MUSEO GEOLOGICO "G. G. Gemmellaro"

 

 

          Pietro Calcara

Gaetano Giorgio Gemmellaro

Mariano Gemmellaro

Ramiro Fabiani

 

Salone 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuliano Ruggieri

Enzo Burgio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

1838:  Pietro Calcara, conservatore dell’istituto e poi docente di Storia Naturale, inizia ad ordinare le collezioni ereditate dall’abate Cancilla, raccolte sin dal 1803, che vanno a costituire il primo nucleo del gabinetto di Storia Naturale.

 

 

 

 

 

 

 

 

1861:   G. G. Gemmellaro crea il museo con:

  • Fossili custoditi nel “gabinetto di storia naturale”.

  • Collezione donata dal conte Cesare Airoldi Arrigoni comprendente rocce, fossili e minerali, oltre ad una donazione di 1000 onze.

  • Collezione di fossili subappenninici acquistata dal professor Doderlain.

  • Grande collezione paleontologica comprendente esemplari di tutti i terreni dal Paleozoico fino al Miocene.

  • Collezioni regionali siciliane frutto delle ricerche di G. G. Gemmellaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

1911:  Trasferimento di gran parte delle collezioni mineralogiche al nuovo istituto di mineralogia.

 

            Le collezioni sono arricchite con i materiali di nuova raccolta frutto degli studi di Di Stefano, Mariano Gemmellaro, Checchia Rispoli, Cipolla ed altri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1925:   Ramiro Fabiani, direttore dell’istituto, arricchisce il museo con copiosissime raccolte di vertebrati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1941:  Le scosse sismiche del 16 marzo rendono instabile l’edificio di via Maqueda e la maggior parte delle collezioni viene “sloggiata.

 

1943:  L’edificio viene ristrutturato, ma una bomba centra il salone attraversandolo e scoppiando più sotto; per fortuna i danni alle collezioni non sono gravissimi, tuttavia queste sono traslocate negli scantinati dell’istituto di fisica. In questi stessi scantinati trovano rifugio le collezioni paleontologiche donate dal Marchese Antonio De Gregorio.

            Un nubifragio fa allagare i sotterranei dell’istituto di fisica e G. B. Floridia salva la maggior parte del materiale riportandolo nella vecchia sede del museo.

 

1953:  Ridotto in pessime condizioni, con locali cadenti e assolutamente privo di personale, il museo chiude al pubblico con la visita dei congressisti della società geologica italiana (4 ottobre).

 

1963:  Viene assegnato da parte del ministero un posto di conservatore (un barlume di speranza per il museo), ricoperto dal Dott. Giuseppe Buccheri.

 

1964:  vengono acquistati mobili metallici e si intraprendono i lavori di risistemazione delle collezioni. I locali risultano insufficienti e i fossili sono rimessi nelle casse (500) e queste, con i “vecchi” mobili di legno e i nuovi mobili metallici, sono trasferite in magazzini appositamente affittati dall’Università (P.zza Durante).

 

1965:   Il rettore Gerbasi, dovendo utilizzare i locali occupati dal museo, obbliga Prof. Ruggieri, direttore dell’istituto di Geologia, a stipare le collezioni in casse e, per accelerare i tempi di sgombero, fa smantellare, distruggendolo tutto l’arredamento in pino-pece e ferro battuto del museo.

 

1970:   L’istituto di Geologia e tutti i materiali del museo occupano l’edificio attuale. Nella divisione degli spazi si tiene conto delle esigenze del museo. Il direttore del Ruggieri, in fase di progettazione, ipotizza tutto l’edificio come potenziale spazio museale.

 

1973:  il conservatore passa al ruolo docente.

 

 

 

 1975:  Il museo ha un nuovo conservatore: il Dott. Enzo Burgio. Direttore e   conservatore si rivolgono all’amministrazione universitaria chiedendo spazio e personale. Il rettore La Grutta ed il consiglio di amministrazione prevedono la sistemazione di un museo di Scienze Naturali che possa accogliere le più importanti collezioni scientifiche universitarie.

 

1978:  Iniziano i lavori nel Salone. La maggior parte dei “vecchi” mobili del Museo vengono ammucchiati in magazzini dell’Università in viale delle Scienze. Un guasto all’autoclave fa allagare i locali e cento casse rimangono inondate. Il Museo riprende le attività: Tesi di laurea, Corrispondenza, Inventario, Registrazione, Archivio, Collezioni didattiche, Raccolte di fossili sul terreno, Rapporti con altri Musei scientifici, visite da parte di scolaresche, interessamento degli organi di stampa.

 

1980:  Il salone è accessibile, la costruzione di due soppalchi ha aumentato lo spazio espositivo e la possibilità di sistemare  mobili metallici. Rientrano le casse e un gruppo di appassionati, sotto l’attenta guida del Conservatore Burgio, comincia il riordino delle Collezioni.

 

 

1985:   Il museo riapre al pubblico con la Mostra: I fossili di Sicilia.

 

 

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