Antonio Montanari
IL PONTE 1987-96
  Indice del volume

1989.1.Vita della Chiesa
Il nuovo Vescovo, Mons. Mariano De Nicolò
"In attesa della notizia": l’appuntamento settimanale di mons. Tonini con i lettori del Ponte, ha questo titolo nel numero in edicola la mattina di venerdì 7 luglio. [1] E la "notizia", quella della nomina del nuovo Vescovo di Rimini, arriva il giorno dopo, alle 12 in Cattedrale, data dallo stesso mons. Tonini, in contemporanea con la Sala stampa del Vaticano.
Il Ponte prepara un numero speciale, interrompendo la prima sosta estiva: "Il suo nome è Mariano De Nicolò". Mons. Tonini ricorda nell’articolo di fondo la scelta di comunicare l’annuncio non "a un piccolo gruppo, com’è d’uso", ma convocando "l’intera comunità" in un "clima di preghiera". E sotto, Piergiorgio Terenzi scrive una breve panoramica sulla storia degli ultimi anni: "Caro Monsignore, noi siamo…".
Mons. De Nicolò, nato a Cattolica nel 1932, è stato ordinato sacerdote a ventitré anni. Dopo una breve esperienza pastorale in Diocesi, a San Martino di Riccione come Vicario cooperatore, nel ’59 è stato chiamato alla Curia romana, ricoprendo vari incarichi, ultimo dei quali è il sottosegretariato della Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Codice di Diritto canonico. Ha due fratelli sacerdoti, mons. Pier Giacomo, Nunzio Apostolico in Costa Rica, e mons. Paolo, Segretario della Biblioteca Apostolica Vaticana. [2]
Il 31 agosto mons. De Nicolò incontra a Bevagna in Umbria i sacerdoti responsabili della pastorale diocesana riminese, "all’insegna della sincerità e della chiarezza". [3] Il nuovo Vescovo fa il suo ingresso in Diocesi sabato 23 settembre. Alle 16 è accolto in piazza Cavour dal sindaco Massimo Conti che porge il saluto della città. Alle 17, in Duomo, la cerimonia di consacrazione. Per l’occasione, Il Ponte offre ai lettori due numeri speciali. Il primo, alla vigilia, si apre con il saluto di Mons. De Nicolò "alla Chiesa di Dio che è in Rimini", e con "l’abbraccio fraterno" di mons. Tonini. Il direttore dice "solo due parole": "Grazie e benvenuto". Il grazie va a mons. Tonini: il giornale ha con Lui "un debito di gratitudine particolare" per i suoi "pezzi attualissimi, puntuali, chiarificatori", che "arrivavano quasi sempre all’ultimo momento, procurando qualche patema d’animo alle dattilografe e agli impaginatori". Il benvenuto è rivolto a mons. De Nicolò: "L’augurio è un po’ generico e rischia di non esprimere molto, ma non ci vogliamo perdere in troppe parole di rito". [4] Il secondo numero speciale esce a colori, dedicato alla cerimonia di consacrazione: l’omelia è del Cardinale Rosario Josè Castillo Lara; sono presenti i Cardinali Achille Silvestrini e Luigi Dadaglio, i Nunzi apostolici mons. Celata, mons. Sambi e mons. Vegliò, i Vescovi di Cesena mons. Amaducci, di Faenza mons. Bertozzi, e di Urbino mons. Bianchi.
Mons. De Nicolò nel suo primo messaggio da Vescovo dice fra l’altro: "Desidero mantenere con tutti, quelli di dentro e quelli di fuori, un atteggiamento accogliente, dialogante, nella ricerca del vero, rispettoso e fiducioso. Per porre in pratica tutto ciò, ho bisogno di tutti: senza di voi, gregge affidatomi, non potrò esser Pastore". Racconta la cronaca: "La gente ascolta attenta, quasi a voler decifrare nei segni esterni e nelle prime parole la personalità e la figura del nuovo Vescovo. Piace subito il modo e la decisione del parlare, il volto è raggiante e cordiale". Domenica 24 settembre avviene l’ingresso di mons. De Nicolò nella Diocesi di San Marino-Montefeltro, con cerimonia a Pennabilli. [5]

Madre Elisabetta Renzi, Beata
Il 18 giugno è festa grande per la Diocesi: madre Elisabetta Renzi, fondatrice dell’Istituto delle Maestre Pie dell’Addolorata viene proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II, nella basilica di San Pietro affollata di fedeli riminesi guidati da mons. Tonini. [6]
"Nata nel 1786 e morta nel 1859 segna con la sua vita un periodo di non facile storia per la Romagna ove era nata a Saludecio (Diocesi di Rimini); ella passa soffrendo attraverso le vicende umane con la certezza dell’incontro finale col Cristo benedetto e la realizzazione della volontà divina nel suo pellegrinaggio in questa terra", scrive il Card. Ugo Poletti. [7]
Il Santo Padre così si esprime nell’Omelia della Beatificazione: "Si potrebbe dire che Elisabetta Renzi divenne fondatrice non tanto per una scelta, quanto perché una serie di circostanze la indussero e quasi la costrinsero a realizzare un’opera organica e stabile a vantaggio delle giovani, nella sua terra di Romagna", affrontando con "discernimento illuminato" le "enormi difficoltà" che talvolta anche "sorgevano all’interno della stessa comunità ecclesiale, non sempre aperta a riconoscere i mutamenti irreversibili intervenuti nella società e forse ancora legata in certi suoi uomini a nostalgie di un passato ormai definitivamente tramontato". [8]
Con la proclamazione della nostra Beata, commenta mons. Tonini, il Santo Padre "non ha prestato alle altre Chiese un nostro "prodotto locale": ha semplicemente fatto conoscere, con l’autorità del Magistero Supremo, quel che lo Spirito del Signore ha operato nell’unica Chiesa vivente in Rimini". [9] Angelo Montonati, biografo della Beata, osserva: Elisabetta Renzi ha lasciato "l’eredità di un progetto di vita destinato a durare nel tempo. Oggi le Maestre Pie dell’Addolorata sono presenti, in piena fedeltà al carisma della fondatrice, non soltanto in Italia e San Marino, ma anche negli Stati Uniti, nel Messico, in Brasile, in Bangladesh, dovunque ci sia della gioventù povera, emarginata, da recuperare ad una migliore qualità di vita e alla fede cristiana". Piergiorgio Grassi si sofferma sull’attività pedagogica di Elisabetta Renzi e sul ruolo educativo svolto ancor oggi dalla comunità delle Maestre Pie. [10]

