Antonio Montanari
IL PONTE 1987-96
  Indice del volume

Premessa
Storia del Ponte, atto secondo. Riassunto della puntata precedente. I primi dieci anni del nostro settimanale sono stati narrati da Francesco Succi e Giorgio Tonelli in un libro pubblicato nel 1987.
La vita di un giornale è anche quella della città in cui appare. Attraverso il racconto delle cronache del Ponte, Succi e Tonelli hanno riassunto le vicende di Rimini e circondario.
Il profilo della realtà sociale e politica che essi tracciarono in quelle quattrocento pagine, non risultò gradito a tutti. Gli autori, preoccupati "di non essere troppo buoni", sarebbero stati attratti da "una sorta di catastrofismo moralistico", considerando sana la società civile e bacata quella amministrativa. Alle critiche, Giorgio Tonelli rispondeva: "Il nostro volume comincia con le denunce del consigliere comunale Frisoni sulle irregolarità edilizie, puntualmente cestinate dalla maggioranza e dalla ‘chiacchierata’ assoluzione del sindaco Pagliarani per la vicenda del Salumificio Riminese, per concludersi con le dimissioni del vicesindaco Piccari. Nel mezzo lo scandalo Valloni. Scelte ‘partigiane’. Forse". [1]
In quei dieci anni, com’era cambiato il volto di Rimini? "Tutti noi abbiamo assistito alla chiusura di fabbriche, all’espulsione di centinaia di operai, alla crescita dei consumi, della ricchezza esposta ed esportata, alla terziarizzazione, alla nascita di un grande parco dei divertimenti per tre mesi all’anno", spiegava Tonelli aggiungendo che, secondo "gli osservatori più attenti", Rimini viveva "il mutamento con disincanto. Senza passione".
Quella "crescita impetuosa della ricchezza e dei consumi" comportava un risvolto negativo, "l’economia malavitosa". Per reagire "al degrado etico della società riminese", Tonelli indicava una proposta di Walter Bollini: delineare "un progetto nuovo di città, fondato su valori umanamente condivisi, anche con momenti di mobilitazione della gente". [2] Bollini aveva toccato anche il tema della vita giovanile, che assumerà sempre più importanza. Le discoteche ingoiano i ragazzi per produrre profitto, in un nuovo "paese dei balocchi", dal quale "una volta si usciva con le orecchie lunghe", e dove invece oggi "si può morire di droga".
A dieci anni di distanza dalle parole di Tonelli e Bollini, qual è oggi il volto di Rimini e della sua provincia? Ripercorrendo le pagine del Ponte dal 1987 al 1996, tenteremo una riposta, a cui premettiamo come avvertenza quanto l’allora direttore don Piergiorgio Terenzi [3] scriveva nella presentazione del volume di Succi e Tonelli: non sarà "un libro di storia nel senso tecnico del termine, dal momento che usa un’unica fonte di notizie", quella del nostro settimanale, ma "un servizio utile per la comprensione" di quei momenti. [4]

[1] Cfr. G. Tonelli, "Cari autori, un po’ cassandre", n. 44, 6/12/1987. L’articolo riferisce della presentazione ufficiale del volume 1976-1986, Dieci anni della nostra storia, Fatti personaggi e idee di Rimini dalle cronache del Ponte, avvenuta il 27 novembre. [Il volume sarà indicato in seguito con l’abbreviazione Dieci anni.] Sugli episodi richiamati da Tonelli, cfr. Dieci anni, pp. 29-31. Le critiche sopra citate, furono avanzate dall’allora assessore alla Pubblica istruzione, prof. Massimiliano Filippini, "cattolico comunista e un po’ ingraiano", a cui era rivolta la risposta di Tonelli, il quale concludeva l’articolo con un proverbio cecoslovacco: "un pessimista è un ottimista che si è informato". Nel n. 1, 11/1/1987, Tonelli, tracciando un breve bilancio dell’esperienza del Ponte (anche in relazione all’informazione locale), aveva scritto: "La città è cresciuta, ma non la sua classe politica" (cfr. ‘Carte false’ in provincia fra lustrini e sospetti). Sul caso Valloni, cfr. La Settimana, n. 44, 27/11/88.
[2] La proposta di W. Bollini era stata avanzata all’ottavo congresso provinciale delle Acli (Rimini, 21-22 novembre 1987): cfr. Rimini come Las Vegas? No, molto peggio, a cura di D. Fagnani, n. 43, 29/11/1987. Si veda nello stesso n. 43, F. Semprini, Non di solo mercato vive l’uomo.
[3] Cfr. Dieci anni, pp. 8-9. Cfr. pure P. Terenzi, Le fondamenta del Ponte nelle cronache di dieci anni, n. 39, 1°/11/1987; e l’intervista a P. Terenzi, intitolata Un giornale che cresce, ecco i perché, ed apparsa nel n. 42, 22/11/1987. Cfr. anche P. Terenzi, Se dieci anni vi sembran pochi, a conclusione del volume Dieci anni, pp. 415-417.
[4] Per fornire il maggior numero di notizie, abbiamo limitato lo spazio concesso ai singoli argomenti. Allo scopo di favorire eventuali ricerche, riporteremo nelle note anche indicazioni di articoli non utilizzati nel nostro testo.
1987.1. Vita della Chiesa
"Solidarietà e rispetto dell’uomo"

Rimini è la capitale italiana del lavoro nero. Lo ha sostenuto nel 1986 la rivista nazionale dell’INPS, Sistema Previdenza. Lo ripete il quotidiano La Stampa dopo la tragedia che il 13 marzo 1987, nel porto di Ravenna, è costata la vita a tredici operai, di cui otto non in regola. La costa romagnola, con "quel miscuglio di arretratezza e sviluppo che ha prodotto un business tra i più importanti del nostro Paese" (secondo l’inviato del giornale torinese, Pierangelo Sapegno), è un chiaro esempio del "modello emiliano", fatto di ricchezza nascosta e di "tacito accordo" tra lavoratori ed imprenditori, fra sindacati ed imprese: "la capitale riconosciuta di quest’area è Rimini".
Tra gli operai morti a Ravenna, c’è anche un egiziano di 32 anni, che dormiva in uno stabilimento balneare a Cesenatico. Negli stessi giorni, in via Cormons, in pieno centro della Marina di Rimini, la polizia scopre trentaquattro senegalesi che trascorrevano le loro notti in due piccole stanze. [1]
"I tredici operai rimasti vittime" nel porto di Ravenna, commenta Renzo Gradara sul Ponte, "sono le ultime testimonianze di una drammatica realtà: di lavoro si può morire, oggi più di ieri". La maggior parte di loro, "erano ragazzi fra i 17 ed i 24 anni e facevano parte di un esercito di prestatori d’opera in buona parte raccolti sulla piazza del mercato nero". Tutti, come ha detto alla cerimonia funebre l’Arcivescovo di Ravenna mons. Ersilio Tonini, "condannati al ricatto: o disoccupato o uomo inutile o prendere quello che ti viene dato". Le comunità ecclesiali, aggiunge Gradara, "anche in preparazione alla prossima Assemblea diocesana, devono evitare di essere, nel cambiamento, "mute, impotenti, ed impaurite", sforzandosi di operare il "discernimento"", e ricordando che "senza solidarietà e rispetto dell’uomo c’è solo umiliazione e morte". [2]

"Parrocchia, comunità missionaria"
Il tema dell’Assemblea diocesana, "Parrocchia, comunità missionaria" (25-26 aprile), è suggerito da un documento della Conferenza Episcopale Italiana, dal titolo: "Comunione, comunità e missione". Nella lettera d’indizione, il Vescovo mons. Giovanni Locatelli spiega: "Ormai ci si deve adeguare alle sole regole evangeliche. Queste costumanze sono articolate e molte; un vero ribaltamento degli indirizzi che hanno corso nella morale, o non morale comune. Roba che ci farà sentire, spesse volte, scomodi, stranieri anche. Tra le molte scelte di Gesù richiamo: i piccoli, i peccatori, i prodighi, i non-amati, i senza voce sono da collocare ai primi posti". [3]
Piergiorgio Terenzi, direttore del Ponte, nel dare l’annuncio organizzativo dell’Assemblea, sottolinea l’esigenza di "proporre una controcultura che aiuti a neutralizzare gli effetti disgreganti di una concezione di vita prevalentemente fondata sul denaro, sul successo, sulla fruizione abbondante di beni": "si è manifestata l’esigenza di una nuova evangelizzazione", e "di ritradurre il Vangelo per gli uomini del nostro tempo". [4]
All’Assemblea, il Ponte dedica una serie di articoli introduttivi [5], due numeri speciali, con una sintesi dei lavori di preparazione [6] ed un resoconto sulle "prime conclusioni" [7]. Il commento finale di Terenzi osserva: "Molti sono gli uomini che, seppure battezzati, possono essere ritenuti non evangelizzati. […] Gli interrogativi, come sempre succede, non hanno ottenuto tutti una risposta adeguata. Su un punto però si è convenuto: occorre mettersi in marcia… e il cammino non sarà breve". [8]

