Bodhidharma

Bodhidharma ricevette il patriarcato della scuola Dhyana del buddismo (Dhyana = meditazione religiosa profonda), fu riconosciuto infatti come il 28° patriarca dell'India ed il primo della Cina.

Giunse, quindi, in Cina quando governava l'imperatore "WU" della dinastia Liang (502-549).

Dopo l'incontro con l'imperatore Wu, Bodhidharma si diresse fino all'interno della Cina, al tempio di Shaolin, a sud della montagna Sung, nella provincia di Honan.

La pratica della meditazione richiedeva immobilità totale. Si racconta che Bodhidharma rimase per nove anni seduto davanti ad un muro in stato di concentrazione tale da percepire il brusio delle formiche che in esso transitavano.

Bodhidharma, malgrado la meditazione Ch'an fosse basata esclusivamente sull'introspezione, volle insegnare ai monaci anche i principi di una "autodifesa" efficace per mantenersi in una condizione fisica per quanto possibile buona ed evitare i danni di un immobilismo totale, dopo una giornata di preghiere e di meditazione, e per eludere gli attacchi dei banditi che assalivano i monaci quando erano soliti recarsi presso le città in pellegrinaggio.

Insegnò diciotto movimenti ai suoi studenti buddisti, ma dopo la morte di Bodhidharma i suoi discepoli si dispersero e l'arte di Shaolin andò quasi perduta.

In seguito, gli esercizi di Bodhidharma furono perfezionati ad uso laico per ordine dell'Imperatore T'aitsou (960-975) ed il generale Yueh Fei (1103-1142) raccomandò di questi, dodici esercizi quotidiani che utilizzò per gli allenamenti dei soldati.

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