Giornata della solidarietà
Il 5 marzo viene celebrata la Giornata della solidarietà con il mondo del lavoro. In una pagina speciale su «Lavoro e giovani ai margini della socialità» [11], don Luigi Tiberti si sofferma sui problemi dei ragazzi senza preparazione professionale, con difficoltà esistenziali, disoccupati ed handicappati, spiegando il relativo Magistero della Chiesa. Andrea Cecchini compie un «breve viaggio tra le iniziative in favore dei disoccupati - più o meno giovani», segnalando le varie forme di assistenza attuate dal Centro Lech Walesa, dalle Acli e dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
L'Assemblea pastorale del 4 maggio si sofferma su «turismo tra consumo e solidarietà», come dice il titolo del servizio che la presenta con le parole di mons. Tonini: «Non si tratta di ripetere antiche ed inutili chiacchiere; vogliamo piuttosto 'guardare dentro la realtà' pronti a chiamare le cose con il loro nome al solo scopo di suscitare consapevolezza dove altri chiudono gli occhi, e dare obiettivi e motivazioni impegnative a chi possiede ancora quel tanto di speranza da spingere al coraggio della testimonianza, della corresponsabilità e della sete di giustizia a favore dei più deboli, che restano i primi fra i fratelli».
All'Assemblea, mons. Tonini ammonisce, ricordando anche la tragedia del porto di Ravenna del 13 marzo '87: «Bisogna che nelle nostre chiese alziamo la voce contro queste ingiustizie che calpestano la dignità del lavoratore. I giovani vanno aiutati a dare dignità a se stessi. Il meglio delle nostre cure pastorali lo diamo agli studenti. Quelli che vanno a lavorare sono abbandonati dalle nostre parrocchie». [12]
Il documento dell'Episcopato italiano su «Sviluppo nella solidarietà - Chiesa italiana e Mezzogiorno» del 26 ottobre, suscita grande interesse. Dopo un'intervista a mons. Luigi Pignatiello, portavoce dell'Arcivescovo di Napoli, Il Ponte pubblica una pagina con i commenti locali. [13] Il tema della solidarietà nei confronti dei lavoratori stranieri, viene affrontato da mons. Giovanni Nervo, responsabile dell'Ufficio Cei per i rapporti Chiesa-territorio, che sottolinea: per gli immigrati appena giunti in Italia, «da Rimini a Villa Literno, l'unico tetto a portata di mano è quello delle associazioni cattoliche». [14]

Catechesi
Il 12 novembre si svolge un Convegno diocesano su «Catechesi e famiglia: camminiamo insieme», con lo scopo di «aiutare i catechisti a conoscere la realtà della famiglia nella società attuale», individuare le strade per «coinvolgere le famiglie nella catechesi dei figli», e riflettere sui modi in cui la catechesi può essere presente nelle cosiddette 'famiglie irregolari'. [15]
Il 28 ottobre a Roma in San Giovanni in Laterano viene ordinato diacono Guido Benzi. [16]

[1] Cfr. Mons. E. Tonini, In attesa della notizia, n. 26, 9/7/89. Cfr. pure la nota di mons. Tonini, Io Vescovo a cuore aperto, n. 7, 19/2/89.
[2] Cfr. il n. 27, 16/7/89.
[3] Cfr. P. G. Farina, Vescovo: i primi orientamenti, n. 33, 10/9/89.
[4] Cfr. il n. 34, 24/9/89. Cfr. pure mons. E. Tonini, Chi consacrerà mons. Mariano, n. 28, 23/7/89.
[5] Cfr. il n. 35, 1/10/89. La cronaca cit. è di Giov. Tonelli, Fra il popolo in festa.
[6] Cfr. madre L. Falsetti, Elisabetta Renzi, n. 14, 16/4/89; mons. E. Tonini, Madre Renzi, n. 15, 23/4/89; Madre Elisabetta Renzi è Beata, inserto, n. 23, 18/6/89; pagina speciale di cronaca, n. 24, 25/6/89; Omelia del Papa, n. 25, 2/7/89; e sr. Rina Della Bartola, Con Elisabetta verso Cristo, n. 44, 3/12/89. Il Ponte dedica all’evento servizi e pagine speciali in vari numeri.
[7] Cfr. Card. U. Poletti, Elisabetta, attuale nell’amore, n. 23, 18/6/89.
[8] Cfr. nel cit. n. 25, 2/7/89.
[9] Cfr. Mons. E. Tonini, Riminese ma "Beata" per la Chiesa Universale, n. 24, 25/6/89.
[10] Cfr. A. Montonati, Elisabetta e l’imprevisto; e P. Grassi, Le intuizioni di una grande educatrice, n. 23, 18/6/89.
[11] Cfr. nel n. 9, 5/3/89.
[12] Cfr. Turismo tra consumo e solidarietà, n. 16, 30/4/89; e R. Gradara, Il turista sacro e il cameriere spezzato, n. 18, 14/5/89. Nello stesso n. 18, cfr. R. Gradara, Dal sangue di Chico Mendez nascono nuovi testimoni (intervista a dom Moachir Grechi, Vescovo degli Indios dell’Amazzonia).
[13] Cfr. [SIR], Nord-Sud: comunione o divisione?, n. 40, 5/11/89; C. Pasquini, Sviluppo incompiuto e nuova solidarietà, n. 41, 12/11/89: qui appare anche una sintesi del documento dell’Episcopato italiano.
[14] Cfr. F. Meloni, Con quella faccia da straniero, n. 40, 5/11/89. Sulle iniziative riminesi di solidarietà, cfr. i servizi di L. Ricci: Vicolo Gomma numero 75, il portone della speranza, n. 39, 29/10/89, e Scuola d’Italiano per diventare "vuoi comprare", n. 40, 5/11/89. Sul tema dell’immigrazione, si veda anche nel capitolo "Società" 1989.
[15] Cfr. T. Giungi, Catechesi e famiglia: camminiamo insieme, n. 40, 5/11/89.
[16] Cfr. lo scritto autobiografico di don G. Benzi nel n. 39, 29/10.89.

