Figlio "spurio" di Malatesta Antico.
Leale Malatesti.
Vescovo di Forlì

Se Alessandro Malatesti, Vescovo di Forlì (1470), ha una genealogia alquanto confusa; più trasparente, pur nella sua sostanziale incertezza, è quella di Leale, dapprima Vescovo di Pesaro (1373) e poi di Rimini (1374-1400).

Leale è un figlio "spurio" di Malatesta Antico e di una non meglio precisata Giovanna, il cui nome è fatto dallo stesso Leale nel proprio testamento.
Si sa che Leale ebbe un fratello frate, come si legge in L. Tonini (IV, 1, p. 323).
Fu legittimato da papa Urbano II il 5 febbraio 1363.

Nella recente "Storia della Chiesa Riminese" (II, pp. 432-433) Enrico Angiolini definisce Leale il "caratteristico cadetto avviato alla carriera ecclesiastica", mentre per Bartolomeo (Vescovo di Rimini, 1445) non esclude "il classico ruolo di figlio naturale legittimato ed avviato alla carriera ecclesiastica".

Le vicende dei tre Malatesti fin qui riassunte, hanno un punto in comune: testimoniano gli stretti legami fra i Signori della Politica ed il potere della Chiesa, aldilà delle dispute dinastiche o territoriali. Il che configura l'immagine di una vita religiosa attenta, molto se non troppo, alle questioni terrene, pratiche, economiche, di gestione del "particulare" piuttosto che dell'universale evangelico.

Un altro Malatesti appare negli elenchi dei Vescovi italiani: si tratta di Antonio, vedovo e prelato di Cesena nel 1436, figlio di Nicolò Filippo di Ghiaggiolo, quarto nella discendenza di Paolo, che muore nel 1439. Aveva scelto di assumere l'abito clericale dopo la scomparsa della moglie, come leggiamo in "Caesena sacra" di Bernardinio Manzoni, Pisa 1643, I, p. 39.
Antonio Montanari

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