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Progetto Donna Salute in Africa
del Dott. Fabrizio
Locurcio
e" Dott. Spyridonitis
Progetto Donna-Salute in Africa
PREMESSA      
Le realtà avvenute e compiute ai danni delle donne in Africa, successivamente all'entrata in vigore del presente Protocollo, dimostrano che gli ineccepibili e nobili principi enunciati, non vengono troppo spesso recepiti dagli Stati Parti dell' Unione d'Africa, vanificando così una concreta protezione ed attuazione dell'intesa legislativa raggiunta a difesa della donna.
In pratica le donne in Africa continuano ancora ad essere <oggetto di diritto>, discriminate e pertanto bersaglio di pratiche sfavorevoli, di abusi psico-fisici, che impediscono il normale percorso di formazione e sviluppo della donna fin dall'infanzia.
I diritti inalienabili universalmente riconosciuti dalle dichiarazioni, risoluzioni, raccomandazioni, decisioni e convenzioni delle Organizzazioni internazionali per i diritti umani, quali valori fondamentali dell'individuo : uguaglianza, libertà, giustizia, dignità, pace, solidarietà e democrazia, non trovano una collocazione prioritaria nel tessuto giuridico-sociale, essenziale per influenzare positivamente le menti  e la cultura atavica, rigidamente consolidata dell'uomo nel pregiudizio.     
Quanto descritto, si sostanzia nella stesura di numerose relazioni provenienti dai rappresentanti di autorevoli e riconosciute Organizzazioni internazionali per i diritti umani, <delle quali si menzionerà in seguito all'interno dalle ricerche effettuate presso l'IsIAO dai dottori :Cagnetti, Bartoletti, Verzola, Locurcio, Esposito ed il greco Spyridonidis per ogni singolo Stato dell'Africa>, tra cui: ONU, UNESCO, FAO, Amnesty International, Survival, Missionari d'Africa, Medici Senza Frontiere ecc. laddove, emergenza sanità, gravidanze a rischio, malattie infettive (AIDS/HIV), sono modus vivendi ed operandi degli Stati; questo si realizza nella violazione dei più elementari principi di un ordinamento giuridico democratico.
Pregiudizi - Le donne hanno la capacità di essere uguali agli uomini: non è la possibilità, ma la consapevolezza che manca loro. La consapevolezza deriva dalla coscienza di quello che si vale, ma la maggior parte delle donne impara fin dalla nascita che la donna vale meno dell'uomo. Se una donna cerca di ribellarsi a quest'iniquità, deve combattere con una voce dentro di lei che le insinua il dubbio, proprio come una nazione che combatte un nemico esterno, mentre al suo interno è indebolita da una guerra civile.
La donna in Africa - Nei paesi in via di sviluppo, la cura dei campi, l'approvvigionamento di cibo e la cucina sono compito esclusivo della donna.
Eppure le donne adulte soffrono maggiormente rispetto agli uomini di:
Rischio di contrarre HIV/AIDS;
malnutrizione legata a carenza di iodio;
mortalità legata al parto;
anemia causata da carenza di ferro
arresto della crescita causata da carenze proteiche.


Lo stato dèlla donna - La diseguaglianza economica è un'arma potente per svalutare il valore delle donne, soprattutto quando è istituzionalizzato come "normale". E le cose vanno sempre peggio, da questo punto di vista. Le Nazioni Unite hanno stimato che a metà degli anni '90 le donne che vivevano in povertà erano il 50% di più rispetto a 30 anni prima. Attualmente riscontriamo la comparsa di leggi sul matrimonio e sulla proprietà, così come il nuovo sistema del microcredito.

Violenza domestica contro le donne - Nel mondo, in ogni strato sociale si riscontrano violenze contro le donne. Per violenza fisica non si intendono solo i casi di stupro o le botte dentro le mura domestiche: ci sono forme di violenza socialmente accettate, come le mutilazioni genitali femminili, vere e proprie torture cui sono sottoposte ogni anno più di due milioni di giovani donne. Sono molte le forme di violenza psicologica, che possono essere altrettanto dolorose quanto la violenza fisica.