1989.2.SOCIETA’
La mucillagine
"Otto luglio: la presa della battigia". Nella consueta pagina riassuntiva di fine anno, appare questo titolo che richiama uno dei momenti più drammatici vissuti dal turismo romagnolo dal Dopoguerra. La mucillagine ricopre il mare, che sembra morto, "come dicevano ‘vecchi’ riminesi sul molo, osservando uno spettacolo obiettivamente molto triste".
Il ministro della Sanità, Carlo Donat-Cattin, sconsiglia il bagno a chi ha "abrasioni sul corpo", e a chi è affetto da "debilitazione fisiologica o patologica". I quotidiani sono più allarmistici: attenti a non bere acqua di mare, può provocare gastroenteriti; oltre ai malati, non s’immergano neppure vecchi e bambini. Il governo stanzia 1.355 miliardi per combattere le alghe.
Sabato 15 luglio piove a dirotto: l’A14 è intasata di auto di turisti che scendono verso la costa. "Rimini deserta, fugge anche il marocchino", annuncia invece La Stampa. Il Corriere della Sera parla di una "silenziosa Caporetto con ribrezzo". Repubblica va controcorrente: le "spiagge sono affollate. Non come prima, ma neanche come se tutto fosse perduto".
Davanti al Grand Hotel la protesta dei sindacati, il 20 luglio, raccoglie soltanto duecento persone, secondo Giorno e Corriere della Sera. Per l’Unità, "alla giornata dedicata al mare in coma non è voluto mancare nessuno". Grandi assenti albergatori e commercianti. Osserva La Stampa che alla manifestazione c’erano cartelli contro le piscine invocate dai commercianti, in una precedente protesta, come salvezza dell’economia turistica.
Al ‘partito delle piscine’ aderisce anche l’assessore regionale al turismo, Giuseppe Chicchi, che ne chiede ben centocinquanta, da realizzare in pochi mesi. La CGIL regionale gli risponde: "Di cemento sulla Riviera ce n’è fin troppo". È contrario anche il ministro del Turismo, Franco Carraro. Tonino Guerra le rifiuta perché le piscine "chiudono ogni via all’immaginazione"; e propone una rivoluzione marina: "Buttiamo giù le case e gli alberghi brutti, facciamo che i boschi tornino sino all’acqua".
Per gli interventi statali si teme che l’emergenza delle alghe si trasformi in "una grande abbuffata" di denaro pubblico. L’on. Occhetto ipotizza che con i soldi per le alghe possano arrivare quella malavita e quella mafia che, secondo i comunisti riminesi (vedi il dossier del 1988), sono già presenti sulla Riviera. Alla Camera il 27 luglio, per il decreto dei 1.355 miliardi, manca il numero legale: "Non è stato uno spettacolo edificante", scrive Miriam Mafai su Repubblica, registrando assenze nella maggioranza, tra democristiani e socialisti. [1§]
Una riflessione di mons. Tonini, quanto mai apportuna, chiarisce: "Parlare di "ira di Dio", come ha scritto qualche giornale facendomi dire che io avrei invitato a chiedere "perdono per i peccati di Rimini", è un po’ troppo. Non di "ira di Dio" io ho parlato, ma di responsabilità degli uomini, in aggiunta alle cause naturali, non ancora ben chiarite". [2]
Il Luneri di Smebar aveva iniziato l’anno con i classici versi di Tommaso Piazza: "Dimpartott l’inquinament: povar péss, povar bagnent…!". L’astrologo per una volta aveva visto giusto.
La mucillagine è l’ultimo aspetto di una crisi di identità del nostro turismo, covata negli ultimi anni. Prima c’è stata "la crociata contro l’immigrazione africana": Rimini è la città più cattiva d’Italia, dicono alcuni senegalesi. Poi è venuto il rifiuto di ospiti handicappati, assieme alla caccia (a Riccione) ai giovani saccopelisti. Adesso si aggiungono altri mali. Per ferragosto, il Corriere della Sera intitola: "A Rimini va in scena la follia". L’agenzia giornalistica Ansa dirama una notizia che parla di 994 feriti nella ‘guerra dei gavettoni’. Repubblica descrive "l’ora dei nuovi vandali", giovani sotto i trent’anni calati in Riviera come barbari: "È rissa continua", con bar devastati, incidenti, piccole violenze alle ragazze.
L’industria turistica ha un affanno più vecchio della mucillagine: "La politica del divertimentificio, l’americanizzazione di Rimini voluta anni fa dagli slogan pubblicitari ufficiali, hanno presentato un’immagine della costa in cui il turismo consueto appariva un reperto da museo archeologico". Adesso, tutto quanto può accadere di negativo "allontana, nei resoconti dei grandi giornali, il quadro di una vacanza tranquilla". L’estate ‘esagerata’ fatta di rumore e pienoni per sette giorni o giù di lì, fa traballare l’economia balneare. [3]
Come reagisce Rimini alla ‘crisi’? È una città ignorante in cui contano solo i soldi, secondo Piero Meldini: "Qui c’è una tradizione antica di distruzione delle opere d’arte". Il passato non conta. La "negazione della propria identità storica" è il suo punto di forza. La mostra sui codici gambalunghiani ha avuto a Parigi in dieci giorni il quadruplo dei visitatori riminesi per sessanta giorni. Quello che accade oggi, è "la conseguenza di tale mentalità". Rimini dovrebbe prender atto della nuova situazione di crisi, e puntare verso "una parziale deturistizzazione". [4]
"La nostra economia turistica è entrata in crisi non solo per le alghe", dice a dicembre Giuseppe Gemmani, in un bilancio da presidente della Cassa di Risparmio riminese. Manca la volontà di rinnovarsi, come sostiene da tempo Sergio Zavoli: "Non è un problema di soldi, ma di idee, di cultura. I finanziamenti ci sono". La radiografia di Gemmani, osserva Il Ponte, è impietosa: "L’importante adesso è vedere come si reagirà alla tirata d’orecchie di Gemmani, dietro alla quale ci sono anche problemi di solidarietà sociale", mentre "sta in agguato la mentalità da "lega lombarda" che recita versetti vagamente diabolici intinti nella penna del razzismo e di ideologie che malamente mascherano le loro origini in fenomeni politici che l’Europa ha già visto sorgere, e tramontare dopo tanti dolori e lutti". [5]
La Regione promette un "premio urbanistico" agli alberghi che chiudono bottega, ed un aiuto economico a quelli che si rinnovano. Nel Circondario, l’andamento economico nei primi mesi dell’anno già segnala che "il turismo invecchia ed indietreggia", mentre l’industria avanza verso nuovi mercati. Calano voli e passeggeri all’areoporto di Miramare, che lavorerà solo di giorno: cento posti di lavoro sono in pericolo. Ma, come dice il titolo di un servizio di Marco Forcellini, "morto un modello" turistico, "si parla d’altro". [6]

