Pino Blasone - ALICE CIBERNETICA - Romanzo On Line


NOTA SUL ROMANZO

Il primo capitolo del romanzo esce nel 1992 come storia autonoma in un volume di racconti di vario genere, per le edizioni Synergon di Bologna. In effetti si è trattato di una delle prime narrazioni del genere cosiddetto Cyberpunk in Italia, sia pure volutamente differenziata dai modelli americani, che intanto si iniziava a conoscere e ad apprezzare anche da noi. Già allora essa è stata oggetto di un precoce esperimento di diffusione on line, tramite la rete telematica nazionale Videotel. Il racconto intitolato Alice cibernetica dava il titolo all'intera raccolta, che inaugurava una collana di narrazioni analoghe di autori italiani, fra cui Oscar Marchisio, Vanni De Simone, Pina D'Aria. A conclusione della collana, nel 1996 il racconto viene pubblicato nello sviluppo di un romanzo dal titolo Il ritorno di Alice cibernetica. Restituita al titolo originale, tale versione "su supporto cartaceo" è la fonte dell'attuale pubblicazione on line, questa volta su Internet nella sua dimensione World Wide Web. Ci si augura peraltro che essa possa rappresentare un contributo allo sviluppo di un'editoria in Rete di argomento letterario nel nostro paese. L'edizione on line è stata artigianalmente curata dall'autore (un file in formato compresso dell'intero romanzo è scaricabile nel proprio computer tramite DOWNLOAD. Eventuali commenti o critiche saranno apprezzati all'indirizzo di posta elettronica [email protected]).


VECCHI ARTICOLI E RECENSIONI...

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Nella sezione "libri" di 7 GIORNI DI VITA ITALIANA,
notiziario dell'Agenzia ANSA, mercoledì' 29 gennaio 1997

Sorta di viaggio a ritroso simile a quello di Orfeo che scende nell'Ade, il romanzo di Pino Blasone Il ritorno di Alice cibernetica (Ed. Synergon, pp. 190, L. 15.000), segna una nuova tappa nell'immaginario della scrittura fantastica di matrice cyberpunk: il connubio misticismo-tecnologia, un elemento nuovo in questo tipo di narrazioni certamente suscettibile di ulteriori sviluppi. Qui Alice diviene il simbolo della virtualita', sospesa tra illusione e realta' in un viaggio non oltre lo specchio di Carroll ma al di la' dello schermo del computer. Sulle sue tracce si muove l'io narrante. "E' la Alice - scrive Blasone - che non ho mai smesso di amare. Per questo sono venuto qui. Per ricondurti indietro". Romano, laureato in filosofia, con interessi per il mondo arabo, Blasone e' traduttore e autore di racconti tra i quali Alice cibernetica (Synergon), prima tappa del viaggio che in questo romanzo trova la sua conclusione nel superamento della caducita' corporea. La sua tematica quindi va a innestarsi in una nuova corrente cha va oltre il cyberpunk per giungere al "transrealismo" del quale ha parlato Rudy Rucker, vale a dire il rapporto metaforico tra l'analisi della realta' tecnologica e le sue implicazioni con la realta' materiale. Ma la nuova tematica e' anche altro, e' rielaborazione del mito da quello di Arianna ad Orfeo e da Atlantide al Labirinto.

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Marco Vallarino, in "Il ritorno di Alice cibernetica" e "Alice cibernetica e altre ciberstorie on line", settembre e giugno 1999

Gli schermi del virtuale sono più labili di quelli tradizionali o degli specchi del passato. Offrono sempre di più alla vista. Ci fanno scoprire qualcosa del lato nascosto della scena. Ci fanno superare lo specchio di Alice. Ma il lato nascosto virtuale della scena non è che una scena a sua volta. E' necessario cercare al di là, nei modelli, il senso degli spazi virtuali… Sono labirinti di labirinti (Philippe Queau, in Come in uno specchio, su "Virtual" n.3, novembre 1993). Alice è sempre servita per molte metafore, ma naturalmente niente le si addice più di quella della realtà virtuale. E Pino Blasone con questo romanzo vuole condurci alla scoperta di una Città Virtuale. Con vari racconti, come nel "Decamerone" o nelle "Mille e una notte", come in un'indagine, ricerca linee di demarcazioni tangibili con il reale.

