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Pasquale Manella
Se questo è Edipo

Opera segnalata come "meritevole di menzione"

 

Pasquale Manella è nato nel 1978 e vive a Lavello (Potenza).

Quest' opera è stata segnalata dalla giuria come "meritevole di pubblicazione" con la seguente motivazione: «La trasgressione del verso e della parola che crea una poesia fuori dalla lirica è la nota peculiare del componimento che supera gli schemi o meglio li attraversa, forse la voce dell’altro che siamo, di un altro che riesce a parlare solo poche volte facendo rumore».

 

*  *  *

 

Allora chi è quell’essere che di primo mattino,

posto davanti al ricatto degli inquietanti interrogativi

di una spiritosissima sfinge dalla faccia di velluto,

si ritrova solo per una strada senza senso,

ad andare a spasso con la vergogna di dover attraversare,

ogni giorno, intere fila di individui per metà umani e per metà…

Messi democraticamente d’accordo

solo perché non sanno mettersi umanamente d’accordo?…

E chi è quell’essere che a metà mattinata si trova a dover fare

diplomaticamente a pugni con tre delle innumerevoli mogli di un sindaco

goduto e gaudente, nel suo harem di ben pagate sguattere catto-comuniste,

di un’Italia che ancora si trascina a strascico lungo i fondali del mondo,

vestita di “abiti senza persone” in sovrannumero,

intorno al presidio di una polverosa macchina fotocopiatrice,

posta all’interno dell’Ufficio Archivio del Comune di Lavello (PZ)?

E chi è quell’essere che nel primo pomeriggio si vede sbattere in faccia

l’anarchico scarabocchio di garanzia impiastricciato di nero,

sul bianco del  foglio di una carta incenerita dalle minacce piagnucolate a tempo perso,

da parte di chi oligarchicamente chiede di porre rimedio ai cattivi odori di

una sanza che sporca il sonno di 15.000 instancabili culi, costretti a star seduti

“tutti giù per terra”, a scoreggiare l’aria di una DEMOCRAZIA mal digerita,

a partire dal 1860 a questa parte?…

Chi è quell’essere che nel tardo pomeriggio invece,

viene costretto a confrontarsi con gli intestini di c.ca 600.000 zimbelli

sradicati dalla propria terra,

per iniziare entusiasticamente ad inalare l’ineffabile puzza della diossina neo-piemontese, di un futuro già passato da un bel pezzo,

ed espirato a tutto tondo,

dal polmone d’acciaio di una fabbrica

di mostri a quattro ruote che sottraggono ossigeno,

 a chi non sa più come fotosintetizzare l’idea di un futuro che sia proprio,

proprio come un figlio?…

- : “Un figlio?!”

…Si un figlio, proprio un figlio…

Come quello concepito durante la pausa sesso

del turno di ieri notte e poi immediatamente coperto sul nascere,

con la “pietra angolare” che gli abbiamo messo irrimediabilmente sopra,

abortendo al suo posto,  nel deserto preterintenzionale dei sogni,

che ormai non sappiamo più fare,

se non educatamente in sciopero,

indottrinati a desiderare a colpi di alienazione dai mezzi di produzione,

il G.T. di Cattedrali all’avanguardia mosse dalla potenza di 5.100 c.f

e dal T.D. di altrettante gambe pronte a sgommare,

ancor prima di poter controfirmare la lapide tombale di un presente morto di recente,

e deposto nella bara scintillante dell’ultimo,

celebre e brillante, “illustre estinto” bianconero,

principe e gestore di un impero,

che ci ha dato da mangiare,

che ci ha riempito il portafoglio,

ma che oggi,

io,

mando a fanculo con orgoglio,

nonostante continui,

seppur tra mille affanni,

a metterci all’ingrasso ormai da sessant’anni,

affamandoci a puntate…

Puntando sulle nostre vite,

a palinsesto indeterminato,

sindacalmente programmato…

Tanto noi, ammortizzati sociali,

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…Bocca spalancata,

lo beviamo e lo berremo sempre quell’oro (sempre più nero) come fosse colato,

sostituendo il rendimento decrescente di un ingombrante monopolio,

con quello più elegante e barcollante del petrolio e,

nel frattempo, come suini da macello,

continueremo a bloccare e poi a varcare ancora quel cancello,

rilasciando anche, qualora fosse il caso, temporali di interviste ai microfoni e

alle telecamere del Grande Bordello…

O del Telegiornale, se vi sembra più bello…

Per poi lasciarci stringere la gola,

dalla tristezza delle ali di cera di un fratello,

che ha preso il volo verso il Sole,

armato di tutto il suo formidabile, eccezionale cervello,

dimenticando però, il cuore di ogni suo pensiero…

Di ogni suo futuro,  fino all’anno venturo e poi,

venturo, venturo e ancora venturo…

Fino a quando, una volta messo ben al sicuro,

il frutto del suo miraggio sarà finalmente maturo e,

tornando sui suoi passi, in definitiva vi domanderà:

Ma insomma, si potrà mai sapere una buona volta,

chi cazzo è quest’indefinibile essere a cui non resta nient’altro da fare,

“giunto ormai al calare imminente del giorno”,

che tenersi in mano il suo mezzo chilo di genitali pensosi chiedendosi,

dopo essere rientrato e aver abitudinariamente crocifisso

la propria giacca all’attaccapanni della propria casa,

se davvero non sia quella l’unica ragion d’essere che gli resta…

Da sostenere?… Se non sia davvero solamente il suo bel paio di palle,

l’ultima cosa ad avere realmente un peso nella propria vita?…

Allora, avete capito chi è? Se si…Sono tutti cazzi vostri, se no…

Inviate questo messaggio ad altre 5.999.999.999 persone

cui tenete di più…“O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi”…

E meditate, che questo è…Un uomo…

Che si è appena svegliato…

Che è appena nato…

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