CANZONI ITALIANE DELL'EPOCA FASCISTA

CANCIONES ITALIANAS DE LA ÉPOCA FASCISTA

GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato) 
GIOVINEZZA (2a versione) 
INNO DEI SINDACALISTI NAZIONALI CORRIDONIANI (GIOVINEZZA) 
GIOVINEZZA (3a versione) 
CANTO DEGLI ARDITI 
INNO FASCISTA (ALL'ARMI) 
SE NON CI CONOSCETE 
INNO DEI GIOVANI FASCISTI 
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI 
DUCE A NOI 
CARO PAPA' 
FISCHIA IL SASSO 
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA 
IMPERO 
L’INNO DEL CARRISTA 
LA DISPERATA 
MARCIA DELLE LEGIONI 
DIVINA PATRIA 
INNO A ROMA 
PREGHIERA DEL LEGIONARIO 
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA 
ADUA 
FACCETTA NERA 
IL RITORNO DEL VOLONTARIO 
CANTO DEI VOLONTARI 
CANTATE DEI LEGIONARI 
MEDITERRANEO 
CIAO BIONDINA 
ADDIO MIA PICCOLA 
E' PARTITA UNA TRADOTTA 
LA SAGA DI GIARABUB 
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI 
ADESSO VIENE IL BELLO 
VINCERE! VINCERE! VINCERE! 
CAMERATA RICHARD 
LILI MARLEN 
VECCHIA PELLE 
BATTAGLIONI "M" 
GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato-quella dei goliardi) 

Son finiti i tempi lieti 
degli studi e degli amori 
o compagni in alto i cuori 
il passato salutiam! 

E' la vita una battaglia 
è il cammino irto d'inganni 
ma siam forti abbiam vent'anni 
l'avvenire non temiam. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 

Salve o nostra adolescenza, 
te commossi salutiamo: 
per la vita ce ne andiamo 
il tuo riso cesserà. 

Ma se il grido ci giungesse 
dei compagni non redenti 
alla morte sorridenti 
il nemico ci vedrà. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
GIOVINEZZA (2a versione-quella degli Arditi) 

Allorchè dalla trincea 
suona l'ora di battaglia 
sempre primo è fiamma nera 
che terribile si scaglia 

Con la bomba nella mano, 
con la fede dentro il cuore 
egli avanza,và lontano 
pien di gloria e di valor. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 

Col pugnale e con la bomba 
nella vita del terrore 
quando l'obice rimbomba 
non mi trema in petto il cuore, 

la mia splendida bandiera 
l'ho difesa con onore 
è una fiamma tutta nera 
che divampa in ogni cuor. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 

Del pugnale al fiero lampo 
della bomba al granfragore 
tutti avanti, tutti al campo: 
qui si vince oppur si muore! 

Sono giovane e son forte, 
non mi trema in petto il cuore: 
sorridendo vo alla morte 
pria di andare al disonor! 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
GIOVINEZZA (3a versione- Inno dei sindacalisti nazionali corridoniani) 


Sventoliamo al sol di maggio 
il vessillo redentore: 
su compagni, su coraggio 
della lotta suonan l'ore. 


Siamo giovani, siam forti, 
non ci trema in petto il cuore; 
siam le vigili coorti 
di un'Idea che mai non muor. 

Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 


Corridoni, la tua schiera 
è già pronta alla battaglia. 
Con lo sguardo alla bandiera 
sui nemici essa si scaglia. 


Sul borghese che si stende 
nel suo fango e nel suo oro 
che ci sfrutta e ognor offende 
i diritti del lavoro. 


Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 


Corridoni, o duce amato 
sorgi, ormai, dalla tua fossa. 
Vieni, esulta, è ormai spuntato 
il gran dì della riscossa. 


Scritto sta sopra i destini 
l'avvenire sindacale, 
l'alto sogno di Mazzini 
la Repubblica social. 


Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 
Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza 
della vita nell'ebbrezza, il tuo canto squillerà. 
GIOVINEZZA (4a versione-quella fascista) 

Salve o popolo di eroi, 
salve o Patria immortale, 
son rinati i figli tuoi 
con la fede e l'ideale. 

Il valor dei tuoi guerrieri 
la vision dei tuoi pionieri 
la vision dell'Alighieri 
oggi brilla in tutti i cuor. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
E per Benito Mussolini, eja eja alalà. 
E per la nostra Patria bella, eja eja alalà. 

Dell'Italia nei confini 
son rifatti gli Italiani, 
li ha rifatti Mussolini 
per la guerra di domani 

Per la gioia del lavoro 
per la pace e per l'alloro 
per la gogna di coloro 
che la Patria rinnegar. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
E per Benito Mussolini, eja eja alalà. 
E per la nostra Patria bella, eja eja alalà. 

I poeti e gli artigiani 
i signori e i contadini, 
con orgoglio di Italiani 
giuran fede a Mussolini. 

Non v'è povero quartiere 
che non mandi le sue schiere, 
che non spieghi le bandiere 
del fascismo redentor. 

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza 
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va. 
E per Benito Mussolini, eja eja alalà. 
E per la nostra Patria bella, eja eja alalà. 
CANTO DEGLI ARDITI 

Mamma non piangere se c'è l'avanzata, 
tuo figlio è forte paura non ha 
asciuga il pianto della fidanzata, 
chè nell'assalto si vince o si muor. 

