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Generalità
E' caratterizzata da una rapida riduzione del filtrato glomerulare con
conseguente accumulo di metaboliti azotati. Può essere
inizialmente asintomatica (fino al subentrare di squilibri
idro-eletttrolitici). Solo nel 50% dei casi è associata ad
oligo-anuria.
In base all'origine si possono distinguere IRA prerenali, intrinseche e
post-renali. Il 75% delle IRA deriva da cause prerenali o da
tubulonecrosi (IRA intrinseca). Altre causesono indentificabili in
alterazioni dell'interstizio (3%), del glomerulo (4%), vascolare (1%)
od ad ostruzione post-renale (15%).
Le cause possono essere così schematizzate:
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insufficiente
perfusione |
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ischemia o farmaci tossici |
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immunologica o farmaci |
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vasculiti, malattie
sistemiche |
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emboli di colesterolo |
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occlusione urologica |
Oliguria ed anuria
L'anuria è un sintomo raro che si ha in occasione di ostruzioni
complete delle vie urinarie o di compromissioni vascolari renali molto
importanti come l'ostruzione bilaterale delle arterie renali o la
necrosi corticale massiva (anuria post-partum).
Oliguria significa avere una diuresi di 30-50 ml/die. E' importante
perchè su questo piccolo volume si possono eseguire tests. La
maggior parte delle IRA sono oligo-anuriche.
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IRA prerenale
Rappresenta una risposta alla ipoperfusione renale. Non è
accompagnata da alterazioni strutturali (è detta anche IRA
funzionale) ed è quindi prontamente reversibile alla ripresa del
normale flusso plasmatico. Durante l'ipoperfusione di livello lieve i
meccanismi omeostatici renali sono in grado di mantenere una adeguata
filtrazione:
Vasodilatazione
arteriola afferente
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PROSTAGLANDINE
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Vasocostrizione
arteriola efferente
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ANGIOTENSINA
II
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L'eliminazione farmacologica di questi meccanismi (con FANS e
ACE-inibitori) può scatenare un'IRA funzionale o determinare una
tale ipoperfusione da condurre all'IRA ischemica.
La condizione di compenso fisiologico è accompagnata da un
incrememento del riassorbimento di Na e H2O. Vi è una riduzione
della pressione idrostatica e un'aumentata pressione oncotica nei
capillari peritubulari. Questi fattori stimolano un aumentato
riassorbimento di soluti (fra cui anche l'urea). L'angiotensina II
stimola il riassorbimento di Na+ nel tubulo prossimale.
Due indicatori diagnostici di questo fenomeno sono il rapporto
BUN/creatinita plasmatica e la frazione escreta di Na.
- Il valore del rapporto BUN/Cre normalmente vale 10:1 ed
aumenta notevolmente quando vi è ridotta perfusione renale.
L'urea viene infatti riassorbita più avidamente dai capillari
peritubulari e la sua concentrazione aumenta. La creatinina non
può essere riassorbita e i suoi eventuali aumenti sono
determinati dalla riduzione del GFR (che influenza nello stesso modo
anche il BUN). Il rapporto aumenta quindi in corso di insufficienza
prerenale oltre 20:1. Bisogna però dire che questo rapporto
aumenta anche con la riduzione della massa muscolare o in seguito ad
emorragia gastrointestinale. Risulta molto elevato in corso di cirrosi
epatica. E' quindi un indice poco specifico ma indicativo di anomalie
da indagare. La sua normalità non consente di escludere un IRA
prerenale.
- La frazione escreta di Na (FENa) è indicativa della
percentuale di sodio filtrato che viene eliminato con le urine. Si
calcola rapportando la clearance del sodio con quella della creatinina.
La formula è la seguente:
Il valore della FENa
si utilizza quando il sodio urinario si eleva oltre ai 20 mEq/L per
ipersecrezione di ADH (concentrazione urinaria).
- Per FENa < 1% la causa di IRA è
presumibilmente prerenale (vi è un elevato riassorbimento di Na);
- per FENa > 1% la causa di IRA può essere
tubulare (non viene riassorbito il Na filtrato).
Un altro parametro utilizzato è il rapporto fra creatinina
urinaria e plasmatica, che indica il riassorbimento di H2O. Se il
rapporto è > 40 l'IRA è prerenale, se è < 20
è più probabile l'origine tubulare.
Insufficienza epatica
Vi è vasodilatazione sistemica per produzione di prostaglandine
da parte del fegato. Il rene risulta quindi poco prefuso. L'espressione
più grave è la sindrome epato-renale in cui
all'ipovolemia (sangue sequestrato nel circolo portale e
vasodilatazione periferica) si aggiunge una vasocostrizione renale,
causata da un fattore elaborato dal fegato. Si minimizza l'escrezione
del Na+ (FENa molto bassa).
Sindrome nefrosica
In corso di sindrome nefrosica la protidemia (albuminemia) diminusice
insieme con la pressione oncotica. A questa riduzione non si correla
direttamente una ipovolemia. Anzi, in alcuni pazienti si osserva
ipertensione. Si può quindi avere normo- o ipervolemia. Questa
condizione è indicata dagli alti livelli di ANF, dalla mancanza
di iperaldosteronismo secondario. Nella genesi dell'edema concorre
quindi la ritenzione sodica per precede la proteinuria nelle ricadute.
