COMMENTO DELLA DESCRIZIONE DELLA MONACA DI MONZA - a cura di Alessia Dayan

Nel nono capitolo dei “I promessi Sposi” Manzoni introduce un nuovo personaggio: la monaca di Monza. Attraverso la minuziosa descrizione della “signora”, così chiamata per accentuare la diversità con le altre monache, ci vengono svelati alcuni aspetti del suo carattere. I primi aggettivi che le vengono attribuiti, sono tutti sinonimi di bellezza. In tal modo è raccontata a poco a poco, senza rilasciare nemmeno un piccolo dettaglio, la figura di una monaca “che poteva dimostrar venticinque anni”  che però, aveva “una bellezza sbattuta, sfiorita e, direi quasi, scomparsa. In questa frase è presente un climax. Questi ultimi aggettivi, infatti, sono posti in modo ascendente, partendo in altre parole da un attributo di poco conto, per giungere poi ad uno  di rilevante importanza come “scomparsa”. Nella prima parte della delineazione del personaggio si nota la ripetizione dell'aggettivo “bianco”, sinonimo di purezza e bellezza. Al colore bianco, però, è contrapposto  quello del nero,  e tale colore ricomparirà più volte nel resto del brano. Gli occhi della signora sono, infatti, “neri neri”. Ad essi lo scrittore pone un'attenzione particolare poiché attraverso la loro descrizione è raccontata quella del suo carattere. Con il sostantivo “ investigazione superba”, per esempio, si capisce che la monaca è curiosa, ma allo stesso tempo è superba poiché crede di sapere ogni cosa. L'immagine che il Manzoni ci dà, è quindi quella di una persona sicura di sè e con un carattere forte anche se a volte si contraddice, come si può vedere della frase “talora si chinano in fretta per cercare un nascondiglio”. L'espressione “chiedessero affetto, corrispondenza, pietà”, ci rivela che la donna deve aver sofferto molto, principalmente perché non voleva trasferirsi in convento. Questa sofferenza ha dato luogo ad un “odio inveterato e compresso”, ad uno sguardo “minaccioso e  feroce”. Gli occhi scuri contrastano con“ le gote pallidissime” che rendono il viso “delicato e grazioso”. Si ritorna dunque all'assegnazione di altri aggettivi che rendono il personaggio della monaca sempre più affascinante e misterioso, come si nota della frase “ in quel pallore (…) pieni d'espressione e di mistero”. Inoltre il suo carattere estroverso e alcuni suoi atteggiamenti, “troppo risoluti per una donna, non che per una monaca”, vengono evidenziati attraverso piccoli ma importanti dettagli, come la vita attillata o una ciocca di capelli neri. Quest'ultimo particolare, inoltre, è sinonimo di disprezzo delle regole, soprattutto di quella che obbliga le monache a tenere i capelli sempre molto corti.

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