"IL LAMPO", "TEMPORALE", "IL TUONO": tre poesie a confronto
IL LAMPO
E cielo e terra
si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in
sussulto;
il cielo ingombro, tragico,
disfatto:
bianca bianca nel tragico
tumulto
una casa apparì sparì d'un
tratto;
come un occhio, che, largo
esterefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte
nera.
IL TUONO
E
nella notte nera come il nulla
a
un tratto,col fragor d'arduo dirupo
che
frana,il tuono rimbombò di schianto
rimbombò,rimbalzò,rotolò
cupo
e
tacque e poi rimareggiò rinfranto
e
poi vanì.Soave allora un canto
s'udì
di madre e il moto d'una culla
TEMPORALE
Un bubbolio
lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare,
tra il nero un casolare,
un'ala di gabbiano.
“Il
lampo”, “Temporale” e “Il tuono”. Da queste tre poesie è facile
intuire lo stile del Pascoli: pochi versi (solitamente sette) in cui concentrare
una grande quantità di figure retoriche, in modo da rendere la composizione
piacevole ed, in alcuni tratti, alquanto misteriosa. Nei tre lavori si possono
notare diverse analogie, a partire dall’utilizzo della rima. Lo schema è il
seguente: A-B-C-B-C-C-A. Inoltre, soprattutto in “Il lampo” ed “Il
tuono”, è presente una serie di allitterazioni in “R”, “L” e “T”.
In tutti e tre i componimenti è diffuso l’impiego del colore nero, vuoi per
indicare la notte (metafora che indica la morte), vuoi per indicare la pece
(quarto verso della poesia “Temporale”). Tuttavia l’analogia che risalta
più all’occhio riguarda la scelta dei titoli: tutti e tre indicano fenomeni
atmosferici. Continuiamo con l’analizzare la presenza di figure retoriche. Nel
lampo sono presenti diversi ossimori. L’aggettivo “tacito”, ad esempio,
viene accostato al sostantivo “tumulto” che ha un significato evidentemente
opposto a quello del primo termine. Figurano anche dei chiasmi: nel verso numero
sei la sequenza “nome-verbo” si ribalta (“…una casa apparì sparì
d’un tratto”). Nella composizione “Il tuono”, invece, attraverso una
sinestesia, il Pascoli accosta il termine “fragor”al sostantivo “dirupo”
per paragonare gli effetti del rumore che provoca il tuono a quelli suscitati
dalla vista di un profondo burrone.
C’è da sottolineare anche un altro aspetto: il poeta dà molta importanza
alla punteggiatura. E’ proprio grazie a questa che riesce a rallentare il
ritmo di alcuni versi nelle sue poesie per dare rilievo ad alcuni aspetti
importanti. In “Il lampo” l’utilizzo di molte virgole dilata l’aspetto
temporale della durata di questo fenomeno che nella realtà occupa una frazione
di secondi per soffermare l’attenzione sul senso di stupore dell’occhio che
si apre alla vita per poi richiudersi nalla morte. (esterrefatto s’aprì si
chiuse nella notte nera)”. Altrettanto succede in “Il tuono”, quando il
rumore di quest’ultimo viene riprodotto con tre verbi, intervallati da due
virgole: “rimbombò”, “rimbalzò” e “rotolò”. Nell’ultimo
componimento preso in considerazione, inoltre, Pascoli introduce due versi
onomatopeici (“… col fragor d’arduo dirupo…” di cui abbiamo già
parlato in modo ampio precedentemente e “…il tuono rimbombò di
schianto…”), un enjambement tra il secondo ed il terzo verso ed una cesura
al sesto verso. Sia nel “Temporale” che in “Il Tuono” si possono notare
elementi autobiografici e riferimenti a quella famiglia che non è mai esistita
nei primi anni della vita del poeta. Nel “Temporale” il casolare non è
altro che un riferimento alla famiglia, a quella luce che, oltre a rischiarare
il cielo, illumina il suo cuore. In “Il tuono”, addirittura, si parla di una
culla e del canto di una madre al suo piccino. Sono versi carichi di significato
e di sentimento. L’ala del gabbiano nel “Temporale”, poi, indica la libertà
che il poeta nella sua vita, fondamentalmente, non ha mai avuto. Insomma con
Pascoli il lettore capisce che la poesia può essere anche un mezzo per
comunicare con gli altri e per esprimere le proprie emozioni, il proprio stato
d’animo, i propri sentimenti.
Christian Pradelli, Federica
Tirone - Classe 2°D