Note Personali di un Soldato di Fanteria           

(Colliers 110, Dicembre 12, 1942)

 

 

Arrivò nella mio ufficio tattico indossando un vestito di lana. Aveva passato di diversi anni quell’età - cos’è, quarant’anni? - in cui gli uomini americani annunciano in salotto alle loro mogli che cominceranno ad andare in palestra due volte a settimana, alchè le mogli rispondono: “bene caro – ti dispiace usare il portacenere? E’ a quello che serve.”  Il suo cappotto era aperto e potevi scorgere un bel gruppo di muscoli da  birra attentamente allenati. Il colletto della sua camicia era completamente zuppo. Aveva il fiatone. Arrivò da me con tutte le carte in una mano e le posò sulla scrivania. “Vuole dare un’occhiata a questa?” Chiese. Gli dissi che io non ero l’ufficiale di reclutamento. Lui disse “Oh,” e cominciò a raccogliere le sue carte, ma io gliele presi e cominciai ad esaminarle. “Questa non è una stazione di addestramento, lo sa questo?” dissi. “Lo so, ma so anche che è qui che si accettano volontari ora.” Annuii. “Lei è consapevole che se si arruola in questo ufficio, probabilmente farà il suo addestramento di base proprio qui. Questa è la fanteria. Siamo un po’ fuori moda. Noi camminiamo. Come vanno I suoi piedi?” “Vanno bene.” “Lei non ha fiato,” dissi. “Però I miei piedi stanno bene. Posso rimettermi in forma, Ho smesso di fumare.” Voltai le pagine del suo modulo di applicazione. Il mio primo sergente avvicinò la sedia per guardare meglio. “Lei è un dirigente tecnico in un settore chiave dell’industria bellica,” feci notare a quest’uomo, Lawlor. “ Si è fermato a considerare che un uomo della sua età potrebbe essere di maggior aiuto al suo paese rimanendo al suo posto di lavoro?” “Ho trovato un giovane ragazzo brillante con una testa da 1-A e un fisico da 4-F per sostituirmi al lavoro,” disse Lawlor.  “Dovrei pensare,” dissi accendendo una sigaretta “che l’uomo che la sostituisse dovrebbe avere anni di addestramento ed esperienza.”  “Lo pensavo anch’io.”  Il mio primo sergente mi guardò alzando un sopracciglio canuto. “Lei è sposato ed ha due figli,” dissi a Lawlor. “Che ne pensa sua moglie di lei alla guerra?” “E’ deliziata. Lo sa? Tutte le mogli sono ansiose di vedere I loro mariti andare in guerra,” disse Lawlor sorridendo in modo peculiare. “Sì, ho due figli. Uno nell’esercito ed uno in marina – finchè non ha perso un braccio a Pearl Harbor. Le di spiace se non uso più il vostro tempo? Sergente può dirmi dov’è l’ufficio reclutamento?” Il sergente Olmstead non gli rispose. Lanciai I documenti di Lawlor sulla scrivania. Lui li raccolse e aspettò.

In fondo a questa strada giri a sinistra, è il primo edificio sulla destra.” “Grazie. Spiacente di avervi infastidito,” disse Lawlor sarcastico.   Lasciò l’ufficio tattico tamponandosi dietro al collo con un fazzoletto. Non credo che fosse uscito da più di cinque minuti quando squillò il telefono. Era sua moglie. Le spiegai che io non ero l’ufficiale di reclutamento e che non c’era niente che io potessi fare. Se lui voleva entrare nell’esercito ed era mentalmente, fisicamente e moralmente adatto – allora non c’era nulla che un qualsiasi ufficiale di reclutamento potesse fare eccetto arruolarlo.  Dissi che c’era sempre la possibilità che non passasse l’esame fisico. Parlai alla signora Lawlor per un pezzo, nonostante non fosse una telefonata strettamente militare. Aveva la voce più dolce che abbia mai conisciuto. Suonava come se avesse passato la maggior parte della sua vita a rivelare ai bambini dove trovare i biscotti. Volevo dirle di non telefonare più ma sarebbe stato sgarbato verso quella voce. Non avrei mai potuto. Alla fine dovetti riagganciare. Il mio sergente era pronto con una lezione sull’importanza di saper essere duro con le signore. Tenni un ochio su Lawlor durante tutto il suo periodo di addestramento di base. Non c’era uno dei chiamateli-come-volete- aspetti della vita militare che lo stendesse o anche solo che lo demotivasse

