Fonte: http://www.toledoblade.com

Data : 24.01.04

Continua il dibattito sull’autenticità dell’Ossario di Giacomo.

“E’ la storia della Sindone di Torino che si ripete”, ha dichiarato Dr. James A. Harrel, professore di geologia dell’Università di Toledo, a proposito dell’Ossario di Giacomo.

Il significato della cassetta di calcare del I secolo, iscritta in aramaico con le parole, “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”, sarà dibattuto per anni da scienziati, studiosi e teologi, proprio come l’autenticità della Sindone di Torino, che si dice sia il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù.

Membro dell’Associazione per lo Studio di Marmo e Altre Pietre in Antichità, il Dr. Harrell ha scritto diversi articoli sull’ossario, incluso “La Geochimica imperfetta usata per Condannare l’Iscrizione di Giacomo” pubblicata sull’edizione di Biblical Archaeological Review di Gennaio/Febbraio, 2004.

Quando l’esistenza dell’ossario di Giacomo è stata riportata per la prima volta nel 2002, è stata salutata da molti esperti come una scoperta storica.

Il dr. Hershel Shanks, fondatore e caporedattore della rivista Biblical Archaeological Review e autore di Il Fratello di Gesù, ha dichiarato che “potrebbe senza dubbio trattarsi della scoperta di archeologia biblica dei nostri tempi ed il primo collegamento fisico a Gesù come figura storica nel Nuovo Testamento”.

Gli ossari erano usati comunemente nel I secolo in Israele per l’inumazione dei defunti, i cui corpi erano lasciati a decomporsi per un certo periodo, dopo il quale le ossa venivano poste in queste piccole cassette per il riposo eterno.

Prima della scoperta dell’ossario, non vi erano altre evidenze della vita di Gesù, eccetto per quello che si legge nei testi. Se autentica, la cassa potrebbe essere la prima prova tangibile dell’esistenza di Gesù, ed il suo significato, pertanto, sarebbe senza uguali nella storia dell’archeologia biblica.

Non vi sono discussioni sul fatto che l’ossario di 20 pollici di lunghezza risalga al I secolo, e che sia stato trovato in Palestina, ha dichiarato il dr. Harrell, ma le domande s’incentrano sulla data della sua iscrizione.

Lo scorso giugno, l’Autorità per le Antichità Israeliane (IAA), ha respinto l’iscrizione come una falsificazione moderna.

Il Dr. Harrel, in un’intervista questa settimana, ha dichiarato che dopo aver esaminato i dati scientifici disponibili, è certo che la valutazione dell’IAA è difettosa.

“Di base, quel che dico è che le prove scientifiche non sono conclusive. Ma questo è sostanziale, poiché l’IAA nel suo rapporto, sostiene che l’iscrizione sia una falsificazione – senza se, senza ma al riguardo.”

Il Dr. Harrell, che ha insegnato all’Università di Toledo per 25 anni, ha dichiarato che nessuno dei dati usati nel rapporto dell’IAA può giustificare il categorico rifiuto dell’autenticità della cassa.

“Si potrebbe scoprire che hanno, in effetti, ragione nelle loro conclusioni, ma vi sarebbero comunque arrivati per le ragioni sbagliate” prosegue Harrell.

 “Non ho ancora maturato la mia personale valutazione definitiva, ma la bilancia pende a favore dell’autenticità.”

IL Dr. Harrell non ha esaminato personalmente il manufatto, ma, su richiesta del dottor Shanks, ha studiato i dati rilasciati dalle Autorità Israeliane.

Esperto di pietre antiche, specialmente pietre mediorientali, il Dr. Harrel ha studiato la composizione chimica della patina marrone, o fine copertura, che copre la maggior parte della cassa di calcare.

Ha dichiarato che è ovvio che qualcuno abbia pulito l’ossario, probabilmente con un supporto metallico, dal momento che era stato acquistato più di 30 anni or sono dal suo attuale proprietario, Oded Golan, un commerciante di antichità israeliane che ha ripetutamente tentato di vendere l’ossario per 2 milioni di dollari.

“Quando vengono rinvenuti oggetti con iscrizioni, magari in scavi illeciti, vengono ripuliti per renderli presentabili” ha dichiarato il Harrell. “Un archeologo non lo farebbe mai, ma un mercante d’antichità invece si.”

Golan è stato vago circa il luogo in cui è entrato in possesso dell’ossario, ma il Harrell ha dichiarato che il proprietario gli avrebbe detto ad una conferenza ad Atlanta, lo scorso anno, di averla acquistata a Gerusalemme. La sua importanza comunque non ha avuto il dovuto rilievo fino a quando Andrè Lemaire della Sorbona non ha tradotto la scritta in aramaico, nell’aprile del 2002.

La pulitura ha alterato la composizione chimica della patina, ma la copertura della parola “Gesù” è la stessa del resto della patina sul calcare, ha dichiarato Harrell.

Un altro argomento proposto dagli studiosi nel dibattito sull’ossario, è che i nomi di Gesù, Giuseppe e Giacomo sono piuttosto comuni nell’antico Israele; così, perfino se i dati indicassero che l’iscrizione è genuina, ciò non proverebbe comunque in modo conclusivo che le parole si riferiscano a Gesù di Nazareth.

Stando agli standard scientifici, il rapporto della IAA era dilettantesco, ha dichiarato Harrell.

“E’ stato un lavoro frettoloso, privo della dovuta accuratezza, non vi sono buone ragioni a sostegno delle conclusioni, nessuna menzione di visioni differenti” ha dichiarato. “Un lavoro fatto male”.

Forse, ha aggiunto, il Governo Israeliano sta tentando di fare di Golan un caso esemplare per scoraggiare la vendita di tesori archeologici – perfino considerando che l’acquisto di Golan fu legale a quel tempo.

Harrel ha dichiarato che crede che le autorità israeliane non siano preparate per uno studio scientifico serio dell’ossario.

“Quel che credo sia accaduto è che abbiano voluto convocare questo comitato scientifico troppo rapidamente. E’ come un incidente stradale: la prima persona sulla scena non è mai la migliore per essere d’aiuto. E’ esattamente quel che è accaduto. Credo ci vorrà un altro comitato, meglio qualificato, per studiare l’articolo e redigere un nuovo rapporto.

Il dr. Harrel ha dichiarato di essere stato convocato dal Dr. Shanks proprio per la costituzione di tale gruppo di studi.

“Vorrei accettare l’incarico, ma nel contempo non vorrei” ha dichiarato il dr. Harrell. “E’ un argomento così dibattuto... Non è facile averci a che fare. Ci sarà sempre qualcuno che sarà scontento delle nostre decisioni, qualsiasi esse siano.”

 

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