"Da dieci anni vostro Vescovo"
Il 12 aprile, domenica delle Palme, la Diocesi celebra i dieci anni dall’arrivo di mons. Locatelli [9], con processione nel centro della città e solenne liturgia in Duomo: "Il Vescovo inizia la sua omelia. Esprime con le parole e i gesti la gioia del momento. Sono tante le cose da dire, le sensazioni da ricordare, i riferimenti da fare… Ma poi per la ressa del Duomo, rinuncia a gran parte del discorso". [10]
Questa "presenza massiccia, festosa e orante" dei fedeli, è citata da mons. Locatelli negli auguri pasquali: "La Diocesi mi accolse, allora nel 1977, festosa, senza conoscermi, facendomi piena fiducia; mi prendeva come l’inviato del Signore per il servizio esaltante e crocefiggente dell’episcopato. Domenica delle Palme, dopo dieci anni, a me di cui ormai nessun pensiero e nessuna scelta è a voi ignota, avete ripetuto il vostro ‘sì’ con affetto". [11]
In un "bilancio rapido" dei suoi dieci anni a Rimini, il Vescovo indica come tema fondamentale quello dell’accoglienza: "Veramente dico che ho fatto fatica per me e per gli altri capire e far capire questo concetto: l’accoglienza. Dove c’è minor accoglienza, là non c’è Chiesa". "La Chiesa sempre più dovrà sentirsi una società alternativa, come proposta diversa". [12]
In questa prospettiva si pone il documento del Vescovo "Cristo nostra pace", in risposta al Comitato per la Pace di Rimini che lo aveva invitato "a esprimere un pubblico parere, a nome della Chiesa riminese, sulla presenza di armi nucleari nella base aerea di Miramare". Con "umiltà e fermezza", mons. Locatelli pronuncia una serie di "no": alla guerra, alle armi nucleari, alla corsa agli armamenti, alla costruzione di armi, all’oppressione che può nascere dai mass-media, al consumismo, alle richieste corporativistiche, "all’uso troppo facile e troppo frequente delle manifestazioni di piazza", alla tendenza in politica di "dichiarare programmi e propositi a parole, mentre in realtà (e naturalmente in modo nascosto) si conducono altre trattative", al "flusso di denaro, specie quello pubblico che non possa rispondere al criterio della trasparenza". E termina "con un bel "sì"": alla rinuncia ai blocchi politici internazionali, in modo che "ogni popolo maturi le sue scelte". [13]
Il 16 aprile, Giovedì Santo, si festeggiano in Duomo i sessant’anni di Ordinazione di mons. Amedeo Polverelli; i cinquant’anni di Ordinazione di don Gino Bruscoli, don Giuseppe Canini, don Giuseppe Cesari, don Achille Polazzi, don Walter Bacchini e don Romano Maltoni (della Diocesi di Bertinoro); ed i venticinque anni di Ordinazione di don Carlo Bianchi, don Benito Drudi, don Sergio Matteini, don Agostino Pasquini, don Nicola Spadoni, padre Lello Gasperoni, missionario in Brasile. [14]
La beatificazione di Edith Stein il 1° maggio a Colonia, durante il viaggio del Papa in Germania, viene letta come triplice segno di speranza: "Speranza che la barbarie umana cessi; speranza di un incontro sempre più vero con i fratelli ebrei; speranza per la ricerca sincera e appassionata di ogni uomo". [15]
Il 10 maggio in Duomo il Vescovo ordina cinque nuovi sacerdoti (Giampaolo Bernabini, Giampaolo Rocchi, Giuseppe Tognacci, Maurizio Vagnoni, Massimo Zonzini), due diaconi (Roberto Costantini, Angelo Rubaconti), e due diaconi permanenti (Franco Borioni, Alberto Nicoletti). Il giorno 16, ordina sacerdote Graziano Galli, nel santuario di Casale. [16]
Un altro diacono riminese, Giuseppe Arcangeli, è ordinato a Roma. [17]
Il 7 giugno avviene l’apertura dell’Anno Mariano. In luglio si svolge la "Tre giorni diocesana", per la quale il Vescovo scrive sul Ponte: "Vorrei rimanere fedele all’indicazione paolina ben nota: "comportarmi da aiutante della gioia dei fedeli", nonché coerente al motto che sta nel mio stemma: "forma del gregge dal profondo di me" (S. Pietro)". [18]

Anche Madre Teresa al Meeting
L’ottava edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli (22-29 agosto), all’insegna del titolo "Creazione Arte Economia", vede rinnovarsi un appuntamento classico per Rimini, fitto di appuntamenti, incontri, manifestazioni. Intervengono il cardinal Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna, Madre Teresa di Calcutta e Giulio Andreotti, oltre a tanti altri protagonisti della scena internazionale. [19]
Benigno Zaccagnini e Giovanni Bersani ricordano la figura di Alberto Marvelli. Il presidente del Consiglio, Giovanni Goria giunge alle 19 del 27 agosto in ritardo sul programma per impegni di governo: "poco prima aveva infatti firmato alcuni decreti finanziari, tra cui quello che aumentava la benzina di 60 lire al litro". [20]
Dà forfait Silvio Berlusconi: ""Era troppo arrabbiato con i socialisti e avrebbe parlato solo di loro, e male. Ha preferito non farlo", sussurrano gli ambienti bene informati del Meeting", riferisce Michele Marziani. [21] Raul Gardini espone la sua filosofia: "Bisogna farsi notare, agitarsi moltissimo", senza lasciar spazio ai dubbi "che fanno perdere tempo, e il tempo è denaro". [22]
Madre Teresa, con il suo discorso fatto soprattutto di citazioni evangeliche, impartisce, secondo l’opinione di molti, "una ‘lezione’ per il mondo economico a convegno a Rimini". [23]
La sue parole conclusive sono una preghiera per i poveri: "Signore, rendici degni di poter offrire ogni giorno un amore duraturo, eterno, ai più poveri e diseredati del mondo; fai, o Signore, che questi abbiano per lo meno un minimo di pane; fai che attraverso il nostro amore queste persone possano vivere". [24]
Il tema dell’economia è stato trattato anche nel VII Convegno nazionale della GIOC, "Con i giovani lavoratori verso un nuovo protagonismo", svoltosi tra Rimini e Bellaria dal 3 al 6 gennaio. Erano presenti 250 delegati, salutati da mons. Locatelli: "La Chiesa non conosce una vera fede ed una vera credenza che non arrivi ad una seria militanza per la pace, la giustizia e la libertà". [25]

Poveri a Rimini: i dimenticati
Di povertà a Rimini si discute in una lettera della Caritas al Sindaco: dopo, aver elencato quanti "chiedono aiuto" (barboni, etilisti, persone con turbe psichiche, disoccupati, terzomondiali, famiglie in difficoltà economica, ex carcerati, giovani che cercano di uscire dalla tossicodipendenza), si afferma che "diventa quanto mai necessario che tutta la città si faccia carico di questi problemi". Le autorità competenti debbono prendersi "le proprie responsabilità senza scaricare tutto sul volontariato". [26]
L’assessore comunale ai Servizi sociali, Patrizia Buda, successivamente incontra i quarantaquattro gruppi del volontariato riminese. Viene istituito un osservatorio permanente, si promette una tavola rotonda, si progetta una ricerca sociologica, e si auspica come "soluzione migliore" la collaborazione tra parrocchie e quartieri. [27]
La "carità come segno messianico" è l’argomento affrontato in una riflessione dei Vescovi italiani, come primo fra i temi che saranno proposti alla Chiesa italiana per gli anni Novanta. Mons. Camillo Ruini, segretario della CEI, lo illustra anche sul Ponte: "La Chiesa italiana intende mantenersi fedele alla scelta dell’annuncio, dell’evangelizzazione sviluppando il nesso fondamentale che esiste tra annuncio, liturgia e testimonianza della carità". [28]
In settembre l’Associazione Papa Giovanni XXIII apre la "Capanna di Betlemme", una casa di pronta accoglienza per i senzatetto. [29]
In occasione del Sinodo dei Vescovi (1-30 ottobre), dedicato a "Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a venti anni dal concilio Vaticano II", il direttore Terenzi scrive: "Un compito fondamentale grava sugli informatori religiosi, cioè l’individuazione e la lettura dei ‘segni dei tempi’ e il contributo per stabilire uno spirito di dialogo con il mondo". [30]
Con la festa del patrono di Rimini, San Gaudenzio, il 14 ottobre inizia il nuovo anno pastorale: "Sono lieto che San Gaudenzio accada a pochi giorni dal 25° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II", dice il Vescovo nel discorso pronunciato per l’occasione, ricordando anche il "clima di missionarietà" dell’Assemblea diocesana. [31]
Il 21 novembre viene celebrato il centenario della morte della Serva di Dio suor Angela Molari, "battezzata dal popolo "la santa di Rimini"". [32]
Lo "Speciale Missioni" è dedicato ai "Volontari per lo sviluppo dei popoli". [33]
Alcuni monaci della Comunità ecumenica di Taizé incontrano settecento giovani in una veglia di preghiera presieduta dal Vescovo, la sera del 28 novembre, nel Duomo illuminato dal "suggestivo tremolare di tante fiammelle". [34]