Avanti Ardito, le Fiamme Nere 
son come simbolo delle tue schiere 
scavalca i monti, divora il piano 
pugnal fra i denti, le bombe a mano. 

Fiamma Nera avanguardia di morte, 
siam vessillo di lotte e di orror, 
siamo l'orgoglio trasformato in coorte, 
per difender d'Italia l'onor. 

Avanti Ardito, le Fiamme Nere... 

Una stella ci guida, la sorte, 
e ci avvincon tre fiamme d'amor, 
tre parole di fede e di morte: 
il pugnale, la bomba ed il cor. 

Avanti Ardito, le Fiamme Nere... 

L'ardito è bello, l'ardito è forte! 
ama le donne, beve il buon vin; 
per le sue fiamma color di morte 
trema il nemico quando è vicin! 

Avanti Ardito, le Fiamme Nere... 

Quante volte fra tenebre folte, 
nella notte estraemmo il pugnal 
fra trincee e difese sconvolte 
dalla mischia cruenta e fatal! 

Avanti Ardito, le Fiamme Nere... 
INNO FASCISTA (ALL'ARMI) 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti 
terror dei comunisti. 
E noi del Fascio siamo i componenti 
la causa sosterrem fino alla morte 
e lotteremo sempre forte forte 
finchè terremo il nostro sangue in cuor. 

Sempre inneggiando la Patria nostra 
che tutti uniti difenderemo 
contro avversari e traditori, 
che ad uno ad uno sterminerem. 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc... 
Lo scopo nostro tutti lo sappiamo: 
combatter con certezza di vittoria 
e questo non sia mai sol per la gloria 
ma per giusta ragion di libertà. 

I bolscevichi che combattiamo 
noi saprem bene far dileguare 
e al grido nostro quella canaglia 
dovrà tremare, dovrà tremar. 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc... 
Vittoria in ogni parte porteremo 
perchè il coraggio a noi non mancherà 
e grideremo sempre forte forte 
e sosterrem la nostra causa santa. 

In guardia amici! ché in ogni evento 
noi sempre pronti tutti saremo, 
finchè la gloria di noi fascisti 
in tutta Italia trionferà. 

All'armi! All'armi! All'armi siam fascisti etc... 
Del bolscevismo siamo gli avversari 
perchè non voglion Patria nè Famiglia, 
perchè sono rifiuti e fanghiglia 
che disprezzando noi dobbiam scacciare. 

Sempre gridando "Viva l'Italia" 
e abbasso tutti i suoi rinnegatori, 
in alto, in alto il tricolor 
che sarà sempre il nostro amor. 
SE NON CI CONOSCETE 

Se non ci conoscete guardateci dall'alto 
Noi siam le fiamme nere del battaglion d'assalto. 
Bombe a man e colpi di pugnal. 

Se non ci conoscete guardateci sul viso 
veniamo dall'inferno, andiamo in paradiso. 
Bombe a man e colpi di pugnal. 

E se l'artiglierìa fa il suo bpmbardamento, 
gli Arditi vanno all'assalto veloci come il vento. 
Bombe a man e colpi di pugnal. 

Ci han messo sul trofeo un cipressetto nero 
e ci hanno riservato un posto al cimitero. 
Bombardier tira la bomba ben. 
INNO DEI GIOVANI FASCISTI 

Fuoco di Vesta che fuor dal tempio irrompe, 
con ali e fiamme la giovinezza va. 
Fiaccole ardenti sull'are e sulle tombe 
noi siamo le speranze della nuova età. 

Duce, Duce, chi non saprà morir? 
Il giuramento chi mai rinnegherà? 
Snuda la spada! Quando tu lo vuoi 
gagliardetti al vento tutti verremo a te. 
Armi e bandiere degli antichi eroi, 
per l'Italia, o duce, fa balenare al sol. 

E va, 
la vita va, 
con sè ci porta e ci promette l'avvenir. 

Una maschia gioventù 
con romana volontà 
combatterà 

Verrà, quel di verrà, 
che la gran Madre degli eroi ci chiamerà 
per il Duce, o Patria, per il Re, 
a noi! 
ti darem 
gloria e impero in oltremar! 
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI 

Siamo fiaccole di vita, 
siamo l'eterna gioventù 
che conquista l'avvenir 
di ferro armata e di pensier. 

Per le vie del nuovo Impero 
che si dilungano nel mar, 
marceremo come il duce vuole, 
dove Roma già passò. 

Bocche di porpora ridenti, 
date amor, date amor, 
e noi domani a tutti i venti 
daremo il tricolor. 

O nude stanze, 
fredde, squallide nell'ora di studiar, 
dove speranze, 
sogni, canti pur ci vengono a trovar, 

a noi veglianti 
sui volumi d'ogni scienza e d'ogni età, 
il dover gridi: "Per l'Italia e per il duce 
eja, eja, eja, alalà!" 
DUCE A NOI 

Nell'Italia dei fascisti 
anche i bimbi son guerrieri, 
siam balilla o moschettieri del regime il baldo fior. 

con il Duce qui sul petto, 
fa da scudo al nostro affetto 
e l'orgoglio accende in cuor. 

