ARTICOLI "IL SOLE 24 ORE"
22/2/2008

INTERVISTA
Yves de Kermabon Comandante di Eulex
�Nei Balcani per stroncare criminalit� e corruzione�
I COMPITI - �Aiuteremo e a volte rimpiazzeremo le autorit� locali nei settori di polizia, giustizia e dogane�

Sergio Nava


Molti se lo saranno chiesti: cosa ci fa un generale (francese in pensione) al comando di una delle pi� importanti missioni civili nella storia dell'Unione europea? Lui, per�, Yves de Kermabon, 59 anni, gi� comandante dal 2004 al 2005 della Kfor, la forza militare della Nato in Kosovo, si schermisce con consumata diplomazia: �Si tratta di una missione assolutamente civile, ma la mia esperienza personale mi sar� molto utile. In Kosovo conosco bene i luoghi e i leader politici, sia serbi che albanesi. � probabilmente per questo motivo che l'Alto Rappresentante della Ue Javier Solana mi ha chiamato a dirigerla�.
Sono giorni intensi per de Kermabon: dal suo ufficio di Bruxelles sta avviando l'imponente macchina organizzativa di Eulex, la missione targata Ue, che - nel giro di quattro mesi - porter� in Kosovo ben 1.900 tra poliziotti, giudici, pubblici ministeri e ufficiali delle dogane. Una missione la cui durata � stimata in due anni, con uno stanziamento iniziale di 200 milioni di euro per i primi 16 mesi; una missione che vedr� una consistente partecipazione italiana e un italiano, Alberto Perduca, alla guida di un team di circa 250 magistrati.
Sulle televisioni di tutto il mondo scorrono intanto le preoccupanti immagini dai Balcani - le pi� drammatiche proprio ieri - con checkpoint in fiamme, dimostrazioni di piazza e ministri serbi che definiscono �un'occupazione� la missione che proprio lui si accinge a guidare.
Preoccupato?
No, fin dall'inizio sapevo che si sarebbe trattato di una missione difficile. E ne resto convinto. Quelli che abbiamo visto sono i primi segnali e le prime reazioni. Spero solamente che si tratti di reazioni iniziali. E spero anche che l'atteggiamento della popolazione possa aiutarci ad andare avanti, riducendo il livello di tensione.
Quale obiettivo le sembra pi� difficile?
Ristabilire un clima generale di fiducia: tra le etnie e nei confronti delle istituzioni, dei giudici e della polizia. Senza la fiducia non possiamo fare nulla.
Cosa farete, esattamente?
Aiuteremo e sosterremo la popolazione locale, monitoreremo e assisteremo le autorit� kosovare nei settori della polizia, della giustizia e delle dogane. Metteremo la nostra esperienza e le nostre competenze al servizio dei funzionali locali. Avremo per� anche alcuni poteri esecutivi: laddove necessario e in alcune aree "sensibili", potremo sostituire o rimpiazzare quei funzionari che non si dimostrassero in grado di svolgere il proprio lavoro. Questo anche nei casi di collegamenti sospetti con il crimine organizzato o in quelli di corruzione.
Un magistrato europeo potrebbe quindi sostituirne uno kosovaro, se ci� si rendesse necessario?
S�, ma solo per il tempo necessario a trovare un sostituto adatto in loco.
Lotta al crimine organizzato e alla corruzione, due grandi problemi del Kosovo. Sono tra le priorit� di Eulex?
Saranno tra i principali scopi della missione: ci organizzeremo per combattere il crimine e aiutare le istituzioni in questa lotta. � la premessa fondamentale per costruire una societ� democratica in Kosovo.
Lei � pronto a inviare i suoi uomini nelle enclaves serbe?
S�, questa missione sar� dispiegata in tutto il territorio del Kosovo. Posso comprendere che ci� sia difficile da accettare, al momento, da parte della popolazione di etnia serba. Dobbiamo riuscire a spiegare loro che la nostra missione ha lo scopo di difenderli, proteggerli e sostenerli. Non sar� facile, ci troviamo in una situazione molto carica dal punto di vista emotivo. Ma spero che prevarr� il pragmatismo.
E se i serbo-kosovari non collaborassero? Vi presenterete nelle enclaves con le truppe della Kfor?
Dobbiamo convincere tutti - ribadisce de Kermabon dopo un attimo di esitazione - � nell'interesse comune. � chiaro che la Kfor e la Nato resteranno: hanno la responsabilit� di garantire la sicurezza in tutte le situazioni in cui la polizia locale non fosse in grado di intervenire. Avremo bisogno probabilmente ancora per diverso tempo di loro. Per quanto mi riguarda, spero di poter incontrare tutti: conosco il Kosovo e la sua gente, penso di essermi costruito nei miei precedenti due anni di lavoro alla guida della Kfor a Pristina una reputazione relativamente buona.
� ottimista sull'esito della vostra missione?
Lo spero. Credo che possiamo riuscire a costruire una societ� democratica, dove sia possibile circolare liberamente. Non sar� facile all'inizio, ma con la buona volont� e la partecipazione collettiva penso che potremo farcela.
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