L'ombra del Minotauro

 

 

Le porte trasparenti

si aprono e chiudono,

scorrendo impazzite

con soffio asmatico.

Ed ecco la lunga sala

illuminata al neon

dal pavimento lucido

sconfinare nella parete

di fondo a specchio,

e la hostess del volo

Atene centoquindici

penetrarvi tranquilla.

 

E tu novella Fedra

intorno alla trentina

affrettarti a seguirla

con la sacca da viaggio,

con la pelliccia di volpe

e le scarpe da ginnastica,

lasciandoti alle spalle

una scia di profumo

made in Crete Island

 

Ho giusto una moneta

per una bevanda calda

al distributore automatico

da sorseggiare piano,

guardandoti salutare

attraverso la vetrata

mentre tu ti allontani

agitando una rivista

prima di spiccare il volo.

 

Intanto la mia mente

percorre altri Labirinti,

ben diversi da quelli

esplorati da mio padre,

coi suoi fili di Arianna

e con i suoi Minotauri.

Fossi stato al suo fianco

lì dentro, forse ora chissà

tutto sarebbe più facile.

Guardatevi dai parenti

ingombranti. Chi sono io,

per tener testa a un eroe?

 

Avete mai udito parlare

di me, un certo Ippolito,

quello che ama i cavalli

e che cavalca nei boschi

in cerca della solitudine?

Pure ne parlerete un giorno,

se non altro per compatirlo.

Allora tanto vale cedere

alla mia cara matrigna

almeno per una volta,

è quanto mi sono detto

né so darmi pace adesso.

 

Fedra, non altri che te

è il mio vizio nascosto,

fin dal primo momento

che mi sei venuta in casa

sotto braccio con Teseo.

Esotica come una vacanza

in una vita impiegatizia,

bella come la réclame

di una ditta di telefonini,

è stato inutile fuggirti

fingendo di detestarti.

 

Perciò ti sono grato,

per le ore distillate

qui a psicoanalizzarci

nello spazio precario

di una stanza d'albergo.

Oppure facendo l'amore

con le cuffie da walkman,

che sono sì scomode

ma infondono musica

che distrae dai muggiti

di un altro Minotauro.

 

Adesso il suo spettro

mi sta seduto accanto,

nell’ombra della platea.

Il mostro sopito sbadiglia,

in attesa di entrare in scena

per il finale del dramma.

Con le varianti del caso, 

le nostre storie furono

scritte un volta per tutte.

E nessun filo di Arianna

ci guiderà questa volta,

né ci salverà da noi stessi.

 

 

Pino Blasone

 

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