L'occhio del duce brilla 
vivo nei suoi balilla, 
siam la scintilla 
d'amor che un dì 
dal suo cuore usci: 
Sì, Sì. 

Duce dei tuoi balilla 
alta la fede squilla 
più dolce nome del tuo non c'è 
Duce, Duce per te! 

Noi abbiamo un bel moschetto 
e l'Italia ce lo diede, moschettieri 
l'arma al piede 
il destino a preparar. 
Se Balilla aveva un sasso 
noi scagliamo il nostro cuore 
dei piccini maschio ardore, 
vuol la Grande Italia fa... 

L'occhio del duce brilla... 
CARO PAPA' 

Caro Papà 
ti scrivo e la mia mano 
quasi mi trema, lo comprendi tu. 
Son tanti giorni che mi sei lontano 
e dove vivi non lo dici più. 
Le lacrime che bagnano il mio viso 
son lacrime di orgoglio, credi a me. 
Ti vedo che dischiudi un bel sorriso, 
e il tuo Balilla stringi in braccio a te. 

Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra, 
con fede con onore e disciplina 
desidero che frutti la mia terra 
e curo l'orticello ogni mattina, 
l'orticello di guerra 
e prego Dio 
che vegli su di te 
babbuccio mio. 

Caro Papà, 
da ogni tua parola 
sprigiona un "Credo" che non si scorda più 
fiamma d'amore di patria che consola 
come ad amarla mi insegnasti tu. 
Così da te le cose ch'ho imparato 
le tengo chiuse, strette nel mio cuor 
ed oggi come te sono un soldato 
credo il tuo Credo con lo stesso amor. 

Anch'io combatto, anch'io fo la mia guerra... 
FISCHIA IL SASSO 

Fischia il sasso, il nome squilla. 
del ragazzo di Portoria, 
e l'intrepido Balilla 
sta gigante nella Storia. 
Era bronzo quel mortaio 
che nel fango sprofondò 
ma il ragazzo fu d'acciaio 
e la Patria liberò. 

Fiero l'occhio, svelto il passo 
chiaro il grido del valore. 
Ai nemici in fronte il sasso, 
agli amici tutto il cuor. 
Fiero l'occhio, svelto il passo 
chiaro il viso del valore. 
Ai nemici in fronte il sasso, 
agli amici tutto il cuor. 

Su lupatti, aquilotti! 
come sardi tamburini 
come siculi picciotti 
bruni eroi garibaldini! 
Vibra l'anima nel petto 
sitibonda di virtù; 
freme, Italia, il gagliardetto 
e nei fremiti sei Tu! 

Siamo nembi di semente, 
siamo fiamme di coraggio: 
per noi canta la sorgente, 
per noi brilla e ride maggio. 
Ma se un giorno 
la battaglia 
agli eroi si estenderà 
noi saremo la mitraglia 
della Santa Libertà. 

Fiero l'occhio, svelto il passo... 
IMPERO 

Salve o Re Imperator! 
Nuova legge il Duce diè 
al Mondo e a Roma 
il nuovo Imper. 

Fecondato dal lavor, 
Legionario orgoglio avrai 
del tuo Imper. 
Popolo fedel col Sangue lo creò. 

Credere, Obbedir, 
Combattere saprà. 
Vittoriose spiegherà 
fulgide le Insegne della Patria al Sol. 
L’INNO DEL CARRISTA 

Col carrarmato noi facciam la guerra 
strumento che conosce sol vittoria 
che perder fa al nemico la sua boria 
che appena appena lo sente avanzar 
Col carrarmato noi facciam la guerra 
compagine noi siamo d’ardimento 
che sorridendo affronta ogni cimento 
che se ne frega se poi dovrà morir. 

Baldo carrista 
lancia al vento del tuo cuore la canzone 
nell’impeto di fede e di passione 
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce. 
Se canta il cuore 
l’accompagna col suo ritmo anche il motore 
e dice a chi lo guida nel silenzio: 
“Demone rosso, avanti! 
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!” 

Baldo carrista 
lancia al vento del tuo cuore la canzone 
nell’impeto di fede e di passione 
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce. 
Se canta il cuore 
l’accompagna col suo ritmo anche il motore 
e dice a chi lo guida nel silenzio: 
“Demone rosso, avanti! 
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!” 

Baldo carrista 
lancia al vento del tuo cuore la canzone 
nell’impeto di fede e di passione 
per la tua Patria, per il Re, per il tuo Duce. 
Se canta il cuore 
l’accompagna col suo ritmo anche il motore 
e dice a chi lo guida nel silenzio: 
“Demone rosso, avanti! 
Tu sei fra tutti quanti il re dell’ardimento!” 
LA DISPERATA 

Squadriglia disperata che non si ferma mai. 
Mai! Mai! 
Con l’ala tricolor! 
Come aquila indomata l’assalto sempre sferra. 
Sferra! Sferra! 
Al canto del motor! 

Su l’ala armata rigna la morte, 
contro ogni sorte si scaglierà! 
oillì, oillì, ollì, oillà. 
La Disperata: eccola qua! 
[fischi] 
La Disperata: eccola qua! 

