Leggera Ribellione fuori Madison                     

(The New Yorker, Dicembre, 1946)

 

 

       In vacanza dalla Scuola Preparatoria maschile Pencey (“Un istruttore ogni dieci studenti”), Holden Morrisey Caulfield di solito indossava il suo chesterfield ed un cappello con visiera ed una “V” disegnata sopra.  Sugli autobus della Fifth Avenue, le ragazze che conoscevano Holden spesso pensavano di vederlo passare davanti a Sak’s o Altman, o da Lord & Taylor, ma si trattava generalmente di qualcunaltro. Quell’anno le vacanze di Natale di Holden dalla Scuola Pencey arrrivarono allo stesso tempo di quelle di Sally Hayes dalla Scuola femminile Woodruff (“Attenzione Speciale per le Discipline Drammatiche”). In vacanza dalla Scuola Mary A. Woodruff, Sally se ne andava in giro senza cappello e portava di solito il suo nuovo cappotto blu argenteo. Sugli autobus della Fifth Avenue, i ragazzi che conoscevano Sally spesso pensavano di vederla passare davanti a Sak’s o Altman o da Lord & Taylor, ma si trattava generalmente di qualcunaltro. Appena Holden fu arrivato a New York, prese un taxi verso casa, lasciò la sua Gladstone nell’atrio, baciò sua madre, abbandonò cappotto e cappello su una sedia e fece il numerodi Sally. "Hey!" disse nel microfono.  "Sally?"      "Sì. Chi è?"      "Holden Caulfield.  Come stai?"      "Holden!  Io sto bene e tu?"      "Alla grande," disse Holden.  "Ascolta.  Comunque come va? Cioè, la scuola e tutto?” “Bene” disse Sally, “ Cioè, lo sai.” “Grandioso,” disse Holden.  "Bene, ascolta. Cosa fai stasera?” Holden la portò alla Wedgwood Room quella sera, entrambi vestiti di tutto punto, Sally con il suo nuovo vestito turchese. Ballarono molto. Lo stile di Holden era lungo, lento, larghi passi avanti e indietro come danzasse sull’orlo di una fossa aperta. Ballarono guancia a guancia e quando le loro facce furono appiccicose per il contatto nessuno dei due ci fece caso. Era passato molto tempo dalle ultime vacanze. Trasformarono la corsa in taxi fino a casa in qualcosa di meraviglioso. Per due volte, quando il taxi si fermò bruscamente nel traffico, Holden cadde dal sedile. "Io ti amo," giurò a Sally, levando la sua bocca da quella di lei.  "Oh, caro, ti amo anch’io," disse Sally, e aggiunse con meno passione, "Prometti che ti farai cresere un po’ i capelli,  I tagli a spazzola sono così banali." Il giorno dopo era un giovedì e Holden portò Sally al matiné di "O Mistress Mine," che nessuno dei due aveva visto. Durante il primo intervallo fumarono nell’atrio e furono violentemente d’accordo nel sostenere che I Lunts erano meravigliosi. Anche George Harrison, di Andover, stava fumando nell’atrio e riconobbe Sally come lei sperava avrebbe fatto.  Erano stati presentati una volta ad una festa e e non si erano mai più visti dda allora. Ora, nell’atrio dell’Empire si salutarono col gusto di due che potevano aver fatto il bagnetto assieme da bambini.   Sally chiese a George se non pensava che lo spettacolo fosse fantastico. George si prese il suo tempo per rispondere, atteggiandosi sopra al piede della donna dietro di lui. Disse che la commedia in sè non era certamente un capolavoro ma che naturalmente i Lunts erano degli assoluti angeli.  "Angeli," pensò Holden.  "Angeli.  Cristo.  Angeli."    Dopo il matiné, Sally disse a Holden che aveva avuto una splendida idea.  "Andiamo a pattinare a Radio City starsera."      "Va bene," disse Holden.  "Sicuro."      "Dici davvero?" disse Sally.  "Non lo dire se non lo pensi davvero. Voglio dire non mi frega niente ad ogni modo..."      "No," disse Holden.  "Andiamo. Potrebbe essere divertente.”  Sally ed Holden erano entrambi pessimi pattinatori su ghiaccio. Le caviglie di lei avevano la dolorosa indecente abitudine di collassare l’una verso l’altra e Holden non stava messo meglio.  Quella sera c’erano almeno cento persone che non avevano nulla di meglio da fare che guardare I pattinatori. “Prendiamo un tavolo e beviamo qualcosa,” suggerì Holden all’improvviso. “E’ l’idea più meravigliosa che abbia sentito oggi," disse Sally. Si tolsero i pattini e sedettero ad un tavolo nella tiepida sala interna. Sally si levò le moffole di lana. Holden cominciò ad accendere fiammiferi. Li lasciava bruciare finchè riusciva a tenerli e faceva cadere ciò che ne rimaneva nel portacenere. “Senti,” disse Sally “Devo saperlo, mi aiuterai oppure no con l’albero di Natale, alla vigilia? "      "Certo," disse Holden, senza entusiasmo.      "Cioè, lo devo sapere," disse Sally.      Holden d’un tratto smise di accendere fiammiferi.  