copertina dell'edizione BUR 1986

Grazie lo stesso

(la prima pagina)

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Se mai vi e`capitato di essere molto innamorati di una ragazza e di capire che lei si sta innamorando di un altro, sapete di cosa sto parlando. Sono un po`come crampi allo stomaco. Solo che non e`lo stomaco, e non sono crampi. Se poi l`altro e`un vostro amico, "il" vostro amico, l`unico che abbiate mai avuto, allora vi sembra di essere uno strofinaccio umido che qualcuno sta torcendo e strizzando in tutti i sensi per spremergli fuori fin le ultime gocce che ha.
Ma non si puo`dire com`e`. Bisogna provarlo. Io lo stavo provando da un pezzo, pero`senza ammetterlo. A voi piace soffrire? Be`, neanche a me. Mi ero procurato una sorta di anestesia. Il male c`era, sotto, ma io non lo sentivo. Non tanto. Era come un fantasma di dolore acquattato da qualche parte.
L`anestesia cesso`di colpo un pomeriggio di giugno, al baretto dell`universita`. Io avevo ordinato una coca cola, Giovanna un te`freddo, ma non lo beveva. Ci rimestava dentro col cucchiaino, era molto occupata in quel lavoro. Io stavo zitto: niente di strano, sono uno che sta molto zitto. Ma lei no, lei aveva un sacco di cose da dirmi, di solito. Ne aveva una anche quel giorno: la stava rigirando in fondo al suo bicchiere di te`. Infine la disse. Fine dell`anestesia.
Forse e`stata colpa mia. Forse se fossi stato meno pirla... Forse, se.
Sono passati i mesi, sono successe un sacco di cose, e io sono ancora qui a rodermi coi se e coi forse. I forse, come i se, non migliorano e non peggiorano le cose. Le lasciano esattamente come stanno. Ma c`e`sempre un momento, giorno, sera o notte, che di colpo mi si fa quel vuoto dentro, e nel vuoto le domande. Lo so che non servono a niente. Ma sono fatto cosi`.


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