Il nero gagliardetto ha il motto “me ne frego”! 
Frego! Frego! 
E sventola lassù. 
Dal sangue benedetto a tutti dice “guai!”. 
Guai! Guai! 
Non si ripiega più! 
No! 

Su l’ala armata rigna la morte, 
contro ogni sorte si scaglierà! 
oillì, oillì, ollì, oillà. 
La Disperata: eccola qua! 
[fischi] 
La Disperata: eccola qua! 

Nemici bianchi o neri. 
Attenti! Chè son botte! 
Botte! Botte! 
E chi non l’ha, vien giù. 
Sia oggi come ieri, contro i nemici, Dài! 
Dài! Dài! 
L’Italia vincerà! 
Sì! 

Su l’ala armata rigna la morte, 
contro ogni sorte si scaglierà! 
oillì, oillì, ollì, oillà. 
La Disperata: eccola qua! 
[fischi] 
Su l’ala armata rigna la morte, 
contro ogni sorte si scaglierà! 
oillì, oillì, ollì, oillà. 
La Disperata: eccola qua! 
MARCIA DELLE LEGIONI 

Roma rivendica l'Impero 
l'ora dell'Aquile suonò. 
Squilli di trombe salutano in vol 
dal Campidoglio al Quirinal. 

Terra ti vogliamo dominar 
Mare ti vogliamo navigar. 
Il Littorio ritorna segnal 
di forza e di Civiltà. 

Sette colli nel ciel. 
Sette glorie nel sol. 
Dei Cesari il genio e il fato 
rivivono nel Duce liberator. 

Sotto fasci di allor 
nella luce del dì 
con mille bandiere passa 
il Popolo d'Italia trionfator. 

Di Roma o Sol, 
mai possa tu 
rimirar più fulgida città. 
O sol, o sol, 
possa tu sempre baciar 
sulla fronte invitti i figli dell'Urbe immortal. 
DIVINA PATRIA 

Un giorno il tambur 
lontano rullerà 
e le trombe squillino, 
trillino, chiamino. 
Se poi come un tuon 
echeggerà il cannon 
ci troverà ben pronti per marciar. 

Patria nostra tu, divina Patria 
sei più preziosa della nostra vita. 
Noi darem per te 
con un sorriso sulle labbra 
come un dono il nostro ben. 
Patria nostra tu, divina Patria 
se chiami all'armi correremo uniti. 
Premio non vogliam 
con un sorriso "a noi" premio sarà. 

E' bello morir 
la Patria per salvar 
la bandiera libera, 
palpiti, sventoli, 
sui monti e sui mar, 
è bello guerreggiar 
con dei fucili contro il nemico vil. 

Patria nostra tu, divina Patria... 
INNO A ROMA 

Roma divina a te sul Campidoglio, 
dove eterno verdeggia il sacro alloro, 
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio, ascende il coro. 
Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte il sol che nasce sulla nuova [storia;] 
fulgida in arme, all'ultimo orizzonte, sta la vittoria. 

Sole che sorgi 
libero e giocondo 
sul colle nostro i tuoi cavalli doma; 
tu non vedrai nessuna cosa al mondo 
maggior di Roma, 
maggior di Roma. 

Per tutto il cielo è un volo di bandiere 
e la pace del mondo oggi è latina; 
Il tricolore canta sul cantiere, sull'officina. 
Madre che doni ai popoli la legge 
eterna e pura come il sol che nasce, 
benedici l'aratro antico e il gregge folto che pasce! 

Sole che sorgi... 

Benedici il riposo e la fatica 
che si rinnova per virtù d'amore, 
la giovinezza florida e l'antica Età che muore. 
Madre di uomini e di lanosi armenti, 
d'opere schiette e di pensose scuole, 
tornano alle tue case i reggimenti e sorge il sole... 

Sole che sorgi... 
PREGHIERA DEL LEGIONARIO 

Iddio, che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore 
rinnova ogni giorno la passione mia per l'Italia. 

Rendimi sempre più degno dei nostri morti, affinchè 
loro stessi -i più forti- rispondano ai vivi: 
"Presente"! 

Nutrisci il mio spirito della tua saggezza 
e il mio moschetto della tua volontà. 

Fa più aguzzo il mio sguardo e più sicuro il mio piede 
sui valichi sacri della Patria: 

Sulle strade, sulle coste, nelle foreste 
e sulla quarta sponda, che già fu di Roma. 

Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi, 
ch'io senta battere il suo cuore fedele. 

Quando passano i gagliardetti e le bandiere, 
tutti quanti si riconoscano in quella della Patria, 

La patria che faremo più grande 
portando ognuno la sua pietra al cantiere. 

Oh Signore! Fa della tua Croce l'insegna che precede 
il labaro della mia legione. 

E salva l'Italia, l'Italia nel Duce, 
sempre e nell'ora di nostra bella morte. 

E salva l'Italia, del Duce, nel Duce, 
sempre e nell'ora di nostra bella morte. 

Così sia. Così sia. 
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA 

Si formano le schiere e i battaglion 
che van marciando verso la stazion. 
Hanno lasciato il loro paesello 
cantando al vento un gaio ritornello. 
Il treno parte e ad ogni finestrin 
ripete allegramente il soldatin. 

