INDAGINI SU GESÙ

 

Fonte: Selezione del Reader’s Digest – Dicembre 2004

25 dicembre… è proprio vero

Volete conoscere la verità su Gesù? Gettate alle ortiche duecento anni di studio e ricerche dei più grandi teologi di tutto il mondo e tenetevi cari i racconti della nonna, del parroco e della suora che, magari, alla scuola materna, vi ha aiutato a crescere. La tradizione, insomma, non sbagliava: Gesù è nato proprio il 25 dicembre dell’anno zero. Tutto il resto sono dettagli, con un pizzico di mitologia presa dai Vangeli apocrifi, come ad esempio il bue e l'asinello, o San Gioacchino e

Sant'Anna, genitori di Maria, nonni, quindi, di Gesù.  Altro fraintendimento è la povertà del Signore: l'ha aggiunta san Francesco, e certo male non fa, perché, se povero Gesù non era, per noi tutti si è comunque incarnato.

Ecco, è questo l'esito degli infiniti studi iniziati a partire dal Settecento, dal secolo dei Lumi, dal bisogno di montare e smontare i Vangeli.  Una nuova scoperta, che cancella tutte le altre, vale a dire la dimostrazione che non c'era nulla da scoprire oltre ai Vangeli: sembra, oggi, una rivoluzione.

Non resta allora che far riemergere la tradizione e ripulirla dai mille luoghi comuni che si sono incrostati in questi duemila anni di cristianesimo.  Per far ciò, siamo andati a trovare lo studioso che più di ogni altro (esclusi gli Apostoli, si intende) ha contribuito a divulgare, almeno con i libri, la figura di Gesù.  Si tratta di Vittorio Messori, il giornalista che con il suo Ipotesi su Gesù, pubblicato nel 1976, ha avvicinato più giovani alla figura del Cristo di qualunque dotto teologo.  Quel libro vendette alcuni milioni di copie, fu tradotto in 34 lingue (più le edizioni pirata).  A quel volume ne seguirono molti altri, tra i quali uno scritto con Giovanni Paolo II che, in due mesi, vendette 2 milioni di copie: un’impresa

da Guinness dei primati.  Ma Messori non ama usare i numeri quando si tratta di misurare il proprio lavoro.

 

Reader’s Digest: Vale davvero la pena di indagare sui tempi e sui luoghi che hanno visto nascere, predicare e morire Gesù?

Messori: Altro che, se ne vale la pena. Il Vangelo racconta un evento che sta nei piani di Dio e che porta suo figlio a incontrare la Storia.  Non si discute il progetto di Dio, lo si accetta e, accettandolo, lo si deve comprendere e indagare anche a livello storico.  Il Vangelo è sapienza incarnata.  Nessun buddista si preoccuperebbe di verificare la veridicità storica del Buddha: che importa, è sapienza pura.  Quanto all'Islam, Maometto non è che un semplice interprete, uno scrivano. E’ l'arcangelo Gabriele che detta a lui il Corano, la legge di Dio che sta scritta in cielo.  Ma Gesù è il figlio di Dio che scende in terra: dimostra che non è mai esistito e cancelli, con un tratto,la fede cristiana.

 

RD: Allora, come si è giunti a questo ritorno alle origini?

Messori: Abbiamo tutti peccato di superficialità.  Abbiamo messo in discussione la tradizione, pensando che la scelta di festeggiare la nascita di Cristo il 25 dicembre fosse una convenzione, una scelta arbitraria che andava incontro al bisogno di contrastare le feste pagane del Sol Invictus, a ridosso del solstizio d'inverno.  Ma ci siamo sbagliati tutti,  e la prova è venuta da un dettaglio su cui nessuno si era soffermato, ma che era lì, da cogliere, lasciato in bella vista da un evangelista. La scoperta è stata fatta dal professar Shemarjahu Talmon,  dell'università di Gerusalemme, quindi non accusabile di voler dare man forte alla tradizione cristiana.  Il ragionamento è complesso, andiamo per passi. Se Gesù è nato il 25 dicembre, il concepimento della Vergine è avvenuto 9 mesi prima, il 25 marzo.

Dai Vangeli sappiamo che altri 6 mesi prima era stato concepito il precursore di Cristo, Giovanni detto il Battista.  I cattolici non festeggiano questo evento, ma gli ortodossi si, solennemente, tra il 23 e il 24 di settembre: vale a dire sei mesi esatti dal concepimento di Maria.  Oggi abbiamo la prova che questa sequenza è storicamente autentica.