Il pentapartito
Il 1989 è anche l’anno della ‘rivoluzione’ a palazzo Garampi. Il sindaco Massimo Conti mette alla porta il partito comunista, antico alleato, sostituendolo con la Dc. È l’alba del 13 giugno, Sant’Antonio (per dirla alla Vittorio Gorresio). Le ostilità erano cominciate da tempo. A gennaio Sergio Gambini (segretario locale del Pci), aveva detto che a Rimini la politica era "drogata: ciascuno corre per sé, nessuno per tutti". Sanese gli aveva risposto che la classe dirigente comunista rendeva impossibile il confronto "aperto a tutti". Interveniva il Carlino con una domanda a Gambini: "Come ha fatto questa ‘isola felice’ degli anni ’70, per merito del Pci, a trasformarsi nell’isola del disastri degli anni ’80, per colpa altrui"? [7]
Si sono poi svolti i congressi cittadini della Dc e del Pci. Enrico Ortalli ha ceduto la segreteria democristiana a Massimo Pasquinelli. [8] In casa comunista, mentre a livello locale Gambini "presentava le sue avances al Garofano, a Roma Craxi ed Occhetto litigavano di brutto". Al di là di formule e concetti congressuali, il Pci cercava la strada per riconquistare la poltrona del sindaco. [9]
Il 10 aprile, su due progetti edilizi per Rivazzurra e Coriano, comincia a traballare la Giunta. Il sindaco Conti chiede una pausa di "riflessione". Il Carlino pronuncia la fatidica parola "crisi", che Gambini rifiuta in nome degli accordi di programma, accusando De Michelis di essere il regista di tutta l’operazione. Per Conti "indietro non si torna". Sergio De Sio (capogruppo Dc) parla di "appuntamento epocale". Il 26 aprile sindaco e Giunta si dimettono. [10] Quando ormai si profila chiaramente il pentapartito, Pasquinelli dice: il Pci è isolato sul piano culturale. Il segretario socialista Tommaso Berti accusa i comunisti di una gestione "muscolare" della crisi. Gambini si difende: "Se Psi e Dc volessero provarci davvero, noi sviluperemmo la nostra opposizione in modo fermo e propositivo", per "uscire dallo stallo". [11]
Piero Meldini, un comunista con il gusto dell’andar controcorrente, sul Carlino attacca tutti, vecchie o nuove maggioranze e relative opposizioni: "Litigare in pubblico e accomodarsi in privato: questa paludosa pratica ha finito per svuotare di significato le sedi istituzionali e innescato processi di schietto sapore oligarchico". In città si diffonde la "sindrome Meldini" che ha dichiarato: "Mi vergogno di essere chiamato comunista". [12]
Tra gli eventi politici riminesi dell’anno, da ricordare la visita di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che il 27 febbraio parla al Centro Bachelet, introdotto da mons. Tonini. [13]
Alle elezioni europee del 18 giugno, la Dc è stazionaria in confronto alle precedenti europee del 1984 ed alle politiche del 1987 (rispettivamente -0,17 e -0,57%). In calo sul dato europeo (-6,83%), il Pci si conferma in quello del 1987 (+0,37). Il Psi avanza su entrambi i fronti (+4,03 e +1,03). I risultati vengono letti anche in chiave ‘riminese’. Roberto Piva (Dc) pensa alle urne del ’90: "Se i dati rimarranno questi, il pentapartito non c’è", pur avvertendo che è "un po’ avventato" voler modellare il voto europeo sulla città. [14]

La scomparsa di Zaccagnini
Il 5 novembre muore l’on. Benigno Zaccagnini, per infarto cardiaco. Così lo ricorda sul Ponte l’amico sen. Armando Foschi: "Sono rimasto sempre ammirato della sua grande umanità, limpidezza morale e disponibilità verso la nostra gente, soprattutto quella più umile". E Pasquinelli: "In Zaccagnini colpiva la semplicità della fede cristiana vissuta nella vita politica con molta integrità". Come "uomo di incredibile onestà e umanità", lo descrive anche il sen. Francesco Alici (Pci), che fu il primo a dargli la notizia del sequestro di Aldo Moro e dell’uccisione della sua scorta. [15]
Lo storico Piergiorgio Grassi colloca la figura di Zaccagnini nel contesto sociale, inquieto e drammatico, in cui ebbe a svolgere il suo ruolo di leader politico, consapevole "della presenza, nella storia degli uomini, dell’immane forza del negativo, o se si vuole, del peccato". [16]

Il "Gigante" al Meeting
"Dopo che l’abbraccio coi socialisti" nel 1988 "aveva suscitato un vespaio di polemiche", l’edizione di quest’anno veniva immaginata "all’insegna del ritorno alla tranquillità". Ma non sempre è andata così. Sul versante laico e politico degli incontri del Meeting, tiene la scena un ‘libro bianco’ intitolato Il Gigante e la Cascina, "scritto e voluto fortemente dalla componente romana (quella vicina al Sabato e a Sbardella, per intenderci)", che "si è rivelato un autentico boomerang". Comunione e Liberazione si dissocia dall’iniziativa, chiedendo scusa "a De Mita e a Cossiga, attaccati nel pamphlet per aver favorito il partito comunista e la sua politica". [17]
Ai lavori del Meeting interviene anche Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, poi presente alle Giornate del Pio Manzù, dedicate al tema dei rapporti tra Paesi ricchi e Paesi poveri. [18]