IRA intrinseca (strutturale)
La forma di IRA intrinseca più diffusa è la necrosi
tubulare acuta (ATN). Vari fattori possono scatenare il danno alle
cellule tubulari:
- ISCHEMIA RENALE E RIPERFUSIONE, con danno endoteliale e
rilascio di mediatori. A livello tubulare (ove la tensione di O2
è già bassa normalmente) si ha inibizione del metabolismo
energetico con riduzione della [ATP], alterazioni elettrolitiche,
produzione di radicali liberi al momento della riperfusione. Il
risultato è il distacco delle cellule tubulari dalla membrana
basale con ostruzione dei dotti collettori e coinvolgimento di nefroni
integri che convergono verso lo stesso dotto. Questo tipo di danno
è generalmente reversibile. Il recupero avviene per
rigenerazione delle cellule tubulari nel giro di qualche settimana.
- SOSTANZE NEFROTOSSICHE, come farmaci o tossici industriali.
I farmaci più comunemente coinvolti sono gli aminoglicosidi, i
mezzi di contrasto, i composti del platino. Anche massiccie liberazioni
di cataboliti (eme, acido urico) in seguito ad emolisi o terapie
antiblastiche possono far sorgere IRA.
- Tubulonecrosi da aminoglicosidi. Colpisce il 10-20% dei
trattati con latenze anche di 28 gg dalla somministrazione. La loro
tossicità è funzione del numero di gruppi NH3 contenuti
nella molecola. La streptomicina è quella meno tossica. La
tossicità può essere abbassata dalla somministrazione in
unica dose. Fattori che complicano il quadro sono le endotossine ed
epatopatia.
- Mezzi di contrasto. In soggetti già predisposti
con insufficienza renale, cardiaca o mieloma, l'infusione del mezzo di
contrasto può portare a vasocostrizione renale e a generazione
di radicali liberi. I mezzi di contrasto non ionici a bassa
osmolarità sembrano più sicuri.
- Composti del platino. A livello del tubulo rilasciano
radicali liberi che legano ed alterano il DNA delle cellule tubulari
con citotossicità. Il cisplatino è più tossico del
carboplatino. La tossicità può essere ridotta da una
buona idratazione del paziente con soluzione fisiologica (anche nel
caso dei mezzi di contasto).
- Eme, che può derivare dall'emoglobina (emolisi) o
dalla mioglobina (rabdomiolisi). I pigmenti si depositano nei tubuli
ostruendoli, con la formazione di cilindri bruni. Il ferro catalizza la
formazione di radicali liberi con danno tubulare. Il trattamento
prevede idratazione ed alcalinizzazione.
- Acido urico. Quando supera i 15 mg/dl si ha una massiccia
precipitazione di cristalli di urato con ostruzione tubulare. Le []
necessarie di acido urico si hanno in seguito a distruzioni tisutali o
trattamenti antiblastici.
Per avere il recupero della funzione renale non devono esserci danni
vascolari. Le cellule tubulari possono quindi rigenerare e
ripristinare la funzione tubulare. Le ostruzioni si risolvono con
espulsione dei cilindri.
In conclusione si può dire che l'oligoanuria è un segno
di IRA e non è presente nella progressione dell'insufficienza
renale cronica, ove anzi si può avere poliuria.
Nefropatie interstiziali
Una delle cause intrinseche di IRA sono le patologie
tubulo-interstiziali. L'edema interstiziale (forme acute) o la fibrosi
(forme croniche) porta all'ostruzione dei tubuli. Nelle forme
immunomediate l'infiltrato leucocitario comprime i tubuli.
L'eziologia è varia:
- farmaci (antibiotici, analgesici, FANS)
- infezioni (pielonefrite)
- danni vascolari (emboli di colesterolo)
- disprotidemia (mieloma, amiloidosi)
Farmaci
Possono agire con un meccanismo allergico di ipersensibilità di
I e IV tipo e necessitano di sensibilizzazione (es. rifampicina,
tiazidici, furosemide, penicilline). In questi casi si può
manifestare una vera e propira allergia con sintomi sistemici come rash
cutaneo ed eosinofilia, associati con sintomi renali con poliuria e
piuria sterile. La reazione non è correlata alla dose.
I FANS e altri analgesici sono collegati a necrosi papillare e a danno
ischemico della midollare con fibrosi reattiva. Questo tipo di reazione
può essere dovuta anche al danno diretto causato dai farmaci o
loro metaboliti concentrati nella midollare. L'effetto è
dose-dipendente e progressivo nel tempo, fino ad arrivare alla necrosi
papillare con ematuria ed ostruzione meccanica dell'uretere.
La midollare è normalmente perfusa da 5 mmHg di PO2. La
riduzione porta ad ipossia e a successiva necrosi. Il danno tubulare
impedisce l'escrezione di urine acide (i protoni tendono a
retrodiffondere dall'epitelio tubulare danneggiato) con quadro di
acidosi tubulare distale.
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