SPECIALE TURCHIA:
POETTERING
Capogruppo del Partito Popolare Europeo all'Europarlamento, Hans-Gert Poettering � uno dei politici europei pi� scettici sull'ingresso della Turchia nell'Unione. Le sue ragioni in quest'intervista con Sergio Nava.

POETTERING: Penso sia impossibile avere negoziati con un Paese dove � ancora presente la pratica della tortura. Recentemente il nostro schieramento ha organizzato un seminario all'Europarlamento, dove rappresentanti delle organizzazioni umanitarie turche hanno sostenuto che la tortura � ancora presente nelle prigioni.

NAVA: I popolari europei sono quindi orientati a un "no" in vista dell'opinione consultiva che il presidente dell'Europarlamento Josep Borrell chieder� all'emiciclo?


Non abbiamo ancora preso una decisione formale. Stiamo attendendo l'ultimo rapporto dei gruppi parlamentari, poi prenderemo posizione. Io -in questo momento- le d� la mia personale percezione, in quanto presidente dei Popolari Europei, del sentimento interno al mio schieramento.

Ci sono Governi di centrodestra in Europa, come quello italiano, o personalit� di spicco, come il presidente francese Jacques Chirac, che appaiono schierati a favore dell'ingresso turco. Contate di esercitare una certa influenza su di loro?

Terremo un summit del Partito Popolare, dove discuteremo questo tema. Immagino che se ci saranno negoziati di adesione, questi negoziati saranno sottoposti a determinate condizioni. Ma per me � importante ribadire che esiste la tortura nelle prigioni turche. E' completamente inaccettabile che il Comissario all'Allargamento Guenther Verheugen affermi che "non esiste tortura sistematica in Turchia". Lui deve chiedere l'eliminazione totale della tortura. Il problema � che la legge che punisce questa pratica esiste in Turchia, ma i governatori locali
non fanno del loro meglio per prevenirla. Quindi non esiste praticamente la certezza della punizione. Non si pu� minimizzare i problemi, bisogna parlarne.

Ma lei spera che i governi europei di centrodestra europei giungano a una posizione comune sull'avvio dei negoziati?


Chiaramente spero che le nostra famiglia politica trovi una posizione comune.

Le piace l'idea di un referendum, come � stato ventilato in Francia?


Non sono molto a favore dei referendum per principio, ma dobbiamo anche tenere conto delle diverse situazioni nei singoli Stati membri. In Francia � gi� stato deciso un referendum sulla costituzione europea: la paura di molti � che in quella consultazione finiscano per mischiarsi le due questioni. Per cui mi sembra saggio quello che ha proposto Nicholas Sarkozy: l'idea di due referendum distinti su costituzione e Turchia mi vede favorevole.

Cosa le fa pi� paura? Il mancato rispetto dei criteri di Copenhagen da parte della Turchia, o l'impatto politico che un ingresso di Ankara potrebbe avere sull'Unione Europea?

La politica europea non � bianca o nera. Se vengono avviate trattative, un'eventualit� che non mi vede favorevole, deve essere chiaro che i criteri di Copenhagen devono essere pienamente rispetatti. In secondo luogo, questi negoziati devono essere aperti: alla fine, cio�, il risultato pu� essere un s� all'adesione, oppure un no, oppure ancora -e questa � la soluzione che preferisco- una partnership privilegiata tra Ankara e l'Unione Europea. La mia grande paura � che se la Turchia divenisse parte dell'Europa, l'identit� europea e il sentimento comune di appartenenza scomparirebbero. L'Europa diverrebbe troppo grande con la Turchia, sia politicamente sia geograficamente: questo potrebbe portare a un collasso dell'intero progetto di integrazione comunitaria.
Di questo ho paura.

Lei pensa che molti politici europei condividano la sua opinione, magari non apertamente?


Siamo un continente ricco, con oltre 400 milioni di abitanti, ed � abbastanza naturale che ci siano opionioni diverse, anche all'interno di una grande famiglia politica come il Partito Popolare Europeo.


MILANO, 29/9/2004
Il Capogruppo dei Popolari Europei, Hans-Gert Poettering
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