Diritti riproduttivi - Senza il diritto a vivere la loro sessualità e alla riproduzione le donne non potranno aspirare alla parità con gli uomini. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che: "La salute riproduttiva implica che gli individui possano vivere una sessualità responsabile, soddisfacente e sicura, abbiano la possibilità di riprodursi, e la libertà di decidere se, quando e quanto spesso farlo". Ma nel 1997 il rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) evidenziava in maniera drammatica che la realtà, specialmente per le donne povere, è molto diversa. Per fare un esempio: il mezzo milione di donne che ogni anno muore di parto, lascia milioni di orfani. La maggior parte di queste donne sono povere: spesso la causa di tali decessi sono  dovute alla presenza di “disuguaglianze di fatto” generate dall'assenza di interesse politico per l'assistenza alla donne povere che uccide queste mamme.

L'importanza dell'istruzione - L'educazione, scolarizzazione e informazione si è dimostrata la strada verso l'uguaglianza di genere in Europa, e così dovrà tentare l'Unione Africana. E' evidente che le ragazze istruite possono ottenere lavori meglio pagati, raggiungendo l'indipendenza economica dall'uomo. Ma è stato anche osservato che laddove, le giovani nei paesi poveri hanno frequentato almeno quattro anni di scuola, quando diventano madri, è minore il numero dei loro bimbi che muore. Altro aspetto positivo che è stato riscontrato è che ciò abbassa il tasso di incremento della popolazione più di qualsiasi altro singolo fattore. Anche istruire gli uomini aiuta: in alcune culture gli uomini ora trattano le donne da pari, e non vengono più emarginate.

In qualsiasi assetto costituzionale positivo il diritto alla salute dovrebbe assumere la qualità di diritto inviolabile perfetto e ricevere una tutela non secondaria bensì primaria e prioritaria. Stessa preminenza dovrebbe essere garantita alla donna, che deve essere tutelata contestualmente sia come singolo che nell'ambito delle c.d. formazioni sociali, prime fra tutte la famiglia ossia la prima società naturale in assoluto e in cui si manifesta e si svolge la crescita della persona.
L'obiettivo auspicabile nel continente africano è l'abbandono del modello di famiglia fondata sul clan tradizionali, o su una famiglia patriarcale nella quale domina il marito-padre.
E' necessario predisporre norme specifiche che tutelino non  l'interesse del singolo capo famiglia ma quello superiore del nucleo familiare. Da "un gruppo di 6 ricercatori di varie discipline", ha fondato capillarmente i propri studi a 360 °, predisponendo una serie di misure di riferimento da realizzare negli Stati del Burkina Faso, Egitto, Namibia e Uganda, utilizzando un modello pilota applicabile ai vari casi concreti.
Lo studio effettuato sotto il profilo socio-antropologico, etnogiuridico e geografico-ambientale, pianifica un progetto volto a fornire soluzioni che gli stessi Stati africani potrebbero adottare autonomamente di concerto con l'UA, che vaglierà eventuali misure da realizzare con le Organizzazioni internazionali di sostegno.  
I diritti sociali non sono diritti soggettivi perfetti ma programmi che i testi sia internazionali che nazionali impongono ai governanti affinché divengano garanzie.
E' necessario pertanto prendere coscienza di un problema di rilevanza, oltre che africana, mondiale.
Si allude alla effettività e pienezza della tutela dei diritti inviolabili dell'uomo, una loro lesione, peraltro spesso irrisarcibile, sovvertirebbe un ordinamento democratico costituzionale.
Le legislazioni che affermano la protezione effettiva dei diritti innanzitutto sociali sono documenti programmatici e non precettivi o giuridicamente vincolanti.
Per perseguire tale progetto è necessaria la concreta possibilità di un potere sostitutivo della Comunità internazionale e quindi di poter monitorare, mediante l'Unione Africana, gli affari interni di uno Stato, al fine di garantire i livelli minimi riguardanti i diritti civili e sociali, che devono essere assicurati.