Pino Blasone, autore cyberpunk e neo-noir, ha messo on line una parte della sua produzione letteraria, tra cui alcune ciberstorie e il romanzo cyberpunk Il ritorno di Alice cibernetica. Di lui si potrebbero dire tante cose. Vi basti sapere che è uno degli autori più prolifici nel panorama della narrativa italiana di genere. Già articolista culturale e autore radio-televisivo, Blasone ha esordito negli anni Ottanta nel campo della "videopoesia". Con tutta probabilità la sua anima fantascientifica è nata all'inizio degli anni novanta, con la frequentazione dell'ambiente cyber bolognese, e con la pubblicazione presso l'editore Synergon dell'antologia Alice cibernetica e del romanzo Il ritorno di Alice cibernetica. Alcuni suoi racconti sono apparsi su riviste italiane ed estere e in questi ultimi anni ha partecipato alle produzioni del movimento Neo-Noir, con le narrazioni Dark Lady Cyberpunk ('94), Virtual killer ('95), Notte Oscura ('95), L'ocarina del Buddha ('95), Captain Revenge ('96), Lobotomìa ('97), Robotrix blu ('99). Adesso Pino ha deciso di mettere on line, a disposizione di tutti quindi, una parte della sua produzione letteraria, tra cui spicca il romanzo Il ritorno di Alice cibernetica, reintitolato per l'occasione Alice cibernetica, che già all'epoca della sua pubblicazione era stato oggetto di un precoce esperimento di diffusione on line, tramite la rete telematica nazionale Videotel.

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Federico Platania, in "Che fine ha fatto il cyberpunk?", gennaio 2001

Oggi il momento di gloria del cyberpunk è passato e i suoi principali scrittori sono stati riassorbiti dal più grande movimento del postmoderno. In Italia invece sopravvive ancora una certa attività, tanto che Mafalda Stasi, in un saggio del 1993, ha commentato, non senza sarcasmo: “Dichiarato morto al centro dell’impero, il cyberpunk prospera nelle colonie”… Perché, dunque, ancora oggi si scrivono libri cyberpunk? Lo scrittore e giornalista Pino Blasone (andatevi a leggere il suo romanzo on line, “Alice cibernetica”, all’indirizzo http://www.geocities.com/SoHo/Square/1364/, tra i primi esempi di Cyberpunk italiano) sostiene che la realtà in cui viviamo ha raggiunto un tale grado di complessità che la letteratura “ufficiale” non è più in grado di raccontarla. Paradossalmente, ci riesce meglio la cosiddetta letteratura “di genere” (il giallo, la fantascienza, l’horror e, perché no?, il cyberpunk). Io non sono un grande estimatore della letteratura di genere, ma tra tutte le argomentazioni in sua difesa, questa di Blasone mi è sembrata la più meritevole di attenzione.

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Cesare Milanese, in "La letteratura mutante", settembre 1997