[1] Cfr. La Settimana, n. 12, 29/3/87.
[2] Cfr. R. Gradara, L’altra faccia della "ripresa", n. 12, 29/3/87. Sull’argomento, cfr. gli articoli di don L. Tiberti, relativi al Documento pastorale della CEI, dedicato a "Chiesa e lavoratori nel cambiamento": La classe operaia e la Chiesa nel cambiamento, n. 6, 15/2/87; Per un impegno storico delle comunità cristiane, n. 7, 22/2; e Una fede che illumina la storia, n. 8, 1/3. Cfr. inoltre il documento di un gruppo di militanti della GIOC, Lavoro nero: perché?, n. 31, 30/8/87; e F. Semprini, "Il nostro turismo? Prezzi bassi, ma lavoro nero e manodopera dequalificata", n. 41, 15/11/87.
[3] Cfr. Il Vescovo indìce ufficialmente l’Assemblea, n. 16, 26/4/87.
[4] Cfr. P. Terenzi, Non basta più suonare le campane, n. 8, 1/3/87. Cfr. anche il supplemento al n. 13, 8/4/87, dedicato al tema dell’Assemblea.
[5] Ricordiamo soltanto le interviste: a don Pierpaolo Conti, vicario per la Pastorale (cfr. F. Gori, Occhio al territorio, n. 9, 8/3/87); a don Luigi Tiberti, responsabile per la Pastorale del lavoro (cfr. Le barriere da abbattere, n. 10, 15/3/87); a don Mario Vannini (cfr. F. Gori, "Anche la cultura è missione", n. 11, 22/3/87); a Danilo Ugolini e Liana Calzecchi (cfr. F. Gori, Un annuncio per i più "lontani", n. 15, 19/4/87).
[6] Cfr. n. 16, 26/4/87, con servizi a cura di F. Perez e C. Maggiori.
[7] Cfr. Giov. Tonelli, Parrocchia: per la missione, adulti nella fede, n. 17, 3/5/87.
[8] Cfr. P. Terenzi, Uscire dal recinto, n. 17, 3/5/87. Il 13 dicembre si tiene il convegno dei cinquecento catechisti diocesani sul tema "Per una Chiesa missionaria": cfr. gli articoli di T. Giungi, Il rinnovamento della Catechesi: quali prospettive?, n. 43, 29/11/87; Catechisti per una chiesa missionaria, supplemento speciale al n. 44, 6/12, e Come annunciare la Parola fra il caos delle parole, n. 46, Natale 1987.
[9] Cfr. Dieci anni, pp. 15-19. L’ingresso in Diocesi avvenne il 3/4/77, domenica delle Palme.
[10] Cfr. La festa dei dieci anni, n. 15, 19/4/87.
[11] Cfr. Gli auguri del Vescovo, n. 15, 19/4/87.
[12] Cfr. E. Brigliadori, Fraternità e accoglienza sono il cuore della Chiesa, n. 11, 22/3/87. Cfr. anche nello stesso n. 11, don N. Imola, Da dieci anni nostro Pastore; e nel n. 36, 11/10/87, E. Brigliadori, Da dieci anni con noi.
[13] Cfr. Contro ogni violenza all’uomo, n. 19, 17/5/87, ove è pure l’inchiesta di W. Chiani, Le armi italiane uccidono in tutto il mondo. Il 18/1 si era svolta una giornata diocesana per la pace, in sintonia con il tema indicato dal Papa per la omonima festa: "Sviluppo e solidarietà: due vie per la pace", cfr. n. 2, 18/1/87. Cfr. inoltre La strada della pace si realizza con la giustizia (intervista al biblista Rinaldo Fabris, uno dei sacerdoti promotori del gruppo "Beati i costruttori di pace"); e L. Brus, Una fiaccola di pace splende nella città, n. 1, 11/1/87.
[14] Cfr. P. Terenzi, Preti da una vita, n. 14, 12/4/87.
[15] Cfr. P. Terenzi, Missili, aborto, inquinamento: minacce alla vera pace, n. 18, 10/5/87.
[16] Cfr. nn. 18, 10/5/87; e 19, 17/5.
[17] Cfr. Da Roma un nuovo diacono, n. 39, 1/11/87.
[18] Cfr. Come dieci anni fa, n. 25, 28/6/87. Sulla "Tre giorni", cfr. i servizi di P. Terenzi nei nn. 29, 2/8/87; 30, 23/8; 31, 30/8; e 32, 6/9.
[19] Cfr. M. Marziani, L’ideale tra Scilla e Cariddi, n. 31, 30/8/87. Il cardinal Biffi sarà a Rimini anche il 9 dicembre, per parlare su "La missione della Chiesa": cfr. n. 46, Natale 1987.
[20] Cfr. La Settimana, n. 32, 6/9/87.
[21] Cfr. M. Marziani, Il difficile dialogo tra impresa e solidarietà, n. 32, 6/9/87.
[22] Cfr. Tama, Calcoli ben fatti, n. 32, 6/9/87.
[23] Cfr. F. Gori, La piccola suora indiana armata di sola preghiera, n. 32, 6/9/87. L’intervento di Madre Teresa, "La santità non è un lusso", è stato pubblicato integralmente nel n. 33, 13/9/87.
[24] Cfr. nel cit. n. 33, "La santità non è un lusso".
[25] Cfr. R. Gradara, Militanti e credenti nel mondo del lavoro, n. 1, 11/1/87.
[26] Cfr. Signor Sindaco, la città dimentica i suoi poveri, n. 20, 24/5/87.
[27] Cfr. A. Zignani, Un osservatorio riminese delle povertà, n. 22, 7/6/87.
[28] Cfr. G. Cionti, Al centro la carità, n. 45, 13/12/87.
[29] Cfr. M. Marziani, Un inverno più umano per i barboni riminesi, e Gli ultimi barboni e i primi africani, n. 35, 4/10/87.
[30] Cfr. P. Terenzi, L’opinione pubblica nella Chiesa, n. 35, 4/10/87.
[31] Cfr. Mons. G. Locatelli, Il discorso di San Gaudenzio, n. 37, 18/10/87.
[32] Cfr. can. A. Amatori (postulatore nella causa di beatificazione), La ‘santa’ di Rimini, n. 41, 15/11/87. Sulla figura di A. Molari, cfr. in G. L. Masetti Zannini, La Santa Verità, "Pagine di Storia e Storie", a. II, n. 2, suppl. al n. 9, 3/3/96.
[33] Questo "Speciale Missioni" è uscito come supplemento al n. 37, 18/10/87.
[34] Cfr. E. Brigliadori, Da Taizé, una finestra sul mondo nuovo, n. 44, 6/12/87.