Si sporse in avanti sul tavolo.  "Sally, ti capita di non poterne più? Cioè, ti capita mai di temere che le cose possano fare ancora più schifo se non fai qualcosa? "Certo," disse Sally.      "Ti piace la scuola?" indagò Holden.      "E’ una noia tremenda."      "Voglio dire, la odii?"      "Be’, no. Non la odio"      "Bene, io invece sì," disse Holden.  "Ragazzi se la odio! Ma non è solo quello, è tutto. Odio vivere a New York. Odio gli autobus della quinta strada, e quelli di Madison avenue, e uscire dalle porte centrali. Odio I cinema della settantaduesima, con quelle nuvole finte sul soffitto, ed essere presentati a tipi come George Harrison, e dover scendere in ascensore ogni volta che vuoi uscire, e i tizi che stanno da Brook’s a provarsi i pantaloni tutto il tempo.” La sua voce si fece più eccitata. “Roba così, ce l’hai presente? Hai presente qualcosa? Tu sei la sola ragione per cui sono venuto a casa in queste vacanze.” “Sei dolce,” disse Sally, sperando che lui cambiasse argomento. "Ragazzi, odio la scuola!  Dovresti frequentare una scuola maschile una volta. Tutto quello che si fa è studiare e lasciar credere che ti importi un fico se una dannata squadra di football vince, e parlare di ragazze, di liquori e--" "Ora, senti," interruppe Sally.  "Un sacco di ragazzi trovano nella scuola molto più di quello."  "Sono d’accordo," disse Holden.  "Ma questo è quanto ci trovo io. Capisci?  E’ questo che voglio dire. Io non trovo niente da nessuna parte. Sono in cattiva forma, in una forma schifa. Guarda Sally, che ne diresti di battercela e basta? Ecco la mia idea. Io prendo in prestito la macchina di Fred Halsey e domain mattina guidiamo fino al Massachusset e Vermont …e da quelle parti, no? E’ fantastico da quelle parti, lo giuro di fronte a Dio. Noi staremo in una di queste capanne da campeggio e roba così, finchè non finiscono i miei soldi.  Io ho centododici dollari con me. Poi , quando i soldi finiscono, i o prendo un lavoro e vivremo in qualche posto vicino a un ruscello. Capisci cosa dico? Giuro di fronte a Dio, Sallly, ce la passeremo alla grande. Poi più tardi ci sposeremo o qualcosa di simile. Che ne dici? Dai, cosa ne dici? Eh?” . “Non puoi fare una cosa del genere”, disse Sally.      "Perchè no?" Chiese Holden stridente.  "Perchè cazzo no?"   "Perchè non puoi," rispose Sally.  "Non puoi e basta, è tutto.  Supponi che I tuoi soldi finiscano e tu non trovi un lavoro-  bè, e allora?"      "Io otterrei un lavoro. Non preoccuparti di quello.  Non devi preoccuparti di quella parte. Qual’è il punto? Non vuoi venire via con me? "Non è quello" disse Sally.  "Non è quello per niente. Holden, avremo un sacco di tempo per fare quelle cose – tutte quelle cose. Dopo che tu sarai andato al college e ci saremo sposati e tutto il resto. Ci saranno vagonate di splendidi posti in cui andare.  "No, non ci saranno," disse Holden.  "Sarà del tutto differente."    Sally lo guardò, lui la aveva contraddetta così rassegnato. "Non sarà affatto la stessa cosa. Dovremmo scendere con l’ascensore e le valige eccetera. Dovremmo chiamare tutti quanti e dire arrivederci e spedire cartoline. Ed io dovrei andare a lavorare da mio padre e prendere i bus di Madison Avenue e leggere il giornale  we'd have to go downstairs in elevators with suitcases and stuff. Dovremmo andare sempre al cinema della Settantaduesima e vedere I cinegiornali, Cristo i cinegiornali! C’è sampre una quialche stupida corsa di cavalli o una gran dama che spacca una bottiglia su una nave. Tu non hai idea di cosa voglio dire.”  "Forse no. Forse non ce l’hai neanche tu” disse Sally.      Holden si also. Coi suoi pattini dondolanti sulle spalle.  "Tu mi dai un dolore capitale," announciò lui abbastanza spassionatamente.   Poco dopo la mezzanotte, Holden e un ragazzo grassoccio e poco attraente di nome Carl Luce sedevano al Wadsworth Bar, bevendo  Scotch-and-sodas  e mangiando patatine.  Carl era pure lui alla Pencey , ed era capoclasse.      "Hey, Carl," disse Holden, "Tu sei uno di quei tipi intellettuali. Dimmi una cosa. Supponi di averne le palle piene, supponi che stai semplicemente impazzendo, vuoi lasciare la scuola e tutto il resto, e andartene via da questa cazzo di New York, cosa faresti? "  " Bevi dai," disse Carl.  "Fanculo questa roba."  "No, Sono serio," pregò Holden.  "Tu sei sempre stato bacato," disse Carl said, andandosene.   Holden continuo a bere. Bevve nove dollari di scotch e soda ed alle due del mattino si spostò dal bar alla piccolaa hall dove si trovava un telefono.

