Antonio Montanari

1367, quattro Cardinali francesi a Rimini.

Altri quattro Cardinali seguono seguono il diverso itinerario «flaminio», che ha un'indubbia valenza politica, ed è descritto da Eugenio Duprè Theseider [1].
Essi, provenendo da Modena, passano per Rimini tra 11 e 25 giugno. Sono Pierre de Monteruc (11 giugno 1367), e Stefano Aubert (18 giugno), due cugini, figli di fratelli di papa Innocenzo VI (Étienne Aubert, 1282-1362), che viaggiano separatamente. Assieme invece giungono il 25 giugno altri due cugini, Nicole de Besse e Pierre Roger de Beaufort (il quale nel 1371 diventa papa Gregorio XI), un cui zio fu Clemente VI (Pierre Roger, quarto papa d'Avignone, dal 1342 al 1352).
Circa Etienne Aubert (o Stefano Alberti) Vescovo di Carcassone, giunto a Rimini il 18 giugno, va aggiunto che suo padre Jeanne d'Assac è cognato di Valérie (detta pure Agnès, moglie nel 1313 di Etienne Pierre de Monteluc) da cui nasce Pierre Selva de Montruc (o Monteruc, 1330-1385), Cardinale dal 1356, arrivato a Rimini il giorno 11 giugno. Jeanne d'Assac è quindi cognato di Innocenzo VI (un cui zio fu Clemente VI, 1342-1352), mentre Valérie è sorella del Papa.
L'albero genealogico di questa famiglia [2], indica che un altro fratello di Innocenzo VI, Guy (sposato con Marguerite de Livron) ha due figli ecclesiastici in carriera: Audouin, Cardinale dal 15 febbraio 1353 (+1364), ed Arnaud, Vescovo di Avignone (+1371). Anche Etienne Aubert Vescovo di Carcassone (+1369) ha un fratello Vescovo ad Alby, Hugues (+1379). Infine da Valérie ed Etienne deriva pure il Cardinale Vescovo di Monteruc, Ranulfe (+1382), che quindi è fratello di Pierre Selva de Montruc.
Nessuna memoria ha raccolto i progetti di questi quattro Cardinali che seguono la Via Flaminia per recarsi a Roma, forse in accordo con il Papa per preparare un contesto politico favorevole al ritorno di Urbano V ad Avignone, che avviene il 17 aprile 1370.
Essi sono francesi, appartengono cioè a quel gruppo di ecclesiastici che per la loro nazionalità «gemevano e inorridivano» davanti al ritorno del pontefice a Roma [3].
Ma c'è anche un versante locale, tutto malatestiano. Abbiamo ricordato la visita di Malatesta Antico nel 1357 ad Avignone da Innocenzo VI. Lo stesso Malatesta Antico il 27 gennaio 1360 ha ottenuto la scioglimento di parentela di primo grado del figlio Ungaro con la futura moglie Costanza d'Este che sposa due anni più tardi, dopo aver ripetuto inspiegabilmente la richiesta che è soddisfatta dal Legato in Cesena il 22 aprile 1362.
Malatesta Ungaro è ad Avignone nel 1366, come promotore di una lega contro le compagnie di ventura, dopo una precedente visita di due anni prima. Il 27 agosto 1367 a Galeotto I sono concessi la rettoria di Romagna ed il vicariato di Cesena e Bertinoro, dopo la morte di Egidio Albornoz (protagonista della restaurazione del potere ecclesiastico, a cui seguono le «Costituzioni», dette egidiane dal suo nome), avvenuta il 24 agosto 1367 a Viterbo.
Quindi, i fatti successivi al passaggio per Rimini del quattro Cardinali nel giugno 1367, permettono di inserirlo in un contesto politico che mira a rafforzare i legami tra la Romagna malatestiana e Chiesa, partendo dai fatti successivi a quel giugno.

NOTE
[1] Cfr. nel suo I Papi di Avignone e la questione romana, Firenze 1939, p. 158, dove alla nota 3 sono pure indicate le fonti che qui omettiamo tranne che per Rimini: «nella prima metà di giugno viene onorato al suo passaggio per Modena; il 19-21 è a Bologna; il 25 giugno passa per Rimini. Evidentemente seguiva la Via Flaminia». La fonte riminese è il Chronicon Malatestiano, p. 29 (cfr. pure in Tonini, IV, 1, p. 180), in cui leggiamo: «Venne dui cardinali da Vignone, e passò per Arimino et andò a Viterbò, che se chiamava i cardinali de Elimogia», ovvero di Limonges, ovvero Nicola de Besse, come si trova nella nota di Massèra che poi precisa: «l'altro dei due era il cardinale diacono di Santa Maria nuova, Pietro Roger Beaufort, il futuro Gregorio XI». L'itinerario Flaminio è seguito anche dal Cardinale di Carcassone che passa per Rimini il 18 giugno (Tonini, p. 180).
[2] Per questo albero, cfr. J. Favier, Dictionnaire de la France médiévale, Paris 1993, ad vocem. Jean Favier (1932-2014), «était un des plus grands historiens médiévistes français», si legge nell'omaggio a lui dedicato, in occasione della sua scomparsa avvenuta il 12 agosto 2014, dalla Bibliothèque nationale de France.
[3] G. Audisio, Storia religiosa e civile dei papi, IV, Aurei, Roma 1867, p. 113.


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Pagina 2094. Creata 20.10.2014