Come e cosa sarà la letteratura del 2000? Se ne stanno facendo le prove e si cerca di definirla. Intanto c’è una letteratura di passaggio. Dopo i secoli della Galassia Gutemberg (quella del libro a stampa) stiamo attraversando i decenni-incunaboli della Galassia-Maxwell: è così che va denominata la semiosfera dei linguaggi elaborati elettronicamente. "Lingue" e "forme" d’espressione derivate dall’informatica sono già in cantiere. La tecnologia dialogante, interfacciata, diventa per conto proprio "dettatrice" di figure e scritture, di produzioni artistiche e di costruzioni estetiche. Sono operazioni fondate a metà come esperienze di vita reale ed esperienze di vita virtuale. E’ da questa commistione che nasce l’esperienza transrealista. Transrealismo è la parola tema di un gruppo di scrittori italiani che già da diversi anni si presentano con le computer-carte in regola. Per costoro il termine "Transrealismo" (che vale una definizione di poetica) è il punto di arrivo di una linea di lavoro che ha attraversato diverse definizioni, tutte però raggruppabili intorno alla prospettiva generalmente nota come Cyberpunk. Presupposto di questa prospettiva, oltre alla innovazione-modificazione dei linguaggi, e il "fronteggiamento" della nuova avventura della conoscenza umana, configurata nel rapporto di interfaccia tra lingue naturali e lingue artificiali: tra umanità "ex natura" e umanità (o iperumanità) "ex machina". Su questa base si è venuta formando una valanga informe, malgrado le formalizzazioni che la visione informatica impone, di discorsi, è il caso di dirlo, d’ogni "genere": una commistione, più che una combinazione, di modalità del tutto disparate, tra letteratura alta e letteratura bassa, tra ricerca linguistica persino accademizzata e slang generazionali e marginali, tra fantascienza "classica" e horror gotico, tra noir e fumetti. E’ la civiltà metropolitana, sia pure assunta criticamente, ma anche accettata come eccesso, che va dalla megaspettacolarità dei concerti da stadio alla banalità della televisione di consumo. Bach e Rock vanno benissimo insieme. Se questo è il coacervo offerto dalla realtà, la giusta maniera di porsi di fronte ad esso è quello di assumerlo come tale e contemporaneamente di contrastarlo come tale, diventandone agonisti-antagonisti. Di qui un modo di porsi dell’esistere, affrontando l’impresa armati-dotati delle potenzialità in crescendo che sono messe a disposizione dall’accavallamento incessante delle innovazioni computerizzabili. Il reale conseguito e trasformato con questi mezzi è il Transreale. I Transrealisti italiani hanno di recente varato un testo teorico di gruppo: L’immaginario mutante. La nuova narrativa "di genere" attraverso il Cyberpunk e il Neonoir, con le firme di Pino Blasone, filosofo del settore, Vanni De Simone, Marco Minicangeli, Aldo Musci e Fabio Giovannini, che è un po' il capo in testa del gruppo. L’estrema utilità dei loro scritti è data innanzi tutto dalla chiarezza e dalla completezza con le quali essi riassumono il percorso del nuovo genere a partire dagli inizi (di matrice americana) mettendo in rassegna temi, problemi, autori e titoli di una corrente d’orda ormai vastissima, sicura di essere sul punto d’invadere e sconvolgere, attraverso le sue esplosioni-implosioni, i domini tracciati dalla modernità ormai in dissolvenza. I nuovi scrittori non hanno ancora un nome comune generale che li faccia riconoscere con una denominazione definitiva. Essendo transitori, per ora possono benissimo assumere quello di postmoderni (Lyotard) o anche quello di postantichi (Perniola). Per intanto si muovono secondo le genealogie dell’orda. Chiamiamola l’Orda Cyber contrapposta alla misticheggiante Orda New Age. Questo è il paesaggio. Ma limitiamoci all’inventario-sommario dei cibernauti scribi. Costoro hanno già redatto una loro biblioteca, naturalmente di Babele, essendo anche cultori di Borges. Tanto più che Babele è una loro capitale. Il caos si addice ai caotici. E ai caotici si addicono le mutazioni. Questi scribi, questi scrittori sono intenzionalmente dei mutanti. Mutazione significa uomo a più dimensioni per una realtà a più dimensioni. In letteratura ciò si consegue mediante un immaginario aggiuntivo. All’immaginario poetico di tradizione si aggiunge l’immaginario tecnologico e l’esperienza dei mondi virtuali. Essendo complesso, questo immaginario è per forza di cose mutante, in rispondenza tra l’altro con il fatto che è la stessa realtà complessiva che si pone come mutante. Nasce da questa sovrapposizione di mutazioni ad ogni livello quella condizione "transreale" in cui la nuova letteratura si trova ad operare. D’altronde gli autori della antologia L’immaginario mutante (AA. VV., Synergon Edizioni, Bologna 1997) precisano in una loro nota: "Non c’è dubbio che l’immaginario stia attraversando negli ultimi anni una profonda mutazione. Addirittura, il nuovo fantastico o il 'nuovo visionario' possono apparire chiavi di lettura del reale più attuali dei vecchi realismi. Viceversa, questi ultimi possono rivelarsi armi spuntate per una interpretazione di una realtà, per la quale la percezione e la concezione convenzionale può ormai non avere quasi nessun valore, o per lo meno un valore non bastante."


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