1987.2.Societa’
La città-capoluogo
Rimini si candida a città-capoluogo di una zona turistica a dimensione europea. Palazzo Garampi delinea la "traccia" del nuovo assetto urbanistico, ispirato a quello regionale. Saremo un nodo della costa adriatica e della via Emilia, ed un centro di servizi e di attività a livello nazionale. [1] Mentre a Roma dopo lo scioglimento anticipato delle Camere i partiti si affrontano duramente, a Rimini si compie senza scossoni il primo passo verso la realizzazione del piano regolatore: votano a favore Pci, Psi, Pli e Pri; astenuti Dc, Psdi, Msi e Sinistra indipendente. [2]
La "strategia territoriale" del piano prevede la riqualificazione dell’area costiera, lo sviluppo dei servizi legati alla produzione e al turismo nella direttrice per San Marino, un polo commerciale a San Vito, e lo sviluppo residenziale lungo la via Marecchiese. [3]
Il piano del traffico, partito alla fine del 1986, mette d’accordo, per la prima volta in quarant’anni anni, Carlino e Unità: "Non c’è male", intitola il quotidiano bolognese. "Un buon avvio", scrive il foglio del Pci. [4] È in rivolta invece il borgo San Giuliano: non gradisce il senso unico sul ponte di Tiberio. Per liberare dal traffico il monumento romano, l’arch. Stefano Piccioli progetta un tunnel sotterraneo [5]. Il Quartiere n. 4 propende per una struttura di superficie, ideata dall’arch. Nedo Pivi. L’assessore Cappellini promette una decisione entro sei mesi. [6] Nasce ufficialmente la "San Giuliano spa". Costruirà la nuova darsena di Rimini alla Sinistra del porto, con 1.200 posti barca. [7]
 
La ‘nuova’ economia
È il momento di "mattone forestiero" [8]. Un progetto per il recupero di palazzo Lettimi, tuttora in macerie dopo la distruzione bellica, è stato presentato dal Gruppo Valdadige di Verona [9]. A Riccione, la signora Olga Salciccia, da Tagliacozzo (L’Aquila), ha acquistato tre grandi alberghi per circa nove miliardi di lire.
Secondo Mario Gentilini, nel Riminese "quasi tutte le imprese private del settore edilizio sono fallite o stanno fallendo": si sono impegnate troppo nella speculazione, "nella ricerca dell’appalto facile, anziché far crescere la propria capacità d’impresa". Questa caduta di professionalità è uno degli aspetti nuovi della situazione economica locale, caratterizzata da altri fenomeni. Traffico di droga, prostituzione, bische, racket, contrabbando ("in particolare con San Marino", secondo la Confcommercio), e riciclaggio di denaro sporco, hanno consegnato il "25% del reddito della nostra città" alla criminalità organizzata. Altro dato: "Ci sono appalti dove per telefono si chiede una tangente". Per gli imprenditori, "il problema è perdere l’appalto o pagare". [10]
L’aumento della disoccupazione pone i giovani "in una situazione di marginalità sociale". [11] Sono loro la metà degli iscritti alle liste di collocamento. I posti di lavoro diminuiscono, mentre peggiorano le condizioni degli operai tra accelerazione dei ritmi produttivi, soprusi e discriminazioni. [12] In tre fabbriche del gruppo SCM, a Rimini e Villa Verucchio, si avviano le procedure di licenziamento per 179 dipendenti (pari al 18% degli occupati), finora in Cassa integrazione. [13]
Nel corso del 1986, l’Ispettorato del Lavoro ha scoperto che non erano in regola 190 lavoratori dei 400 controllati in 107 aziende turistiche. Delle diecimila persone attive nel settore alberghiero, 2.000 provenivano da Rimini, 4.200 dal Circondario; la parte restante da fuori regione (2.400) e dall’estero (1.400). [14]
Ogni ospite della Riviera spende in media 45 mila lire. È più brillante lo straniero dell’italiano, 60 mila lire contro 43 mila. Nel 1986, le presenze sulla costa emiliano-romagnola sono state 33 milioni. Nel Circondario di Rimini, il turista è più danaroso rispetto a quello che soggiorna a Cesenatico o Cervia. [15]
A San Marino il ministro degli Interni Alvaro Selva richiede "grandi progetti" per far decollare l’economia del Titano e garantire lo sviluppo delle regioni vicine. Nell’elenco inserisce "la struttura del casinò", ritenuta capace di attirare un turismo qualificato. A Selva, osserva Il Ponte, sfugge che "nessuno è mai riuscito a tutelare adeguatamente l’ordine pubblico", in presenza di una casa da gioco. Il problema è ancor più delicato sulla costa romagnola, "dove la criminalità organizzata sembra interessata a piantare bandiera". [16] Il socialista sammarinese Antonio Volpinari invita a non "tirare in ballo una presunta questione morale: vengono fatte tante cose immorali…". Una più, una meno. [17]
L’idea del casinò affascina anche il sindaco di Riccione Terzo Pierani che, invitando i politici (nazionali e locali) ad uscire allo scoperto sull’argomento, in dicembre scende a Roma con la sua richiesta.
[18] Con Pierani concorda Luigi Montanari, presidente degli albergatori riccionesi: il casinò sarebbe una specie di volano nell’economia turistica.
[19] Il Ponte commenta: "Non è questione di barriere contro l’immoralità del gioco d’azzardo, è questione di capire perché la Riviera romagnola dovrebbe giocare alla roulette russa per aprire i suoi tavoli verdi ai faccendieri di tutt’Italia". [20]

Gli extracomunitari
Gli extracomunitari "possono finalmente regolarizzare la loro posizione lavorativa. Anzi sono obbligati a farlo", con la nuova normativa. La Caritas riminese apre un ufficio per i problemi dei terzomondiali. [21]
Al problema dell’immigrazione, IlPonte dedica numerosi servizi. Si riprende il discorso avviato due anni prima [22], quando il fenomeno era iniziato: "L’inverno dal quale stiamo uscendo ha visto la Riviera invasa da questi personaggi che sembrano mantenersi esclusivamente attraverso la vendita di cianfrusaglie". Un giovane del Senegal rivela che in molti scappano dal suo Paese per mancanza di lavoro: "Avete fatto una legge sul collocamento per gli stranieri, ma non ci avete dato lavoro". Un altro ragazzo racconta il suo progetto: racimolare un milione di lire, e tornare a casa, costruirsi una capanna, e "vivere di rendita per tutta la vita". [23]
Il fenomeno è europeo. "Questi africani ci rassomiglieranno sempre più. Le difficoltà che essi incontrano oggi, sono le stesse che dovettero affrontare in tempi più o meno lontani i nostri connazionali, nell’emigrazione interna od estera". Una lite fra marocchini ottiene un titolo su cinque colonne nel Carlino locale. A Riccione, un vuccumprà scacciato per le sue insistenze dal bagnino che gli butta via tutta la sua merce, reagisce con un pianto dimesso che non fa notizia. [24]
Esiste un racket dei senegalesi? Gli interessati smentiscono. Secondo alcuni operatori sociali, il grosso del commercio clandestino, sarebbe "in mano agli italiani che non vengono mai disturbati", mentre le Forze dell’ordine sequestrano le merci agli extracomunitari. I quali offrono magliette Lacoste a tremila lire, accendini, tagliaunghie, radioline. I commercianti protestano per la concorrenza che azzererebbe i loro incassi. [25]
Un commerciante riminese, Roberto Maglione, difende i vuccumprà in una lettera al Carlino: loro finiscono "in una cella con i delinquenti solo per aver cercato di vendere qualcosa per mangiare. Ed intanto chi li rifornisce s’ingrassa. Lo sappiamo tutti che rispettabili commercianti di San Marino, Villa Verucchio e Rimini li sfruttano come bestie".
[26] Ahmud, un ambulante negro laureando a Perugia, conferma a il manifesto: le centrali clandestine, i magazzini con le scorte, sono nel Centro commerciale di Rimini, a San Marino, e in altre città romagnole. [27]
A Santarcangelo, in luglio durante il festival teatrale, alcuni saccopelisti vengono bastonati da un gruppo di giovani. "Dietro tutto questo c’è una questione di soldi", cioè la paura "che i conti anche quest’anno si chiudano in rosso", scrive l’Unità. [28]
Alla fine di maggio, dopo la morte per droga di un giovane di 36 anni, sono arrestati sei tunisini, dall’età compresa tra i 22 e 30 anni, che gli avrebbero venduta la ‘roba’ risultata fatale. [29] Altri arresti in ottobre, ad Ancona: riguardano due marinai tunisini di Rimini. [30]
Nel 1985 qualche nordafricano si era trovato coinvolto in scippi o in piccoli spacci di stupefacenti minori, ma i ‘vecchi’ pescatori di Tunisi avevano "cercato di mettere subito le cose a posto perché la paura di non poter più lavorare in Italia era molto forte, come lo è adesso che [i tunisini] sono nuovamente nell’occhio del ciclone". [31] Il Ponte scrive che tra droga e tunisini esiste un legame che non è casuale, anche se "le statistiche smentiscono finora il passaggio del mercato" dalla criminalità locale a quella d’importazione. [32]
Il traffico di cocaina avrebbe a Bellaria un centro di smistamento: "È un giro chiuso, ma non impenetrabile. È facile arrivare al piccolo consumatore spacciatore", mentre sfuggono personaggi chiacchierati per il loro tenore di vita. [33]