Io ti saluto e vado in Abissinia 
cara Virginia, ma tornerò. 
Appena giunto nell'accampamento 
dal reggimento ti scriverò. 
Ti manderò dall'Africa un bel fior 
che nasce sotto il ciel dell'equator. 
Io ti saluto e vado in Abissinia 
cara Virginia, ma tornerò. 

Quel giovane soldato tutto ardor 
c'è chi sul petto ha i segni del valor 
ma vanno insieme pieni di gaiezza 
cantando gli inni della giovinezza. 
Il vecchio fante che non può partir 
rimpiange in cuore di non poter dir. 

Io ti saluto e vado in Abissinia 
cara Virginia, ma tornerò. 
Appena giunto nell'accampamento 
dal reggimento ti scriverò. 
Ti manderò dall'Africa un bel fior 
che nasce sotto il ciel dell'equator. 
Io ti saluto e vado in Abissinia 
cara Virginia, ma tornerò. 
ADUA 

Passa la vittoria 
sfavillante in un baglior 
nel cielo d'or 
mille artili adunchi 
si protendono a ghermir 
non può sfuggir 
ecco gli italiani già 
che hanno preso la città 
belli nel maschio viso 
in un sorriso vogliono cantar: 

Adua è liberata 
è ritornata a noi, 
Adua è conquistata 
risorgono gli eroi. 
Va, vittoria va, 
tutto il mondo sa. 
Adua è vendicata, 
gridiamo alalà. 

Rullano i tamburi 
cessa il suono del cannon. 
Quanta emozion! 
S'alza tra le lacrime 
di gioia e di passion 
una vision: 
sono i martiri che un dì 
questa terra ricoprì, 
ombre color di sangue 
nel sol che langue 
cantano così: 

Adua è liberata... 
FACCETTA NERA 

Se tu dall'altopiano guardi il mare, 
moretta che sei schiava tra gli schiavi, 
vedrai come in un sogno tante navi 
e un tricolore sventolar per te. 

Faccetta nera, bell'abissina 
aspetta e spera che già l'ora s'avvicina 
quando saremo vicino a te 
noi ti daremo un'altra legge e un altro Re. 

La legge nostra è schiavitù d'amore 
il nostro motto è libertà e dovere 
vendicheremo noi camice nere 
gli eroi caduti liberando te. 

Faccetta nera, bell'abissina... 

Faccetta nera, piccola abissina, 
ti porteremo a Roma liberata 
dal sole nostro tu sarai baciata 
sarai in camicia nera pure tu. 

Faccetta nera sarai romana, 
la tua bandiera sarà sol quella italiana, 
noi marceremo insieme a te 
e sfileremo avanti al Duce, avanti al Re. 
IL RITORNO DEL VOLONTARIO 

Mamma ritorna ancora alla casetta 
sulla montagna che mi fu Natale 
son pien di gloria amata mia vecchietta 
ho combattuto in Africa Orientale. 
Asciuga il dolce pianto 
ripeti al mondo intero 
che il figlio tuo sincero 
ha vinto e lotta ancor. 

Italia va, con la tua giovinezza 
per la maggior grandezza 
il Duce sempre a vegliar sarà... 
Veglierà il re, gloriosa Patria bella 
tu sei la viva stella 
che il Duce al Mondo ridonerà 

Nella valigia t'ho portato un fiore 
io lo raccolsi in mezzo alla battaglia 
il suo profumo aspira con amore 
se crepitasse ancora la mitraglia. 
Bagnato è tutto intorno 
del sangue d'un guerriero 
che per crear l'Impero 
vince e lotta ancor. 

Italia va, con la tua giovinezza 
per la maggior grandezza 
il Duce sempre a vegliar sarà... 
Veglierà il re, gloriosa Patria bella 
tu sei la viva stella 
che il Duce al Mondo ridonerà 
CANTO DEI VOLONTARI 

Quando la bella mia m'ha salutato 
piangendo m'ha donato il tricolore: 
"Il bianco è tutto il pianto che ho versato, 
il rosso è tutto il fuoco del mio amore, 
il verde è la speranza 
che un dì ritornerai, 
e allor mi sposerai 
s'io morta non sarò." Bel morettin,/se il tricolor ti piace,/la libertà e la pace/Italia bella ti donerà;/bel morettin/solleva la tua mano,/saluta da Romano,/chè ti portiamo la civiltà. 

Quando la bella mia m'ha salutato 
coi tre colori della mia bandiera 
un grande fazzoletto ha ricamato 
da metter sulla mia camicia nera. 
Speranza, fede, amore, 
io porto sopra il petto, 
accanto al mio moschetto 
che strada mi farà. Bel morettin... 

Quando la bella mia m'ha salutato 
ha colto tante rose nel giardino, 
ne ha fatto un grande mazzo profumato 
perchè lo porti in dono a un'abissino. 
Le rose io te le porto 
e te le voglio offrire 
ma se vorrai le spine 
le spine ti darò. Bel morettin... 

