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Benito Mussolini

"Il problema ebraico"

(Discorso del 25 ottobre 1938)

 

Ora noi non siamo camiti, non siamo semiti, non siamo mongoli. E allora se noi non apparteniamo a nessuna di queste razze, siamo evidentemente ariani e siamo venuti dalle alpi, cioè dal nord. Quindi siamo ariani di tipo mediterraneo: una delle poche razze pure esistenti in Europa. Le invasioni barbariche di dopo l’impero erano di poca gente. I Longobardi non erano più di ottantamila e furono assorbiti: dopo cinquant’anni parlavano latino. Gli Arabi di Sicilia non lasciarono tracce. Perché l’Impero si conservi e si sviluppi nell’ordine bisogna che gli indigeni abbiano nettissimo , predominante e continuo, il concetto della nostra superiore civiltà. (…) Vengo al problema ebraico. Bisogna reagire contro il pietismo del povero ebreo: che colpa ha? Che cosa ha fatto di male? Sono qui da tre secoli, da cinque secoli, da dieci secoli…Con questi sistemi non si affronta mai un problema di carattere generale. Il problema di carattere generale lo si pone in queste linee: che l’ebreo è il popolo più razzista del’universo. E’ meraviglioso come si è conservato puro attraverso i secoli, poiché la religione coincide con la razza e la razza con la religione. Non si è mai lasciato assimilare perché, come si legge nel suo giornale italiano "Israel" è un razza di profeti e una razza di sacerdoti (si ride). Ora tra noi e loro ci sono delle differenze incolmabili.

 


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