Ombre dal Golfo Persico
Per traffico di armi dirette ad Iran ed Irak, Roberto Sapio sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, emette sei ordini di cattura e quattordici comunicazioni giudiziarie. Cinque gli arresti eseguiti. Uno riguarda Hussein Abdul Abbas, 40 anni, ingegnere. L’inchiesta sarebbe partita dalle indagini sulle attività commerciali di un riminese, Daniele Moschini (37 anni), originario di Pistoia, ex legionario e mercenario, ed incarcerato a Parigi vent’anni prima per il rapimento di un industriale francese. [34] A Parigi era vissuto anche Maurizio Vallicelli, riminese ucciso a Bologna nell’aprile 1986, industriale con conti in rosso presso le banche. Proprio a Parigi, Vallicelli aveva conosciuto il principe Mishal Bin Saud Abdul Aziz, nipote del sovrano saudita, e vicepresidente del Centro Pio Manzù. [35]
Un altro appuntamento politico nazionale, è quello dell’8 novembre con i "cinque referendum troppo ‘facili’" [57]: i quesiti riguardano la responsabilità civile del giudice, la Commissione inquirente, ed il nucleare (tre schede). Vincono i "sì" a larga maggioranza, a Rimini come nel resto d’Italia. L’astensionismo è alto. La percentuale dei votanti nel nostro Circondario è superiore alla media nazionale, però un riminese su quattro ha disertato le urne. [58] Commenta Il Ponte: "L’orientamento degli elettori è stato chiaro, ma i problemi restano tutti da risolvere sul piano politico e legislativo. Problemi che i partiti della maggioranza avrebbero potuto affrontare e risolvere senza bisogno di referendum". [59]

Vita ad ostacoli
Per la prima volta in Italia, alcuni pubblici amministratori sono denunciati per omissioni di atti d’ufficio, in relazione all’obbligo di abbattere le "barriere architettoniche". Otto comunicazioni giudiziarie sono inviate dal pretore di Rimini Renato Ferraro, a vecchi e nuovi assessori della città, ed al sindaco in carica Massimo Conti, dopo un esposto presentato dal Gruppo d’intervento sull’handicap che si costituisce parte civile. [60]
Il 3 agosto sei handicappati torinesi che avevano prenotato (con caparra) all’Hotel K2 di Igea Marina, vengono rifiutati dal gestore, Tullio Giorgetti: tre di loro tornano a casa, gli altri sono accolti in una colonia dell’Aniep (Associazione poliomielitici), dopo che altri alberghi hanno risposto picche, come dichiara Manuela Colombo, accompagnatrice del piccolo gruppo. La Riviera protesta. "Lungomare intasato dagli handicappati", titola la locandina del Carlino del 22 agosto. Il sindaco di Bellaria emette un’ordinanza di chiusura temporanea del K2 per sette giorni, innescando un lungo iter giudiziario. [61]

"Rischio aids" in Riviera
L’Usl 40 chiede alla Regione di considerare la Riviera "zona ad alto rischio per l’aids", soprattutto in relazione al flusso turistico. Gli albergatori di Riccione non gradiscono: "Non è il modo migliore per parlare di noi. Non facciamo altro che rovinarci la stagione". Il Presidente dell’Usl 41 (Riccione) Paolo Tempera ironizza: "L’aids sta diventando il palcoscenico per chi vuole esercitarsi ad inventare pubblicità". [62]
Stando ai dati ufficiali, il rischio aids sulla nostra costa sarebbe "all’acqua di rose": "A Rimini siamo fra i meno colpiti in regione; se si considerano poi solo le maggiori città, siamo proprio gli ultimi". "Unico neo della faccenda", scrive Marziani, "è che qualcuno sostiene che non sia vero": "è possibile che per salvare il turismo anche i dati diffusi dai nostri sanitari tirino al ribasso". [63] Il primario della divisione Malattie infettive dell’Ospedale civile di Rimini, prof. Renzo Ciammarughi, smentirà tale ipotesi: abbiamo sempre fornito "un’informazione corretta, esente da scandalismi o da terrorismi". [64] L’USL 40, attraverso 16 mila analisi, a settembre registra sei casi di aids (quattro sono i decessi accertati), e 141 di persone sieropositive. A dicembre, le statistiche danno altri quattro casi, con cinque decessi complessivi. [65]

Giustizia
Dopo quattro anni di polemiche e carte bollate [66], a febbraio sembra chiudersi il caso del procuratore della Repubblica di Rimini, Arturo Di Crecchio. "Giocando d’anticipo è riuscito ad evitare il trasferimento d’ufficio" per incompatibilità ambientale, proposto nel marzo 1984 dal Ministro Martinazzoli al Consiglio Superiore della Magistratura: Di Crecchio ha chiesto di essere inviato a Bologna come consigliere di Corte d’Appello. [67] Ma in luglio, arriva la sorpresa: il procuratore rinuncia al trasferimento da lui richiesto, e ricorre contro il concorso indetto per il suo posto a Rimini, ottenendone il blocco dal Tribunale Amministrativo Regionale. [68]
Il 12 ottobre il Consiglio superiore sospende Di Crecchio dalle sue funzioni, mentre il 30 si riapre a Firenze il processo in appello, dopo la condanna a dieci mesi da lui subìta il 22 maggio per interesse privato: era stato imputato di aver favorito Paola Magnani nella causa di divorzio della signora da Piero Amati, noto imprenditore riminese. Il 29 dicembre, è pronunciata la sentenza di assoluzione. Ma il 27 aprile 1989 Di Crecchio sarà condannato a nove mesi, con i benefici di legge. All’inizio del 1988 Di Crecchio sarà trasferito ad altra sede. [69]
A febbraio Gino Righi, presidente della sezione penale del Tribunale riminese, chiede al Consiglio Superiore della Magistratura "non rinvii o dilazioni, ma la sollecita definizione delle indagini" a suo carico [70], da lui stesso richieste nel 1986, per accertare la fondatezza delle accuse di partigianeria contro il Comandante dei Vigili Urbani di Rimini, Carlo Barbera. [71] Il 25 febbraio arriva l’assoluzione del Consiglio Superiore: "L’ipotesi di collegamento con ambienti politici locali", dice la sentenza, "è smentita dalla stessa giurisprudenza del Tribunale penale, tutt’altro che politicamente monocorde". [72]
Un altro caso che ha suscitato clamore riguarda Enzo Pacifico, capo degli ufficiali giudiziari, arrestato nel 1986 per omissione ed interesse privato in atti d’ufficio: non avrebbe trasmesso nel tempo dovuto una notifica al magistrato Roberto Sapio. [73] Il Tribunale di Firenze l’11 giugno lo assolve.
"Tra applausi, lacrime, abbracci e baci" si conclude con l’assoluzione in appello a Bologna [74], la vicenda di Vincenzo Muccioli che il 16 febbraio 1985 era stato condannato dal Tribunale di Rimini a diciotto mesi con la condizionale, per sedici sequestri di persona e sette episodi di maltrattamento. [75] Indro Montanelli dopo la prima sentenza sfavorevole a Muccioli, aveva scritto un articolo intitolato "Giustizia è sfatta", contro il quale si erano querelati i giudici riminesi. Il Tribunale di Milano ora condanna l’illustre giornalista a cinque milioni di multa, per diffamazione aggravata. [76]

Cronaca

La banda del racket che aveva preso di mira l’autosalone riminese di Savino Grossi, viene intercettata dalla polizia il 3 ottobre, mentre sta ritirando a Cesena sull’autostrada una valigetta piena di soldi. I banditi sparano contro la vettura di Grossi e l’auto-civetta del Commissariato di Rimini, colpendo tre agenti: Antonio Mosca (39 anni), Luigi Cenci (25), Addolorata Di Campi (22). Il Ponte si domanda: "dietro tutta la vicenda, c’è solo una richiesta di trenta milioni?". [77] Le cronache future registreranno a proposito di questo episodio la firma della banda della "Uno bianca". Antonio Mosca morirà nel 1989 in seguito a quelle ferite. [78]
Un brigatista rosso, Giuseppe Di Cecco (31 anni), evaso dall’ospedale di Novara e scoperto nel dicembre ’86 in un casolare di Ginestreto di Sogliano, viene condannato a sedici mesi per false generalità. Era stato fermato con altre dieci persone, considerate attive nel traffico romagnolo di eroina, tra cui i fratelli Giulio (24 anni) e Pietro Moro (28 anni), figli di Sebastiano Moro che fu condannato a 14 anni per il rapimento del dott. Rossini a San Marino nel 1973. [79] Di Cecco, che ha da scontare una pena di 24 anni per azioni terroristiche, il 16 dicembre ’87 evade nuovamente: questa volta da Fossombrone, assieme a Felice Maniero [80], considerato un capo della malavita veneta. Maniero farà parlare molto di sé negli anni seguenti.

