OGRO

CREDITI

Anno: 1979 Nazione: Italia-Spagna Durata: 113 m

Regia: Gillo Pontecorvo

Soggetto e Sceneggiatura: Giorgio Arlorio, Ugo Pirro, Gillo Pontecorvo Produttore: Franco Cristaldi per la Vides

 

CAST

Gian Maria Volonté, Angela Molina, Saverio Marconi, José Sacristan, Eusebio Poncela , Nicole Garcia

 

TRAMA

Il 20 settembre 1973 a seguito di un attentato muore l'ammiraglio Luis Carrero Blanco, capo del governo spagnolo e presunto successore di Francisco Franco. Gli esecutori sono quattro rivoluzionari dell'ETA. Come film d'azione, pur non mancando di momenti intensi, è verboso, fiacco, generico. Come film politico non convince per un'indecisione di fondo rispetto al fenomeno terroristico. Difficile paragonare il terrorismo basco a quello italiano delle Brigate Rosse e dintorni. Nessuno dei personaggi principali vive di vita propria, debolezza che deriva da una forma di insicurezza. Bella fotografia di Marcello Gatti su una Spagna approssimativa. Sceneggiato dal regista con Giorgio Arlorio e Ugo Pirro. (M. Morandini)

 

COMMENTI

Ogro è un film pensato nel 1976, ossia la bellezza di quattro anni prma quando è uscito, e se appunto fosse stato girato quando era previsto. stato perfetto. Invece, per via dei tentennamenti di Pontecorvo- discuti la sceneggiatura, ridiscuti la sceneggiatura, rirídiscuti la sceneggiatura- abbiamo tardato tutto quel tempo. Ricordo perfettamente la mattina in cui parlando dell'ennesima revisione, e accendemmo la radio sentendo di Moro. E allora io, che in quel momento avrei strozzato Gillo, gli ho detto subito: "E adesso mi spieghi come facciamo un film sul terrorismo, che cosa facciamo noi con Ogro tre anni dopo?". Nel '76 Ogro sarebbe stato un'opera anti straordinaria, coraggiosa, in cui si dicevano delle cose, mentre in una situazione politica così calda un indugio di tre anni aveva cambiato tutto.

E' stato concepito nel momento giusto ed è apparso sugli schermi in quello sbagliato. Anche la sua sceneggiatura, in cui sono entrati più scene, é stata molto travagliata: Pirro, poi Arlorío, quindi Solinas che aveva anche collaborato, ma dopo c'è stato il periodo di distacco tra lui e Pontecorvo e così non ha più scritto... Una serie di vicissitudini che si sono fatte sentire nel film...Pontecorvo, prima di fare un film, è sempre assillato da mille dubbi. Deve avere la certezza di quello che fa - che poi non si ha mai. E' molto onesto verso se stesso e verso gli altri e ha paura di non fare la cosa giusta Si considera meno di quello che è, è uno che dice: " Sai, se io non ci credo completamente, non lo so fare ... ". Ed è un peccato che sia così, perché è un grosso autore. Però con questo problema dei tempi, dei tempi, dei tempi! Ogro lo dimostradel resto! (Franco Cristaldì)

 

Ogro era un libro costruito su una serie di interviste rilasciate dagli autori dell' attentato a Carrero Blanco, lo aveva acquistato una mia amica che propose di fare la sceneggiatura. Io consigliai di affidare la regia a Pontecorvo, che non accettò. In seguito vi furono divergenze fra noi due e difatti io il film non lo condivido. Gíllo aveva la preoccupazione che il film in Italia potesse suonare appoggio alle Brigate rosse e tendeva a insinuare il sospetto che l'attentato fosse stato fatto con il beneplacito silenzioso dei franchisti. Questa voce circolava nell'ambiente dei Partito comunista spagnolo. Io ero contrario a questa linea. Noi facevamo un film tratto da un documento in cui gli autori davano una testimonianza, non smentita pubblicamente da nessuno; solo se esistevano prove documentate e pubblicate su tale connivenza avremmo dovuto prenderle considerazione. Questa divergenza fu in seguito abbastanza risolta. Circa le preoccupazioni che avanzava Pontecorvo, poi, sostenevo che un cineasta, in casi dei genere, deve rispettare la sostanza dei fatti senza preoccuparsi di favorire una parte a o temere di compromettersi. Nel caso nostro, inoltre, la diversa natura del terrorismo basco, il suo carattere nazionalista escludevano ogni paragone con le Br per chiunque giudicasse il film senza prevenzioni. Ma fra Pontecorvoe me non vi furono liti, soltanto molte discussioni. Gillo più che altro era molto incerto sulla struttura da dare al film. A un certo momento, dei film se ne occupò Cristaldi, e io, concluso il mio contratto, non me ne occupai più. Subentrò un altro sceneggiatore, Arlorio. Lavorarono per un altro anno e ne è uscito quello che è uscito. Francamente del mio lavoro rimase ben poco. Comunque il film porta anche la mia firma, anche se lo condivido solo in parte. (Ugo Pirro)

 

Gillo Pontecorvo dice di sé di essere "l'uomo più incerto del mondo". Esagera, ma qualcosa di vero c'è. Su Ogro sono arrivato che già c'era una scenegiatura fatta, di Pirro, e credo di averne scritto non una nuova versione, ma almeno, in un arco di tempo di un anno e mezzo, altre sette. Gillo è una personana di una grandissima lentezza nella preparazione di un film. Contrariamente a quanto si è detto e scritto, noi alla situazione italiana, ai possibili raffronti col terrorismo italiano, non abbiamo pensato molto, mentre certamente ha pesato molto, moltissimo, parlare un po' con i baschi. A mano a mano che andavamo avanti, avevamo la coscienza di avere affrontato, all'inizio con grande leggerezza, una cosa che invece si apriva a baratri tremendi, e che forse non bisognava fare.

