Brunella Gasperini. La rivoluzione sottovoce (qualche riga)

Il mio incontro con Brunella

Gi� a partire dall'esordio giornalistico su Novella, avvenuto in toni modesti e giudiziosi nel 1950, la Gasperini aveva guadagnato un consenso fedele e un po' esclusivo, che sarebbe cresciuto notevolmente nel giro di pochi anni - dopo la sua decisione di firmare un secondo contratto con la pi� dinamica Annabella. Le lettrici erano donne pi� o meno giovani, mediamente informate, nel cui profilo troviamo la voglia di verificare insieme - ma con la guida di un'esperta - i problemi dell'adolescenza, le difficolt� della vita matrimoniale, le prime forme di consapevolezza politica. Il sentimento ispirato da Brunella era fatto di stima e di familiariet�, quasi un'amicizia virtuale. Ci� che colp� le ragazze degli anni Sessanta (tra le quali annovero me stessa e le mie pi� intime amiche), fu l'impegno con cui la scrittrice, nella sua rubrica settimanale di lettere, trattava aspetti della vita che coinvolgevano noi tutte, senza distinzione - perch� in fondo erano semplici e quotidiani, anche se non ne avevamo mai discusso cos� apertamente. Non ho elementi per affermare che la posta di Brunella fosse seguita da tutte le lettrici della rivista; ma so con certezza che anche mia madre e mia nonna la consultavano con regolarit�. Era bello venire a conoscenza dei fatti altrui, che spesso rappresentavano un'anticipazione o una conferma dell'eterno destino femminile, e poco importava che la nostra curiosit� si fermasse l�, senza spingersi oltre la pagina del periodico. In fondo anche la nostra lettura aveva finalit� semplici, evasive, e della signora addetta alle risposte bastava conoscere il nome e il volto triangolare e un po' timido delle fotografie, coperto a met� dagli occhiali enormi che allora andavano di moda. E poich� fra quelle colonne dal titolo insospettabile (Il salotto di Brunella) si intravedeva una garbata sfumatura d'ironia, talmente godibile da mascherare la natura combattiva degli interventi, poteva sfuggire la tenacia cos� singolare di cui quella penna era dotata. Credo che in tale equivoco siano incorse molte lettrici: la fiera lucidit� della Gasperini, infatti, sarebbe stata riconosciuta molto pi� tardi, "a cose fatte", dopo che le sue idee ebbero la ventura di rivelarsi anticipatrici e vincenti. E' probabile che le vere istanze di Brunella, quelle pi� intimamente rivoluzionarie, fossero troppo avanzate per trovare subito un terreno favorevole, e che per questo sia prevalsa a lungo, di lei, un'immagine rassicurante; o forse era il nostro ascolto a non essere abbastanza ricettivo, come invece lo sarebbe stato negli anni a venire.

Marina Tommaso
Hosted by www.Geocities.ws

1