Lavoro ed economia
Sono 8.700 i senza lavoro nella Circoscrizione di Rimini, secondo dati dell’Ufficio di collocamento: il 45% ha un’età superiore ai trent’anni, mentre il 39% l’ha inferiore ai venticinque. Nel corso del 1988 si sono registrati nove incidenti mortali sul lavoro. Fra i settori più colpiti, c’è l’edilizia. [19]
"Mentre il presidente degli albergatori Mario Fabbri lancia ai suoi associati l’appello a non pagare le tasse in segno di protesta contro la politica dello Stato in materia di turismo, Democrazia Proletaria di Rimini denuncia… le denunce dei redditi alla magistratura. In città, ci sono 65 contribuenti che dichiarano cifre inattendibili. Non lo diciamo noi, sostiene DP, ma lo ha dichiarato Diego De Podestà, presidente del Consiglio tributario di Rimini".
Il Carlino obietta: si tratta "di materia opportuna per una indagine giudiziaria o è piutosto terreno di confronto politico sul quale i partiti preferiscono non spingersi?". Intanto la Finanza ha scoperto nel circondario riminese, per i primi nove mesi dell’anno, un’evasione di 15 miliardi dovuti al fisco per le imposte dirette, e di mezzo miliardo di Iva non dichiarata.
I riminesi più ricchi sono soltanto quattro: il notaio Alberto Ricci, l’industriale Alfredo Giovannini, il dirigente Arturo Sartorio Menghi ed il commerciante di legnami Cesare Zangheri. [20]
Con l’assessore Antonio Semprini (Psdi), i Vigili urbani creano i "pattuglioni" contro "microcriminalità ed abusivismo": l’obiettivo, sono i vuccumprà senegalesi. Don Oreste Benzi commenta: è ingiusto mettere sullo stesso piano la piccola criminalità e i terzomondiali. Il direttore della Confcommercio, Attilio Battarra spiega: "Non credo che sia giusta una solidarietà che permette ad un elevato numero di immigrati di entrare in Italia, per poi gettarli sulla strada, costringendoli ad esercitare un lavoro abusivo per vivere. Bisognerebbe invece operare perché queste professioni abusive diventino mestieri regolari". I senegalesi protestano contro il razzismo il 17 agosto, davanti a palazzo Garampi, definendo Rimini "la città più cattiva d’Italia". [21]
Intanto in tutt’Italia "Cipputi arriva dall’Africa", come titola La Stampa del 18 aprile. (Cipputi è il metalmeccanico, ideato dal disegnatore Francesco Altan nel 1976, il cui cognome è diventato sinonimo di operaio, "tuta blu".) A Roma la Comunità di Sant’Egidio organizza un convegno sul futuro dell’Europa, tra immigrazione e razzismo. Il Ponte ne riferisce sotto il titolo: "Saremo invasi dal Sud del mondo. Ma forse sarà un bene". [22]

Cadono altri due F104
L’anno si chiude con una nuova disgrazia aerea: a Fasseta di Piana Acquadito sul monte Carpegna, il 27 dicembre, cadono due F104 di base a Miramare, pilotati da Claudio Lodovisi (28 anni) e Michele Burlamacchi (23). È il terzo incidente del 1989 in cui in Italia sono stati coinvolti gli F104, con un totale di quattro vittime. Dopo la disgrazia di Carpegna, a Miramare "volano le polemiche". Sotto accusa sono gli F104. L’on. Stelio De Carolis, sottosegretario alla Difesa, sostiene che tali aerei non sono pericolosi: "Le statistiche dicono che si verificano avarie molto raramente". Un pilota di F104, intervistato dalla Stampa, dichiara: gli errori che sugli altri aerei sono recuperabili, diventano problematici con questo tipo di macchina. [23]
Nel 1990, si registrerà un’altra disgrazia tra i militari del V Stormo di Miramare: il col. Gianni Marrone (46 anni) muore nel tentativo di dirigere il suo aereo impazzito in una zona disabitata, nei pressi di San Benedetto del Tronto. [24]