Forse bisognava avere un'idea più ridotta. Ogro parti dall'idea della ricostruuzione di un attentato. Dopo di che questo non bastò più, e non bastò più non perché era stato sequestrato e poi ucciso Moro, ma per la situazione basca, non bastò più per le spaccature nell'Eta. Quattro anni dopo, quelli che avevano fatto insieme l'attentato a Carrero Blanco erano motto divisi. Ammesso poi che veramente e completamente da soli l'avessero fatto. non per dire, come dice la propaganda avversaria, che l'ha fatto la CIA, ma per dire che la cosa era davvero grossa...

Affrontare tutti questi dubbi per una storia datata, sembrava francamente sproporzionato, mantre invece sembrava emergere prepotentemente una storia umana - ed é quindi in questo senso che la dico riduttiva - di quattro persone che un giorno compiono un "record del mondo di salto in alto in automobile", come dissero certe battute di allora, un'impresa così clamorosa, e che tre anni dopo si dilaniano tra loro a tutti i livelli.

Si tratta va di portare alle estreme conseguenze una situazinoe di questo genere, ed emergeva sempre di più, almeno in me (e anche in Solinas, che non ci ha lavorato ma con cui se ne parlava), la volontà di fare - come struttura, solo come struttura - Tre giorni del condor, tre giorni di una meccanica frenetica, dove l'attentato, questo mito che ha pochi anni (ma già é un mito e quindi già non é più giudicabile senza tener conto di questo) apparisse nel film in brandelli esaltanti e deprimenti, dando così la possibilità di sviluppare enormemente l'azione, il movimento dei personaggi, riducendo il dialogo, i discorsi (Giorgio Arlorio)

 

Poi ho fatto invece Ogro, volevo finalmente sventare questa mia fama di eterno indeciso che non solo rìfiuta il film che gli propongono ma rinuncia persino a quelli che propone lui. Mi è stato proposto un film sull'attentato a Carrero Blanco e l'ho accettato, perché mi sembrava che la storia avvesse delle qualità cinematografiche e potesse avere anche molta presa sul pubblico. Il film è cominciato nel '76. Poco dopo gli americani, che avrebbero dovuto Produrlo, hanno avuto paura. Franco era morto ma il regime era ancora franchista e la Unìted Artists ha avuto paura che lo stato spagnolo bloccasse distribuzione in Spagna degli altri suoi film. Ci siamo fermati per un anno mezzo, e in questo frattempo si è accennato un movimento di democratizzazione e il governo è cambiato. Il pericolo di rappresaglie si allontanava e abbiamo potuto riprendere il nostro progetto. Ma c'è stata ancora un'altra interrruzione, perché pareva che il tema scelto fosse troppo díffìcile, troppo commerciale. Dopo quattro o cinque mesi di ricerche abbiamo infine trovato due produttori, l'italiano Cristaldí col suo associato Nicola Carraro e lo spagnolo José Samano. Abbiamo scritto la sceneggiatura definitiva durante il periodo del sequestro Moro, dopo aver molto esitato tra continuare o lasciar perdere. E il film risente probabilmente molto di queste perplessità, forse abbiamo troppo sottolineato la distanza radicale, secondo noi, tra la lotta armata sotto un regime democratico e la lotta armata sotto un regime dittatoriale.

L'azione del film, così, prende le mosse dai nostri giorni, studiando da vicino ì dìversi atteggiamenti dei quattro terroristi dell'Eta responsabili dell'attentato. Uno, ancora dedito alla lotta armata nella clandestinità, gli altri tre che 1'hanno sostituita invece con la lotta politica a viso aperto. Dando ragione ovviamente a questi ultimi perché io sono assolutamente contrario al terrorismo in un regime democratico. Anzi, direi che al terrorismo sono contrario sempre, perché lo si può certo confondere con le lotte di liberazione contro i tedeschi o quelle degli algerini per la loro indipendenza. L'azione si tiene stretta ai quattro principali personaggi, per metterne in evidenza le reazioni di oggi e i gesti, gli atteggiamenti, le contraddizioni e le ansie di ieri, negli otto mesi durantei quali rimangono nascosti a Madrid, prima per raccogliere le informazioni necessarie sulle abitudini di Carrero Blanco, poi per scavare affannosamente, nel buio, nel silenzio, quel lungo tunnel sotterraneo che dovrà servire loro per far saltare in aria Carrero Blanco nella sua automobile. Una costruzione narrativa che tende ad un approccio quasi fenomenologico, isolando fatti, stati d'animo, emozioni, psicologie, come se li ingrandisse una lente di un entomologo; al contrario di quello che succedeva nella Battaglia di Algeri; là tutto era corale, qui tutto nasce all'interno di quattro ritratti singoli. (Gillo Pontecorvo)

 

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