NAMIBIA

FAMIGLIA

Costituzione: donna, diritti e tutela della salute : La costituzione del Namibia non prevede espressamente una tutela della donna, o una affermazione dei suoi diritti; altrettanto per quanto concerne la salute.
Infatti dal combinato disposto di cui agli artt. 5,13 e 14 si desume che la tutela della donna/salute, si sostanzia, come del resto in quasi la maggior parte degli Stati africani, in formulazioni generiche, squisitamente descrittive, relative alla parità sessuale, etnica e familiare come entità sociale fondamentale e pertanto meritevole di tutela. Infatti l'art.14 postula la protezione della famiglia quale unità sociale, mentre l'art. 13 menziona la tutela dei diritti delle libertà  e protezione della salute pubblica. Più approfonditamente si salvaguardia esplicitamente i diritti dei minori di cui all'art. 15 :

Proposta:
La legge dello Stato del Namibia non predispone misure a tutela delle donne che contraggono il matrimonio tradizionale o consuetudinario ( matrimonio non celebrato dalle autorità civili ). Inoltre l'art.15 cost. del III Cap. prevede che il minore è tale fino al compimento del sedicesimo (16) anno.
Pertanto è necessaria l'elevazione dell'età minore ai diciotto (18) anni.
Nella Carta Africana dei diritti umani si parla genericamente di doveri a carico di ogni individuo nei confronti della sua famiglia e della società, nonché di difesa e  rispetto della famiglia.
Vanno raggiunte pari dignità personale tra i coniugi affinchè non vi siano sottomissioni umilianti della donna, una posizione paritaria in modo che non si abbia più la preminenza del marito,  e l'interesse individuale risulti subordinato a quello collettivo del gruppo familiare.
L'effettiva parità va conseguita anche sotto il profilo economico, per tributare il giusto riconoscimento ovvero la giusta retribuzione della donna nel contesto familiare.
La famiglia quale società naturale ed organismo etico fondato sul matrimonio deve ricevere adeguata protezione giuridica data la stabilità della convivenza, la solidarietà reciproca, la serietà del rapporto, con mantenimento, educazione e istruzione dei figli.
I coniugi devono prestare assistenza materiale e morale reciproca, deve sussistere il diritto alla successione legittima e deve essere titolo di pretesa risarcitoria l'interruzione del rapporto.
E se il matrimonio entra in crisi con relativi separazione o divorzio, bisogna addivenire a degli accordi di separazione con il consenso di entrambi i coniugi od alla revisione in melius di tali negozi giuridici in favore del coniuge economicamente più debole, da decidersi con rito camerale di volontaria giurisdizione.
Si è accennato ad una tutela penale di cui deve essere destinatario l'istituto familiare nei confronti di fatti che offendono o mettono in pericolo l'istituto stesso nei suoi aspetti morale e di assistenza familiare.

Uno dei principali ostacoli al miglioramento della condizione dei diritti della donna in Namibia è costituito dalla differenza dello status della donna all'interno del matrimonio tradizionale rispetto a quello civile. Al fine di dare piena applicazione ai dettati costituzionali della Namibia e dalle norme fondamentali della Convenzione Africana sui diritti della donna, l'Unione Africana dovrebbe adottare le misure giuridiche necessarie affinchè lo status previsto per la donna all' interno del matrimonio civile sia garantito anche all'interno del matrimonio tradizionale, vincolando i rapporti tra i coniugi all'interno di quest'ultimo matrimonio alle norme che disciplinano il matrimonio civile.
L' Unione Africana dovrebbe altresì sollecitare il governo della Namibia ad emanare una legislazione specifica che offra piena esecuzione al dettato costituzionale, previsto dal articolo 16 par.I della Carta Fondamentale della Namibia, che promuove l'uguaglianza dei diritti tra uomo e donna sulla proprietà, impedendo così la sottrazione della proprietà matrimoniale alla vedova.

Progetto salute Namibia

Si propone di promuovere il miglioramento del sistema sanitario mediante il decentramento legislativo alle Regioni per quanto concerne le norme a tutela della salute, in quanto è così possibile adattare le singole problematiche alle esigenze dei luoghi:

Regione di Karas

la promozione di un censimento sanitario di tutta la popolazione femminile anche al fine di verificare lo stato della diffusione dell'HIV/AIDS e di poter, a tale fine, avviare una politica di controllo e prevenzione;
l'istituzione del controllo sanitario obbligatorio per tutte le donne attraverso una visita medica gratuita annuale;
l'istituzione di centri sanitari locali per fornire cure e monitorare la situazione sanitaria esistente, se necessario anche attraverso l'ausilio di organizzazioni di qui l'Unione Africana potrà avvalersi nei casi in cui lo riterrà opportuno.
Roma, 31 agosto 2004

Dott. ri  Fabrizio Locurcio,  Ilias Spyridonidis


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