Il padre del Battista, Zaccaria, era un sacerdote e il Vangelo di Luca narra che l'arcangelo Gabriele gli annunciò la miracolosa nascita di un figlio, perché‚ sua moglie era sterile, un giorno in cui era di servizio liturgico al Tempio.  Luca precisa, come se volesse aprirci la strada per giungere alla verità, che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia.  Attenzione, questo è il passaggio chiave: i sacerdoti, nell'antico Israele, erano divisi in 24 classi e prestavano servizio al Tempio due volte l'anno; quella di Abia era l'ottava classe e, lavorando sui testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, i cosiddetti rotoli del Mar Morto, lo studioso di Gerusalemme ha scoperto che doveva svolgere il proprio impegno liturgico proprio l'ultima settimana di settembre. Dunque, se proviamo che la data di partenza di tutto il nostro ragionamento è davvero il 25 di settembre, risulta esatta, di conseguenza, anche la data di arrivo, quella della nascita di Gesù: il 25 dicembre.  Dio perdoni gli esperti, me compreso.

 

RD: Tutto questo, basandosi su quanto dice Luca.  Ma non è possibile avere dubbi sulle sequenze storiche proposte dai Vangeli?

Messori: Nessun dubbio sul Vangeli: sono rappresentazione storica, oculare, da cronista.  Gli Apostoli sono, per definizione, una garanzia di verità. Negli Atti degli Apostoli si narra di come i discepoli di Gesù, che erano 12 ed erano diventati 11 perché uno aveva tradito, dovessero essere reintegrati.  Dodici per ragioni simboliche, perché 12 sono le tribù di Israele.  E allora cooptano un nuovo Apostolo, Mattia, avendo cura di scegliere un uomo che sia stato con Gesù dall'inizio alla fine, perché gli Apostoli devono essere testimoni oculari, sono loro le colonne della fede, appunto testimoni dell'evento storico.  Sono loro che reggono il racconto dall'inizio alla fine.

 

RD: Gli esperti mettevano in dubbio anche l'anno di nascita.  Come mai anche questo dilemma è stato sciolto definitivamente?

Messori: E’ un ragionamento matematico complicato.  Cerco di spiegarlo senza addentrarmi in calcoli noiosi. Siccome Gesù era nato sotto Erode e i calcoli della morte dei re (è lui che ordina la strage degli innocenti a Betlemme) non consentivano al Cristo di essere nato nell'anno zero, noi tutti ci eravamo fatti la convinzione che, in realtà il Natale fosse avvenuto sei anni prima.  Oggi, quindi, pensavamo di trovarci non nel 2003 bensì nel 2009. La datazione tradizionale era dovuta a Dionigi il Piccolo, bravo matematico ma che, avendo operato attorno all'anno Mille, aveva il diritto di commettere qualche errore.  E invece no, chapeau a Dionigi, aveva ragione lui, siamo noi che abbiamo sbagliato la datazione della morte di Erode in realtà Gesù è nato davvero nell'anno zero.

 

RD: In una mangiatoia di Betlemme, dove la famiglia si era recata per il censimento...

Messori: Pare di no. Giuseppe non va a Betlemme per il censimento, ci va, in realtà per una sorta di dichiarazione dei redditi periodica che richiede la presenza dei proprietari sui loro beni immobili.  Quest'operazione si faceva, di solito, in dicembre, periodo dell'anno tranquillo perché non disturbava né la semina né il raccolto.

E qui abbiamo una nuova prova che la nascita è avvenuta proprio in dicembre.

 

RD: Insomma, una famiglia benestante...

Messori: Che il Cristo fosse figlio della media borghesia lo si sa da sempre.  Suo padre, Giuseppe, era un imprenditore affermato, titolare di un’azienda per la costruzione di serramenti e attrezzi in legno.  Da San Giustino martire, palestinese e lontano parente di Giuseppe, sappiamo che aveva un laboratorio rinomato non solo a Nazareth ma in tutta la Galilea, soprattutto per la costruzione di aratri di legno e gioghi per buoi.  Luca precisa che Maria e Giuseppe erano si, in una mangiatoia che fungeva da dependance del caravanserraglio, perché non c'era più posto in albergo, non perché‚ non se lo potevano permettere.  Matteo, poi, ci informa degli enigmatici Magi venuti dall'Oriente con doni preziosi.