La mia bandiera porterai sul petto 
allor che attaccherete l'invasore; 
e la difenderai col tuo moschetto 
e la difenderai col tuo valore. 
Un bacio, un giuramento 
e và'in combattimento, 
e quando tornerai 
la vita ti darò. Ma non tornar/se per la Patria bella/di libertà la stella/in cielo/ancora non brillerà./E se avverrà/che in mezzo alla battaglia/ti colga la mitraglia/il bacio mio ti raggiungerà. 
CANTATE DEI LEGIONARI 

Ce ne fregammo un dì della galera 
ce ne fregammo della triste sorte 
per preparare questa gente forte 
che se ne frega adesso di morir. 
Il mondo sa che la camicia nera 
s'indossa per combattere e morir. 

Duce! 
Per il Duce e per l'Impero 
eja eja alalà! Alalà! Alalà! 

I morti che lasciammo a passo Uarieu 
sono i pilastri del romano Impero. 
Gronda di sangue il gagliardetto nero 
che contro l'Amba il barbaro inchiodò. 
Sui morti che lasciammo a passo Ureu 
la Croce di Giuliani sfolgorò. 
Duce! 
Per il Duce e per l'Impero 
eja eja alalà! Alalà! Alalà! 

"Ma la mitragliatrice non la lascio!" 
gridò ferito il legionario al passo. 
Colava sangue sul conteso sasso 
il costato che a Cristo somigliò. 
"Ma la mitragliatrice non la lascio!" 
e l'arma bella a un tratto lo lasciò! 
Duce! 
Per il Duce e per l'Impero 
eja eja alalà! Alalà! Alalà! 

O Duce hai dato al popolo l'Impero 
noi col lavoro lo feconderemo, 
col vecchio mondo diventato scemo 
ci sono sempre conti da saldar. 
O Duce hai dato al popolo l'Impero 
siamo pronti per te a ricominciar. 
Duce! 
Per il Duce e per l'Impero 
eja eja alalà! Alalà! Alalà! 
MEDITERRANEO 

Nizza, Savoia, Corsica fatal 
Malta baluardo di romanità, 
Tunisi nostre sponde monti e mar 
suona la libertà, la libertà. 

Va gran Maestrale 
urla, romba, ruggi con furor 
stranier, via! 
Duce col rostro che Duilio armò 
Roma fedele a te trionferà. 
In armi camicie nere 
in piedi fratelli corsi 
voi ritrovate al fin 

la Patria santa, la grande madre 
che vi amò, che vi chiamò 
con la spada Corsi, con la fede 
l'invitto Duce vi rivendicò. 
Di Malta lo strazio grida 
nel cuore d'Italia, 
l'audacia che irrompe e sfonda 
Britannici navigli schianterà. 
Noi ti riconquistiam con Garibaldi. 
Nizza, Nizza col tuo biondo marinar 
vinceremo, Duce, vinceremo 
tu sei la gloria e l'avvenir. 
CIAO BIONDINA 

L'alba spunta già, e se devi andar 
per le vie del mondo, non tardar. 
Ogni studentin gaio soldatin 
lascia i libri e l'Università 

Ciao biondina, ci rivedremo 
un bel giorno ci incontreremo 
da lontan, quando resterò 
solo col mio cuor ti penserò. 
Sognerò di baciare ancor 
la tua treccia d'or, 
addio biondona. 
Ciao biondina, è giunta l'ora. 
Ciao biondina, un bacio ancora. 
Con ardor il goliardo va 
senza mai esitar combatterà. 
Ciao mio caro amor 
presto torna vincitor. 

Sfila il battaglion, rombano i motor 
sempre in alto il cuore tricolor. 
Vincere o morir, questo è l'avvenir 
della più gagliarda gioventù. 

Ciao biondina, ci rivedremo 
un bel giorno ci incontreremo 
da lontan, quando resterò 
solo col mio cuor ti penserò. 
Sognerò di baciare ancor 
la tua treccia d'or, 
addio biondona. 
Ciao biondina, è giunta l'ora. 
Ciao biondina, un bacio ancora. 
Con ardor il goliardo va 
senza mai esitar combatterà. 
Ciao mio caro amor 
presto torna vincitor. 
ADDIO MIA PICCOLA 

Ci bacia la rugiada mattutina... 
addio biondina... addio biondina! 
L'armata degli eroi già s'incammina 
verso la gloria si va... si va...! 
Non c'è barriera al mondo che resistere potrà. 

Addio mia piccola, partiamo intrepidi 
contro il nemico che piegare si dovrà, 
gli antichi barbari dovranno cedere, 
per il trionfo di una nuova civiltà. 
Addio mia piccola, nel sogno baciami 
e vittorioso tornerò vicino a te 
dobbiamo vincere e vinceremo 
col nostro Duce per l'Italia e per il Re. 
E' PARTITA UNA TRADOTTA 

E' partita una tradotta, 
tutta piena di diciott'anni, 
visi freschi, cuori spaccati 
dalle granate dell'allegrìa. 
Hanno preso la via del mare 
questi giovani in grigioverde 
col prurito nelle mani 
e l'amore nei tascapani. 

L'han chiamato "Il Battaglione 
del figiol... di mamma mia!" 
Fà una pernacchia e tira via 
perchè c'è sempre qualche frescone... 

Parapam...pam...pam... 

Mamma mia, ma col moschetto, 
bacio in fronte, te l'ho detto 
salutando alla stazione, 
questo è quello della mitraglia; 
mamma mia, ma col pugnale, 
chè la guerra non è finita, 
scaglia l'anima nella partita, 
lasciala andare dove vorrà. 