Fece le latrine per una solida settimana, e fu un ammiraglio del lavandino valido quanto quello che seguì. Nè ebbe problemi nell’imparare a marciare, o nell’imparare a fare il suo zaino, o a scopare la sua camerata. Era un soldato dannatamente buono, ed io volevo vederlo balzare sulla palla. Dopo l’addestramento, Lawlor fu trasferito alla Compagnia F del Primo Battaglione, comandato da George Eddy, un uomo dannatamente bravo.  Questo succedeva presto in primavera. Nei primi giorni d’estate il gruppo di Eddy ebbe l’ordine di imbarcarsi. All’ultimo minuto, Eddy fece cadere il nome di Lawlor dalla lista d’imbarco. Lawlor venne a trovarmi per quella questione. Era ferito e solo un poco insubordinato. Due volte dovetti tagliarlo corto. “Perchè me lo racconta? Io non sono un suo compagno.”  “Probabilmente lei ha fatto qualcosa. Lei non voleva fin dal principio che io mi arruolassi.”  “Non ho nulla a che fare con questo,” dissi. Ed era vero. Non avevo mai detto una parola a George Eddy, a favore nè contro. Allora Lawlor mi disse qualcosa che mi diede un brivido tremend lungo la schiena. Si sporse lievemente sulla mia scrivania e disse “Io voglio azione. Riesce a comprenderlo? Io voglio azione.”  Dovetti evitare il suo sguardo. Non so bene perchè. Si rimise dritto. Mi chiese se sua moglie mi avesse telefonato di nuovo. Dissi di no.  “Probabilmente ha telefonato al capitano Eddy.” Disse Lawlor amaramente.  “Non credo,” dissi. Lawlor annuì vagamente. Poi mi salutò, fece dietro-front e lasciò la stanza. Lo guardai. Stava cominciando a vestire bene l’uniforme. Aveva perso circa quindici libbre e le sue spalle erano tornate. E il suo stomaco, ciò che ne restava, era risucchiato in dentro. Non aveva un brutto aspetto. Non aveva affatto un brutto aspetto. Lawlor fu trasferito ancora, alla Compagnia L del Secondo Battaglione.  Fu fatto caporale in agosto ed ebbe le strisce da sergente ai primi d’ottobre. Bud Ginnes era un suo compagno e Bud disse che Lawlor era l’ uomo migliore della sua compagnia.      Nel tardo inverno, più o meno quando mi fu ordinato di prendere il comando della scuola di addestramento di base, il Secondo Battaglione fu inviato. Non fui capace di telefonare alla signora Lawlor per diversi giorni dopo che Lawlor fu inviato. Non finchè il suo gruppo fu atterrato ufficialmente all’estero. Poi le telefonai. Non pianse. La sua voce però si abbassò molto ed io facevo fatica a sentirla. Volevo solo dirle la cosa giusta, volevo solo riportare la sua splendida voce al suo tono normale. Pensai di alludere al fatto che Lawlor era adesso uno dei nostri coraggiosi ragazzi. Ma lei sapeva che era coraggioso. Tutti lo sapevano. E non era un ragazzo. E l’allusione sarebbe stata comunque elaborata e fasulla. Pensai ad un altro paio di espressioni ma erano tutte di quel tipo. Poi capii che non potevo riportare la sua voce alla normalità, almeno non a così breve termine. Però potevo farla felice. "Ho mandato a prendere Pete," dissi.  "Ed è riuscito ad arrivare alla barca. Papà ha cominciato a salutarci, ma gli abbiamo dato un bacio d’addio. Aveva un aspetto grandioso. Stava davvero bene, Ma’.”  Pete è mio fratello. Era una bandiera della marina.

 


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