[1] Cfr. La Settimana, n. 1, 11/1/87.
[ [2] Cfr. La Settimana, n. 18, 10/5/87.
[3] Cfr. A. Montanari, I sogni di una supercittà, n. 3, 25/1/87.
[4] Cfr. La Settimana, n. 2, 18/1/87. Cfr. pure A. Montanari, Sulle strade, verso il duemila, n. 1, 11/1/87.
[5] Cfr. F. Gori, Sotto sotto per salvare Tiberio, n. 13, 5/4/87; La Settimana, n. 20, 24/5/87; e Tama, A "cattivo" assessor…, n. 21, 31/5/87.
[6] Cfr. La Settimana, n. 19, 17/5/87. Cfr. pure i servizi di E. Gorini, Progetti al bivio: tunnel o ponte?, n. 21, 31/5/85; Un gemello da sei miliardi, n. 27, 12/7; e Tiberio in attesa di giudizio, n. 28, 26/7. Vedi anche L. Mari, Come ti sistemo il traffico, n. 3, 17/1/88.
[7] Cfr. La Settimana, n. 3, 25/1/87; e F. Semprini, Salpa la darsena, n. 5, 8/2/87.
[8] Cfr. F. Semprini, Mattone forestiero, n. 4, 1/2/87.
[9] Risponde nel n. 5, 8/2/87, l’ing. Luciano Gorini: "Per la verità, tale proposta [per il Lettimi] è stata avanzata tre anni fa dal sottoscritto, imprenditore edile riminese, e da un’altra impresa anch’essa riminese. Successivamente, al posto di quest’ultima impresa, ritiratasi, è subentrato l’ing. Antonio Benzi, quale presidente ed azionista di maggioranza della "Valdadige Costruzioni Spa" che ha sede a Verona, ma uffici anche in Romagna. L’ing. Antonio Benzi è di Rimini, quindi il capitale che si impiegherebbe per la ricostruzione del Lettimi è per più del 75% riminese e le maestranze sarebbero esclusivamente locali". La Valdadige progetta anche il recupero della colonia Murri: cfr. F. Semprini, La Murri prossima ventura, n. 29, 2/8/87. Si veda infine D. Fagnani, Finanziaria! Basta la parola?, n. 42, 22/11/87.
[10] Cfr. M. Marziani, In mano alla malavita un quarto del reddito della città, n. 45, 13/12/87.
[11] Cfr. l’intervista al prof. Pierpaolo Parma, n. 3, 25/1/87, "I ragazzi dell’87? Disoccupati dalle mille identità". Sulla disoccupazione, cfr. pure: R. Gradara, La crisi stabile del "sistema", n. 2, 18/1/87; e D. Fagnani, Disoccupati al microscopio, n. 13, 5/4/87.
[12] Cfr. R. Gradara, Primo maggio: festa difficile, n. 17, 3/5/87.
[13] Il problema è ampiamente discusso sul Ponte: cfr. gli articoli di R. Gradara (nn. 35, 4/10/87; e 39, 1/11); il documento della GIOC e di Cristiani nel mondo operaio (n. 36, 11/10); e le proposte del sindacato FLM (n. 38, 25/10).
[14] Cfr. V. Putruele, Sfruttamento nel divertimentificio, n. 29, 2/8/87.
[15] Cfr. L. Sedioli, Come e quanto spende il turista, n. 23, 14/6/87.
[16] Cfr. F. Semprini, San Marino: il futuro giocato alla roulette, n. 27, 12/7/87.
[17] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88. Contro il progetto del casinò, prende posizione il Consiglio presbiteriale della Diocesi di San Marino-Montefeltro: cfr. F. S., No, a chi azzarda il Casinò, n. 7, 14/2/88.
[18] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88.
[19] Cfr. La Settimana, n. 4, 24/1/88.
[20] Cfr. A qualcuno piace ancora il casinò, n. 1, 1/1/88.
[21] Cfr. M. Marziani, Non è più nero il lavoro ai neri, n. 4, 1/2/87.
[22] Cfr. Dieci anni, pp. 360-361.
[23] Cfr. M. Marziani-A. Zignani, Come vive la Rimini nera, n. 12, 29/3/87.
[24] Cfr. La Settimana, n. 28, 26/7/87.
[25] M. Marziani, Senegalesi, questione di pelle e di soldi, n. 29, 2/8/87.
[26] Cfr. La Settimana, n. 29, 2/8/87.
[27] Cfr. La Settimana, n. 30, 23/8/87.
[28] Ibidem.
[29] Cfr. La Settimana, n. 22, 7/6/87. Cfr. pure Giov. Tonelli, Potevamo ‘costringerlo’ a salvarsi?, n. 22, 7/6/87; e don O. Benzi, Con la ‘scimmia’ la forza non serve, n. 23, 14/6/87. Sulla condanna di sei tunisini, cfr. La Settimana, n. 41, 15/11/87.
[30] Cfr. Ultim’ora, n. 37, 18/10/87.
[31] Cfr. M. Marziani, Ahmed nel paese dei balocchi, n. 23, 14/6/87. Cfr. pure la nota Tra solitudine, sfruttamento e miti del benessere, n. 37, 18/10/87.
[32] Cfr. M. Marziani, Nuovi racket nel mercato dell’eroina a Rimini?, n. 36, 11/10/87. Sullo stesso n. 36, cfr. Id., I padroni della droga, intervista ad uno spacciatore di hashish.
[33] Cfr. M. Marziani, Cocaina: Riviera Connection, n. 40, 8/11/87; Id., Cocaina, la piovra bianca su Bellaria, n. 46, Natale 1987. Cfr. pure Bellaria, centrale della cocaina. La gente s’interroga sui perché, n. 1, 1/1/88.
[34] Cfr. A. Montanari, Quel ‘riminese’ di Pistoia venuto da Parigi, n. 38, 25/10/87.
[35] Cfr. M. Marziani, Rimini: i percorsi delle armi dai soldi di Gelli agli omicidi oscuri, n. 38, 25/10/87. Cfr. anche Id., Traffico d’armi: legami con la piovra?, n. 42, 22/11/87.
[36] Cfr. L. Sedioli, "Le risorse ci sono, spesso mancano le idee", n. 8, 1/3/87.
[37] Cfr. La Settimana, n. 13, 5/4/87.
[38] Cfr. La Settimana, n 9, 8/3/87. Cfr. anche F. Semprini, La politica turistica? Un gioco da albergatori, Intervista "fuori dai denti" con Mario Petrucci, n. 19, 17/5/87.
[39] Cfr. F. Semprini, Sorpresa! Il turismo logora chi ce l’ha, n. 43, 29/11/87.
[40] Cfr. Dice il Pci a Conti: "Merito comune", n. 3, 25/1/87.
[41] Cfr. l’intervista a Giuseppe Gemmani, intitolata Imprenditoria e cultura, i nuovi obiettivi della "Cassa", n. 2, 18/1/87. Gemmani lascia la presidenza degli Industriali. Gli succede Serafino Succi: cfr. La Settimana, n. 37, 18/10/87; e F. Semprini, Anche il turismo è industria, n. 1, 1/1/88.
[42] Cfr. La Settimana, n. 4, 1/2/87, e n. 5, 8/2. Nel 1990, l'on. Filippini si dimetterà dalla carica di parlamentare. Cfr. "Società" 1990.
[43] Cfr. La Settimana, n. 6, 15/2/87.
[44] Ibidem.
[45] Cfr. S. M., Foschi: perché non c’ero, n. 6, 15/2/87. Cfr. pure Autunno caldo in casa Dc? (intervista ad A. Foschi), n. 36, 11/10/87.
[46] Cfr. in Dieci anni, pp. 387-390, "La ribellione dei genitori di Neuropsichiatria Infantile". Ci si opponeva al trasferimento del servizio dall’Ospedalino di Via Ducale al reparto di Pediatria presso l’Ospedale Infermi. Cfr. pure M. Tassinari, NPI, una storia a lieto fine, n. 47, 18/12/88.
[47] Cfr. M. Marziani, La spina della Neuro-Infantile nel garofano di Bettino, n. 14, 12/4/87; NPI: si gioca al buio, Interpellanza Dc all’Assemblea dell’USL, n. 13, 5/4/87; e la lettera al Ponte dei genitori della NPI, n. 18, 10/5/87: Il Psi difende la NPI. Parola di Pinocchio.
[48] Cfr. F. Semprini, Anche Rimini riformista?, n. 14, 12/4/87.
[49] Cfr. M. Marziani, "Meriti e bisogni" fra i gelati e le bandiere, n. 13, 5/4/87; e Id., Avanti! c’è posto: ma poi, tutto esaurito, n. 14, 12/4/87.
[50] Cfr. P. Terenzi, Votare "per" e non "contro", n. 23, 14/6/87. Nello stesso n. 23, appare la Nota della Presidenza della CEI: Un voto contro la crisi della politica. Il 31/5, nel n. 21, D. Fagnani aveva intervistato P. Grassi: Ma queste elezioni sono una cosa seria. Dello stesso P. Grassi, si veda la nota intitolata Elezioni e dintorni, n. 25, 28/6/87.
[51] Cfr. P. Terenzi, Per Rimini, dalle urne nuove prospettive?, n. 24, 21/6/87.
[52] Cfr. F. Semprini, Il Pci verde… di rabbia, n. 24, 21/6/87.
[53] Cfr. La Settimana, n. 25, 28/6/87.
[54] Cfr. F. Semprini, Il Pci verde… di rabbia, cit.
[55] Cfr. La Settimana, n. 25, 28/6/87.
[56] Cfr. A. Montanari, Una vigilia di fuoco, n. 24, 21/6/87.
[57] È il titolo dell’articolo pubblicato nel n. 38, 25/10/87.
[58] Cfr. R. Sangiorgi, Un voto quasi scontato; e Tante vittorie, pochi entusiasmi, n. 41, 15/11/87.
[59] L’articolo, nello stesso n. 41, è senza firma.
[60] Cfr. F. Semprini, La Giunta inciampa sull’ostacolo, n. 25, 28/6/87. Cfr. pure M. Marziani, I gradini della discordia, n. 29, 2/8/87.
[61] Cfr. La Settimana, n. 30, 23/8/87. Nello stesso n. 30, cfr. lo "speciale emarginazione" con scritti di don O. Benzi, E. Brigliadori e M. Marziani. Cfr. poi La Settimana, n. 31, 30/8/87; e n. 32, 6/9/87.
[62] Cfr. La Settimana, n. 3, 25/1/87; e n. 7, 22/2/87.
[63] Cfr. M. Marziani, Aids: all’Usl qualcuno ci ama, n. 8, 1/3/87. Cfr. pure dello stesso Marziani, Aids, che caos (n. 4, 1/2/87), Un’epidemia di chiacchiere (n. 5, 8/2/87); e l’intervista a don Luigi Ciotti ("Il pericolo di una nuova apartheid", n. 6, 15/2/87).
[64] Cfr. R. Ciammarughi, Aids in Riviera: i rischi e i dati, n. 4, 24/1/88.
[65] Cfr. A. Montanari, Tutti i numeri dell’aids, n. 34, 27/9/87; e M. Tassinari, Tutti i numeri dell’aids a Rimini, n. 46, Natale 1987. L’articolo di Tassinari, contenente un’intervista al prof. Ciammarughi, era accompagnato da una nota di M. Marziani, intitolata Possiamo non crederci? Il prof. Ciammarughi nel cit. Aids in Riviera: i rischi e i dati, cit., puntualizza su "diverse omissioni ed inesattezze" che avrebbero alterato "il significato complessivo" dell’intervista da lui concessa al Ponte, aggiungendo: "Anche il commento della Redazione, in parte condizionato da tali carenze, merita alcune considerazioni", poi esposte nel suo intervento.
[66] Cfr. Dieci anni, p. 380.
[67] Cfr. Giov. Tonelli, Di Crecchio scende a Bologna dall’accelerato Rimini-Roma, n. 7, 22/2/87.
[68] Cfr. La Settimana, n. 29, 2/8/87.
[69] Cfr. La Settimana, n. 21, 31/5/87; n. 40, 8/11/87; n. 2, 10/1/88; n. 6, 7/2/88; e n. 17, 7/5/89.
[70] Cfr. Giov. Tonelli, Di Crecchio scende…, cit.
[71] Cfr. Dieci anni, p. 380.
[72] Cfr. Giov. Tonelli, Quel sospetto non è più legittimo, n. 9, 8/3/87.
[73] Cfr. Dieci anni, p. 380.
[74] Cfr. D. Predieri e P. Fedriga, Muccioli assolto: quelle "catene" erano terapeutiche, n. 44, 6/12/87.
[75] Ibidem, pp. 353-354.
[76] Cfr. M. Marziani, La nota stonata del ‘megafono dei benpensanti’, n. 44, 6/12/87.
[77] Cfr. La Settimana, n. 36, 11/10/87; n. 37, 18/10; e n. 42, 22/11. Su Addolorata Di Campi, cfr. F. Carvelli, Donne e poliziotte, n. 47, Natale 1989.
[78] Cfr. La Settimana, n. 20, 28/5/95. L’articolo di M. Forcellini è anche in AA. VV., Rimini 1995, Cronache e opinioni di una città sotto i riflettori, Edizioni di solidarietà, Rimini 1995, pp. 9-13: Alla sbarra la "Uno bianca". Una sintesi dei principali fatti di cronaca del 1987 è nella pagina speciale della Settimana, intitolata L’87 è andato anche così, ed apparsa sul n. 1, 1/1/88.
[79] Cfr. La Settimana, n. 1, 11/1/87; n. 2, 18/1; n. 9, 8/3; e n. 30, 23/8. Di Cecco nella fuga da Novara ebbe come compagno Calogero Diana, uno dei tredici brigatisti rossi per i quali si chiese la liberazione in cambio di Moro con il "comunicato n. 8". Diana, quando venne catturato nuovamente, aveva in tasca biglietti d’autobus della linea Ferrara-Marina di Ravenna".
[80] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88.
[81] Cfr. La Settimana, n. 11, 22/3/87, n. 25, 28/6; n. 15, 19/4; n. 36, 11/10, n. 37, 18/10. Cfr. pure La Settimana 1991, n. 1, 5/1/92.
[82] Cfr. La Settimana, n. 40, 8/11/87.
[83] Cfr. A. Montanari, Sempre più croci sulle nostre strade, n. 34, 27/9/87; e Id., Troppi giovani muoiono sulle strade, n. 2, 10/1/88. Nel 1988 i morti per incidenti stradali saranno 74, contro i 72 del 1987; la fascia giovanile (17-25 anni) passerà da 24 vittime (1987) a 28 (1988): cfr. A. Montanari, Sempre più giovani muoiono sulle strade, n. 2, 15/1/89. Per altri dati, cfr. La Settimana, n. 45, Natale 1990.

