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Erminia Daeder
Spiavo 

Opera segnalata come "meritevole di pubblicazione"

 

 

Erminia Daeder, è nata a Taranto il 20 ottobre del 1959 dove vive. Insegna lettere e coltiva la sua fedele inclinazione per la lettura e la scrittura.

Questa poesia è stata segnalata dalla giuria con la seguente motivazione:
«L’autrice e Matera sono un tutt'uno, non si può strappare nemmeno un piccolissimo sasso perché sarebbe la fine. La città e l’autrice vivono il dramma, la paura di essere soppiantati da un nuovo non bello».

 

* * *

 

Spiavo Matera ocra e silenziosa

  il suo cuore fiero sotterraneo

         gli ipogei severi.

La sua piazza sbilenca

  cosparsa di vecchi

  cotti nei visi, lenti nei passi, neri nell’abito.

Cadenzano

   strascichi tronchi

  le loro voci, le mani.

 

Spiavo la tua sorpresa

distratta dai vicoli in quiete.

   E due occhi di bimba

    la sua nera frangetta

    la gonna corta bianca.

Sporgeva dall’uscio

tirando la tendina traforata.

      Dietro un vecchio

disteso nel suo letto,

bianco di marmo il lenzuolo tirato al volto,

bianco stagnante l’odore di cera colata.

Santini,

in ritratti.

   La cornice più spessa ferma

il sorriso maestoso d’un Padre.

  Il letto è alto

in ferro battuto.

  La luce bloccata dalle persiane si incunea

in tagli di calore.

       

Aspiro, una volta.

       Trattengo, aspiro.

Tanfo marrone di bitume

mentre litanie ballonzolano ai piedi del letto.

       

 Spiavo ogni sospiro della morte,

la sua pelle liscia.

Non ho nulla da chiedere, da rivelare.

So che la morte ha vetrate liquide.

E stalagmiti di luce.

Io non ho paura.

 

    Spiavo la gioia d’un gioco d’amore.

               Acciambellata al sole,

senza fretta,

senza scopo.

 

    Mi tocchi

e so d’essere una,

 senza fatica,

 senza ragione.

 

    La forza di un contorno

che traspare ma non soggioga.

 Tienimi mentre mi accarezzi.

 

    Se tremo,

ogni poro combacia con il tuo.

  Tienimi,

perché ogni bacio mi strappa una radice.

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