Analisi cambiamento del carattere di Gertrude dopo l'uccisione della monaca:- a cura di Villaschi Laura

Il decimo capitolo è quasi completamente dedicato alla monaca Gertrude, se non fosse per la presenza delle due donne: Lucia e Agnese. Il Manzoni, al contrario di quanto aveva annunciato descrive lungamente, come già detto, la figura della monaca, analizzandone anche il passato , la sua infanzia e l'adolescenza; una vita non vissuta, costretta a sottomettersi al volere del padre, che come tradizione la designava al chiostro.

Ed è proprio questa situazione di costrizione che provoca in lei un lungo travaglio interiore. Gertrude mostrerà il suo carattere sotto vari aspetti: in lei regna dapprima l'invidia alla vista delle giovani spose, ma anche un senso di ebrezza dato dal “brulichio e dal fracasso giulivo delle feste”, seguito da rabbia, al pensiero di non dover mai approfittare “di quei godimenti”. Ritroviamo inoltre strazio e rammarico della “libertà perduta”. Sono tutte sensazioni che per il Manzoni dovrebbero trovar sfogo e consolazione nella fede, rimedio per ogni sofferenza, ma al contrario la vita della monaca è caratterizzata da utopie lontane e odi immotivati che la rendevano strana verso le altre converse. Tutto ciò è presente nel personaggio in lungo periodo della sua vita che sfocerà poi in un gesto omicida. Secondo un'interpretazione del Belloni, la suora a cui “scappò detto “ s'è rifugiata in Olanda di sicuro”, andando ad analizzare questa stessa parte del romanzo in Fermo e Lucia, molto più dettagliata a riguardo dell'omicidio, all'operazione della conversa concorrono anche altre due suore precedentemente corrotte da Egidio; con ciò si spiega benissimo la presenza di quella frase, forse suggerita da qualcuno. Per quando riguarda il delitto non ci è dato di sapere molto, ma nonostante ciò lo si sente dall'atmosfera che l'autore riesce a creare attorno al convento. Così anche la parole più banali, “forse se avessero saputo cercar di più, se, invece di cercar lontano, si fosse cercato vicino”assumono significati allusivi e straordinariamente significativi.

Dopo aver commesso il fatto Gertude appare inserita in uno strano disordine di una vita della quale “altri le avevano impostato delle false prospettive”. Possiamo inoltre notare come l'autore faccia emergere  l'autrice del delitto dalla vicenda della quale sembra chiamare altri al giudizio”non pare che però la signora fosse di questo parere”. Le sensazioni che seguono nella vita della monaca sono principalmente personali; a ma pare che il punto centrale di tutto ciò sia la “figura vana”, un testimone muto ma in un certo senso accusatore, impassibile;il cui”sussurro fantastico” si ripete continuamente “nell'intimo dell'orecchio mentale”diventando parole che sembrano ripetersi”con una pertinacia,un'insistenza implacabile”; una figura sempre presente nella mente della monaca che più viene da lei allontanata,  più le si presenta davanti con tutte le sue accuse e il conseguente rimorso.

Questa parte della descrizione appare molto più breve della precedente al contrario molto particolareggiata, forse per evidenziare la volontà di Gertrude che vuole dimenticarsi tutto ciò e lasciare il fatto primo di soluzione a balenare nel mistero.

Laura Villaschi

 

 

FROM: Laura Villaschi (1/30/03 12:27PM)
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