1987.3.Cultura
Sulle orme del passato
Passato che torna: una casa romana del primo secolo dopo Cristo viene alla luce nella zona dell’arco di Augusto, durante scavi che sviluppano ricerche avviate nei primi anni Sessanta. A castel Sigismondo proseguono i restauri: si apre una breccia in corrispondenza della "porta del Soccorso" (lato monte), chiusa nel 1624. Tra Rimini e San Marino si svolge la mostra "Guercino e dintorni", per studiare "l’evoluzione di un secolo di pittura, condizionato dalla presenza" nella nostra città di Giovanni Francesco Barbieri, vissuto tra 1591 e 1666. [1]
Oreste Delucca riscopre vita ed opere di Simone Cinquedenti, ceramista operante a Rimini alla fine del Quattrocento, con notizie inedite ricavate dallo spoglio di documenti notarili. [2]
Passato che scompare: dall’oratorio di San Giovannino, rubanola Madonna con Bambino, San Giovannino e San Girolamo, dipinta nel 1738 da Giovan Battista Costa il "più significativo esponente della pittura riminese del Settecento", secondo lo storico Pier Giorgio Pasini. [3]

Libri e spettacoli
Don Serafino Tamagnini, parroco dal dopoguerra a San Martino dei Mulini, in Trentacinque anni di storia racconta le vicende personali e collettive di "un curato di campagna". [4] Sergio Zavoli pubblica Romanza, autobiografia di una generazione vissuta a cavallo della seconda guerra mondiale, con al centro Rimini.[5]
A Riccione viene inaugurato il centro culturale "della Pesa", con biblioteca, museo ed altre strutture [6], e si tiene la quarta edizione di Satyagraha, premio di poesia per la pace: vince Bernardino Pasinelli di Fonteno (Bergamo), ex terrorista. [7]
Le manifestazioni che si succedono durante tutto l’anno nella varie località, vengono documentate dal Ponte attraverso le cronache di Paolo Pagliarani per il cinema, e di Giulia Vannoni per il teatro e la musica. Alla Sagra musicale malatestiana si esibisce il riminese Luigi Alberto Bianchi che ha avuto come primo maestro Walter Valmaggi. [8]
"Cosa guardava al cinema il giovane Fellini quando si trovava a Rimini?": all’interrogativo risponde una rassegna di sette film, intitolata "Fellini al Fulgor".
Carlo Alberto Balducci presenta puntualmente le novità librarie nelle sue Note di cultura riminese, una rubrica assai seguita. [9]
Giulio Cesare Mengozzi dedica la sua attenzione di studioso ai Missionari riminesi nella storia. [10]

