RIMPATRI:
Hammarberg -ancora- vs. Italia
Ancora l'Italia nell'occhio del ciclone, dopo l'avvio di rimpatri forzati dei clandestini verso la Libia. Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg all'attacco: "Il mondo fermi l'ITalia". Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni ne chiede le dimissioni. Hammarberg contrattacca, intervistato in esclusiva da Sergio Nava.

THOMAS HAMMARBERG: Mi preoccupa l'attuale politica dei rimpatri portata avanti dall'Italia, poich� questa politica significa che gli aspiranti richiedenti asilo non hanno possibilit� di inoltrare le richieste necessarie. E ci� si configura come una violazione del diritto d'asilo - uno dei pi� importanti diritti umani.

NAVA: Dunque, se capisco bene, non si pu� dire che l'Italia rispetti sempre il diritto d'asilo...

Penso che l'Italia abbia una storia abbastanza positiva in tema di politiche di asilo. Per cui considero ci� che sta avvenendo ora come una rottura con le precedenti politiche, che erano costruttive. Respingere le imbarcazioni rappresenta una violazione del principio universale del diritto d'asilo.

Secondo lei la Libia garantisce standard di trattamento adeguati per i richiedenti asilo?

No. La Libia non ha ratificato la Convenzione dell'Onu sui rifugiati, e inoltre ha problemi relativi al rispetto dei diritti umani sul proprio territorio. Non abbiamo piene garanzie che la Libia non rispedisca poi gli emigranti ai loro Paesi d'origine, una volta respinti dall'Italia. Questo non mi d� fiducia sulla piena garanzia del rispetto dei diritti umani, per coloro che cercano di raggiungere l'Europa.

Cosa dovrebbe fare allora l'Italia, secondo lei?

L'Italia deve fermare questa nuova politica di rimpatri, tornando alle procedure precedenti e alla collaborazione con l'Agenzia Onu per i rifugiati. E' pure cruciale una risposta seria da parte di Bruxelles, sia alle richieste di Roma, che a quelle di altri Paesi del Mediterraneo. E' un problema europeo: il Governo italiano ha ragione ad accusare le insufficienti risposte da parte del resto dell'Unione nel coordinamento delle politiche comunitarie. Risposte che dovrebbero assicurare sia un trattamento umano degli immigrati, sia la possibilit� per loro di inoltrare richiesta di asilo.

Proprio l'Unione Europea finora ha mantenuto un profilo abbastanza basso nella vicenda. Non � forse stata un po' assente?

Penso che Bruxelles debba fare autocritica. Quando Frattini era responsabile del portafoglio Immigrazione, inizi� un processo di coordinamento di queste politiche. Un processo -sfortunatamente- molto lento. Ora occorre accelerarlo, anche con incontri ad alto livello, per garantire standard comuni in Europa. Bruxelles deve rispondere alle richieste dei Paesi mediterranei.

Il Ministro dell'Interno Maroni ha chiesto marted� le sue dimissioni. Cosa risponde?


Ovviamente non mi dimetto. Ho il pieno sostegno dei Governi e dei deputati europei. Il fatto che io critichi dei Governi � parte del mio lavoro.

La sua risposta � no...


Ovviamente... no!

Lei � stato velatamente criticato dal segretario generale del Consiglio d'Europa Terry Davis, per le sue dichiarazioni sull'Italia...


Io sono eletto e totalmente indipendente, non ho un capo. E sono un pieno rappresentante del Consiglio d'Europa. Il mio lavoro � estremamente rispettato dai parlamentari e dai Governi.

Le farebbe piacere incontrare Silvio Berlusconi e Roberto Maroni, per discutere assieme a loro le questioni immigrazione e diritto d'asilo?

Sono sempre pronto a discutere costruttivamente questi problemi. Il mio vantaggio � che posso osservare la situazione in altri Paesi cche hanno problemi simili all'Italia, e posso cos� portare idee su come risolverli, sempre rispettando i diritti umani. Sono quindi pronto a discuterne con loro.

Milano, 13 maggio 2009
Il Commissario ai Diritti Umani
Thomas Hammarberg,
del Consiglio d'Europa
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