copertina dell'edizione Rizzoli 1980

Le note blu

(la prima pagina)

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Sulla soglia della saletta sotterranea, tappezzata di ritagli di giornali incollati, scritte umoristiche a carbone e allarmanti vignette di sapore goliardico-surrealista, Renzo si fermo`guardandosi lentamente in giro. Lei non c`era. Non poteva esserci: di pomeriggio il "Buco" non era aperto al pubblico, era riservato agli "iniziati": quelli dell`orchestra, i ballerini del numero e i loro intimissimi. Lei non era un`iniziata, e non era intima di nessuno. Ma ogni volta lui pensava che potesse essere li`, seduta in un angolo col mento appoggiato alla mano e la sua aria assente, ad aspettarlo.
Erano dieci giorni che non la vedeva. Meglio, penso`tra il sollievo e lo spasimo. Meglio cosi`. Non sono d`umore.
In mezzo alla piccola pista , i ballerini fissi - tre ragazzi e tre ragazze in calzoni attillati e larghi camiciotti a scacchi - stavano provando il numero per la sera. Erano molto bravi, ma freddini: come sempre durante le prove del pomeriggio. Per scaldarsi veramente avevano bisogno del pubblico, del loro consueto fanatico pubblico serale, delle ovazioni, dei fischi (fischiare invece di applaudire faceva molto America e molto jazz), dei battipiedi collettivi, dei tavolini rovesciati, dei lanci di bottiglie. Allora i sei diventavano dei veri demoni scatenati. Adesso erano solo una buona imitazione tecnica di demoni scatenati.
I quattro dell`orchestra (lui era il quinto, quando c`era), facevano del loro meglio per sembrare quaranta. Come rumore, ci riuscivano. Quando lo videro lo salutarono con gli occhi e con le teste, senza smettere di dimenarsi sugli strumenti. Renzo fece una smorfia ("Fate schifo"). I quattro si strinsero nelle spalle ("Lo sappiamo").


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