I diciott'anni li consumiamo 
tra la gavetta e le scarpinate, 
poi verrà l'ora che batte il cuore 
quell'ora santa delle legnate. 
O Battaglione di primavera 
dove si ferma nessun lo sa. 

Per ora andiamo oltre i confini 
Battaglioni di Mussolini! 
LA SAGA DI GIARABUB 

Inchiodata sul palmeto 
veglia immobile la luna, 
a cavallo della duna 
sta l'antico minareto. 
Squilli, macchine, bandiere, 
scoppi, sangue, dimmi tu, 
che succede cammelliere? 
E' la saga di Giarabub! 

Colonnello non voglio il pane 
dammi piombo pel mio moschetto, 
c'è la terra del mio sacchetto 
che per oggi mi basterà. 
Colonnello non voglio l'acqua 
dammi il fuoco distruggitore, 
con il sangue di questo cuore 
la mia sete si spegnerà. 
Colonnello non voglio il cambio 
qui nessuno ritorna indietro 
non si cede neppure un metro 
se la morte non passerà. 

Spunta già l'erba novella 
dove il sangue scese a rivi, 
quei fantasmi in sentinella 
sono morti o sono vivi? 
E chi parla a noi vicino, 
cammelliere non sei tu? 
In ginocchio pellegrino, 
son le voci di Giarabub 

Colonnello non voglio il pane... 

Colonnello non voglio l'acqua... 

Colonnello non voglio il cambio... 

Colonnello non voglio encomi, 
sono morto per la mia Terra. 
Ma la fine dell'Inghilterra 
incomincia da Giarabub. 
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI 

Sfiorano l'onde nere nella fitta oscurità, 
dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà. 
Taciti ed invisibili partono i sommergibili! 
Cuori e motori 
d'assaltatori 
contro l'Immensità! 

Andar 
pel vasto mar 
ridendo in faccia a Monna Morte ed al Destino! 
Colpir 
e seppellir 
ogni nemico che s'incontra sul cammino! 
E' così che vive il marinar 
nel profondo cuor 
del sonante mar! 
Del nemico e dell'avversità 
se ne infischia perchè sa 
che vincerà! 

Giù sotto l'onda grigia di foschia nell'albeggiar 
una torretta bigia spia la preda al suo passar! 
Scatta dal sommergibile 
rapido ed infallibile 
dritto e sicuro 
batte il siluro 
schianta e sconvolge il mar! 

Andar, ecc... ecc... 

Ora sull'onda azzurra nella luce mattinal 
ogni motor sussurra come un canto trionfal! 
Ai porti inaccessibili 
tornano i sommergibili: 
ogni bandiera 
che batte fiera 
una Vittoria val! 

Andar, ecc... ecc... 
ADESSO VIENE IL BELLO 

Si scioglie la neve, la nebbia, la brina 
quei turpi inglesi 
che pernottano in cantina 
tracannando bottiglie, 
succhiando pastiglie 
domandano ai topi 
quando il tempo cambierà. 
April non giunge col vol di colombe 
lancia dai cieli pioggia di bombe, 
lancia siluri a colpi sicuri 
è l'Aprile d'Italia che gloria ci dà. 
percossa e sconvolta 
dal basso e dall'alto, 
tu non resisti non resisti 
al nostro assalto. 
Malvagia Inghilterra tu perdi la guerra 
la nostra vittoria sul tuo capo fiera sta. 

Adesso viene il bello, 
adesso viene il bello, 
isoletta di pescator 
a nord ritornerai. 
Adesso viene il bello, 
adesso viene il bello, 
Inghilterra, Inghilterra 
la tua fin segnata è già. 
La flotta che muove 
da Capoteulada 
dando prova nell'Atlantico la strada 
su navi guerriere 
le nostre bandiere 
si schierano al vento della 
santa libertà. 
Falsa Inghilterra per ogni naviglio 
perdi una zanna, perdi un artiglio, 
non c'è rimedio sei stretta d'assedio 
è l'Aprile d'Italia che morte ti dà. 
Dovrai per giustizia, 
malvagia Inghilterra lasciare Malta, 
abbandonare Gibilterra. 
Dal cuor delle genti, 
i tre continenti il nome d'Italia 
benedetto salirà. 
Adesso viene il bello... 
VINCERE! VINCERE! VINCERE! 

Temprata da mille passioni 
la voce d'Italia squillò! 
"Centurie, coorti, legioni, 
in piedi chè l'ora suonò"! 
Avanti gioventù! 
Ogni vincolo, ogni ostacolo 
superiamo! 
Spezziam la schiavitù 
che ci soffoca 
prigionieri nel nostro mar! 

Vincere! Vincere! Vincere! 
E vinceremo in cielo in terra in mare! 
E' la paroloa d'ordine 
d'una suprema volontà 
Vincere! Vincere! Vincere! 
ad ogni costo! nulla ci fermerà.! 
I nostri cuori esultano 
nell'ansia di obbedir! 
Le nostre labbra giurano: 
o vincere o morir! 

