IGC - Nodi aperti
Il 28 e 29 novembre si svolge a Napoli il Conclave dei Ministri degli Esteri dell'Unione. Si tratta dell'ultimo vertice della Conferenza Intergovernativa, per limare le differenze che ancora sussistono tra i 25 Paesi europei a proposito del testo del trattato costituzionale, che dovrebbe venire  discusso in via definitiva il 12 e 13 dicembre nel Consiglio Europeo di Bruxelles. L'Italia spera di conseguire un accordo politico, lasciando cos� alla successiva presidenza irlandese il mero onere della stesura degli articoli costituzionali. Ma per arrivarci occorre prima risolvere alcuni importanti nodi ancora aperti. Scopriamo quali...

Quattro punti caldi ancora sul tavolo e una scadenza che si avvicina rapidamente: a pochi giorni dal Conclave dei Ministri degli esteri di Napoli, le diplomazie dei 25 Paesi membri dell'Unione Europea cercano soluzioni e mediazioni sui temi pi� controversi della futura carta costituzionale. La presidenza italiana sta inviando in queste ore alle cancellerie una proposta complessiva di mediazione, che dovrebbe dipanare le maggiori questioni ancora aperte, tutte contenute all'interno della bozza di trattato varata dalla Convenzione Europea.
Vediamole nel dettaglio:

- il primo problema � di
ordine istituzionale: la composizione della Commissione Europea. La proposta uscita dalla Convenzione � quella di un esecutivo composto da un presidente, un vicepresidente ministro degli esteri e tredici commissari. Su questa linea si era schierata anche la presidenza italiana, insieme a Francia e Germania, ma recentemente il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha dovuto riconoscere che esiste un largo consenso per mantenere un Commissario per Paese, come richiesto dalla Commissione e dai Paesi pi� piccoli. E, accanto alla questione della Commissione, esiste anche quello della presidenza dell'Unione. La proposta uscita dalla Convenzione � di un presidente fisso, che rimpiazzi l'attuale presidenza a rotazione. Alcuni piccoli Paesi fanno resistenza, ma la questione sembra ormai in via di risoluzione.

-
l'estensione del voto a maggioranza ai settori del fisco, dell'immigrazione, della politica estera e della cultura. La bozza varata dalla convenzione allarga i settori in cui si abolisce l'unanimit�, ma esclude molte delle aree appena menzionate. E i contrasti fra i Paesi europei sono evidenti: la Germania ha dovuto rinunciare all'unanimit� sull'immigrazione, ma non ha gradito il "no" della Francia e della Gran Bretagna ad analoghe concessioni rispettivamente nei settori della politica estera e delle materie fiscali.

- sul
Ministro degli Esteri i maggiori ostacoli sembrano essere sorti proprio nel corso dell'ultima riunione dei responsabili di settore. A Bruxelles il titolare degli Esteri britannico, Jack Straw, insieme ai colleghi polacco e danese, ha proposto di mantenere l'attuale nome di Alto Rappresentante, e ne ha contestato l'incarico come vicepresidente della Commissione Europea. Su un punto per� tutti sembrano concordare: la creazione di questa nuova figura dovrebbe avvenire prima del 2009, anno della possibile entrata in vigore della Costituzione.

- Infine il nodo pi� complicato.
La ripartizione dei voti in seno al Consiglio Europeo. La bozza della Convenzione Europea prevede che la definizione di "maggioranza qualificata" conti sulla maggioranza dei Paesi e sul 60% della popolazione. Ma Polonia e Spagna insorgono, chiedendo che si mantenga lo status quo deciso col Trattato di Nizza, che assegnava loro un quantitativo di voti maggiore rispetto a quello che spetterebbe loro per numero di abitanti. Pavel Swieboda, direttore del Dipartimento per l'Unione Europea al Ministero degli Esteri polacco, ce ne illustra le ragioni...

La Polonia rimane convinta che il sistema di voto contenuto nel trattato di Nizza offra le giuste risposte a ci� di cui l'Europa allargata ha bisogno. E' un trattato su cui � stato raggiunto un accordo tre anni fa, in condizioni difficili, e che non � stato neppure testato, perch� entrer� in vigore nel novembre 2004. Quindi � prematuro cambiare un sistema che non � stato neppure testato, un trattato che ha costituito la base di ratifica dei nostri trattati di adesione all'Europa. Noi saremmo anche disposti a riunirci fra un po' di anni, magari nel 2009, per esaminare se Nizza abbia funzionato o meno. A quel punto avremmo l'esperienza necessaria per parlarne... ora qualsiasi discorso sarebbe teorico. Ma anche adesso rimaniamo aperti alla discussione: tuttavia, non abbiamo ancora visto proposte alternative sul tavolo. Anzi: non vediamo l'ora di discuterle. Noi abbiamo argomenti molto forti a nostro favore
.

La parola passa ora ai Ministri degli esteri dei 25 Paesi europei. Il conclave di Napoli porr� le basi di un eventuale successo al Consiglio Europeo di Bruxelles. L'impressione per� � che ci sia ancora molto da lavorare, se si vuole trovare un accordo sulla costituzione europea entro dicembre.

by SERGIO NAVA
24/11/2003
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