Sembra ancora terribile chiamare Sandra "il cadavere". Ma quando la vidi quel mattino, la`sul pavimento della vecchia palestra, non c`era dubbio che lo fosse.

Era distesa in una posa assurda, contorta, come se le fosse preso un crampo mentre faceva un`impossibile ginnastica sul pavimento. Gli occhi sbarrati, di vetro, il colore terrificante della faccia, le labbra rialzate a scoprire i denti - non sembrava neanche piu`Sandra. Sembrava che un`altra orribile persona si fosse infilata nelle spoglie di Sandra.
Per un momento non riuscii a muovermi. Non riuscivo a smettere di guardarla. Sandra, chiamavo dentro di me. Non fare cosi`. Ti prego, Sandra.


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