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UNA MOSTRA DI GIOVANI ARTISTI A GENOVA
ARTIVISIVE TRE "L’OCCHIO IN ASCOLTO"
di Giovanna Santiolli

La rassegna "artivisive 3 / l’occhio in ascolto", ideata e promossa dal Centro della Creatività dell’Assessorato alle Politiche Giovanili con l’Associazione Nazionale per il Circuito dei Giovani Artisti - coordinata da Rosetta Marzola - in questa edizione raggiunge una dimensione internazionale attraverso la partecipazione / scambio di giovani artisti berlinesi e big come Ines Fontenta, Jean Pierre Giovanelli, Muda Mathis-Sus Zwick, Oscar Wiggly e Roberto Masotti.

L’iniziativa nella sua complessa ed articolata struttura ad opera aperta è riuscita , dando valore e valori ai modi espressivi dove le contaminazioni generano nuove dimensioni e panorami interessanti, a relazionare musiche e artivisive che si incontrano in terreni uguali ed in luoghi puntiformi nella città, da Villa Croce alla galleria projectroom pinksummer dal Ducale alla Borsa.

Le opere e i lavori presentati pur differenti oscillano dalla web art alla videoclip con recuperi di pittura e fumettologia: I curatori scientifici Viana Conti & Guido Festinese hanno sempre ribadito sin dall’inizio del progetto che "vedere di più non è semplicemente vedere più in là, oltre i confini dei nostri muri e degli orizzonti attuali. Vuol dire sviluppare una nuova precisione e flessibilità nei nostri occhi; è vedere dietro la schiena, così come davanti ai nostri occhi; è percepire il mondo non esclusivamente in termini di rapporto frontale, ma in un coinvolgimento totale… udire di più è sapere come trovare il suono dietro al suono, dietro la furia della città e dietro la cacofonia dei media…" e questo si è avverato.

Fatta una mostra di solito si parla delle opere anche in modo singolo e categorizzante…ma credo che in questa mostra l’allestimento dia la chiave di lettura della tematica artiaudiovisiva.

La messa in scena curata dal gruppo metropolitano Actiegrope, pur stando alle regole del gioco dettate dagli spazi, produce una teatralizzazione del tema dove il significato profondo è la coralità delle situazioni in una trama tra sorpresa e curiosità.

I nuovi involucri restituiti si presentano dinamici ed evolutivi, non fermi e museali, e di conseguenza è visibile il rifiutato di ogni forma didascalica indirizzando in un certo modo a lasciarsi andare, appunto attraverso lo spazio del vedere e del sentire in un vedere e sentire con emozione.

Ed ecco che il buio, la penombra, la luce temporizzata che guida e disorienta, tende a sviluppare una nuova precisione e flessibilità nei nostri occhi.

L’opera parla di per se anche per un attimo, per un flash…un sogno… gli Actiegrope sostengono che nella ginnastica visiva e uditiva quotidiana consumiamo rapidamente i messaggi…il silenzio totale opposto al rumore come luce/buio sono situazioni di immediata riflessione… la stratificazione di ambiti rumorosi tende a codificare le sorgenti …innesca di per se un meccanismo selvaggio metropolitano dell’orientamento nel coinvolgimento totale costringendoci a guardare dietro la schiena e a recuperare memorie sonore.

La tematica dell’undergrund , del suggestivo, dell’esperienza di entrare in due videogiochi uno solare-blade runner (la sala delle grida dell’ex palazzo della borsa) l’altro crepuscolare da métro ( nel sottoporticato di Palazzo Ducale) cuce in un racconto le opere superando la descrizione in una rappresentazione magica.

L’esposizione viene tradotta come un dialogo fra opere, un suggerire al giocatore/visitatore la relazione attraverso la messa a fuoco, ma soprattutto rendere stratificato il messaggio in modo globale come un deragliamento non codificato.

La riflessione offerta è sulla spazialità come media&medium, contenitore&contenuto di nuove opportunità dei messaggi, un modo di smarrirsi per poi ritrovarsi attraverso percorsi dove le opere diventano punti di riferimento.

Questo scandagliare parallelamente soundscapes e landscapes è un modo d’intravedere nuove dimensioni delle arti e tra queste il ritrovamanto dello spazio dell’architettura.

alcune immagini della mostra