[1] Cfr. le pagine speciali della Settimana, intitolate L’89 è andato anche così, ed apparse sul n. 47, Natale 1989. Per i singoli servizi, cfr. A. Montanari, Mare in vendetta; L. Mari, I giorni neri dell’alga, n. 28, 23/7; Id., I guai del mare: dopo l’alga, una cattiva ‘stampa’; L. Sedioli, Se l’89 è nero come sarà il ’90?, n. 29, 30/7/89; E. Rotelli, Turismo, dalla padella nella piscina, n. 30, 6/8/89; L. Mari, Profondo rosso per i bilanci turistici, n. 30, 6/8/89; Id., Fatti d’agosto, n. 31, 27/8/89. Cfr. pure A. Montanari, Turismo: come perdere la faccia, n. 31, 27/8/89; L. Mari, Un’altalena sul mare: "Adriatico superpulito", n. 32, 10/9/89. Sulla manifestazione sindacale, cfr. l’opinione di A. Montanari, Se il sindacato boccheggia…, n. 29, 30/7/89.
[2] Cfr. Mons. E. Tonini, Alghe: non ira di Dio, ma responsabilità degli uomini, n. 30, 6/8/89. Mons. Tonini si riferisce all’omelia pronunciata alla tradizionale "festa del mare" di Rimini.
[3] Cfr. A. Montanari, Turismo, come perdere la faccia, n. 31, 27/8/89.
[4] Cfr. L. Mari, Riviera: per restare a galla, n. 33, 10/9/89.
[5] Cfr. L. Mari, "Una Riviera di succhiaruote", e Id., Gemmani tira le orecchie ad un’economia sorda, n. 46, 17/12/89. Cfr. pure M. T. Siboni e P. P. Tagliani, Il turismo, l’economia e l’ingegner Gemmani, n. 1, 7/1/90.
[6] Cfr. Il turismo invecchia e indietreggia, n. 39, 15/10/89; G. Gentili, Charter in picchiata: cento posti di lavoro in pericolo, n. 22/10/89; Id., L’aeroporto a letto con le galline, n. 39, 29/10/89; M. Forcellini, Turismo: morto un modello si parla d’altro, n. 37, 15/10/89.
[7] Cfr. M. Marziani, Il pentapartito ha fatto 13 (giugno), n. 23, 18/6/89; La Settimana, n. 4, 29/1/89, e n. 5, 5/2/89 .
[8] Cfr. F. Succi, Ortalli lascia, Pasquinelli raddoppia, n. 11, 19/3/89. Pasquinelli ad ottobre rilascerà alla redazione del Ponte una lunga intervista, sottolineando l’intenzione del suo partito di "porre i cittadini nella possibilità di governarsi, di avere delle responsabilità dirette": cfr. "La mia Dc nella Rimini del ’90", n. 41, 12/11/89.
[9] Cfr. A. Montanari, Operazione restauro per il "nuovo Pci"; e F. Succi, Dalla base una richiesta di rinnovamento, n. 10, 12/3/89.
[10] Cfr. M. Marziani, Passa De Michelis, balla la giunta, n. 14, 16/4/89; Id., Conchiglie o poveracce, n. 17, 7/5/89; Id., Non è più rossa la sala Ressi, n. 17, 7/5/89; Id., Verso la Giunta del 20%?, n. 18, 14/5/89; Id., Crisi comunale: i Conti tornano, n. 20, 28/5/89; Id., L’ammutinamento di palazzo Garampi, n. 21, 4/6/89; A. Montanari, Cronaca di una crisi annunciata, n. 15, 23/4/89; Id., Conti: "Indietro non si torna", n. 16, 30/4/89.
[11] Cfr. M. Marziani, La crisi comunale di Rimini, secondo i partiti, n. 22, 11/6/89.
[12] Cfr. A. Montanari, Rimini-Bologna, via emiliana della crisi Pci, n. 22, 11/6/89; e Tama, S.R.B., n. 46, 17/12/89. In altra occasione Meldini definisce Rimini "città superficiale e distratta, abituata a dimenticare i problemi seri infilandosi nella prima boutique e nella prima discoteca" (cfr. A. M., Rimini fa ’90, n. 17, 7/5/89).
[13] Cfr. Giorgio. Tonelli, Leoluca Orlando, l’ambasciatore dell’altra politica, n. 7, 19/2/89; Orlando a Rimini, n. 8, 26/2/89; F. Succi, Il perché di un invito, N. Vara, La primavera dei movimenti nell’inferno di Palermo, Giorgio Tonelli, Chi è L. Orlando, n. 8, 26/2/89; Id., Orlando, sindaco ‘anomalo’, n. 9, 5/3/89; mons. E. Tonini, Verso le grandi sfide del Duemila, Dopo l’incontro col sindaco Orlando, n. 10, 12/3/89.
[14] Cfr. il documento dei Vescovi della CEE su rispetto delle minoranze, lotta all’emarginazione e solidarietà per lo sviluppo, I valori per l’Europa, n. 22, 11/6/89. Sui risultati elettorali, cfr. M. Marziani, Felici e perdenti, n. 24, 25/6/89.
[15] Cfr. E. Facondini, Foschi e Alici raccontano l’amico Zaccagnini, n. 41, 12/11/89.
[16] Cfr. L. Casadei, Era un vero leader, non solo l’"onesto Zac", n. 42, 19/11/89.
[17] Cfr. Giov. Tonelli, Le polemiche sul "Gigante" oscurano il vero Meeting, n. 32, 3/9/89.
[18] Cfr. D. Fagnani, Il Pio Manzù scopre il Sud del mondo, n. 36, 8/10/89; e E. Gorini, Il cactus, l’orchidea e il "papavero rosso", n. 38, 22/10/89.
[19] Cfr. F. Pepoli, E quasi la metà dei disoccupati ha più di 30 anni, n. 2, 15/1/89; M. Mainardi, Mestieri a rischio e prevenzione, n. 3, 22/1/89.
[20] Cfr. L. Mari, Sono solo 65 gli evasori fiscali?, n. 41, 12/11/89; Id., la finanza controlla e multa gli evasori, n. 42, 19/11/89.
[21] Cfr. M. Marziani, La campagna d’Africa del "pattuglione", n. 26, 9/7/89; Id., Commercianti, brava gente, n. 33, 10/9/89; Id., Dagli all’untore di colore, n. 31, 27/8/89. Cfr. pure: Extracomunitari, necessaria una risposta politica, n. 33, 10/9/89 (è l’intervista al vicepresidente nazionale della Caritas, don Bruno Frediani).
[22] Cfr. A. Montanari, Cipputi arriva dall’Africa, n. 16, 30/4/89; il pezzo sul convegno della Comunità di Sant’Egidio è nel n. 17, 7/5/89.
[23] Cfr. L. Mari, La strage continua, n. 1, 7/1/90; La Settimana, n. 2, 14/1/90, e qui G. Gentili, "La macchina non ha colpa", dove si legge, a proposito della pericolosità della pista di Miramare, che non va colpevolizzato l’aeroporto, ma l’"imbecillità di pseudopolitici" che hanno fatto costruire attorno alla stessa struttura militare. Circa il "rischio atomico" a Miramare, cfr. Missili in Giardino, La Settimana, n. 17, 13/5/90.
[24] Cfr. La Settimana, n. 20, 3/6/90.

1989.3.Cultura
40 anni di Sagra Malatestiana

Nata nel 1950, con l’impresario bolognese Carlo Alberto Cappelli, per celebrare i quattrocento anni della costruzione del Tempio progettato da Leon Battista Alberti, e la restituzione dello splendido monumento al culto dopo i lunghi restauri per riparare i danni provocati dagli eventi bellici [1], la Sagra Musicale Malatestiana festeggia la quarantesima edizione con "un ritorno alle origini" che detta un cartellone "più attento al repertorio sacro". Ma non mancano pezzi profani, come "un brano semisconosciuto, Francesca da Rimini", musica di Rachmaninov su libretto di Modest Cjakosvskij. [2]
Altro genere di musica. Manlio Masini racconta: "Il festival di San Remo: un’idea rubata a Rimini". È un capitolo in anteprima del suo libro Estate in camicia nera, in cui ricostruisce le vicende turistiche, politiche e mondane della nostra città durante il Ventennio. [3] Il festival della canzone riminese nacque il 15 agosto 1936, giorno in cui il duce fu a Rimini con donna Rachele per dare il primo colpo di piccone ai lavori di isolamento dell’arco d’Augusto. [4]