Elmetto, pugnale, moschetto: 
a passo romano si va! 
La fiamma che brucia nel petto 
ci sprona, ci guida: si va! 
Avanti! Si oserà 
l'inosabile! 
L'inesorabile, l'impossibile 
non esiste! 
La nostra volontà 
è invincibile! 
Mai nessuno ci piegherà! 

Vincere! Vincere! Vincere... 
CAMERATA RICHARD 

Camerata Richard, benvenuto. 
Posa il sacco si scivola bada, 
il nemico è al di là della strada... 
...parla piano già t'hanno veduto. 
Ventun anni, la stessa mia classe... 
...questo vedi è il mio primo bambino... 
e tu sei fidanzato a Berlino 
e abitate alla Krausenstrasse? 
Se mia madre a quest'ora pensasse 
che ho trovato un amico vicino...! 

Camerati d'una guerra, 
camerati d'una sorte, 
chi divide pane e morte, 
non si scioglie sulla terra! 
Camerati d'una guerra, 
camerati d'una sorte, 
chi divide pane e morte, 
più nessun lo scioglierà!... 

Camerata Richard, tre minuti... 
...due minuti...un minuto... 
si attacca! 
...c'è il mio nome cucito alla giacca. 
pronti? fuori! 
che il cielo ci aiuti! 
Camerata Richard, 
come canta 
la mitraglia di quella piazzola... 
Tieni a mente Salvetti Nicola, 
Vico Mezzocannone, cinquanta. 
Oggi tutta la terra si schianta, 
ma noi due siamo un anima sola. 

Camerati d'una guerra, 
camerati d'una sorte, 
chi divide pane e morte, 
non si scioglie sulla Terra! 
Camerati, fuori il passo, 
sulla strada della gloria 
coglieremo la vittoria 
per la nostra libertà. 
LILI MARLEN 

Tutte le sere 
sotto quel fanal, 
presso la caserma, 
ti stavo ad aspettar. 
Anche stasera aspetterò 
e tutto il mondo scorderò, 
con te, Lilì Marlen, 
con te, Lilì Marlen. 

O trombettiere, 
stasera non suonar. 
Una volta ancora 
la voglio salutar. 
Addio piccina, dolce amor, 
ti porterò per sempre in cuor. 
Con me, Lilì Marlen, 
con me, Lilì Marlen. 

Dammi una rosa 
da tener sul cuor, 
legala col filo 
dei tuoi capelli d'or. 
Forse domani piangerai 
ma dopo tu sorriderai. 
A chi Lilì Marle, 
a chi Lilì Marlen? 

Quando nel fango 
debbo camminar, 
sotto il mio fardello 
mi sento vacillar. 
Che cosa mai sarà di me 
ma poi sorrido e penso a te. 
A te Lilì Marlen, 
a te Lilì Marlen. 

Se chiudo gli occhi, 
il viso tuo mi appar 
come quella sera 
nel cerchio del fanal... 
Tutte le notti sogno allor 
di ritornar... di riposar... 
Con te, Lilì Marlen, 
con te, Lilì Marlen. 
VECCHIA PELLE 

Ci siamo fatti ormai la pelle dura 
su tutti i fronti sotto ignoti cieli; 
son già fioriti tante volte i meli 
e il legionario è ancora a guerreggiar. 
Ci siamo fatta la pellaccia dura 
coi bolscevichi e i giuda d'oltremar. 

Vecchia pelle cieli ignoti 
Fiamme Nere dappertutto 
nascerà da tanto lutto, 
una nuova umanità. 
Per i figli, pei nipoti, 
ci battiam su tutti i fronti 
solo agli ultimi orizzonti 
la vittoria in armi sta. 

Da un continente all'altro detta Roma 
l'eterna legge dell'antica razza 
col mitra, col pugnale e la ramazza 
l'ordine nuovo noi vogliamo dar. 
Ce ne freghiamo noi della galera, 
ce ne freghiamo, adesso, di cantar. 

Legionario tieni duro, 
chè il tallon è quel degli avi 
quando il mondo dominavi 
con romanica virtù 
metteremo giuda al muro; 
con il duce in testa a noi 
diveniamo tutti eroi 
e la morte a tu per tu. 
BATTAGLIONI "M" 

Battaglioni del Duce, battaglioni, 
della morte creati per la vita, 
a Primavera s'apre la partita, 
i continenti fanno fiamme e fior. 
Per vincere ci vogliono i leoni 
di Mussolini armati di valor. 

Battaglioni della morte, 
battaglioni della vita, 
ricomincia la partita, 
senza l'odio non c'è amor. 
"M" rossa uguale sorte, 
fiocco nero alla squadrista 
noi la morte 
l'abbiam vista 
con due bombe e in bocca un fior. 

Contro l'oro c'è il sangue e fa la storia, 
contro i ghetti profumano i giardini, 
sul mondo batte il cuor di Mussolini, 
a Marizai il buon seme germogliò. 
Nel clima di battaglia e di vittoria 
la fiamma nera a ottobre divampò. 

Contro Giuda e contro l'oro 
sarà il sangue a far la storia. 
Ti daremo la vittoria, Duce, 
o l'ultimo respir. 
Battaglioni del Lavoro, 
battaglioni della fede. 
Vince sempre chi più crede 
chi più a lungo sa patir.
 


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