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Fattori di crescita emopoietici


La proliferazione dei precursori emopoietici (linfoidi e mieloidi) è regolata da un complesso network di sostanze (glicoproteine) secrete da vari tipi cellulari fra cui gli epatociti (trombopoietina), le cellule tubulari renali (eritropoietina) e tutte le cellule che costituiscono il microambiente midollare: endotelio, macrofagi, fibroblasti, linfociti, ecc.
Ogni fase dell'emopoisi, e quindi del processo replicativo e differenziativo dei precursori fino alle cellule mature è controllato dalle concentrazioni assolute e relative di questi fattori. L'aumento delle concentrazioni di questi fattori può far incrementare la produzione di cellule mature di due o tre volte rispetto al normale. In vitro è possibile dirigere la differenziazione di una cellula staminale pluripotente verso le varie filiere utilizzando singoli fattori. A prescindere dalle interazioni, infatti, vi sono fattori che agiscono su specifiche linee cellulari o stadi differenziativi.
  • SCF Agisce sulle cellule staminali indifferenziate stimolandone la proliferazione. Stimola anche le cellule già commissionate insieme con altri fattori specifici.
  • Epo Agisce su tutta la filiera eritroide, in particolare sui precursori da eritroblasto basofilo (ma anche sul proeritroblasto) fino ai reticolociti. E' prodotta dalle cellule tubulari renali.
  • GM-CSF Stimola la crescita delle cellule mieloidi CFU-GM ma anche CFU-Meg. Agisce anche sui granulociti maturi stimolando la margianzione e l'attività battericida.
  • G-CSF Aumenta la produzione di neutrofili e la loro attività, agendo principalmente a livello di CFU-G.
  • TPO Regola il commissionamento delle cellule CFU-GEMM verso la linea megacariocitaria e aumenta la produzione di piastrine. E' prodotta dal fegato e i suoi recettori sono presenti sia sui megacariociti che sulle piastrine circolanti.

Utilizzo clinico

Si possono avere due tipi di utilizzo:
  • sostituitivo, nelle sindromi da carenza di uno o più fattori;
  • stimolatorio, quando si vuole aumentare l'espressione di una o più linee cellulari

Un esempio del primo caso è l'utilizzo dell'Epo nell'insufficienza renale cronica, per il trattamento dell'anemia. Venendo a mancare il parenchima renale la quantità di emopoietina endogena si riduce. Bisogna quindi supplire con una somministrazione esogena per mantenere l'ematocrito a valori accettabili. Altra indicazioni dell'Epo sono il trattamento dell'anemia dei pazienti neoplastici in chemioterapia (in cui all'anemia delle malattie croniche si aggiunge una anemia iporigenerativa da mielotossicità).
Gli altri fattori (in particolare il GM-CSF) si usano invece quando si vuole aumentare la produzione di cellule mieloidi differenziate. Le due principali applicazioni sono la riduzione della neutropenia post-trapianto di midollo e la mobilizzazione di cellule staminali per consentire un prelievo dal sangue periferico sufficiente per effettuare un trapianto (in questo caso si tratta il donatore). Altri usi si hanno in corso di sindromi mielodisplastiche o di anemia aplastica.

Bibliografia: 

  1. Gillmann & Goodmann - Le basi farmacologiche della terapia - McGraw Hill - 10^ edizione
  2. Castoldi, Liso - Malattie del Sangue e degli Organi Ematopoietici - McGrawHill - 3^ edizione








 
 
 
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