Compose tre numeri prima di riuscire a fare quello giusto. "Pronto!" gridò Holden nel telefono.       "Chi è?" chiese una voce fredda.   “Sono io, Holden Caulfield. Posso parlare con Sally, per favore?"  "Sally sta dormendo.  Io sono la signora Hayes.  Perchè stai chiamando a quest’ora, Holden?"  "Voglio parlare a Sally, signora Hayes.  E’ importante.  La chiami."  "Sally sta dormendo, Holden.  Chiama domani.  Buona notte." "La svegli. La svegli eh? La svegli signora Hayes.”  "Holden," disse Sally said, dall’altro capo del filo. “Sono io. Che idea è questa?”  "Sally?  Sally, sei tu?"      "Sì. Sei ubriaco."    

"Sally, verrò d ate per la vigilia di Natale.  Farò l’albero per te. Eh? Che ne dici?  Huh?" "Sì, vai a letto adesso. Dove sei? Chi è con te?" "Farò l’albero per te, eh? Cosa ne dici?  Huh? Ok?” "Sì!  Buonanotte!"      "Notte…" “Notte, Sally bambina.  Sally cara, mio dolce amore."      Holden riattaccò e stette accanto al telefono per quasi quindici minuti.  Poi prese un altro nichelino e lo infilò selezionando lo stesso numero di nuovo.  "Pronto!" Gridò nel microfono.  "Devo parlare a Sally, prego."   

Ci fu uno scatto acuto mentre il telefono veniva riappeso, anche Holden dunque riattaccò. Stette a ciondolare per un momento. Quindi andò alla toilette degli uomini, riempì un lavandino di acqua fredda e vi immerse la testa fino alle orecchie, dopodichè camminò gocciolante fino al termosifone e vi si sedette sopra. Stette lì seduto contando i quadrati sul pavimento mentre l’acqua gli colava giù per la faccia, bagnandogli il collo e inzuppandogli il colletto e la cravatta.

 

Venti minuti più tardi il pianista del bar entrò per pettinarsi i suoi capelli ondulati. "Hiya, ragazzo!" lo salutò Holden dal termosifone.  "Ho il sedere in fiamme. Mi hanno acceso l’interruttore. Davvero, mi sto friggendo."      Il pianista sorrise.      "Ragazzi se sai suonare!" disse Holden.  "Tu sì che sai suonare il piano.  Dovresti andare alla radio.  Lo sai?  Sei dannatamente bravo, ragazzo."      "Vuoi un asciugamano, amico?" Chiese il pianista.      "Non io," disse Holden.      "Perchè non ten e vai a casa, ragazzo?"      Holden scosse la testa.  "Non io,' disse.  "Non io."      Il pianista grugnì e rimise il piccolo pettine da donna nella sua tasca interna. Quando ebbe lasciato la stanza, Holden si alzò dal termosifone e battè le palpebre diverse volte per far uscire le lacrime dai suoi occhi. Poi andò al guardaroba. Mise l’impermeabile senza abbottonarlo e si infilò il cappello sulla testa bagnata fradicia.   Coi denti che battevano violentemente, Holden stava ora in piedi all’angolo aspettando un autobus di  Madison Avenue.  Fu una lunga attesa.

 

 

 

 

 

In italiano nel testo

 

_______________________________________________________________________________________________________________

 

Traduzione di Alberto Baglietto. Questa traduzione  è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/  o spedisci una lettera a Creative Commons, 543 Howard Street, 5th Floor, San Francisco, California, 94105, USA.

Hosted by www.Geocities.ws

1