Piazza Ferrari, museo all’aperto
Durante i lavori di sistemazione di piazza Ferrari, vengono alla luce resti di età imperiale: si tratta di un "rinvenimento importante dal punto di vista archeologico, storico ed urbanistico", dichiara al Ponte Anna Graziosi Ripa, studiosa di Archeologia, facendo rilevare che si potrebbero conservare in loco le strutture ed i mosaici, creando una specie di museo all’aperto. In passato, le scoperte di simili testimonianze sono state sempre sacrificate "alla necessità di ricostruire". Questa è invece "un’occasione veramente rara", per offrire al pubblico "un angolo di una casa antica, assai più suggestivo ed interessante della più perfetta ricostruzione museale". [5]
Pier Giorgio Pasini scrive una serie di articoli intitolati "Passeggiate riminesi fra Rubicone e Conca", e divisi in tre sezioni: itinerari antoniani, stemmi e insegne, tesori perduti. [6] Altri servizi a puntate del Ponte, riguardano invece la storia più recente: in Rimini ieri ci si occupa delle cronache del 1939 e del 1946 [7], confluite poi in un volume (dallo stesso titolo), offerto agli abbonati, assieme ad un altro libro del Ponte, scritto da Renzo Gradara: Dalla stalla alla fabbrica. Con I giorni dell’ira si esamina il periodo di guerra più drammatico vissuto nel Riminese e a San Marino, tra settembre ’43 e settembre ’44. [8]

Libri e mostre
Una nuova Storia illustrata di Rimini, a più mani sotto la direzione di Angelo Turchini e Piero Meldini, in uscita a dispense settimanali, viene presentata da Renato Zangheri e Sergio Zavoli. Ferruccio Farina pubblica L’estate della grafica, Manifesti e pubblicità della Riviera di Romagna, 1893-1943. Franco Bartolotti raccoglie in Medaglie e decorazioni di PIO IX il frutto di molti anni di "lavoro fortunato" e conclude un’impresa finora non riuscita a nessuno. Don Ciro Macrelli nelle quasi mille pagine di testo dei Personaggi del giorno, compila oltre cinquecento ritratti organizzati secondo la data di nascita. [9]
Giampaolo Proni pubblica Il caso del computer Asia, ove si ipotizza la realizzazione di un computer intelligente. [10] Amedeo Montemaggi riscopre come studioso di glottologia il giornalista Carlo Granaroli, antico corrispondente riminese de L’Avvenire d’Italia. [11]
Alcune mostre d’arte che si svolgono in città, riguardano vari momenti e diversi argomenti: la maiolica del XVI secolo, il porto e la marineria di Rimini, la pittura di Nicolosa Rastelli, le foto di Nando Rossi. [12]

Teatro
Mentre la stagione al Novelli suscita qualche perplessità per le sue "occasioni mancate", a causa di proposte "del tutto inefficaci e deludenti", applausi vanno a due artisti ‘leggeri’ che si esibiscono alla Festa del non compleanno: Daniele Luttazzi e Paolo Cananzi; e a Luigi Casadei, di professione medico, vincitore a Bologna del premio "la Zanzara d’oro" riservato ai comici emergenti, conquistato nel 1988 da Luttazzi. Nelle commedie dialettali continua a mietere successi Corrado Albani detto Pumidòr, dal nome di uno dei personaggi più noti da lui interpretati. [13]

[1] Cfr. L. Silvestrini, Un secolo di vita balneare al lido di Rimini, Garattoni, Rimini, 1965, pp. 283-284.
[2] Cfr. G. Vannoni, Per un ritorno alle origini, solo musica sacra, n. 34, 24/9/89.
[3] È il titolo dell’articolo, apparso nel n. 10, 12/3/89. Sul volume di Masini, cfr. A. Montanari, La stagione ‘nera’ del Ventennio, n. 36, 8/10/89.
[4] Cfr. A. Montanari, Non eran solo canzonette, n. 12, Pasqua 1989.
[5] Cfr. Resti di età imperiale sotto piazza Ferrari, n. 29, 30/7/89. In tema di archeologia, cfr. pure D. Scarpellini, Don Giorgio Franchini, archeologo al Compito, n. 29, 30/7/89.
[6] I cinque itinerari antoniani sono apparsi nei nn. 22, 11/6/89; 23, 18/6; 24, 25/6; 25, 2/7; 27, 9/7. Le dieci parti su stemmi ed insegne si trovano nei nn. 28, 23/7; 29, 30/7; 30, , 6/8; 31, 27/8; 32, 3/9; 33, 10/9; 34, 24/9; 35, 1.10; 36, 8/10; 37, 15/10. La prima puntata dei tesori perduti è nel n. 40, 5/11.
[7] Le puntate sul 1939 appaiono nei nn. 33, 10/9/89; 34, 24/9; 35, 1/10. Quelle sul 1946 si trovano nei nn. 1, 8/1/89; 2, 15/1; 13, 9/4; 14, 16/4; 15, 23/4; 16, 30/4; 17, 7/5; 18, 14/5. Escono anche altre due pagine speciali di Rimini ieri, sui Tre Martiri (n. 30, 6/8) e sull’arresto del fascista repubblichino Paolo Tacchi nel 1945 a Padova (intervista esclusiva al gen. Carlo Capanna, n. 39, 29/10). La puntata dedicata al 1940 è nel n. 23, 24/6/90. Rimini ieri (articoli e libro) sono di A. Montanari. (La parte relativa al 1945, è già stata segnalata nella "Cultura" 1988). Sul libro, intitolato Rimini ieri, Dalla caduta del fascismo alla Repubblica, 1943-1946, cfr. G. Tonelli, Solidarietà ed ipocrisia fra le macerie della città morta, n. 45, 10/12/89. Cfr. pure M. Masini, Dal passato la forza per guardare al futuro, n. 20, 3/6/90. Un’anteprima del libro di R. Gradara è nel n. 19, 21/5/89, nella pagina speciale intitolata come il volume. Sui due libri offerti agli abbonati, cfr. il paginone Il Ponte e a capo, n. 43, 26/11/89.
[8] Le prime due puntate sono nei nn. 44, 3/12/89; e 46, 17/12. Anche I giorni dell’ira sono di A. Montanari. Il seguito appare nel 1990 (puntate 3/13, nn. 1, 7/1; 8, 4/3; 10, 18/3; 12, 1/4; 15, 29/4; 18, 20/5; 21, 10/6; 27, 29/7; 33, 30/9; 36, 21/10; 38, 4/11; 41, 25/11; 43, 9/12) e nel 1991 (puntate 14/19, nn. 1, 6/1; n. 5, 3/2; 8, 24/2; 10, 10/3). Questi articoli sono stati rielaborati (con aggiunte) in A. Montanari, I giorni dell’ira, Il Ponte, 1997
[9] Cfr. A. Turchini, Rimini: 80 dispense di storia, n. 39, 29/10/89; P. G. Pasini, Un mare di manifesti, n. 4, 29/1/89; P. G. Pasini, Nelle medaglie di Pio IX, trent’anni di storia, n. 34, 24/9/89; [P. T.], Personaggi del giorno, n. 20, 28/5/89 (ove si legge che l’allora redattore capo Giovanni Tonelli è nato il 29 luglio, come Benito Mussolini).
[10] Cfr. M. Marziani, G. Proni, un semiologo nel paese del computer, n. 12, Pasqua 1989.
[11] Cfr. A. Montemaggi, Scoprì in Africa le origini della nostra lingua, n. 16, 30/4/89.
[12] Cfr. E. Facondini, Un passato tutto di ceramica, n. 39, 29/10/89 (vedi pure A. Graziosi Ripa, Tra storia e società la maiolica della Rimini rinascimentale, n. 5, 11/2/90); O. Delucca, Il porto e la marineria di Rimini, n. 2, 15/1/89 (ove si parla anche delle ricerche di Primo Bulli e Guido Simonetti); P. G. Pasini, Un dialogo con la vita del proprio tempo, n. 5, 5/2/89; G. Tani, Nando Rossi fuori dal "Labirinto", n. 11, 19/3/89.
[13] Cfr. G. Vannoni, Rimini e il teatro: la stagione delle occasioni mancate, n. 5, 5/2/89; ; Id. Due riminesi da ridere, n. 2, 15/1/89; Un medico tutto da ridere, n. 21, 4/6/89; V. Zavoli, Corrado Albani, detto Pumidòr, n. 1, 8/1/89.