Ricordo di Davide Minghini
Ci lascia Davide Minghini: per cinquant’anni è stato il fotoreporter di Rimini, "l’occhio attento ed affabile di una città", che lui ha raccontato da grande artista. "Sempre presente, con una pazienza certosina […] sapeva essere disponibile e gentile con tutti". [11] "Le sue fotografie e i suoi filmati hanno fatto il giro d’Italia, forse del mondo", anche perché aveva documentato il lavoro del suo amico Federico Fellini sul set di Amarcord. [12]
La figura del pittore Renato Guttuso, morto il 17 gennaio, viene illustrata in esclusiva sul Ponte, con inediti ricordi romani, da Demos Bonini. [13]
 
La Talpa del Manzù

Un crocevia tra cultura e politica si realizza alle Giornate del Centro Pio Manzù, presieduto ora da Giulio Andreotti: il tema di quest’anno ("La Talpa nel labirinto") suggerisce percorsi inediti, anche in relazione ai mutamenti internazionali in corso nell’URSS. "Dialogo" è per Andreotti la parola-chiave del quadro mondiale. Secondo Edwuard Luttwak (consulente del presidente statunitense Reagan), occorre "resistere alla tentazione di premiare i sovietici, attraverso concessioni unilaterali". Gli risponde Wassily Leontief, premio Nobel per l’economia: "Sbaglia chi pensa di guardare con atteggiamento di distacco; la fine del processo avviato da Gorbaciov interessa tutto il mondo". [14]

Nasce la "Gazzetta di Rimini"

Giornalismo: esce il secondo quotidiano di Rimini, La Gazzetta. [15]
Il panorama della stampa locale resta non troppo brillante: dilaga la faciloneria, e la concorrenza non dà buoni frutti, sostiene Marziani [16], in un articolo che crea "un putiferio" tra i colleghi, facendo perdere le staffe a quelli della Gazzetta [17]. Comunque, è finito il monopolio del Carlino, giornale con "tanti meriti e due assi nella manica: il Palazzo e il Belmondo", mentre sullo sfondo della città sopravvive quell’aneddotica felliniana che affascina gli inviati che scendono a Rimini: "Ah, Fellini, quante sciocchezze sono state scritte in tuo nome", ha sottolineato Giorgio Tonelli ad inizio 1987, ricordando i dieci anni del nostro settimanale. [18]

[1] Cfr. A. Zignani, Casa romana ai piedi dell’Arco, n. 20, 24/5/87; D. Fagnani, Riaperta la "porta del Soccorso", n. 10, 15/3/87; A. Zignani, Quel pittore aveva un occhio per Rimini, n. 23, 14/6/87.
[2] Cfr. O. Delucca, Simone Cinquedenti, ceramista del ’400, n. 28, 26/7/87.
[3] Cfr. A. Zignani, Il "San Giovannino" rubato, n. 22, 7/6/87.
[4] Cfr. A. Amati, Trentacinque anni di storia nella penna di un curato di campagna, n. 3, 25/1/87. Sulla figura di don Tamagnini, cfr. P. Giovagnoli, Una ventata di santità, n. 3, 17/1/88; e la recensione di C. A. Balducci al Ricordo di don Serafino Tamagnini, prete: 1912-1987 di Enrico Squadrani, n. 15, 3/4/88.
[5] Cfr. La Settimana, n. 4, 1°/2/87.
[6] Cfr. N. Concolino, La pesa della cultura, n. 39, 1°/11.87.
[7] Cfr. Giov. Tonelli, Dalla violenza politica alla pace, n. 30, 23/8/87.
[8] Cfr. G. Vannoni, Violino primo amore, n. 33, 13/9/87.
[9] Segnaliamo alcune recensioni scritte da C. A. Balducci: su Bacco in Romagna di G. Bravetti (n. 9, 8/3/87), I codici del cardinal Garampi di D. Frioli (n. 24, 21/6/87), e le nuove Cronache (dattiloscritto, Biblioteca Gambalunghiana) di F. Lombardini, ricavate dai giornali del primo Nocevento (n. 31, 30/8/87). Le precedenti Cronache di Lombardini, dedicate all’Ottocento,sono ripercorse sul Ponte da V. Zavoli in numerosi articoli, nel corso del 1987 e degli anni successivi.
[10] È il titolo dell’articolo, n. 1, 11/1/87.
[11] Cfr. A. Montanari, Minghini, un occhio sulla città, n. 41, 15/11/87.
[12] Cfr. M. Urbani, Mingo,Federico e gli amici, n. 41, 15/11/87.
[13] Cfr. A. Montanari, "Il mio amico Guttuso", n. 5, 8/2/87.
[14] Cfr. D. Fagnani, Nella speranza che ‘scoppi la pace’, n. 37, 18/10/87.
[15] Cfr. A. Zignani, Rimini val bene una Gazzetta, n. 20, 24/5/87.
[16] Cfr. M. Marziani, La ‘Cronaca Vera’ della stampa locale, n. 27, 12/7/87.
[17] Cfr. Giov. Tonelli, Non di sola Gazzetta, n. 28, 26/7/87.
[18] È l’articolo già cit. nella nostra Premessa (cfr. ‘Carte false’ in provincia fra lustrini e sospetti, n. 1, 11/1/1987): sviluppa il tema "Rimini e l’informazione".

1987.4.Sport
Ritorna il Giro d’Italia con una tre giorni tutta romagnola e tappe a Bellaria, Rimini e San Marino. [1]
È una festa per gli appassionati delle due ruote, che non mancano se il glorioso sodalizio del "Pedale Riminese" può creare tre squadre (riservate alle categorie dilettanti, giovanissimi ed esordienti), proprio mentre si preannuncia la demolizione della pista ciclistica allo stadio "Romeo Neri". [2]
"Salveremo l’anello del "Neri" a qualsiasi costo. Quell’impianto esiste ormai da più di trent’anni", dichiara al Ponte il presidente del Pedale Riminese, Alfredo Masinelli, confidando inutilmente in un ripensamento del Comune che ha già stanziato 330 milioni per il primo stralcio dei lavori che creeranno le corsie per l’atletica. [3]
Lo spadista riminese Guido Prosperi, in servizio militare nelle Fiamme Oro (reparto atletico della Polizia di Stato), è secondo nel campionato italiano individuale, per una sola stoccata di differenza. Il suo primo maestro in città, è stato Gustavo Voltolini. [4]
La Rimini-Calcio, una squadra che ha ottenuto "facile salvezza con modesti giocatori", cambia l’allenatore, per fine contratto del "pur bravo Jaconi", a cui subentra Giancarlo Galdiolo, "un giovane tecnico dal passato glorioso come calciatore". [5]
Nel baseball, la Trevi Rimini conferma le previsioni di inizio campionato, conquistando per la quinta volta lo scudetto tricolore. Lo sport locale è così ripagato delle "cocenti delusioni" registrate in altri settori. [6]
Per la pallamano, la Jomsa resta in "A" (fallito per un punto l’obiettivo di entrare "nell’olimpo dei play-off scudetto"), mentre la squadra femminile di pallavolo Libertas Rivazzurra è promossa in serie "D". [7]

[1] Cfr. Tre giorni tutti in "rosa", n. 8, 1/3/87.
[2] Cfr. P. P., Azzurri riminesi senza pista, n. 3, 25/1/87.
[3] Cfr. G. Bianchi, Pista per atletica o per ciclisti? Una guerra tra poveri, n. 37, 18/10/87.
[4] Cfr. Per una toccata Guido Prosperi al secondo posto, n. 3, 25/1/87.
[5] Cfr. Giorgio Masinelli, Una vittoria giovane, n. 23, 14/6/87; e Id., Arrivi e partenze, n. 26, 5/7/87.
[6] Cfr. R. Leoni, Ma è subito derbyssimo, n. 14, 12/4/87: e Id., Sulla barca ‘pirata’ sventola il tricolore, n. 36, 11/10/87.
[7] Cfr. T. Pasolini, Si resta in A, n. 26, 24/5/87; F. P., Libertas Rivazzurra in serie D, n. 22, 7/6/87.

  Indice del volume

© Antonio Montanari. "Riministoria" è un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", è da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2001.
Pagina 2551/26.01.2018