E i genitori di Gesù li accettano.  Va ricordato anche che i carnefici del Cristo si stupiscono della bellezza dell'abito

indossato da Gesù (oggi diremmo firmato) tanto che non lo strappano ma se lo disputano ai dadi: era una tunica senza cucitura, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.  Molte cose dei Vangeli vanno lette come paradossi.  "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo", dice, ad esempio, il Signore.  Questa frase non va presa alla lettera, va interpretata come la testimonianza di uno sradicamento, disumano in Oriente, dalla famiglia, dal clan, dal villaggio e non come segno di penuria di denaro.  Tutta la storia narrata nei Vangeli è paradossale: parlano del Dio che si fa uomo e che invece di finire sul trono finisce a morte sulla croce.

 

 

RD: Paradossale tutto, il passato, il futuro di quei luoghi che non trovano pace.  Perché?

Messori: Il giorno di Natale del 1974 assisto alla Messa di mezzanotte sui luoghi della natività, un altipiano desolato a quasi mille metri spazzato dal vento freddo del deserto.  Penso a Luca quando dice: i pastori vegliavano all'aperto.  Poi scendo giù, sul Mar Morto: tanto freddo c'era in alto, tanto caldo lì, dove la gente faceva il bagno, nel punto più basso del mondo.  Il Mar Morto -     era appena passata la guerra del '73 - è zona di frontiera,  ma non immaginavo che fosse anche una zona di confine dell'umanità intesa come pietà dell'uomo.  Noleggiai un costume da bagno e mi tuffai in questo strano lago dove stai a galla anche senza nuotare.  Dall'altra parte. d'un tratto, un cecchino giordano comincia a sparare con la mitragliatrice,  mi acquatto e vedo che, da questa parte, il bagnino corre, con estrema naturalezza, a un mitragliatore che era coperto da un telone e risponde al fuoco.  Questi sono i luoghi dove si è manifestato il più grande atto di amore per l'uomo.

 

RD: Ha citato il Mar Morto, anche a proposito della scoperta sulla datazione della nascita di Gesù.  Quali misteri ancora racchiudono i rotoli di Qumran?

Messori: I rotoli non hanno rivoluzionato nulla.  Ci hanno invece aiutato a capire.  Del resto già sapevamo da Giuseppe Flavio e da Plinio dell'esistenza di una setta, gli esseni, che era andata a vivere in grotte vicino al Mar Morto.  Abbiamo trovato dei documenti che assolutamente non contrastano il racconto dei Vangeli, anzi, completano la loro verità storica.  Mostrano i fatti da diversi punti di vista: è come se domani trovassimo la biblioteca di Vercingetorige.  Ci consentirebbe di integrare tutto ciò che sappiamo dal De Bello Gallico di Giulio Cesare.  Ci sarà un diverso punto di vista, ma i fatti storici e il clima religioso e culturale coincidono.

 

RD: Dunque, Messori, quarant'anni sulle tracce di Gesù e mai un dubbio?

Messori: lo vengo dalla Torino più laica: ho fatto le elementari nella scuola in cui De Amicis ha ambientato Cuore e il liceo classico al D’Azeglio, che ha sfornato due cose, la Juventus e la Einaudi.  Ho fatto studi storici, tesi con Alessandro Galante Garrone, Luigi Firpo e Norberto Bobbio.  Ma un bel giorno dei 1964 ho incontrato il Vangelo e, in un mese, la mia vita è cambiata.  Sono uno storico e vengo convertito dal Vangelo in senso storico.  Sono stato talmente tanto sulle tracce di Gesù che quando scrivevo il mio libro le hostess del volo Milano-Tel Aviv mi davano del tu.  Tutta la mia vita è una ricerca storica di Gesù attraverso i Vangeli.  E ho imparato una cosa: bisogna crederci fino in fondo ma anche verificare, con la certezza che non si troveranno brutte sorprese.

Come diceva Jean Guitton, forse il maggior filosofo cattolico del secolo scorso: "L’intelligenza non è nemica ma alleata della fede".  Dopo una vita di ricerca senza pregiudizi è anche il mio bilancio.

 

INDAGINI SU GESÙ

 HOME

 

Hosted by www.Geocities.ws

1