Analisi de "La pioggia nel pineto" di Gabriele D'Annunzio - a cura di Trebbi e Marcelli

 

Gabriele D'Annunzio

La vita

Gabriele D'annunzio nacque a Pescara nel 1863. Trascorse gli anni giovanili a Roma tra incontri mondani, scandali, attività letteraria e giornalistica, divenendo ben presto un personaggio dominante della società intellettuale del suo tempo. L'incontro con Nietzsche, il filosofo tedesco che aveva elaborato il mito del “superuomo”, indirizzò D'Annunzio verso l'ideale di “una vita inimitabile”, stravagante, esibizionistica. Nel 1910 perseguitato dai creditori, dovette rifugiarsi in Francia. Scoppiata la prima guerra mondiale tornò in Italia e si arruolò, come volontario distinguendosi per l'eroismo di alcune azioni. Tra il 1919 e il 1921 liberò con gruppo di volontari la città di Fiume. L'impresa riuscì, ma D'Annunzio fu costretto dal Governo italiano ad abbandonare la città. Nel 1922 si ritirò avita privata nella sua sontuosa villa di Gardone, sul lago di Garda, detta poi “ IL Vittoriale”, dove morì nel 1938.

Le opere

Della sua vastissima produzione letteraria ricordiamo:

i romanzi: IL piacere ,L'innocente ,IL trionfo della morte, IL fuoco.

le raccolte poetiche: Primo vere, Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi, Alcyone

le tragedie: La città morta, La figlia di Jorio.

Le idee e la poetica

Gabriele D'Annunzio vivendo tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento apprese, anche se in maniera piuttosto esteriore e superficiale, le esperienze del decadentismo. Infatti nelle sue opere è assente il dramma della solitudine umana e dell'angoscia esistenziale, al contrario si ritrovano in lui alcuni atteggiamenti più conformi alla sua indole: l'individualismo e l'estetismo. Per questo esalta il proprio io al centro dell'attenzione e concepisce la vita come culto dell'arte e del bello. D'Annunzio tuttavia si presenta come continuatore della tradizione classicistica italiana, nella ricerca della parola poetica raffinata, ricercata, suggestiva. In conclusione appare come anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo.

 

 

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

 

La pioggia nel Pineto è una delle poesie più conosciute e celebri appartenenti alla raccolta Alcyone, terzo libro dei quattro che compongono le Laudi. La poesia è composta da quattro strofe, ciascuna delle quali terminanti con la parola Ermione e da 32 versi; essi non seguono uno schema fisso, una precisa regola metrica, ma i brevissimi si alternano ai lunghi provocando così un effetto sonoro che ricorda il cadere della pioggia che si alterna da rada a più fitta. La poesia è stata scritta nel primo decennio del 1900, parla della passeggiata del poeta stesso con la sua amata, che egli chiama Ermione, in un bosco vicino al mare in Versilia, mentre vengono sorpresi dalla pioggia. L'acqua che batte leggera sulle foglie, sui due innamorati che vanno per i verdi sentieri, crea una musica magica e li coinvolge in sensazioni e suggestioni tali da farli sentire parte integrante della vegetazione. La descrizione della pioggia sui fiori e sulle erbe fresche del sottobosco composto da pini, mirti, tamerici e ginepri, ci fa capire che si tratta di un ambiente non circoscritto; infatti nel testo vengono descritti spostamenti che, anche se brevi, servono per portare i due innamorati al centro della pineta, il centro del loro amore. Il linguaggio è fastoso, d'Annunzio dispone parole e immagini in accostamenti musicali sostituendo parole comuni con termini in disuso come vestimenti, ignude, verdura. Metafore, similitudini, analogie abbondano e fanno sì che ogni cosa si trasformi in un evento unico. Le rime sono distribuite liberamente e sostituite spesso da assonanze. Numerose sono le onomatopee che mettono in luce le sensazioni uditive, però anche quelle visive, tattili e olfattive sono esaminate e proposte in modo molto suggestivo. Nella poesia sono presenti anche molti enjambement, che contribuiscono a modificare il ritmo interno dei versi. La poesia nel suo insieme rappresenta la metafora dell'amore dei due personaggi che è continuo come la pioggia che li spinge nel centro della selva.

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