1989.4. Sport
Angela Bandini, 28 anni, martedì 3 ottobre nel mare dell’Isola d’Elba, scende zavorrata in apnea in 55 secondi a 107 metri di profondità. Allenatasi mangiando aglio, secondo la ricetta di Jacques Mayol, suo maestro e detentore del record (non ufficiale) di 105 metri conquistato nel 1983, Angela spiega che il successo è dovuto soprattutto al suggerimento ricevuto dallo scomparso Leo Amici, fondatore della Comunità dei Ragazzi del Lago: "La pace nella testa è più importante dell’aria nei polmoni". [1]
Paola Caudarella, 15 anni, è la nuova "reginetta della spada" cittadina. Allieva di Gustavo Voltolini brucia velocemente le tappe: vince il campionato italiano di categoria allieve a Spotorno, il Grand Prix di Orvieto, ottiene l’ingresso nella prima categoria, è convocata per i mondiali, con risultati che superano le previsioni del suo maestro. Con lei si fanno onore anche altri atleti, suoi compagni del Circolo della Spada riminese: Alessandro Leardini, Francesco Siepi e Giampiero Amatori vincono a Bologna il campionato regionale a squadre. [2]
Pallamano: la Jomsa si conferma in A1, concludendo una "stagione che aveva forse fatto sperare di più, ma dalla quale alla fine si è anche temuto il peggio". La squadra femminile della Jomsa è invece seconda nel campionato di serie B. [3] Baseball: la Ronson-Lenoir conquista la Coppa Campioni. "Un brindisi atteso da dieci anni", s’intitola significativamente la cronaca di Riccardo Leoni. [4]
Reduci dalla Parigi-Dakar, i motociclisti Fabio Marcaccini e Massimo Montebelli raccontano un’avventura in cui "morti non ce ne sono stati, ci sono stati dei feriti" nell’attraverso dei villaggi africani. [5]
La Rimini Calcio conclude il campionato con un record: tredici sconfitte consecutive. L’anno solare era iniziato con una situazione che Giorgio Masinelli definiva "disperata", mentre l’allenatore Jaconi, a chi gli chiedeva che cosa prevedesse per il futuro, rispondeva "stranamente tranquillo": "Ci vorrebbe un tocco di bacchetta magica". Jaconi, sostituito a gennaio da Loris Pesaresi allenatore della squadra "primavera", ritorna in marzo, per essere licenziato a giugno quando arriva per pochi giorni Franco Varrella che però preferisce il Brescia alla Rimini Calcio, lasciando vacante il posto, occupato poi da Luigi Mascalaito. Il quale esordisce in modo "triste" e a fine ’89 viene contestato dai tifosi. All’inizio del ’90 verrà sostituito da Ferrario. [6]
I Leoni di Dakar (senegalesi) perdono l’incontro di calcio che li oppone alla quadra dei poliziotti riminesi per due gol ad uno: "la colpa è stata data subito all’arbitro". [7]

[1] Cfr. L. Mari, L’Angela degli abissi, n. 37, 15/10/89.
[2] Numerose notizie sugli spadisti riminesi sono apparse nel corso dell’anno.
[3] Cfr. T. Pasolini, Per la Jomsa conferma in A1, n. 17, 7/5/89. Cfr. pure, Id., Bilancio di un anno, n. 18, 14/5/89.
[4] Cfr. nel n. 24, 25/6/89.
[5] Cfr. M. Mainardi, I sopravvissuti della Parigi-Dakar, n. 4, 29/1/89. Sull'argomento, cfr. una nota di G. Autuori in cui riporta da Prospettive nel mondo l'opinione di un teologo: "La Parigi-Dakar semina morte e spende miliardi", n. 3, 20/1/91.
[6] Cfr. soprattutto Giorgio Masinelli, Un calcio a Jaconi, n. 3, 22/1/89; e Id, Ferrario "Ciapina" sostituisce Mascalaito, n. 6, 18/2/90.
[7] Cfr. G. M., Le Pantere bloccano i Leoni di Dakar, n. 39, 29/10/89.

© Antonio Montanari. "Riministoria" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001.
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