Per quella che è la mia (ridottissima) esperienza trovo che quello che si definisce riduttivamente "metodo" in realtà nasconde anni e anni di ricerca e sottointende una serie di indicazioni (spesso uno stile di vita completamente diverso) per raggiungere uno scopo. Lo scopo finale dei vari metodi è il miglioramento della salute (in senso generale).
Questo differenzia i metodi dalle terapie. Una terapia deve guarire una malattia (lo fa mai? Forse gli unici farmaci che guariscono una malattia specifica sono gli antibiotici. Anche le terapie chirurgiche non "guariscono", anche se possono risolvere, a volte solo temporaneamente, il problema). Un metodo deve migliorare la salute di chi lo abbraccia. Questo generalmente può anche far guarire da determinate malattie.
Non è oro, però, tutto ciò che luccica. Anzi, soprattutto in campo di salute vi sono molti personaggi che cercano solo di trarre profitto. Quindi vale sempre il concetto che bisogna capire e criticare, non accettare passivamente (e nemmeno rifiutare a priori).
Non è facile per degli studenti capire il concetto che non c'è una malattia ma solo un malato. Il "metodo" può quindi rientrare a pieno titolo nella visione "olistica" del paziente, ormai diffusa grazie alle Medicine Complementari (o non convenzionali). Penso però che nella cultura di un medico ci debba essere posto per tutto quanto possa servire per migliorare la salute dei pazienti (e anche quella del medico, che non può certo permettersi il lusso di ammalarsi...)
Due cose mi preme di far notare: