Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale "malatestiano"

Galeotto non fu un buon cattolico, secondo Jean de Launoy.

        
"Faute de Jugement, par laquelle il oste le nom de bon Catholique au Cardinal Galeotus de Petramala, & à Jean Muret Secrétaire de Benoist XIII.

Il s'ensuit que le Card. Galeotus celebre pour sa pieté et pour son erudition & Jean Muret un des Secretaires de Benoist XIII, n'étoient pas bons Catholiques, parce qu'admirans la vertù & la doctrine de Clamengis, il persuaderent à ce Pape de l'attirer à soi, pour en faire un de ses Secretaires. Il alla trover Benoist, quoi q'avec repugnance, & n'amaint pas la Cour des Grandes.
Il en revint , lors que la France jugea à propos pour le bien de l'Eglife de ne plus reconnoistre Benoist comme légitime Pape: de plus il se purgea nettement de la calomnie que quelques envieux lui avoient imposée d'avoir dressé l'Interdit , que Benoist mit en France parce qu'elle avoit quitté son obéissance."
Fonte: Jean de Launoy, Opera omnia, Opusculis ineditis..., IV, 2, Fabri, Barrillot, Bousquet, Ginevra, 1732, p. 62



Jean de Launoy (1603-1678) è figura controversa della storia della Chiesa. Nella sua biografia della "Treccani on line", si legge che fu "scrittore fecondissimo, di vasta erudizione, pubblicò opere di critica, di storia e di scienze ecclesiastiche. Famose le conferenze che teneva a Parigi, interrotte nel 1676 per ordine del re. La sua produzione è di particolare importanza dal punto di vista critico e storico, soprattutto per aver mostrato la falsità delle antiche tradizioni sulle origini del cristianesimo in Francia. Nella sua produzione teologica prese posizione contro l'infallibilità pontificia a favore del concilio, negò valore dogmatico alla dottrina dell'Immacolata Concezione e sostenne che l'assunzione debba intendersi per la sola anima di Maria. Nella teologia sacramentale polemizzò contro i giansenisti circa la penitenza e il valore dell'assoluzione; considerò il matrimonio come semplice contratto civile sottoposto all'autorità secolare. Difese A. Arnauld contro i provvedimenti presi a suo carico dalla Sorbona e per questo fu da alcuni ritenuto favorevole al giansenismo. Le sue opere e l'importante epistolario furono raccolti in 10 voll. da Granet (1731-33)".

Jean de Launoy, come abbiamo visto, definisce Galeotto "celebre pour sa pieté et pour son erudition", anche se per le sue amicizie culturali, egli osserva, non fu un buon Cattolico.
Jean de Launoy, circa queste amicizie, fa il nome di Nicolas de Clamanges, autore di un "Trattato" sulla rovina della Chiesa, apparso in traduzione francese nel 1564.
"Un traité conçu pour la défense de l'Église catholique, par un esprit tout pénétré des idées de saint Augustin, ait pu servir, dès le XVIe siècle, à étayer la propagande de la Réforme", come osserva nel 1938 Robert Boussat, recensendo il volume apparso due anni prima a cura di Alfredo Coville, e dedicato appunto a quella traduzione del 1564.
Coville (p. 32) ci illumina con questa osservazione: Nicolas de Clamanges non legò con nessun Cardinale, "sauf Galeotto di Pietramala qui était peut-être dans une situation un peu fausse à la Cour pontificale".
Clemanges è famoso per aver rinunciato alla carica di segretario pontificio dell'Antipapa Benedetto XIII, disgustato dalla corruzione allora comune ad ogni corte pontificia, come ricorda Jacques J. Lenfant nella sua storia del Concilio di Costanza ("Histoire du concile de Constance", I, Humbert, Amsterdam 1727, p. XXXVIII).
Bibliografia in ordine cronologico:
Alfred Coville, Le Traité de la ruine de l’Eglise (De corruptu ecclesie statu) de Nicolas de Clamanges, et la traduction française de 1564, Parigi 1936;
Robert Boussat, "A. Coville. Le Traité de la ruine de l'Eglise de Nicolas de Clamanges et la traduction française de 1564", in "Bibliothèque de l'école des chartes", 1938, tomo 99, pp. 371-372.

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Antonio Montanari
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